Francis Spufford

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Francis Spufford (1964) è uno scrittore britannico.

Nato nel 1964[1], vive e lavora vicino a Cambridge[2].

Dopo aver conseguito un Bachelor of Arts in letteratura inglese all'Università di Cambridge nel 1985, ha lavorato per un triennio alla Chatto & Windus ricoprendo l'incarico di capo editore prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e all'insegnamento[3].

Ha iniziato la sua carriera come saggista ed editore in antologie e, dopo un'opera biografica sulla sua infanzia, The Child That Books Built: A Life in Reading (2002)[4] e un esperimento tra fiction e non fiction, L'ultima favola russa (2010)[5], ha esordito nella narrativa nel 2016 con il romanzo Golden Hill[6].

Giornalista per il Guardian[7], insegna al Goldsmiths College di Londra[8].

  • Golden Hill (2016), Torino, Bollati Boringhieri, 2017 traduzione di Carlo Prosperi ISBN 978-88-339-2914-9.
  • Una luce che non si spegne (Light Perpetual, 2021), Torino, Bollati Boringhieri, 2022 traduzione di Maria Giulia Castagnone ISBN 978-88-339-3730-4.
  • I May Be Some Time: Ice and the English Imagination (1996)
  • Backroom Boys: The Secret Return of the British Boffin (2003)
  • L'ultima favola russa (Red Plenty, 2010), Torino, Bollati Boringhieri, 2013 traduzione di Carlo Prosperi ISBN 978-88-339-2376-5.
  • Unapologetic: Why, despite everything, Christianity can still make surprising emotional sense (2012)
  • The Child That Books Built: A Life in Reading (2002)
  • The Chatto Book Of Cabbages And Kings: Lists In Literature (1989)
  • Cultural Babbage con Jenny Uglow (1997)
  • The Vintage Book of The Devil (1997)
  • The Antarctic (2008)

Premi e riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ (EN) Francis Spufford winner 1997, su youngwriteraward.com. URL consultato il 30 aprile 2020.
  2. ^ (EN) An Evening with Francis Spufford, su liverpoolcathedral.org.uk, 7 giugno 2017. URL consultato il 30 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2017).
  3. ^ (EN) Professor Francis Spufford, su gold.ac.uk. URL consultato il 30 aprile 2020.
  4. ^ (EN) Francis Spufford non-fiction writer, su rlf.org.uk. URL consultato il 30 aprile 2020.
  5. ^ Micol De Pas, "L'ultima favola russa", storia semiseria dell'economia sovietica, su panorama.it, 14 maggio 2013. URL consultato il 30 aprile 2020.
  6. ^ (EN) Steven Poole, Golden Hill by Francis Spufford review – a frolicsome first novel, su theguardian.com, 1º giugno 2016. URL consultato il 30 aprile 2020.
  7. ^ (EN) Introduzione all'autore e raccolta di articoli, su theguardian.com. URL consultato il 30 aprile 2020.
  8. ^ Scheda dell'autore, su illibraio.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
  9. ^ (EN) Albo d'oro, su societyofauthors.org. URL consultato il 30 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2021).
  10. ^ (EN) Elenco dei premiati (PDF), su assets.ctfassets.net. URL consultato il 29 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
  11. ^ (EN) Danuta Kean, Francis Spufford wins the Ondaatje prize with Golden Hill, su theguardian.com, 8 maggio 2017. URL consultato il 30 aprile 2020.
  12. ^ (EN) Danuta Kean, Golden Hill wins Francis Spufford third major prize in a year, su theguardian.com, 21 giugno 2017. URL consultato il 7 gennaio 2022.
  13. ^ (EN) Mark Chandler, Spufford takes £10k Encore Award for 'endlessly inventive' Light Perpetual, su thebookseller.com, 24 maggio 2022. URL consultato il 24 maggio 2022.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN17297316 · ISNI (EN0000 0001 2021 6958 · LCCN (ENnr90018503 · GND (DE102254067X · BNE (ESXX5187953 (data) · BNF (FRcb12346448b (data) · J9U (ENHE987007293039705171 · CONOR.SI (SL142956643