Books by Diego Varini
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Alle origini del termine "osceno", gli antichi romani mettevano la pratica divinatoria degli arus... more Alle origini del termine "osceno", gli antichi romani mettevano la pratica divinatoria degli aruspici: vivisezionare la carne consente di formulare profezie sui destini della città. Ma è compito sacerdotale al quale l'occhio profano non deve mescolarsi. Il romanzo - genere impuro - pone a se stesso sempre questa domanda: "Che cosa è davvero osceno, dunque irrappresentabile?". Al centro di questo libro campeggiano tre grandi scrittori del Novecento italiano: il "laico" Alberto Moravia, il "socialista" Ottiero Ottieri, il "cattolico" Giovanni Testori. Come dire tre funzioni del romanzo nell'epoca della sua morte e della sua paradossale resurrezione: Moravia, l'ufficialità rifiutata in quanto occhio del vero; Ottieri, la marginalità autocoatta, in quanto refrattaria alla finzione; Testori, la devianza "sacra", in quanto intrasmissibile per il suo stesso eccesso. Che cosa cercano, parlando all'infinito dei propri solitari fantasmi? Ma a essere pornografica (per visione diretta, per cecità prediletta, per autocondanna allo strazio) è soprattutto la vita.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Edited Books by Diego Varini
Europeans "seen from afar” contributed to the building of American identity as did the ones who ... more Europeans "seen from afar” contributed to the building of American identity as did the ones who made their way to the New World. Often despised, slightly feared, admired for their cultural traditions but also perceived as a bothersome counterpart, they provided an image of Europe which obsessed thoughts and deeds of 18th- and 19th-century Americans, especially the ones interested in education. Various declinations of the theme are here offered by Italian and foreign scholars.
Conclusions are provided by Francesco Mattei and Benedetto Vertecchi, with a reflection on how an America "seen from afar" influences today's educational practices, and reasoning on how the Old World educational culture could still give its contribution in this crowded battlefield.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Papers by Diego Varini
In questa grande campagna distrutta : Roversi e il paesaggio neoindustriale degli anni Sessanta, 2017
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Écho des études romanes
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Colloquium, 2019
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Between, 2017
Il saggio riflette sul concetto di malinconia nelle opere di Luciano Bianciardi, in rapporto con ... more Il saggio riflette sul concetto di malinconia nelle opere di Luciano Bianciardi, in rapporto con il quadro culturale del suo tempo e in un dialogo ideale con autori nordamericani intensamente frequentati dallo scrittore, anche in ragione del suo lavoro in veste di traduttore. Attraverso l’attenzione portata su un campione di passi significativi, la malinconia bianciardiana che soggiace alla sua visione critica della realta contemporanea e ad una tragica parallela mancanza di alternative percorribili viene rintracciata in alcuni dei suoi libri e posta in relazione con episodi della riflessione americana sulla condizione di spaesamento dell’uomo novecentesco. La conclusione pone l’accento su alcuni possibili analogie fra la rappresentazione della crisi messa in campo da autori quali Saul Bellow e John Barth, e la complessa e contraddittoria lettura della societa degli anni Sessanta rintracciabile negli ultimi sviluppi della narrativa di Bianciardi.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Studi E Problemi Di Critica Testuale, 2018
Alla tradizione dell'ultimo Ottocento lombardo (Bertolazzi, Valera) si ispira, secondo lo stu... more Alla tradizione dell'ultimo Ottocento lombardo (Bertolazzi, Valera) si ispira, secondo lo studioso Diego Varini, l'unita di luogo alla base della struttura corale del romanzo 'Il Fabbricone' (1961) di Giovanni Testori su cui si innesta la serie di procedimenti retorici improntati al gusto novecentesco dello straniamento. L'opera, stando all'A., rappresenterebbe il paesaggio del secondo dopoguerra italiano filtrato attraverso gli occhi dei vari personaggi: 'Quel che Testori svolge nel 'Fabbricone' e un discorso sulla mutazione antropologica delle periferie del dopoguerra, discorso che aveva conosciuto il suo episodio fondativo nel '54 all'altezza del 'Dio di Roserio', per trovare poi il suo sviluppo maturo e pieno nell'articolazione del ciclo dei 'Segreti di Milano'. Cosi, 'osservata dal margine coatto dell'estrema periferia, la metropoli diventa il correlato metaforico di un progresso che si carica di contraddit...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Between, 2021
Review of Alessandro Metlica's Le seduzioni della pace. Giovan Battista Marino, le feste di c... more Review of Alessandro Metlica's Le seduzioni della pace. Giovan Battista Marino, le feste di corte e la Francia barocca.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Versants. Revista suiza de literaturas románicas, 2018
Scopo dell’articolo è inquadrare l’architettura compositiva e linguistica del romanzo Verderame (... more Scopo dell’articolo è inquadrare l’architettura compositiva e linguistica del romanzo Verderame (2007) sullo sfondo della poetica di Michele Mari. La naturale vocazione al pastiche e all’intarsio delle lingue e dei dialetti tipica dello scrittore viene ricondotta all’atteggiamento fondamentalmente antiregolistico che caratterizza in primo luogo le enciclopediche frequentazioni di Mari nella sua veste di studioso accademico e di critico: a partire da una concezione dei valori letterari che privilegia costantemente l’anomalia e la stravaganza come segnali di una tensione gnoseologica sottesa alla ricerca di uno stile svincolato da qualunque inerte acquiescenza a codici e norme ricevute. In particolare, il discorso si appunta sul rapporto di esplicita contiguità che annoda le pagine di Verderame all’espressionistica mescidanza sperimentata nel Novecento italiano dalle pagine di Gadda, nel segno comune di una peculiare inserzione di elementi brutalmente dialettali entro il tessuto polif...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Filologia antica e moderna", n.s. II, 2 (XXX, 50), 2020
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Intersezioni tra Oriente e Occidente. La Via della Seta dal (e verso il) Mediterraneo e altri itinerari", a cura di Wafaa El Beih e Monica Biasiolo, Il Cairo (Istituto Italiano di Cultura) - Osiris Bookshop , 2020
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Visioni d'Istria, Fiume, Dalmazia nella letteratura italiana (Atti del Congresso internazionale: Trieste, 7-8 novembre 2019), a cura di Giorgio Baroni e Cristina Benussi, Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma, 2020
Bookmarks Related papers MentionsView impact
In viaggio: incontri, percezioni e riflessioni lungo il filo della poiesi, a cura di Antonio Sciacovelli e Novella Di Nunzio, DiG, Varsavia, 2020
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Versants. Rivista svizzera delle letterature romanze", 65/2 (2018), pp. 125-138, 2018
Scopo dell’articolo è inquadrare l’architettura compositiva e linguistica
del romanzo "Verderame... more Scopo dell’articolo è inquadrare l’architettura compositiva e linguistica
del romanzo "Verderame" (2007) sullo sfondo della poetica di Michele Mari. La naturale vocazione al pastiche e all’intarsio delle lingue e dei dialetti tipica dello scrittore viene ricondotta all’atteggiamento fondamentalmente antiregolistico che caratterizza in primo luogo le enciclopediche frequentazioni di Mari nella sua veste di studioso accademico e di critico: a partire da una concezione dei valori letterari che privilegia costantemente l’anomalia e la stravaganza come
segnali di una tensione gnoseologica sottesa alla ricerca di uno stile svincolato da qualunque inerte acquiescenza a codici e norme ricevute. In particolare, il discorso si appunta sul rapporto di esplicita contiguità che annoda le pagine di "Verderame" all’espressionistica mescidanza sperimentata nel Novecento italiano dalle pagine di Gadda, nel segno comune di una peculiare inserzione di elementi brutalmente dialettali entro il tessuto polifonico di una prosa aulica e vertiginosamente libresca.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
“Seicento & Settecento”, XIII (2018), 2018
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books by Diego Varini
Edited Books by Diego Varini
Conclusions are provided by Francesco Mattei and Benedetto Vertecchi, with a reflection on how an America "seen from afar" influences today's educational practices, and reasoning on how the Old World educational culture could still give its contribution in this crowded battlefield.
Papers by Diego Varini
del romanzo "Verderame" (2007) sullo sfondo della poetica di Michele Mari. La naturale vocazione al pastiche e all’intarsio delle lingue e dei dialetti tipica dello scrittore viene ricondotta all’atteggiamento fondamentalmente antiregolistico che caratterizza in primo luogo le enciclopediche frequentazioni di Mari nella sua veste di studioso accademico e di critico: a partire da una concezione dei valori letterari che privilegia costantemente l’anomalia e la stravaganza come
segnali di una tensione gnoseologica sottesa alla ricerca di uno stile svincolato da qualunque inerte acquiescenza a codici e norme ricevute. In particolare, il discorso si appunta sul rapporto di esplicita contiguità che annoda le pagine di "Verderame" all’espressionistica mescidanza sperimentata nel Novecento italiano dalle pagine di Gadda, nel segno comune di una peculiare inserzione di elementi brutalmente dialettali entro il tessuto polifonico di una prosa aulica e vertiginosamente libresca.
Conclusions are provided by Francesco Mattei and Benedetto Vertecchi, with a reflection on how an America "seen from afar" influences today's educational practices, and reasoning on how the Old World educational culture could still give its contribution in this crowded battlefield.
del romanzo "Verderame" (2007) sullo sfondo della poetica di Michele Mari. La naturale vocazione al pastiche e all’intarsio delle lingue e dei dialetti tipica dello scrittore viene ricondotta all’atteggiamento fondamentalmente antiregolistico che caratterizza in primo luogo le enciclopediche frequentazioni di Mari nella sua veste di studioso accademico e di critico: a partire da una concezione dei valori letterari che privilegia costantemente l’anomalia e la stravaganza come
segnali di una tensione gnoseologica sottesa alla ricerca di uno stile svincolato da qualunque inerte acquiescenza a codici e norme ricevute. In particolare, il discorso si appunta sul rapporto di esplicita contiguità che annoda le pagine di "Verderame" all’espressionistica mescidanza sperimentata nel Novecento italiano dalle pagine di Gadda, nel segno comune di una peculiare inserzione di elementi brutalmente dialettali entro il tessuto polifonico di una prosa aulica e vertiginosamente libresca.