L’interesse per il territorio pontino, per la sua valorizzazione fondiaria e il suo, tentato, risanamento ambientale tradiscono le più generali ambizioni politiche nutrite dal papato in epoca rinascimentale e barocca. Sin da metà...
moreL’interesse per il territorio pontino, per la sua valorizzazione fondiaria e il suo, tentato, risanamento ambientale tradiscono le più generali ambizioni politiche nutrite dal papato in epoca rinascimentale e barocca. Sin da metà Quattrocento e sempre più nel secolo successivo, gli sforzi dei pontefici furono diretti alla costituzione di uno Stato accentrato di tipo moderno. Nella consapevolezza che la principale garanzia d’indipendenza per la Chiesa, nel sistema italiano ed europeo degli Stati, consistesse nella formazione e nell’amministrazione di un proprio stato territoriale. Ciò che è stato definito come «l’aumentato contenuto statale» degli Stati – ovvero, quel nuovo ed efficiente apparato burocratico-amministrativo di cui si erano dotati – manifestava la propria capacità di intervento non soltanto nel governo dei territori ma proprio nell’azione concreta su di essi, nella loro tentata manipolazione. A partire dal XV secolo, infatti, in molti Stati della penisola si susseguono numerosi interventi per assicurare l’arrivo di acque potabili in città, per regolare l’andamento dei fiumi e per strappare terre all’impaludamento. La regolamentazione delle acque, della quale la bonifica è considerata la manifestazione più incisiva, rappresenterebbe quindi un indicatore dello sviluppo raggiunto dalla rete burocratico-amministrativa negli Stati cinquecenteschi.
Come ho cercato di dimostrare in questo saggio, la presenza di istituzioni centrali, più o meno autoritarie, non costituì di per sé una garanzia per la buona riuscita delle operazioni idrauliche.