Nemi by Francesca Diosono
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Sacred Landscapes in Antiquity, 2020
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il santuario di Diana, sulle rive del lago vulcanico di Nemi, in un contesto ambientale e paesist... more Il santuario di Diana, sulle rive del lago vulcanico di Nemi, in un contesto ambientale e paesistico estremamente suggestivo, è uno dei luoghi di culto dei Latini più noti e monumentali, ma anche tra i meno conosciuti santuari repubblicani del Lazio, a causa di attività degli scavi che lo hanno interessato fin dal Settecento ma soprattutto nell'Ottocento, che hanno portato al degrado di molti edifici ed alla dispersione in collezioni e musei di tutto il mondo dei preziosi materiali rinvenuti. Dei successivi scavi, svoltisi ai primi del Novecento, resta solo un breve resoconto mentre le strutture non sono attualmente visibili. Il volume analizza i risultati di venti anni di scavo nel santuario, condotti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio a partire dal 1989, a cui si è affiancata dal 2003 l' Università degli Studi di Perugia. Le ricerche hanno portato ad ampliare notevolmente la stessa pianta del santuario, che sorge su varie terrazze, ma anche la sua storia, con il rinvenimento di un sito dell' età del Bronzo nel cuore della successiva area sacra. Oltre ad una nuova analisi delle strutture nelle terrazze inferiore e superiori, il volume presenta lo studio di tutti i materiali rinvenuti nel corso degli scavi e permette di ricostruire un nuovo quadro della vita e del culto che per secoli si sono svolti nel santuario.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Atti del IV Convegno Internazionale di Studi, 2021
This paper presents the preliminary results of the ongoing research in the temple of Diana in the... more This paper presents the preliminary results of the ongoing research in the temple of Diana in the sanctuary of Nemi (Rome). The excavation, began in 2009 and ended in 2019, shed light on the various stages of the site’s history, especially those of the 6th and 5th centuries, until now
known only through literary sources. The three architectural phases of the temple and partially the rites performed at each destruction and reconstruction are outlined. Furthermore, the two smaller cells that flank the central one, always dedicated to Diana, are attributed, in its last late-republican building phase, to the cult of Orestes and Virbius.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
P.Braconi- F.Coarelli - F.Diosono - G.Ghini (a cura di), Il Santuario di Diana a Nemi. Le terrazze e il ninfeo. Scavi 1989-2009, Roma 2014
Bookmarks Related papers MentionsView impact
P.Braconi-F.Coarelli-F.Diosono-G.Ghini (a cura di), Il Santuario di Diana a Nemi. Le terrazze e il ninfeo. Scavi 1989-2009, Roma 2014
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A. Russo – F. Guarneri (a cura di), Santuari Mediterranei tra Oriente e Occidente. Interazioni e contatti culturali. Atti del convegno internazionale, Civitavecchia - Roma 18-21 giugno 2014, Scienze e Lettere, Roma 2016, pp. 219-222, 2016
Un breve quadro generale dello stato delle conoscenze sul santuario di Nemi, comprendente i risul... more Un breve quadro generale dello stato delle conoscenze sul santuario di Nemi, comprendente i risultati delle ultime ricerche aggiornate al 2016
Bookmarks Related papers MentionsView impact
G. Ghini – A. Palladino – M. Rossi (a cura di) Sulle tracce di Caligola. Storie di grandi recuperi della Guardia di Finanza al lago di Nemi. Catalogo della mostra (Roma, complesso del Vittoriano 2014), Roma 2014
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to uplo... more Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to upload the complete pdf of the articles even if the publishing house had asked not to do it (or at least, to wait a few years). But we are in an emergency and I hope they will understand.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
in ICC 2015, 27th International Cartographic Conference, Rio de Janeiro 23-28 August 2015
ISBN 97... more in ICC 2015, 27th International Cartographic Conference, Rio de Janeiro 23-28 August 2015
ISBN 978-85-88783-11-9
In this paper we describe an implemented workflow about identifying, capturing, analyzing and visualizing belowground ancient structures. Application case is an excavation of the sanctuary of Diana in Nemi, Italy.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Deliciae Fictiles V Networks and Workshops Architectural Terracottas and Decorative Roof Systems in Italy and Beyond Edited by, Patricia Lulof, Ilaria Manzini & Carlo Rescigno, 2019
Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to uplo... more Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to upload the complete pdf of the articles even if the publishing house had asked not to do it (or at least, to wait a few years). But we are in an emergency and I hope they will understand.
I materiali architettonici fittili provenienti dagli scavi ottocenteschi a Nemi sono oltremodo conosciuti; gran parte di essi, infatti, forma parte di importanti collezioni museali d’Europa (Ny Carslberg Glyptotek di Copenhagen, Nottingham Castle Museum; Museo Nazionale Romano; Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia; Museo delle Navi Romane di Nemi) e degli Stati Uniti (Boston Fine Arts Museum e Harvard Art Museum). Gli scavi archeologici ripresi nell’area del tempio di Diana a partire dal 2009 da parte dell’Università di Perugia (condotti da Filippo Coarelli, Paolo Braconi e Francesca Diosono), in collaborazione con la allora Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, hanno permesso non solo di comprendere che l’edificio ha una storia edilizia assai più lunga e articolata di quanto finora pensato, ma anche di rinvenire – in contesto stratigrafico – nuovi frammenti di terrecotte che hanno arricchito la varietà tipologica del repertorio decorativo noto. In questo modo, siamo ora in grado di ricostruire i vari sistemi di decorazione fittile delle diverse fasi edilizie del tempio principale, che vanno dalla fine del IV-inizi del III secolo a.C. al tardo II - inizi I a.C. L’ultima fase del tempio, datata al secondo quarto del I secolo a.C., vede una sostituzione della decorazione fittile con una analoga in bronzo, di cui restano scarsi frammenti al Museo di Villa Giulia e gli incastri sui blocchi per l’alloggiamento di alcune delle sculture frontonali, rinvenuti nei recenti scavi.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to uplo... more Given the closure of universities, research centers and libraries for Covid 19, I decided to upload the complete pdf of the articles even if the publishing house had asked not to do it (or at least, to wait a few years). But we are in an emergency and I hope they will understand.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Nemi by Francesca Diosono
known only through literary sources. The three architectural phases of the temple and partially the rites performed at each destruction and reconstruction are outlined. Furthermore, the two smaller cells that flank the central one, always dedicated to Diana, are attributed, in its last late-republican building phase, to the cult of Orestes and Virbius.
ISBN 978-85-88783-11-9
In this paper we describe an implemented workflow about identifying, capturing, analyzing and visualizing belowground ancient structures. Application case is an excavation of the sanctuary of Diana in Nemi, Italy.
I materiali architettonici fittili provenienti dagli scavi ottocenteschi a Nemi sono oltremodo conosciuti; gran parte di essi, infatti, forma parte di importanti collezioni museali d’Europa (Ny Carslberg Glyptotek di Copenhagen, Nottingham Castle Museum; Museo Nazionale Romano; Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia; Museo delle Navi Romane di Nemi) e degli Stati Uniti (Boston Fine Arts Museum e Harvard Art Museum). Gli scavi archeologici ripresi nell’area del tempio di Diana a partire dal 2009 da parte dell’Università di Perugia (condotti da Filippo Coarelli, Paolo Braconi e Francesca Diosono), in collaborazione con la allora Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, hanno permesso non solo di comprendere che l’edificio ha una storia edilizia assai più lunga e articolata di quanto finora pensato, ma anche di rinvenire – in contesto stratigrafico – nuovi frammenti di terrecotte che hanno arricchito la varietà tipologica del repertorio decorativo noto. In questo modo, siamo ora in grado di ricostruire i vari sistemi di decorazione fittile delle diverse fasi edilizie del tempio principale, che vanno dalla fine del IV-inizi del III secolo a.C. al tardo II - inizi I a.C. L’ultima fase del tempio, datata al secondo quarto del I secolo a.C., vede una sostituzione della decorazione fittile con una analoga in bronzo, di cui restano scarsi frammenti al Museo di Villa Giulia e gli incastri sui blocchi per l’alloggiamento di alcune delle sculture frontonali, rinvenuti nei recenti scavi.
known only through literary sources. The three architectural phases of the temple and partially the rites performed at each destruction and reconstruction are outlined. Furthermore, the two smaller cells that flank the central one, always dedicated to Diana, are attributed, in its last late-republican building phase, to the cult of Orestes and Virbius.
ISBN 978-85-88783-11-9
In this paper we describe an implemented workflow about identifying, capturing, analyzing and visualizing belowground ancient structures. Application case is an excavation of the sanctuary of Diana in Nemi, Italy.
I materiali architettonici fittili provenienti dagli scavi ottocenteschi a Nemi sono oltremodo conosciuti; gran parte di essi, infatti, forma parte di importanti collezioni museali d’Europa (Ny Carslberg Glyptotek di Copenhagen, Nottingham Castle Museum; Museo Nazionale Romano; Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia; Museo delle Navi Romane di Nemi) e degli Stati Uniti (Boston Fine Arts Museum e Harvard Art Museum). Gli scavi archeologici ripresi nell’area del tempio di Diana a partire dal 2009 da parte dell’Università di Perugia (condotti da Filippo Coarelli, Paolo Braconi e Francesca Diosono), in collaborazione con la allora Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, hanno permesso non solo di comprendere che l’edificio ha una storia edilizia assai più lunga e articolata di quanto finora pensato, ma anche di rinvenire – in contesto stratigrafico – nuovi frammenti di terrecotte che hanno arricchito la varietà tipologica del repertorio decorativo noto. In questo modo, siamo ora in grado di ricostruire i vari sistemi di decorazione fittile delle diverse fasi edilizie del tempio principale, che vanno dalla fine del IV-inizi del III secolo a.C. al tardo II - inizi I a.C. L’ultima fase del tempio, datata al secondo quarto del I secolo a.C., vede una sostituzione della decorazione fittile con una analoga in bronzo, di cui restano scarsi frammenti al Museo di Villa Giulia e gli incastri sui blocchi per l’alloggiamento di alcune delle sculture frontonali, rinvenuti nei recenti scavi.
// The article will present two bronze statuettes from the surroundings of the modern town of Cascia (Perugia, Italy), which are interpreted as representations of the goddess Vacuna, one of the most famous but least known deities in the Sabine pantheon. If this is the case, they could be the only known material representation of the goddess. This study provides an opportunity to reopen the case for this Italic goddess, re-examining not only her relationship with other contemporary deities, but also the nature of her cult and its evolution in the Roman context, where she was assimilated to the goddess Victoria, probably due to her iconography depicting a winged female figure.
// Keywords: Vacuna, Victoria, Sabina, italic religion, Cascia, archaeology
// Details on https://www.safran.be/en/proddetail.php?prod=RANT20_1BEL
main building with outbuildings in front, and maybe a temple. It follows a new axis and was built in place of some of the houses. This complex will be progressively replaced between the 2nd and 1st century BC by porticoes placed around a double-cella temple in masonry.
These buildings of Villa San Silvestro therefore represent an important and rare example to study both domestic and public raw earth architecture in rural areas in the Middle and Late Republican Italy.
Forum Archaeologiae - Zeitschrift für klassische Archäologie 83 / VI / 2017 (http://farch.net), ISSN 1605-4636
The discovery of a denarius attributable to L. Calpurnio Pisone Frugi and dated to 90 B.C. (RRC 340/1) in a layer related to the collapse of the Baths of Fregellae, a Latin colony besieged and destroyed in exemplary fashion by Rome in 125 B.C., leads to propose a revision of the elements and data on which the traditional chronology was based. From the analysis we obtain some working hypotheses, also related to the same chronology of the semi-oncial reform, which will be verified in the future also on the basis of the findings of numismatic material from secure archaeological contexts.
- Le testimonianze di età arcaica e il popolamento del territorio fregellano prima della colonia latina
- Il tempio suburbano: recupero di antiche memorie o nuovo spazio sacro necessario alla colonia?
- Ricostruzione di attività e gesti rituali attraverso la testimonianza della cultura materiale
- Ipotesi sulla identificazione del culto: un santuario di Bona Dea?
- I pozzetti antistanti al tempio e la loro possibile funzione rituale
- Il tempio del Foro e l'architettura pubblica come strumento di costruzione di identità nelle colonie latine medio-repubblicane
- Le produzioni
- I bolli nominali e altre testimonianze di carattere epigrafico
- Gli stampigli
- Catalogo dei tipi individuati
- Influssi, autonomia e reti commerciali nella produzione della colonia di Fregellae
- Le monete dal tempio suburbano sulla via Latina
- Catalogo
- Il Thesaurus
in A. Peignard-Giros (ed.) Daily Life in a Cosmopolitan World. Pottery and Culture during the Hel-lenistic Period. Proceedings of the 2nd Conference of IARPotHP (Lyon, November 2015, 5th–8th), (IARPotHP 2), Phoibos Verlag, Wien 2019, 551-562
https://publications.dainst.org/journals/aa/issue/view/507
The excavations at the so-called Piccolo Tempio at Monte Sant’Angelo in Terracina were conducted by Ludwig-Maximilians-University Munich in the years 2019–2021. The activities focused on the temple building and its terrace in the western slope of the mountain. The aim of the project is to determine the construction date and to reconstruct the Hellenistic sanctuary for the first time in research history. Thanks to the findings in the construction layers related to the erection of the substructure of the temple platform, the decorations and building technique can be dated to the first two decades of the 2nd century B.C.E. The complex included a U-shaped cryptoporticus, rich decorated pavements and wall decorations in the First Pompeian Style. During the 2020 excavations the foundation walls of a rectangular temple building were found on the upper part of the platform. It can be reconstructed as a temple building with a cella and two lateral alae. Contrary to the traditional interpretation of the building, both the terrace and the temple face the ancient city of Terracina and the via Appia, and not the sea.
During the excavations at the so-called Piccolo Tempio at the Monte Sant’Angelo (Terracina, Italy), conducted by Ludwig-Maximilians-Universität Munich, some remarkable pavements have been documented. The first, already discovered in 1988, is located in a cryptoportico of the monumental sanctuary. This hallway architecture was part of the substructures (B) of one of the temple-terraces. The lithic caementicium pavement dotted with cross-shaped black tesserae inside the cryptoportico can be dated between the second half of the 2nd c. and the 1st c. BC. Thanks to the preliminary results of the stratigraphic excavations we can assume that the pavement was installed during the monumentalization of an already existing sanctuary. After the Republican temple was transformed into a monastery in medieval times, new floors were installed. On the former upper terrace of the sanctuary (A) the fictile caementicium pavements from the Republican era are partly covered by another similar pavement from medieval times, which served as part of a hydraulic system. The later cementicium installations were part of the monastery of St. Michele in the context of an olive oil press system that was part of its production site.
Hills”, it has been possible to undertake investigations of the Roman archaeological remains preserved inside Villa Santa Caterina,
Castel Gandolfo, at the 13th mile on the Via Appia. The last scholar to study this complex was G. Lugli in 1914, and it has ever since
been interpreted as a Roman villa, sometimes called the Villa of Clodius. This article reassesses this interpretation in light of the
ongoing investigations and argues that the building on the site should rather be interpreted as the sacrarium/sacellum of the goddess
Bona Dea known from literary sources.
Per una storia dei collegi professionali romani
LA BASE SOCIALE DI SOCIETÀ E COLLEGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Economia e lavoro: il punto di vista aristocratico. Mercanti su vasta scala, armatori e publicani.
Artigiani, piccoli commercianti e funzionari di basso rango. Schiavi e mercennarii.
IL RAPPORTO TRA STATO ROMANO E ASSOCIAZIONI . . . . . . . . . . . . . 24
Le origini. L’età repubblicana. I collegi “politici” tardo-repubblicani. Autorizzazione e controllo statale durante l’impero. Il servizio pubblico dei collegi in età tardo-antica. Gli scioperi e le rivolte.
SACRO E PROFANO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Attività religiosa e attività commerciale. Collegi semi-ufficiali e para-religiosi. I collegi di
mutua assistenza e quelli rurali. I tre collegi principali: fabri, centonarii e dendrophori.
LA GESTIONE E LE ATTIVITÀ. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
L’organizzazione e la gerarchia interna. I patroni. Le attività pubbliche, civili e religiose.
Obblighi e privilegi: munus e immunitas. La cassa comune, l’amministrazione e le rendite.
Le sedi e le attività private.
NOTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108
BIBLIOGRAFIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
provvedimento del 412 nel Codice Teodosiano sono figure di controversa interpretazione nella storia degli studi. Per comprendere le attività da essi svolte e come queste potessero configurarsi come un servizio pubblico, si analizzano gli aspetti del culto di Nemesi in età imperiale e in particolar modo il collegamento della dea con gli spettacoli anfiteatrali. Si esaminano poi le poche testimonianze epigrafiche e letterarie relative ai Nemesiaci e il loro frequente collegamento con Diana e la caccia. Infine, si propone di leggere il provvedimento sui Nemesiaci nel quadro della politica imperiale di controllo dei giochi pubblici tra IV e V secolo d.C.
GLI USI DEL LEGNO NEL MONDO ROMANO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Un materiale dimenticato. Lignum e materia. Legna e carbone: riscaldare, cucinare,
produrre.
LA PRODUZIONE DEL MATERIALE E LA PROPRIETÀ DEI BOSCHI. . . 16
Produzione e gestione delle foreste. La tassazione. Proprietà pubblica e proprietà imperiale: il caso della Massa Trabaria.
I MESTIERI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Boscaioli e carbonai. La falegnameria. L’edilizia e la carpenteria navale.
IL MERCATO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Il trasporto. L’annona. Il commercio.
NOTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
BIBLIOGRAFIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
Atti del Colloquio Internazionale "Propaganda imperiale romana – Secoli I-III d.Ch., Roma, Accademia di Romania, 21-22 ottobre 2016"
The recent excavation (2006-2010) of a section of the Via Domitia near Colombiers (Hérault, France) has provided important new data both on the techniques of construction of Roman roads in the marshy plains and on the different phases of Via Domitia. Here, we examine two pottery deposits from closed contexts, which provide information on both the dating of the different steps of the pathway as on the change of different ceramic assemblages in a relatively short period of time in the 1st c. AD.
--------------------------------------------------------------
Volume : http://www.safranpublishers.com/proddetail.php?prod=RANT15
Other papers : http://www.safranpublishers.com/search.php?nobox=true&stext=978-2-87457-100-8&pg=1
This study is made within the framework of the The Chora of Metaponto project, of the Institute of Classical Archaeology of the University of Texas at Austin. The ceramic classes here analysed (Thin walled pottery, Italian and Gaulish Sigillata, Eastern Sigillata, African Red Slip Ware, African Cooking Ware, Phocaean Ware) include the late-Republican, imperial, and late-Roman phases of the site of Pantanello, near Metaponto. Of particular interest are the data concerning the first two classes, where in addition to the importation of some large and well-known Italic productions, maybe we find a series of minor productions, some of which are probably from this area or the nearby ones.
of the foundation and of the podium of the temple of some Republican period temples in Central Italy. It includes a selected case study, the Temple B of Pietrabbondante, whose foundation’s walls shape cellular compartments filled by layers of clay coming from the surrounding area, often of riverine or lake origin. A three-dimensional, multi-physics, finite element, numerical model-taking into account either the geometry and the material of the foundations, or the mechanical features of the soil between foundation walls-permits the simulation of the propagation of seismic waves towards the construction, and the study of their impact on the foundation system.
In free download from the Archaeopress website (see link)
The articles collected in this work constitute a selection of the oral presentations or posters presented during the two Conferences. In the first two sections of the book, the reader will find contributions ranging from different ways of understanding seismic phenomena to strategies of post-disaster management, adaptation and resilience employed by societies and political authorities. From the third part onwards, palaeoseimological and archaeological data (for the most part previously unpublished) are presented on various sites in the Italian peninsula and the wider Mediterranean world and its frontiers. The final section is devoted to the emerging field of multidisciplinary studies on the specific characteristics of reconstruction and post-seismic building techniques.
As a whole, using a multidisciplinary approach, the contents of the book aim to push forward knowledge on human/environment relations in the longue durée, contribute to the protection of the architectural and cultural heritage, and promote a culture of risk management in territories exposed to potential seismic activity.
L’espace méditerranéen est caractérisé par une forte activité sismique : dans la seule péninsule italienne, par exemple, on a pu comptabiliser quelque 900 tremblements de terre à forte intensité entre le Ve s. av. n. è. et la fin du XXe siècle[1]. Aujourd’hui, grâce à la contribution de disciplines telles que la géologie et l’archéologie, les études de paléo-sismologie et de sismologie historique permettent de reconstituer la fréquence et les conséquences des séismes du passé. Plus rares dans ce même secteur, les éruptions volcaniques ont également laissé des traces dans les archives sédimentaires et dans les restes de certains sites archéologiques mémorables (Pompéi, Théra…). Sans avoir les connaissances scientifiques dont nous disposons aujourd’hui, les auteurs anciens nous renseignent aussi sur ces catastrophes naturelles en fournissant des tentatives d’explication diverses, à caractère mythique et religieux ou scientifique : pour certains les responsables sont les dieux (comme le Poseidon Ennosigaios et Ennosichthon grec ou le Neptune latin) et les tremblements de terre sont des prodiges à interpréter pour changer l’avenir ; tandis qu’Aristote ou Sénèque fournissent d’autres explications, conformément aux théories de la philosophie naturelle.
Afin d’analyser les relations entre sociétés humaines, territoires et perceptions des risques de l’antiquité au moyen-âge, deux colloques sont organisés autour de la problématique générale des caractéristiques récurrentes de la résilience aux catastrophes consécutives aux séismes et aux éruptions volcaniques. Le premier a eu lieu les 25 et 26 octobre 2019 à Cascia (Italie, Ombrie), un site dont le patrimoine archéologique et historique a été marqué de façon sensible par l’activité sismique passée et présente. Le second se tiendra les 2-3 Juin 2021 à Le Mans Université (France).
Paleoseismology and historical seismicity studies, with support from disciplines such as geology and archaeology, enable us to study the frequency and consequences of earthquakes in the past. Volcanic eruptions are less frequent, but nonetheless they have left traces in the sedimentology data and in memorable archaeological sites (Pompei, Thera...). We have descriptions of these natural catastrophes handed down by the Ancients, but they lack the scientific knowledge that we now have. Each society proposed its own explanation for this kind of phenomena according to its culturally-specific way of understanding the reality. For instance, earthquakes were sometimes ascribed to the gods (such as the Greek Poseidon Ennosigaios and Ennosichthon and the Roman Neptunus) and they were read as omens to interpret the future. However, it is also possible to take into account more philosophical and naturalistic explanations, such as the ones proposed by Aristotle and Seneca.
Two related conferences are planned on this topic in order to strengthen the synergies among the many disciplines that aim to investigate the relationship between man and the environment, from Antiquity to the Middle Ages. The final goal is an understanding of the aspects that determine the resilient behaviour of ancient communities faced with the threat of a natural disaster. The first conference has been held in Cascia (IT) from the 25th to the 26th of October 2019. Cascia is a town in Umbria where seismic activity has left tangible traces in the territory as well as in the archaeological and historical heritage. The second conference will be held from the 19th to the 21st of November 2020 at Le Mans and Nantes Universities (FR).
The first part of the congress will be in Cascia (Italy) on 25-26 October 2019 ; the second part at Le Mans in 2020
Contacts: terremoti-med@sciencesconf.org
Conference Web site: https://terremoti-med.sciencesconf.org/
Scientific Committee 2019-2020: Rita Compatangelo – Soussignan (Université du Maine); Francesca Diosono (Ludwig-Maximilians Universität München); Frédéric Le Blay (Université Nantes); Paolo Galli (Dipartimento Protezione Civile, Roma – Ufficio Rischio Sismico); Hélène Dessales (École normale supérieure Paris); Filippo Coarelli (Università di Perugia); Riccardo Caputo (Università di Ferrara)
Date and place of the conference: Friday 25 – Saturday 26 October 2019, Cascia (Italy)
For those who may need it, it is possible to issue participation certificate.
Deadline for poster/paper submission: 10th June 2019
Please use attached application form
Announcement of contribution acceptance: 25th June 2019
Registration fee: 60 euros (students: 40 euros)
Deadline for the registration payment: 8th October 2019
The registration fees are not refundable.
The registration fees include: abstract booklet, lunch on 25 and 26 October 2019, roundtrip shuttle between Cascia and Spoleto train stations, on both days for those who come by train. (For the efficiency of this service, we kindly ask you to communicate as soon as possible your timetable.)
Participants in the conference may benefit from reduced price accommodation. More information will be provided.
How to arrive to Cascia by public transport:
By bus, using “Autolinee Sulga”, Roma – Cascia route:
Departure from Roma Tiburtina at 7:30 am or at 3:30 pm, arrival in Cascia at 10:30 am or at 6:30 pm.
Departure from Cascia at 7:30 am or at 3:30 pm, arrival in Roma Tiburtina at 10:30 am or at 6:30 pm.
By train, from Roma Termini to Spoleto: (https://www.trenitalia.com/) Free shuttles to Cascia will be provided from the Spoleto train station.
Organised by: Francesca Diosono (LMU München) and Dominik Maschek (University of Birmingham)
In the late 1970s, an archaeological paradigm of ‘Hellenization’ was firmly established to explain cultural change in the regions of Italy from about 200 BC to the early Imperial period. In this model, the diffusion of various forms and styles of material culture throughout the peninsula was understood as a process of acculturation, driven mainly by Rome and its senatorial élite and thus intrinsically linked to the contemporary wave of ‘Romanization.’ At the same time, the ‘romanizers’ themselves were seen as the weaker part in a second process of acculturation, in which they were ‘hellenized’ by the cultural superiority of the Greek East (as implied e.g. by Horace epist. 2, 1, 156f.).
However, over the last two decades this framework has been thoroughly challenged by a variety of new approaches, drawing largely from post-colonial thought and cultural theory. Stressing the importance of multiple identities, local innovation and resistance – all well-known from anthropology, globalization theory, and linguistics – the big narrative of acculturation was gradually deconstructed, introducing a much more dynamic but also heterogeneous image of Late Hellenistic Italy. In the foreground stood the much debated concepts of hybridization and hybridity, in which players from different cultures are actively negotiating in a cultural middle-ground. A slightly different approach was recently taken by Andrew Wallace-Hadrill, who conceptualized the cultural formation of Late Hellenistic Rome and Italy as an example of bilingualism, stressing the importance of ‘deliberate code-switching.’ In his own words “the cultures do not fuse […], but enter into a vigorous and continuous process of dialogue with one another” (A. Wallace-Hadrill, Rome’s Cultural Revolution, Cambridge 2008, p. 23). However, the socio-political framework for this kind of ‘dialogue’ remains rather vague, causing a certain uneasiness with the undoubtedly attractive image of a stimulating multicultural society of code-switchers. Already Mikhail Bachtin, one of the founding fathers of ‘hybridity’ in literary studies, made a distinction between at least two different kinds of hybridization: First, as an intentional and politically motivated strategy; second, as an unconscious, much more organic process, whose results are much less obvious or clear-cut.
Against the backdrop of this caveat, this session tries to shed new light on the ways of modelling the process of cultural formation in the archaeology of Late Hellenistic Rome and Italy in a wider Mediterranean context. The key question is: to what extent did objects, buildings or texts carry and communicate values across time and space, transforming societies? Drawing from diverse fields of material evidence, such as art, architecture, inscriptions and objects of consumption, the positive qualities and effects of cultural exchange shall be set against factors like dominance, physical displacement and subjugation. By bringing together a variety of evidence the central role of the material world in the negotiation of different types of value and ideas will be highlighted. From this exploration, the session seeks to uncover the complex mechanisms of cultural construction and transformation. To what extent were political and cultural values embodied and communicated by objects, and to what extent did these objects themselves have agency, perpetuating and reinforcing these ideas? How were differing types of value transported or exchanged in the Late Hellenistic Mediterranean, and what impact did Roman hegemony have on existing patterns of exchange? Did ‘foreign’ objects and habits imported into 2nd and 1st century Italy transform Italic and Roman values? How were social and cultural systems reinforced or shattered through the acquisition and display of new prestige goods, languages and styles? These questions will form the core of the session, though all papers making new suggestions for the modelling of cultural change in Late Hellenistic Rome and Italy are most welcome.
Papers are invited for this session. Please see the Call for Papers for instructions on how to propose a paper.
L’Italia centrale interna, caratterizzata da un paesaggio collinare-appenninico che rende difficili gli spostamenti e gli scambi Est-Ovest, proprio per le sue caratteristiche è tra i primi a subire la crisi della produzione agraria italica a partire dalla metà del I secolo d.C.
Paradossalmente, quando la crisi in tutta l’area Mediterranea si aggraverà e generalizzerà, questi territori vedranno rinascere ville, insediamenti e strade dalla fine del III secolo, con un rifiorire di scambi, commerci e produzioni che dureranno almeno fino a tutto il V secolo.
Il contributo analizza, attraverso casi-studio in Umbria, Lazio e Abruzzo, le diverse motivazioni che portano territori che possiamo definire marginali ad una ripresa economica e produttiva in un periodo (dalla fine del III al V secolo) caratterizzato da una profonda crisi in tutto l’impero.
5-7 June 2024
Organising Committee: F. Diosono, M. Knechtel, P. Scheding
sanctuary of Diana Nemorensis.
Vi sarò grato se potrete diffondere la call nei vostri canali e a quanti riteniate possano essere interessati.
Info
Locandina: https://drive.google.com/file/d/1YCR9JMo99mL6MJcUpl3dUcAo7UxW8u8U/view?usp=sharing
Call for papers:
https://drive.google.com/file/d/1YMPmI6UsRRSa4C3to6NEcDjIGDGNoBJk/view?usp=sharing
The Seminar will take place on 12 and 13 June 2024 on Zoom at 9 am Rio de Janeiro time (BRT, GMT-3) = 1 pm Lisbon time (WEST, GMT+1) = 2 pm Rome time (CEST, GMT+2) and it is multilingual. Everyone is welcome to attend. Please register via email at romanreligio.seminars@gmail.com.