Paola Villani Unisob Naples

Con una breve rassegna del dibattito sulla medicina e sull’«antimedicina» che ha attraversato il secondo Novecento e gli ultimi decenni,
questo articolo vuole seguire le tracce della genesi della Medicina narrativa, nei suoi diversi orientamenti e approcci, oltre che nell’attuale
moltiplicazione di iniziative scientifiche e formative. Mutuando il paradigma scientifico dei «sistemi complessi», si avanza l’ipotesi di una
Medicina narrativa di seconda generazione, che raccolga gli esiti delle
prime sperimentazioni e trovi un proprio fondamento nella Narratologia, affermando dunque la centralità della teoria della narrazione

Partendo dalla dimensione del flâneur che, a partire dalle riflessioni di Benjamin, trova un suo riconosciuto modello in Baudelaire, il saggio percorre alcuni temi del viaggio (fisico o virtuale) come condizione, ma anche veste e forma della complessità del contemporaneo. nella centralità del viaggio, come tema ma anche condizione, si percorre la definizione di un Homo Peregrinus come biologico 'fratello' dell'Homo Narrans. una dimensione che si declina, e si realizza anche, nella scrittura letteraria.

Il saggio è dedicato alla vecchiaia femminile, alla senescenza immaginata e raccontata nei territori della letteratura da autrici di secondo Novecento . Si propone un attraversamento del racconto del declino lungo la duplice traiettoria, il racconto della fine, il racconto dalla fine. L’autobiografia viene letta come pratica e la vecchiaia come postazione autoriale. La vecchiaia come tema, ma anche come modo della narrazione o come postazione, in un’articolazione di due percorsi possibili: la anziana come oggetto di rappresentazione o anche come soggetto di scrittura. Racconto da un lato, voce autoriale dall’altro. Questi due percorsi sembrano confluire nella scrittura autobiografica, o più in generale nella scrittura retrospettiva di sé (anche non in prima persona) alla quale molte donne si sono dedicate in età matura, da Elsa Morante a Rossana Rossanda, passando per Natalia Ginzburg, Fausta Cialente o Fabrizia Ramondino.

Il volume rappresenta il lavoro di ricerca e di riproduzione digitale per la creazione di una banca dati open access riferita al patrimonio librario e iconografico dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. La dimostrazione di un progetto, a valle di un lungo lavoro di allestimento, per la pubblicazione sul web di una collezione documentaria di raro pregio. Una testimonianza dell'incontro tra scienze umane e nuove tecnologie per la conoscenza del patrimonio di Ateneo, per una virtuosa occasione di incontro tra cultura e innovazione.

The unique journey in the South of Italy described by two protagonists, Cleobolo and
Plato, in the work Plato in Italy by Vincenzo Cuoco, begins and ends in Paestum. Becoming
a milestone in this allegorical and political fiction Grand Tour signed by an aspiring Italian in
Italy, Paestum is a privileged scenery for the gradual construction of the ‘Italian’ myth (because
‘Italian’ and ‘Italics’) of the civilization, on the trail of a native culture which has to precede the
Greek and Latin culture, fertilizing them. In this specific and partial perspective, we intend
to read the novel as a book which is blocked within the limits of its literary status. The Plato
in Italy is attracted to the fortunate and multifaceted tradition of travel literature which, at
the very beginning of the nineteenth century, started to get together specific ‘genres’ and formalizations
and to include also national issues and ancient territories; in this way Paestum was
identified as a productive radiant centre.