Innovare nella storia economica: temi, metodi, fonti, 2016
La Storia Economica è stata troppo spesso confinata da alcuni studiosi in una collocazione in bil... more La Storia Economica è stata troppo spesso confinata da alcuni studiosi in una collocazione in bilico tra “due culture”, frutto di un’interpretazione delle sue basi, della sua teoria e della sua metodologia, legata più all’opera di Charles P. Snow (e alla sua famosa e controversa “Rede Lecture” del 1959 all’Università di Cambridge) che a quella di Carlo M. Cipolla. Infatti, quest’ultimo, nell’indicare l’humus in cui affonda le radici, ha considerato la Storia Economica come materia eminentemente interdisciplinare, pur occupando un campo della conoscenza posto allo snodo di due altre discipline, la Storia e l’Economia Politica. In questo paper, si intende affrontare da una nuova visuale, che colloca la Storia Economica in un ambito del tutto originale, il legame primigenio con queste discipline e il conseguimento di una piena autonomia da esse, anche alla luce dell’evoluzione dei tempi, delle fluttuazioni e delle crisi economiche ricorrenti, che rifrangono i loro effetti sulle idee, sulle metodologie di ricerca e sugli strumenti di analisi. Innanzitutto, di fronte al processo di globalizzazione, alle nuove condizioni della competizione tra aree e soggetti economici a livello mondiale, alla comparsa di nuove opportunità di sviluppo come di profonde disuguaglianze, nonché all’evoluzione dell’economia in un contesto diacronico, la Storia Economica dispone di un’ermeneutica in grado di superare i limiti inoppugnabili dell’Economia Politica. Questa disciplina si è andata sempre più “destoricizzando e deumanizzando”, evidenziando l’assenza di capacità di previsione, oltre che di sperimentazione, con un mainstream sempre più squilibrato sul versante delle scienze esatte e degli strumenti logico-matematici come fondamento per le proprie elaborazioni. Al tempo stesso, la Storia ha spesso preferito rifugiarsi in una mera comprensione e narrazione del passato, sia pure fondata su una successione di eventi concreti, con un’impostazione legata più alla sua capacità esegetica e a una visione sincronica che a una fonte essenziale per la formazione dell’uomo e della società attuali. La Storia Economica con la metodologia “abduttiva”, frutto di una salda attitudine all’indagine della realtà, che esamina i fatti economici nella loro effettiva evoluzione, riesce a connetterli alla teoria e alle sue verifiche concrete e, in questo modo, accresce la conoscenza, è una disciplina moderna e ricca di valori per il mondo contemporaneo. La Storia Economica, secondo un paradosso che il paper intende motivare, attraversa una fase particolarmente ardua e complessa, ma è dotata di una potenzialità unica, rappresentata dalla sua capacità di inserire le vicende di cui si occupa in un contesto di relazioni e in una dinamica di dati empirici, in una logica, al contempo, comparativa ed evolutiva, che può porla al centro del percorso formativo e di ricerca della “terza cultura” (le scienze sociali, secondo Jerome Kagan) e all’avanguardia della “quarta cultura” delineata da John Brockman (quella collegata alla rivoluzione informatica). Per queste ragioni, con l’impiego dell’abduzione (secondo Charles Sanders Peirce) e del metodo diacronico, si può realizzare il superamento della divergenza originaria tra l’Economia e la Storia, portando a sintesi queste diverse culture in un nuovo paradigma interpretativo della Storia Economica.
Nota editoriale
La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cas... more Nota editoriale
La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cassa per il Mezzogiorno si determina quando il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (Dps) del Ministero per le attività produttive si attiva per il recupero dei locali siti in via del Giorgione, ove è collocata la parte più cospicua dell’archivio. Si deve alla dr. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Dps, l’aver sensibilizzato tempestivamente sui rischi di dispersione o distruzione che il materiale documentario e bibliografico poteva correre la dr. Stefania Greco, bibliotecaria della Svimez. Della situazione veniva informato il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez, che ha preso contatti con la dr. Emanuela Marinelli della Sovrintendenza archivistica per il Lazio e con la prof. Paola Carucci, che all’epoca dei primi interventi sull’archivio Casmez-Agensud era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, attivando poi una sinergia tra persone interessate alla conservazione del patrimonio archivistico e alla ricerca storico-economica. Il prof. Lepore, infatti, si è subito preoccupato di costituire, presso la Svimez, d’intesa con il presidente Adriano Giannola e il presidente emerito Nino Novacco, un Gruppo di lavoro in cui fossero rappresentate diverse competenze per dar vita a un progetto organico per la salvaguardia dell’archivio e per consentirne una piena fruizione ai fini della ricerca. La difficoltà dell’impresa risiede nelle eccezionali dimensioni di un archivio in cui si riflette una parte importante della storia del Mezzogiorno. A tutt’oggi non è accertata l’effettiva consistenza dell’intero archivio, ivi comprese le parti di esso trasmesse ad altri ministeri e alle regioni: si tratta comunque di oltre 30 km di documenti. Il Gruppo di lavoro si è riunito una prima volta, per impulso del Consiglio di amministrazione della Svimez, presso la sede istituzionale dell’ente il 20 giugno 2012. A quella data, fanno parte del Gruppo il prof. Adriano Gianola, presidente della Svimez, il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez e coordinatore del Gruppo, e ancora per la Svimez il dott. Riccardo Padovani, direttore, la dott. Agnese Claroni, ricercatrice, e la dott. Susanna Greco, bibliotecaria; fanno inoltre parte del Gruppo la dott. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Pds, la prof. Paola Carucci, ora sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, il dott. Agostino Attanasio, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato (Acs) e la dott. Paola Puzzuoli, responsabile dell’archivio Casmez presso l’Acs; la prof. Lilia Costabile, dell’Università Federico II di Napoli, la prof. Donatella Strangio, dell’Università La Sapienza di Roma, la dott. Stefania Manfrellotti, dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Emanuele Felice, dell’Universidad autonoma de Barcelona (in collegamento telefonico), il dott. Alessandro Höbel, dottore di ricerca di storia. Nelle successive riunioni saranno inclusi nel Gruppo altri rappresentanti di istituzioni interessate alla sorte dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno. Il Gruppo viene subito informato di quale parte dell’archivio si trovi già presso l’Archivio centrale dello Stato, ivi confluito a conclusione di una complessa operazione di scarto e di trasferimento di nuclei consistenti dell’archivio ai ministeri subentrati alla Cassa nell’esercizio di alcune funzioni eseguita da un Gruppo di lavoro istituito dalla Presidenza del consiglio nel dicembre 1997. Il primo obiettivo del Gruppo di lavoro coordinato dal prof. Lepore è stato quello di effettuare una ricognizione del materiale documentario collocato nei locali di via del Giorgione e del materiale bibliografico della Cassa concentrato in un deposito a Castelnuovo di Porto. Il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, istituto deputato alla conservazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno in quanto ente pubblico nazionale soppresso, si è offerto di acquisire il materiale documentario dei locali in via del Giorgione riunendolo alla documentazione già posseduta, unitamente al materiale bibliografico di Castelnuovo di Porto. Temporaneamente l’enorme complesso documentario di via del Giorgione è stato trasferito in una sede fuori Roma, in attesa di essere portato all’Archivio centrale dello Stato, operazione intervenuta successivamente per una parte della documentazione, in attesa della definitiva sistemazione. Il Gruppo ha deciso inoltre di organizzare un seminario –tenuto presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica – dal titolo “La Cassa per il Mezzogiorno. Dalla salvaguardia dell’archivio alla promozione della ricerca”, che ha rappresentato il momento di avvio della presente pubblicazione, realizzata con un complesso di saggi e testimonianze originali - anche da parte di autori che non hanno partecipato all’incontro - frutto dello stimolo a un approfondimento di carattere scientifico sorto in quella prima occasione di discussione. Il Gruppo si è anche adoperato per la realizzazione del recupero dell’archivio della Cassa. Un ruolo determinante è stato svolto a tal fine dal Dipartimento per la coesione e lo sviluppo del Ministero per le attività produttive, con l’approvazione del progetto dal titolo “Archivi per lo sviluppo economico territoriale (Aset). Modelli innovativi di conservazione e riuso delle fonti per la storia degli interventi straordinari per lo sviluppo del Mezzogiorno”, finanziato nell’ambito del Programma operativo nazionale 2007-2014. Il progetto troverà attuazione presso l’Archivio centrale dello Stato, secondo le seguenti fasi: riordinamento e inventariazione della documentazione riunificata; informatizzazione dell’inventario realizzato; elaborazione di strumenti di ricerca, da proporre su piattaforma informatica, per permettere l’accesso ai dati dell’inventario tramite web; riproduzione digitale di immagini da collegare ai documenti più significativi; elaborazione di set di dati da pubblicare in formati aperti per aderire all’orientamento della pubblica amministrazione in favore degli open data. Uno “steering committee”, composto dalle principali istituzioni interessate al recupero e alla valorizzazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno, seguirà attentamente la situazione per verificare il procedere delle fasi del progetto e il suo completamento. La pubblicazione di questi contributi scientifici in una forma unitaria e solenne vuole rappresentare un riconoscimento a uno dei momenti più alti dell’intervento dello Stato nel Mezzogiorno d’Italia, con un approccio volto a superare ogni semplificazione sulla storia della Cassa, mettendone in luce i principali caratteri e cogliendone i risultati positivi, che concorsero al “miracolo economico” italiano, come le ombre, che ne connotarono la seconda e ultima fase di attività. Al tempo stesso, questa pubblicazione è il segno concreto di un impegno di ricerca che intende continuare, promuovendo un’ampia valorizzazione di una documentazione di grande valore per ricostruire e innovare la storia dell’economia, delle istituzioni e della società nel corso di un’epoca non breve della Repubblica italiana.
Page 1. ASSOCIAZIONISMO ECONOMICO E DIFFUSIONE DELL'ECONOMIA POLITICA NELL'ITALIA DELL&... more Page 1. ASSOCIAZIONISMO ECONOMICO E DIFFUSIONE DELL'ECONOMIA POLITICA NELL'ITALIA DELL'OTTOCENTO Dalle società economico-aararie alle associazioni di economisti a cura di Massimo M. Augello Marco EL Guidi Volume secondo Ti Page 2. Page 3. Page 4 ...
Notevoli differenze esistevano, infatti, sotto il profilo sociale ed economico, tra i diversi Sta... more Notevoli differenze esistevano, infatti, sotto il profilo sociale ed economico, tra i diversi Stati la cui unificazione diede vita, tra il 1859 e il 1870, al nuovo Stato italiano. Le differenze erano specialmente rilevanti tra gli Stati del Centro-Nord, da un lato, e il Regno delle Due Sicilie dall'altro; tanto rilevanti da autorizzarci (...) a ridurre al divario Nord-Sud le molte differenze che, sotto l'aspetto economico, esistevano all'atto dell'unificazione tra le regioni italiane e all'interno dello stesso Mezzogiorno2.
During a not so short phase, between the end of the last century and the beginning of the new one... more During a not so short phase, between the end of the last century and the beginning of the new one, with the prevalence of the revisionist guidelines resulting from a subjective analysis of the South, the Southern question has been relegated to a residual position, up to deny its existence and to propose the repeal of the concept of Mezzogiorno. Only in recent years, the question of southern territories has once again begun to be considered as an «open question» at the national level and the debate started with the birth of the new ...
Innovare nella storia economica: temi, metodi, fonti, 2016
La Storia Economica è stata troppo spesso confinata da alcuni studiosi in una collocazione in bil... more La Storia Economica è stata troppo spesso confinata da alcuni studiosi in una collocazione in bilico tra “due culture”, frutto di un’interpretazione delle sue basi, della sua teoria e della sua metodologia, legata più all’opera di Charles P. Snow (e alla sua famosa e controversa “Rede Lecture” del 1959 all’Università di Cambridge) che a quella di Carlo M. Cipolla. Infatti, quest’ultimo, nell’indicare l’humus in cui affonda le radici, ha considerato la Storia Economica come materia eminentemente interdisciplinare, pur occupando un campo della conoscenza posto allo snodo di due altre discipline, la Storia e l’Economia Politica. In questo paper, si intende affrontare da una nuova visuale, che colloca la Storia Economica in un ambito del tutto originale, il legame primigenio con queste discipline e il conseguimento di una piena autonomia da esse, anche alla luce dell’evoluzione dei tempi, delle fluttuazioni e delle crisi economiche ricorrenti, che rifrangono i loro effetti sulle idee, sulle metodologie di ricerca e sugli strumenti di analisi. Innanzitutto, di fronte al processo di globalizzazione, alle nuove condizioni della competizione tra aree e soggetti economici a livello mondiale, alla comparsa di nuove opportunità di sviluppo come di profonde disuguaglianze, nonché all’evoluzione dell’economia in un contesto diacronico, la Storia Economica dispone di un’ermeneutica in grado di superare i limiti inoppugnabili dell’Economia Politica. Questa disciplina si è andata sempre più “destoricizzando e deumanizzando”, evidenziando l’assenza di capacità di previsione, oltre che di sperimentazione, con un mainstream sempre più squilibrato sul versante delle scienze esatte e degli strumenti logico-matematici come fondamento per le proprie elaborazioni. Al tempo stesso, la Storia ha spesso preferito rifugiarsi in una mera comprensione e narrazione del passato, sia pure fondata su una successione di eventi concreti, con un’impostazione legata più alla sua capacità esegetica e a una visione sincronica che a una fonte essenziale per la formazione dell’uomo e della società attuali. La Storia Economica con la metodologia “abduttiva”, frutto di una salda attitudine all’indagine della realtà, che esamina i fatti economici nella loro effettiva evoluzione, riesce a connetterli alla teoria e alle sue verifiche concrete e, in questo modo, accresce la conoscenza, è una disciplina moderna e ricca di valori per il mondo contemporaneo. La Storia Economica, secondo un paradosso che il paper intende motivare, attraversa una fase particolarmente ardua e complessa, ma è dotata di una potenzialità unica, rappresentata dalla sua capacità di inserire le vicende di cui si occupa in un contesto di relazioni e in una dinamica di dati empirici, in una logica, al contempo, comparativa ed evolutiva, che può porla al centro del percorso formativo e di ricerca della “terza cultura” (le scienze sociali, secondo Jerome Kagan) e all’avanguardia della “quarta cultura” delineata da John Brockman (quella collegata alla rivoluzione informatica). Per queste ragioni, con l’impiego dell’abduzione (secondo Charles Sanders Peirce) e del metodo diacronico, si può realizzare il superamento della divergenza originaria tra l’Economia e la Storia, portando a sintesi queste diverse culture in un nuovo paradigma interpretativo della Storia Economica.
Nota editoriale
La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cas... more Nota editoriale
La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cassa per il Mezzogiorno si determina quando il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (Dps) del Ministero per le attività produttive si attiva per il recupero dei locali siti in via del Giorgione, ove è collocata la parte più cospicua dell’archivio. Si deve alla dr. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Dps, l’aver sensibilizzato tempestivamente sui rischi di dispersione o distruzione che il materiale documentario e bibliografico poteva correre la dr. Stefania Greco, bibliotecaria della Svimez. Della situazione veniva informato il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez, che ha preso contatti con la dr. Emanuela Marinelli della Sovrintendenza archivistica per il Lazio e con la prof. Paola Carucci, che all’epoca dei primi interventi sull’archivio Casmez-Agensud era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, attivando poi una sinergia tra persone interessate alla conservazione del patrimonio archivistico e alla ricerca storico-economica. Il prof. Lepore, infatti, si è subito preoccupato di costituire, presso la Svimez, d’intesa con il presidente Adriano Giannola e il presidente emerito Nino Novacco, un Gruppo di lavoro in cui fossero rappresentate diverse competenze per dar vita a un progetto organico per la salvaguardia dell’archivio e per consentirne una piena fruizione ai fini della ricerca. La difficoltà dell’impresa risiede nelle eccezionali dimensioni di un archivio in cui si riflette una parte importante della storia del Mezzogiorno. A tutt’oggi non è accertata l’effettiva consistenza dell’intero archivio, ivi comprese le parti di esso trasmesse ad altri ministeri e alle regioni: si tratta comunque di oltre 30 km di documenti. Il Gruppo di lavoro si è riunito una prima volta, per impulso del Consiglio di amministrazione della Svimez, presso la sede istituzionale dell’ente il 20 giugno 2012. A quella data, fanno parte del Gruppo il prof. Adriano Gianola, presidente della Svimez, il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez e coordinatore del Gruppo, e ancora per la Svimez il dott. Riccardo Padovani, direttore, la dott. Agnese Claroni, ricercatrice, e la dott. Susanna Greco, bibliotecaria; fanno inoltre parte del Gruppo la dott. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Pds, la prof. Paola Carucci, ora sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, il dott. Agostino Attanasio, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato (Acs) e la dott. Paola Puzzuoli, responsabile dell’archivio Casmez presso l’Acs; la prof. Lilia Costabile, dell’Università Federico II di Napoli, la prof. Donatella Strangio, dell’Università La Sapienza di Roma, la dott. Stefania Manfrellotti, dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Emanuele Felice, dell’Universidad autonoma de Barcelona (in collegamento telefonico), il dott. Alessandro Höbel, dottore di ricerca di storia. Nelle successive riunioni saranno inclusi nel Gruppo altri rappresentanti di istituzioni interessate alla sorte dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno. Il Gruppo viene subito informato di quale parte dell’archivio si trovi già presso l’Archivio centrale dello Stato, ivi confluito a conclusione di una complessa operazione di scarto e di trasferimento di nuclei consistenti dell’archivio ai ministeri subentrati alla Cassa nell’esercizio di alcune funzioni eseguita da un Gruppo di lavoro istituito dalla Presidenza del consiglio nel dicembre 1997. Il primo obiettivo del Gruppo di lavoro coordinato dal prof. Lepore è stato quello di effettuare una ricognizione del materiale documentario collocato nei locali di via del Giorgione e del materiale bibliografico della Cassa concentrato in un deposito a Castelnuovo di Porto. Il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, istituto deputato alla conservazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno in quanto ente pubblico nazionale soppresso, si è offerto di acquisire il materiale documentario dei locali in via del Giorgione riunendolo alla documentazione già posseduta, unitamente al materiale bibliografico di Castelnuovo di Porto. Temporaneamente l’enorme complesso documentario di via del Giorgione è stato trasferito in una sede fuori Roma, in attesa di essere portato all’Archivio centrale dello Stato, operazione intervenuta successivamente per una parte della documentazione, in attesa della definitiva sistemazione. Il Gruppo ha deciso inoltre di organizzare un seminario –tenuto presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica – dal titolo “La Cassa per il Mezzogiorno. Dalla salvaguardia dell’archivio alla promozione della ricerca”, che ha rappresentato il momento di avvio della presente pubblicazione, realizzata con un complesso di saggi e testimonianze originali - anche da parte di autori che non hanno partecipato all’incontro - frutto dello stimolo a un approfondimento di carattere scientifico sorto in quella prima occasione di discussione. Il Gruppo si è anche adoperato per la realizzazione del recupero dell’archivio della Cassa. Un ruolo determinante è stato svolto a tal fine dal Dipartimento per la coesione e lo sviluppo del Ministero per le attività produttive, con l’approvazione del progetto dal titolo “Archivi per lo sviluppo economico territoriale (Aset). Modelli innovativi di conservazione e riuso delle fonti per la storia degli interventi straordinari per lo sviluppo del Mezzogiorno”, finanziato nell’ambito del Programma operativo nazionale 2007-2014. Il progetto troverà attuazione presso l’Archivio centrale dello Stato, secondo le seguenti fasi: riordinamento e inventariazione della documentazione riunificata; informatizzazione dell’inventario realizzato; elaborazione di strumenti di ricerca, da proporre su piattaforma informatica, per permettere l’accesso ai dati dell’inventario tramite web; riproduzione digitale di immagini da collegare ai documenti più significativi; elaborazione di set di dati da pubblicare in formati aperti per aderire all’orientamento della pubblica amministrazione in favore degli open data. Uno “steering committee”, composto dalle principali istituzioni interessate al recupero e alla valorizzazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno, seguirà attentamente la situazione per verificare il procedere delle fasi del progetto e il suo completamento. La pubblicazione di questi contributi scientifici in una forma unitaria e solenne vuole rappresentare un riconoscimento a uno dei momenti più alti dell’intervento dello Stato nel Mezzogiorno d’Italia, con un approccio volto a superare ogni semplificazione sulla storia della Cassa, mettendone in luce i principali caratteri e cogliendone i risultati positivi, che concorsero al “miracolo economico” italiano, come le ombre, che ne connotarono la seconda e ultima fase di attività. Al tempo stesso, questa pubblicazione è il segno concreto di un impegno di ricerca che intende continuare, promuovendo un’ampia valorizzazione di una documentazione di grande valore per ricostruire e innovare la storia dell’economia, delle istituzioni e della società nel corso di un’epoca non breve della Repubblica italiana.
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Notevoli differenze esistevano, infatti, sotto il profilo sociale ed economico, tra i diversi Sta... more Notevoli differenze esistevano, infatti, sotto il profilo sociale ed economico, tra i diversi Stati la cui unificazione diede vita, tra il 1859 e il 1870, al nuovo Stato italiano. Le differenze erano specialmente rilevanti tra gli Stati del Centro-Nord, da un lato, e il Regno delle Due Sicilie dall'altro; tanto rilevanti da autorizzarci (...) a ridurre al divario Nord-Sud le molte differenze che, sotto l'aspetto economico, esistevano all'atto dell'unificazione tra le regioni italiane e all'interno dello stesso Mezzogiorno2.
During a not so short phase, between the end of the last century and the beginning of the new one... more During a not so short phase, between the end of the last century and the beginning of the new one, with the prevalence of the revisionist guidelines resulting from a subjective analysis of the South, the Southern question has been relegated to a residual position, up to deny its existence and to propose the repeal of the concept of Mezzogiorno. Only in recent years, the question of southern territories has once again begun to be considered as an «open question» at the national level and the debate started with the birth of the new ...
ABSTRACT In the XVIII century, Cadiz, after having inherited from Seville the role of eminent Spa... more ABSTRACT In the XVIII century, Cadiz, after having inherited from Seville the role of eminent Spanish commercial center - the main bridgehead between Europe and America -, entered into an age of remarkable prosperity (defined an authentic siglo de oro). This city, built at the extreme border of Spain, pointed out on the Atlantic shoreline and extended towards the most disparate broken off marine, has represented for a long period of time a center of world-wide traffics: it was a border between civilization and other worlds that through Cadiz entered in relation, creating a strong network of commercial relationships. Along the characteristics of the Gaditanian commercial affirmation one must consider the peculiarity of the experience of the mercantile enterprises (their organization and management, with their administrative and book-keeping techniques) that became part of an economic environment based on the activities of intermediation and the initiatives of small capacity, insufficient capitalized, but highly rimunerative. In particular, the analysis of the book-keeping activities and management has helped to widen a fundamental aspect of the commercial experience of the age. This surveying has been carried out through estimating, in general line, the evolution of the Gaditanian accounting between the XVIII and the XIX centuries; as a concrete case it is carefully examined, a company that has operated in Cadiz from the half of the 1700's: the 'González de la Sierra' compañía.
Abstract: In his Impressions de voyage of 1861, Alexandre Dumas was describing so his arrival to ... more Abstract: In his Impressions de voyage of 1861, Alexandre Dumas was describing so his arrival to Cadiz:“Enfin on aperçut l'extrémité des maisons de la blanche Cadix, qui semblaient sortir de la mer, car on ne voyait pas encore le sol sur lequel la ville est bâtie, le sol paraissant noyé dans l'eau. Cette blancher, se détachant sur le double azur du ciel et de la mer, comme dit Byron, a quelque chose d'éblouissant. Vers cinq heures, comme nous l'avait promis le Rapido, nous entrions dans le port (…). Le port était plein de bâtimens de ...
Nota editoriale La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cass... more Nota editoriale La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cassa per il Mezzogiorno si determina quando il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (Dps) del Ministero per le attività produttive si attiva per il recupero dei locali siti in via del Giorgione, ove è collocata la parte più cospicua dell’archivio. Si deve alla dr. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Dps, l’aver sensibilizzato tempestivamente sui rischi di dispersione o distruzione che il materiale documentario e bibliografico poteva correre la dr. Stefania Greco, bibliotecaria della Svimez. Della situazione veniva informato il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez, che ha preso contatti con la dr. Emanuela Marinelli della Sovrintendenza archivistica per il Lazio e con la prof. Paola Carucci, che all’epoca dei primi interventi sull’archivio Casmez-Agensud era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, attivando poi una sinergia tra persone interessate alla conservazi...
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La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cassa per il Mezzogiorno si determina quando il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (Dps) del Ministero per le attività produttive si attiva per il recupero dei locali siti in via del Giorgione, ove è collocata la parte più cospicua dell’archivio. Si deve alla dr. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Dps, l’aver sensibilizzato tempestivamente sui rischi di dispersione o distruzione che il materiale documentario e bibliografico poteva correre la dr. Stefania Greco, bibliotecaria della Svimez. Della situazione veniva informato il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez, che ha preso contatti con la dr. Emanuela Marinelli della Sovrintendenza archivistica per il Lazio e con la prof. Paola Carucci, che all’epoca dei primi interventi sull’archivio Casmez-Agensud era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, attivando poi una sinergia tra persone interessate alla conservazione del patrimonio archivistico e alla ricerca storico-economica.
Il prof. Lepore, infatti, si è subito preoccupato di costituire, presso la Svimez, d’intesa con il presidente Adriano Giannola e il presidente emerito Nino Novacco, un Gruppo di lavoro in cui fossero rappresentate diverse competenze per dar vita a un progetto organico per la salvaguardia dell’archivio e per consentirne una piena fruizione ai fini della ricerca. La difficoltà dell’impresa risiede nelle eccezionali dimensioni di un archivio in cui si riflette una parte importante della storia del Mezzogiorno. A tutt’oggi non è accertata l’effettiva consistenza dell’intero archivio, ivi comprese le parti di esso trasmesse ad altri ministeri e alle regioni: si tratta comunque di oltre 30 km di documenti.
Il Gruppo di lavoro si è riunito una prima volta, per impulso del Consiglio di amministrazione della Svimez, presso la sede istituzionale dell’ente il 20 giugno 2012. A quella data, fanno parte del Gruppo il prof. Adriano Gianola, presidente della Svimez, il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez e coordinatore del Gruppo, e ancora per la Svimez il dott. Riccardo Padovani, direttore, la dott. Agnese Claroni, ricercatrice, e la dott. Susanna Greco, bibliotecaria; fanno inoltre parte del Gruppo la dott. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Pds, la prof. Paola Carucci, ora sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, il dott. Agostino Attanasio, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato (Acs) e la dott. Paola Puzzuoli, responsabile dell’archivio Casmez presso l’Acs; la prof. Lilia Costabile, dell’Università Federico II di Napoli, la prof. Donatella Strangio, dell’Università La Sapienza di Roma, la dott. Stefania Manfrellotti, dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Emanuele Felice, dell’Universidad autonoma de Barcelona (in collegamento telefonico), il dott. Alessandro Höbel, dottore di ricerca di storia.
Nelle successive riunioni saranno inclusi nel Gruppo altri rappresentanti di istituzioni interessate alla sorte dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno.
Il Gruppo viene subito informato di quale parte dell’archivio si trovi già presso l’Archivio centrale dello Stato, ivi confluito a conclusione di una complessa operazione di scarto e di trasferimento di nuclei consistenti dell’archivio ai ministeri subentrati alla Cassa nell’esercizio di alcune funzioni eseguita da un Gruppo di lavoro istituito dalla Presidenza del consiglio nel dicembre 1997.
Il primo obiettivo del Gruppo di lavoro coordinato dal prof. Lepore è stato quello di effettuare una ricognizione del materiale documentario collocato nei locali di via del Giorgione e del materiale bibliografico della Cassa concentrato in un deposito a Castelnuovo di Porto.
Il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, istituto deputato alla conservazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno in quanto ente pubblico nazionale soppresso, si è offerto di acquisire il materiale documentario dei locali in via del Giorgione riunendolo alla documentazione già posseduta, unitamente al materiale bibliografico di Castelnuovo di Porto. Temporaneamente l’enorme complesso documentario di via del Giorgione è stato trasferito in una sede fuori Roma, in attesa di essere portato all’Archivio centrale dello Stato, operazione intervenuta successivamente per una parte della documentazione, in attesa della definitiva sistemazione.
Il Gruppo ha deciso inoltre di organizzare un seminario –tenuto presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica – dal titolo “La Cassa per il Mezzogiorno. Dalla salvaguardia dell’archivio alla promozione della ricerca”, che ha rappresentato il momento di avvio della presente pubblicazione, realizzata con un complesso di saggi e testimonianze originali - anche da parte di autori che non hanno partecipato all’incontro - frutto dello stimolo a un approfondimento di carattere scientifico sorto in quella prima occasione di discussione.
Il Gruppo si è anche adoperato per la realizzazione del recupero dell’archivio della Cassa. Un ruolo determinante è stato svolto a tal fine dal Dipartimento per la coesione e lo sviluppo del Ministero per le attività produttive, con l’approvazione del progetto dal titolo “Archivi per lo sviluppo economico territoriale (Aset). Modelli innovativi di conservazione e riuso delle fonti per la storia degli interventi straordinari per lo sviluppo del Mezzogiorno”, finanziato nell’ambito del Programma operativo nazionale 2007-2014.
Il progetto troverà attuazione presso l’Archivio centrale dello Stato, secondo le seguenti fasi: riordinamento e inventariazione della documentazione riunificata; informatizzazione dell’inventario realizzato; elaborazione di strumenti di ricerca, da proporre su piattaforma informatica, per permettere l’accesso ai dati dell’inventario tramite web; riproduzione digitale di immagini da collegare ai documenti più significativi; elaborazione di set di dati da pubblicare in formati aperti per aderire all’orientamento della pubblica amministrazione in favore degli open data.
Uno “steering committee”, composto dalle principali istituzioni interessate al recupero e alla valorizzazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno, seguirà attentamente la situazione per verificare il procedere delle fasi del progetto e il suo completamento.
La pubblicazione di questi contributi scientifici in una forma unitaria e solenne vuole rappresentare un riconoscimento a uno dei momenti più alti dell’intervento dello Stato nel Mezzogiorno d’Italia, con un approccio volto a superare ogni semplificazione sulla storia della Cassa, mettendone in luce i principali caratteri e cogliendone i risultati positivi, che concorsero al “miracolo economico” italiano, come le ombre, che ne connotarono la seconda e ultima fase di attività. Al tempo stesso, questa pubblicazione è il segno concreto di un impegno di ricerca che intende continuare, promuovendo un’ampia valorizzazione di una documentazione di grande valore per ricostruire e innovare la storia dell’economia, delle istituzioni e della società nel corso di un’epoca non breve della Repubblica italiana.
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La preoccupazione per la salvaguardia dell’archivio e della biblioteca della Cassa per il Mezzogiorno si determina quando il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione (Dps) del Ministero per le attività produttive si attiva per il recupero dei locali siti in via del Giorgione, ove è collocata la parte più cospicua dell’archivio. Si deve alla dr. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Dps, l’aver sensibilizzato tempestivamente sui rischi di dispersione o distruzione che il materiale documentario e bibliografico poteva correre la dr. Stefania Greco, bibliotecaria della Svimez. Della situazione veniva informato il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez, che ha preso contatti con la dr. Emanuela Marinelli della Sovrintendenza archivistica per il Lazio e con la prof. Paola Carucci, che all’epoca dei primi interventi sull’archivio Casmez-Agensud era sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, attivando poi una sinergia tra persone interessate alla conservazione del patrimonio archivistico e alla ricerca storico-economica.
Il prof. Lepore, infatti, si è subito preoccupato di costituire, presso la Svimez, d’intesa con il presidente Adriano Giannola e il presidente emerito Nino Novacco, un Gruppo di lavoro in cui fossero rappresentate diverse competenze per dar vita a un progetto organico per la salvaguardia dell’archivio e per consentirne una piena fruizione ai fini della ricerca. La difficoltà dell’impresa risiede nelle eccezionali dimensioni di un archivio in cui si riflette una parte importante della storia del Mezzogiorno. A tutt’oggi non è accertata l’effettiva consistenza dell’intero archivio, ivi comprese le parti di esso trasmesse ad altri ministeri e alle regioni: si tratta comunque di oltre 30 km di documenti.
Il Gruppo di lavoro si è riunito una prima volta, per impulso del Consiglio di amministrazione della Svimez, presso la sede istituzionale dell’ente il 20 giugno 2012. A quella data, fanno parte del Gruppo il prof. Adriano Gianola, presidente della Svimez, il prof. Amedeo Lepore, consigliere della Svimez e coordinatore del Gruppo, e ancora per la Svimez il dott. Riccardo Padovani, direttore, la dott. Agnese Claroni, ricercatrice, e la dott. Susanna Greco, bibliotecaria; fanno inoltre parte del Gruppo la dott. Stefania Cantagalli, bibliotecaria del Pds, la prof. Paola Carucci, ora sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, il dott. Agostino Attanasio, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato (Acs) e la dott. Paola Puzzuoli, responsabile dell’archivio Casmez presso l’Acs; la prof. Lilia Costabile, dell’Università Federico II di Napoli, la prof. Donatella Strangio, dell’Università La Sapienza di Roma, la dott. Stefania Manfrellotti, dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Emanuele Felice, dell’Universidad autonoma de Barcelona (in collegamento telefonico), il dott. Alessandro Höbel, dottore di ricerca di storia.
Nelle successive riunioni saranno inclusi nel Gruppo altri rappresentanti di istituzioni interessate alla sorte dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno.
Il Gruppo viene subito informato di quale parte dell’archivio si trovi già presso l’Archivio centrale dello Stato, ivi confluito a conclusione di una complessa operazione di scarto e di trasferimento di nuclei consistenti dell’archivio ai ministeri subentrati alla Cassa nell’esercizio di alcune funzioni eseguita da un Gruppo di lavoro istituito dalla Presidenza del consiglio nel dicembre 1997.
Il primo obiettivo del Gruppo di lavoro coordinato dal prof. Lepore è stato quello di effettuare una ricognizione del materiale documentario collocato nei locali di via del Giorgione e del materiale bibliografico della Cassa concentrato in un deposito a Castelnuovo di Porto.
Il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, istituto deputato alla conservazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno in quanto ente pubblico nazionale soppresso, si è offerto di acquisire il materiale documentario dei locali in via del Giorgione riunendolo alla documentazione già posseduta, unitamente al materiale bibliografico di Castelnuovo di Porto. Temporaneamente l’enorme complesso documentario di via del Giorgione è stato trasferito in una sede fuori Roma, in attesa di essere portato all’Archivio centrale dello Stato, operazione intervenuta successivamente per una parte della documentazione, in attesa della definitiva sistemazione.
Il Gruppo ha deciso inoltre di organizzare un seminario –tenuto presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica – dal titolo “La Cassa per il Mezzogiorno. Dalla salvaguardia dell’archivio alla promozione della ricerca”, che ha rappresentato il momento di avvio della presente pubblicazione, realizzata con un complesso di saggi e testimonianze originali - anche da parte di autori che non hanno partecipato all’incontro - frutto dello stimolo a un approfondimento di carattere scientifico sorto in quella prima occasione di discussione.
Il Gruppo si è anche adoperato per la realizzazione del recupero dell’archivio della Cassa. Un ruolo determinante è stato svolto a tal fine dal Dipartimento per la coesione e lo sviluppo del Ministero per le attività produttive, con l’approvazione del progetto dal titolo “Archivi per lo sviluppo economico territoriale (Aset). Modelli innovativi di conservazione e riuso delle fonti per la storia degli interventi straordinari per lo sviluppo del Mezzogiorno”, finanziato nell’ambito del Programma operativo nazionale 2007-2014.
Il progetto troverà attuazione presso l’Archivio centrale dello Stato, secondo le seguenti fasi: riordinamento e inventariazione della documentazione riunificata; informatizzazione dell’inventario realizzato; elaborazione di strumenti di ricerca, da proporre su piattaforma informatica, per permettere l’accesso ai dati dell’inventario tramite web; riproduzione digitale di immagini da collegare ai documenti più significativi; elaborazione di set di dati da pubblicare in formati aperti per aderire all’orientamento della pubblica amministrazione in favore degli open data.
Uno “steering committee”, composto dalle principali istituzioni interessate al recupero e alla valorizzazione dell’archivio della Cassa per il Mezzogiorno, seguirà attentamente la situazione per verificare il procedere delle fasi del progetto e il suo completamento.
La pubblicazione di questi contributi scientifici in una forma unitaria e solenne vuole rappresentare un riconoscimento a uno dei momenti più alti dell’intervento dello Stato nel Mezzogiorno d’Italia, con un approccio volto a superare ogni semplificazione sulla storia della Cassa, mettendone in luce i principali caratteri e cogliendone i risultati positivi, che concorsero al “miracolo economico” italiano, come le ombre, che ne connotarono la seconda e ultima fase di attività. Al tempo stesso, questa pubblicazione è il segno concreto di un impegno di ricerca che intende continuare, promuovendo un’ampia valorizzazione di una documentazione di grande valore per ricostruire e innovare la storia dell’economia, delle istituzioni e della società nel corso di un’epoca non breve della Repubblica italiana.