- Politecnico di Torino, DIST, Faculty Memberadd
- Professor of Architectural History
A list of my books and papers may be also found here:
http://porto.polito.it/view/creators/Volpiano=3AMauro=3A002952=3A.htmledit
Research Interests: Humanities and Art
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Nell’ambito dell’esperienza didattica di atelier del corso triennale di Architettura presso il Politecnico di Torino, si è sperimentata un’attività di studio e di ricerca incentrata sull’analisi storico-urbana di un’interessante area... more
Nell’ambito dell’esperienza didattica di atelier del corso triennale di Architettura presso il Politecnico di Torino, si è sperimentata un’attività di studio e di ricerca incentrata sull’analisi storico-urbana di un’interessante area della città, interclusa tra i tessuti di antico regime della capitale sabauda e le aree di espansione di inizio XIX secolo ai limiti delle demolite fortificazioni. L’atelier ha permesso di confrontare le metodologie storiche per la conoscenza dei luoghi, attraverso l’uso delle fonti storiche, con la dimensione progettuale urbana con inediti risultati di conoscenza e progetto.
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Research Interests: Sociology and Humanities
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Research Interests: Humanities and Art
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Research Interests: Humanities and Art
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This text is a short journey through several Italian cities, to provide a brief retrospective of more than half a century of public commitment of the National Association of Historic and Artistic Centres (ANCSA). Towns are shown that have... more
This text is a short journey through several Italian cities, to provide a brief retrospective of more than half a century of public commitment of the National Association of Historic and Artistic Centres (ANCSA). Towns are shown that have seen a direct intervention of the Association or, more generally, places where emblematic events have took place that helped to develop a vision of which should be today the updated tools more suitable to approach our historic towns. The debate inside Ancsa, in fact, was never only theoretical, but it has always been referred to real urban contexts, interdisciplinary and, as sensitive to the issues of preservation and restoration, characterized by the belief that it is the combination of conservation and innovation dimensions which may help to defense the historic heritage and promote the urban regeneration. At the same time Ancsa has always affirmed that the social dimension and the physical transformations are inseparable, since the city is civit...
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Il paesaggio e strumento di sintesi (Gambino, Cassatella, 2005) sempre piu prestato al "vision and strategy making" (Primdahl et al., 2013). A seguito della CEP, il paesaggio richiede per definizione la partecipazione delle... more
Il paesaggio e strumento di sintesi (Gambino, Cassatella, 2005) sempre piu prestato al "vision and strategy making" (Primdahl et al., 2013). A seguito della CEP, il paesaggio richiede per definizione la partecipazione delle comunita locali nei processi di governo del territorio. In particolare, lo spazio coltivato contemporaneo e oggetto delle istanze piu diverse della societa, ma senza un progetto coerente e territorializzato, anche le politiche e gli strumenti settoriali piu sofisticati danno luogo a esiti piu spesso concorrenti che multifunzionali. Come elaborare queste aspirazioni in un progetto condiviso di territorio? Come consentire anche al dibattito non esperto di basarsi su una visione chiara dei servizi richiesti allo spazio rurale? Il paesaggio e chiave idonea per un progetto coerente del territorio rurale poiche consente di elaborare sintesi operative a partire da interpretazioni esperte e istanze sociali differenziate. Il paper illustra un'esperienza di c...
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Il testo propone all'attenzione degli studiosi un inedito corpus di disegni in collezione svizzera, riconducibili a Carlo di Castellamonte, sebbene non di sua mano ma opera di Gian Francesco Baroncelli, che puo utilmente illuminare... more
Il testo propone all'attenzione degli studiosi un inedito corpus di disegni in collezione svizzera, riconducibili a Carlo di Castellamonte, sebbene non di sua mano ma opera di Gian Francesco Baroncelli, che puo utilmente illuminare alcuni aspetti di una articolata formazione romana fondata sullo studio dell'architettura del Cinquecento. Si tratta di rilievi interessati soprattutto alla grammatica e alla composizione dell'ornamento architettonico, cosi come maturata tra i maestri operanti a Roma tra la seconda meta del XVI secolo e primissimi anni del Seicento. L'album ritrovato costituisce anche il piu ampio corpus di disegni di Baroncelli: il ritrovamento definisce dunque alcuni importanti capisaldi della biografia professionale di entrambi gli architetti coinvolti, ma illumina anche il ruolo di alcuni di questi fogli nel processo compositivo di Amedeo, figlio di Carlo di Castellamonte e, in particolare, nella progettazione della Venaria Reale
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Il volume, edito come primo numero della nuova collana "Documenti" dell'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA), raccoglie un ampio ventaglio di contributi multidisciplinari che si interrogano sul futuro... more
Il volume, edito come primo numero della nuova collana "Documenti" dell'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA), raccoglie un ampio ventaglio di contributi multidisciplinari che si interrogano sul futuro dello spazio alpino occidentale, del suo paesaggio e della sua struttura insediativa storica. Territori aperti a possibili contrastanti destini - dall'abbandono alla riappropriazione consapevole, dall'abuso delle risorse naturali alla rigenerazione compatibile con il quadro geografico e ambientale - le Alpi sollecitano sempre piu un'attenta valorizzazione del proprio patrimonio architettonico e urbano, ma anche di quello immateriale che si incardina sulle comunita e identita locali, in un difficile equilibrio tra conservazione e innovazione. Promosso dall'ANCSA con l'adesione della Scuola di Specializzazione in "Beni Architettonici e del Paesaggio" e dei Dipartimenti DIST e DAD del Politecnico di Torino, il volume muove dal...
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Research Interests: Geography and Urbanistica
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Il contributo affronta il tema del rapporto tra analisi paesaggistiche e discipline storico-territoriali, focalizzando alcuni passaggi concettuali e metodologici e illustrando gli esiti di alcune ricerche sviluppate nell'ambito... more
Il contributo affronta il tema del rapporto tra analisi paesaggistiche e discipline storico-territoriali, focalizzando alcuni passaggi concettuali e metodologici e illustrando gli esiti di alcune ricerche sviluppate nell'ambito territoriale piemontese, nel quadro di convenzioni con enti territoriali e di attivita di pianificazione
ABSTRACT
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Una disamina della struttura storica dello spazio pubblico a Torino: l'eredita della citta capitale sabauda, le trasformazioni nel XIX secolo e nei decenni dell'industrializzazione; gli esiti di alcune politiche sullo spazio... more
Una disamina della struttura storica dello spazio pubblico a Torino: l'eredita della citta capitale sabauda, le trasformazioni nel XIX secolo e nei decenni dell'industrializzazione; gli esiti di alcune politiche sullo spazio urbano nella citta storica operate dagli anni settanta del Novecento ad oggi. Libro pubblicato sotto l'egida dell'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA), Oficina del Historiador d la Ciudad de La Habana, Direccion General Casco Historico, Buenos Aires
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Volume monografico della rivista della Societa Ingegneri e Architetti (fondata a Torino nel 1867) dedicato ad un'indagine storiografica sui circa 150 anni di vita del sodalizio
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Il ruolo di Torino in quanto capitale del Regno di Sardegna rende lo sviluppo delle reti idriche in citta un interessante caso studio da mettere a confronto con altre realta territoriali, come quella sarda. Se in antico regime il sistema... more
Il ruolo di Torino in quanto capitale del Regno di Sardegna rende lo sviluppo delle reti idriche in citta un interessante caso studio da mettere a confronto con altre realta territoriali, come quella sarda. Se in antico regime il sistema idrico e relativamente arretrato, sara soprattutto nel XIX secolo che la questione dell'acqua e delle fontane urbane diventera rilevante, promossa principalmente da soggetti economici e promotori immobiliari della citta in espansione. Il primo acquedotto sara inaugurato nel 1859, determinando anche una nuova geografia di giardini, squares e spazi pubblici esemplati sulle aggiornate esperienze delle grandi citta europee. Torino's role as the capital city of the Kingdom of Sardinia makes the development of the water supply facilities an interesting case study which may be compared with local experiences in other regional contexts being part of the kingdom, such as that of Sardinia. While during the Ancien Regime infrastructures are generally u...
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Il testo propone, nell'ambito di un quadro metodologico non solo nazionale, la metafora dell'atlante per suggerire possibili approcci innovativi nel campo delle analisi storico-territoriali, soprattutto quelle che si rapportano... more
Il testo propone, nell'ambito di un quadro metodologico non solo nazionale, la metafora dell'atlante per suggerire possibili approcci innovativi nel campo delle analisi storico-territoriali, soprattutto quelle che si rapportano direttamente a finalita di governo e pianificazione del territorio. La metodologia descritta si ricollega alla ricerca del Politecnico di Torino Atlante dei paesaggi storici piemontesi (2007) resp. C. Roggero e M. Volpiano ed e stato adottata e sviluppata nella successiva ricerca del Politecnico di Torino-Regione Piemonte (resp. scientifico l'autore) finalizzata alla interpretazione storica e alla salvaguardia del patrimonio storico-culturale del territorio piemontese di supporto al nuovo piano paesaggistico regionale (2009)
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Un quadro del contesto culturale nel quale operano gli ingegneri architetti torinesi tra Otto e Novecento, al filtro di una figura quasi dimenticata, l'ingegnere Giuseppe Gallo, paradigmatica espressione della formazione presso la Regia... more
Un quadro del contesto culturale nel quale operano gli ingegneri architetti torinesi tra Otto e Novecento, al filtro di una figura quasi dimenticata, l'ingegnere Giuseppe Gallo, paradigmatica espressione della formazione presso la Regia Scuola di Applicazione, e tra i principali protagonisti dell'ultima stagione dello storicismo nell'edilizia religiosa.
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Da sempre la storiografia antonelliana ha posto al centro della propria attenzione la Mole. Meno indagati, tuttavia, sono i processi decisionali e le ragioni che portarono il Municipio di Torino a sostenerne la costruzione quando... more
Da sempre la storiografia antonelliana ha posto al centro della propria attenzione la Mole. Meno indagati, tuttavia, sono i processi decisionali e le ragioni che portarono il Municipio di Torino a sostenerne la costruzione quando l’edificio ancora apparteneva alla comunità israelitica e successivamente, dopo il 1877, quando la Città ne pervenne infine in possesso.
La costruzione della Mole Antonelliana costituisce infatti un momento fondamentale nel processo di definizione dei caratteri identitari della città contemporanea e della sua immagine, ma anche un banco di prova straordinariamente impegnativo, dove viene concretamente vagliata la cultura della convivenza e della tolleranza nella città postunitaria.
La costruzione della Mole Antonelliana costituisce infatti un momento fondamentale nel processo di definizione dei caratteri identitari della città contemporanea e della sua immagine, ma anche un banco di prova straordinariamente impegnativo, dove viene concretamente vagliata la cultura della convivenza e della tolleranza nella città postunitaria.
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A Torino, nel 1890, si svolge la Prima esposizione italiana di architettura. Prima di allora, i disegni e i modelli architettonici s’inframmezzano, nelle grandi kermesses espositive di fine secolo, alle arti decorative e applicate, alla... more
A Torino, nel 1890, si svolge la Prima esposizione italiana di architettura. Prima di allora, i disegni e i modelli architettonici s’inframmezzano, nelle grandi kermesses espositive di fine secolo, alle arti decorative e applicate, alla pittura e alla scultura. Nella manifestazione subalpina, al contrario, per la prima volta l’architettura viene messa in scena in tutte le sue valenze sociali, artistiche e tecniche: una scelta monografica destinata a segnare significativamente la cultura architettonica italiana di fine Ottocento. L’introduzione di una sezione espositiva destinata all’urbanistica – in anni in cui questa giovane disciplina non ha ancora definito pienamente i propri statuti e, anzi, fatica a essere riconosciuta nelle scuole e nel mondo professionale – contribuisce alla modernità di una scelta attuale almeno sino al secondo decennio del Novecento. Alla divisione urbanistica dell’esposizione di Torino prendono parte con vedute e panorami, piani regolatori, progetti e modelli, anche cinquanta città straniere, tra le quali vi sono Londra, Berlino, Vienna, Barcellona, ma anche Varsavia, Cracovia e Praga.
Il libro ripercorre queste vicende analizzando l’ampia partecipazione di espositori nazionali e internazionali, ripercorrendo le cronache dei commentatori coevi, approfondendo i dibattiti sviluppati nelle conferenze che accompagnano l’esposizione. Un primo capitolo del volume introduce inoltre il contesto culturale in cui vede la luce l’esposizione, soffermandosi sul ruolo chiave di alcuni degli organizzatori – architetti ma non solo – come Carlo Ceppi, Angelo Reycend ed Ernesto di Sambuy. La manifestazione deve infatti la propria originalità al dibattito architettonico che si svolge nella Torino del secondo Ottocento: una discussione alimentata soprattutto dalle associazioni, dai clubs e dai circoli artistici e tecnici subalpini. Sarà proprio una di queste istituzioni, il Circolo degli Artisti, ad organizzare in pochi mesi – e con così grande successo – la manifestazione del 1890.
Il libro ripercorre queste vicende analizzando l’ampia partecipazione di espositori nazionali e internazionali, ripercorrendo le cronache dei commentatori coevi, approfondendo i dibattiti sviluppati nelle conferenze che accompagnano l’esposizione. Un primo capitolo del volume introduce inoltre il contesto culturale in cui vede la luce l’esposizione, soffermandosi sul ruolo chiave di alcuni degli organizzatori – architetti ma non solo – come Carlo Ceppi, Angelo Reycend ed Ernesto di Sambuy. La manifestazione deve infatti la propria originalità al dibattito architettonico che si svolge nella Torino del secondo Ottocento: una discussione alimentata soprattutto dalle associazioni, dai clubs e dai circoli artistici e tecnici subalpini. Sarà proprio una di queste istituzioni, il Circolo degli Artisti, ad organizzare in pochi mesi – e con così grande successo – la manifestazione del 1890.