Nell’epoca in cui viviamo il cibo nelle città industrializzate è in sovrabbondanza, tanto è che sempre più spesso sentiamo parlare alla televisione, alle radio e leggiamo sui giornali del problema obesità. Inoltre, lavorando come...
moreNell’epoca in cui viviamo il cibo nelle città industrializzate è in sovrabbondanza, tanto è che sempre più spesso sentiamo parlare alla televisione, alle radio e leggiamo sui giornali del problema obesità. Inoltre, lavorando come infermiere in un centro per disturbi del comportamento alimentare (DCA), è derivato il mio interesse per il problema contrario: l’anoressia e bulimia. Ho cominciato a formulare questa tesi sulla base della mia figura professionale all’interno di queste realtà e problematiche, basandomi anche su una domanda che mi sono posto, ossia “con tutta questa abbondanza e varietà di prodotti alimentari, cos’è che scatena in molte persone il meccanismo del digiuno e quindi dell’anoressia e/o bulimia?” La prima ed ovvia risposta che mi è venuta in mente era per un fattore relativo alla moda e che fosse più importante l’apparire che l’essere.
Nei cartelloni pubblicitari, in tv, sulle riviste, nei film si notano sempre più spesso figure esili dai canoni fisici impossibili da raggiungere.
Quindi ho cominciato a pensare che il fenomeno si stesse espandendo nella società più di quanto non fossi portato a credere. Allora perché c’è chi non avendo problemi clinici, desidera una condizione alimentare così opposta? quale è il motivo? Queste sono solo alcune delle domande a cui, dopo mesi di ricerca, ho cercato di trovare delle risposte che vorrei esplicitare all’interno di questa trattazione per poter capire come certi meccanismi psicologici, fisici e sociali inducano alcune persone a privarsi di uno dei bisogni fondamentali per l’esistenza dell’essere umano: alimentarsi.
Durante il percorso proposto all’interno di queste pagine, cercherò di dare una inquadratura generale, e su alcuni aspetti dettagliata, dei disturbi del comportamento alimentare ed in particolare dell’anoressia nervosa.
I disturbi alimentari sono multifattoriali, ossia caratterizzati da una molteplicità di fattori quali psicologici, sociali, culturali, ambientali che forniscono una globale e generale “identità” del paziente e l’epidemiologia ci conferma che si tratta di un fenomeno in larga crescita.
Trattandosi di un disturbo che implica un’alterata alimentazione, ne consegue che i danni fisici sono estremamente seri, tanto da portare chi ne è coinvolto, ad una condizione rischiosa per la propria vita.
Verrà effettuato un “excursus” nella storia per capire cosa è il trattamento di tipo integrato, come ci si è arrivati e quale è la sua importanza per una ottimale riuscita del percorso riabilitativo, senza tralasciare ciò che la normativa regionale suggerisce per una più corretta gestione delle strutture di ricovero ed accoglienza per la tutela dei pazienti; infatti esistono diversi tipi di unità operative alle quali rivolgersi per la cura dei disturbi del comportamento alimentare dislocate su tutto il territorio nazionale.
Al giorno d’oggi in ognuna di queste strutture si lavora in regime di equipe multidisciplinare per garantire una assistenza di qualità e che favorisca al meglio il paziente durante il processo di guarigione.
Ogni professionista svolge il proprio lavoro in modo schematico, sviluppato in più fasi: questo per semplificare il percorso ed identificare con precisione quale è stato il momento in cui si è verificato un problema, nel caso ce ne fosse bisogno.
Sulla base di questi concetti descriverò la mia realtà lavorativa, ovvero il centro per i disturbi del comportamento alimentare “Villa Pia” di Guidonia in provincia di Roma, per la cura ed il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, per poter
mostrare da vicino la realtà che viene vissuta all’interno di queste strutture.
Attraverso il mio lavoro ho l’occasione di relazionarmi con le pazienti e di poter interagire con l’equipe multidisciplinare, composta da diverse figure professionali che, relazionandosi e cooperando tra loro, fanno del percorso riabilitativo un complesso e
prezioso meccanismo utile al sostegno del paziente sotto ogni aspetto fondamentale (psicologico, nutrizionale, infermieristico).
Si tratta di una dura realtà, nella quale spesso lo sconforto prende il sopravvento, dove è difficile trovare le parole giuste da dire ma che ha molto da insegnare.
Per poter meglio chiarire questi concetti verranno proposti 2 casi clinici, così da poter facilitare la comprensione di quanto detto nei capitoli e nei paragrafi precedenti e prendere consapevolezza che la strada per uscirne è sicuramente difficile, ma la possibilità c’è ed è a portata di mano. Basta volerlo. Infine, mostrerò il risultato di un lavoro sperimentale (Somministrazione di un questionario), con il quale ho potuto evidenziare ancor di più l’importanza della figura dell’infermiere in questa realtà.