Sergio Tognetti
Sergio Tognetti, born in Florence in 1969, achieved the PhD in Rural and Urban History at the University of Perugia in 1999. In the academic year 2000/2001 he was a research fellow at Villa I Tatti (The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies). Tognetti is editor of the journal «Archivio Storico Italiano» (the most ancient Italian historical review). Lecturer (2002-2006) and associate professor (2006-2021), since 2021 he is full professor of Medieval History at the Faculty of Humanities, University of Cagliari. Specialized in economic history, Sergio Tognetti has been carrying out his researches in history of trade, bank and manufactories particularly regarding Tuscany between 13th and 16th century. His research focuses on the entrepreneurial households who contributed to the prosperity of the regional economy in the late Middle Ages and Renaissance, on the international activity of Tuscan merchant bankers and on the creation of business networks based on the wide European and Mediterranean area. Tognetti is author of several books and he took part in many seminars and conferences in Italy and abroad at Oxford, Cambridge, Paris, Valencia, London, Barcellona, Granada.
less
InterestsView All (20)
Uploads
Books by Sergio Tognetti
Nei primi decenni del Quattrocento, essa fu uno dei luoghi privilegiati per la diffusione in Toscana dell’Osservanza monastica, grazie al lungo abbaziato di don Gomes Eanes, religioso portoghese formatosi spiritualmente negli ambienti veneti che promosse l’erezione e la decorazione di un nuovo sontuoso chiostro monastico. Al rilievo spirituale, culturale e patrimoniale del cenobio va aggiunta una peculiarità solo apparentemente minore: la Badia fu il più precoce tra i monasteri e i conventi fiorentini ad adottare la ragioneria in partita doppia per esigenze amministrative e gestionali. La disponibilità di ampia documentazione contabile prodotta subito a ridosso delle riforme di don Gomes permette di stabilire un nesso tra i principi di rigore e di ordine espressi dall’Osservanza e la trasposizione in ambienti religiosi di metodi amministrativi originatisi nel mondo dell’impresa, particolarmente vivace in una città dalla forte vocazione commerciale e manifatturiera quale era all’epoca Firenze. Questo volume si pone dunque all’incrocio di due culture: quella aziendale e quella monastica. Le soluzioni adottate dalla Badia e a seguire da altri luoghi pii fiorentini forniscono prospettive inconsuete per valutare ruolo e peso dei saperi tecnici nelle società di antico regime.
It has been published in RiMe 18 (June 2017): https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10154928124929685&id=207652144684
Nei primi decenni del Quattrocento, essa fu uno dei luoghi privilegiati per la diffusione in Toscana dell’Osservanza monastica, grazie al lungo abbaziato di don Gomes Eanes, religioso portoghese formatosi spiritualmente negli ambienti veneti che promosse l’erezione e la decorazione di un nuovo sontuoso chiostro monastico. Al rilievo spirituale, culturale e patrimoniale del cenobio va aggiunta una peculiarità solo apparentemente minore: la Badia fu il più precoce tra i monasteri e i conventi fiorentini ad adottare la ragioneria in partita doppia per esigenze amministrative e gestionali. La disponibilità di ampia documentazione contabile prodotta subito a ridosso delle riforme di don Gomes permette di stabilire un nesso tra i principi di rigore e di ordine espressi dall’Osservanza e la trasposizione in ambienti religiosi di metodi amministrativi originatisi nel mondo dell’impresa, particolarmente vivace in una città dalla forte vocazione commerciale e manifatturiera quale era all’epoca Firenze. Questo volume si pone dunque all’incrocio di due culture: quella aziendale e quella monastica. Le soluzioni adottate dalla Badia e a seguire da altri luoghi pii fiorentini forniscono prospettive inconsuete per valutare ruolo e peso dei saperi tecnici nelle società di antico regime.
It has been published in RiMe 18 (June 2017): https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10154928124929685&id=207652144684
infrequently been interpreted as a unicum on the Euro-Mediterranean scenario, the broader contexts, including those centred on the great
Italo-Iberian maritime and mercantile empires, often have much to say about the centuries-old evolutions of the island's economy.
Niccolò Acciaiuoli (1310-1365), rampollo di una potente famiglia fiorentina di uomini d’affari (e poi di alti prelati), amico di gioventù di Giovanni Boccaccio, fu Gran Siniscalco del regno di Napoli.
Durante il regno di Giovanna d’Angiò, fu al centro di una rete politico-diplomatica e culturale di respiro italiano se non addirittura mediterraneo. Tuttavia, la notorietà del personaggio, più che alla sua straordinaria carriera di mercante e di spregiudicato tessitore di alleanze internazionali, è certamente legata alla fondazione di un immenso monastero certosino, costruito nei pressi del borgo del Galluzzo.
La Certosa, nella cui cripta diversi esponenti della consorteria vennero seppelliti in sontuosi e raffinatissimi sepolcri, sarebbe rimasta sotto il patronato degli Acciaiuoli per secoli. Come affermò proprio Boccaccio, «cercare con edifici perpetua fama» era stato uno degli obiettivi ultimi di messer Niccolò.