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Valacchia

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Valacchia
(RO) Valahia o Țara Românească
Valacchia – Bandiera
La Valacchia in giallo
StatiRomania (bandiera) Romania
CapoluogoBucarest
Superficie76 583[1] km²
Abitanti11 275 000[senza fonte] (2019)
Lingueromânească
Nome abitantiValacchi

La Valacchia (Valahia o Ţara Românească in romeno; Valachia in latino) è una regione storico-geografica della Romania, delimitata a sud e a est dal Danubio, a nord dai Carpazi Meridionali, a ovest dalle gole delle Porte di ferro. A nordest i fiumi Siret e Milcov la separano dalla Moldavia. Il fiume Olt la divide inoltre in due subregioni: l'Oltenia a ovest e la Muntenia a est. Corrisponde alla regione occupata anticamente dai Valacchi.

Fu un antico principato danubiano che unito alla Moldavia generò il regno di Romania. Una leggenda dice[senza fonte] che nel 1290 Negru Vodă, un principe rumeno, venne dal sud della Transilvania (Făgăraș), e fondò qui un nuovo principato Vlahia o Țara Româneascǎ. La Valacchia divenne uno stato di fatto indipendente nel 1330 sotto Basarab I (1310 - 1352). Si suppone che Negru-Vodă e Basarab I siano in realtà la medesima persona. La pianura ha origine alluvionale in quanto nell'Europa meridionale hanno prevalentemente quest'origine

Il periodo romano e prefeudale

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Nel I secolo a.C. le genti stanziate nella zona infracarpatica si unirono con l'intenzione di costituire uno Stato, la Dacia, la quale fu annessa all'impero romano dopo una vittoriosa campagna bellica condotta da Traiano nel 106 d.C. Il controllo della regione fu perso nel 271 a causa della crisi che l'impero stava attraversando nel III secolo e la regione fu lasciata nella completa anarchia. Nel periodo feudale, l'antica Dacia fu attraversata da importanti flussi migratori, Goti, Unni, Gepidi, Avari, Slavi che occuparono il territorio nel VII secolo.

Lo Stato feudale di Valacchia e la lotta contro gli ottomani

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Principato di Valacchia
Principato di Valacchia – Bandiera
Principato di Valacchia - Stemma
Principato di Valacchia - Localizzazione
Principato di Valacchia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoPrincipato di Valacchia
Nome ufficialeȚara Românească
Цѣра Рꙋмѫнѣскъ
(Țeara Rumânească)
Lingue ufficialiRumeno[2][3]
Slavo ecclesiastico antico[4][5][6] (come lingua scritta della cancelleria fino a quando non fu sostituito dal rumeno a partire dal XVI secolo)
greco[7][8]

(come lingua della cancelleria e della cultura)

Lingue parlateRumeno
CapitaleBucarest (dal 1659)
Altre capitaliCâmpulung, Curtea de Argeș (1330-1418)
Târgoviște[9] (1418-1659)
Dipendente da Impero ottomano (1417-1859) con varie interruzioni
Impero russo (1774-1859)
Politica
Forma di governoMonarchia elettiva con linee ereditarie
VoivodiVoivodi di Valacchia
Nascita1290[10] con Negru Vodă
CausaDescălecat
Fine1859 con Alexandru Ioan Cuza
CausaUnione con la Moldavia
Territorio e popolazione
Religione e società
Religioni preminentiCristianesimo ortodosso
Religione di StatoCristianesimo ortodosso
Religioni minoritarieCattolicesimo
Chiesa apostolica armena
Ebraismo
Evoluzione storica
Preceduto daBanato di Severin
Secondo Impero bulgaro
Succeduto da Principati Uniti
Territori controllati da Mircea il Vecchio intorno al 1390.[11]

La creazione dello Stato di Valacchia fu il risultato dell'unificazione, nel XIV secolo, di vari organismi politici (voivodati, knezat, "regioni") esistenti fra i Carpazi e il Danubio, che si posero sotto la protezione del Regno d'Ungheria, assumendo la denominazione ufficiale di Ungro-Valacchia (Ungaro-Valacchia). Giovanni Basarab (o Basarab I) ottenne l'indipendenza della Valacchia lottando prima con i Tartari (1325-28) e successivamente, a Posada nel 1330, bloccando l'esercito del re di Ungheria Carlo Roberto d'Angiò intervenuto per far rispettare i suoi diritti sul regno.

Il nuovo stato non ebbe vita facile essendo minacciato dagli ottomani sin dalla fine del XIV secolo: nel 1393 Bayezid I invase il principato e, dopo la vittoria di Nicopoli, costrinse il principe valacco Mircea il Vecchio a riconoscersi come tributario degli ottomani conservando comunque una certa indipendenza. Le prime rivolte contro i Turchi scoppiarono nel 1444 e nel 1448, ma ottennero scarso successo. Nel 1461-62, durante il regno del famigerato principe voivode Vlad III di Valacchia (detto Vlad l'impalatore), si cercò di attaccare le truppe di Mehmed II, ma la sconfitta che ne seguì portò alla perdita totale dell'indipendenza. Il principato conservò solamente la propria autonomia amministrativa interna, la libertà di religione e il suo principe che continuò ad essere eletto dall'arcivescovo metropolitano e dai nobili, mentre il sultano si riservava il diritto di confermarlo e di esigere un pesante tributo.

Nel corso del XVI secolo i Turchi inasprirono il dominio sulla regione e il voivoda Michele il Bravo sollevò il popolo contro gli oppressori (1594). Alleato del principe di Transilvania, Sigismondo Báthory, e del voivoda di Moldavia conquistò la fortezza di Giurgiu nel 1585 e dopo anni di lotta riuscì a cacciare i Turchi dal principato (1598). Conquistò nel 1599 la Transilvania con l'aiuto dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo e, dopo l'annessione della Moldavia, realizzò per la prima volta l'unione di tutti i Romeni (1600); galvanizzato da questi successi, osò tenere testa all'imperatore, che nel 1601 lo fece uccidere.

Dopo la morte di Michele i Turchi ritornarono in forze nella regione e imposero nuovi tributi. La lotta comunque non si fermò e continuò grazie al voivoda Matei Basarab. Nel 1711 la protezione russa controbilanciò la potenza turca, ma il voivoda Costantino Brîncovenau venne giustiziato a Costantinopoli per aver firmato un accordo antiottomano con Pietro il Grande. Il XVI e XVII secolo furono un periodo molto brillante per lo sviluppo culturale del principato. Bucarest, designata definitivamente come capitale nel 1659, accolse la fastosa vita di corte dei voivodi che favorirono l'istruzione fondando diverse scuole e nel 1678 fu istituita la prima stamperia, furono edificate belle chiese e nuovi monasteri grazie anche ad architetti italiani.

La Valacchia sotto il regime fanariota (1716-1821)

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Dopo la morte dell'ultimo voivode di Valacchia, i Turchi affidarono l'amministrazione del principato a gospodari nominati ogni tre anni e scelti tra le famiglie greche di Costantinopoli, i Fanarioti. Nonostante l'abolizione della servitù, proclamata nel 1856 da Costantino Mavrocordato gospodaro di Moldavia e gospodaro di Valacchia, la vita dei Valacchi restò comunque miserabile, mentre i ceti elevati furono contagiati dal lusso dei Fanarioti e si ellenizzarono o si orientalizzarono a scapito dei sentimenti nazionalisti.

Stemma dei Basarab, la prima dinastia reale valacca (e quindi rumena).

Nella seconda metà del Settecento, tuttavia, in Valacchia iniziò a farsi sentire l'influenza della Russia; grazie al Trattato di Küçük Kaynarca del 1774, Caterina II si assicurò una possibilità di intervento negli affari del Paese: infatti, in base all'accordo “la Sublime porta" permette che, secondo le circostanze, i ministri della corte imperiale di Russia possano intervenire in favore dei due principati”. Con la pace di Iași, nel 1792 e nel 1802, la Russia ottenne un certo diritto di supervisione sulla nomina e la gestione dei gospodari. I Turchi, in spregio a questa convenzione, revocarono il gospodaro Costantino Ypsilanti nel 1806 e la Russia invase la Valacchia (18061812).

All'inizio del XIX secolo si risvegliò la coscienza nazionale romena e iniziarono le rivolte per liberare il Paese dalla tutela ottomana. Il movimento rivoluzionario, guidato da Tudor Vladimirescu, si associò per qualche tempo all'eteria, costituita nel 1814 dal figlio di Costantino, Alexandros Ypsilanti. Tudor sollevò l'Oltenia, liberò Bucarest ma entrò in conflitto con gli eteristi che lo fecero giustiziare. La rivolta portò comunque alla sostituzione dei Fanarioti con principi autoctoni.

Nel 1828 scoppiò una nuova guerra russo-turca e la Valacchia fu occupata dalle truppe zariste; durante questo periodo di amministrazione militare, furono gettate le basi per la creazione di un moderno stato: i “regolamenti organici” (1831-31) introdussero la carica a vita del gospodaro da parte dei grandi boiari e instaurano “pubbliche assemblee”. Influenzati dai moti del 1848, i Valacchi, insorsero e deposero il principe Gheorghe Bibescu, ma causarono l'intervento della Porta e del governo zarista: il trattato turco-russo di Balta Liman restaurò il regime dello statuto organico.

Dopo il fallimento della rivoluzione del 1848, Valacchia e Moldavia, approfittarono delle circostanze internazionali (guerra di Crimea) per realizzare il loro progetto di unione. Alla fine della guerra, il congresso di Parigi, si offrì di consultare l'intera popolazione romena sul problema dell'unificazione che ovviamente si pronunciò favorevolmente alla creazione di uno Stato nazionale. Ma le potenze straniere, accogliendo l'opposizione di Impero ottomano, Impero austro-ungarico e Gran Bretagna, rifiutarono di riconoscere l'unione e con il nome “Principati riuniti di Moldavia e di Valacchia” mantennero divisi i due Paesi sempre sottoposti all'autorità ottomana. Ma il popolo dei due principati elesse nel 1859 come proprio sovrano lo stesso principe regnante Alessandro Giovanni Cuza e la Turchia dovette accettare questa decisione nel 1861. Il 4 gennaio 1862 l'unità costituzionale venne legalmente proclamata e Bucarest divenne la capitale dello stato moldavo-valacco.

  1. ^ Valacchia, su treccani.it. URL consultato il 5 settembre 2021.
  2. ^ Ștefan Pascu, Documente străine despre români, ed. Arhivelor statului, București 1992, ISBN 973-95711-2-3
  3. ^ "Tout ce pays: la Wallachie, la Moldavie et la plus part de la Transylvanie, a esté peuplé des colonies romaines du temps de Trajan l'empereur… Ceux du pays se disent vrais successeurs des Romains et nomment leur parler romanechte, c'est-à-dire romain … " în Voyage fait par moy, Pierre Lescalopier l'an 1574 de Venise a Constantinople, în: Paul Cernovodeanu, Studii și materiale de istorie medievală, IV, 1960, p. 444
  4. ^ (RO) Petre P. Panaitescu, Începuturile şi biruinţa scrisului în limba română, Editura Academiei Bucureşti, 1965, p. 5.
  5. ^ (EN) T. Kamusella, The Politics of Language and Nationalism in Modern Central Europe, Springer, 2008, p. 352, ISBN 978-0-230-58347-4.
  6. ^ Utilizzato per scopi liturgici fino al XVIII secolo.
  7. ^ (EN) James Stuart Olson, Lee Brigance Pappas, Nicholas Charles Pappas e Nicholas C. J. Pappas, An Ethnohistorical Dictionary of the Russian and Soviet Empires, Greenwood Publishing Group, 1994, p. 550, ISBN 978-0-313-27497-8.
  8. ^ Soprattutto durante il periodo fanariota.
  9. ^ Robert Reid e Leif Pettersen, Romania & Moldova, su books.google.com, Lonely Planet, 11 novembre 2017. URL consultato l'11 novembre 2017. Ospitato su Google Books.
  10. ^ Brătianu 1980, p. 93.
  11. ^ Petre Dan, Hotarele românismului în date, Editura, Litera International, Bucarest, 2005, pp. 32, 34. ISBN 973-675-278-X

Voci correlate

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