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L’Università di Roma “La Sapienza” di Roma dal 2016 ha promosso il progetto CREAMY (Italo Calvino REpository for Analysis of Multilingual phraseologY) con lo scopo di analizzare tutte le traduzioni prodotte delle unità fraseologiche... more
L’Università di Roma “La Sapienza” di Roma dal 2016 ha promosso il progetto CREAMY (Italo Calvino REpository for Analysis of Multilingual phraseologY) con lo scopo di analizzare tutte le traduzioni prodotte delle unità fraseologiche all’interno delle varie opere scritte da Italo Calvino.
Il lavoro di tesi è strutturato in tre capitoli: un primo apparato teorico, la descrizione del programma, l’analisi pratica delle occorrenze. Nel primo capitolo si è approfondita la conoscenza dello studio della fraseologia e presentate in rassegna le principali teorie sviluppate sulla fraseologia, partendo da Viktor Vladimirovich Vinogradov fino a giungere ai giorni nostri con Gloria Corpas Pastor, che possiede il merito di aver pubblicato il Manual de fraseología española. In seguito si descrivono le tre sfere che costituiscono le unità fraseologiche, secondo la teoria di Corpas Pastor, andando nello specifico: collocazioni, polirematiche ed enunciati fraseologici. Nel secondo capitolo, dopo aver parlato brevemente del Fondo Italo Calvino, si descrive il progetto CREAMY, con la costruzione del sito web creato appositamente da Paolo Bottoni per poter analizzare tutti gli enunciati fraseologici. Infine si passa. nel terzo capitolo, all’analisi pratica, mostrando alcuni particolari esempi di polirematiche, presenti all’interno del testo Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino e della sua versione tradotta El sendero de los nidos de araña, curato da Aurora Bernárdez, utilizzando la piattaforma CREAMY. Si è osservato soprattutto il cotesto, cercando di capire come mai la traduttrice abbia scelto di utilizzare differenti polirematiche per tradurne una stessa e osservando le differenze che si possono avere tra la lingua spagnola e la lingua italiana.
The University "La Sapienza" in Rome has promoted, since 2016, the CREAMY project (Italo Calvino REpository for Analysis of Multilingual phraseologY) with the aim to analyze all the Multi Word Expressions translations that have been produced within the several works written by Italo Calvino.
The thesis work is structured into three chapters: a theoretical apparatus, the program description and the practical analysis of the occurrences. In the first chapter the knowledges about the phraseology have been deepened and, lately, the main theories developed about phraseology have been presented, starting from Viktor Vladimirovich Vinogradov up to Gloria Corpas Pastor, who has, nowadays, the merit of having published “Manual de la Fraseología Española”. Thereafter, have been described the three spheres that make up the phraseological units, according to Corpas Pastor's theory, going specifically: collocations, multi word expressions and phraseological propositions. In the second chapter, after a briefly dwell on the Italo Calvino Fund, CREAMY project has been described, with the construction of the website created specifically by Paolo Bottoni in order to analyze all the phraseological propositions. Finally we move on to the third chapter, where we find the practical analysis using the CREAMY platform, showing some particular multi word expressions' examples, present within Calvino's work “Il sentiero dei nidi di ragno” and its translated version “El sendero de los nidos de araña”, edited by Aurora Bernárdez. The cotext was observed mostly, trying to understand why the translator chose to use different multi word expressions to translate one and observing the differences that can occur between Spanish and Italian languages.
Il lavoro di tesi è strutturato in tre capitoli: un primo apparato teorico, la descrizione del programma, l’analisi pratica delle occorrenze. Nel primo capitolo si è approfondita la conoscenza dello studio della fraseologia e presentate in rassegna le principali teorie sviluppate sulla fraseologia, partendo da Viktor Vladimirovich Vinogradov fino a giungere ai giorni nostri con Gloria Corpas Pastor, che possiede il merito di aver pubblicato il Manual de fraseología española. In seguito si descrivono le tre sfere che costituiscono le unità fraseologiche, secondo la teoria di Corpas Pastor, andando nello specifico: collocazioni, polirematiche ed enunciati fraseologici. Nel secondo capitolo, dopo aver parlato brevemente del Fondo Italo Calvino, si descrive il progetto CREAMY, con la costruzione del sito web creato appositamente da Paolo Bottoni per poter analizzare tutti gli enunciati fraseologici. Infine si passa. nel terzo capitolo, all’analisi pratica, mostrando alcuni particolari esempi di polirematiche, presenti all’interno del testo Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino e della sua versione tradotta El sendero de los nidos de araña, curato da Aurora Bernárdez, utilizzando la piattaforma CREAMY. Si è osservato soprattutto il cotesto, cercando di capire come mai la traduttrice abbia scelto di utilizzare differenti polirematiche per tradurne una stessa e osservando le differenze che si possono avere tra la lingua spagnola e la lingua italiana.
The University "La Sapienza" in Rome has promoted, since 2016, the CREAMY project (Italo Calvino REpository for Analysis of Multilingual phraseologY) with the aim to analyze all the Multi Word Expressions translations that have been produced within the several works written by Italo Calvino.
The thesis work is structured into three chapters: a theoretical apparatus, the program description and the practical analysis of the occurrences. In the first chapter the knowledges about the phraseology have been deepened and, lately, the main theories developed about phraseology have been presented, starting from Viktor Vladimirovich Vinogradov up to Gloria Corpas Pastor, who has, nowadays, the merit of having published “Manual de la Fraseología Española”. Thereafter, have been described the three spheres that make up the phraseological units, according to Corpas Pastor's theory, going specifically: collocations, multi word expressions and phraseological propositions. In the second chapter, after a briefly dwell on the Italo Calvino Fund, CREAMY project has been described, with the construction of the website created specifically by Paolo Bottoni in order to analyze all the phraseological propositions. Finally we move on to the third chapter, where we find the practical analysis using the CREAMY platform, showing some particular multi word expressions' examples, present within Calvino's work “Il sentiero dei nidi di ragno” and its translated version “El sendero de los nidos de araña”, edited by Aurora Bernárdez. The cotext was observed mostly, trying to understand why the translator chose to use different multi word expressions to translate one and observing the differences that can occur between Spanish and Italian languages.
Tesi di Laurea Triennale in Scienze Politiche Università della Calabria Foti Gianmario - Relatore: Prof. Di Turi Claudio "Il concetto di autodeterminazione dei popoli, nonostante si possa considerare conclusa la fase storica di lotta... more
Tesi di Laurea Triennale in Scienze Politiche
Università della Calabria
Foti Gianmario - Relatore: Prof. Di Turi Claudio
"Il concetto di autodeterminazione dei popoli,
nonostante si possa considerare conclusa la fase storica
di lotta da parte dei paesi ex-coloniali per
l’indipendenza, assume ancora un’importanza rilevante
all’interno del diritto internazionale.
La scelta di trattare questo argomento è dunque
giustificata da un interesse attuale, e in questo
elaborato verrà discusso in maniera particolare il
recente caso di dichiarazione di indipendenza del
Kosovo nei confronti della Serbia.
Il suddetto caso, oltre a rappresentare uno spunto
interessante per discutere di autodeterminazione,
rappresenta un'occasione per discutere anche di come
viene interpretato il concetto di secessione nella
dottrina internazionale.
Il riconoscimento del Kosovo ha infatti spaccato la
comunità internazionale tra chi ha riconosciuto
immediatamente la legittimità del nuovo stato e chi,
come Serbia e Russia in primis, hanno invece dichiarata
illegittima la dichiarazione di indipendenza.
Si pone quindi il problema, ancora in realtà irrisolto nel
diritto internazionale, di quali siano le reali
caratteristiche necessarie a uno stato per essere
riconosciuto come tale dalla comunità internazionale.
In particolare vedremo come la classica tesi che
individua queste caratteristiche in un governo autonomo
che eserciti un controllo effettivo su un determinato
territorio e nella possessione di un territorio che non
appartenga a nessun altro Stato sovrano1
, siano nella
pratica insufficienti a permettere un riconoscimento
oggettivo di un nuovo stato.
Questa situazione di incertezza della dottrina è dovuta
certamente alla natura stessa del diritto internazionale,
che, come cercherò di dimostrare con questo elaborato,
spesso risulta essere il diritto dei più forti, cioè di
quegli stati che in ogni fase storica esercitano il ruolo
di così dette “Superpotenze”."
Università della Calabria
Foti Gianmario - Relatore: Prof. Di Turi Claudio
"Il concetto di autodeterminazione dei popoli,
nonostante si possa considerare conclusa la fase storica
di lotta da parte dei paesi ex-coloniali per
l’indipendenza, assume ancora un’importanza rilevante
all’interno del diritto internazionale.
La scelta di trattare questo argomento è dunque
giustificata da un interesse attuale, e in questo
elaborato verrà discusso in maniera particolare il
recente caso di dichiarazione di indipendenza del
Kosovo nei confronti della Serbia.
Il suddetto caso, oltre a rappresentare uno spunto
interessante per discutere di autodeterminazione,
rappresenta un'occasione per discutere anche di come
viene interpretato il concetto di secessione nella
dottrina internazionale.
Il riconoscimento del Kosovo ha infatti spaccato la
comunità internazionale tra chi ha riconosciuto
immediatamente la legittimità del nuovo stato e chi,
come Serbia e Russia in primis, hanno invece dichiarata
illegittima la dichiarazione di indipendenza.
Si pone quindi il problema, ancora in realtà irrisolto nel
diritto internazionale, di quali siano le reali
caratteristiche necessarie a uno stato per essere
riconosciuto come tale dalla comunità internazionale.
In particolare vedremo come la classica tesi che
individua queste caratteristiche in un governo autonomo
che eserciti un controllo effettivo su un determinato
territorio e nella possessione di un territorio che non
appartenga a nessun altro Stato sovrano1
, siano nella
pratica insufficienti a permettere un riconoscimento
oggettivo di un nuovo stato.
Questa situazione di incertezza della dottrina è dovuta
certamente alla natura stessa del diritto internazionale,
che, come cercherò di dimostrare con questo elaborato,
spesso risulta essere il diritto dei più forti, cioè di
quegli stati che in ogni fase storica esercitano il ruolo
di così dette “Superpotenze”."
Tesi di Laurea in Relazioni Internazionali di Foti Gianmario. Relatore: Prof. Alberto Ventura Anno accademico: 2012/2013 " L’attuale crisi economica e finanziaria, iniziata nel 2008 con la crisi dei subprime negli Stati Uniti, e seconda... more
Tesi di Laurea in Relazioni Internazionali di Foti Gianmario.
Relatore: Prof. Alberto Ventura
Anno accademico: 2012/2013
"
L’attuale crisi economica e finanziaria, iniziata nel 2008 con la crisi dei subprime negli Stati Uniti, e seconda per gravità solo alla grande depressione del 1929, ha posto e pone il problema di rivedere e ripensare il sistema capitalista moderno, lo stesso che, dopo la caduta del muro di Berlino, sembrava destinato ad essere imbattibile e soprattutto immortale.
Questa tesi tratterà della storia e dei principi di quella che oggi viene definita finanza islamica, e cioè di quel sistema economico che ricava i propri valori e le proprie regole dalla legge islamica, la shari’a.
Come si vedrà nello specifico nel corso di questo lavoro, la finanza islamica, o ancora meglio le sue basi teoriche, potrebbero rappresentare un’importante alternativa al capitalismo di stampo neo liberista attuale, partendo dalla riscoperta della centralità della dimensione etica e sociale del mercato.
Infatti, il risultato più evidente dell’attuale crisi economica risulta essere un’ancora maggiore disparità nella distribuzione della ricchezza sia a livello globale, sia a livello locale, ad esempio all’interno di paesi come l’Italia dove le percentuali dei tassi di disoccupazione e di popolazione povera, hanno raggiunto ormai livelli insostenibili.
Oltre agli aspetti etici e morali, quello della finanza islamica è un interesse dettato dai numeri. Infatti, come si vedrà nello specifico, essa cresce a un ritmo del 15% annuo, con previsioni nel breve-medio periodo altrettanto incoraggianti.
Di particolare interesse è il fenomeno delle banche islamiche, che, così come per l’economia “ convenzionale”, sono gli strumenti principali dell’azione economica e finanziaria, ma anche la cartina di tornasole dello stato di salute generale dell’economia.
Nel primo capitolo tratterò del rapporto che intercorre tra religione ed economia, partendo dal presupposto che la religione è ancor più che un fenomeno intimo, un fenomeno sociale, e che in quanto tale, ha da sempre influenzato tutte le altre sfere sociali, economia inclusa.
Nel secondo capitolo si parlerà dell’evoluzione storica e dei principi della finanza islamica.
Dopo aver definito il contesto storico di nascita ed evoluzione della finanza nei paesi a maggioranza musulmana, dalle origini fino al periodo post-colonialista, si passeranno ad analizzare nello specifico i principi economici che trovano il proprio fondamento nei testi sacri dell’islam, in particolare i concetti di Riba, Maysir e Gharar, cioè i divieti assoluti da rispettare da ogni musulmano nell’azione economica.
Si vedrà anche come risultino fondamentali i concetti di equità e di redistribuzione della ricchezza, attraverso strumenti come l’elemosina (Zakat) e l’istituzione di opere pie (Waqf) con l’obbiettivo di sostenere la parte più povera della comunità.
Nel terzo capitolo si tratterà infine degli istituti bancari islamici, che, avendo l’obbligo di applicare la legge coranica, hanno, sin dalla loro nascita, elaborato strumenti finanziari e creditizi originali.
Se da una parte questi strumenti risultano ancora in evoluzione, d’altra parte rappresentano un’alternativa concreta a quelli delle banche convenzionali e soprattutto hanno il beneficio di permettere un accesso al credito da parte di imprese e privati sempre più difficile nel contesto occidentale.
Si vedrà inoltre come, visto le premesse, le banche islamiche stanno sempre più suscitando l’interesse delle economie occidentali, in particolare di quella britannica, tanto che Londra si candida ad essere la capitale mondiale della finanza islamica.
Infine, dopo aver cercato di dimostrare come quest’ultima sia assolutamente compatibile con quella nostrana, proverò a proporla come possibile via d’uscita da una crisi permanente e da un capitalismo che sempre più perde la propria capacità di autorigenerazione, che gli ha sempre permesso di superare i periodi di crisi."
Relatore: Prof. Alberto Ventura
Anno accademico: 2012/2013
"
L’attuale crisi economica e finanziaria, iniziata nel 2008 con la crisi dei subprime negli Stati Uniti, e seconda per gravità solo alla grande depressione del 1929, ha posto e pone il problema di rivedere e ripensare il sistema capitalista moderno, lo stesso che, dopo la caduta del muro di Berlino, sembrava destinato ad essere imbattibile e soprattutto immortale.
Questa tesi tratterà della storia e dei principi di quella che oggi viene definita finanza islamica, e cioè di quel sistema economico che ricava i propri valori e le proprie regole dalla legge islamica, la shari’a.
Come si vedrà nello specifico nel corso di questo lavoro, la finanza islamica, o ancora meglio le sue basi teoriche, potrebbero rappresentare un’importante alternativa al capitalismo di stampo neo liberista attuale, partendo dalla riscoperta della centralità della dimensione etica e sociale del mercato.
Infatti, il risultato più evidente dell’attuale crisi economica risulta essere un’ancora maggiore disparità nella distribuzione della ricchezza sia a livello globale, sia a livello locale, ad esempio all’interno di paesi come l’Italia dove le percentuali dei tassi di disoccupazione e di popolazione povera, hanno raggiunto ormai livelli insostenibili.
Oltre agli aspetti etici e morali, quello della finanza islamica è un interesse dettato dai numeri. Infatti, come si vedrà nello specifico, essa cresce a un ritmo del 15% annuo, con previsioni nel breve-medio periodo altrettanto incoraggianti.
Di particolare interesse è il fenomeno delle banche islamiche, che, così come per l’economia “ convenzionale”, sono gli strumenti principali dell’azione economica e finanziaria, ma anche la cartina di tornasole dello stato di salute generale dell’economia.
Nel primo capitolo tratterò del rapporto che intercorre tra religione ed economia, partendo dal presupposto che la religione è ancor più che un fenomeno intimo, un fenomeno sociale, e che in quanto tale, ha da sempre influenzato tutte le altre sfere sociali, economia inclusa.
Nel secondo capitolo si parlerà dell’evoluzione storica e dei principi della finanza islamica.
Dopo aver definito il contesto storico di nascita ed evoluzione della finanza nei paesi a maggioranza musulmana, dalle origini fino al periodo post-colonialista, si passeranno ad analizzare nello specifico i principi economici che trovano il proprio fondamento nei testi sacri dell’islam, in particolare i concetti di Riba, Maysir e Gharar, cioè i divieti assoluti da rispettare da ogni musulmano nell’azione economica.
Si vedrà anche come risultino fondamentali i concetti di equità e di redistribuzione della ricchezza, attraverso strumenti come l’elemosina (Zakat) e l’istituzione di opere pie (Waqf) con l’obbiettivo di sostenere la parte più povera della comunità.
Nel terzo capitolo si tratterà infine degli istituti bancari islamici, che, avendo l’obbligo di applicare la legge coranica, hanno, sin dalla loro nascita, elaborato strumenti finanziari e creditizi originali.
Se da una parte questi strumenti risultano ancora in evoluzione, d’altra parte rappresentano un’alternativa concreta a quelli delle banche convenzionali e soprattutto hanno il beneficio di permettere un accesso al credito da parte di imprese e privati sempre più difficile nel contesto occidentale.
Si vedrà inoltre come, visto le premesse, le banche islamiche stanno sempre più suscitando l’interesse delle economie occidentali, in particolare di quella britannica, tanto che Londra si candida ad essere la capitale mondiale della finanza islamica.
Infine, dopo aver cercato di dimostrare come quest’ultima sia assolutamente compatibile con quella nostrana, proverò a proporla come possibile via d’uscita da una crisi permanente e da un capitalismo che sempre più perde la propria capacità di autorigenerazione, che gli ha sempre permesso di superare i periodi di crisi."