Giorgio Pazzini

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Giorgio Pazzini
NascitaPontedera, 1912
MorteGandesa, 9 aprile 1938
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
Repartobattaglione d'assalto "Carroccio", 3º Reggimento legionario, 4ª Divisione fanteria "Littorio"
GradoSottotenente di complemento
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Giorgio Pazzini (Pontedera, 1912Gandesa, 9 aprile 1938) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Nacque a Pontedera nel 1912, figlio di Delfino Adolfo e Ava Mattoni.[2] Studente presso il Liceo scientifico di Livorno, chiese inutilmente di partecipare alle operazioni militari contro l'Etiopia in Africa Orientale come semplice camicia nera.[1] Rinunciando quindi al beneficio che gli competeva come studente e nel giugno 1936 si arruolò nel Regio Esercito, in qualità di allievo ufficiale di complemento dell'arma di fanteria, presso il 94º Reggimento fanteria "Messina" di stanza a Fano. Ottenuta la nomina ad aspirante, nell'aprile 1937 venne assegnato all'88º Reggimento fanteria "Friuli", dove fu promosso sottotenente, e nel mese di settembre fu trasferito al 22º Reggimento fanteria "Cremona" della omonima Brigata.[1] In quello stesso mese partì volontario per combattere nella guerra di Spagna, e una volta arrivato in Spagna entrò in servizio nel Corpo Truppe Volontarie assegnato al battaglione d'assalto "Carroccio", 3º Reggimento legionario, della 4ª Divisione fanteria "Littorio".[1] Rimasto gravemente ferito a Gandesa, decedette il 9 aprile 1938 presso l'ospedale della Croce Rossa Italiana in seguito alle ferite riportate nel combattimento del giorno precedente.[1] Con Regio Decreto del 18 aprile 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone che alla innata modestia accoppiava capacità professionale, coraggio e sprezzo del pericolo, ha sempre condotto il suo plotone brillantemente all’attacco. Nell’occupazione di importante posizione, alla testa dei suoi legionari, che lanciava contro il nemico contrattaccante, sotto violento fuoco di mitragliatrici e di bombe a mano, rimaneva mortalmente ferito. Ai porta feriti che volevano trasportarlo al posto di medicazione ordinava di essere lasciato sul posto, perché anche essi partecipassero all’attacco. Magnifica figura di ufficiale, giovane pieno d’ardire, di elevato senso del dovere e sprezzante di ogni pericolo. Gandesa, Tortosa, 8 aprile 1938.[3]»
— Regio Decreto del 18 aprile 1940.[4]


  • Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 309.

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Collegamenti esterni

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