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AR AEOLO IAE. NA STORIA AL LURALE. STUDI IN MEMORIA DI SARA SANTORO Si può pertanto dedurre che originariamente erano rappresentati i coniugi, seguiti dall’immagine della figlia. Le pareti dell’ambiente si presentano deteriorate e mal conservate sia a causa dei segni di scalpellatura, sia a causa della fuliggine depositata su di esse. Si notano infatti evidenti tracce di fumo e bruciature dovute al riutilizzo moderno della TT 187. Successivamente, nel 20° secolo, la TT 187 venne nuovamente visitata dalla spedizione dell’Università di Heidelberg e documentata da Friedericke Kampp nell’ambito dei suoi studi sull’architettura tombale della Necropoli Tebana.15 Le diverse campagne di scavo condotte dall’Università degli Studi ‘’G. D’Annunzio’’ di Chieti-Pescara, dal 2013 al 2018, hanno consentito di individuare le molteplici fasi di utilizzo della tomba che si sono protratte dall’età faraonica fino ai nostri giorni. Nel vestibolo vi sono inoltre due pozzi funerari, riutilizzati in una seconda fase. Il pozzo occidentale, probabilmente realizzato durante il Terzo Periodo Intermedio, conduce ad una piccola camera funeraria scavata nella roccia e non finita, mentre il pozzo orientale collega la TT 187 ad un’altra tomba: la -348-, di età Ramesside (XIII-XI sec. a.C.), caratterizzata anch’essa da molteplici fasi di utilizzo, sia antiche che moderne. La TT 187 è stata studiata non solo per comprendere il suo posizionamento all’interno del complesso di tombe, ma anche per capire l’assetto sociale della necropoli tebana di cui fa parte. Dall’età faraonica fino agli inizi del 20° secolo -quando le tombe venivano utilizzate come abitazioni, magazzini e stalle- si possono identificare diversi fenomeni sociali, all’interno delle tombe tebane. L’accesso che immette alla cappella mostra tracce di riadattamenti successivi, infatti gli stipiti presentano una rabberciatura, funzionale all’ultima fase di utilizzo della tomba, realizzata con paglia, sterco e fango. Si notano inoltre dei piccoli fori paralleli destinati all’alloggio di elementi afferenti ad una chiusura e ad un architrave ligneo oggi perduto. Dal punto di vista planimetrico la TT 187 appartiene alla tipologia Vb proposta da Kampp16 e la sua architettura consiste in una variante semplificata del tipo a T rovesciata, con vestibolo perpendicolare alla cappella. La cappella è di forma rettangolare e di fronte all’ingresso è presente una nicchia quadrangolare, attualmente scalpellata, che in origine ospitava le statue dei coniugi destinatari della tomba. Anche in questo secondo ambiente le pareti sono deteriorate, con segni evidenti di bruciatura e presentano fori di diverse dimensioni, probabilmente destinati all’alloggio di travi lignee oggi perdute. Sicuramente si tratta di tracce lasciate nel XX secolo, durante l’ultima fase di utilizzo della tomba, quando venne adibita ad abitazione, deposito, magazzino e stalla. La TT 187 è orientata in senso nord-sud ed è articolata in 4 ambienti principali quali un vestibolo, denominato anche sala trasversale, che conduce alla cappella destinata al culto funerario, un corridoio discendente, o dromos, che conduce alla camera funeraria adibita a contenere la sepoltura dei defunti. Sullo stipite dell’ingresso sono presenti tracce di geroglifici e decorazioni di difficile interpretazione, poiché gravemente deteriorate durante le fasi di riutilizzo della tomba. Risulta inoltre difficile stabilire quando e perché queste decorazioni siano state in parte scalpellate e danneggiate. Purtroppo, il soffitto, sia del vestibolo sia della cappella, è mal conservato, infatti la superficie originaria è completamente oscurata dalla presenza di fuliggine che al momento non permette l’analisi di una eventuale decorazione. Entrati nella tomba il primo ambiente è dunque il vestibolo al quale si accede passando attraverso un breve ingresso che subito ad ovest ospita un’immagine raffigurante due mani tese in avanti, nell’atto di adorazione del sole nascente. Si presenta gravemente danneggiata ma, grazie ad alcuni resti di geroglifici ad essa associati, è stato possibile ricostruire parzialmente la scena. Il testo, molto frammentario e inserito all’interno di 4 registri verticali, recita: [“Adorazione di Re] del paradiso, da Osiride, capo sacerdote [di Amun] Pa-khi-hat, quello giustificato di Tebe. [Egli dice:]...Karnak, l’ariete del paradiso, che sconfisse Macet e Khepri(?), re dell’eternitá e signore dell’infinito... da Osiride, capo sacerdote di Amun, Pa-khi-hat, comprovato: sua moglie, sacerdotessa di Amun, Mut-em-oner, e sua figlia, sacerdotessa di Amun, Ta-muyet(?)’’.17 15 16 17 Dopo la cappella si accede al dromos, o corridoio discendente, che conduce alla camera sepolcrale. Il primo tratto è a sezione rettangolare mentre il secondo è a sezione arrotondata e scende in modo più irregolare, con curva a gomito in direzione nord. Le pareti, non rifinite, sono prive di decorazione. Nella parte terminale del dromos è presente un accesso rettangolare, regolarizzato ma non lisciato, che conduce nella camera funeraria, di piccole dimensioni e a pianta rettangolare. Al suo interno sono presenti Kampp 1996, 253, 477. Kampp 1996, 13. Davies 1933, 7. 282 M. Di Giovanni, C. Santarelli, R. Lemos ANALISI STRUTTURALE E STUDIO DEI RIUTILIZZI NELLE TOMBE TEBANE 187 E -348- grandi blocchi di pietra calcarea, probabilmente pertinenti ad una lastra di chiusura. Le pareti sono ricavate dalla roccia in modo rozzo e grossolano, senza rifiniture di alcun tipo. dei geroglifici inseriti all’interno di registri verticali. Il dipinto situato all’interno della TT 41 è ben conservato, infatti sono visibili sia le mani protratte in avanti in segno di saluto, sia il volto di una figura maschile. Il bassorilievo realizzato all’ingresso della TT 187, come precedentemente detto, restituisce una scena parziale caratterizzata da due mani tese in avanti. Nonostante gli scarsi resti di decorazione presenti nella TT 187 è stato possibile effettuare un confronto stilistico che, aggiunto ad un confronto planimetrico, ha permesso di stabilirne la realizzazione in un arco di tempo compreso tra la fine della XVIII e gli inizi della XIX dinastia. Tuttavia, anche se all’interno della tomba è stato rinvenuto un limitato numero di reperti, le modifiche architettoniche fanno della TT 187 un esempio di evoluzione storica all’interno della necropoli di Tebe. Comprendere queste modifiche, alla luce dei fenomeni sociali, passati e presenti, ci aiuterà a dare un senso alla materialità delle tombe nell’intero complesso funerario. La presenza della TT 187 nel cortile di Neferhotep, le caratteristiche architettoniche, planimetriche e iconografiche indicano come periodo di realizzazione della tomba un arco di tempo compreso tra la fine della XVIII dinastia e l’inizio della XIX dinastia18. Essa può essere confrontata esclusivamente con tombe situate nella Valle dei Nobili, in quanto non è possibile accostare la dimora eterna di un sacerdote Wab del dio Amon con le tombe dei faraoni sepolti nella Valle dei Re, o con le tombe delle spose reali sepolte nella Valle delle Regine. Tanto più è improbabile un paragone con le tombe degli artigiani, situate nei pressi dell’insediamento di Deir el-Medina. Un primo riutilizzo della tomba è riferibile alla XX dinastia in quanto Davies, che esplorò la tomba nel 1926-27, notò che l’iscrizione posta sullo stipite dell’ingresso fu realizzata su di una antecedente, dimostrando che il nuovo proprieo ), sacerdote tario Pakhihat ( Wab del dio Amon, la riutilizzò in un periodo successivo a quello della originaria edificazione. Il nome del primo e originario proprietario è andato ormai perduto così come i suoi titoli e il suo ruolo sociale28. Il riutilizzo di tale complesso funerario fa comprendere quanto esso sia ambito, considerata la sua ubicazione nell’area centrale della collina di el-Khokha, cuore della Valle dei Nobili. Dunque, per quanto concerne la planimetria sono state riscontrate affinità con tombe realizzate durante il periodo della XVIII dinastia (TT 1719, la TT 5320, la TT 6621, la TT 6922 TT 33323) e della XIX dinastia (TT 1624, TT 36225), situate a Dra Abu el-Naggah e nell’area di Sheik Abd el-Qurna. Presentano infatti una planimetria riferibile alla tipologia Vb proposta da Kampp26, definita anche a T rovesciata, con vestibolo perpendicolare alla cappella. Inoltre, quest’ultimo ambiente termina in tutte le tombe, esclusa la TT 16 della quale abbiamo solo la documentazione grafica del vestibolo, con una nicchia quadrangolare, all’interno della quale venivano scolpite le statue dei coniugi destinatari della sepoltura. Le indagini stratigrafiche, mai effettuate prima, hanno permesso di chiarire le modalità e la cronologia dei riutilizzi della TT 187, mettendo in evidenza che trasformazioni del complesso non avvennero soltanto in antichità, ma anche in età moderna. Gli scavi condotti nel pozzo occidentale del vestibolo (Fig. 2) hanno permesso di riportare alla luce numerosi corpi mummificati, scheletrizzati, totalmente combusti e privi di corredo. Quando nel 1926-27 Norman De Garis Davies visitò la TT 187, la descrisse in dettaglio29 senza far riferimento alle mummie site nel pozzo infatti riuscì a realizzare una documentazione grafica dell’ambiente senza problemi poiché privo di elementi ingombranti. Questa importante testimonianza porta a dedurre che i corpi vennero accumulati nel pozzo funerario e bruciati solo dopo il 1926-27. Da uno studio più accurato, condotto da team di archeologi e antropologi dell’Università degli Studi ’’G. D’Annunzio’’ di Chieti-Pescara, è Invece, per quanto riguarda l’apparato decorativo-pittorico, la TT 187 presenta caratteristiche riferibili alla TT 4127, databile alla XIX dinastia e realizzata per Amenemopet, sacerdote Wab del dio Amon. Entrambe ospitano, nel vestibolo, un’immagine molto simile raffigurante il Saluto al Sole, alla quale sono associati 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 Pereyra et al. 2015, 50-51. Porter and Moss 1960, 29-31. Dodson and Ikram 2008, 118, 219; Porter and Moss 1970, 90, 102-04. Porter and Moss 1960, 124, 132-33. Dodson and Ikram 1960, 51-52, 115, 219, 222; Porter and Moss 1960, 134-39. Porter and Moss 1960, 382, 399, 401. Dodson and Ikram 2008, 229, 252; Porter and Moss 1960, 20, 28-29. Davies 1933, 7-9; Porter and Moss 1960, 426. Kampp 1996, 13. Kitchen 1983, 500-510; Porter and Moss 1960, 78-81. Porter and Moss 1960, 293. Davies 1933, 7. 283 AR AEOLO IAE. NA STORIA AL LURALE. STUDI IN MEMORIA DI SARA SANTORO secolo la tomba venne saccheggiata e utilizzata come stabile dagli abitanti locali, i quali riempirono il pozzo funerario con differenti tipologie di materiali. Inoltre, sul piano di calpestio dell’ambiente, sono stati individuate tracce pertinenti a focolai moderni, confermando l’ipotesi di un riutilizzo moderno della TT 187 e di un riempimento tardivo del pozzo. emerso che si tratta di un numero minimo di 70 individui. Essi vennero accumulati in tale ambiente dagli abitanti di Sheik Abd el-Qurna che, nel 20° secolo, si stanziarono all’interno della tomba per utilizzarla come abitazione, magazzino e stalla. Successivamente bruciarono le mummie con l’intento di ridurne il volume ed eliminarne il cattivo odore che emanavano. Inoltre, per isolare definitivamente i corpi combusti, ricoprirono il pozzo funerario con uno strato molto spesso di argilla mista a paglia. Terminato lo scavo di quest’ultimo ambiente si è potuto constatare che la sua parete nord venne totalmente eliminata (Fig.5), realizzando in tal modo un collegamento con l’anticamera pertinente ad un’altra tomba di età Ramesside: la -348-31 (Fig.6). Questa interpretazione mostra come le modifiche antiche e moderne all’interno delle tombe tebane siano strettamente legate tra loro. In questo caso abbiamo il pozzo funerario, probabilmente realizzato nel Terzo Periodo Intermedio, al quale si collega una camera funeraria realizzata in antichità per ricavare nuove sepolture. Segue uno sfruttamento moderno del pozzo, utilizzato come deposito di mummie antiche. Probabilmente non tutte vennero accumulate e bruciate al suo interno, ma una parte di esse venne recuperata. È noto infatti che nel 20° secolo le mummie venivano messe in vendita nei mercanti di antichità (Fig. 3). Una prima ricognizione di essa ha consentito di effettuarne una preliminare analisi planimetrica mettendo in luce l’esistenza di un’anticamera che molto probabilmente, in età successiva, venne adibita a cappella. Presso l’area nord-est dell’anticamera è situato un pozzo funerario al cui interno sono visibili due camere funerarie. A sud del suddetto pozzo si trova un corridoio di accesso che collega la tomba al cortile esterno, mentre a est di esso è situata una camera funeraria. Le pareti della tomba non sembrano mostrare tracce di pittura e il soffitto presenta un andamento molto irregolare. Si tratta di risultati preliminari che mostrano come anche questa tomba venne ampiamente sfruttata sia in antico, sia in età moderna. Dunque, in età post-coloniale gli abitanti del luogo utilizzarono la tomba adibendola ad usi abitativi e non solo, inficiandone pesantemente il record archeologico. Tutto ciò ha portato ad uno sconvolgimento dei materiali archeologici in essa contenuti nonché a significative modifiche strutturali e al deterioramento delle pareti che ad oggi si presentano gravemente danneggiate, per permettere l’inserimento di elementi riconducibili a riadattamenti moderni. Tutte le tombe del complesso funerario di Neferhotep sembrano aver avuto un riutilizzo pertinente al 20° secolo, quando gli abitanti di Sheik Abd el-Qurna le utilizzarono come abitazioni, magazzini e stalle. Le future campagne di scavo consentiranno non solo di conoscere meglio la storia del complesso, ma anche di indagare sistematicamente la -348-, per comprenderne le fasi di utilizzo e chiarirne i rapporti con la TT 187. Nella 1913 gli abitanti della TT 187 vennero allontanati dalla tomba, poiché le autorità locali adottarono nuove misure finalizzate a proteggerla. Fino alla fine degli anni ‘20 gli occupanti continuarono ad utilizzare il cortile del complesso di Neferhotep come stalla e deposito di materiali, gravando ulteriormente sull’intera struttura30. BIBLIOGRAFIA Assmann, J. 2003. “The Ramesside Tomb and the Construction of Sacred Space”, in The Theban Necropolis: Past, Present and Future, ed. N. Strudwick and J. Taylor (eds.), (London), 46-52. Ulteriori dati utili per la comprensione della lunga storia di riutilizzi del complesso funerario sono emersi durante la Missione Archeologica dell’anno 2016, condotta dall’Università ’’G. D’Annunzio’’ di ChietiPescara, che ha proseguito lo scavo all’interno della TT 187. Bednarski, A. 2013. “Qurna Site Improvement Project: Recording the Latest Stratigraphic Layers of Sheik Abd el-Qurna and El Khokha”, Bullettin of the American Research Center in Egypt 202, 1-9. Ci si è concentrati sul pozzo funerario orientale del vestibolo (Fig. 4), probabilmente realizzato, come quello occidentale, nel Terzo Periodo Intermedio. La stratigrafia di riempimento era ricca di materiali moderni, quali ceramica, rifiuti e ossa di animali, ma povera di materiale antico. Questi dati confermano che nel XX 30 31 Betrò, M. et al. 2012. “La Missione Archeologica dell’Università di Pisa a Dra Abu el-Naga (M.I.D.A.N.) Campagne VIII -XI (2008-2011)”, Egitto e Vicino Oriente XXXV, 21-51. Pereyra et al. 2015, 21. Davies 1933, p. 9. 284 M. Di Giovanni, C. Santarelli, R. Lemos ANALISI STRUTTURALE E STUDIO DEI RIUTILIZZI NELLE TOMBE TEBANE 187 E -348- Davies, N. de G. 1933. The Tomb of Nefer-hotep at Thebes (New York). Näser, C. 2013. “Equipping and stripping the dead. A case-study on the procurement, compilation, arrangement, and fragmentation of grave inventories in New Kingdom Thebes”, in S. Tarlow and L. Nilsson Stutz (eds.). The Oxford Handbook of the Archaeology of Death and Burial (Oxford), 643-661. Dodson, A. and S. Ikram. 2008. The tomb in ancient Egypt (Cairo). Kaczanowicz, M. 2018. “The Third Intermediate Period and Late Period Burials to the West ofthe South Asasif Necropolis: Polish Excavations in the Tombs MMA 1151 and 1152”, in Thebes in the First Millennium BC: Art and Archaeology of the Kushite Period and Beyond, E. Pischikova, J. Budka and K. Griffin (eds.), (London), 214-230. Pereyra, M. 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