Jacopo Turini
I am a PhD student at University College Cork since September 2019. I received an IRC Government of Ireland Scholarship for my research on contemporary Italian literature in the Alpine frontier areas; I am interested in how geography, space, and place are used in identity narratives.
I completed my undergraduate studies and my MA at the University of Turin, graduating respectively in Irish literature and Italian literature (with a focus on contemporary Italian Poetry).
My research interests involve Geocriticism and Literary Geography, Ecocriticism, the Anthropocene, and Border Studies - as well as the relationship between Literature and Geology.
Supervisors: Silvia Ross and Chiara Giuliani
I completed my undergraduate studies and my MA at the University of Turin, graduating respectively in Irish literature and Italian literature (with a focus on contemporary Italian Poetry).
My research interests involve Geocriticism and Literary Geography, Ecocriticism, the Anthropocene, and Border Studies - as well as the relationship between Literature and Geology.
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Il ricorso a questo immaginario risponde a una crescente necessità di esplorare una dimensione umana condivisa e di mappare i suoi spazi, all’interno di una linea poetica che gradualmente interseca memoria e biologia.
Il proposito critico di questo studio è quello di indagare l’ampio spettro di questa ricorrenza tematica, seguendone le cause e le evoluzioni all’interno di un vasto corpus di autori (tra cui Buffoni, De Alberti, Magrelli e Pusterla), dalle prime considerazioni civili sulle tracce di una storia – e di una preistoria – violenta alle più recenti e consapevoli riflessioni sull’Antropocene.
Tra alcune di queste raccolte e parte della poesia di Heaney sembra essersi instaurato un rapporto dialettico, quanto meno nella presenza di una consonanza tematica. Il macro-tema dello scavo del terreno e del ritrovamento archeologico, che caratterizza le prime quattro raccolte del poeta irlandese, si è man mano assestato anche nella poesia italiana come perno di riflessione poetica e civile sulla memoria e sulla storia.
Al fine di riconoscere questa presenza di Heaney nel campo poetico italiano, e di interrogarsi sui motivi e le ragioni di questo dialogo, il saggio ricostruisce i movimenti delle traduzioni precedenti al 1995 e di tutte le personalità coinvolte: editori e traduttori, intermediari e prefatori, autori-lettori.
The Italian success of Seamus Heaney is not only attributable to the 1995 Nobel Prize for Literature. The first translations began to circulate between the 1980s and the 1990s, a period in which part of Italian poetry reacted to a new historical and cultural situation, gradually recovering a clear civil vocation.
Between some of these Italian poetry books and part of Heaney's poetry a dialectical relationship seems established, at least because of a thematic consonance. The macro-theme of digging and the archaeological discovery, which characterizes the first four books of the Irish poet, has gradually settled in Italian poetry as a mark of poetic and civil reflection on memory and history.
In order to recognize Heaney’s presence in the Italian poetic field, and in order to question the motives and reasons for this dialogue, the essay reconstructs the movements of the pre-1995 translations and of all the personalities involved: publishers and translators, intermediaries and authors-readers.
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Il ricorso a questo immaginario risponde a una crescente necessità di esplorare una dimensione umana condivisa e di mappare i suoi spazi, all’interno di una linea poetica che gradualmente interseca memoria e biologia.
Il proposito critico di questo studio è quello di indagare l’ampio spettro di questa ricorrenza tematica, seguendone le cause e le evoluzioni all’interno di un vasto corpus di autori (tra cui Buffoni, De Alberti, Magrelli e Pusterla), dalle prime considerazioni civili sulle tracce di una storia – e di una preistoria – violenta alle più recenti e consapevoli riflessioni sull’Antropocene.
Tra alcune di queste raccolte e parte della poesia di Heaney sembra essersi instaurato un rapporto dialettico, quanto meno nella presenza di una consonanza tematica. Il macro-tema dello scavo del terreno e del ritrovamento archeologico, che caratterizza le prime quattro raccolte del poeta irlandese, si è man mano assestato anche nella poesia italiana come perno di riflessione poetica e civile sulla memoria e sulla storia.
Al fine di riconoscere questa presenza di Heaney nel campo poetico italiano, e di interrogarsi sui motivi e le ragioni di questo dialogo, il saggio ricostruisce i movimenti delle traduzioni precedenti al 1995 e di tutte le personalità coinvolte: editori e traduttori, intermediari e prefatori, autori-lettori.
The Italian success of Seamus Heaney is not only attributable to the 1995 Nobel Prize for Literature. The first translations began to circulate between the 1980s and the 1990s, a period in which part of Italian poetry reacted to a new historical and cultural situation, gradually recovering a clear civil vocation.
Between some of these Italian poetry books and part of Heaney's poetry a dialectical relationship seems established, at least because of a thematic consonance. The macro-theme of digging and the archaeological discovery, which characterizes the first four books of the Irish poet, has gradually settled in Italian poetry as a mark of poetic and civil reflection on memory and history.
In order to recognize Heaney’s presence in the Italian poetic field, and in order to question the motives and reasons for this dialogue, the essay reconstructs the movements of the pre-1995 translations and of all the personalities involved: publishers and translators, intermediaries and authors-readers.