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Possono le emozioni conferire identità e significato ai luoghi? E a loro volta i luoghi sono rappresentativi degli stati emotivi individuali e collettivi di chi li pratica? E che tipo di testimonianze e tracce documentali ne hanno... more
Possono le emozioni conferire identità e significato ai luoghi? E a loro volta i luoghi sono rappresentativi degli stati emotivi individuali e collettivi di chi li pratica? E che tipo di testimonianze e tracce documentali ne hanno lasciato nell’iconografia e nel lessico delle fonti?
Partendo da questi interrogativi e da visuali tematiche e temporali assai diverse tra loro, che spaziano dall’archeologia al cinema, dal linguaggio dell’arte alla storia, gli autori dei diversi contributi propongono una serie di casi studio in cui la dimensione culturale e performativa delle emozioni va a intrecciarsi con la storia sociale dei processi di configurazione dello spazio urbano.
Il libro include anche un’intervista al land artist Saype, famoso per le sue incredibili realizzazioni di ‘affresco’ della natura in luoghi-simbolo di città come Parigi, Istanbul e New York.
Accogliere i membri della nazione che per vari motivi potevano trovarsi fuori i propri confini naturali e curarli, non solo dal punto di vista terapeutico, ma anche della loro tutela legale e sociale, furono i due principali obiettivi... more
Accogliere i membri della nazione che per vari motivi potevano trovarsi fuori i propri confini naturali e curarli, non solo dal punto di vista terapeutico, ma anche della loro tutela legale e sociale, furono i due principali obiettivi della costellazione di ospedali, conventi e confraternite delle nazioni costituitasi nei diversi domini della Monarchia ispanica tra XVI e XVII secolo. In essi, a Roma come a Napoli, Madrid e Palermo, a Lisbona come a Milano o a Malines, furono accolti una pluralità di soggetti in situazione di disagio o di indigenza, cui poté essere garantito un accesso agevolato alle cure mediche e alla cura della persona. La storia di tali istituzioni viste in una dimensione comparata conferisce nuova luce a spazi e attori che non sempre la storiografia ha messo in opportuno dialogo tra loro: ammalati e scene della cura, per esempio, piante medicali e indicazioni terapeutiche, marinai e rifugiate di guerra, monache e viaggi clandestini, operatori economici e agenti diplomatici che, entrati in contatto nello spazio condiviso degli ospedali o dei conservatori, misero in comune pratiche e codici di comunicazione accorciando tante volte le distanze culturali che li separavano.
Nel tempo in cui migliaia di europei lasciavano la propria terra di origine per gettarsi alla conquista del mondo svelato dalle grandi esplorazioni geografiche, i poteri pubblici del Vecchio Continente si impegnavano a ripopolare i... more
Nel tempo in cui migliaia di europei lasciavano la propria terra di origine per gettarsi alla conquista del mondo svelato dalle grandi esplorazioni geografiche, i poteri pubblici del Vecchio Continente si impegnavano a ripopolare i rispettivi territori stanziandovi coloni forestieri.
Questo libro racconta la colonizzazione interna dell’Europa attraverso otto storie di cui furono protagonisti uomini e donne provenienti da alcune grandi diaspore mediterranee. Esuli, migranti, forestieri, che dalla Toscana granducale alle spagnole Sicilia e Sardegna, dalla Napoli dei viceré alla Venezia dei dogi, dalla Spagna borbonica fino all’Austria della reconquista” anti-ottomana, contribuirono alla formazione dell’Europa contemporanea.
Research Interests:
Who has been Maria Carolina Habsburg-Lorraine and what has she embodied for the Kingdoms of Naples and Sicily? Conceived after the Bicentennial of her death, this volume analyzes the complex personality and the many-sided figure of the... more
Who has been Maria Carolina Habsburg-Lorraine and what has she embodied for the Kingdoms of Naples and Sicily? Conceived after the Bicentennial of her death, this volume analyzes the complex personality and the many-sided figure of the controversial queen through some original analyses and innovative interpretations in an interdisciplinary itinerary that involves a group of scholars invited to discuss some specific aspects of her life and epoch: Giulio Sodano reflects on the female power during the Old Regime, with particular regard to the construction of the female royalty in the early modern centuries; Giuseppe Cirillo lingers on the political reforms of the Bourbon Kingdom; Elisa Novi Chavarria faces the relationship of the queen with the faith mediated by the figure of the confessor; Gianluca Del Mastro the Ancient and Herculaneum; Francesco Cotticelli and Paologiovanni Maione the theatre, the music and the show business; Paola Zito the love for books and for her private library; Vega de Martini the jewelry; Eva Baumgartner her hometown Vienna; Giulio Brevetti her pictorial iconography. Therefore this is a collective book which does not yearn for the definitive word on the most intelligent daughter of Maria Theresa but rather to prompt, as evident in the Introduction by Sodano and Brevetti, other and different researches on this personality not many studied and, for better or for worse, extraordinary.


Chi è stata davvero Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e cosa ha rappresentato per le sorti dei Regni di Napoli e di Sicilia? Nato sulla spinta del Bicentenario della morte, questo volume analizza la complessa personalità e la sfaccettata figura della discussa regina tramite alcune originali letture e inedite interpretazioni seguendo un percorso interdisciplinare che coinvolge specialisti di diversi settori invitati a ragionare su alcuni specifici aspetti della sua vita e dell’epoca nella quale vive e opera: Giulio Sodano riflette sul potere delle donne in antico regime, con particolare attenzione alla costruzione della regalità femminile nei secoli dell’età moderna; Giuseppe Cirillo si sofferma sulle riforme politiche del Regno borbonico; Elisa Novi Chavarria affronta il rapporto della sovrana con la fede mediato dalla figura del confessore; Gianluca Del Mastro quello con l’Antico e gli scavi di Ercolano; Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione quello con il teatro, la musica e in generale col mondo dello spettacolo; Paola Zito l’amore per i libri e per la sua biblioteca; Vega de Martini quello per l’oreficeria; Eva Baumgartner quello con Vienna, sua culla e tomba; Giulio Brevetti quello con la propria immagine, e dunque con l’iconografia pittorica ufficiale. Un lavoro collettaneo, dunque, che non ambisce a sancire una parola definitiva sulla figlia più intelligente di Maria Teresa nonché moglie ingombrante di Ferdinando IV di Borbone, quanto piuttosto a suggerire, come si evince dall’Introduzione dei curatori Sodano e Brevetti, altre e future ricerche su questo personaggio ancora oggi poco studiato e a suo modo, nel bene e nel male, straordinario.
Research Interests:
Modern History, Cultural History, Cultural Studies, Musicology, Gender Studies, and 65 more
Il volume presenta, per la prima volta, l’edizione critica degli apprezzi feudali del Molise di età moderna tutt’oggi conservati nei fondi documentari dei maggiori archivi e biblioteche napoletane e molisane. Prodotti allo scopo di dare... more
Il volume presenta, per la prima volta, l’edizione critica degli apprezzi feudali del Molise di età moderna tutt’oggi conservati nei fondi documentari dei maggiori archivi e biblioteche napoletane e molisane. Prodotti allo scopo di dare un pretium al feudo confiscato o reintegrato alla regia corte, gli apprezzi feudali si qualificano per i loro tratti descrittivi e narrativi che li rendono una tra le fonti più interessanti e privilegiate, ma ancora poco note e utilizzate, per la storia del paesaggio, degli insediamenti, della feudalità, delle istituzioni ecclesiastiche e della vita sociale ed economica del territorio. Saggi introduttivi a firma delle curatrici del volume, di Ilaria Zilli e di Carolina Belli forniscono indizi e chiavi di lettura per agevolare e guidare l’adeguata analisi, contestualizzazione e valorizzazione dell’ampia appendice documentaria del volume stesso complessivamente composta da trentanove apprezzi feudali, per la maggior parte del tutto inediti.
Il saggio si propone di analizzare la “cittadella degli spagnoli” a Napoli – quartiere della città destinato ad alloggiare un tercio dell’esercito spagnolo di stanza in Italia – come spazio in cui si articolavano e intersecavano pratiche... more
Il saggio si propone di analizzare la “cittadella degli spagnoli” a Napoli
– quartiere della città destinato ad alloggiare un tercio dell’esercito spagnolo di stanza in Italia – come spazio in cui si articolavano e intersecavano pratiche civili, economiche e religiose, ma anche di configurazione di relazione di affetto e di amicizia tra spagnoli e naturali, tra militari e cittadini. Si cercherà pertanto di fornire una nuova lettura di quello “spazio della città nella città”, della sua ‘estraneità’ e/o interazione coi nuclei abitativi più antichi, della sua forza di rappresentazione della
dignità regale e dei suoi fasti militari, del potere e della presenza/assenza del re, delle capacità e funzioni di controllo del territorio urbano.
Il contributo proverà a offrire una ricognizione dello stato degli studi sull’argomento proposto. In particolare si intende far luce su come la letteratura coeva e la storiografia più recente hanno rappresentato il potere delle donne... more
Il contributo proverà a offrire una ricognizione dello stato degli studi sull’argomento proposto. In particolare si intende far luce su come la letteratura coeva e la storiografia più recente hanno rappresentato il potere delle donne nella Napoli della prima età moderna non tanto nelle sue dimensioni per così dire ‘sommerse’ - di cui può considerarsi ormai un classico l’attenzione riservata agli spazi monastici in quanto fucine di donne colte e intraprendenti, capaci di ritagliarsi margini di libertà di pensiero e autonomia dalle regole dettate dalla cultura religiosa e dalla cultura di genere dell'epoca -, ma in quelli che certamente furono, in casi che appaiono sempre più numerosi, dimensioni e spazi di potere ‘attivo’, soggettivo e consapevole delle
donne, quali per l’appunto le corti aristocratiche e i feudi. In questi ambiti, appartenenti a pieno titolo alle forme di esercizio del potere più tradizionalmente inteso, furono molte le gentildonne che, come sta emergendo in tutta una serie di nuove ricerche, furono presenti nella vita politica e culturale della capitale del Regno e nelle “capitali” dei propri rispettivi feudi, attivandosi nella gestione e valorizzazione del feudo e nella ridistribuzione delle risorse, intrecciando circuiti relazionali in forme anche autonome e indipendenti, non sempre riconducibili all’ambito delle strategie familiari, praticando relazioni politiche e diplomatiche con altre corti e spazi di potere, lungo molteplici fili e molteplici connessioni anche transnazionali.
Come sappiamo, la definizione del termine ‘spagnolo’, nel sistema giuridico dell’età moderna, non necessitava di una regolare e legittima classificazione di tipo istituzionale. Nell’accezione del tempo il concetto di ‘nazione’ spagnola e... more
Come sappiamo, la definizione del termine ‘spagnolo’, nel sistema giuridico dell’età moderna, non necessitava di una regolare e legittima classificazione di tipo istituzionale. Nell’accezione del tempo il concetto di ‘nazione’ spagnola e l’uso del termine ‘spagnolo’ riferito a una comunità o a questo o quell’individuo rinviavano a un universo semantico complesso, in cui coesistevano diverse identità e i criteri di appartenenza alle categorie di ‘naturali’ e ‘stranieri’ all’interno dei domini pluriterritoriali della Monarquía poterono configurarsi in maniera assolutamente flessibile e contingente Di volta in volta essi designarono, a seconda dei contesti e delle opportunità in gioco, la primazia del diritto di sangue o dello jus soli e una pluralità di forme di appartenenza e di adesione identitaria. Le modalità di tale identificazione erano tra l’altro particolarmente duttili e vischiose fuori i confini territoriali dei regni iberici della Corona, all’interno dei quali le diverse identità castigliana, aragonese, etc. erano invece molto più definite e ‘rigide’.
Rispetto a questo quadro più o meno consolidato di conoscenze e interpretazioni storiografiche e all’ampio alveo di studi sulla cittadinanza in Antico Regime - ovvero sulle condizioni ineguali di appartenenza e integrazione di collettivi e individui a entità politiche caratterizzate dalla molteplicità di statuti giuridici, il saggio prende in esame alcune modalità di rappresentazione dei ‘limiti’ della appartenenza alla nacion española nelle forme di accesso alle cariche di governo, alle nomine dei benefici ecclesiastici e ai servizi assistenziali della Monarchia nei suoi diversi ambiti territoriali (ospedali e confraternite di ’nazione’) e, in particolare, nel Regno di Napoli (Consiglio Collaterale). In specie si cercherà di approfondire il contrasto tra realtà e rappresentazione di tali modalità, modalità per lo più definite sulla base dell’appartenenza ai domini iberici, peninsulari e insulari, della Corona e a quelli d’Oltre Oceano, ma più spesso poi “tagliate” sull'individuo piuttosto che su una astratta formulazione identitaria di tipo giuridico-istituzionale, con ampi margini di discrezionalità e originalità volta a volta negoziabili, e negoziati, sia dall’alto che dal basso.
The essay examines the papeles de los servicios of some officers of the Spanish army serving in Naples in the central decades of the seventeenth century. They were found among the papers of the Spanish Carmelites o the convent of Nostra... more
The essay examines the papeles de los servicios of some officers of the Spanish army serving in Naples in the central decades of the seventeenth century. They were found among the papers of the Spanish Carmelites o the convent of Nostra Signora del Buon Successo. These sources are known for the characteristics of the documentary typology, but they constitute an unprecedented source for the Neapolitan context. In fact, the series Patenti hispanorum was destroyed with others in the fire of the Great Archive of Naples in 1943. The study aims to clarify the assignment of important military positions in Naples, and the reasons that related the soldiers and the Spanish religious of the Carmelite convent of Nostra Signora del Buon Successo, where the real military history was carried out.
The essay examines the many voices of dissent that rose in Naples against the bull Circa pastoralis published by Pius V in 1566. The papal bull stipulated that all monks should be kept in close enclosure. The ribellion became especially... more
The essay examines the many voices of dissent that rose in Naples against the bull Circa pastoralis published by Pius V in 1566. The papal bull stipulated that all monks should be kept in close enclosure.
The ribellion became especially from the monks of S. Gregorio Armeno and S. Patrizia. They were jealous guardians of their prerogatives and feminine exponents of the
least accommodating fringes of the nobility
Neapolitan. Many monks abandoned
the convents to avoid rules; others were
pushed away others were pushed away under
the threat of weapons of by the secular
arm of the viceroy. Some of them made
the way of tribunals, both civil and ecclesiastical.
In the records of these processes,
the memories of their resistance to a norm
would address then a more rigid monastic
life, as well as the family relationships between
and within monasteries.
This contribution sheds light on a wide service network activated in the domains of the Spanish monarchy in the age of Philip II. Seen across the network analysis filter and a wide epistolary documentation, it reveals the political plots... more
This contribution sheds light on a wide service network activated in the domains of the Spanish monarchy in the age of Philip II. Seen across the network analysis filter and a wide epistolary documentation, it reveals the political plots and cultural background of its promoters, a group of ministers who were among the leading figures in Philip II politics in recent years and whose leader was with no doubt the Prince of Pietrapersia Juan de Zúñiga y Requesens. Related to age, education, careers, loyalty and political goals, they are all part of the Junta de Noche, the organ which from 1580 took more and more in the operational decisions of the monarchy government. Their policies and their network of relationships that fostered integration among nations and cross Hispanization of the society started from the Carolina Age based on humanistic theoretical production committed to building a culture of the 'nation' and the universal design of the Spanish Monarchy.
Research Interests:
Ancora in piena età moderna, in diverse aree del Mediterraneo, molte istituzioni ecclesiastiche sommavano alla proprietà terriera rendite derivanti da diritti di giurisdizione e/o dalla patrimonializzazione di diritti signorili. Il tema... more
Ancora in piena età moderna, in diverse aree del Mediterraneo, molte istituzioni ecclesiastiche sommavano alla proprietà terriera rendite derivanti da diritti di giurisdizione e/o dalla patrimonializzazione di diritti signorili. Il tema non ha goduto di grande fortuna nel panorama storiografico italiano, ma alcuni recenti studi, hanno messo in luce la rilevanza del fenomeno ancora per tutta l’età moderna. Il saggio raffronta i risultati già conseguiti dalla ricerca sul feudalesimo ecclesiastico nell’Italia meridionale di età moderna (dimensioni quantitative, demografiche ed economiche, spazi, confini, sistemi agrario-territoriali, titolarità giuridica dei feudi ecclesiastici) con le forme e l’economia del señorío episcopale e monastico delle aree iberiche del Mediterraneo.

During the modern age, in different parts of the Mediterranean, many ecclesiastical institutions increased their landholdings through new rights of jurisdiction and/or capitalization of exclusive rights. The question hadn’t much relevance in the Italian historiographical scene, but some recent studies have shown the relevance of this topic throughout the modern age. The article compares the results obtained by the research on the ecclesiastical feudalism in modern age Southern Italy (quantitative demographic and economic dimensions, the borders, the agricultural and landscape systems, the legal ownership of ecclesiastical feuds) with the shapes and the economy of the episcopal and monastic feuds of the Mediterranean Iberian areas.
Diana, Aurelia e le altre: attrici e capocomiche dell’ultimo duca di Mantova The piece introduces the activity of artistic directors Teresa Costantini, Angiola Paghetti and Colomba Coppa in the service of Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers,... more
Diana, Aurelia e le altre: attrici e capocomiche dell’ultimo duca di Mantova

The piece introduces the activity of artistic directors Teresa Costantini, Angiola Paghetti and Colomba Coppa in the service of Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers, their generous patron and the last Duke of Mantua.
Referencing studies begun thirty years ago on the musicological side and using recent historical research and archive sources, the essay highlights the artistic, organisational and management responsibilities of Commedia dell’Arte directors. It reconstructs their relations with Ferdinando Carlo, ducal agents and the Gonzaga court on the one hand, and their relations with Venetian impresarios Grimani, with whom the Duke of Mantua had established a lasting and generous collaboration, on the other.
Performing women, prejudicially equated with prostitutes and beneficiaries of gifts and privileges, were depictions of love and glory for a discredited prince, whose array of artists was, however, among the most dense and dynamic in Italy. Actresses progressively moved away from the codes of courtliness and, as professionals registered and paid in money, they came to have strong bargaining power and levels of autonomy. However, they were subjected to rules and obligations, especially in Venice where theatre owners made spaces available only to companies under the protection of the princes who were politically aligned with the Serenissima.
During the years of the so-called Spanish succession war, Diana, Aurelia and the others moved between Venice, Mantua and Casale, where Ferdinando Carlo had moved after the blockade of Mantua accompanied by a colourful procession of women, musicians and comedians. Through theatrical misadventures mingled with military manoeuvres in Mantuan territory, and via changes of destination, programme or repertoire, we read the story of a duchy that had lost its identity and of a rapidly changing theatrical market.
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Una consolidata tradizione di studi, italiana e spagnola, ha da tempo promosso indagini sulle dinamiche, politiche e religiose, che furono alla base delle nomine episcopali di regio patronato e ha rintracciato i caratteri prevalenti dei... more
Una consolidata tradizione di studi, italiana e spagnola, ha da tempo promosso indagini sulle dinamiche, politiche e religiose, che furono alla base delle nomine episcopali di regio patronato e ha rintracciato i caratteri prevalenti dei profili politici e delle carriere transnazionali degli ecclesiastici candidati ed eletti dalla Corona spagnola al governo delle numerose diocesi di nomina regia nel Vecchio e nel Nuovo Mondo. Una messe di studi che, apparentemente, potrebbe far sembrare saturo ogni possibile e ulteriore appiglio di ricerca sull’argomento o comunque sulla scelta di indagare una specifica realtà diocesana di regio patronato. Eppure diversi altri, ci sembra, possano essere gli aspetti e gli elementi di valutazione che proprio dal continuo studio della rete di regio patronato e dal confronto più ampio con altri filoni di ricerca possono emergere. Indagini, queste ultime, che rendono necessaria una lente d’ingrandimento che volga lo sguardo alla periferia del Regno di Napoli per porre l’attenzione sul singolo caso-studio: la diocesi di Trivento. Questo spazio del Contado di Molise, posto al crocevia tra la via degli Abruzzi e i principali tracciati tratturali, in un’area prossima al confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, rappresentava uno snodo strategico per il controllo delle vie di comunicazione verso i centri di approvvigionamento del Regno. In tal senso, lo spazio diocesano di regio patronato ha riservato un angolo visuale privilegiato per ricostruire, da un lato, le dinamiche socio-politiche tra centro e periferia nella molteplicità dei piani in cui questo binomio può essere declinato e, dall’altro lato, per studiare i diversi e complessi intrecci tra famiglie, istituzioni ecclesiastiche e spazi sacri. Sono questi i punti di partenza del volume Trivento e gli Asutrias. Carriere ecclesiastiche, spazi sacri e territorio in una diocesi di regio patronato di Valeria Cocozza e con prefazione di Maximiliano Barrio Gozalo, edito nella collana “Quaderni” di Mediterranea. Ricerche storiche (Palermo 2017).
Giovedì 18 gennaio 2018, alle ore 16.00 sarà presentato il volume presso la Biblioteca della Società di Storia Patria di Napoli. Alla presenza del vescovo di Trivento, S.E. Mons. Claudio Palumbo, introdurrà e coordinerà i lavori Elisa Novi Chavarria (Università degli Studi del Molise). Interverranno: Giovanni Brancaccio (Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti), Diego Carnevale (Birkbeck, University of London) e Ignasi Fernández Terricabras (Universitat Autònoma de Barcelona).
L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell’Università degli Studi del Molise, della Diocesi di Trivento, del Comune di Trivento e della Società Napoletana di Storia Patria.
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Lunedì 5 dicembre 2016 h. 14 - Seminario organizzato dall'Università del Molise sul libro "Libere di sapere" di Alessia Lirosi
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Presentació i debat del volum monogràfic de "Dimensioni e problemi della Ricerca Storica", 2015-2
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El objetivo de este congreso es profundizar en la presencia italiana en la corte de la Monarquía de España durante los dos siglos de la Casa de Austria. La cantidad y cualidad de individuos, familias y grupos originarios de los diversos... more
El objetivo de este congreso es profundizar en la presencia italiana en la corte de la Monarquía de España durante los dos siglos de la Casa de Austria. La cantidad y cualidad de individuos, familias y grupos originarios de los diversos territorios de Italia -fueran o no dependientes de la Corona-, los convierte en la principal comunidad no española residente en la villa y corte. Visitas esporádicas, embajadas estables o extraordinarias, asentamientos prolongados o definitivos de todos los grupos sociales, desde nobles y eclesiásticos hasta escritores, artistas y artesanos, componen una constelación de relaciones, intereses y cursus honorum a partir de las redes clientelares y de facción tejidas en torno a la corte regia y a las cortes virreinales o gobernatoriales. Dilucidar el alcance de esos intereses en quienes contribuyeron en muchos casos a configurar la imagen de la majestad es un camino necesario para superar anacrónicas interpretaciones de las categorías nacionales y para valorar una parte esencial de la historia y el patrimonio de la capital de España, así como de la propia Italia y del conjunto de Europa.
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"Por ser mujer de tanto gouierno": La infanta Catalina Micaela y la gestión del poder en el ducado de Saboya (1585-1597). Dentro de la actividad adscrita al Ciclo "Cultura nobiliaria y dinámicas de poder entre España e Italia (Siglos... more
"Por ser mujer de tanto gouierno": La infanta Catalina Micaela y la gestión del poder en el ducado de Saboya (1585-1597). Dentro de la actividad adscrita al Ciclo "Cultura nobiliaria y dinámicas de poder entre España e Italia (Siglos XVI-XVIII)" de la Universidad de Valladolid [https://culturanobydinamic.wixsite.com/ciclo]