Late Medieval History, Eastern Mediterranean, Venice

La Cronica di Venexia dalle origini al 1362, finora inedita, è il primo testo in volgare della tradizione cronachistica veneziana, steso in pieno XIV secolo in redazione anonima. L’edizione critica è basata principalmente sul ms. H 85 inf. della Biblioteca Ambrosiana di Milano collazionato con gli altri testimoni le cui varianti più significative sono segnalate in apparato critico. Lo studio della tradizione manoscritta ha permesso di mettere in luce un punto nodale dell’opera: la non attribuzione autoriale del testo a Enrico Dandolo, cronista che finora era stato identificato come l’unico autore dell’opera. La Cronica offre molteplici caratteri di assoluta novità all’interno della tradizione cronachistica delle origini: dal ricorso a leggende e fonti poco frequentate o sconosciute, a racconti infrequenti come quello della pazzia del doge Marin Falier, contemporaneo dell’autore.
La Cronica di Venexia detta di Enrico Dandolo, più volte esemplata nel corso dei secoli, è un punto di riferimento fondamentale per la tradizione cronachistica veneziana del Quattrocento e del Cinquecento, venendo a costituire un punto di riferimento forte nel panorama delle cronache dell’epoca.

Lo studio di Nicola Bergamo propone un excursus storico sull'evolversi dei rapporti fra la nascente città di Venezia e il potente impero bizantino, dai primi insediamenti venetici nella gronda lagunare dell'augustea X Regio Venetia et Histria, attraverso le devastanti guerre gotiche e l'invasione longobarda, fino all'affrancamento fiscale del 1082 con la crisobolla concessa dal basileus Alessio I Comneno che accrescerà enormemente la fortuna commerciale dei veneziani all'interno del Mediterraneo, consolidando quella che diverrà una fulgida repubblica millenaria. Un cambiamento anche del potere politico che dall'esarca, il tribuno e il magister militum passerà alle famiglie élitarie che eleggeranno i primi duces, e sposterà il proprio baricentro dalla primitiva capitale Civitanova sulla terraferma verso il nucleo lagunare di Rivoalto attorno al quale si svilupperà la città, cercando una soluzione alle continue lotte fra i patriarcati di Grado e Aquileia e agli assalti dei pirati narentani che incrociavano le navi sulla rotta per Costantinopoli. A corredo del saggio un testo introduttivo di Pier Alvise Zorzi.

Questa ricerca vuole offrire alcuni dei risultati del progetto quadriennale Von Venedig zum Heiligen Land. Ausstattung und Wahrnehmung von Pilgerorten an der Mittelmeerküste (1300-1550) finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica e attivo presso la Cattedra di Storia dell’arte medievale dell’Università di Friburgo (CH) e coordinato da Michele Bacci.

Galeazza veneziana del 1646. L'argomento dei galyhalpens o " galley halfpence" è stato trattato da numerosi autori, in maniera sicuramente approfondita. Questo non vuol dire però, che il particolare fenomeno dei "soldini per le Fiandre" sia stato compreso completamente. Molto ancora c'è da studiare e molto da chiarire e questo articolo desidera semplicemente portare un ulteriore contributo sia alla storia monetale veneziana e dei soldini delle galee, sia alla circolazione monetale inglese. Dal tardo XIV al XVI secolo le piccole monete d'argento conosciute come "mezzi pence delle galee o galere" circolano ampiamente, ma anche illegalmente, in Inghilterra insieme ad altre monete imitative europee. Sono infatti i soldini italiani, principalmente coniati per quella che gli studiosi inglesi chiamano, la città-stato di Venezia sotto l'autorità del doge al potere in seguito alla sua elezione. Vengono esportati in Inghilterra dai commercianti di vino, di stoffe e di altri beni ed il loro nome potrebbe derivare da "Galley Quay" in Thames Street a Londra, che viene reputato il centro della loro distribuzione. La moneta inglese all'inizio del periodo rinascimentale è sottovalutata in relazione alla valuta estera e di conseguenza viene esportata verso il continente europeo, dove viene proficuamente fusa. Questo fattore porta all'esaurimento dell'offerta di lingotti ed alla conseguente penuria di monete, in particolare della piccola monetazione, creando difficoltà reali alla popolazione dei ceti inferiori e sviluppando una richiesta di moneta spicciola la quale viene colmata dai soldini. Nel 1402 i Commons chiedono al re di fornire i "mezzi pence" per alleviare i crescenti bisogni degli strati più poveri della popolazione inglese, ma poco viene fatto per colmare questa carenza di moneta permettendo così ai "galley halfpence" di circolare. Tuttavia, la preoccupazione delle autorità per quanto riguarda la circolazione dei soldini veneziani, può essere giudicata dal fatto che vengono vietati dalla legge per ben cinque volte nel quindicesimo

CRETE AND THE EASTERN MEDITERRANEAN. TRADE OF AVERAGE SHIPS AND NAVAL ACTIVITIES IN THE 14TH CENTURY.
The period between the 13th and the 15th century is known as that of the Mediterranean Trade. Trade is focused on the Mediterranean Sea based mainly on the activities of the Italians. In the second half of the 15th century, new transatlantic trade routes appear which overturn the balance both in the area of activities and the people involved. Portuguese and Spaniards now are involved and dominate the trade routes until new powers emerge from Central and Northern Europe and participate in the international trade. Venice had a key position in the Mediterranean trade during the 14th and 15th centuries. Crete participated only partly in the international trade of this period, trade activities, however, were intense on this island. Venetian trade, in spite of the participation of many individuals, ship-owners and sailors, was under the control of the state. Venetian navigation around the islands enjoyed more freedom and this was the case in the trading relations between Crete and the ports of the Eastern Mediterranean. Crete was almost inevitably an important centre for Eastern Mediterranean trade. The present paper concentrates on the trade activities of Crete at this period with the ports of the Eastern Mediterranean. It should be noted that there is plenty of documentary evidence for the sea trade activities of Crete. Navigation originating from Crete and extending to Peloponnese, the Aegean islands and the ports of Asia Minor, took place through the whole year with almost no interruption. Crete had an intense trade with Peloponnese, especially with Corone and Methone, and the ports of the Dodecanese and Cyclades. Meanwhile, there was a constant movement of population in this area. Crete’s sea trade was transported in a variety of ships, usually of medium size. Special mention should be made to the types barca and gripus. Bigger ships appear in the last quarter of the century under the names cocca and nave. At the beginning of the 15th century appeared the types called galera and pamfilo. Those ships moved from Crete to Venice, Constantinople and the ports of Syria and Alexandria. The crews were recruited from Crete and the other islands of the Aegean. The names of the captains of the ships and the ship-owners, as documented in the relevant documents, were at the beginning mainly Italian, but gradually the number of Greek names increased. In conclusion, it should be emphasized that Candia, the main port of Crete, acquired the importance of a metropolitan port in the 14th century.

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Në këtë vëllim janë përfshirë dokumente të viteve 1406–1410. Dokumentet janë nxjerrë nga arkiva të shumta, si p.sh. nga Arkivi i Vatikanit (Arcivio Vaticano), Arkivi i Shtetit të Venedikut (Archivio di Stato di Venezia) dhe nga Arkivi Shtetëror në Dubrovnik (Državni Arhiv u Dubrovniku). Si në vëllimin e parë dhe të dytë, edhe në këtë vëllim jepen të dhëna kryesisht për ato treva gjeografike, ku shtetet si Venediku dhe Raguza kishin të përqendruara interesat e tyre ekonomike dhe politike. Bie në sy sidomos zona bregdetare dhe vendet e tregjeve, ku tregtarët raguzanë dhe venedikas ushtronin veprimtarinë e tyre. Krahas veprimeve tregtare, dokumentet kanë edhe të dhëna të shumta në lidhje me marrëdhëniet e Balshajve, sidomos me Republikën e Venedikut. Dokumentet janë në gjuhën latine dhe në variante të ndryshme të gjuhës italiane mesjetare. Ndër këto variante mund të përmendim atë të Venedikut dhe variantin roman që përdorej në Republikën e Raguzës. Dokumentet në këtë vëllim janë dhënë në gjuhët origjinale dhe të përkthyera në shqip. Gjuhët origjinale të dokumenteve janë latinishtja mesjetare dhe italishtja e rëndomtë (Italiano volgare). Qoftë latinishtja, qoftë italishtja e rëndomtë janë të varianteve të ndryshme që përdoreshin respektivisht në Venedik dhe në Raguzë. Përveç kësaj, në këto tekste shfaqen edhe forma të tjera idiolektore që u përkisnin vetë shkruesve apo kancelarëve të ndryshëm që kanë hartuar këto dokumente.