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Art In copertina: incisione francese acquerellata, Duc. Anastasi, Horcholle, fine XIX secolo. Veduta generale dal lato Nord-Est della città, il campanile sulla destra dell’immagine è probabilmente quello del convento dei padri Domenicani. La rappresentazione non corrisponde esattamente alla conformazione planimetrica dell’intero abitato di San Germano-Cassino, tuttavia riesce a fornire una visione suggestiva del territorio cassinate, nell’insieme “abitazioni-Rocca-Abbazia”, con sullo sfondo monte Cairo. TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 A cura di ARTURO GALLOZZI tipografia@artestampa.org Tutti i diritti sono riservati, è vietata nei limiti di legge ogni riproduzione, anche parziale. Graphic design & editing: Arturo Gallozzi Il presente lavoro, pubblicato con il contributo di Fondi di Ateneo per la Ricerca dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale - Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica, oltre che testimonianza dell’attività scientifica svolta nell’ambito del Laboratorio di Documentazione, Analisi, Rilievo dell’Architettura e del Territorio - DART, rappresenta anche una sintesi divulgativa di tali ricerche. Capitoli con saggi di Arturo Gallozzi, Michela Cigola, Marcello Zordan e Franco Fragnoli. Gli autori non percepiscono alcun compenso derivante dall’eventuale commercializzazione del presente volume. ARTE STAMPA EDITORE 2020 TERRITORIO SU ALCUNE RAPPRESENTAZIONI DI SAN GERMANO E MONTECASSINO DEL XIII SECOLO Arturo Gallozzi IL TERRITORIO DELLA “TERRA DI SAN BENEDETTO” RAPPRESENTAZIONI TRA IL XVI E XVIII SECOLO Arturo Gallozzi MONTECASSINO L’ABBAZIA DI MONTECASSINO. DALLA FONDAZIONE ALLA .......................... .......................... VII IX Indice PREFAZIONI Giovanni Betta Giovanni Carbonara PREMESSA Arturo Gallozzi Indice INDICE Marcello Zordan, Franco Fragnoli .......................... 191 .......................... XIII LA PROGETTAZIONE DI DUE EDIFICI CARDINE NEL CENTRO CITTÀ: L’EDIFICIO INA E LE CASE INCIS Marcello Zordan, Franco Fragnoli .......................... 201 .......................... L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E IL PIANO INA CASA IN ITALIA. EDIFICI PER ABITAZIONI INA CASA E CASE INCIS INA CASA A CASSINO Marcello Zordan, Franco Fragnoli .......................... 211 GLI EDIFICI PUBBLICI NEL CENTRO CITTÀ LA REALIZZAZIONE A PIÙ RIPRESE DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA E LA SINGOLARE VICENDA DELL’EDIFICIO POSTALE Marcello Zordan, Franco Fragnoli .......................... 225 ARCHITETTURE RELIGIOSE LE CHIESE DI CASSINO, TRA VECCHIO E NUOVO IMPIANTO URBANO. FONTI DOCUMENTARIE Arturo Gallozzi .......................... 237 ARCHITETTURE RELIGIOSE NEL CASSINATE Marcello Zordan, Franco Fragnoli .......................... 249 .......................... 263 .......................... 277 .......................... 303 .......................... 321 .......................... 3 11 RICOSTRUZIONE ATTRAVERSO LE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE Michela Cigola LA TOMBA DI PIERO DE’ MEDICI A MONTECASSINO UN PROGETTO POCO CONOSCIUTO DEI SANGALLO Michela Cigola NOTE COSTRUTTIVE SULLA PERDUTA CUPOLA DELLA BASILICA DI MONTECASSINO Arturo Gallozzi FULMINI SU MONTECASSINO Arturo Gallozzi CASSINO PREBELLICA LA CITTÀ DI CASSINO E LA SUA IDENTITÀ PERDUTA RISCOPERTA E MEMORIA ATTRAVERSO GLI ELABORATI GRAFICI Michela Cigola CASSINO RICOSTRUZIONE TRA VECCHIA E NUOVA FORMA URBANA TRASFORMAZIONI E PERMANENZE NEL DISEGNO DELLA CITTÀ Arturo Gallozzi L’IDEA DI UN RICOSTRUITO CENTRO URBANO GIUSEPPE NICOLOSI A CASSINO: DISEGNI DI PROGETTO Arturo Gallozzi, Marcello Zordan, Franco Fragnoli LA SPERIMENTAZIONE PROGETTUALE DI GIUSEPPE NICOLOSI A CASSINO. DAL PIANO DI RICOSTRUZIONE ALLA DEFINIZIONE DI OPERE PUNTUALI .......................... 27 .......................... 61 .......................... 79 .......................... 105 AREA ARCHEOLOGICA L’AREA ARCHEOLOGICA DI CASSINO RIFUNZIONALIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE Michela Cigola, Marcello Zordan .......................... CIMITERI DI GUERRA I CIMITERI DI GUERRA, MEMORIA E MONITO. TRA CASSINO, VENAFRO E MIGNANO MONTELUNGO PROGETTI E CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Arturo Gallozzi, Marcello Zordan 129 .......................... 145 .......................... 173 IL CIMITERO DI GUERRA DEL COMMONWEALTH A CASSINO I DISEGNI PROGETTUALI DI LOUIS DE SOISSONS Arturo Gallozzi, Marcello Zordan BIBLIOGRAFIA V VI Prefazioni Come Rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale sono molto orgoglioso di questo volume per numerosi motivi. Intanto perché rappresenta il risultato di un egregio lavoro di colleghi del mio Ateneo che dimostrano, anche in questo caso, la capacità di lavorare in squadra fornendo il loro contributo, ognuno per le proprie competenze. Inoltre, la scelta dei temi trattati nel volume, relativi al territorio nel quale l’Ateneo cassinate si trova a operare, mi appare eccellente e perfettamente in linea con la strategia attuale dell’Ateneo: crescere attraverso la crescita del territorio in cui esso opera. La crescita e la valorizzazione di un territorio non possono che passare attraverso l’analisi della sua storia, specie per un territorio caratterizzato da avvenimenti che l’hanno reso unico a livello mondiale. Analisi storica, ma sempre ricollegata al presente. Attori principali sono dunque la città di Cassino e l’Abbazia, in questo lavoro opportunamente collegate insieme con i loro destini così inscindibili. La loro storia, certamente di distruzione ma anche di rinascita, diviene esempio universale di come si debba sempre ripartire a valle di qualunque tipo di sventura, “succisa virescit”, insegnamento mai così attuale come in questo periodo di crisi epidemiologica e di ripartenza. Da ingegnere produttore di lavori scientifici sempre sintetici e spesso criptici, non posso non apprezzare il lavoro ad ampio respiro e chiaro dei miei colleghi, con la speranza, ma anche la certezza, che continueranno a donare all’Ateneo e al territorio il frutto del loro impegno scientifico e della loro passione. Giovanni Betta Rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Cassino, luglio 2020 VII Art IX Prefazioni Prefazioni L a prima impressione che si trae dalla lettura del volume è quella di un omaggio, presentato con amore e rispetto, alla città di Cassino, gravemente ferita ma non annientata, come civitas, dalle tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale. Omaggio che non può, ovviamente, dimenticare la presenza, sul monte sovrastante la città, dell’Abbazia di Montecassino, con tutto il suo retaggio di spiritualità, cultura, arte, storia ma neanche le antiche origini preromane del sito e le grandiose presenze di Casinum, soprattutto d’età tardorepubblicana e alto-imperiale. Ma, accanto al coinvolgimento e alla forte carica emotiva legati al ripercorrimento della drammatica distruzione nel 1944, emerge l’immediata volontà di rinascita e ricostruzione manifestata, ancora a guerra in corso, dai cittadini, dalle autorità civili e militari e dagli stessi monaci benedettini. Ecco che il libro, pur aprendosi con interessanti considerazioni storiche, allargate in primo luogo al territorio e poi estese ai singoli monumenti (dagli studi di Arturo Gallozzi sulla iconografia e cartografia della Terra di San Benedetto, ai contributi dello stesso Gallozzi e di Michela Cigola sull’Abbazia, la sua Basilica, i progetti sangalleschi per la tomba di Piero de’ Medici, le anticipatrici ricerche scientifiche a migliore tutela degli edifici del monastero), non trascura il dovere d’un recupero di memorie più recenti, tramite la restituzione, almeno grafica, della Cassino prebellica curata da M. Cigola; lavoro importante avendo la città perduto, con la guerra, non solo la sua consistenza fisica ma anche i suoi archivi e documenti. Tutto ciò occupa più o meno la prima metà del volume, la cui struttura è chiaramente illustrata nella Premessa, a cura di A. Gallozzi, che sottolinea il carattere pluridisciplinare della ricerca, ben coerente con la natura scientifica del Laboratorio DART, dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, dalla cui attività essa discende. Un’attività veramente collettiva, tanto che, nel libro, i nomi degli autori compaiono, senza particolare evidenza, solo alla fine di ogni paragrafo. Invece la seconda metà del volume, che vede accanto agli autori già menzionati anche l’apporto di Marcello Zordan e Franco Fragnoli, delinea ampiamente il quadro della “ricostruzione”, in termini tanto urbanistici quanto architettonici (interventi dell’INA, dell’INCIS, costruzione di altri edifici pubblici e di chiese, cura dell’area archeologica ed, infine, i cimiteri di guerra). Il dibattito illustrato e discusso è di grande rilievo e fornisce immediati spunti di riflessione per il presente, soprattutto in merito al tema, quanto mai attuale, delle modalità di ricostruzione delle città appenniniche colpite dal sisma del 2016-17. X Il duro confronto, nel quale entrarono anche l’opinione pubblica, la stampa, la politica e, più nascostamente, una serie d’interessi economici privati, fra chi sosteneva, considerata la gravità dei danni, una radicale ricostruzione su aree libere più salubri e sicure anche se relativamente lontane dalla città antica, e chi voleva una ricostruzione sul posto, magari riutilizzando le vecchie fondazioni e recuperando i materiali di crollo, contribuì allo sviluppo di varie ipotesi, a cura di professionisti capaci e prestigiosi come Giuseppe Nicolosi e Concezio Petrucci. Il risultato fu tuttavia, come in altri casi, quello d’un compromesso, oltretutto incompiuto, dove la qualità progettuale, anche di numerosi singoli episodi architettonici, non riuscì a compensare l’incertezza di fondo delle scelte operate. Difatti non abbiamo oggi né una città di Cassino magnificamente progettata ex novo, quale “nuova Sabaudia” (come allora fu scritto) o una città “razionalista” nord-europea, impostata sul modello della Siedlung, come pure Nicolosi e Petrucci avevano pensato né, tanto meno, la vecchia e amata Cassino storica, amorevolmente ricostruita pietra su pietra, come in prima istanza i cittadini avrebbero voluto. Tale situazione, ricorrente nell’Italia del dopoguerra, ha prodotto anche altrove, per le note debolezze e i cedimenti della politica, risultati poco esaltanti, come nel caso di Civitavecchia (che tradì subito il piano di Luigi Piccinato) o di Terni (nonostante l’impegno di Mario Ridolfi), ugualmente bombardate ed oggi realtà ambigue, né nuove né antiche; o come più tardi, dopo il terremoto del Belìce, nel caso di Gibellina, il cui centro antico riposa sotto il Grande Cretto di Burri mentre i nuovi episodi architettonici, dovuti a firme rilevanti, non hanno creato una moderna e vivibile città. Oggi mi pare che, per i centri abitati più gravemente scossi dal terremoto, si sia fermi allo stesso punto, senza reali progressi. Come allora, si nota una certa insufficienza culturale delle autorità locali e dei loro uffici tecnici, cui alla fine dei conti sono attribuite le scelte concrete e, parallelamente, una esaltazione delle “ragioni di sicurezza” che portano a frettolose demolizioni: proprio come nel caso di Amatrice oggi o di Cassino allora, dove alcune importanti chiese, basti pensare alla preziosa Santa Maria delle Cinque Torri, sono state oggetto non di restauro ma, anche venti-trent’anni dopo la fine della guerra, di una definitiva e radicale distruzione. Si può notare inoltre l’assenza delle Soprintendenze, estromesse, come oggi, dalla riflessione sui tessuti storici, e la massima libertà lasciata invece agli uffici del Genio Civile, con tutto ciò che ne consegue. Circa le architetture religiose si osserva uno sforzo progettuale di grande impegno, tuttavia minato da due debolezze o equivoci di fondo. Prefazioni Da una parte alcuni caratteri propri della produzione edilizia ecclesiastica durante gli anni di pontificato di Pio XII, terribilmente ritardata rispetto alle sperimentazioni e alle nuove idee avanzate dal Movimento Liturgico di Romano Guardini in Germania, che poi sfoceranno nelle Costituzioni Conciliari in materia. In tal senso quanto mai opportuna appare la frase degli architetti Emil Steffann e Rudolf Schwarz riportata in apertura del capitolo: “bisogna rendersi conto che una chiesa, costruita su una pianta nuova con ‘forme vecchie’, storiche, corrisponde alle nostre attuali esigenze più che una chiesa nata con forme ‘moderne’ su una pianta vecchia”. Condizione, quest’ultima, purtroppo riscontrabile come prevalente nelle riedificate chiese di Cassino e dei suoi dintorni. Dall’altra l’illusione, pericolosamente viva ancora oggi che, una volta perduta o sacrificata la consistenza materiale originale, segnata univocamente dal tempo, si possa recuperare memoria dell’antico edificio costruendone uno totalmente nuovo ma che abbia assunto, di esso, alcuni elementi intangibili (come la tipologia, certi allineamenti, alcune dimensioni ecc.). Pura illusione, appunto, perché si tratterà sempre di un edifico ‘altro’ e (semi)nuovo, fortemente condizionato ma lontano, comunque, da ciò che si è perso. Di particolare interesse sono i due capitoli finali che riportano idee e riflessioni sull’auspicabile valorizzazione culturale delle aree archeologiche dell’antica Cassino, analizzate in una intelligente logica di sistema, estesa dalla città in pianura all’acropoli, e concepita giustamente nei termini di un parco unitario; poi la presentazione, con dovizia di documenti inediti, dei monumentali cimiteri di guerra sorti intorno alla città, opere tutte di grande bellezza, sviluppate secondo esigenze e sensibilità diverse ma accomunate da una progettazione di qualità e da una capacità emotiva che trae la sua forza dal ricordo, dalle opere d’arte presenti (come nel caso del cimitero germanico) ma soprattutto da una sovrana capacità di rapportarsi e dialogare col paesaggio. Giovanni Carbonara Professore emerito di Restauro architettonico nell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Roma, luglio 2020 XI Art uesto lavoro nasce dall’idea di riunire in una narrazione pressoché unitaria una serie di vari contributi che, negli anni, sono stati prodotti nell’ambito delle attività del laboratorio di Documentazione, Analisi, Rilievo, Tecnica dell’ARchitettura e del Territorio - DART, dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, coordinato dalla prof.ssa Michela Cigola. Il volume delinea alcuni episodi che raccontano il territorio, l’abbazia e l’architettura che ruotano intorno alla città di Cassino, nel basso Lazio. Il lavoro viene, quindi, a configurarsi come un corpus miscellaneo redatto da più autori, in un percorso apparentemente frammentario, che tuttavia cerca di puntualizzare alcuni aspetti caratterizzanti l’evolversi storico-artistico dei luoghi trattati, articolando il testo in determinate sezioni. In capitoli, pertanto, risultano suddivisi secondo le sette sezioni individuate: Territorio, Montecassino, Cassino prebellica, Cassino ricostruzione, Architetture religiose, Area archeologica e Cimiteri di guerra. Quest’ultime sono caratterizzate in una sequenza che ci è sembrata idonea a descrivere le principali trasformazioni urbane e architettoniche, in particolare dell’abbazia e della città, che gli eventi storici, politici e bellici, nel corso dei secoli, hanno determinato. Sono stati ripresi i temi inerenti il territorio e l’architettura della città di Cassino e dell’abbazia di Montecassino, esposti in comunicazioni a convegni nazionali e internazionali o in varie pubblicazioni, integrati sia nei contenuti che nell’apparato figurativo, a volte in modo sostanziale oltre a riportare in lingua i testi pubblicati in inglese e spagnolo. I temi trattati, in linea con le sezioni indicate, sviluppano un percorso di lettura storico-architettonico, affrontando non solo aspetti generali, ma anche alcune curiosità, il tutto supportato da un ricco apparato iconografico, con molti documenti in parte inediti. La narrazione si sviluppa descrivendo alcune tipiche rappresentazioni cartografiche del territorio, per poi delineare, attraverso molteplici testimonianze grafiche, l’evoluzione storica dell’abbazia; accompagnano questa sezione alcuni episodi puntuali: il progetto dei Sangallo per la tomba di Piero de’ Medici; le caratteristiche costruttive della cupola basilicale su progetto dell’architetto seicentesco Orazio Torriani; la realizzazione, a Montecassino, di una tra le più importanti istallazioni ottocentesche in Italia di un sistema di parafulmini. In relazione alla città, dopo l’analisi di alcuni aspetti prebellici, ci si sofferma -con più contributi- sulla delicata e controversa fase della ricostruzione che interessa i principali edifici pubblici e le chiese, sia urbane che relative al territorio circostante. Dopo una descrizione delle emergenze monumentali dell’area archeologica, chiudono il volume, con interessanti documenti progettuali, due saggi sui cimiteri di guerra che punteggiando drammaticamente questo territorio ne caratterizzano il paesaggio in un monito di pace. Un aspetto particolare del lavoro risiede nel fatto che, all’interno dei vari argomenti trattati, vengono delineate molteplici figure di personaggi e progettisti, anche di fama internazionale, che a vario titolo sono intervenuti nella realizzazione e/o trasformazione dell’abbazia e della città di Cassino; da Antonio e Battista da Sangallo a Orazio Torriani, da Giuseppe e Ignazio Breccia Fratadocchi a Giuseppe Nicolosi, oltre a ricordare numerosi illustri monaci benedettini cassinesi che sono stati precursori in ambito scientifico, o ancora la figura di Louis de Soissons nella progettazione del cimitero di guerra del Commonwealth. Inoltre, un altro aspetto al quale si è voluto dare rilievo riguarda la pubblicazione di molteplici elaborati progettuali, spesso inediti e di non facile reperimento, provenienti da vari archivi sia privati che pubblici, che arricchiscono i contributi proposti. I saggi presentati costituiscono, generalmente, la sintesi di più estese ricerche che -in questo volume- si sono volute compendiare, anche per rendere testimonianza e più ampia diffusione sul territorio al quale fanno riferimento. I capitoli, redatti spesso a più voci, rispecchiano la formazione specifica degli autori, secondo un’impostazione storica, architettonica e tecnico costruttiva, il cui risultato è un prodotto multiforme che amplia gli aspetti indagati. Con saggi di Michela Cigola, Arturo Gallozzi e Marcello Zordan, docenti dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale e Franco Fragnoli, dottore di ricerca. A. G. Premessa Q XIII TERRITORIO 1 Innumerevoli e varie sono le rappresentazioni che illustrano la città di San Germano e l’abbazia di Montecassino (miniature, incisioni, stampe, disegni, dipinti ecc.), tra queste rivestono un certo interesse quelle contenute in alcuni manoscritti del XIII secolo, perché, oltre ad essere una primissima testimonianza grafica di quest’ambito territoriale, costituiscono un elemento paradigmatico delle successive rappresentazioni. In proposito, un interessante corpus cartografico di carattere storico è riferibile alle carte itinerario. Queste rappresentano una delle forme più antiche di descrizione geografica, con essenziali riferimenti a strade, città, luoghi, manufatti ecc. lungo un particolare percorso; redatte generalmente sia per uso privato sia per finalità militari o amministrative, o ancora per fini religiosi di pellegrinaggio o di conquista. Possono distinguersi due diversi tipi d’itinerari: scritti (itineraria adnotata) e figurati (itineraria picta) cioè con rappresentazione cartografica. Tra questi ultimi, forse il più famoso è la Tabula Peutingeriana, scoperta nel 1507, conservata attraverso una copia del XIII secolo, restituisce l’immagine di uno spazio geografico risalente al periodo tardo-romano (IV-V sec. d.C.). Più avanti, in epoca medievale, mentre le carte nautiche aprivano nuovi orizzonti alla rappresentazione geografica, anche nella cartografia terrestre si assiste a un recupero e reinterpretazione Territorio SU ALCUNE RAPPRESENTAZIONI DI SAN GERMANO E MONTECASSINO DEL XIII SECOLO Fig. 1. Mattew Paris, Iter de Londinio in Terram Sanctam (Londra, BL, Ms. Royal 14 C. VII), dettagli: a sx autoritratto f. 6r, a dx sul letto di morte f. 218v. 3 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Note * Questo capitolo a firma di Arturo Gallozzi è stato anche pubblicato, con lievi modifiche, sul bollettino trimestrale di studi storici del Lazio meridionale “Studi Cassinati”, Anno XX, nn. 1-2, Gennaio-Giugno 2020, ISSN: 2421-0919. pagg. 50-56. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Matthew Paris (Matteo di Parigi, Matthaeus Parisiensis, Matheus de Parisiis, Matthew the Parisian) divenne monaco il 21 gennaio 1217 nell’importante abbazia benedettina di Saint-Albans, fondata nel 793 dal potente re anglosassone Offa di Mercia, nell’Hertfordshire, contea dell'Inghilterra orientale. La bibliografia su Matthew Paris e sull’Iter de Londinio è sterminata, tra i testi italiani più completi si segnala il lavoro di Salvatore Sansone, Tra cartografia politica e immaginario figurativo. Matthew Paris e l’Iter de Londinio in Terram Sanctam. Roma: Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Nuovi studi storici, 84, 2009, al quale si rimanda anche per i copiosi riferimenti bibliografici. Dei tre esemplari, i manoscritti “Cambridge, Corpus Christi College Ms. 16” e il “London, British Library, Ms. Royal 14 C. VII” sono stati realizzati quasi interamente di prima mano da Matthew Paris, mentre il “Cambridge, Corpus Christi College Ms. 26” fu redatto sotto la sua supervisione. Di seguito, nel testo, i citati manoscritti saranno indicati con le seguenti sigle: Cambridge, Corpus Christi College 16: Ms. 16; Cambridge, Corpus Christi College 26: Ms. 26; London, British Library, Ms. Royal 14 C. VII: Ms. R14; London, British Library, Ms. Cotton Nero D. I: Ms. CN. Una rappresentazione più sintetica dell’Iter è contenuta nei ff. 183v-184r del Liber additamentorum, ove, rispetto agli altri manoscritti, il percorso si ferma in Puglia. Cfr Sansone, op. cit., pp. 83-89. Cfr, per il testo del’itinerario di Filippo II Augusto dalla Terrasanta a Parigi, Ex gestis Henrici II et Ricardi I, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, XXVII, ed. F. Liebermann, Hannoverae 1885. Pagg. 130-131. Richard Vaughan, Matthew Paris. Cambridge: University Press, 1958; Hans-Eberhard Hilpert, Kaiser - und Papstbriefe in den Chronica Majora des Matthaeus Paris. Stuttgart: Klett-Cotta, 1981. Daniel K. Connolly, Imagined Pilgrimage in the Itinerary Maps of Mathew Paris. “Art Bulletin”, 81/4, 1999, pp. 598-622; Id, The Maps of Matthew Paris: Medieval Journeys through Space, Time and Liturgy. Woodbridge: Boydell Press, 2009. Suzanne Lewis, The Art of Matthew Paris in the “Chronica Majora”. Berkeley: University of California Press, 1987. Ulteriori studi sull’Iter de Londinio sono in: Katharine Breen, A crusading habitus. in “Imagining an English Reading Public, 1150–1400”, Cambridge University Press, 2010, pp. 122–171; 245–252; Alessandro Scafi, La road map di Matthew Paris. “L’Osservatore Romano”, 16.09.2011. IL TERRITORIO DELLA “TERRA DI SAN BENEDETTO” RAPPRESENTAZIONI TRA IL XVI E XVIII SECOLO Se é vero che ciascuno di noi é il frutto delle esperienze passate e dell’ambiente circostante, nella ricerca dell’identità storico-culturale di un popolo e del suo territorio, il disegno rappresenta un elemento determinante di conoscenza perché accompagna costantemente l’attività umana. Come prezioso scrigno della memoria nel disegno del territorio, delle città ed in generale nella rappresentazione di ciò che lo circonda, l’uomo ha realizzato il proprio pensiero adottando un linguaggio cartografico che, sebbene diverso per epoche e latitudini, scandisce le mutazioni nella raffigurazione dell’ambiente. Attraverso l’analisi di alcune particolari rappresentazioni, che hanno interessato una piccola ma significativa area geografica dell’attuale Lazio meridionale, queste note intendono individuare le forme e le linee evolutive che ne hanno caratterizzato il disegno. Per meglio comprendere le raffigurazioni esaminate occorre ripercorrere brevemente la genesi costitutiva del territorio, dalla sua origine alla sua forma consolidata negli ultimi anni antecedenti l’emanazione delle leggi napoleoniche eversive della feudalità del 1806-1807. Il territorio e le città indagate appartengono a quell’area del Lazio meridionale che fino al primo decennio del XIV secolo è individuata prevalentemente come la “Terra di San Benedetto” sotto il dominio della celebre abbazia di Montecassino, in seguito -fino al secolo XVII- sarà identificata più genericamente anche come territorio dell’Abbatia Casinensis. Successivamente, in ragione della progressiva perdita di potere temporale dell’abbazia, assumerà il nome di “Stato di San Germano”, dalla principale città dell’intero territorio. Nel periodo della sua massima estensione la Terra di San Benedetto occuperà un territorio “cuscinetto” tra Stato della Chiesa e ducato di Benevento che, trasversalmente, dalle prime dorsali appenniniche abruzzesi si sviluppava fino alla costa del golfo di Gaeta. Su quest’ampio territorio, caratterizzato dalla media valle del fiume Liri-Garigliano, l’Abbazia occupa una posizione centrale e dominante, con un controllo diretto sui vari Territorio Territorio loro abbazia; favorendo, attraverso la rappresentazione della Gerusalemme terrena - posta al centro della “storia della salvezza”, la contemplazione della Gerusalemme celeste (8). Altri studiosi hanno, invece, analizzato le carte di Matthew come illustrazioni a corredo dei suoi scritti e delle sue cronache (9). In ogni caso, l’Iter resta uno straordinario documento che, anche se in forma ideogrammatica, ci restituisce l’immagine grafica di molte città europee e in particolare italiane, tra le quali il binomio San Germano e Montecassino rappresenta una delle primissime raffigurazioni di questo territorio. 11 Territorio Territorio 12 nuclei urbani con le relative pertinenze e sull’antica via Latina di collegamento nord-sud. Questa conformazione orografica caratterizzerà le molteplici vedute e rappresentazioni cartografiche del territorio. Il monaco benedettino Luigi Fabiani nel suo terzo volume sulla “Terra di San Benedetto” (1) richiama il Cedolario n. 100 (c. 1-193) dei padri benedettini conservato nell’Archivio di Stato di Napoli, redatto nel 1791, dal quale risulta l’articolazione dei centri urbani sul finire del XVIII secolo. La suddivisione rispecchia l’importanza strategica o funzionale e di localizzazione degli aggregati, che troverà corrispondenza diretta anche nella raffigurazione simbolica delle città nella cartografia. Il Cedolario distingue “città” e “casali”, “difese”, “feudi rustici” e “castelli” registrando di fatto la consistenza dello Stato di San Germano, elencando dettagliatamente tutti i nuclei urbani -grandi e piccolidel territorio. Tutte queste realtà urbane derivano da una lunga opera di bonifica ed insediamento dei benedettini sul territorio. Tralasciando le rappresentazioni cartografiche a più piccola scala che inquadrano il territorio dello Stato di San Germano nella più vasta area della “Terra laboris”, come la pregevole produzione di Mario Cartaro (1540-1620) e l’opera di Giovanni Antonio Magini (1555-1617). Occorre ricordare che le carte del Magini sono servite anche come fondamento per un piccolo atlante, pubblicato verso la fine del ‘600: “Accuratissima e nuova delineazione del Regno di Napoli con le sue province distinte, nuovamente date in luce da Antonio Bulifon” (2), Napoli, 1692. Incise da un’artista di origine spagnola residente a Napoli, Francesco Cassiano de Silva (sec. XVII, attivo a Napoli tra il 1690 ed il 1710), tuttavia le carte dell’atlante sono derivazioni sensibilmente semplificate delle corrispondenti carte del Magini. Nel frattempo 12 di tali carte erano state inserite nel lavoro di Giovan Battista Pacichelli (3) “Il Regno di Napoli in prospettiva” (Fig. 1). Il testo dell’opera, in tre volumi, organizzata secondo l’articolazione politico-amministrativa del Regno, impreziosito con notizie storiche, geografiche, amministrative, fu consegnato all’editore Michele Luigi Muzio nel 1692, ma pubblicato postumo nel 1703. Il primo volume venne stampato dal Muzio, il secondo fu pubblicato presso la stamperia di Domenico Antonio Parrino (16421716), il terzo venne finanziato da entrambi gli editori. Il ritardo nella pubblicazione fu dovuto non solo ai molteplici rami da incidere, ma anche al fatto che in molti di questi venivano raffigu- rati luoghi mai prima descritti che richiesero il sopralluogo di- Fig. 1. Giovan Battista Pacichelli, 1692. retto di un rilevatore. L’editore Muzio curò personalmente l’ap- Terra di Lavoro, incisione di Francesco parato grafico dell’opera, mentre affidò al de Silva la campagna Cassiano de Silva. di rilevamento. Questi affiancò alle tavole geografiche del territorio regnicolo le “prospettive” dei principali centri urbani meridionali, utilizzando in parte una serie di tavole da lui precedentemente composte e in parte rielaborando immagini preesistenti risalenti a epoche precedenti, componendo ex novo le vedute mancanti elaborando disegni ricavati dall’osservazione diretta dei luoghi (4). La produzione di Cassiano de Silva, per i volumi del Regno in prospettiva, trova riscontro nel manoscritto cosiddetto “Album viennese” (5), nel quale l’incisore-vedutista raccoglie -tra l’altro- le sue vedute acquerellate di 175 centri urbani meridionali. Queste, nella maggior parte redatte secondo una veduta frontale, consentivano all’autore una rappresentazione di minor impegno nell’esecuzione e maggior tolleranza nella valutazione dei rapporti dimensionali. Generalmente l’artista utilizza punti di vista alti e lontani, che nell’abbracciare un ampio campo visivo gli consentono anche di porre l’attenzione 13 TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 MONTECASSINO 25 Da s. Benedetto all’abate Desiderio. Gli inizi e il periodo di massimo splendore Nel sito dell’Abbazia di Montecassino si sono susseguiti vari insediamenti di antichissimi abitatori fin dall’età del ferro; verso il VI secolo a.C., i Volsci e successivamente i Sanniti si fermano stabilmente nella pianura del Liri e, a ridosso del monte, verso occidente, pongono le prime abitazioni di Casinum - cioè città antica questo il primitivo nome di Cassino, trasformando la vetta in acropoli e cingendola di mura. Casinum divenne subito un centro strategico essendo quella che passava per la sua piana la strada d’accesso all’Italia Meridionale. Si comprende perciò come questo territorio divenisse elemento determinante nei contrasti politici e nelle lotte militari: il suo possesso avrebbe importato il dominio della strada di Roma poiché gli altri valichi dovevano attraversare le paludi Pontine o superare gli impervi monti d’Abruzzo. Ecco quindi perché quello che era un piccolissimo centro sannita fu poi occupato da altri popoli e poi Fig. 1. Francesco di Giorgio Martini, finalmente verso il 272 a.C. dai Romani che ne fecero un castrum, 1490-1495. Pianta delle terme di Cassino, ossia un luogo fortificato creando un insediamento di 4.000 vete- Firenze, Uffizi, U 322 Av. rani; da prefettura romana Casinum diviene quindi municipium e nel III secolo ottiene il diritto di cittadinanza sine suffragio. Cassino è particolarmente fiorente verso la fine della repubblica e poi in epoca imperiale, di questo passato rimangono i resti romani della via Appia, dell’Anfiteatro e la tomba di Ummidia Quadratilla (1); conosciamo questi monumenti anche attraverso le testimonianze grafiche di rilievo lasciate da molti tra i più grandi maestri del Rinascimento e delle epoche successive che si recavano all’Abbazia per studiare quello che per secoli è stato uno dei monumenti più importanti dell’architettura europea (Figg. 1-2). Gli storici di Casinum dicono che esso si mantenne popoloso sino alla decadenza, quando sopraggiunsero i barbari (2); solo più tardi, quando la potenza dell’impero venne indebolendosi, parve prudente rimettere in stato di difesa l’acropoli cassinate e per questo Montecassino L’ABBAZIA DI MONTECASSINO. DALLA FONDAZIONE ALLA RICOSTRUZIONE ATTRAVERSO LE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE 27 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Il progetto della tomba di Piero de' Medici (figlio primogenito di Lorenzo il Magnifico), morto nel 1503 in battaglia presso Cassino e sepolto nella basilica abbaziale (di cui era abate il fratello Giovanni, che nel 1513 divenne papa con il nome di Leone X) venne commissionato da papa Clemente VII Medici ai fratelli Antonio e Battista da Sangallo (1) (Fig. 1). I Sangallo progettarono tra il 1510 ed il 1530 una cappella monumentale collegata alla navata sinistra della basilica di cui rimane una serie di disegni conservati agli Uffizi. Questo progetto venne abbandonato in seguito alla morte di Clemente VII nel 1534, ed i Sangallo costruirono una monumento sepolcrale a muro nella zona presbiteriale dell'abbazia che venne terminato circa nel 1599. Questo progetto è uno dei meno conosciuti dei fratelli Sangallo. Lo ha studiato Gustavo Giovannoni in una sua ricerca sull'intero complesso abbaziale di Montecassino che ha portato Fig. 1. Domenico Ghirlandaio, 1494 ca. ad alcune pubblicazioni tra 1929 e 1947 in cui sono commen- Ritratto di Piero de’Medici. tati i disegni di progetto degli Uffizi e sono pubblicati dei rilievi Napoli, Biblioteca Nazionale. del sepolcro effettivamente costruito e che venne distrutto dalla guerra e poi ricostruito insieme all'abbazia. Più recentemente Simonetta Valtieri nel 1986 ha studiato il monumento di Montecassino come premessa progettuale a quelli successivi che gli stessi Sangallo costruirono per i papi della famiglia Medici Leone X e Clemente VII nella chiesa della Minerva a Roma (Fig. 2). Lo studio intende analizzare la Tomba Medici dei Sangallo a Montecassino in una duplice veste in cui la rappresentazione gioca un ruolo fondante. Infatti essa è al tempo stesso oggetto intangibile che non è mai esistito perché rimasto allo stadio di progetto come documentato dai disegni sangalleschi degli Uffizi ed anche un monumento perduto di cui rimangono i soli rilievi eseguiti dal Giovannoni. Montecassino LA TOMBA DI PIERO DE’ MEDICI A MONTECASSINO UN PROGETTO POCO CONOSCIUTO DEI SANGALLO 61 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Le trasformazioni della basilica di Montecassino L’abbazia di Montecassino, a partire dall’inizio del Cinquecento, ha subito una profonda trasformazione ed un significativo rinnovamento edilizio-architettonico dell’intero complesso monastico, con un sostanziale mutamento del precedente impianto desideriano. Il monastero ed in particolar modo la basilica, così come trasformata dall’abate Desiderio (1058-1087) divenuto poi Papa Vittore III, ha rappresentato nei secoli l’inconfondibile “modello architettonico cassinese” diffusosi rapidamente nel Lazio meridionale, in Campania e nelle terre d’Abruzzo. Di fatto la struttura abbaziale giunta agli albori del Cinquecento è frutto di molteplici interventi, tra i quali i più importanti si riscontrano dopo il devastante terremoto del 1349, che provocò gravissimi danni soprattutto alla basilica. In seguito all’evento sismico, sotto l’abbaziato di Pietro de Tartaris (1374-1395), fu ricostruita la nuova copertura -conservatasi fino al tardo Cinquecento- realizzando una tipologia “a carena” sul modello della romana basilica lateranense. Da una descrizione cinquecentesca del monastero, in seguito ad una visita all’abbazia nel 1585, il napoletano Giambattista Bolvito, nel suo manoscritto Variarum Rerum (conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli, “Fondo S. Martino”, 441-445) ci ha lasciato anche un’attenta rappresentazione della basilica, nella quale è ancora presente la copertura a carena “Il tecto di detta ecclesia, è, per tutto de piombo, per sopra; et di sotto vi sono gli arcotravi che lo sostengono fatti in modo circolare ad guisa de archj con intemplature depinte di varie sorti de colori”. Mentre per quanto riguarda la conformazione planimetrica della chiesa, l’impianto -come può desumersi dalla descrizione del Bolvito- è riconducibile al rilievo di Antonio e Battista da Sangallo, nel quale sono presenti le venti colonne che “sostengono con archi la nave de detta ecclesia” (Pantoni, 1964). Montecassino NOTE COSTRUTTIVE SULLA PERDUTA CUPOLA DELLA BASILICA DI MONTECASSINO 79 Art Tra gli artefici dell’intenso rinnovamento edilizio del monastero un ruolo fondamentale è riconosciuto all’abate Ignazio Squarcialupi, a partire dal 1512, ed all’abate Crisostomo d’Alessandro (1527-1531) che completò i lavori iniziati dal suo predecessore. In particolare, per la basilica, lo Squarcialupi realizzò alcune cappelle affiancate alla navata sinistra ed iniziò i lavori per la sagrestia che saranno terminati dall’abate d’Alessandro. È riconducibile al 1543, sotto l’abbaziato di Girolamo II Sclocchetto da Piacenza (1541-1546), l’avvio della costruzione del nuovo coro della chiesa, che prevedeva il definitivo abbattimento delle tre absidi, dando inizio alla decisiva trasformazione della chiesa dell’abate Desiderio. Successivamente Angelo de Faggis, abate a Montecassino per undici anni (a tre riprese 1559-64, 1565-68, 1572-75), fece realizzare durante il suo ultimo abbaziato le cappelle della navata meridionale della chiesa. Il de Faggis, poliedrica personalità di spicco, noto per la sua fama di letterato e di capace amministratore, divenne una figura di primo piano nella Congregazione Cassinese, fu anche invitato nel 1561 a intervenire ai lavori del Concilio Tridentino, pur non partecipandovi. A lui sono riconducibili molteplici lavori architettonici di ampliamento, di restauro e di abbellimento dell'abbazia, progettati ed in parte iniziati già dai primi anni della sua permanenza a Montecassino; per questo è spesso ricordato nelle fonti come "restauratore", "rinnovatore" e "rifondatore" del monastero (Minozzi, 1925). Montecassino Montecassino 80 I noti disegni eseguiti da Antonio e Battista da Sangallo -conservati presso gli Uffizi a Firenze - Disegni 182r (Fig. 1) e 1276Arsono riferibili al primo trentennio del sec. XVI e costituiscono una tra le più significative testimonianze grafiche dell’impianto basilicale antecedente le trasformazioni seicentesche (Giovannoni, 1929 - Scaccia Scarafoni, 1932 - Cigola, 1997, 2005). Quella che viene definita come “l’Età moderna” dell’abbazia, il cui inizio coincide con il passaggio di Montecassino alla Congregazione benedettina di Santa Giustina (1504), è ricordata come la “feconda stagione artistica del Cinquecento cassinese”, che interessò non solo le strutture edilizie ma anche i molteplici apparati artistici del monastero (Dell’Omo, 1999). L’adesione del monastero benedettino alla Congregazione di Santa Giustina di Padova detta de Unitate pose fine al lungo periodo di governo degli abati commendatari, che rappresentò un’epoca certamente poco felice per l’abbazia. Il movimento di Santa Giustina costituì l’espressione più significativa e prolifica della riforma cattolica che, in campo monastico, precorse di un secolo le deliberazioni del Concilio di Trento (Bosi e Penco, 1992). La bolla di annessione, emanata da Papa Giulio II, mutava anche il nome della Congregazione di S. Giustina nella definitiva “Congregazione Cassinese”, Fig. 1. Antonio e Battista da Sangallo il cui riformato ordinamento prevedeva, tra l’altro, la temporaneità (inizio sec. XVI), Pianta della chiesa abbaziale, dell’atrio antistante e di altre adia- dell’ufficio abbaziale, fattore questo che favorì significativamente lo stimolo all’innovazione nelle arti e nelle fabbriche del monacenti fabbriche di Montecassino. Firenze, Uffizi, 182 r. Particolare della basilica. stero. Fig. 2. Angelo Pantoni, planimetria della basilica di Montecassino, con il rilievo delle varie stratificazioni che hanno interessato la chiesa abbaziale. (Pantoni, 1973). 81 TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Come testimonia la frase attribuita dalla tradizione popolare ad Arnolfo di Cambio che, dopo aver progettato un imponente sistema fondale costituito da numerosi e profondi pozzi al di sotto della fabbrica della chiesa di santa Maria del Fiore a Firenze, disse “Dai terremoti t’ho guardat’io, dai fulmini ti guardi Dio” (Sacchi, 1839), il problema della protezione dei monumenti dall’impeto delle scariche atmosferiche costituì, per lungo tempo, uno degli aspetti irrisolti da parte dei progettisti. Solo con la definizione settecentesca del potere dispersivo delle punte si arrivò a realizzare efficaci ed articolati sistemi di protezione dalle perniciose saette. Queste brevi note analizzano una tra le prime e più importanti istallazioni ottocentesche di un sistema di parafulmini in Italia, applicata ad un significativo ed esteso complesso monumentale, quale quello dell’abbazia di Montecassino, nel Lazio meridionale. Lo studio -oltre a tracciare un profilo dell’ideatore dell’impianto, nella persona di Feliciano Scarpellini (1762-1840) (Fig. 1), astronomo e docente di fisica, figura di primo piano di studioso e sperimentatore nel panorama scientifico dell’Italia a cavallo tra Settecento ed Ottocento, fondatore tra l’altro dell’Accademia Cae- Fig. 1. Busto di Feliciano Scarpellini. tani, divenuta poi Accademia dei Nuovi Lincei- analizza il rilievo e la disposizione plano-altimetrica dei parafulmini che consente di individuare, congiuntamente ad altri documenti parzialmente inediti, alcune significative risultanze dimensionali dell’Abbazia, la quale completamente distrutta dai feroci eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, conserva pochissime testimonianze grafiche che la descrivono geometricamente. Inoltre vengono tratteggiati i profili di altri studiosi che in vario modo intervennero sull’impianto di parafulmine anteguerra. Montecassino FULMINI SU MONTECASSINO Le cronache benedettine ricordano come lo stesso Desiderio, nella ricostruzione della basilica di Montecassino, per attenuare gli effetti delle tempeste e dei fulmini, fece spianare “igne ferroque” la cima del monte (Carbonara, 1979). Singolare è anche 105 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 CASSINO PREBELLICA 127 Il 13 gennaio 1915 un forte terremoto, con epicentro Avezzano in Abruzzo, arreca molti danni ad una città ancora in gran parte formata da edifici di origine medievale, come era allora Cassino. Una interessante carta del 1902 (Fig. 1) inserita in un volume opera del medico Oreste Del Foco, certifica lo stato di fatto della città in quegli anni riferendosi chiaramente alle mappe del catasto allora vigente. Gli edifici sono evidenziati e differenziati dalla rete stradale mediante una campitura a 45°, mentre gli edifici di culto restano bianchi, evidenziati mediante l’apposizione di una croce all’interno, come nelle cartografie catastali di allora e di oggi. Oltre alla rete idrografica, analizzata con accuratezza e precisione data la destinazione del volume a descrivere la situazione idrica ed igienica della città (1); sono rappresentati in maniera puntuale le delimitazioni che separano gli spazi privati aperti non edificati (per lo più orti o giardini) dalla rete stradale. E’ questa una delle pochissime testimonianze iconografiche della Cassino anteguerra, il cui sviluppo urbano appare su due livelli: un nucleo “a mezza costa”, probabilmente più antico e co- Cassino prebellica LA CITTÀ DI CASSINO E LA SUA IDENTITÀ PERDUTA RISCOPERTA E MEMORIA ATTRAVERSO GLI ELABORATI GRAFICI Fig. 1. 1902, Pianta di Cassino (parte piana) Tav. II, in O. Del Foco, “Cassino e le sue acque in rapporto al miglioramento della città e dei suoi dintorni”; Ristampa Ciolfi, 2005. 129 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 CASSINO RICOSTRUZIONE 143 Nella sua fase di ricostruzione del dopoguerra la città di Cassino è stata interessata da articolate dinamiche tecniche e socioeconomiche che hanno caratterizzato le trasformazioni tra il vecchio e nuovo impianto urbano. La città, ubicata nell’entroterra del basso Lazio, completamente distrutta dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale, si trova ad affrontare -nel periodo di sviluppo del “Piano di Ricostruzione”- contrastanti orientamenti tra la popolazione, l’amministrazione comunale ed i progettisti, sulle linee da seguire per il nuovo impianto cittadino. In particolare si vuole indagare come, nel passaggio tra vecchia e nuova “forma urbis”, la città conservi e al tempo stesso modifichi la sua identità urbana, attraverso alcune significative permanenze e molteplici trasformazioni del tessuto urbano. Il disegno della città assume pertanto un ruolo fondante del nuovo assetto cittadino che si sviluppa in successive e diversificate proposte del “Piano di Ricostruzione”, alla cui redazione parteciparono, tra gli altri, Giuseppe Nicolosi e Concezio Petrucci. Analizzando il processo di formazione e di attuazione del Piano di Ricostruzione ed i complessi rapporti tra architetture e forma urbana emergono le relazioni e le regole spaziali che hanno caratterizzato l’evoluzione della città ricostruita. Cassino Ricostruzione TRA VECCHIA E NUOVA FORMA URBANA TRASFORMAZIONI E PERMANENZE NEL DISEGNO DELLA CITTÀ Il contesto storico I tragici eventi dell’ultimo conflitto mondiale causarono la completa distruzione di numerose città europee, annullando ogni identità storica e culturale dei tessuti urbani e delle loro emergenze architettoniche. Nel Lazio meridionale, in provincia di Frosinone, dopo la liberazione da parte delle truppe alleate nel maggio del 1944, anche la città di Cassino, luogo simbolo della seconda guerra mondiale -cardine centrale nella Linea difensiva Gustav- totalmente devastata dalla violenza dei bombardamenti subiti, si trova ad affrontare la drammatica necessità della ricostruzione post-bellica. 145 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Figura significativa tra i progettisti ed urbanisti del XX Secolo, Giuseppe Nicolosi professionalmente attivo per cinquant’anni del secolo scorso, fu interprete del rinnovamento razionalista italiano e produttore nella sua lunga pratica di progettista di una copiosa documentazione (Fig. 1). Per il valore culturale delle carte in esso contenute, il suo archivio è stato dichiarato nel 2010 di notevole interesse storico (1). I documenti personali dell’ingegnere, conservati dagli eredi a Roma, nella Palazzina di Via Lattanzio, hanno subito vari interventi volti ad assicurarne la valorizzazione e la fruizione da parte degli storici e studiosi dell’architettura. Tali iniziative sono nate dalla cooperazione tra la Soprintendenza Archivistica per il Lazio, l’Ordine degli Architetti di Roma e la Casa dell’Architettura di Latina. Circostanza che rappresenta un segnale positivo nel settore del patrimonio culturale, in particolare archivistico. Oltre all’occasione di riflettere sull’importanza dei tanti archivi professionali a rischio di danneggiamento o perdita, il nuovo intervento sulle carte personali di Nicolosi, riaccende l’interesse su un professionista ed un uomo che ha lasciato un segno significa- Fig. 1. Giuseppe Nicolosi tivo nell’architettura del secondo dopoguerra e offre ulteriori spunti di riflessione e ricerca. L’attività di Nicolosi a Cassino si colloca nelle più ampie esperienze di progettista e urbanista che hanno caratterizzato la sua carriera professionale ed accademica. È in particolare negli anni del dopoguerra che egli elabora vari progetti che riguardano la sistemazione di piazze e spazi pubblici in centri urbani, consolidando e al tempo stesso rivedendo le proprie idee sul rapporto tra contesto urbano ed architettura. Nell’esempio in esame, il risultato sarà raggiunto determinando complessivamente un sistema aggregato di allineamenti prospettici, guidati dalle quinte degli edifici progettati, la cui attenzione nel disegno, pur nella diversità degli elementi costituenti, persegue un’unitarietà estetica che fonde insieme indissolubilmente spazio urbano e architetture. Grazie, infatti, alla sua sensibilità di architetto e urbanista e alla sua tena- Cassino Ricostruzione L’IDEA DI UN RICOSTRUITO CENTRO URBANO GIUSEPPE NICOLOSI A CASSINO: DISEGNI DI PROGETTO 173 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 L’eterogeneo, quanto interessante, patrimonio edilizio della città di Cassino è il frutto della totale ricostruzione operata negli anni Cinquanta e Sessanta del ‘900 in seguito ai disastrosi eventi del secondo conflitto mondiale. A partire da questo drammatico evento si innesca, infatti, uno stimolante e controverso dibattito intorno ai temi della ricostruzione che, avviatosi immediatamente dopo la fine delle operazioni belliche, si protrae fino all’inizio degli anni Sessanta quando, con l’avvento del boom economico e l’attivazione dei grandi piani per l’edilizia residenziale pubblica, maturano le condizioni per una nuova e diversa fase di sperimentazione. La ricostruzione della città si realizza a più livelli, dal ripristino “com’era e dov’era” dei grandi monumenti simbolo, alla costruzione di nuovi tessuti edilizi, nella cui progettazione sono coinvolti, alle diverse scale, autorevoli progettisti di chiara fama come Giuseppe Nicolosi, Alberto Gatti, Carlo Cestelli Guidi ed altri che lavorano per diversi anni a Cassino, luogo ideale per una sperimentazione progettuale in termini urbanistici, architettonici, tipologici e costruttivi. La vicenda progettuale e costruttiva di Giuseppe Nicolosi a Cassino inizia nel 1945 all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale quando, con Concezio Petrucci e Antonio Toussan (1), viene incaricato dal Provveditorato alle OO. PP. per il Lazio e l’Umbria della redazione del piano di ricostruzione della città (2). All’epoca Giuseppe Nicolosi è già un affermato accademico e progettista. Laureato a pieni voti a Roma, poi assistente di Gustavo Giovannoni e di Arnaldo Foschini, dal 1939 è professore ordinario di Architettura e Composizione Architettonica presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna. Parallelamente porta avanti un’intensa attività di progettista, iniziata collaborando con Alberto Calza Bini, grazie alla quale ha modo di maturare esperienza nei temi più diversificati: dal piccolo villino Ramazzotti all’Aventino ai Cassino Ricostruzione LA SPERIMENTAZIONE PROGETTUALE DI GIUSEPPE NICOLOSI A CASSINO, DAL PIANO DI RICOSTRUZIONE ALLA DEFINIZIONE DI OPERE PUNTUALI 191 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 L’edifico INA La complessa vicenda legata alla ricostruzione di Cassino, oltre che dal punto di vista architettonico ed urbanistico, presenta risvolti finanziari ed economici che rendono necessaria l’istituzione di enti specifici e la contestualizzazione al territorio di istituti già operanti. Nel corso di una riunione tenutasi a Cassino e organizzata dall’E.Ri.Cas. (1), a cui partecipano i rappresentanti di diversi istituti di credito, viene offerta all’ente INA la possibilità di costruire un edificio in quello che sarebbe stato, secondo l’assetto definito dal Piano di Ricostruzione dello stesso Nicolosi, il nuovo centro città (2). L’incarico per la progettazione di tale edificio viene assegnato allo stesso Nicolosi e al giovane Alberto Gatti. Il 12 maggio del 1949 viene stipulata la convenzione tra il Comune di Cassino e l’ente INA. Con tale atto il Comune si impegna a cedere all’INA un’area sgombra dalle baracche costruite nell’immediato dopoguerra, mentre resta carico dell’INA la rimozione delle macerie del distrutto Liceo-Ginnasio. L’accordo stipulato tra i due enti, complesso e particolareggiato, vincola l’INA a costruire entro tredici mesi dalla consegna del terreno, un “edificio destinato a negozi, pubblici uffici ed appartamenti, secondo le proprie esigenze”, mentre il Comune, tra i vari impegni, assume l’ente come riferimento assicurativo e previdenziale unico (3). I progettisti propongono una complessa architettura polifunzionale, nota come edificio INA o Lotto Nicolosi, che, a partire dal piano terra, combina nei successivi livelli, spazi commerciali, uffici, residenze simplex e, a coronamento, alloggi duplex (Fig. 1). La pianta, rettangolare, occupa un’area di circa 800 mq sviluppandosi in direzione est-ovest per una lunghezza di oltre 80 m. La costruzione inizia il 6 luglio del 1949, con i lavori preliminari di preparazione del cantiere e si protrae fino al 16 settembre 1951 (4), ben oltre i tempi inizialmente previsti (5). Gran parte del Cassino Ricostruzione LA PROGETTAZIONE DI DUE EDIFICI CARDINE NEL CENTRO CITTÀ: L’EDIFICIO INA E LE CASE INCIS 201 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Come nell’edificio INA è evidente un uso della tecnologia del cemento che rifiuta il ricorso a geometriche maglie ortogonali anzi adotta modi riconducibili alla costruzione muraria: una intelaiatura portante priva di andamento regolare che, partendo dalle direzionalità degli allineamenti perimetrali, penetra all’interno del volume adattandosi alle esigenze dell’impostazione planimetrica. L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E IL PIANO INA CASA IN ITALIA. EDIFICI PER ABITAZIONI INA CASA E CASE INCIS INA CASA A CASSINO Cassino Ricostruzione Cassino Ricostruzione Nicolosi inizia a lavorare al tema della casa popolare a partire dalla metà degli anni venti attraverso le sperimentazioni tipologiche dei concorsi e della Prima Esposizione italiana di architettura razionale del 1928. I concorsi per l’Istituto delle Case Popolari di Roma segnano l’inizio dell’attività autonoma del progettista dopo la collaborazione con Alberto Calza Bini. I primi progetti, per gli edifici residenziali in via Terni (1925) e in via Ausoni (1926) (Fig. 1-2), sono espressione del modello accademico della scuola romana: un impianto tradizionale di impostazione muraria, un aspetto complessivo massivo e i richiami storicistici delle decorazioni, controllate fin nel dettaglio la cui Note * Il testo di questo capitolo, a firma di Marcello Zordan e Franco Fragnoli, è la rielaborazione del contributo Zordan, M., & Fragnoli, F. (2016). L'historique del la costruction du batiment de l'INA a Cassino conçu par Giuseppe Nicolosi et Alberto Gatti. In Fleury, F. … (Eds.) Les temps de la construction: processus, acteurs, matériaux: recueil de textes issus du Deuxième congrès francophone d'histoire de la construction, (pp. 639-646). Paris, France: Picard. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 210 L’Ente Ricostruzione del Cassinate, società cooperativa a responsabilità limitata, su concessione del Ministero dei Lavori Pubblici si occuperà della realizzazione delle opere di ricostruzione. “Verbale del Consiglio di amministrazione dell’ente INA del 05/0 3/1949” (Archivio storico INA Assitalia, Fondo Verbali, Serie Consiglio di Amministrazione, volume 82, pp. 112-115). Interessante notare come, nell’ambito dei generale clima di rilancio dell’economia nazionale attraverso l’occupazione operaia, l’accordo prevedesse specificatamente che le ditte appaltatrici dovessero avvalersi di manodopera locale, reclutata attraverso il locale Ufficio di collocamento, ad esclusione ovviamente delle maestranze specializzate e dei dirigenti di cantiere. Verbale del Consiglio di amministrazione dell’ente INA del 04/03/1953 (Archivio storico INA Assitalia, Fondo Verbali, Serie Consiglio di Amministrazione, volume 12, pp. 1-7). Il certificato di collaudo del 9/8/1952 redatto dall’ing. G. Zanon, fissa l’originario termine di ultimazione dei lavori al 16 settembre del 1950 (Archivio Storico INA Assitalia, Fondo Storico Immobiliare, unità d’archivio 6830). “Collaudo delle opere in cemento armato” (Archivio Storico INA Assitalia, Fondo Storico Immobiliare, unità d’archivio 6830). Come risulta dal confronto fra i vari elaborati esecutivi. “Atto unico di Collaudo” (Archivio ATER della provincia di Frosinone, fascicolo 565). Archivio ATER della provincia di Frosinone, fascicolo 564. Fig. 1. Edificio residenziale in via Terni a Roma. G. Nicolosi. 1925. Il fronte su via Terni. Fig. 2. Edificio residenziale in via degli Ausoni a Roma. G. Nicolosi. 1926. Prospetto principale. 211 TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 Il Palazzo di Giustizia Il Palazzo di Giustizia nella sua attuale configurazione è il risultato di due distinte fasi costruttive. Il nucleo originario venne realizzato nell’immediato dopoguerra ed inaugurato il primo marzo del 1949 (1), la seconda parte venne invece conclusa nel corso degli anni ’60. Dell’iniziale progetto impostato secondo un impianto simmetrico venne realizzato solo il corpo centrale e l’ala di sinistra (Fig. 1) in quanto sembrava superare nelle dimensioni gli effettivi bisogni cittadini. In seguito le istituzioni iniziarono a Fig. 1. Il Palazzo di Giustizia di Cassino. manifestare l’esigenza di ampliare l’edificio per dotarlo di G. Nicolosi. Immagine d’epoca del nucleo originale. nuove aule. Cassino Ricostruzione GLI EDIFICI PUBBLICI NEL CENTRO CITTÀ. LA REALIZZAZIONE A PIÙ RIPRESE DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA E LA SINGOLARE VICENDA DELL’EDIFICIO POSTALE 225 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 ARCHITETTURE RELIGIOSE 235 “... bisogna rendersi conto che una chiesa, costruita su una pianta nuova con forme vecchie, storiche, corrisponde alle nostre attuali esigenze più che una chiesa nata con forme ‘moderne’ su una pianta vecchia ...” Emil Steffann e Rudolf Schwarz Architetti tedeschi, fecondi progettisti di chiese tra gli anni ‘30 e ‘50 del secolo scorso. La distruzione totale di una città come Cassino, dovuta ai bombardamenti dell’ultima guerra, oltre a cancellare la realtà fisica del tessuto urbano ne ha impoverito la memoria storica a causa del Fig. 1. Schema impianto urbano antedanneggiamento di tutti gli archivi pubblici, privati ed ecclesiastici, guerra, con evidenziate le principali chiese cittadine. eliminando numerose testimonianze documentarie (Figg. 1-2). Architetture religiose LE CHIESE DI CASSINO, TRA VECCHIO E NUOVO IMPIANTO URBANO FONTI DOCUMENTARIE 237 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 ARCHITETTURA RELIGIOSA NEL CASSINATE Architetture religiose Nel 1926, a due anni di distanza dal conseguimento della laurea e dopo l’esperienza dei concorsi per edifici residenziali a Roma, Giuseppe Nicolosi affronta per la prima volta il tema dell’architettura religiosa lavorando al restauro della chiesa e del convento di Alvito. Nel 1937 viene realizzata la chiesa dall’istituto Santa Maria a Roma del quale lo stesso autore era stato studente. Nel dopoguerra l’imponente attività di ricostruzione che interessa il paese porta il progettista a confrontarsi più volte con il tema dell’architettura religiosa. La Chiesa e l’Istituto San Giuseppe Calasanzio di Frascati mostrano in maniera netta l’ormai avvenuta evoluzione dai modi del razionalismo all’adozione di un linguaggio personale (Fig.1-2). La chiesa si distingue per un aspetto volumetrico compatto massivo accentuato dall’adozione di un paramento esterno in pietra che nasconde al suo interno una maglia strutturale in cemento armato. Ulteriori sviluppi si hanno con la chiesa parrocchiale di San Sa- Figg. 1-2. Chiesa ed Istituto San Giuseppe Calasanzio a Frascati. 1946. G. Nicolosi. Vista d’insieme e sezione di una soluzione non realizzata. 249 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 AREA ARCHEOLOGICA 261 L’AREA ARCHEOLOGICA DI CASSINO RIFUNZIONALIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE Area Archeologica L’area archeologica della Casinum romana Della città romana di Casinum rimangono significative e varie testimonianze organizzate in un parco archeologico che comprende i resti dell’anfiteatro e del teatro; la cosiddetta tomba attribuita ad un’importante matrona della famiglia degli Ummidi; alcuni tracciati di strade basolate tra le quali un tratto extraurbano limitrofo all’anfiteatro e identificabile probabilmente con la via Latina Nova; un ninfeo in corrispondenza del quale sono recentissime alcune interessanti scoperte relative a parti di una villa romana di età imperiale; e infine altri ritrovamenti archeologici minori dislocati in un articolato contesto variamente urbanizzato (Fig. 1). È possibile far risalire tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. i primi insediamenti urbani dei luoghi, quando i Volsci e in seguito i Sanniti (probabilmente intorno alla metà del IV secolo a.C.) si fermarono stabilmente nell’ampia valle del Liri edificando le prime abitazioni di Casinum, città “antica” Fig. 1. OrthoPhoto georeferenziata elaborata da rilievo con SAPR, su base CTRN 1:5.000 (Elemento 403101, stralcio). 263 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 CIMITERI DI GUERRA 275 I CIMITERI DI GUERRA, MEMORIA E MONITO, TRA CASSINO, VENAFRO E MIGNANO MONTELUNGO. PROGETTI E CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE “Solo i bagni di sangue di Verdun e di Passchendaele o i combattimenti sul fronte orientale possono essere paragonati a Montecassino. Fu la più grande battaglia terrestre combattuta in Europa, lo scontro più aspro e cruento tra gli Alleati e la Wehrmacht. Molti tedeschi la giudicarono peggiore di Stalingrado” con queste parole Matthew Parker (Montecassino, 15 gennaio-18 maggio 1944. Storia e uomini di una grande battaglia. Milano: Il Saggiatore, 2009) descrive uno tra i più feroci eventi della Seconda Guerra Mondiale che, nei territori a ridosso della linea difensiva tedesca Gustav, tra le regioni del sud Lazio e del nord Campania nell’Italia centro-meridionale, produsse tra feriti ed uccisi più di 250mila vittime. Cimiteri di guerra “Vita mortuorum in memoria est posita vivorum” Cicerone, Philippicae, IX, 10 Fig. 1. Il territorio intorno alla “Linea Gustav”, con la localizzazione dei cinque cimiteri di guerra (Tedesco, Polacco, Inglese, Italiano e Francese). 277 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 IL CIMITERO DI GUERRA DEL COMMONWEALTH A CASSINO I DISEGNI PROGETTUALI DI LOUIS DE SOISSONS Cimiteri di guerra Attraverso il recupero della documentazione e dei disegni di progetto, molti dei quali inediti, relativi ai cimiteri militari della Seconda Guerra mondiale nell’intorno di Cassino, si cerca di verificare l’iniziale idea progettuale con lo stato attuale dei siti. In particolare, per quanto riguarda il Cimitero del Commonwealth, tramite l’analisi della documentazione progettuale originale, si riscontrano, nel monumento, una serie di elementi ricorrenti nell’architettura funeraria. Questi, generalmente presenti nella maggior parte dei cimiteri militari inglesi, costituiscono particolari costruttivi simbolici che derivano da precise disposizioni dalla Commonwealth War Graves Commission (1). Pur tuttavia, le caratteristiche formali, paesaggistiche e costruttive del sito stabiliscono una singolare relazione visiva tra il luogo e il paesaggio antropico/naturale circostante il monumento, dominato dalla presenza dell’abbazia di Montecassino (Fig. 1). Quest’ultima, rappresentando uno dei segni distintivi del paesaggio cassinate, nel contesto territoriale in esame e in relazione alle pregresse esperienze del progettista, si trasforma in un grande valore identitario per la collettività e parte integrante del patrimonio culturale del luogo. Fig. 1. Una veduta interna del Cimitero di guerra del Commonwealth di Cassino, con sullo sfondo l’abbazia di Montecassino. 303 Art TERRITORIO, CITTÀ E ARCHITETTURA MONTECASSINO E CASSINO A cura di ARTURO GALLOZZI ... OMISSIS ... COPYRIGHT © MMXX ISBN 978-88-95101-81-1 I edizione: luglio 2020 ARTE STAMPA EDITORE Via Casilina Sud, 10/A 03038 Roccasecca (Fr) Tel. 0776.566655 tipografia@artestampa.org ARTE STAMPA EDITORE 2020 BIBLIOGRAFIA 321 Albisinni, P. (1994). Il disegno della memoria. Storia, rilievo e analisi grafica dell’architettura funeraria del XIX secolo. Roma: Kappa. Alinari, A. (1932). Il primitivo monastero di Montecassino. Roma: Tipografia del Senato. Amirante, G., & Pessolano, M.R. (2005). Immagini di Napoli e del Regno. Le raccolte di Francesco Cassiano de Silva. Napoli: Ed. Scientifiche Italiane. Bibliografia Abita, S., Bellucci, E., & Valerio, V. (Eds.) (2001). Immagini della Terra dei Re. Potenza: Paparo. Amirante, G. (2012). 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