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Con un ampio taglio comparativo e una prospettiva di lunghissimo periodo, il volume delinea le caratteristiche e l’evoluzione dei gruppi aristocratici nelle diverse aree della Toscana medievale. Al centro dell’attenzione stanno le fasce... more
Con un ampio taglio comparativo e una prospettiva di lunghissimo periodo, il volume delinea le caratteristiche e l’evoluzione dei gruppi aristocratici nelle diverse aree della Toscana medievale. Al centro dell’attenzione stanno le fasce sociali che di volta in volta esercitarono egemonia e potere politico in una dimensione che eccedeva quella strettamente locale: le famiglie dell’alta aristocrazia attive su scala regionale, così come i livelli intermedi dotati di patrimoni diffusi in un raggio almeno diocesano. Attraverso la lettura congiunta di documentazione scritta e dati archeologici vengono analizzati gli spazi d’azione politica e i luoghi d’esercizio del potere, le basi fondiarie e le risorse economiche, le reti di relazioni e i rapporti con le autorità superiori. Proprio grazie all’interazione tra fonti di tipologia diversa l’arco cronologico della ricerca ha potuto dilatarsi su circa sette secoli: dal VI, momento di massima crisi e trasformazione nell’assetto dell’economia e della società di stampo romano, fino al XII, quando si compirono il definitivo radicamento aristocratico nelle campagne toscane – con il cristallizzarsi delle signorie rurali – e la maturazione delle prime istituzioni d’autogoverno cittadino.
L’intervento intende comporre in una sintesi complessiva i dati archeologici e documentari sulla produzione mineraria e metallurgica nelle principali aree di giacimenti del regno italico (arco alpino, Toscana compresa l’isola d’Elba) tra... more
L’intervento intende comporre in una sintesi complessiva i dati archeologici e documentari sulla produzione mineraria e metallurgica nelle principali aree di giacimenti del regno italico (arco alpino, Toscana compresa l’isola d’Elba) tra VIII e X secolo, al fine di valutare il livello di controllo e, per quanto possibile, le modalità di gestione di questo settore produttivo da parte del potere pubblico. Un altro tema al centro dell’attenzione sarà la circolazione di materie prime essenziali come i metalli entro la struttura economica che faceva capo al fisco regio, oppure attraverso circuiti propriamente commerciali. Il punto d’arrivo s’individua nella fase di transizione da un sistema produttivo altomedievale – in cui il ruolo eminente del publicum e le prerogative fiscali sullo sfruttamento dei giacimenti erano probabilmente molto vincolanti – verso la frammentazione dei diritti sulla produzione nelle mani di molteplici soggetti (inoltrato XI secolo).
L’intervista ripercorre la formazione, la carriera accademica, i rapporti con la comunità scientifica internazionale, i principali temi che caratterizzano l’ampia produzione storiografica di Chris Wickham, nonché il suo impegno politico e... more
L’intervista ripercorre la formazione, la carriera accademica, i rapporti con la comunità scientifica internazionale, i principali temi che caratterizzano l’ampia produzione storiografica di Chris Wickham, nonché il suo impegno politico e le sue esperienze nel campo della valutazione della ricerca e dell’editoria scientifica.
L’articolo tratta delle strutture economiche, politiche e sociali dell’area tra Ravenna e Comacchio a partire dallo sfruttamento delle aree umide costiere, in primo luogo per la coltivazione e distribuzione del sale (non solo a livello... more
L’articolo tratta delle strutture economiche, politiche e sociali dell’area tra Ravenna e Comacchio a partire dallo sfruttamento delle aree umide costiere, in primo luogo per la coltivazione e distribuzione del sale (non solo a livello locale ma anche verso l’area interna del regno italico). Viene ricostruito il ruolo degli arcivescovi, eredi principali, ma non esclusivi, del complesso di beni e diritti di pertinenza dell’antico Esarcato, nonché principali attori della ridistribuzione di tali risorse, affiancati dai soggetti laici ed ecclesiastici più eminenti sulla scena ravennate. Ampio spazio viene dato al peso politico ed economico dei beni fiscali, largamente presenti nell’area, che conservarono una persistente etichetta pubblica e restarono costantemente al centro della competizione politica passando frequentemente di mano.

The article deals with the economic, political and social structures of the area between Ravenna and Comacchio, starting from the exploitation of the coastal wetlands, first of all for the produc-tion and distribution of salt (not only locally but also towards the internal area of the Kingdom of  Italy).  The  role  of  the  archbishops  is  reconstructed.  They  were  the  main,  but  not  exclusive,  heirs of the complex of assets and rights pertaining to the ancient Exarchate, and the main ac-tors in the redistribution of these resources, flanked by the most eminent lay and ecclesiastical subjects on the Ravenna scene. Ample space is given to the political and economic weight of the fiscal assets, widely present in the area, which preserved a persistent public label and remained constantly at the center of political competition, frequently changing hands.
The focus of this essay are the scutiferi and the masnadieri, a category which included armed men on horseback who were of humble origins but became clearly separated from the simple rustici through military practice, closeness to the... more
The focus of this essay are the scutiferi and the masnadieri, a category which included armed men on horseback who were of humble origins but became clearly separated from the simple rustici through military practice, closeness to the local lord  as well as through their lifestyle, which bore various similarities to that of the knights. Infact, carrying out armed activities on horseback, whether or not within a feudo-vassalic relationship, was the primary, and therefore the busiest, way for upward social mobility within the rural lordships. Besides, the growing complexity of the economy during the 12th century also began to offer new possibilities for economic accumulation and investment and ever faster social mobility in the countryside. From the 13th century onwards the consolidation of the city communes’ power over ever wider areas of the countryside, opened up to the members of the rural elites a further and more direct channel to access military status. The analysis of this group in therefore very useful to observe the many channels through which mobility between social levels could take place, both within the context of service to the lords and outside the bounds of relationships with the rural lordships.
In this podcast, I discuss recent Italian approaches to the 11th century with Professor Maria-Elena Cortese (Genoa)
Research Interests:
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Il saggio analizza l’azione di Federico I Barbarossa in Toscana inquadrandola nel contesto politico-istituzionale fluido originatosi dopo la fine della marca di Tuscia. Vengono riconsiderate alcune linee interpretative tradizionali... more
Il saggio analizza l’azione di Federico I Barbarossa in Toscana inquadrandola nel contesto politico-istituzionale
fluido originatosi dopo la fine della marca di Tuscia. Vengono riconsiderate
alcune linee interpretative tradizionali sull’atteggiamento adottato dall’imperatore nei confronti
dei principali attori politici sulla scena regionale: le aristocrazie rurali e i comuni urbani.
Abbandonando l’ottica urbanocentrica prevalente nella storiografia è possibile osservare come
l’imperatore mirò a mantenere un mosaico di entità non troppo potenti legate da una soggezione
diretta, e riconobbe processi di ricomposizione territoriale che facevano capo a soggetti politici
diversi, al fine di farli coesistere all’interno di una costruzione statuale di matrice imperiale.

The essay analyzes Frederick I Barbarossa’s action in Tuscany framing it in the complex political
and institutional context that originated after the end of the March of Tuscia. Some traditional
interpretations are reconsidered on the attitude adopted by the emperor towards the main
political actors on the regional scene: rural aristocracies and urban communes. Abandoning
the prevalent in historiography urban-centric optics, it is possible to observe how the emperor
aimed to maintain a mosaic of different political entities linked to him by a direct subjection,
and how he recognised them, in order to make them coexist under the imperial hegemony
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Giocando con il passato. Uso e abuso della storia nei video games* Chiunque abbia avuto modo d'interagire con il mondo dei giovanissimi sa bene che una delle poche cose in grado di distogliere la loro attenzione dallo schermo dello... more
Giocando con il passato. Uso e abuso della storia nei video games* Chiunque abbia avuto modo d'interagire con il mondo dei giovanissimi sa bene che una delle poche cose in grado di distogliere la loro attenzione dallo schermo dello smartphone consiste nella possibilità di posizionarsi davanti a uno schermo più grande: quello di un PC, o di un tablet, o meglio ancora di un televisore HD collegato a una console per videogiochi. Tuttavia non dobbiamo ingannarci: i videogiochi costituiscono un "oltremondo" in cui non soltanto i millennials trascorrono molto del loro tempo. Al contrario, intercetta una fetta di pubblico ben più vasta (calcolata tra 2.2 e 2.6 miliardi di giocatori ogni anno), che alimenta un mercato in continua espansione, con cifre di fatturato da capogiro.1 Di fronte a questi dati non può sfuggire il potenziale impatto sulla società dei messaggi e delle informazioni di cui i videogiochi sono veicolo. In effetti un fenomeno di tale portata ha da tempo attirato l'interesse del mondo accademico, in particolare di psicologi e pedagogisti, che fin dagli anni '80 hanno pubblicato ricerche su vari aspetti dell'interazione tra videogiochi e giocatori, sulle abilità che sono in grado di sviluppare (dalla risoluzione di problemi complessi all'aumento della coordinazione occhio-mano, dalla rapidità di analisi all'efficacia del processo decisionale), sugli eventuali effetti in termini di accresciuta tendenza a comportamenti violenti. Più in particolare l'attenzione degli studiosi si è focalizzata fin dall'inizio sulle relazioni tra videogiochi e apprendimento, nel tentativo di capire se essi possano aumentare la nostra capacità d'imparare e di trasferire quanto imparato in nuove situazioni.2 Dopo un ulteriore sviluppo negli anni '90, il vero e proprio decollo degli studi si situa agli inizi del nuovo millennio, quando la diffusione dei videogiochi si è fatta davvero massiccia: allora, soprattutto nei paesi anglosassoni, il numero delle pubblicazioni è cresciuto rapidamente e numerose tesi di laurea e di dottorato hanno analizzato l'universo dei videogiochi sotto diversi punti di vista, tanto che oggi gli effetti sul nostro cervello sono noti e rimarcati sia da chi ne sostiene la 1* Il titolo di questo contributo si ispira a un noto libro di Jeremiah Mc Call, Gaming the past e al volume curato da M.W. Kapell e A. B. R. Elliott, Playing with the past, entrambi pubblicati nel 2013.
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Invito presentazione volume l'Aristocrazia toscana (Archivio di Stato di Firenze, 5 ottobre 2018)
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