[go: up one dir, main page]

Academia.eduAcademia.edu
21 Corriere del Veneto Domenica 19 Dicembre 2021 VE Cultura  Spettacoli Il riconoscimento all’istituto trevigiano Il Galilei vince l’«European Innovative Teaching Award» La digitalizzazione premia. L’istituto scolastico paritario Galilei di Treviso ha vinto L’«European Innovative Teaching Award EITA 2021» per il progetto Erasmus plus «Young European generation towards a connected world with the use of domotics in housing renovation» («Le giovani generazioni europee verso un mondo connesso attraverso l’uso della domotica nel rinnovamento abitativo») e verrà premiato domani a Roma. Il riconoscimento all’Istituto Galilei è relativo all’istruzione secondaria tecnica professionale. La referente del progetto, Iola da Monte e gli insegnanti della scuola hanno lavorato con la Fondation La Mache a Lione dal 2016 al 2018. Nei 24 mesi, gli studenti hanno utilizzato le nuove tecnologie, con un focus particolare nella domotica a supporto di un’ampia gamma di disabilità, affrontando il tema dell’inclusione sociale: disabilità delle persone anziane, integrazione di migranti in Veneto. Dialetto Il nuovo volume del «Vocabolario storico-etimologico» a cura di Greta Verzi Le parole della Serenissima Da «comito» a «giornalista», da «bailo» a «sindaco»: i nomi delle istituzioni Da sapere di Lorenzo Tomasin È in libreria «Parole veneziane 3. Le istituzioni della Serenissima nel Vocabolario storico-etimologico del veneziano», a cura di Greta Verzi (Venezia, Lineadacqua, 136 pagine, 14 euro). Lorenzo Tomasin, condirettore del Vocabolario, veneziano, componente della giuria del premio Campiello, racconta i contenuti del volume. I l Vocabolario storico-etimologico del veneziano sarà pronto, forse, tra una ventina d’anni. Non ci vuole meno a descrivere e a sistema- re correttamente la storia delle decine di migliaia di parole tipiche di quella che per secoli fu la lingua della Serenissima, e ancora oggi è una delle parlate più vivaci d’Italia. Ma i due curatori dell’impresa (Luca D’Onghia, professore alla Scuola Normale di Pisa, e l’autore di queste righe) hanno pensato che fosse giusto anticipare un po’ alla volta i risultati del lavoro di un cantiere aperto ormai da un paio d’anni tra Italia e Svizzera. Così, già nel 2020 ha cominciato a uscire, per gli eleganti tipi della veneziana Lineadacqua, una collana di volumetti in cui si presentano sotto forma di primizia o di assaggio un centinaio di voci alla volta. Dopo i venezianismi dell’italiano e un tomo dedicato a insulti e parolacce, la collana è giunta al terzo volume, in uscita proprio in questi giorni. Curato da una giovane studiosa bellunese, Greta Verzi, il libriccino natalizio di quest’anno contiene cento parole relative alle istituzioni, alle leggi, ai tribunali e agli uffici della Repubblica di Venezia. C’è un legame strettissimo tra l’apparato istituzionale della città-Stato più famosa d’Italia e la sua lingua (ossia con quello che da qualche secolo si chiama dialetto veneziano: ma la distinzione è meno importante di quanto molti pen- Storia Francesco Hayez «I due Foscari» (1838-1849) A destra, la copertina del saggio curato da Greta Verzi sino, dal punto di vista strettamente linguistico). Nel senso che tra gli elementi più caratteristici del veneziano c’è il suo lessico politico-istituzionale, e nel senso che tra gli elementi più caratteristici della Serenissima c’è il fatto che la Repubblica aveva a disposizione una lingua in cui si era plasmata tutta la terminologia relativa alla vita e al funzionamento di uno Stato unico al mondo. Non ci sono solo doge e dogaressa, che tutti conoscono anche fuori di Venezia. Ci sono i Pregadi (cioè «pregati» : è il nome che anticamente si dava ai membri di quello che da un certo punto in poi si chiamerà  «Parole veneziane 3. Le istituzioni della Serenissima nel Vocabolario storicoetimologico del veneziano», a cura di Greta Verzi, Venezia, Lineadacqua, 136 pagine, 14 euro, è il terzo volume di una collana dedicata alle parole del Vocabolario diretto da Lorenzo Tomasin (Università di Losanna) e Luca D’Onghia (Scuola Normale Superiore di Pisa)  Tra i prossimi volumi in preparazione nella stessa serie, quello dedicato a giochi e passatempi, quello sulla cucina e quello sul vino e la civiltà del bere Senato), ci sono gli avogadori e i baili, i camerlenghi e i sìndici, che erano cosa ben diversa dai sindaci di cui disponiamo oggi (erano, sì, rappresentanti di comunità locali, ma in un sistema amministrativo piuttosto diverso dall’attuale). E ci sono i giornalisti, che ai tempi della Serenissima erano tutt’altra cosa da quelli di oggi (erano ufficiali che redigevano registri detti appunti giornali). Di tutte le parole presenti in questo volumetto si ripercorrono le origini, le attestazioni, i significati, insomma la storia: che è un po’ come ripercorrere, ogni volta, un segmento più o meno lungo della vicenda politica e istituzionale della Repubblica. Solo a Venezia, in effetti, esistevano còmiti e sopracòmiti per occuparsi della flotta; solo qui bastava dire l’Ecelso per alludere, senza nemmeno citarlo espressamente, al potente ed efficientissimo Consiglio dei Dieci; solo qui i processi si svolgevano nelle Corti di Palazzo, in cui si poteva adire i magistrati di Petizion o quelli del Forestier per ottenere un Zudegado. E i procuratori si aggiravano attorno alle Procuratie - non alla Procuratoria di cui si parla oggi con un termine che, a quanto pare, ha origine recente, ben successiva alla fine della Serenissima. Per ricostruire il percorso delle parole del veneziano, il Vocabolario indaga una sorta di grande biblioteca virtuale messa insieme dagli architetti del progetto e percorsa incessantemente dai redattori, che sono soprattutto giovani studiose e studiosi sparsi in Italia e in Europa. Dopo che un finanziamento del Fondo nazionale svizzero per la ricerca ha permesso, due anni fa, di aprire i lavori del cantiere, ora anche il Ministero dell’Università italiano ha incluso il vocabolario tra i suoi Progetti di rilevante interesse nazionale grazie a un progetto presentato dalla Normale di Pisa, da Ca’ Foscari, dal Cnr di Firenze e dall’Università di Chieti. Tra i sostenitori dell’opera mancano, per il momento, solo le istituzioni veneziane e venete : proprio quelle che proseguono, o dovrebbero proseguire, il lavoro della Serenissima di cui parlano queste pagine. lorenzotomasin © RIPRODUZIONE RISERVATA