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MARCO FABIO QUINTILIANO PROF.SSA VALENTINI NASCE A CALAGURRIS (CALAHORRA) NELLA SPAGNA TARRACONESE, IN UNA DATA COMPRESA TRA IL 35 E IL 40 D.C. FIGLIO DI UN INSEGNANTE DI RETORICA ABBASTANZA NOTO (SENECA IL VECCHIO LO CITA), SI TRASFERÌ BEN PRESTO (ANNI CINQUANTA) A ROMA DOVE POTÉ SEGUIRE L’INSEGNAMENTO DI MAESTRI DI PRIMARIA IMPORTANZA, COME IL GRAMMATICO REMNIO PALEMONE E IL RETORE DOMIZIO AFRO (GIÀ INSEGNANTE DI PERSIO), SEGUACI DELL’ASIANESIMO NELLA SCUOLA DI PALEMONE EBBE MODO DI VEDERE ALCUNI DEI DIFETTI CONTRO I QUALI AVREBBE POI COMBATTUTO DI DOMIZIO AFRO DIVENNE AMICO; PER LUI AFRO NON È L’INFORMATORE CHE CONOSCIAMO ATTRAVERSO TACITO, MA UN GRANDE ORATORE E SAGGIO CRITICO IL SUO UNICO ERRORE, SECONDO QUINTILIANO, FU CITA AFRO UNA VENTINA DI VOLTE NELLA INSTITUTIO E, DOPO CICERONE, FU PROBABILMENTE AFRO A ESERCITARE LA PIÙ GRANDE INFLUENZA SU DI LUI QUELLO DI NON AVER RICONOSCIUTO IL PROGRESSIVO VENIR MENO DELLE SUE FORZE E DI NON ESSERSI RITIRATO QUANDO ERA AL CULMINE DEL SUCCESSO AFRO FU UN AVVOCATO DI PROFESSIONE, E QUINTILIANO, NONOSTANTE INSEGNASSE DECLAMAZIONE, NON PERSE MAI DI VISTA LO SCOPO PRATICO DELL’EDUCAZIONE ED ESERCITÒ PROFESSIONALMENTE LA SUA ATTIVITÀ LEGALE DURANTE TUTTO IL PERIODO DEL SUO INSEGNAMENTO. AFRO NON FU MAI UN RIBELLE O UN RIVOLUZIONARIO O UN RADICALE. ERA RIUSCITO AD ANDARE D’ACCORDO CON LA SOCIETÀ IN CUI VIVEVA, ERA AMBIZIOSO E NON RIFIUTAVA L’ADULAZIONE QUANDO QUESTA ERA NECESSARIA. QUEL POCO CHE CONOSCIAMO DELLO STILE DELLA PROSA DI AFRO SUGGERISCE UN SENSO DI MATURITÀ, DI GRAVITÀ TEMPERATA DALLA SAGGEZZA E DALLA NATURALEZZA. QUESTE CARATTERISTICHE POSSONO AVER CONTRIBUITO A FAR PROPENDERE QUINTILIANO VERSO CICERONE E I CLASSICI AL TEMPO DELLA MORTE DI AFRO, CONCLUSI GLI STUDI, INTORNO AL 60, TORNA IN PATRIA E LÀ VISSE PER UNA DECINA D’ANNI, SVOLGENDO LA PROFESSIONE DI AVVOCATO NEI TRIBUNALI LOCALI, NONOSTANTE NON CITI MAI QUESTO FATTO. QUANDO IL GOVERNATORE DELLA SPAGNA, GALBA, FU PROCLAMATO IMPERATORE E COMINCIÒ LA SUA MARCIA VERSO ROMA PER PRENDERE IL POSTO DI NERONE NEL 68 D.C., PORTÒ CON SÉ QUINTILIANO (GEROLAMO, CHRONICON) CIÒ AVREBBE POTUTO RIVELARSI DISASTROSO PER IL GIOVANE ORATORE DURANTE IL TERRIBILE ANNO DEI QUATTRO IMPERATORI, QUANDO ROMA FU MESSA SOTTOSOPRA DALLA GUERRA CIVILE E OTONE, VITELLIO E VESPASIANO SUCCEDETTERO A GALBA UNO DOPO L’ALTRO. IN QUALCHE MODO, INVECE, QUINTILIANO SOPRAVVISSE E SI DEDICÒ ALL’INSEGNAMENTO QUINTILIANO APRE UNA SCUOLA NELLA QUALE INSEGNERÀ PER VENT’ANNI. TRA I SUOI ALLIEVI PIÙ CELEBRI SI RICORDANO PLINIO IL GIOVANE E, SECONDO ALCUNE FONTI, ANCHE TACITO E GIOVENALE. 71 L’EREDE DI VESPASIANO, TITO, RITORNÒ FINALMENTE A ROMA DOPO LA CADUTA DI GERUSALEMME, VESPASIANO LO ACCOLSE CON TUTTI GLI ONORI E COMINCIÒ A VENIRE ALLA LUCE IL PROGETTO DI UN NUOVO MONDO. UN ASPETTO DI QUESTO RINNOVAMENTO FU L’ASSEGNAZIONE A QUINTILIANO DI UNA CATTEDRA DI RETORICA FINANZIATA DAL FISCUS, LA TESORERIA DI STATO. IL COMPENSO ERA COSTITUITO DALLA RAGIONEVOLE CIFRA DI CENTOMILA SESTERZI ALL’ANNO CHE, NATURALMENTE, VENIVANO INCREMENTATI DAGLI ONORARI RICEVUTI PER IL PATROCINIO NEI QUANDO TRIBUNALI NELLA PRIMAVERA DEL QUINTILIANO INSEGNÒ L’INVENTIO, LA DISPOSITIO, L’ELOCUTIO, LA MEMORIA E L’ACTIO, E CORRESSE LE CONTROVERSIAE E LE SUASORIAE SCRITTE DAI SUOI STUDENTI. OCCASIONALMENTE LI INCORAGGIAVA AGGIUNGENDO QUALCHE ANNOTAZIONE LETTERARIA, ED È MOLTO PROBABILE CHE DESSE LORO CONSIGLI DI ORDINE MORALE. CIÒ CHE ESSI CONQUISTAVANO ERA L’ABILITÀ NELL’ESPRIMERSI, UNA CERTA SICUREZZA DI SÉ, IL SENSO DELLA TRADIZIONE CULTURALE E LA SENSIBILITÀ PER IL GUSTO. UNA MODERNA EDUCAZIONE LIBERALE È PIÙ AMBIZIOSA, TALVOLTA GIUNGE AD ESERCITARE UN PUNTO DI VISTA CRITICO NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ, COSA CHE QUINTILIANO AVREBBE RITENUTO UN GRAVE ERRORE QUINTILIANO NON DISAPPROVAVA LE CLASSI NUMEROSE E CON TUTTA PROBABILITÀ RIUSCIVA AD ATTIRARE VERSO DI SÉ UN SEGUITO CONSIDEREVOLE DI ALLIEVI. PROBABILMENTE LE SUE LEZIONI ERANO APERTE A TUTTI, MA POSSIAMO SUPPORRE CHE EGLI DOVESSE RICHIEDERE UNA SORTA DI PRESENTAZIONE E DI ESAME DEI RAGAZZI, PRIMA DI AMMETTERE GLI STUDENTI ALLA REGOLARE FREQUENTAZIONE L’UNICA PERSONA CHE PUÒ ESSERE INDICATA CON CERTEZZA COME ALLIEVO DI QUINTILIANO FU PLINIO IL GIOVANE, MA FORSE ANCHE GIOVENALE DOVETTE ASSISTERE AD ALCUNE LEZIONI COME NELLE ALTRE SCUOLE DI RETORICA, DOBBIAMO ANCHE PENSARE CHE SI FOSSE FORMATO UN GRUPPO SI ASCOLTATORI ANZIANI AFFEZIONATI, CHE SI PRESENTAVANO PIÙ O MENO REGOLARMENTE LA MAGGIOR PARTE DEGLI STUDENTI DOVEVA PROVENIRE DALLE FAMIGLIE ALTOLOCATE DELL’ITALIA E DELLE PROVINCE, CHE MANDAVANO I PROPRI FIGLI A ROMA PER SODDISFARE LE AMBIZIONI DI SCALATA SOCIALE E POLITICA DEI METODI DIDATTICI DI QUINTILIANO CONOSCIAMO MOLTO POCO: C’ERA UN CORSO DI LEZIONI PRELIMINARI PER I RAGAZZI TRA I QUATTORDICI E I QUINDICI ANNI. LO STESSO QUINTILIANO SI LAMENTA DEL FATTO CHE GLI STUDENTI INIZIAVANO LA LORO EDUCAZIONE PIÙ TARDI DI QUANDO SAREBBE STATO UTILE QUESTO CORSO PRELIMINARE PRESENTAVA I PRINCIPI GENERALI DELLA RETORICA IN TERMINI SEMPLICI, INCULCANDO L’IDEA CHE CI FOSSE UN UNICO MODO GIUSTO DI FARE LE COSE; PIÙ TARDI IL RAGAZZO AVREBBE IMPARATO CHE CIÒ CHE IL MAESTRO INSEGNAVA COME L’UNICO MODO, ERA DI SOLITO IL MODO MIGLIORE PER UN CERTO PERIODO QUINTILIANO PROVÒ IN QUESTO CORSO PRELIMINARE LA LETTURA E L’ANALISI DI TESTI DI STORIA E DI RETORICA, MA PRESTO IL PROGRAMMA DI STUDIO SI AVVICINÒ A QUELLO DEGLI ALLIEVI DEI CORSI PIÙ AVANZATI – CHE I GENITORI AVEVANO AFFIDATO ALL’ORATORE PERCHÉ IMPARASSERO L’ARTE DELLA DECLAMAZIONE -, E VENNE INFINE ABBANDONATO QUINTILIANO NON METTE IN DISCUSSIONE IL METODO DELLA DECLAMAZIONE COME LA PIÙ RAFFINATA FORMA DI ESERCIZIO RETORICO E PASSA LA MAGGIOR PARTE DEL TEMPO AD INSEGNARLA EGLI DESIDERAVA TUTTAVIA CHE QUESTA RISULTASSE UNA PREPARAZIONE PRATICA ALLA VITA PUBBLICA CRITICA L’USO DI SOGGETTI ASTRUSI, DELLO STILE GONFIO E DI REGOLE RETORICHE POCO REALISTICHE. PER RIPORTARE LA DECLAMAZIONE ENTRO I LIMITI DELL’ADDESTRAMENTO ALL’ATTIVITÀ FORENSE, SUGGERÌ RIFORME CONTENUTE, COME L’USO DI TERMINI APPROPRIATI, L’ADOZIONE DI CASI COMPLICATI, IL RITORNO A UNA DIZIONE PIÙ NORMALE, L’INTRODUZIONE DI UNA CERTA DOSE DI UMORISMO QUINTILIANO TUTTAVIA NON FU UN I SUOI INTERESSI RIGUARDANO SOPRATTUTTO LA FIGURA DELL’INSEGNANTE, CHE DEVE ESSERE PRATICO, SENSIBILE, POSITIVO, MORALE, DISPONIBILE AL RIFORMATORE DEL CORSO DI STUDI ALLORA CONSUETO, CHE CONTINUÒ AD ACCETTARE NELLE SUE LINEE FONDAMENTALI COINVOLGIMENTO CON GLI STUDENTI IN QUESTO SENSO L’INSEGNANTE DEVE PORSI COME IN LOCO PARENTIS (II, 2, 4) DI PIÙ, DEVE ESSERE IN GRADO DI RENDERE IL PROPRIO INSEGNAMENTO NATURALE E PERFINO DIVERTENTE GLI STUDENTI DI QUINTILIANO ERANO QUASI TUTTI GIOVANI CHE STUDIAVANO RETORICA, MA EGLI SA DARE UNA QUANTITÀ DI BUONI CONSIGLI AI MAESTRI DELLE SCUOLE ELEMENTARI SU COME AVVIARE LE GIOVANI MENTI LUNGO LA VIA DELL’APPRENDIMENTO È QUASI IL SOLO TRA I VECCHI EDUCATORI CHE SI OPPONE DECISAMENTE ALL’USO DELLE FRUSTATE (I, 3, 6-7) NATURALMENTE ANCHE L’ALUNNO HA DOVERI NEI CONFRONTI DELL’INSEGNANTE, AL QUALE NON SI DEVE SOLTANTO OBBEDIENZA, MA ANCHE AMORE (II, 9) LO STUDENTE IDEALE DI QUINTILIANO, COME VIENE DESCRITTO NELLA INSTITUTIO (I, 3, 6-7), È TROPPO DOCILE, TROPPO MALLEABILE PER GLI STANDARD EDUCATIVI AVANZATI SECONDO IL NOSTRO MODERNO PUNTO DI VISTA MENTRE ERA IMPEGNATO CON L’INSEGNAMENTO, QUINTILIANO CONTINUAVA A ESERCITARE LA PROFESSIONE DI AVVOCATO. EGLI PARLA ESPRESSAMENTE DI QUATTRO CAUSE. QUANDO PATROCINAVA UNA CAUSA INSIEME AD ALTRI COLLEGHI, SI OCCUPAVA DI SOLITO DELL’ESPOSIZIONE DEL CASO. LA SUA ORAZIONE PER NEVIO DI ARPINO, DA ATTRIBUIRSI FORSE AI PRIMI TEMPI DEL SUO SOGGIORNO ROMANO, PRONUNCIATA INTORNO AI VENT’ANNI, VENNE PUBBLICATA; SI TRATTÒ PROBABILMENTE DELLA SUA PRIMA VITTORIA. LA CAUSA PIÙ SINGOLARE FU QUELLA PER BERENICE DI GIUDEA, DA LEI STESSA PRESIEDUTA E DATABILE AL 75, ANNO IN CUI LA DONNA GIUNSE IN VISITA A ROMA. QUINTILIANO CI DICE DI AVER DECISO DI METTERSI IN PENSIONE DALLA SCUOLA E DAL TRIBUNALE DOPO VENT’ANNI D’INSEGNAMENTO, QUANDO, A DIFFERENZA DI AFRO, SPERAVA CHE DI LUI SI SAREBBE ANCORA SENTITA LA MANCANZA. A SPINGERLO A QUESTA DECISIONE FURONO FORSE ANCHE PRESSIONI SOCIALI, COME QUELLE DI CUI PARLA MARZIALE NELL’EPIGRAMMA A LUI INDIRIZZATO (II, 90), OPPURE CONSIDERAZIONI POLITICHE . .Quintiliano, o Quintiliano sommo Libro II, 90 modello per gioventù vacante, e gloria togata, perdonami se vivo correndo povero ma utile nessuno è così impaziente di vivere. Se ne freghi chi vuole ricchezze su ricchezze e stipa gli atri di giganti. Un focolare, una casa col nerofumo un vivo fonte, erba selvatica e ancora uno schiavo sazio, una moglie poco o niente saputa notte di sonno, giorno senza lite. Per me. Quintiliane, vagae moderator summe iuventae, Gloria Romanae, Quintiliane, togae, Vivere quod propero pauper nec inutilis annis, Da veniam: properat vivere nemo satis. Differat hoc, patrios optat qui vincere census Atriaque inmodicis artat imaginibus. Me focus et nigros non indignantia fumos Tecta iuvant et fons vivos et herba rudis. Sit mihi verna satur, sit non doctissima coniunx, Sit nox cum somno, sit sine lite dies. DOMIZIANO ERA DIVENTATO IMPERATORE NELL’81. L’ULTIMO PERIODO DEL SUO REGNO – SPECIALMENTE A PARTIRE DALL’89 – FU DOMINATO DAL TERRORE. FORSE FU QUESTO IL MOTIVO CHE SPINSE QUINTILIANO A RITIRARSI A VITA PRIVATA NEL 90 O 91. NON SAPPIAMO SE AL SUO POSTO SIA STATO IMMEDIATAMENTE MESSO QUALCUN ALTRO IL PENSIONAMENTO DI QUINTILIANO SI RIVELÒ LA TAPPA FONDAMENTALE DELLA SUA CARRIERA, POICHÉ I SUOI AMICI, E SPECIALMENTE MARCELLO VITORIO1, AL QUALE EGLI DEDICÒ LA SUA GRANDE OPERA, LO CONVINSERO A SCRIVERE UN TRATTATO DI RETORICA BASATO SULLE LEZIONI CHE AVEVA TENUTO. IL TRATTATO VENNE INIZIATO ENTRO POCHI ANNI DAL PENSIONAMENTO; CIRCA DUE ANNI PASSARONO TRA RICERCA E STESURA, E QUINTILIANO DICHIARA CON RAMMARICO CHE CI AVREBBE LAVORATO PIÙ A LUNGO, SE NON FOSSE STATO PER LE INSISTENZE DELL’EDITORE TRIFONE, AL QUALE È INDIRIZZATA L’EPISTOLA INTRODUTTIVA DELL’OPERA, CHE RITENEVA DI INTERPRETARE L’IMPAZIENZA DEL MERCATO 1CONSUL SUFFECTUS NEL 105, PATRONO DI STAZIO E PROBABILMENTE DEL GRAMMATICO PROBO L’INSTITUTIO VENNE PROBABILMENTE COMPLETATA E PUBBLICATA NEL TARDO 94 O NEI PRIMI MESI DEL 95. DURANTE LA SUA STESURA, QUINTILIANO FU RICHIAMATO ALLA VITA DI CORTE E INVITATO, O COSTRETTO, AD ASSUMERE L’INCARICO DI SOVRINTENDENTE ALL’EDUCAZIONE DEI DUE EREDI DI DOMIZIANO, I NIPOTI DI SUA SORELLA. IL LORO DESTINO DOPO QUESTO FATTO CI RIMANE SCONOSCIUTO AUSONIO DICE CHE FLAVIO CLEMENTE, CUGINO DI DOMIZIANO, AVEVA CALDEGGIATO L’ATTRIBUZIONE A QUINTILIANO DEGLI ORNAMENTA CONSULARIA, UN PREMIO SIMILE ALL’ONORE AL MERITO. QUESTI GLI FURONO PROBABILMENTE ATTRIBUITI VERSO LA FINE DEL 94, MENTRE FLAVIO ERA CANDIDATO A CONSOLE, O ALL’INIZIO DEL 95, QUANDO ERA CONSOLE, MA IN OGNI CASO PRIMA DEL MESE DI SETTEMBRE, QUANDO EGLI CADDE IN DISGRAZIA E VENNE CONDANNATO A MORTE CON IMPUTAZIONI A CARATTERE RELIGIOSO, PROBABILMENTE PROVOCATE DAI SUOI LEGAMI CON I CRISTIANI DA QUESTO PUNTO IN POI NON SI SA PIÙ NULLA DELLA VITA DI QUINTILIANO, CHE FINÌ I SUOI GIORNI ENTRO UN ANNO O DUE. SUA MOGLIE E IL SUO FIGLIO MINORE ERANO MORTI NEGLI ANNI OTTANTA; IL MAGGIORE ERA MORTO ALL’ETÀ DI DIECI ANNI, ALL’EPOCA DELLA STESURA DELL’INSTITUTIO: SONO TUTTI FATTI RICORDATI NEL PROEMIO DEL SESTO LIBRO IL RUOLO INTELLETTUALE LA NOMINA DI QUINTILIANO ALLA CATTEDRA STATALE DI RETORICA, ISTITUITA DA VESPASIANO CON APPANNAGGIO DI CENTOMILA SESTERZI ANNUI, TESTIMONIA LA VOLONTÀ IMPERIALE DI VOLER DARE UNA STERZATA ALLA CULTURA DEL TEMPO IN DIREZIONE DI UN RECUPERO DEL CLASSICISMO CON CONSEGUENTE CONDANNA DI QUALSIASI FORMA DI SPERIMENTALISMO CULTURALE IN QUESTO QUADRO DI RIFERIMENTO SI SPIEGA L’ATTEGGIAMENTO DI CONDANNA NEI CONFRONTI DI SENECA, ACCUSATO DI CORROMPERE I GIOVANI SUL PIANO ESSENZIALMENTE STILISTICO ACCUSA SOPRATTUTTO LO STILE SENECANO PER LA SUA NATURA FRAMMENTARIA (QUINTILIANO PARLA DI MINUTISSIME SENTENTIAE), MENTRE PIÙ POSITIVO E ARTICOLATO È IL GIUDIZIO SUI CONTENUTI DELL’OPERA DI SENECA DEL RESTO GLI IMPERATORI DELLA CASA FLAVIA, ED IN PARTICOLARE VESPASIANO, SONO PROIETTATI A RICOSTRUIRE EX NOVO UN RAPPORTO CON GLI INTELLETTUALI, IMPONENDO UNA VERA E PROPRIA DAMNATIO MEMORIAE NEO CONFRONTI DEGLI IMPERATORI GIULIO-CLAUDI E DI NERONE IN PARTICOLAR MODO QUINTILIANO RISULTÒ PERFETTAMENTE FUNZIONALE A QUESTO PROGETTO E ATTRAVERSO IL SUO INSEGNAMENTO PRESTIGIOSO GLI IMPERATORI RIUSCIRONO AD ATTRARRE MOLTI INTELLETTUALI DEL TEMPO NELL’AREA DEL CONSENSO. PURTROPPO SPESSO QUESTO CONSENSO SI TRASFORMÒ IN VERO E PROPRIO ATTEGGIAMENTO CONFORMISTICO CHE NON GIOVÒ AFFATTO ALLA QUALITÀ DEL LAVORO INTELLETTUALE SUCCESSIVAMENTE QUINTILIANO RICEVETTE DALL’IMPERATORE DOMIZIANO L’INCARICO DI EDUCARE DUE SUOI NIPOTI DIVENTANDO COSÌ UN VERO E PROPRIO PRECETTORE DELLA FAMIGLIA FLAVIA L’INSEGNAMENTO DI QUINTILIANO PROTRATTOSI PER PIÙ DI UN VENTENNIO FECE DI LUI UN VERO E PROPRIO LEADER INCONTRASTATO DEL TEMPO E DETERMINÒ LE LINEE DIRETTIVE DELL’ATTIVITÀ CULTURALE DELL’ETÀ FLAVIA, FAVORENDO LA FORMAZIONE DI UNA NUOVA TIPOLOGIA DI VIR ROMANUS, ABILISSIMO CONOSCITORE DELL’ARS DICENDI, MA SOSTANZIALMENTE SUBALTERNO AL POTERE CON QUINTILIANO SI INNESCA NEL QUADRO ROMANO UN MECCANISMO ASSAI CULTURALE PERICOLOSO SUL PIANO INTELLETTUALE, CHE SULLA BASE DI UN CONTESTO SOSTANZIALMENTE LIBERTICIDA, TENDE A SVUOTARE IL RUOLO SOCIALE DEGLI UOMINI DI CULTURA, VANIFICANDONE LO SPIRITO CRITICO BUSTO DI DOMIZIANO, LOUVRE LE OPERE QUINTILIANO SVOLSE CON SUCCESSO L’ATTIVITÀ FORENSE, PUBBLICANDO IN VITA UN’ORAZIONE: ALTRE OPERE STENOGRAFATE DURANTE I SUOI PROCESSI, FURONO INVECE DIVULGATE SENZA IL SUO CONSENSO A SCOPO DI LUCRO DISPENSE E APPUNTI [DE ARTE RHETORICA], L’ORAZIONE PER NEVIO STESI DAGLI ALLIEVI NEL CORSO DELLE LEZIONI, CIRCOLARONO ANCH’ESSI ARBITRARIAMENTE A CURA DEGLI STUDENTI UNO SCRITTO, PIÙ BREVE, UN ALTRO, PIÙ LUNGO, RIGUARDA IL CORSO PROPEDEUTICO RIGUARDA IL CORSO AVANZATO LE OPERE QUINTILIANO PUBBLICÒ PERSONALMENTE UN SAGGIO DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE, SCRITTO INTORNO ALL’89-90, NON PERVENUTO, E IL SUO GRANDE TRATTATO DE INSTITUTIONE ORATORIA, L’UNICO A ESSERE GIUNTO FINO A NOI IN COMPENSO SONO RIMASTE DUE RACCOLTE DI DECLAMAZIONI A LUI ATTRIBUITE LE DECLAMATIONES LE DECLAMATIONES MAIORES MINORES SONO DELLE CONTROVERSIAE COMPLETE – L’UNICA 145 DECLAMAZIONI ABBREVIATE, O PARTI DI DECLAMAZIONI, CHE POSSONO ESSERE DERIVATE IN OPERA DI QUESTO GENERE IN LATINO QUALCHE MODO DALLA SUA SCUOLA -, CHE NON SEMBRANO ESSERE IN TUTTO E PER TUTTO NELLO STILE DI QUINTILIANO LA MAGGIOR PARTE ACCOMPAGNATE DA SERMONES O SOPRAVVISSUTA DA ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE SEGUENTE LE OPERE È POSSIBILE FARE SUPPOSIZIONI SUI CONTENUTI DEL DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE, IN BASE AGLI ACCENNI CHE NE VENGONO FATTI NEL DE INSTITUTIONE ORATORIA ANCHE SE CI FURONO DEI CAMBIAMENTI RADICALI NELLE CONVINZIONI DI QUINTILIANO, IL DE CAUSIS AFFRONTAVA UN TEMA ALQUANTO SENTITO DALLA CULTURA DEL SUO SECOLO, QUELLO DELLA DECADENZA DELL’ORATORIA DOVEVA ESSERE LO STUDIO PRELIMINARE DI ALCUNE TRATTAZIONIPOI INCORPORATE NELLA INSTITUTIO LA CRISI DELL’ELOQUENZA NON È DOVUTA ALLA SITUAZIONE POLITICA E AL RESTRINGIMENTO DEGLI SPAZI DI LIBERTÀ CONCESSI AI CITTADINI, BENSÌ ALLA CARENZA DI BUONI MAESTRI E ALLA MANCATA RIFORMA DELL’INSEGNAMENTO L’OBIETTIVO ERA APPARENTEMENTE QUELLO DI ATTACCARE LO STILE DECLAMATORIO CHE ERA FIORITO NEL CORSO DEL I SECOLO E CHE QUINTILIANO IDENTIFICA NELL’INSTITUTIO, CON LO STILE DI SENECA E DEI SUOI ASPIRANTI IMITATORI PER QUINTILIANO ERA UNO STILE DEL TUTTO INNATURALE, CORROTTO E PRIVO DI GUSTO «SONO COMPLETAMENTE FUORI STRADA COLORO CHE PENSANO CHE UNO STILE DI ELOQUENZA PIENO DI DIFETTI E CORROTTO RISULTI GRADITO AL POPOLO E PERSUASIVO. UN SIMILE GENERE DI ELOQUENZA ESULTA NELLA SFRENATA LICENZA DEI TERMINI O SI SCATENA CON FANCIULLESCHE SENTENZIOSITÀ O SI GONFIA DI SMODERATA POMPOSITÀ O SALTELLA INTORNO A VUOTI LUOGHI COMUNI O LUCCICA DI INFIORETTATURE PRONTE A CASCARE SE VENGONO APPENA APPENA SFIORATE O METTE LA STRAVAGANZA AL POSTO DELLA SUBLIMITÀ OPPURE IMPAZZISCE CON LA SCUSA DI PARLARE A RUOTA LIBERA». LE OPERE DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE NON SI PUÒ RITENERE UNA RELAZIONE GENERALE SULLO STATO DELL’ORATORIA, COME È INVECE IL DIALOGUS DE ORATORIBUS DI TACITO LE CAUSE DELLA DECADENZA VENGONO IMPUTATE DUNQUE ALLO SCARSO LIVELLO DELLE SCUOLE DI DECLAMAZIONE, NELLE QUALI SI DAVA ECCESSIVO SPAZIO A ESERCITAZIONI FITTIZIE E ASTRATTE, PRIVE DI RAPPORTO CON LA REALTÀ LA SUA APPARE UNA POSIZIONE TIPICA DA RETORE CHE NON VUOLE GUARDARE IN FACCIA LA REALTÀ ED AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA PROPRIA DISCIPLINA IN UN QUADRO PIÙ AMPIO E SOPRATTUTTO IN UNA PROSPETTIVA STORICO-POLITICA PARTE DA UN PUNTO DI VISTA CHE ESCLUDE FORTEMENTE L’AMMISSIONE DI UN DECLINO GENERALE NELL’ELOQUENZA I GRANDI ORATORI, PER LUI, PARLANO ANCORA NEL FORO, E FORSE DOMIZIANO SI SENTIVA GRATIFICATO DA QUESTA AFFERMAZIONE INSTITUTIO ORATORIA «LA FORMAZIONE DELL’ORATORE» INSTITUTIO ORATORIA È COSTITUITA DA DODICI LIBRI SETTE DEI QUALI SONO INTRODOTTI DA UN PROEMIO SINTESI MONUMENTALE, VERA E PROPRIA SUMMA, DI TUTTA LA SUA RIFLESSIONE SULL’ARTE DEL DIRE PER GLI ALTRI L’INTRODUZIONE CONSISTE NEL PRIMO CAPITOLO PRECEDE L’OPERA UNA LETTERA ALL’EDITORE TRIFONE, DA CUI APPRENDIAMO CHE L’INSTITUTIO ERA DA PIÙ PARTI SOLLECITATA E ATTESA LA DECISIONE RIGUARDO A QUALI LIBRI DOVESSERO AVERE UN PROEMIO SEPARATO E QUALI INVECE COMINCIARE DIRETTAMENTE DAL PRIMO CAPITOLO, LA STESSA DIVISIONE IN CAPITOLI SEMBRANO DOVUTI A UNO SCRIBA DI EPOCA PIÙ TARDA LA RIPARTIZIONE COMPLESSIVA IN DODICI LIBRI RISALE PROBABILMENTE ALL’AUTORE INSIEME AL TRATTATO È PERVENUTO UN SOMMARIO, TOTIUS OPERIS CONSPECTIO, DI TRADIZIONE ANTICA MA NON DI MANO DELL’AUTORE INSTITUTIO ORATORIA NEL PROEMIO DEL PRIMO LIBRO DEDICA IL SUO LAVORO A VITORIO MARCELLO IL PROEMIO AL PRIMO LIBRO FUNGE DA INTRODUZIONE ALL’INTERA OPERA INFLUENTE FUNZIONARIO IMPERIALE AL QUALE QUINTILIANO SPIEGA DI ESSERE STATO STAZIO AVEVA DEDICATO IL IV LIBRO DELLE SILVAE SPINTO A SCRIVERE DAI SUOI AMICI NON GLI SARÀ POSSIBILE ESSERE ORIGINALE SU MOLTI ARGOMENTI, MA CERCHERÀ DI DARE IL PROPRIO PARERE RIGUARDO A POSIZIONI CONFLITTUALI QUESTO METODO, CHE VIENE DA LUI ADOTTATO IN MISURA DIVERSA ALL’INTERNO DELL’OPERA, PRODUCE SPESSO UNA SORTA DI ANTOLOGIA STORICA DI VARI ASPETTI DELLA TEORIA RETORICA INSTITUTIO ORATORIA QUINTILIANO NON VUOLE SOLO SCRIVERE UN TRATTATO DI RETORICA PUNTA A COMPORRE UNO STUDIO SULL’EDUCAZIONE COMPLESSIVA DELL’ORATORE TALE MODELLO ERA STATO RIPRESO DA CICERONE, IL QUALE, PERÒ, AVEVA SOSTENUTO ANCHE LA NECESSITÀ DI DELINEA, SENZA TRASCURARE NESSUN ASPETTO, LA FIGURA DEL PERFETTO ORATORE, INDICANDONE PER INTERO TUTTO IL PERCORSO FORMATIVO, DALLA FASE DELL’INFANZIA FINO ALL’INSEGNAMENTO RETORICO IN TUTTE LE SUE ARTICOLAZIONI RISPOLVERA IL MODELLO TRADIZIONALE DEL VIR BONUS DICENDI PERITUS, GIÀ ELABORATO DA CATONE IL CENSORE AGGIUNGERE LA FILOSOFIA FRA LE DISCIPLINE FONDANTI DEL PERFETTO ORATORE IN UN TEMPO COSÌ DIFFICILE COME QUELLO DELLE GUERRE CIVILI, SI RENDEVA NECESSARIA UNA FORMAZIONE FILOSOFICA DELL’ORATORE PER DARGLI LA POSSIBILITÀ DI ORIENTARSI FRA LE DIFFICOLTÀ DELLA VITA PER CICERONE LA FILOSOFIA È VITAE DUX INSTITUTIO ORATORIA LA RETORICA, NELL’ORDINAMENTO ROMANO DEGLI STUDI, ERA IL PUNTO PIÙ ALTO E CONCLUSIVO DEL CURRICULUM SCOLASTICO DOPO AVER STUDIATO PRESSO UN LITTERATOR E UN GRAMMATICUS, VERSO I 17 ANNI LO STUDENTE VENIVA AFFIDATO A UN RHETOR QUINTILIANO TUTTAVIA DECIDE DI PARTIRE DA MOLTO PIÙ LONTANO, CONVINTO CHE IL BUON ORATORE VADA EDUCATO E ORIENTATO FIN DALLA NASCITA E DALL’INFANZIA PRESSO IL RHETOR LO STUDENTE SI ESERCITAVA, MEDIANTE LA PRATICA DELLE SUASORIAE E DELLE CONTROVERSIAE, A DIVENTARE UN BUON ORATORE INGLOBA DUNQUE NEL SUO TRATTATO RETORICO ANCHE NOZIONI DI PEDAGOGIA E DI GRAMMATICA, CHE OCCUPANO LA PARTE PIÙ RILEVANTE DEL I LIBRO INSTITUTIO ORATORIA SE QUINDI LA GRAN PARTE DEL LAVORO È IL CORPO DELLA TEORIA DESTINATA AD ESSERE APPRESA NELLE SCUOLE TUTTO CIÒ È PRECEDUTO DA UNA DISCUSSIONE SULL’ISTRUZIONE ELEMENTARE E GRAMMATICALE E AMPLIATO DA UNA SIGNIFICATIVA QUESTO NASCEVA IN PARTE DA CONSIDERAZIONI PRATICHE: QUINTILIANO SENTIVA CHE L’EDUCAZIONE ELEMENTARE E GRAMMATICALE ERA TRASCURATA ANALISI DELLA CARRIERA DELL’ORATORE ADULTO QUESTO ATTEGGIAMENTO DERIVAVA ANCHE DA UN CERTO IDEALISMO, DAL CREDERE CHE L’ORATORE FOSSE IL MIGLIORE DEGLI UOMINI QUINTILIANO È UN UMANISTA INCLINE ALL’OSSERVAZIONE DELL’UOMO NELLA SUA COMPLESSITÀ TUTTAVIA ESSA ERA IMPORTANTE PER LA FUTURA CARRIERA DELL’ORATORE QUINTILIANO SI PRESENTA SEMPRE COME UN EDUCATORE E NON COME UN CRITICO O UN DECLAMATORE VUOLE CREARE GRANDI ORATORI, NON VUOLE COSTRUIRE UN GRANDE SISTEMA DI PENSIERO. E IN QUESTO ERA IN SINTONIA CON IL PROPRIO TEMPO, CHE AVEVA COMINCIATO A PERCEPIRE GLI UOMINI COME SINGOLI INDIVIDUI PIUTTOSTO CHE COME INGRANAGGI DEL SISTEMA SOCIALE INSTITUTIO ORATORIA LA SECONDA PARTE DEL PROEMIO DESCRIVE LO SCOPO ULTIMO DI QUINTILIANO L’EDUCAZIONE DEL PERFETTO ORATORE PERSONA ONESTA, ABILE NEL PARLARE, COME ERA NELLA TRADIZIONE DI CATONE E DEGLI STOICI NON VOLEVA CERTO UN FILOSOFO QUINTILIANO SI MOSTRA MOLTO SOSPETTOSO NEI RANCORE CHE AVEVANO RISVEGLIATO LA COLLERA DI QUINTILIANO, CICERONIANO DI «STRETTA OSSERVANZA», NON SEGUE SIC ET SIMPLICITER IL MODELLO CICERONIANO, MA OMETTE VESPASIANO E DOMIZIANO PUNTUALMENTE LA PRESENZA DELLA COMPONENTE FILOSOFICA CONFRONTI DI QUEI FILOSOFI TRASANDATI E PIENI DI CIÒ CHE C’È DI BUONO NELLA QUINTILIANO INTENDE PROPORRE UN MODELLO DI INTELLETTUALE FILOSOFIA APPARTIENE PERFETTAMENTE INTEGRATO CON IL POTERE POLITICO E QUINDI SI VEDE NATURALMENTE ALL’ORATORE E «COSTRETTO» A RIMUOVERE QUALSIASI FORMAZIONE FILOSOFICA PERCHÉ ESSA QUINTILIANO SPERA IN UN NUOVO POTREBBE PROVOCARE UNA PRESA DI COSCIENZA CRITICA NEI CONFRONTI DEL TIPO DI ELOQUENZA FILOSOFICA POTERE INSTITUTIO ORATORIA QUINDI UN MODELLO DI ORATORE CONFORMISTICO E SOSTANZIALMENTE FUNZIONALE ALLE DIRETTIVE DEL PRINCIPE IL CICERONIANISMO DI QUINTILIANO È GIOCATO PIÙ SUL VERSANTE DEGLI ELEMENTI FORMALI E STILISTICI CHE SU QUELLO DEI CONTENUTI PROFONDI È IN QUALCHE MODO UNA GRAVE RESPONSABILITÀ DI QUINTILIANO L’INDIVIDUAZIONE DI CICERONE COME MODELLO MA SUL PIANO QUASI ESCLUSIVAMENTE LINGUISTICO E FORMALE, LIMITANDO IN TAL MODO LA GRANDEZZA DELLA PERSONALITÀ INTELLETTUALE DELL’ARPINATE LA PROPOSTA DEI VALORI ETICI, POSTI A FONDAMENTO DELLA RES PUBLICA INSTITUTIO ORATORIA LA TERZA PARTE DEL PROEMIO DELINEA LA STRUTTURA DELL’OPERA «IL PRIMO LIBRO CONTERRÀ I PRECETTI DA IMPARTIRSI PRIMA DELL’INSEGNAMENTO VERO E PROPRIO DELLA RETORICA. NEL SECONDO AFFRONTEREMO I PRIMISSIMI RUDIMENTI DELLA RETORICA E LE QUESTIONI CHE VERTONO SULLA SOSTANZA STESSA DELLA MATERIA. VE NE SARANNO CINQUE DEDICATI ALL’INVENTIO (E, INSIEME, ANCHE ALLA DISPOSITIO), QUATTRO ALL’ELOCUTIO: IN QUEST’ULTIMA PARTE SI PARLERÀ ANCHE DELLA MEMORIA E DELLA PRONUNTIATIO. SE NE AGGIUNGERÀ POI UNO IN CUI TRATTEREMO PER QUANTO CONCESSOCI DALLE NOSTRE LIMITATE CAPACITÀ, IL PROFILO MORALE DELL’ORATORE, IL MODO IN CUI DEVE ACCETTARE, STUDIARE, DISCUTERE LE CAUSE, QUALE DEBBA ESSERE IL SUO STILE NEL PARLARE, DOVE DEBBA MIRARE LA SUA ATTIVITÀ, QUALI DEBBANO ESSERE I SUOI INTERESSI DOPO IL CONGEDO DALLA PROFESSIONE». INSTITUTIO ORATORIA LIBRO I – INTRODUZIONE; L’APPRENDIMENTO DEI PRIMI SAPERI; L’EDUCAZIONE DEI FANCIULLI; LA SCOPERTA DEL TALENTO NATURALE; SCUOLE PUBBLICHE E SCUOLE PRIVATE; L’INSEGNAMENTO DEL GRAMMATICUS; LA FORMAZIONE DI UNA CULTURA GENERALE; LA PRIMA INFANZIA E LA MOLTEPLICITÀ DEGLI INSEGNAMENTI. LIBRO II – L’INSEGNAMENTO DELLA RETORICA; L’ESERCIZIO DELLA MEMORIA; I DISCEPOLI E I LORO DOVERI; LE ARTI CHE COMPONGONO LA RETORICA; LA STORIA DELLA RETORICA. LIBRO III – INTRODUZIONE SUGLI SCRITTORI DI RETORICA; ORIGINE DELLA RETORICA; I GENERI DELLE CAUSE; IN CHE COSA CONSISTE L’ELOQUENZA; L’ENCOMIO E IL BIASIMO; LA SUASORIA E LA PROSOPOPEA; LE CAUSE GIUDIZIALI E LE LORO PARTI; I GENERI. LIBRO IV – INTRODUZIONE; L’ESORDIO; L’ESPOSIZIONE DEI FATTI; LA DIGRESSIONE; L’ALLEGAZIONE DEL FATTO; LA PARTIZIONE. LIBRO V - INTRODUZIONE; I PROCEDIMENTI GIUDIZIALI; GLI INTERROGATORI E LE TORTURE; IL GIURAMENTO; I TESTIMONI; LE PROVE; LA CONFUTAZIONE. LIBRO VI - INTRODUZIONE; LA PERORATIO; IL RISO; IL DIBATTITO; IL GIUDIZIO. LIBRO VII – INTRODUZIONE; LA DISPOSITIO; LE LEGGI SCRITTE; LE LEGGI CONTRARIE; IL SILLOGISMO. LIBRO VIII – INTRODUZIONE; L’ELOCUTIO; LA CHIAREZZA; L’ORNATO; LE SENTENTIAE E I LORO GENERI; I TROPI. INSTITUTIO ORATORIA LIBRO IX – FIGURE E TROPI; LE FIGURE DI PENSIERO; LE FIGURE DI PAROLE; LA COMPOSIZIONE. LIBRO X – L’IMITATIO; COME SCRIVERE; L’EXCURSUS SULLA STORIA DELLA LETTERATURA LATINA; LA CORREZIONE; LE COSE DA SCRIVERE; LA RIFLESSIONE; LA FACILITÀ DELL’IMPROVVISAZIONE. LIBRO XI – COME PARLARE IN MANIERA CONVENIENTE; LA MEMORIA; LA PRONUNTIATIO. LIBRO XII – INTRODUZIONE; ORATORIA E ONESTÀ; LA MORALE; LA CONOSCENZA DEL DIRITTO CIVILE E DELLA STORIA; GLI STRUMENTI DELL’ORATORIA; SUGGERIMENTI ALL’ORATORE PER LE CAUSE; LO STILE ORATORIO; CONCLUSIONE DELL’OPERA. INSTITUTIO ORATORIA NEGLI ALTRI LIBRI PARLA NEI PRIMI LIBRI QUINTILIANO TENDE A RIVOLGERSI AI IN TUTTA L’OPERA È IMPORTANTE IL GENITORI O AGLI INSEGNANTI CONCETTO DI NATURA DIRETTAMENTE AL FUTURO ORATORE QUINTILIANO VUOLE CREARE UNO STILE NATURALE, VUOLE CHE IL DISCORSO SI SVILUPPI IN MODO ORGANICO E NATURALE, VUOLE INOLTRE PORTARE CIASCUN ORATORE AL SUO SVILUPPO NATURALE QUINTILIANO SOSTIENE SUBITO ALL’INIZIO DELLA SUA TRATTAZIONE CHE IN TUTTI GLI UOMINI, GIÀ A PARTIRE DAL MOMENTO IN CUI SI IMPARTISCONO I PRIMI SAPERI, È INSITA UNA POTENZIALE ATTITUDINE ALL’APPRENDIMENTO; QUESTA POI SI EVOLVE IN MISURA DIVERSA, A SECONDA DELLE STIMOLAZIONI DELL’AMBIENTE E DELLA SOLERZIA DEGLI FORNISCE AI DOCENTI ALCUNI UTILI SUGGERIMENTI PER COGLIERE, SENZA COMMETTERE ERRORI, IL TALENTO E LE DOTI NATURALI DEI DISCENTI. SOTTOLINEA INOLTRE L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA E DELLA CAPACITÀ DI IMITAZIONE NEI FANCIULLI. METTE IN GUARDIA DAI COSIDDETTI RAGAZZI-PRODIGIO, CHE MAGARI, POI, EDUCATORI TRADISCONO LE ASPETTATIVE DEI MAESTRI «UNA VOLTA CHE IL BAMBINO GLI SIA STATO AFFIDATO, IL BUON MAESTRO NE OSSERVI ANZITUTTO L’INTELLIGENZA E LA NATURA. IL SINTOMO PIÙ IMPORTANTE DI INTELLIGENZA NEI BAMBINI È LA MEMORIA: LA CUI DUPLICE VIRTÙ CONSISTE NEL FARE CAPIRE CON FACILITÀ E NEL FARE RICORDARE FEDELMENTE. SUBITO DOPO VIENE LA CAPACITÀ IMITATIVA: - ANCH’ESSA È – SEMPRE TUTTAVIA ENTRO CERTI LIMITI, SICCHÉ L’IMITAZIONE SERVA A RENDERE QUEL CHE SI IMPARA E NON A CONTRAFFARE, PONIAMO IL CASO, L’ATTEGGIAMENTO O L’INCEDERE, O SE C’È DI PEGGIO, DELLA PERSONA OSSERVATA. NON MI FARÀ SPERARE DI AVERE UN BUON TEMPERAMENTO COLUI CHE PER PASSIONE DI IMITARE, CERCHERÀ DI PROVOCARE IL RISO. INFATTI IL FANCIULLO VERAMENTE D’INGEGNO È, ANCHE E SOPRATTUTTO, SERIO, E DEL RESTO SAREI DISPOSTO A CREDERE CHE UNA INTELLIGENZA LENTA SIA PREFERIBILE AD UN INGEGNO VOLTO A MAL FARE. IL FANCIULLO SERIO SARÀ, POI, MOLTO DIVERSO DA QUELLO PIGRO E TRASANDATO. IL RAGAZZO DI CUI PARLO IO ASSIMILERÀ FACILMENTE GLI INSEGNAMENTI, FARÀ ANCHE DELLE DOMANDE, SEMPRE PERÒ IN MODO DA SEGUIRE IL MAESTRO E NON DA CORRERGLI AVANTI. L’INTELLIGENZA DEI RAGAZZI-PRODIGIO NON ARRIVA MAI FACILMENTE A FRUTTO. COSTORO SONO QUELLI CHE COMPIONO FACILMENTE LE PICCOLE FATICHE E, RINGALLUZZITI DALLA STESSA AUDACIA, FANNO SUBITO MOSTRA DI TUTTE LE LORO POSSIBILITÀ, E ALLA FIN FINE RIESCONO A FARE CIÒ CHE È IMMEDIATAMENTE ALLA LORO PORTATA; SI LIMITANO AD ESPRIMERE SENZA INTERRUZIONE DELLE PAROLE E LE PRONUNZIANO CON MOLTA FACCIA TOSTA E SENZA TIMORE DI SBAGLIARE; SONO I TIPI CHE NON SPICCANO MOLTO, MA SPICCANO SUBITO. IN LORO NON C’È AUTENTICA CAPACITÀ, E QUELLA CHE HANNO NON POGGIA SU RADICI BEN PROFONDE; SONO COME I SEMI SPARSI SULLA SUPERFICIE DEL TERRENO, CHE FANNO TROPPO PRESTO A DIVENIR PIANTINE E, PUR SEMBRANDO SPIGHE IN SEGUITO, SONO IN REALTÀ ERBACCE CHE BIONDEGGIANO PRIMA DELLA MIETITURA. TUTTO CIÒ PIACE, SE CONFRONTATO CON L’ETÀ; DA QUESTO MOMENTO IN POI I PROGRESSI HANNO TERMINE E L’AMMIRAZIONE VA SCEMANDO». UN SEGNO DI UNA NATURA DISPOSTA AD APPRENDERE DI CIÒ, IL MAESTRO OSSERVI POI COME VADA TRATTATO L’ANIMO DEI DISCENTI. ALCUNI SONO FACILI A RILASSARSI, SE NON SI STA LORO ACCANTO CONTINUAMENTE, ALTRI NON SOPPORTANO DI BUON ANIMO GLI ORDINI, ALCUNI SONO INIBILTI, ALTRI MENOMATI DALLA TIMIDEZZA, ALCUNI SONO PLASMATI DALLA CONTINUA APPLICAZIONE, IN ALTRI È PIÙ PROFICUO L’ENTUSIASMO. PER MIO CONTO, «ACCORTOSI VORREI L’ALLIEVO SENSIBILE ALLA LODE E ALLA GLORIA E TALE CHE, SUPERATO DA ALTRI, NE PIANGA DI DISPIACERE. QUESTO SARÀ EDUCATO STIMOLANDONE L’AMBIZIONE, SARÀ ANGUSTIATO DAL RIMPROVERO, SARÀ INVOGLIATO DAL PREMIO, NON TEMERÒ MAI CHE DIVENGA INDOLENTE». INSTITUTIO ORATORIA IL PENSIERO PEDAGOGICO TROVA LARGO SPAZIO NELL’INSTITUTIO ORATORIA IN PARTICOLARE I LIBRI I-II PARTENDO DA QUELLO CHE POTREMMO DEFINIRE INSEGNAMENTO PRIMARIO, ANALIZZANO TUTTO IL PERCORSO FORMATIVO DEL GIOVANE FINO ALL’INSEGNAMENTO DEL RETORE NEL PENSIERO PEDAGOGICO DI QUINTILIANO LA CENTRALITÀ ALL’INTERNO DEL PROCESSO EDUCATIVO E L’INSEGNAMENTO SI CONFIGURA ESSENZIALMENTE COME SPETTA AL MAGISTER TRASMISSIONE DEL SAPERE DAL MAGISTER AL DISCIPULUS LUNGI DA QUINTIANO PENSARE DI RIBALTARE QUESTO RAPPORTO, PONENDO AL CENTRO DEL PROCESSO EDUCATIVO IL DISCEPOLO, COME AVVIENE IN TUTTA LA PEDAGOGIA MODERNA, GIÀ A PARTIRE DALL’EMÌLE DI ROUSSEAU INSTITUTIO ORATORIA L’INTERESSE PEDAGOGICO È UNO DEGLI ASPETTI PIÙ ORIGINALI DELL’OPERA NON SAPPIAMO SE QUINTILIANO SI SIA ISPIRATO A PRECEDENTI TRATTATI PEDAGOGICI PER NOI PERDUTI MA SE SENTE IL BISOGNO PIÙ VOLTE DI GIUSTIFICARSI QUANDO PARLA DELL’ATTENTA CURA DA RIVOLGERE AI PRIMI ANNI DI VITA E POI DI SCUOLA, SI PUÒ DEDURRE CHE ESPRIMA CONCETTI NUOVI O COMUNQUE INSOLITI LA POCA IMPORTANZA ATTRIBUITA ALL’INSEGNAMENTO QUINTIANO REAGISCE A TALE STATO DI COSE ELEMENTARE RISULTA ANCHE DAL FATTO CHE ESSA SOSTENENDO CHE LE PRIME ESPERIENZE E I PRIMI GENERALMENTE ERA AFFIDATA A POVERI DIAVOLI, MAL INSEGNAMENTI LASCIANO UN’IMPRONTA QUASI RETRIBUITI, POCO STIMATI E TALVOLTA DISPREZZATI INDELEBILE NELL’ANIMO DEL FANCIULLO VORREBBE CREARE INTORNO AL BAMBINO UN AMBIENTE CHE A NOI PUÒ SEMBRARE ARTIFICIOSO, CIRCONDANDOLO UNICAMENTE DI PERSONE (NUTRICI, COMPAGNI ETC.) DAL LINGUAGGIO O DALLA PRONUNZIA IRREPRENSIBILE, DI SPECCHIATA MORALITÀ ETC. INSTITUTIO ORATORIA ALCUNI SUOI PRECETTI OGGI NON SAREBBERO PIÙ APPROVABILI INDULGE A UNA CONCEZIONE COMPETITIVA DELLO STUDIO L’ALUNNO IDEALE È PER LUI QUELLO CHE AMBISCE A PRIMEGGIARE, CHE PIANGE QUANDO È SUPERATO DA ALTRI ALTRI CONCETTI SONO ANCORA SOSTANZIALMENTE VALIDI I PRIMI INSEGNAMENTI DEVONO ASSUMERE FORMA DI GIOCO L’ISTRUZIONE COLLETTIVA È MIGLIORE DI QUELLA INDIVIDUALE MA AL DI LÀ DEI SINGOLI PUNTI, CIÒ CHE CONTA È IL RICONOSCIMENTO DELL’IMPORTANZA FONDAMENTALE DELL’EDUCAZIONE INFANTILE, IN UN’EPOCA IN CUI ANCHE GLI STUDIOSI LA CONSIDERAVANO POCO DEGNA DEL LORO INTERESSE QUINTILIANO RESTÒ NEL COMPLESSO INASCOLTATO. L’ATTENZIONE PER I PRIMI ANNI DI VITA HA COMINCIATO A IMPORSI SOLO IN TEMPI RELATIVAMENTE RECENTI INSTITUTIO ORATORIA LA FORMAZIONE È UN CONCEZIONE DELLA SCUOLA COME VINCOLO PROCESSO GRADUALE DI AMORE TRA MAESTRO E ALLIEVI QUINTILIANO DISAPPROVA GLI INSEGNANTI SUOI CONTEMPORANEI, CHE VOLEVANO CHE I FANCIULLI FOSSERO ADULTI ANZI TEMPO QUESTA ATMOSFERA DI AFFETTO SI RESPIRA IN TUTTA L’OPERA IL MAESTRO IDEALE DEVE ESSERE COME UN BUON PADRE; GLI ALLIEVI DEVONO SENTIRSI COME SUOI FIGLI SPIRITUALI: LA LORO CONCORDE INTESA RENDERÀ FRUTTUOSO L’INSEGNAMENTO NEL CORREGGERE I LORO COMPITI, AD ESEMPIO, LI COMMISURAVANO A UN LORO ASTRATTO IDEALE DI QUINTILIANO SA CHE NEI PERFEZIONE STILISTICA FANCIULLI È VIVACE LA FANTASIA CHE NON DEVE ESSERE MORTIFICATA PER NOI QUESTO MODELLO SAREBBE TROPPO PATERNALISTICO, MA VA OVVIAMENTE VALUTATO RISPETTO ALL’EPOCA INSTITUTIO ORATORIA «OTTIMISMO EDUCATIVO» ALL’INTERNO DI UNA RIFLESSIONE SOSTANZIALMENTE TRADIZIONALISTICA SULL’INSEGNAMENTO E SUI SUOI MECCANISMI GLI UOMINI SONO IN SÉ INCLINI AD APPRENDERE NON MANCANO SPUNTI DI MODERNITÀ «E A QUELLA GUISA CHE GLI CORRERE, LE FIERE PER «NON SI RIESCE A TROVARE NESSUNO, CHE CON L’APPASSIONATA INCRUDELIRE, COSÌ È APPLICAZIONE NON TIPICAMENTE NOSTRA LA ABBIA RAGGIUNTO UNA SOLERTE ATTIVITÀ DELLO BENCHÉ MINIMA META» UCCELLI SONO GENERATI PER VOLARE, I CAVALLI PER SPIRITO, PER CUI SI CREDE CHE L’ANIMO UMANO ABBIA ORIGINE DIVINA» PER ESEMPIO: VENGONO RIGOROSAMENTE ELIMINATE LE PENE CORPORALI INSTITUTIO ORATORIA ALCUNI DEI PRINCIPI PIÙ SIGNIFICATIVI IL BARICENTRO DELL’INSEGNAMENTO È COSTITUITO DALL’INSEGNAMENTO DEL MAGISTER NECESSITÀ CHE LO STUDIO DEI FANCIULLI NON RISULTI TROPPO PESANTE ANZI, È INDISPENSABILE È OPPORTUNO STIMOLARE LA PERNO ATTORNO A IL MAESTRO DEVE ASSUMERE COMPETITIVITÀ TRA GLI CUI RUOTA TUTTO IL VERSO I SUOI DISCEPOLI UN ALLIEVI PROCESSO EDUCATIVO ATTEGGIAMENTO PATERNO, EVITANDO SIA L’ECCESSIVO CHE ESSO VENGA AVVERTITO COME GIOCO RIGORE SIA IL PERNICIOSO PROCESSO EDUCATIVO INTESO ATTRAVERSO L’ISTITUZIONE DI PRINCIPI MERITOCRATICI CHE PERMISSIVISMO QUASI ESCLUSIVAMENTE COME MERA «TRASMISSIONE DEL SAPERE» DEVE ESSERE PERCEPITO DAGLI PREVEDANO PREMI PER I ALLIEVI COME UN PADRE E QUESTI PIÙ BRAVI SI DEVONO COMPORTARE COME FIGLI INSTITUTIO ORATORIA LA FIGURA DEL PRAECEPTOR UOMO COLTO E EMERGE LA PASSIONE PEDAGOGICA DI QUINTILIANO MORALMENTE INECCEPIBILE, DOTATO DI AUTOREVOLEZZA E PRESTIGIO «AUSTERO, MA NON ARCIGNO, INNATO SENSO DELL’EQUILIBRIO E CORDIALE MA NON IN MISURA ESAGERATA, PER EVITARE, NEL PRIMO CASO, L’ANTIPATIA, E, NEL PROFONDA UMANITÀ DELLA MISURA SECONDO, LA MANCANZA DI RIGUARDO» VIENE PARAGONATO LA SCUOLA IMMAGINATA DA QUINTILIANO NON È FONDATA SUL PRIMATO DELLA TECNICA MA DELL’UOMO A UN BUON PADRE A UNA TENERA NUTRICE A UN AGRICOLTORE CHE SEGUE CON ANIMO TREPIDO LE SUE PIANTICELLE INSTITUTIO ORATORIA L’APPRENDIMENTO E LA SOCIALIZZAZIONE È PIÙ UTILE LO STUDIO PRIVATO, SVOLO A CASA SOTTO LA GUIDA DI UN QUINTILIANO SCEGLIE LA SCUOLA PUBBLICA PRECETTORE, O QUELLO IN FAVORISCE LA VITA DI UNA SCUOLA PUBBLICA? RELAZIONE E FONDA AMICIZIE DESTINATE A DURARE PER «SCUOLA PUBBLICA» SI INTENDEVA L’INSEGNAMENTO CHE MAESTRI, PAGATI DALLE FAMIGLIE DEGLI ALUNNI, SVOLGEVANO IN CASA PROPRIA O ANCHE ALL’APERTO AIUTA LA SOCIALIZZAZIONE DEL SI INGENERA NEGLI ALUNNI SAPERE UNA SANA COMPETITIVITÀ IL DISCENTE SI MISURA CON I SUOI COETANEI, NE RILEVA LA DIVERSITÀ DELLE VALUTAZIONI, NE CONSTATA I LIMITI, SI ABITUA A GAREGGIARE CON LORO IN UN PROCESSO EMULATIVO CHE NON PUÒ CHE GIOVARE AL SUO APPRENDIMENTO L’AMBIZIONE, MALGRADO SIA UN DIFETTO, È SPESSO UNO STIMOLO ALLA VIRTÙ INSTITUTIO ORATORIA L’APPRENDIMENTO E LA SOCIALIZZAZIONE QUINTILIANO SCEGLIE LA SCUOLA PUBBLICA IL CONFRONTO CON I COMPAGNI TIENE DESTA L’INTELLIGENZA STANDO A SENTIRE I I FANCIULLI HANNO BISOGNO DI VIVERE VICINO AI COETANEI E HANNO BISOGNO DI DUBBI AVANZATI DAI STIMOLA GLI STESSI MAESTRI COMPAGNI, IL BAMBINO A DARE IL MEGLIO DI SÉ FA LUCE SUI PROPRI DIVENIRE SICURI E DISINVOLTI L’ISTRUZIONE È FINALIZZATA ALL’INSERIMENTO DEL GIOVANE NELLA SOCIETÀ CHI STUDIA PRIVATAMENTE NEL «NON POSSONO IMPEGNARSI ED ENTUSIASMARSI NEL DIRE, SE PARLANO A UN SOLO RAGAZZO, MOMENTO IN CUI DEVE DAR PROVA NELLA STESSA MISURA IN CUI SI IN PUBBLICO DELLE SUE CONOSCENZE ESALTANO DI FRONTE A UN UDITORIO SI SMARRISCE E SI SCONVOLGE NUMEROSO» INSTITUTIO ORATORIA IL CANONE DELL’IMITAZIONE PEDISSEQUO RIFACIMENTO DI MODELLI RITENUTI A QUINTILIANO È STATA ATTRIBUITA LA RESPONSABILITÀ DI AVERE FISSATO IL CANONE DELL’IMITAZIONE LIBRO X EXEMPLA PERFECTA CICERONE IN PRIMIS ET ANTE OMNIA È DIVENTATO IL RESPONSABILE DI UN VERO E MA QUINTILIANO FORNISCE UNA PROPRIO PROCESSO DI IMBALSAMAZIONE SOLUZIONE DINAMICA DELLA QUESTIONE DELLA LINGUA E DELLO STILE LATINO ANCORATI AL MODELLO DELL’ARPINATE PIÙ CHE DI IMITAZIONE (OPERAZIONE SOSTANZIALMENTE PASSIVA CHE SI LIMITA A RIPRODURRE IL MODELLO), QUINTILIANO FA CIOÈ AD UN PROCESSO DI CONFRONTO E DI COMPETIZIONE CON IL MODELLO, CON L’OBIETTIVO DI SUPERARLO RIFERIMENTO AD UNA VERA E PROPRIA AEMULATIO INSTITUTIO ORATORIA CICERONE È IL MODELLO PER NELLA FORMAZIONE DEL PERFETTO ORATORE CONCORRONO SIA LA REPETITIO SIA L’INVENTIO LIBRO X ANTONOMASIA DELL’ELOQUENZA IN UN PROCESSO CHE SE, DA UN LATO, È TUTTO PROTESO A CONSERVARE IL CICERONE HA LA CAPACITÀ DI COMMUOVERE (MOVERE), L’AMABILITÀ (IUCUNDITAS), L’AUTOREVOLEZZA (AUCTORITAS), L’ABILITÀ DI MEGLIO DELLA TRADIZIONE, DALL’ALTRO È ANCHE ORIENTATO A RINTRACCIARE LE DOTI DI INGEGNO CHE SONO IN NOI E CHE SONO A VOLTE IN GRADO DI FARCI COMPETERE ALLA PARI CON I MODELLI SAPER PERSUADERE GRANDISSIMA FACILITÀ ESPRESSIVA (FELICISSIMA FELITAS) «PRIMA DI TUTTO L’IMITAZIONE DI PER SÉ NON È SUFFICIENTE, ANCHE PERCHÉ È SEGNO DI PIGRIZIA MENTALE APPAGARSI DEGLI ALTRUI RITROVATI. CHE COSA SAREBBE ACCADUTO IN QUEI TEMPI IN CUI NON V’ERANO MODELLI DA SEGUIRE, SE GLI UOMINI AVESSERO RITENUTO DI NON DOVER FARE O PENSARE COSA ALCUNA CHE GIÀ NON FOSSE LORO NOTA? CERTO NON VI SAREBBE STATA NESSUNA INVENZIONE. […] GLI UOMINI PRIMITIVI FURONO GUIDATI DAL SOLO INGEGNO NATURALE A COMPIERE TANTE SCOPERTE: E NON DOVREMMO NOI ESSERE STIMOLATI ALLA RICERCA DA QUESTO STESSO FATTO, CHE SAPPIAMO CHE LE RICERCHE ALTRUI EBBERO SUCCESSO? […] E’ INDECOROSO ANCHE APPAGARSI DI UGUAGLIARE CIÒ CHE È OGGETTO DI IMITAZIONE. TORNO A DIRE: CHE COSA SAREBBE ACCADUTO, SE NESSUNO AVESSE REALIZZATO QUALCOSA DI PIÙ RISPETTO AL SUO MODELLO? FRA I POETI NON AVREMMO NESSUNO SUPERIORE A LIVIO ANDRONICO, NELLA STORIOGRAFIA GLI ANNALI DEI PONTEFICI RAPPRESENTEREBBERO L’APICE, E NAVIGHEREMMO ANCORA CON LE ZATTERE. […] SE SI CONSIDERA LA STORIA UMANA, NESSUN’ARTE È RIMASTA QUALE FU IN ORIGINE NÉ SI È FERMATA AI SUOI INIZI, A MENO CHE NON VOGLIAMO CONDANNARE PROPRIO LA NOSTRA EPOCA A TAL STERILITÀ, CHE SOLTANTO ORA NON VI SIA ALCUN PROGRESSO: D’ALTRA PARTE NON VI È ALCUN PROGRESSO CON LA SOLA IMITAZIONE. SE È VIETATO FARE AGGIUNTE ALLE PRECEDENTI REALIZZAZIONI, COME POSSIAMO SPERARE CHE SORGA IL PERFETTO ORATORE? INFATTI FRA TUTTI QUELLI CHE CONOSCIAMO COME I PIÙ GRANDI, NON SE N’È ANCORA TROVATO ALCUNO IN CUI NON SI AVVERTA QUALCHE MANCANZA O QUALCHE ASPETTO CRITICABILE. MA ANCHE COLORO CHE NON ASPIRERANNO A QUEL SUPREMO IDEALE, DEVONO PIUTTOSTO METTERSI IN GARE CHE ACCONTENTARSI DI SEGUIRE. CHI CERCA DI SUPERARE UN ALTRO, ANCHE SE NON LO SORPASSERÀ, FORSE LO UGUAGLIERÀ. MA NESSUNO PUÒ UGUAGLIARE COLUI DEL QUALE RITIENE DI DOVERE SENZ’ALTRO RICALCARE LE ORME, GIACCHÉ CHI SI LIMITA A SEGUIRE UN ALTRO, È INEVITABILE CHE GLI STIA SEMPRE DIETRO». INSTITUTIO ORATORIA NEL LIBRO X QUINTILIANO PASSA IN IL PRINCIPIO DELL’IMITATIO PRESUPPONE LA SCELTA RASSEGNA UNA SERIE DI AUTORI GRECI E DI MODELLI PARADIGMATICI O ESEMPLARI LATINI, ANTICHI E NON, SUDDIVISI SECONDO IL GENERE LETTERARIO DI APPARTENENZA SU QUESTI ESPRIME RAPIDI MA INCISIVI GIUDIZI CRITICI SI TRATTA DI UN VERO E PROPRIO EXCURSUS CHE DELINEA, PER LA PRIMA VOLTA NEL MONDO ROMANO, UNA SPECIE DI STORIA DELLA LETTERATURA LATINA FISSANDO UN VERO E PROPRIO «CANONE» SI FONDANO ESSENZIALMENTE SU BASI «FORMALI»: APPARE ABBASTANZA POCO PROPENSO A SOTTOLINEARE LA PORTATA SI LASCIA CONQUISTARE DALL’ELEGANZA DELLO STILE, DAL NITORE ESPRESSIVO, DALLA SAPIENTE DEL MESSAGGIO STRUTTURAZIONE DELLA SINTASSI INDIFFERENTE AGLI ASPETTI CONTENUTISTICI, INSTITUTIO ORATORIA TITO LIVIO – NE ANALIZZA LA LACTEA UBERTAS (ABBONDANZA LATTEA). SALLUSTIO – DI CUI VIENE DECANTATA L’IMMORTALIS VELOCITAS (IMMORTALE RAPIDITÀ). LUCREZIO – CHE VIENE ETICHETTATO COME DIFFICILIS (ASTRUSO). CESARE – DI CUI SI LODA LA VIS. ORAZIO - L’UNICO TRA I LIRICI DEGNO DI ESSERE LETTO, ESALTATO PER IL SUO STILE RAFFINATISSIMO. VIRGILIO - IL SOLO CHE POSSA STARE ALLA PARI ADDIRITTURA CON OMERO. INSTITUTIO ORATORIA IL PERFETTO ORATORE QUINTILIANO EREDITA DA CICERONE UNA CONCEZIONE CICERONIANA È ANCHE L’IDENTIFICAZIONE TRA UMANISTICA DELLA FRA RATIO E ORATIO RETORICA LA PAROLA ELOQUENTE INFATTI L’ORATORE DEVE ESSERE «COMPLETO» (PERFECTUS), CIOÈ ISTRUITO IN TUTTE LE DISCIPLINE, E «ONESTO» (BONUS), COSÌ CHE «DA LUI PRETENDIAMO NON SOLO UN’ECCELLENTE CAPACITÀ PROFESSIONALE, MA ANCHE TUTTE LE VIRTÙ DELL’ANIMO» DEVE ESSERE POSTA A SERVIZIO GLI STUDI RETORICI NON SONO DEL BENE E DEL VERO, NOZIONI CONSIDERATI DA UN PUNTO DI VISTA CHE NON POTREMMO AVERE STRETTAMENTE TECNICO SENZA STUDI ADEGUATI MA INSERITI IN UNA CONCEZIONE PIÙ VASTA DELLA CULTURA CHE COMPRENDE IL DIRITTO, LA STORIA, LA FILOSOFIA, LE LETTERE SINTESI DI ORATORIA E ETICA INSTITUTIO ORATORIA L’ORATORE E IL PRINCIPE IL RILANCIO DEL MODELLO CICERONIANO È DESTINATO PERÒ A SCONTRARSI CON LA NUOVA REALTÀ SOCIALE E ISTITUZIONALE DEL PRINCIPATO DOVREBBE QUINDI OPERARE PER IL BENE COMUNE IN NOME LA FIGURA DELL’ORATORE SI ERA DEI PIÙ ALTI PRINCIPI MORALI, IMPOSTA IN UN AMBITO DI LIBERTÀ CONSERVANDO AUTONOMIA DI POLITICA E DI FORTE GIUDIZIO E DI PENSIERO L’ORATORE IDEALE DI QUINTILIANO CONTINUA IN FONDO AD AGIRE, NELLA FINZIONE TEORICA DEL TRATTATO, COME SE ANCORA ESISTESSE L’ANTICA RES PUBLICA, COME SE IL SENATO E IL POPOLO SVOLGESSERO LE MEDESIME FUNZIONI DI UN TEMPO CONFLITTUALITÀ CIVILE LA GRANDE ORATORIA GRECA SI ERA SPENTA INEVITABILMENTE CON LA FINE DELLE POLEIS, QUELLA ROMANA IN ETÀ AUGUSTEA LA FIGURA DEL PERFETTO ORATORE PROPOSTA DA QUINTILIANO APPARE ORMAI ANACRONISTICA INSTITUTIO ORATORIA L’ORATORE E IL PRINCIPE NEGLI STESSI ANNI IN CUI VENIVA COMPOSTA L’INSTITUTIO ORATORIA, DOMIZIANO ELIMINAVA CON SPIETATA QUINTILIANO NON POTEVA IGNORARE LA REALTÀ: ERA UN FUNZIONARIO PUBBLICO, DIRETTAMENTE STIPENDIATO DAL PRINCIPE, IL PRECETTORE FEROCIA TUTTI GLI OPPOSITORI DEL REGIME UFFICIALE DELLA FAMIGLIA IMPERIALE SIGNIFICATIVO APPARE CHE LA MAGGIOR PARTE DEGLI ORATORI CONTEMPORANEI ESALTATI NELL’INSTITUTIO FOSSERO STATI COLLABORATORI DEL PRINCIPE, SE NON INFAMI DELATORI ALCUNI STUDIOSI HANNO VOLUTO SPIEGARE TALE CONTRADDIZIONE FACENDO DI QUINTILIANO UN VERO E PROPRIO IDEOLOGO DEL REGIME NEL LIBRO XII DICE CHE L’ORATORE DEVE AGIRE PER IL BENE PUBBLICO, AL PUNTO DI ADATTARSI PERSINO ALLA MENZOGNA PUR DI EVITARE CHE LA RES PUBLICA VENGA DANNEGGIATA DAI NEMICI DELLO STATO MA LO STATO ALL’EPOCA SI IDENTIFICAVA COMPLETAMENTE CON IL PRINCIPE: PER QUESTA VIA SI AVVALLAVA IL SISTEMA REPRESSIVO DOMIZIANEO INSTITUTIO ORATORIA L’ORATORE E IL PRINCIPE VEROSIMILMENTE QUINTILIANO APPARTENEVA L’ACQUIESCENZA POLITICA DI QUINTILIANO FINISCE ALLA SCHIERA DI QUEI FUNZIONARI CHE AVEVANO PER TRADURSI IN FORMALISMO CLASSICISTICO ACCETTATO IL PRINCIPATO COME UNA NECESSITÀ STORICA PIÙ CHE UN «BUROCRATE DELLE PAROLA» O UN MANIPOLATORE DEL CONSENSO CHE USA LE TECNICHE DI PERSUASIONE PER RAFFORZARE IL POTERE COSTITUITO, IL SUO ORATORE IDEALE È UN UOMO CHE SCEGLIE DI PORSI AL SERVIZIO DELLA RES PUBLICA NELL’UNICO MODO ALLORA POSSIBILE QUINTILIANO CONFIDAVA EVIDENTEMENTE NELLA FUNZIONE EDUCATRICE E MODERATRICE DELLA CULTURA: L’ORATORE DOVEVA PORSI COME UNA SORTA DI FIGURA INTERMEDIA FRA IL PRINCIPE E LA SOCIETÀ L’EQUILIBRIO DEL MODELLO CICERONIANO SI È ORMAI SPEZZATO: NONOSTANTE LE INTENZIONI, L’ORATIO PREVALE SULLA RATIO, E LA RETORICA IMPONE IL SUO PRIMATO NELL’ECONOMIA COMPLESSIVA DEGLI STUDI, RELEGANDO LA FILOSOFIA A DISCIPLINA SUSSIDIARIA ASSUMENDOSI IL COMPITO DI SALVAGUARDARE IL MESSAGGIO IDEALE E CIVILE DELLA TRADIZIONE CULTURALE ROMANA INSTITUTIO ORATORIA L’INDIRIZZO CLASSICISTA L’OPERA DI QUINTILIANO SEGNA IL CULMINE L’IDEALE STILISTICO COINCIDE CON DELLA REAZIONE CLASSICISTA AL GUSTO QUELLO CICERONIANO ASIANO DELL’ETÀ PRECEDENTE LA TERZA VIA CHE GIÀ CICERONE AVEVA DEFINITO RODIENSE, FRA L’ESUBERANZA ASIANA E L’ECCESSIVA SECCHEZZA DELL’ATTICISMO BERSAGLIO PRINCIPALE È LA SCRITTURA SCINTILLANTE E IRREQUIETA DI SENECA DOPO CICERONE, VIRGILIO E ORAZIO SONO GLI AUTORI PIÙ CITATI, SEGNO ANCHE QUESTO DI UN PRECISO INDIRIZZO CLASSICISTA QUINTILIANO RIGETTA SIA IL LINGUAGGIO LUSSUOSO E SPERIMENTALE DEI MODERNI SIA LE TENDENZE ARCAIZZANTI È PER UNA SCRITTURA «MEDIA» E «REGOLARE», FONDATA SU PRINCIPI DI SOBRIETÀ, MISURA, CHIAREZZA ESPRESSIVA INSTITUTIO ORATORIA STILE LO STILE DI QUINTILIANO APPARE TUTTAVIA DIVERSO DA QUELLO DI CICERONE IL DEPRECATO MODELLO SENECANO IMPRIME IN QUALCHE MODO IL SUO SIGILLO SULLO STILE DELL’INSTITUTIO, FITTO DI SENTENTIAE, DI COSTRUZIONI AD SENSUM, DI STRUTTURE SINTATTICHE ELLITTICHE E ARTIFICIOSE IL PERIODO CICERONIANO SI I PERIODO DELL’INSTITUTIO PRESENTAVA COME UN NON APPAIONO ALTRETTANTO EDIFICIO EURITMICO E SIMMETRICI E ARMONIOSI DI PROPORZIONE E AL GUSTO DELLA NUOVA SCUOLA RINVIANO ANCHE IL COLOR POETICUS DEL LESSICO, IL FREQUENTE RICORSO ALLA VARIATIO, LA RICCHEZZA DI METAFORE, SIMILITUDINI E IN EQUILIBRIO FORMALE GENERE ORNAMENTI RETORICI GEOMETRICO, COSTRUITO SECONDO RIGOROSI PRINCIPI NONDIMENO QUINTILIANO RIFUGGE DA OGNI ECCESSO E RICERCA COSTANTEMENTE LA CHIAREZZA (PERSCPICUITAS), MIRANDO A CONFERIRE INCIVITÀ E FORZA DI PERSUASIONE AGLI ARGOMENTI