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Groznyj

Coordinate: 43°19′54″N 45°38′41″E
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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Groznyj (disambigua).
Groznyj
città
(RU) Гро́зный
(CE) Соьлжа ГIала
Groznyj – Stemma
Groznyj – Bandiera
Groznyj – Veduta
Groznyj – Veduta
Localizzazione
StatoRussia (bandiera) Russia
Circondario federaleCaucaso Settentrionale
Soggetto federale Cecenia
RajonGroznenskij
Amministrazione
SindacoKhas-Magomed Kadyrov (ER)
Lingue ufficialirusso
Data di istituzione30 dicembre 1869
Territorio
Coordinate43°19′54″N 45°38′41″E
Altitudine130 m s.l.m.
Superficie324,16 km²
Abitanti297 410 (2018)
Densità917,48 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale364000–364099
Prefisso+7 8712
Fuso orarioUTC+3
Targa95
Cartografia
Mappa di localizzazione: Federazione Russa
Groznyj
Groznyj
Sito istituzionale

Groznyj (in russo Гро́зный?), nota anche come Sölƶa Ġala (in ceceno Соьлжа ГIала)[1], è una città della Russia sud-occidentale situata nel circondario del Caucaso Settentrionale nella Repubblica Cecena, della quale è capitale, nella regione storica della Ciscaucasia.

Geografia fisica

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Groznyj è situata sulle rive del fiume Sunža (che, confluito nell'Argun, sfocia poi nel Terek) sul versante settentrionale del Caucaso e grossomodo al centro della Cecenia. Lambita a nord dalle catene montuose dei monti del Terek e dei monti della Sunža, sorge a metà strada fra le città di Nal'čik (nella Cabardino-Balcaria) e Machačkala (nel Daghestan). Tra i centri abitati più vicini vi sono le cittadine di Gudermes, Argun, Šali, Ačhoj-Martan ed Urus-Martan.

La città è suddivisa nei seguenti 4 distretti:

  • Lenínskij
  • Zavodskoj
  • Staroprompslovskij
  • Oktjábr'skij
Groznyj
(1991-2020)
Fonte:[2]
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 2,33,710,117,323,228,230,830,625,117,28,83,53,216,929,917,016,7
T. media (°C) −1,5−0,64,710,816,721,423,923,618,511,64,50,1−0,710,723,011,511,1
T. min. media (°C) −4,2−3,70,85,711,515,918,217,913,47,31,4−2,5−3,56,017,37,46,8
T. max. assoluta (°C) 15,7
(2023)
22,3
(2016)
32,9
(2013)
33,7
(1970)
38,1
(1961)
39,1
(1956)
42,0
(2001)
41,4
(1940)
40,7
(2010)
32,5
(1973)
23,7
(1992)
18,0
(1961)
22,338,142,040,742,0
T. min. assoluta (°C) −31,5
(1940)
−30,8
(1972)
−19,1
(1985)
−7,6
(1948)
−3,1
(1949)
5,6
(1967)
9,2
(1992)
5,0
(1950)
−2,7
(1956)
−9,6
(1958)
−23,5
(1953)
−26,6
(1945)
−31,5−19,15,0−23,5−31,5
Precipitazioni (mm) 29243443678453484851363386144185135550

Il toponimo russo Groznyj significa letteralmente "spaventoso", "terribile" o "tempestoso" sebbene l'interpretazione di questo termine sia ambigua; esso veniva utilizzato anche per riferirsi allo zar Ivan IV di Russia, detto appunto "il Terribile". In lingua cecena la città è nota come Sölƶa Ġala, toponimo composto dal nome ceceno del fiume Sunža e dalla parola cecena per il termine città.

Durante l'esistenza della repubblica separatista nel 1996 fu rinominata ufficialmente in Dƶovxar-Ġala (in ceceno Джовхар-ГIала) in onore di Džochar Dudaev, il primo presidente della Repubblica cecena di Ichkeria. I guerriglieri ceceni continuano talvolta ad indicarla come Džochar o Djohar. Nel dicembre 2005, il parlamento ceceno votò per rinominarla Akhmadkala in onore di Achmat Kadyrov, proposta respinta dal figlio di quest'ultimo Ramzan Kadyrov, allora Primo ministro.[3]

La città venne fondata nel 1818 dai cosacchi del Terek come avamposto militare, responsabile del controllo russo nel settore caucasico. Per far spazio alla nascente cittadina numerosi villaggi indigeni vennero rasi al suolo. Fra questi si ricordano Kuli-Yurt, Yandara, Sunsha-Yurt.[4][5] Al termine dell'annessione operata dall'impero zarista nei primi decenni dell'800, la fortezza divenne obsoleta, e fu riconvertita in centro residenziale civile. Questa crebbe piuttosto lentamente fino alla fine del secolo, quando cominciò un certo sviluppo derivante dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della zona circostante. Intorno ai giacimenti si sviluppò un'economia di indotto fatta di industrie petrolchimiche e meccaniche. La cittadina divenne un importante snodo di passaggio degli oleodotti caucasici e uno dei più popolosi centri della regione (con più di 30.000 abitanti ai primi del '900).

Era sovietica

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Stemma sovietico della città adottato nel 1969.

Durante la Rivoluzione d'ottobre le milizie bolsceviche guidate da Nikolaj Ansimov conquistarono Groznyj, facendone ben presto uno dei principali centri di irradiamento della rivoluzione nel Caucaso settentrionale. La guarnigione posta a difesa della città respinse numerosi attacchi portati dai lealisti Cosacchi durante le prime fasi della Guerra civile russa. Tuttavia, con l'arrivo dell'armata bianca del generale Anton Denikin i rivoluzionari furono costretti ad abbandonare Groznyj, che fu catturata dall'Armata Bianca nel febbraio 1919. Un anno dopo l'Armata Rossa riuscì a sconfiggere Denikin e ad annettere nuovamente la città, che divenne la capitale del territorio ceceno nell'ambito della neocostituita RSSA delle Montagne. Nel 1922 la repubblica venne dissolta, e la regione cecena venne declassata a semplice provincia (Oblast) dell'URSS. Questa situazione permase fino al 1936, quando i territori ceceni e ingusci vennero unificati in una Repubblica Autonoma, la RSSA Ceceno-Inguscia.

Nel 1944 l'intera popolazione cecena e inguscia venne deportata, come misura punitiva per la mancata resistenza offerta dalle popolazioni locali di fronte all'avanzata dell'esercito tedesco durante l'Operazione Barbarossa. l'Armata Rossa operò in quel frangente numerose esecuzioni di massa[6], mentre molti altri cittadini perirono durante il trasporto in Siberia[7][8]. Secondo i documenti interni dell'NKVD più del 20% della popolazione residente all'epoca della deportazione perse la vita durante la deportazione e nel successivo periodo di cattività nei Gulag sovietici. Il Parlamento europeo ha riconosciuto nel 2004 l'azione condotta dall'Unione Sovietica atto di genocidio[9].

Dopo l'epurazione della componente cecena, Groznyj tornò ad essere un semplice centro amministrativo, nel quale vennero sistemati migliaia di profughi russi rimasti senza casa durante la seconda guerra mondiale. Alla morte di Stalin le popolazioni autoctone furono autorizzate a tornare nelle loro terre, ricostituite come Repubblica Autonoma Ceceno-Inguscia. Il reintegro dei ceceni a Groznyj non fu tuttavia facile, giacché la città era ormai massicciamente abitata da russi. Questo fatto causò una degenerazione nei rapporti interetnici fra le due componenti, intenzionate a guadagnare l'egemonia sulle leve politiche ed economiche della comunità. Secondo il sociologo Georgy Derluguyan la struttura sociale iniziò a delinearsi secondo uno schema raffrontabile con quello presente nell'Algeria francese, nella quale la classe dominante era rappresentata da una esigua minoranza di origine francese che si imponeva sulla maggioranza autoctona tramite il controllo degli apparati politici e il monopolio delle professioni qualificate. Nello stesso modo, rileva Derluguyan, nella Groznyj degli anni cinquanta — sessanta la minoranza russa controllava il dispositivo politico locale del PCUS e deteneva i più ambiti (e meglio retribuiti) posti di lavoro nell'ambito del settore amministrativo e petrolchimico[10]. Lo status quo, sovente agitato da sollevazioni delle classi più disagiate, era mantenuto da un alto livello di sviluppo, durante il quale le condizioni della popolazione crebbero notevolmente, attirando ulteriore inurbamento e promuovendo la nascita dei numerosi quartieri residenziali che hanno caratterizzato il panorama di Groznyj fino ai primi anni 2000. Alla fine dell'era sovietica la città contava circa 400.000 abitanti, in gran parte ceceni, ma con una forte minoranza russa attestata intorno al 25%[11].

Il collasso dell'Unione Sovietica

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Durante le convulse fasi che portarono al crollo dell'URSS, Groznyj divenne il centro di un attivo movimento separatista, guidato dal generale dell'aeronautica ceceno Džochar Dudaev. Collegato alle attività politiche guidate da Dudaev, si inquadra il processo di allontanamento (il più delle volte forzato) della minoranza russa dalla città[12]. Il fenomeno, radicalizzatosi con l'acuirsi delle tensioni fra il governo russo e gli insorti ceceni, prese secondo alcuni la forma di una vera e propria pulizia etnica[13][14]. Non mancano voci contrastanti, come quella degli economisti russi Boris Lvin e Andrej Illarionov, secondo i quali l'analisi dei flussi non indicherebbe una emigrazione russa da territori esterni al "nucleo originario" della loro nazione maggiore rispetto ad altre analoghe situazioni[15], e che il gigantesco esodo occorso a cavallo tra il 1994 e il 1996 sarebbe diretta conseguenza dei bombardamenti operati dalla stessa aeronautica russa durante la Prima guerra cecena[16].

I tentativi russi di rovesciare la leadership di Dudaev, nel frattempo divenuto presidente della Repubblica cecena di Ichkeria, culminarono in un tentato colpo di Stato sventato proprio nelle strade di Groznyj, quando le forze paramilitari fedeli al governo distrussero quelle leali a Mosca[17] catturando decine di militari russi e scatenando così l'aggressione diretta dell'Esercito Federale.

La prima guerra cecena

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Il palazzo presidenziale di Groznyj, gennaio 1995.

Durante la Prima guerra cecena la città venne pesantemente bombardata, e fu successivamente teatro di aspri scontri che si protrassero fino alla primavera del 1995. L'utilizzo indiscriminato di esplosivi da parte di entrambe le forze trasformarono la città in un cumulo di macerie, fra le quali perirono migliaia di militari e un numero imprecisato di civili. Gran parte di questi ultimi era di nazionalità russa, giacché gli abitanti di etnia cecena, che sovente avevano la possibilità di sfollare presso amici e parenti fuori città, riuscirono in buona parte a mettersi in salvo dalle distruzioni. L'occupazione russa della città durò fino all'agosto 1996, quando una forza di 1500-3000 miliziani indipendentisti riconquistò la città con un blitz. A seguito del cessate il fuoco e dei successivi accordi di Khasavyurt la città tornò capitale di una repubblica indipendente, col nome di Džochar in onore del presidente ceceno, rimasto ucciso pochi mesi prima che il conflitto avesse termine.

La seconda guerra cecena

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Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra cecena.
Appartamenti danneggiati, 2006

La seconda invasione russa si abbatté su una città ancora danneggiata, determinandone la completa distruzione. Fra le rovine di Groznyj si combatté la principale battaglia del conflitto, con il consueto massiccio utilizzo di esplosivi sia da parte dell'artiglieria e dell'aviazione russe sia da parte dei gruppi di fuoco ceceni, armati con gran quantità di RPG. Il 25 ottobre 1999 l'aviazione russa bombardò il centro cittadino, dove stava avendo luogo il mercato, uccidendo circa 140 persone e ferendone centinaia. L'artiglieria federale concentrò i propri sforzi sulla demolizione dei palazzi residenziali, che durante la guerra precedente avevano offerto un notevole vantaggio strategico alla fanteria leggera cecena. Durante il conflitto la città ha subito un volume di devastazione tale da essere classificata nel 2000 come la città più distrutta al mondo[18].

Dopo la guerra

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La moschea Akhmad Kadyrov e il nuovo quartiere commerciale

Ad oggi la Cecenia è stata reintegrata come repubblica autonoma all'interno della Federazione Russa. Gli organi amministrativi e istituzionali hanno sede a Groznyj. Fino al 2006 il prolungarsi dello stato di guerra e le turbolente vicende attraversate dal governo filo russo installato dopo l'occupazione della città avevano impedito l'avvio di un serio piano di ricostruzione, ragion per cui su 60.000 appartamenti distrutti, soltanto 900 erano stati ricostruiti. Dal 2009, col varo di un ambizioso piano concordato tra Vladimir Putin e l'allora Primo Ministro della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov, la ricostruzione è effettivamente iniziata, procedendo a ritmo spedito. Ad oggi gran parte dei quartieri abitativi è stata ricostruita, mentre nel nuovo centro cittadino sono sorti numerosi edifici di nuova concezione, come la moschea, qualificata come una delle più grandi in tutta la Russia. Il tessuto industriale della città sta vivendo una seconda vita, dopo essere stato totalmente distrutto durante la guerra[19]. La Repubblica Cecena, e di conseguenza Groznij, è considerata come una delle regioni più finanziate dal Governo. Di conseguenza, la capitale della repubblica caucasica presenta condizioni di vita migliori rispetto ai vicini territori[20].

La Biblioteca Nazionale Cecena

A Groznyj sono presenti 5 teatri[21]:

  • Teatro russo di Groznyj "Lermantov"
  • Teatro governativo ceceno "Nuradilov"
  • Teatro governativo ceceno per i giovani spettatori
  • Teatro governativo ceceno "Serlo"
  • Ensemble governativo folkloristico "Nokcho"

Due biblioteche[22]:

  • Biblioteca Nazionale della Repubblica Cecena
  • Biblioteca repubblicana infantile della Cecenia

Tre organismi musicali :

  • Teatro filarmonico di Groznyj
    Ensemble "Vainach"
  • Orchestra sinfonica governativa della Repubblica Cecena
  • Filarmonica della Repubblica Cecena

Tre musei :

  • Museo Nazionale della Repubblica Cecena
  • Museo-memoriale "Aidamirov"
  • Museo "Achmad Abdulchamidovič Kadyrov"
Museo Nazionale della Repubblica Cecena

A seguito delle guerre cecene, i pochi stabilimenti sono stati distrutti. Tuttavia, dopo i tragici eventi bellici, il Governo russo e ceceno hanno favorito una ripresa economica abbastanza rapida della città[23]. I maggiori impianti produttivi sono:

  • «Грознефтегаз»-"Grozneftgaz"
  • «Трансмаш»-"Transmaš"
  • «Грозненский электромеханический завод»-"Impianto Elettromeccanico di Groznyj"
  • «Электропульт-Грозный»-"Electropult'-Groznyj"
  • Грозненская экспериментальная мебельная фабрика-"Fabbrica sperimentale di mobili di Groznyj"
  • Швейная фабрика «Беркат»-"Fabbrica d'abbigliamento Berkat"
  • Грозненский консервный завод-"Conservificio di Groznyj"
  • 4 panifici meccanizzati
  • Impianto di produzione di mattoni
  • ДОК «Фагус»-"Impresa forestale Fagus"
  • «Чеченавто»-"Čečenavto", fabbrica di autoveicoli
  • «Энергия+Плюс»-"Ėnergija+Pljus"(Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria)

Evoluzione demografica

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La città, che all'inizio degli anni novanta aveva quasi raggiunto il mezzo milione di abitanti, ha visto più che dimezzata la propria popolazione nell'arco di un decennio, a causa delle due guerre cecene. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento demografico.

Popolazione di Groznyj

Edificio dell'Università "Millionshikov"

La capitale della Cecenia ha asili nido, scuole elementari e licei, frequentati dagli abitanti di tutta la regione. A Groznyj hanno sede inoltre diverse Università:

  • l'Università statale cecena
  • l'Università governativa pedagogica
  • l'Università petrolchimica governativa di Groznyj "Millionschikov"
  • l'Università islamica russa "Kunt-Kadgi Kisheiev"

Infrastrutture e trasporti

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A causa dei recenti eventi bellici, la situazione dei trasporti a Groznyj è attualmente molto precaria e la rete tranviaria è fuori servizio. La capitale della Cecenia è servita da 50 autobus e alcuni microbus. La linea ferroviaria funzionante (chiusa nella tratta Groznyj-Nazran'), che si ricongiunge alla linea Rostov-Mahačkala nella vicina città di Gudermes, è stata riaperta nel 2005 e conta vari collegamenti, tra cui anche uno che porta direttamente a Mosca.
I collegamenti con l'esterno sono ad oggi assicurati dal nuovo aeroporto di Groznyj, dal 2009 certificato come l'unico aeroporto internazionale nella regione.[24][25]

Moschea Akhmad Kadyrov

La principale religione praticata nella città, così come in tutta la Repubblica, è l'Islam di tipo sunnita, che è rappresentato da due tipi di confraternite islamiche: gli Uwaisi e i Qadiriyya. La moschea "Akhmat Kadyrov" è la principale della Cecenia e una tra le più importanti in Russia. La seconda religione praticata è il cristianesimo ortodosso.

Edificio della stampa locale, ricostruito dopo un attentato

Le principali testate giornalistiche sono:

  • Azienda radio-televisiva "Groznyj"
  • "Vesti Respubliki"
  • "Groznenskij rabocii"
  • "Daimoch"
  • "Iz ruky v ruku"
  • "Molodeg'naia smena"
  • "Cecenskoie obcestvo"
  • "Zori Islama"
  • "Raduga"

Amministrazione

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Organi di governo

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Gli organi di governo municipali della città di Groznyj sono:

  • Organo di Rappresentanza di Groznyj-Consiglio dei Deputati della città di Groznyj
  • Sindaco della città di Groznyj-Maggiore funzionario della città di Groznyj
  • Organo Esecutivo della città di Groznyj-Municipio di Groznyj
  • Organo di Controllo della Città di Groznyj-Coorte dei Conti della città di Groznyj
Complesso sportivo Kolisej

La squadra principale della città è l'Achmat Groznyj. La squadra è stata fondata nel 1946 ed ha conquistato la coppa nazionale nella stagione sportiva 2003/04.

La squadra più famosa della capitale cecena è il Groznyj, che ha vinto la Coppa dell'URSS sette volte e quello russo dieci volte.

Arti marziali miste

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Il club "Berkut" è la principale associazione sportiva di MMA della città.

Impianti sportivi

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  • Terek Stadium stadio di casa della squadra calcistica Terek Groznyj
  • Kolisej complesso sportivo con capienza di 4200 persone
  • Krepost' Groznaja autodromo con capienza di 1600 persone.

Galleria d'immagini

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  1. ^ (RU) ИСТОРИЯ ГОРОДА ГРОЗНОГО (СОЬЛЖА ГIАЛА), su grozmer.ru. URL consultato il 15 marzo 2022.
  2. ^ (RU) Климатические таблицы. Данные для Грозного.
  3. ^ (RU) Путин считает закрытой тему переименования города Грозного, in RIA Novosti, 16 dicembre 2005. URL consultato il 15 marzo 2022.
  4. ^ Tactical Observations from the Grozny Combat Experience Archiviato l'11 febbraio 2010 in Internet Archive.
  5. ^ STATUTO DELL'ENTE MUNICIPALE "DISTRETTO URBANO "CITTÀ DI GROZNY" 2017
  6. ^ "The Soviet War against ‘Fifth Columnists’: The Case of Chechnya, 1942–1944" by Jeffrey Burds Archiviato il 27 marzo 2009 in Internet Archive., p.39
  7. ^ Dunlop, John. Russia confronts Chechnya: The roots of a separatist conflict. Pages 67-69
  8. ^ Bugai, Nikolai Fedorovich. The Truth about the Deportation of the Chechen and Ingush People. Printed in English in Soviet Studies in History, Fall 1991. Originalmente in russo in Voprosy istorii, giugno 1990.
  9. ^ Chechnya: European Parliament recognizes the genocide of the Chechen People in 1944, 27 febbraio 2004
  10. ^ Georgi Derluguyan, Bourdieu's Secret Admirer in the Caucasus, University of Chicago Press, 2005, pp. 244–5, ISBN 978-0-226-14283-8.
  11. ^ Sito ufficiale del censimento 2002, su perepis2002.ru. URL consultato il 19 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2020).
  12. ^ James Hughes, Chechnya: from nationalism to jihad, University of Pennsylvania Press, 2007, p. 64, ISBN. URL consultato il 1º novembre 2010.
  13. ^ Fate of ethnic Russian Grozny residents (Russian Line)
  14. ^ Chechnya: The White Book (Globalsecurity.org)
  15. ^ Boris Lvin and Andrei Illarionov. Moscow News. 24 febbraio - 2 marzo 1995
  16. ^ Carlotta Gall and Thomas de Waal. pp. 197, 227
  17. ^ Carlotta Gall and Thomas De Waal. Small Victorious War. p151-2
  18. ^ Programmes | From Our Own Correspondent | Scars remain amid Chechen revival, BBC News, 3 marzo 2007. URL consultato il 5 maggio 2009.
  19. ^ Under Iron Hand of Russia's Proxy, a Chechen Revival
  20. ^ Правительство определило объем дотаций Чечне и Крыму на 2017 год
  21. ^ Lista completa dei teatri di Groznyj(in russo)
  22. ^ Lista completa delle biblioteche di Groznyj (in russo)
  23. ^ Realizzazione di nuove imprese a Groznyj (in russo)
  24. ^ International Certificate goes to Grozny Airport Archiviato il 28 novembre 2009 in Internet Archive.
  25. ^ The 2009 Scroll of Honour Award Winners Archiviato il 27 settembre 2009 in Internet Archive.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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