During the first half of the 7th century BC, two pairs of U-shaped bronze brackets, both decorate... more During the first half of the 7th century BC, two pairs of U-shaped bronze brackets, both decorated, have been documented in Etruria, at Vetulonia and Roselle. The brackets have been found in two rich graves in which the presence of a cart canbe reconstructed. The appearance and technical characteristics of these exemplars lead one to doubt their function as a support for the rotating axle of a vehicle. Considerations on the possible use of the brackets and some comparisons allow one to hypothesise a use as a support of bars; they would thus be elements referable to a single-pull cart equipped with side bars. The absence of iconographic evidence in Etruria leaves the question open, relegating the possible presence of this vehicle to an episodic attempt, later abandoned in favour of the more solid and representative double-pulling system.
2021 IEEE International Instrumentation and Measurement Technology Conference (I2MTC), 2021
Electrical Resistivity Tomography is a geophysical measurement technique used to measure the resi... more Electrical Resistivity Tomography is a geophysical measurement technique used to measure the resistivity of the subsoil. For archeological applications the ability to accurately reconstruct the soil stratigraphy is a fundamental requirement. Obtain a reliable subsoil reconstruction is an important topic in order to improve the design of the archeological excavation and, at the same time, to minimize the excavation cost, managing effectively and efficiently the archeological survey. During a measurement campaign on the Etruscan tumulus located in Poggio Pepe (Italy), the electrode GPS coordinates were acquired with a high error. For this reason, the aim of this work is to investigate the effects of the inaccurate electrode positioning in the subsoil reconstruction. A Monte Carlo simulation-based approach was proposed to simulate a domain of possible electrodes positions. The statistical parameters of the simulated dataset have been studied and compared with the measurement acquisitions in order to highlight the effects of such errors. Finally, the paper presents a comparison between the images of the subsoil reconstruction in case of measured resistivity and simulated dataset.
During the first half of the 7th century BC, two pairs of U-shaped bronze brackets, both decorate... more During the first half of the 7th century BC, two pairs of U-shaped bronze brackets, both decorated, have been documented in Etruria, at Vetulonia and Roselle. The brackets have been found in two rich graves in which the presence of a cart canbe reconstructed. The appearance and technical characteristics of these exemplars lead one to doubt their function as a support for the rotating axle of a vehicle. Considerations on the possible use of the brackets and some comparisons allow one to hypothesise a use as a support of bars; they would thus be elements referable to a single-pull cart equipped with side bars. The absence of iconographic evidence in Etruria leaves the question open, relegating the possible presence of this vehicle to an episodic attempt, later abandoned in favour of the more solid and representative double-pulling system.
2021 IEEE International Instrumentation and Measurement Technology Conference (I2MTC), 2021
Electrical Resistivity Tomography is a geophysical measurement technique used to measure the resi... more Electrical Resistivity Tomography is a geophysical measurement technique used to measure the resistivity of the subsoil. For archeological applications the ability to accurately reconstruct the soil stratigraphy is a fundamental requirement. Obtain a reliable subsoil reconstruction is an important topic in order to improve the design of the archeological excavation and, at the same time, to minimize the excavation cost, managing effectively and efficiently the archeological survey. During a measurement campaign on the Etruscan tumulus located in Poggio Pepe (Italy), the electrode GPS coordinates were acquired with a high error. For this reason, the aim of this work is to investigate the effects of the inaccurate electrode positioning in the subsoil reconstruction. A Monte Carlo simulation-based approach was proposed to simulate a domain of possible electrodes positions. The statistical parameters of the simulated dataset have been studied and compared with the measurement acquisitions in order to highlight the effects of such errors. Finally, the paper presents a comparison between the images of the subsoil reconstruction in case of measured resistivity and simulated dataset.
M. Iozzo - M.R. Luberto (a cura di), Tesori dalle terre d'Etruria. La collezione dei conti Passerini, 2020
Catalogo della mostra, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, 29 ottobre 2020 - 30 giugno 2021.... more Catalogo della mostra, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, 29 ottobre 2020 - 30 giugno 2021. Con schede di:
Pieter Heesen, Andrew J. Clark, Elisabeth Langridge-Noti, Nicole Cuddeback, Michael Padgett, Mario Iozzo, Martino Maioli, Barbara Arbeid, Andrea Martelli, Edoardo Albani ed Elisa Salvadori, Fernando Gilotta, Luca Cappuccini, Claudia Noferi, Marco Sofia, Paolo Persano, Mariangela Turchetti, Ada Salvi, Stefania Berutti, Greta Balzanelli, Vittorio Mascelli, G. Carlotta Cianferoni, Andrea Magno, Federica Biagiotti, Barbara Cattaneo.
[Ri]scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie, 2019
Da un modesto frammento di piede di vaso in ceramica a vernice nera, databile al III-II sec. a.C.... more Da un modesto frammento di piede di vaso in ceramica a vernice nera, databile al III-II sec. a.C., su cui è graffita la scritta cleusinśl, che restituisce il nome etrusco della Città nella forma di un aggettivo al genitivo (“del chiusino”) e racconta probabilmente anche di un dono votivo e di un Nume tutelare, prende spunto la mostra “(Ri)scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie” che propone all’attenzione del pubblico testimonianze epigrafiche particolarmente significative conservate nei musei cittadini. La mostra si inserisce all’interno della Giornata degli Etruschi 2019, promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, per celebrare il conferimento del titolo di Granduca a Cosimo I de’ Medici, titolo che riecheggia quello che gli storiografi attribuirono al re chiusino Porsenna. L’iniziativa, resa possibile grazie al Consiglio Regionale della Toscana, al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale, al Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, e alla stretta collaborazione con la Soprintendenza ABAP-SI, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Università di Roma Tre, il Museo Civico “La Città sotterranea”, il Museo della Cattedrale e la Fondazione Orizzonti d’Arte, è anche l’occasione per riproporre all’attenzione del pubblico e degli studiosi il ricco patrimonio epigrafico etrusco e latino di Chiusi, attraverso un approccio non convenzionale e innovativo, e un percorso arricchito, oltre che da questo catalogo, da un convegno, da un libro-gioco per i più piccoli, da conferenze periodiche e laboratori creativi sulla scrittura. Il catalogo propone materiali etruschi e romani dal VII sec. a.C. all’età tardoantica e all’Alto Medioevo configurandosi come un ulteriore approfondimento, “itinerante”, al percorso di visita, dalla Sala Mostre del Museo Nazionale, al Museo Nazionale stesso, al Museo Civico, a quello della Cattedrale, visitabili anche attraverso il costo agevolato di una Chiusi Card. Azioni e pensieri umani fissati mediante la scrittura su supporti non deperibili hanno superato secoli e millenni giungendo fino a noi, così da costituire una preziosa materia prima da leggere e interpretare per ricostruire e riscrivere il passato di Chiusi e delle genti che vi abitarono. Riproporre e raccontare queste “Storie” ha implicato una accurata selezione dei numerosissimi testi scritti a disposizione, e costretto ad affrontare lo studio dei materiali, noti e meno noti, con un taglio specialistico ma nel contempo divulgativo e, per quanto possibile, considerata la materia estremamente complessa e tecnica, comprensibile al più vasto pubblico. L’occasione ha poi stimolato in alcuni casi la proposta di nuove letture, alternative a quelle più ampiamente condivise, ha permesso di suggerire nuovi scenari e di formulare ipotesi di lavoro che costituiranno la necessaria premessa per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Il secondo volume della collana «IdA» dedicato a Monte Giovi vuole offrire un’analisi critica del... more Il secondo volume della collana «IdA» dedicato a Monte Giovi vuole offrire un’analisi critica delle evidenze archeologiche emerse sulla vetta del rilievo e presentare alcune considerazioni sulla natura del sito etrusco che, nel nome come nelle testimonianze, rimanda indubbiamente alla sfera religiosa. Più che un punto di arrivo, gli studi racchiusi in questo volume vogliono rappresentare un incipit verso futuri approfondimenti rivolti sia alla conoscenza di Monte Giovi sia, più in generale, del comprensorio mugellano e dell’intero territorio di Fiesole. Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell’Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come a Pietramarina e a Gonfienti. Accanto agli isolati nuclei dell’aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l’edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l’auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni contenute nel volume.
Il volume offre uno studio complessivo dei contesti archeologici e dei reperti provenienti dalle ... more Il volume offre uno studio complessivo dei contesti archeologici e dei reperti provenienti dalle ricerche condotte tra il 1993 e il 2005 dall’Università di Firenze nel sito etrusco di Poggio Civitella, posto nel Comune di Montalcino (SI). Ad una prima parte, che analizza le fasi di occupazione del sito d’altura tra il VII e il IV sec. a.C., segue la presentazione delle varie classi di materiali emerse nel corso degli scavi. Le riflessioni conclusive permettono infine di valutare i rapporti tra il sito di Poggio Civitella e gli insediamenti limitrofi, analizzati nelle varie fasi storiche, e di evidenziarne l’importanza in merito alla posizione sull’estremo confine occidentale del territorio della città etrusca di Chiusi.
L'etrusca Chiusi è nota soprattutto grazie ai numerosi reperti provenienti dalle ricche necropoli... more L'etrusca Chiusi è nota soprattutto grazie ai numerosi reperti provenienti dalle ricche necropoli, continuamente indagate tra il XVII e il XIX secolo, ma appare ancora priva di un'esaustiva documentazione sotto il profilo urbano; l'ostacolo rappresentato dalle strutture medievali e moderne pone limiti piuttosto definiti al campo d'indagine tanto che, ad oggi, gli scavi operati nel centro storico si sono per lo più configurati come interventi di ripulitura del complesso sistema di cunicoli ipogei. Ciò nonostante, negli ultimi anni, alcune ricerche condotte al di fuori dell'abitato moderno hanno arricchito il quadro delle testimonianze, modificando in buona parte il modello insediativo ed evidenziando l'esistenza, almeno fino alla fine del VI sec. a.C., di aree abitate poste sui principali rilievi che circondano il colle di Chiusi e storicamente contigue ad altrettante occupazioni di età protostorica. Di queste aree fa parte il colle di Monte San Paolo, posto a poca distanza da quello di Chiusi. Il presente studio prende spunto dai dati emersi nel corso di uno scavo condotto nel 2001 in questa località. L'indagine, nonostante il suo carattere episodico e parziale, è di fondamentale importanza: essa è riferibile a un'area abitativa periferica di Chiusi e contribuisce a far luce sull'evoluzione e l'organizzazione della città etrusca durante l'Arcaismo. Grazie ai reperti provenienti dallo scavo, lo studio si pone l'obiettivo di riorganizzare e ricontestualizzare varie testimonianze emerse su Monte San Paolo in vari momenti. Si ricostruisce così un gruppo omogeneo di reperti di notevole rilievo che, in molti casi, per qualità e ricercatezza, permette sia di integrare il repertorio formale e decorativo del bucchero chiusino, sia di formulare alcune ipotesi sulla tipologia delle strutture che dovevano trovarsi anticamente sul pianoro di Monte San Paolo.
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single-pull cart equipped with side bars. The absence of iconographic evidence in Etruria leaves the question open, relegating the possible presence of this vehicle to an episodic attempt, later abandoned in favour of the more solid and representative double-pulling system.
single-pull cart equipped with side bars. The absence of iconographic evidence in Etruria leaves the question open, relegating the possible presence of this vehicle to an episodic attempt, later abandoned in favour of the more solid and representative double-pulling system.
Pieter Heesen, Andrew J. Clark, Elisabeth Langridge-Noti, Nicole Cuddeback, Michael Padgett, Mario Iozzo, Martino Maioli, Barbara Arbeid, Andrea Martelli, Edoardo Albani ed Elisa Salvadori, Fernando Gilotta, Luca Cappuccini, Claudia Noferi, Marco Sofia, Paolo Persano, Mariangela Turchetti, Ada Salvi, Stefania Berutti, Greta Balzanelli, Vittorio Mascelli, G. Carlotta Cianferoni, Andrea Magno, Federica Biagiotti, Barbara Cattaneo.
chiusino”) e racconta probabilmente anche di un dono votivo e di un Nume tutelare, prende spunto la mostra “(Ri)scrivere il Passato. Il nome etrusco di Chiusi e altre Storie” che propone all’attenzione del pubblico
testimonianze epigrafiche particolarmente significative conservate nei musei cittadini.
La mostra si inserisce all’interno della Giornata degli Etruschi 2019, promossa dal Consiglio Regionale della Toscana, per celebrare il conferimento del titolo di Granduca a Cosimo I de’ Medici, titolo che riecheggia
quello che gli storiografi attribuirono al re chiusino Porsenna.
L’iniziativa, resa possibile grazie al Consiglio Regionale della Toscana, al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale, al Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, e alla stretta collaborazione con la Soprintendenza
ABAP-SI, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Università di Roma Tre, il Museo Civico “La Città sotterranea”, il Museo della Cattedrale e la Fondazione Orizzonti d’Arte, è anche l’occasione per riproporre
all’attenzione del pubblico e degli studiosi il ricco patrimonio epigrafico etrusco e latino di Chiusi, attraverso un approccio non convenzionale e
innovativo, e un percorso arricchito, oltre che da questo catalogo, da un convegno, da un libro-gioco per i più piccoli, da conferenze periodiche e laboratori creativi sulla scrittura. Il catalogo propone materiali etruschi e romani dal VII sec. a.C. all’età tardoantica e all’Alto Medioevo configurandosi come un ulteriore approfondimento, “itinerante”, al percorso di visita, dalla Sala Mostre del Museo Nazionale, al Museo Nazionale stesso, al Museo Civico, a quello della Cattedrale, visitabili anche attraverso il costo agevolato di una
Chiusi Card.
Azioni e pensieri umani fissati mediante la scrittura su supporti non deperibili hanno superato secoli e millenni giungendo fino a noi, così da costituire una preziosa materia prima da leggere e interpretare per ricostruire
e riscrivere il passato di Chiusi e delle genti che vi abitarono.
Riproporre e raccontare queste “Storie” ha implicato una accurata selezione dei numerosissimi testi scritti a disposizione, e costretto ad affrontare lo studio dei materiali, noti e meno noti, con un taglio specialistico
ma nel contempo divulgativo e, per quanto possibile, considerata la materia estremamente complessa e tecnica, comprensibile al più vasto pubblico.
L’occasione ha poi stimolato in alcuni casi la proposta di nuove letture, alternative a quelle più ampiamente condivise, ha permesso di suggerire nuovi scenari e di formulare ipotesi di lavoro che costituiranno la necessaria premessa per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell’Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come a Pietramarina e a Gonfienti.
Accanto agli isolati nuclei dell’aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l’edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l’auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni contenute nel volume.