Skip to main content
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
The essay deals with the Biscioni, the liber iurium promoted by the Visconti in Vercelli in the mid-fourteenth century, shortly after they became the lords of the city. The making of the liber, produced in two copies, and with each... more
The essay deals with the Biscioni, the liber iurium promoted by the Visconti in Vercelli in the mid-fourteenth century, shortly after they became the lords of the city. The making of the liber, produced in two copies, and with each specimen composed of two codices, took a total of eight years, from 1337 to 1345, and during this period the original project underwent many changes. The codes originally should not have been four but two, whit the second specimen conceived as a duplicate of the other; yet they ended up being-as the notary responsible for their productions defined them-only similar ('similes' in the latin formulation). The analysis of these changes in progress reveals the close relationship between the liber iurium and the city statutes, the other great publishing enterprise launched, again on the impulse of the Visconti regime, a few years after the Biscioni, and above all with the municipal policy of those years. In short, the variations in the structure of the Biscioni are not just a documentary issue, but reveal something of the first Visconti domination in Vercelli. The new regime inaugurated, from its inception, a phase of heated conflict, aimed at strengthening the jurisdictional rights of the municipality over the districtus: many initiatives were taken against the lords of the countryside as well as against neighboring cities and powers. The Visconti mayors and their vicars made the liber iurium an active tool and a faithful mirror of the renewed city power.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Il saggio prende le mosse da un documento alquanto eccezionale nel panorama delle fonti medievali vercellesi, il cosiddetto Liber incantuum di Borgo d'Ale. Si tratta di un registro di un centinaio di fogli comprendente atti relativi a un... more
Il saggio prende le mosse da un documento alquanto eccezionale nel panorama delle fonti medievali vercellesi, il cosiddetto Liber incantuum di Borgo d'Ale. Si tratta di un registro di un centinaio di fogli comprendente atti relativi a un quinquennio, dal 1367 al 1372, che rende conto mese per mese delle spese cui il comune deve far fronte per pagare gli oneri imposti dalla città di Vercelli: dalla gabella del sale al dazio del vino, dal fodro ai carriaggi fino ai lavori alle fortificazioni. La sua importanza sta dunque nell'illuminare uno degli aspetti che, proprio a causa della scarsità delle fonti, sono rimasti da sempre più in ombra negli studi sulla fiscalità urbana: ovvero la gestione a livello locale, da parte dei comuni rurali, del complesso e articolato sistema di obblighi cittadini. Nella prima parte del saggio vengno descritte le colonne portanti di questo sistema, ovvero la gabella del sale e il dazio del vino: quando le vediamo comparire nelle fonti, come si evolvono, e come la città provvede a ripartirne il peso fra le comunità del contado. Nella seconda parte del saggio la fiscalità cittadina viene indagata, grazie al prezioso contributo fornito dal liber incantuum, dal punto di vista della comunità rurale: si descrive la tipologia e il numero di imposizioni, la cadenza temporale della loro riscossione, i trend di crescita o diminuzione degli importi. Soprattutto si mette a fuoco il principale mezzo con cui il comune di Borgo d'Ale vi faceva fronte: mezzo che è rappresentato, specularmente a quanto avviene in città, da un unico strumento, l'incanto.

The essay examines a rather exceptional document in the panorama of medieval sources in Vercelli, the so-called Liber incantuum of Borgo d'Ale. It is a register of about a hundred sheets relating to a five-year period, from 1367 to 1372, which reports month by month the expenses that the municipality must meet to pay the charges imposed by the city of Vercelli: from the salt gabella to the duty of wine, from the fodro to transport wagons up to the construction and maintenance works on urban fortifications. Its importance therefore lies in illuminating one of the aspects that, precisely because of the scarcity of sources, have remained mostly in the shade in studies on urban taxation: i.e. the management at local level, by rural municipalities, of the complex and articulated system of city-imposed obligations. In the first part of the essay the pillars of this system, the salt tax and the wine duty, are described: when they appear in the sources, how they evolve, and how the city distributes their weight among the communities of the countryside. In the second part of the essay city taxation is investigated, thanks to the precious contribution provided by the liber incantuum, from the point of view of the rural community, reviewing the type and number of taxes, the timing of their collection, the trend of growth or decrease of the amounts. Above all this part focuses on the main tool by which the municipality of Borgo d'Ale dealt with taxation: this tool consists, mirroring what happens in the city, in auctioning off the collection of revenues.
Research Interests:
La storia dei poteri temporali dei vescovi di Vercelli è circoscritta nel suo esordio e nei suoi esiti da due episcopati d'eccezione: quello, storiograficamente assai valorizzato, del vescovo Leone, artefice fra X e XI secolo, grazie ai... more
La storia dei poteri temporali dei vescovi di Vercelli è circoscritta nel suo esordio e nei suoi esiti da due episcopati d'eccezione: quello, storiograficamente assai valorizzato, del vescovo Leone, artefice fra X e XI secolo, grazie ai suoi legami con i vertici dell'impero e a una spregiudicata politica documentaria, del grandioso patrimonio di terre e diritti che sostanziano per secoli la fortuna e il prestigio della sede eusebiana, e quello del vescovo Giovanni Fieschi, passato alla storia - ma una storia, a differenza del suo omologo, costruita a ridosso degli eventi, d'orizzonte locale e fitta di elementi leggendari - come colui che ha dissipato, nella difficile congiuntura trecentesca, tale eredità. Il saggio è dedicato a chiarire i contorni di questa seconda figura e del suo operato: nell'immagine di Giovanni Fieschi, il vescovo tyrannus che finì per essere imprigionato nel suo stesso castello ad opera dei suoi sudditi, sobillati e manovrati dai poteri concorrenti, e nell'inefficace reazione del papato in difesa delle prerogative episcopali, abbiamo la manifestazione paradigmatica della crisi della chiesa tardomedievale.
Research Interests:
Research Interests:
Nell'inverno del 1459-60 il Vercellese è oggetto di un'inchiesta fiscale che sfocerà nella più ampia e completa descrizione socio-demografica della regione per i secoli medievali. Tutto ha inizio da una malversazione di cui si rende... more
Nell'inverno del 1459-60 il Vercellese è oggetto di un'inchiesta fiscale che sfocerà nella più ampia e completa descrizione socio-demografica della regione per i secoli medievali. Tutto ha inizio da una malversazione di cui si rende artefice un esponente dell'élite politica locale, Giacomo Margaria, ai danni del potere sabaudo, che all'epoca dei fatti governa la città di Vercelli ormai da trent'anni. La notevole quantità di denaro sottratta alle casse ducali e dirottata nelle capaci tasche del funzionario è la ragione per cui il duca di Savoia, in un'epoca di ancor deboli apparati burocratici e conseguente scarsa conoscenza del territorio, decide per un'iniziativa inedita. Manderà in quella zona periferica dei suoi domini due solerti commissari, Pietro Masueri e Lorenzo Rebacini, con il compito di percorrerla in lungo e in largo e verificare di persona l'entità demografica e le potenzialità economiche della città e delle numerose ville sparse nel suo contado.
La relazione dei due commissari, giunta sino a noi, è oggetto del libro che ripercorre i tanti fili conduttori dell'inchiesta: il pellegrinaggio dei funzionari, di comunità in comunità, da un capo all'altro del Vercellese storico, dal Po fino alle vallate prealpine del Biellese, dai popolosi villaggi lungo la Sesia a quelli arroccati ai piedi della Serra; lo sforzo di contare i "fuochi" «cum nominibus et cognominibus» (più di 8000 nomi di capifamiglia inventariati nel registro); le astuzie per smascherare i sistematici tentativi delle comunità di eludere il fisco (tentativi che in alcuni casi, come a Santhià, assumono i toni di una vera truffa e rischiano di mettere in serio pericolo le autorità locali); le ricche descrizioni dei ricetti e dei castelli nobiliari, con i toni entusiasti per i tanti cantieri aperti, e a volte anche preoccupati quando l'accoglienza dei loro orgogliosi detentori si fa, nei confronti dei due occhiuti commissari, fredda se non francamente ostile.
Research Interests:
In the Middle Ages arbitration is the main dispute resolution tool between institutions, be they ecclesiastical bodies, political parties or municipal cities. The article focuses on a series of juridical features of this institute that... more
In the Middle Ages arbitration is the main dispute resolution tool between institutions, be they ecclesiastical bodies, political parties or municipal cities. The article focuses on a series of juridical features of this institute that have mostly influenced the sources we use to study this topic, their terminology and also their silences. The main question is the extent of freedom available to arbiters, and its link with another freedom typical of arbitration: that of dispensing, to some extent, with written procedure.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Le fonti del Vercellese attestano, a partire dal XIII secolo e per i due secoli successivi, l’esistenza di un certo numero di località del contado - una quindicina, originariamente tutte appartenenti alla signoria episcopale -, nelle... more
Le fonti del Vercellese attestano, a partire dal XIII secolo e per i due secoli successivi, l’esistenza di un certo numero di località del contado - una quindicina, originariamente tutte appartenenti alla signoria episcopale -, nelle quali la giurisdizione esercitata non è univoca, ma condivisa o spartita fra due poteri: uno è costantemente rappresentato dal comune cittadino, mentre la controparte è rappresentata prima dal vescovo di Vercelli (XIII - XIV secolo) e poi, dagli anni ‘70-’80 del Trecento, da coloro che gli subentrano, cioè i Savoia e, per alcune località, la famiglia Fieschi. Questo dato si accompagna alla presenza costante di formule notarili create ad hoc per definire questa particolare condizione: «terrae communes», «loci utriusque iurisdictionis», «loca duarum iurisdictionum», «loca mixtae iurisdictionis», «villae mistae».
Partendo dalla vicenda che costituisce l'atto di nascita del fenomeno - la vendita della giurisdizione episcopale nel 1243 e il suo annullamento, per decreto papale, nel 1249 - l'articolo ne delinea l'evolversi nei due secoli successivi, e si concentra infine su un interrogativo cui le fonti permettono di dare una risposta solo parziale: come viene risolto dai vari poteri il problema di circoscrivere, all'interno della singola località, il proprio ambito giurisdizionale? Fino al pieno Quattrocento coesistono nelle fonti due piani descrittivi, che fanno riferimento rispettivamente alla giurisdizione sugli uomini e alla giurisdizione sulla terra: la «magna confuxio» altro non è se non l'impossibilità, per le dominazioni che si susseguono nel Vercellese, di eliminare la loro reciproca incoerenza.
Research Interests:
Research Interests:
A metà del Quattrocento Biella è un centro di medie dimensioni del Piemonte settentrionale. Non è tecnicamente una città, perché non è sede vescovile, ma attraverso il rapporto privilegiato con la chiesa vercellese prima e con la dinastia... more
A metà del Quattrocento Biella è un centro di medie dimensioni del Piemonte settentrionale. Non è tecnicamente una città, perché non è sede vescovile, ma attraverso il rapporto privilegiato con la chiesa vercellese prima e con la dinastia sabauda poi è riuscita a costruirsi e a vedersi riconosciuto un distretto, di cui fanno parte all'epoca oltre venti comunità. L'articolo ripercorre le fasi della "guerra" che impegnò Biella e una delle più grandi comunità del suo distretto, Andorno, per più di un secolo, fra lunghe cause in tribunale e scontri armati. Al centro la contestata legittimità dei privilegi su cui si fonda l'egemonia biellese - il monopolio del macello, del mercato e della giustizia - e due opposte concezioni del rapporto comunità-signore che lo stesso potere sabaudo fatica a gestire.
Research Interests:
Cosa significa, per un vescovo medievale, farsi «civis» di una città? Nell'Italia comunale duecentesca sono una decina i casi di vescovi - tutti titolari di sedi minori - ai quali viene conferita la cittadinanza, regolarmente in una città... more
Cosa significa, per un vescovo medievale, farsi «civis» di una città? Nell'Italia comunale duecentesca sono una decina i casi di vescovi - tutti titolari di sedi minori - ai quali viene conferita la cittadinanza, regolarmente in una città diversa da quella in cui esercitano il loro ufficio. Partendo da questa casistica, l'articolo offre una prima indagine sul concetto di cittadinanza declinato in ambito ecclesiastico.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests: