MARCO
FABIO
QUINTILIANO
PROF.SSA VALENTINI
NASCE A CALAGURRIS (CALAHORRA) NELLA SPAGNA TARRACONESE, IN UNA DATA COMPRESA TRA IL 35
E IL 40 D.C.
FIGLIO DI UN INSEGNANTE DI RETORICA ABBASTANZA NOTO (SENECA IL VECCHIO LO CITA), SI TRASFERÌ BEN
PRESTO (ANNI CINQUANTA) A ROMA DOVE POTÉ SEGUIRE L’INSEGNAMENTO DI MAESTRI DI PRIMARIA
IMPORTANZA, COME IL GRAMMATICO REMNIO PALEMONE E IL RETORE DOMIZIO AFRO (GIÀ INSEGNANTE
DI PERSIO), SEGUACI DELL’ASIANESIMO
NELLA SCUOLA DI
PALEMONE EBBE MODO DI
VEDERE ALCUNI DEI DIFETTI
CONTRO I QUALI AVREBBE
POI COMBATTUTO
DI DOMIZIO AFRO DIVENNE AMICO; PER LUI
AFRO NON È L’INFORMATORE CHE
CONOSCIAMO ATTRAVERSO TACITO, MA UN
GRANDE ORATORE E SAGGIO CRITICO
IL SUO UNICO ERRORE, SECONDO QUINTILIANO, FU
CITA AFRO UNA VENTINA DI VOLTE NELLA
INSTITUTIO E, DOPO CICERONE, FU
PROBABILMENTE AFRO A ESERCITARE LA
PIÙ GRANDE INFLUENZA SU DI LUI
QUELLO DI NON AVER RICONOSCIUTO IL
PROGRESSIVO VENIR MENO DELLE SUE FORZE E DI
NON ESSERSI RITIRATO QUANDO ERA AL CULMINE
DEL SUCCESSO
AFRO
FU UN AVVOCATO DI PROFESSIONE, E
QUINTILIANO,
NONOSTANTE INSEGNASSE DECLAMAZIONE, NON PERSE MAI DI
VISTA LO SCOPO PRATICO DELL’EDUCAZIONE ED ESERCITÒ PROFESSIONALMENTE LA SUA ATTIVITÀ LEGALE DURANTE TUTTO IL
PERIODO DEL SUO INSEGNAMENTO. AFRO NON FU MAI UN RIBELLE O UN RIVOLUZIONARIO O UN RADICALE. ERA RIUSCITO AD
ANDARE D’ACCORDO CON LA SOCIETÀ IN CUI VIVEVA, ERA AMBIZIOSO E NON RIFIUTAVA L’ADULAZIONE QUANDO QUESTA ERA
NECESSARIA.
QUEL
POCO CHE CONOSCIAMO DELLO STILE DELLA PROSA DI
AFRO
SUGGERISCE UN SENSO DI MATURITÀ, DI
GRAVITÀ TEMPERATA DALLA SAGGEZZA E DALLA NATURALEZZA. QUESTE CARATTERISTICHE POSSONO AVER CONTRIBUITO A FAR
PROPENDERE QUINTILIANO VERSO CICERONE E I CLASSICI
AL TEMPO DELLA MORTE DI AFRO, CONCLUSI GLI STUDI, INTORNO AL 60, TORNA IN PATRIA E LÀ VISSE
PER UNA DECINA D’ANNI, SVOLGENDO LA PROFESSIONE DI AVVOCATO NEI TRIBUNALI LOCALI,
NONOSTANTE NON CITI MAI QUESTO FATTO. QUANDO IL GOVERNATORE DELLA SPAGNA, GALBA, FU
PROCLAMATO IMPERATORE E COMINCIÒ LA SUA MARCIA VERSO ROMA PER PRENDERE IL POSTO DI
NERONE NEL 68 D.C., PORTÒ CON SÉ QUINTILIANO (GEROLAMO, CHRONICON)
CIÒ AVREBBE POTUTO RIVELARSI DISASTROSO PER IL GIOVANE ORATORE DURANTE IL TERRIBILE ANNO DEI
QUATTRO IMPERATORI, QUANDO ROMA FU MESSA SOTTOSOPRA DALLA GUERRA CIVILE E OTONE,
VITELLIO E VESPASIANO SUCCEDETTERO A GALBA UNO DOPO L’ALTRO. IN QUALCHE MODO, INVECE,
QUINTILIANO SOPRAVVISSE E SI DEDICÒ ALL’INSEGNAMENTO
QUINTILIANO
APRE UNA SCUOLA NELLA QUALE INSEGNERÀ PER VENT’ANNI.
TRA I SUOI ALLIEVI PIÙ
CELEBRI SI RICORDANO PLINIO IL GIOVANE E, SECONDO ALCUNE FONTI, ANCHE TACITO E GIOVENALE.
71 L’EREDE DI VESPASIANO, TITO, RITORNÒ FINALMENTE A ROMA
DOPO LA CADUTA DI GERUSALEMME, VESPASIANO LO ACCOLSE CON TUTTI GLI ONORI E COMINCIÒ A
VENIRE ALLA LUCE IL PROGETTO DI UN NUOVO MONDO. UN ASPETTO DI QUESTO RINNOVAMENTO FU
L’ASSEGNAZIONE A QUINTILIANO DI UNA CATTEDRA DI RETORICA FINANZIATA DAL FISCUS, LA TESORERIA
DI STATO. IL COMPENSO ERA COSTITUITO DALLA RAGIONEVOLE CIFRA DI CENTOMILA SESTERZI ALL’ANNO
CHE, NATURALMENTE, VENIVANO INCREMENTATI DAGLI ONORARI RICEVUTI PER IL PATROCINIO NEI
QUANDO
TRIBUNALI
NELLA PRIMAVERA DEL
QUINTILIANO INSEGNÒ L’INVENTIO, LA DISPOSITIO, L’ELOCUTIO, LA MEMORIA E L’ACTIO, E CORRESSE LE
CONTROVERSIAE E LE SUASORIAE SCRITTE DAI SUOI STUDENTI. OCCASIONALMENTE LI INCORAGGIAVA AGGIUNGENDO
QUALCHE ANNOTAZIONE LETTERARIA, ED È MOLTO PROBABILE CHE DESSE LORO CONSIGLI DI ORDINE MORALE. CIÒ
CHE ESSI CONQUISTAVANO ERA L’ABILITÀ NELL’ESPRIMERSI, UNA CERTA SICUREZZA DI SÉ, IL SENSO DELLA TRADIZIONE
CULTURALE E LA SENSIBILITÀ PER IL GUSTO. UNA MODERNA EDUCAZIONE LIBERALE È PIÙ AMBIZIOSA, TALVOLTA
GIUNGE AD ESERCITARE UN PUNTO DI VISTA CRITICO NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ, COSA CHE QUINTILIANO
AVREBBE RITENUTO UN GRAVE ERRORE
QUINTILIANO
NON DISAPPROVAVA LE CLASSI
NUMEROSE E CON TUTTA PROBABILITÀ RIUSCIVA AD
ATTIRARE VERSO DI SÉ UN SEGUITO CONSIDEREVOLE
DI ALLIEVI. PROBABILMENTE LE SUE LEZIONI ERANO
APERTE A TUTTI, MA POSSIAMO SUPPORRE CHE EGLI
DOVESSE RICHIEDERE UNA SORTA DI PRESENTAZIONE E
DI ESAME DEI RAGAZZI, PRIMA DI AMMETTERE GLI
STUDENTI ALLA REGOLARE FREQUENTAZIONE
L’UNICA PERSONA CHE PUÒ ESSERE INDICATA CON
CERTEZZA COME ALLIEVO DI QUINTILIANO FU PLINIO IL
GIOVANE, MA FORSE ANCHE GIOVENALE DOVETTE
ASSISTERE AD ALCUNE LEZIONI
COME NELLE ALTRE SCUOLE DI RETORICA,
DOBBIAMO ANCHE PENSARE CHE SI FOSSE
FORMATO UN GRUPPO SI ASCOLTATORI ANZIANI
AFFEZIONATI, CHE SI PRESENTAVANO PIÙ O MENO
REGOLARMENTE
LA MAGGIOR PARTE DEGLI STUDENTI
DOVEVA PROVENIRE DALLE FAMIGLIE
ALTOLOCATE
DELL’ITALIA
E
DELLE
PROVINCE, CHE MANDAVANO I PROPRI
FIGLI A ROMA PER SODDISFARE LE
AMBIZIONI DI SCALATA SOCIALE E POLITICA
DEI METODI DIDATTICI DI QUINTILIANO CONOSCIAMO
MOLTO POCO: C’ERA UN CORSO DI LEZIONI
PRELIMINARI PER I RAGAZZI TRA I QUATTORDICI E I
QUINDICI ANNI. LO STESSO QUINTILIANO SI LAMENTA
DEL FATTO CHE GLI STUDENTI INIZIAVANO LA LORO
EDUCAZIONE PIÙ TARDI DI QUANDO SAREBBE STATO
UTILE
QUESTO CORSO PRELIMINARE PRESENTAVA I
PRINCIPI GENERALI DELLA RETORICA IN TERMINI
SEMPLICI, INCULCANDO L’IDEA CHE CI FOSSE UN
UNICO MODO GIUSTO DI FARE LE COSE; PIÙ TARDI
IL RAGAZZO AVREBBE IMPARATO CHE CIÒ CHE IL
MAESTRO INSEGNAVA COME L’UNICO MODO, ERA
DI SOLITO IL MODO MIGLIORE
PER UN CERTO PERIODO QUINTILIANO PROVÒ IN QUESTO CORSO PRELIMINARE LA LETTURA E
L’ANALISI DI TESTI DI STORIA E DI RETORICA, MA PRESTO IL PROGRAMMA DI STUDIO SI AVVICINÒ A
QUELLO DEGLI ALLIEVI DEI CORSI PIÙ AVANZATI – CHE I GENITORI AVEVANO AFFIDATO ALL’ORATORE
PERCHÉ IMPARASSERO L’ARTE DELLA DECLAMAZIONE -, E VENNE INFINE ABBANDONATO
QUINTILIANO NON METTE IN DISCUSSIONE IL METODO DELLA
DECLAMAZIONE COME LA PIÙ RAFFINATA FORMA DI ESERCIZIO
RETORICO E PASSA LA MAGGIOR PARTE DEL TEMPO AD INSEGNARLA
EGLI DESIDERAVA TUTTAVIA CHE QUESTA RISULTASSE
UNA PREPARAZIONE PRATICA ALLA VITA PUBBLICA
CRITICA L’USO DI SOGGETTI ASTRUSI, DELLO STILE GONFIO E DI REGOLE
RETORICHE POCO REALISTICHE. PER RIPORTARE LA DECLAMAZIONE ENTRO I
LIMITI DELL’ADDESTRAMENTO ALL’ATTIVITÀ FORENSE, SUGGERÌ RIFORME
CONTENUTE, COME L’USO DI TERMINI APPROPRIATI, L’ADOZIONE DI CASI
COMPLICATI, IL RITORNO A UNA DIZIONE PIÙ NORMALE, L’INTRODUZIONE DI
UNA CERTA DOSE DI UMORISMO
QUINTILIANO TUTTAVIA NON FU UN
I SUOI INTERESSI RIGUARDANO
SOPRATTUTTO LA FIGURA DELL’INSEGNANTE,
CHE DEVE ESSERE PRATICO, SENSIBILE,
POSITIVO, MORALE, DISPONIBILE AL
RIFORMATORE DEL CORSO DI STUDI ALLORA
CONSUETO, CHE CONTINUÒ AD ACCETTARE
NELLE SUE LINEE FONDAMENTALI
COINVOLGIMENTO CON GLI STUDENTI
IN QUESTO SENSO L’INSEGNANTE DEVE
PORSI COME IN LOCO PARENTIS (II, 2, 4)
DI PIÙ, DEVE ESSERE IN GRADO DI RENDERE IL PROPRIO
INSEGNAMENTO NATURALE E PERFINO DIVERTENTE
GLI STUDENTI DI QUINTILIANO ERANO QUASI TUTTI
GIOVANI CHE STUDIAVANO RETORICA, MA EGLI SA DARE
UNA QUANTITÀ DI BUONI CONSIGLI AI MAESTRI DELLE
SCUOLE ELEMENTARI SU COME AVVIARE LE GIOVANI
MENTI LUNGO LA VIA DELL’APPRENDIMENTO
È QUASI IL SOLO TRA I VECCHI EDUCATORI
CHE SI OPPONE DECISAMENTE ALL’USO
DELLE FRUSTATE (I, 3, 6-7)
NATURALMENTE ANCHE L’ALUNNO HA
DOVERI NEI CONFRONTI DELL’INSEGNANTE,
AL QUALE NON SI DEVE SOLTANTO
OBBEDIENZA, MA ANCHE AMORE (II, 9)
LO STUDENTE IDEALE DI QUINTILIANO, COME VIENE
DESCRITTO NELLA INSTITUTIO (I, 3, 6-7), È TROPPO
DOCILE, TROPPO MALLEABILE PER GLI STANDARD
EDUCATIVI AVANZATI SECONDO IL NOSTRO MODERNO
PUNTO DI VISTA
MENTRE ERA IMPEGNATO CON L’INSEGNAMENTO, QUINTILIANO CONTINUAVA A ESERCITARE LA PROFESSIONE DI
AVVOCATO. EGLI PARLA ESPRESSAMENTE DI QUATTRO CAUSE. QUANDO PATROCINAVA UNA CAUSA INSIEME AD
ALTRI COLLEGHI, SI OCCUPAVA DI SOLITO DELL’ESPOSIZIONE DEL CASO. LA SUA ORAZIONE PER NEVIO DI ARPINO,
DA ATTRIBUIRSI FORSE AI PRIMI TEMPI DEL SUO SOGGIORNO ROMANO, PRONUNCIATA INTORNO AI VENT’ANNI,
VENNE PUBBLICATA; SI TRATTÒ PROBABILMENTE DELLA SUA PRIMA VITTORIA. LA CAUSA PIÙ SINGOLARE FU
QUELLA PER BERENICE DI GIUDEA, DA LEI STESSA PRESIEDUTA E DATABILE AL 75, ANNO IN CUI LA DONNA GIUNSE
IN VISITA A ROMA.
QUINTILIANO CI DICE DI AVER DECISO DI METTERSI IN PENSIONE DALLA SCUOLA E DAL TRIBUNALE DOPO VENT’ANNI
D’INSEGNAMENTO, QUANDO, A DIFFERENZA DI AFRO, SPERAVA CHE DI LUI SI SAREBBE ANCORA SENTITA LA
MANCANZA. A SPINGERLO A QUESTA DECISIONE FURONO FORSE ANCHE PRESSIONI SOCIALI, COME QUELLE DI CUI
PARLA MARZIALE NELL’EPIGRAMMA A LUI INDIRIZZATO (II, 90), OPPURE CONSIDERAZIONI POLITICHE
.
.Quintiliano, o Quintiliano sommo
Libro II, 90
modello per gioventù vacante, e gloria togata,
perdonami se vivo correndo povero
ma utile nessuno è così
impaziente di vivere.
Se ne freghi chi vuole
ricchezze su ricchezze
e stipa gli atri di giganti.
Un focolare, una casa col nerofumo
un vivo fonte, erba selvatica
e ancora uno schiavo sazio,
una moglie poco o niente
saputa notte di sonno,
giorno senza lite.
Per me.
Quintiliane, vagae moderator summe iuventae,
Gloria Romanae, Quintiliane, togae,
Vivere quod propero pauper nec inutilis annis,
Da veniam: properat vivere nemo satis.
Differat hoc, patrios optat qui vincere census
Atriaque inmodicis artat imaginibus.
Me focus et nigros non indignantia fumos
Tecta iuvant et fons vivos et herba rudis.
Sit mihi verna satur, sit non doctissima coniunx,
Sit nox cum somno, sit sine lite dies.
DOMIZIANO ERA DIVENTATO IMPERATORE NELL’81. L’ULTIMO PERIODO DEL SUO REGNO – SPECIALMENTE A
PARTIRE DALL’89 – FU DOMINATO DAL TERRORE. FORSE FU QUESTO IL MOTIVO CHE SPINSE QUINTILIANO A
RITIRARSI A VITA PRIVATA NEL 90 O 91. NON SAPPIAMO SE AL SUO POSTO SIA STATO IMMEDIATAMENTE MESSO
QUALCUN ALTRO
IL PENSIONAMENTO DI QUINTILIANO SI RIVELÒ LA TAPPA FONDAMENTALE DELLA SUA CARRIERA, POICHÉ I SUOI
AMICI, E SPECIALMENTE MARCELLO VITORIO1, AL QUALE EGLI DEDICÒ LA SUA GRANDE OPERA, LO CONVINSERO A
SCRIVERE UN TRATTATO DI RETORICA BASATO SULLE LEZIONI CHE AVEVA TENUTO. IL TRATTATO VENNE INIZIATO ENTRO
POCHI ANNI DAL PENSIONAMENTO; CIRCA DUE ANNI PASSARONO TRA RICERCA E STESURA, E QUINTILIANO DICHIARA
CON RAMMARICO CHE CI AVREBBE LAVORATO PIÙ A LUNGO, SE NON FOSSE STATO PER LE INSISTENZE DELL’EDITORE
TRIFONE, AL QUALE È INDIRIZZATA L’EPISTOLA INTRODUTTIVA DELL’OPERA, CHE RITENEVA DI INTERPRETARE
L’IMPAZIENZA DEL MERCATO
1CONSUL SUFFECTUS NEL
105, PATRONO DI STAZIO E PROBABILMENTE DEL GRAMMATICO PROBO
L’INSTITUTIO VENNE PROBABILMENTE COMPLETATA E PUBBLICATA NEL TARDO 94 O NEI PRIMI MESI DEL 95.
DURANTE LA SUA STESURA, QUINTILIANO FU RICHIAMATO ALLA VITA DI CORTE E INVITATO, O COSTRETTO, AD
ASSUMERE L’INCARICO DI SOVRINTENDENTE ALL’EDUCAZIONE DEI DUE EREDI DI DOMIZIANO, I NIPOTI DI SUA
SORELLA. IL LORO DESTINO DOPO QUESTO FATTO CI RIMANE SCONOSCIUTO
AUSONIO DICE CHE FLAVIO CLEMENTE, CUGINO DI DOMIZIANO, AVEVA CALDEGGIATO L’ATTRIBUZIONE A
QUINTILIANO DEGLI ORNAMENTA CONSULARIA, UN PREMIO SIMILE ALL’ONORE AL MERITO. QUESTI GLI FURONO
PROBABILMENTE ATTRIBUITI VERSO LA FINE DEL 94, MENTRE FLAVIO ERA CANDIDATO A CONSOLE, O ALL’INIZIO DEL
95, QUANDO ERA CONSOLE, MA IN OGNI CASO PRIMA DEL MESE DI SETTEMBRE, QUANDO EGLI CADDE IN DISGRAZIA
E VENNE CONDANNATO A MORTE CON IMPUTAZIONI A CARATTERE RELIGIOSO, PROBABILMENTE PROVOCATE DAI
SUOI LEGAMI CON I CRISTIANI
DA QUESTO PUNTO IN POI NON SI SA PIÙ NULLA DELLA VITA DI QUINTILIANO, CHE FINÌ I SUOI GIORNI ENTRO UN
ANNO O DUE. SUA MOGLIE E IL SUO FIGLIO MINORE ERANO MORTI NEGLI ANNI OTTANTA; IL MAGGIORE ERA
MORTO ALL’ETÀ DI DIECI ANNI, ALL’EPOCA DELLA STESURA DELL’INSTITUTIO: SONO TUTTI FATTI RICORDATI NEL
PROEMIO DEL SESTO LIBRO
IL RUOLO INTELLETTUALE
LA NOMINA DI QUINTILIANO
ALLA CATTEDRA STATALE DI
RETORICA, ISTITUITA DA
VESPASIANO CON
APPANNAGGIO DI
CENTOMILA SESTERZI
ANNUI, TESTIMONIA LA
VOLONTÀ IMPERIALE DI
VOLER DARE UNA STERZATA
ALLA CULTURA DEL TEMPO
IN DIREZIONE DI UN
RECUPERO DEL CLASSICISMO
CON CONSEGUENTE
CONDANNA DI QUALSIASI
FORMA DI SPERIMENTALISMO
CULTURALE
IN QUESTO QUADRO DI
RIFERIMENTO SI SPIEGA
L’ATTEGGIAMENTO DI
CONDANNA NEI CONFRONTI DI
SENECA, ACCUSATO DI
CORROMPERE I GIOVANI SUL
PIANO ESSENZIALMENTE
STILISTICO
ACCUSA SOPRATTUTTO
LO STILE SENECANO PER
LA SUA NATURA
FRAMMENTARIA
(QUINTILIANO PARLA
DI MINUTISSIME
SENTENTIAE), MENTRE
PIÙ POSITIVO E
ARTICOLATO È IL
GIUDIZIO SUI
CONTENUTI DELL’OPERA
DI SENECA
DEL RESTO GLI IMPERATORI DELLA
CASA FLAVIA, ED IN PARTICOLARE
VESPASIANO, SONO PROIETTATI A
RICOSTRUIRE EX NOVO UN
RAPPORTO CON GLI
INTELLETTUALI, IMPONENDO UNA
VERA E PROPRIA DAMNATIO
MEMORIAE NEO CONFRONTI DEGLI
IMPERATORI GIULIO-CLAUDI E DI
NERONE IN PARTICOLAR MODO
QUINTILIANO RISULTÒ
PERFETTAMENTE FUNZIONALE
A QUESTO PROGETTO E
ATTRAVERSO IL SUO
INSEGNAMENTO PRESTIGIOSO
GLI IMPERATORI RIUSCIRONO
AD ATTRARRE MOLTI
INTELLETTUALI DEL TEMPO
NELL’AREA DEL CONSENSO.
PURTROPPO SPESSO QUESTO
CONSENSO SI TRASFORMÒ IN
VERO E PROPRIO
ATTEGGIAMENTO
CONFORMISTICO CHE NON
GIOVÒ AFFATTO ALLA
QUALITÀ DEL LAVORO
INTELLETTUALE
SUCCESSIVAMENTE QUINTILIANO RICEVETTE DALL’IMPERATORE DOMIZIANO L’INCARICO DI EDUCARE DUE SUOI
NIPOTI DIVENTANDO COSÌ UN VERO E PROPRIO PRECETTORE DELLA FAMIGLIA FLAVIA
L’INSEGNAMENTO DI QUINTILIANO
PROTRATTOSI PER PIÙ DI UN
VENTENNIO FECE DI LUI UN VERO E
PROPRIO LEADER INCONTRASTATO DEL
TEMPO E DETERMINÒ LE LINEE
DIRETTIVE DELL’ATTIVITÀ CULTURALE
DELL’ETÀ FLAVIA, FAVORENDO LA
FORMAZIONE
DI
UNA
NUOVA
TIPOLOGIA
DI
VIR
ROMANUS,
ABILISSIMO CONOSCITORE DELL’ARS
DICENDI,
MA
SOSTANZIALMENTE
SUBALTERNO AL POTERE
CON QUINTILIANO
SI INNESCA NEL QUADRO
ROMANO UN MECCANISMO
ASSAI
CULTURALE
PERICOLOSO SUL PIANO INTELLETTUALE, CHE SULLA
BASE DI UN CONTESTO SOSTANZIALMENTE LIBERTICIDA,
TENDE A SVUOTARE IL RUOLO SOCIALE DEGLI UOMINI
DI CULTURA, VANIFICANDONE LO SPIRITO CRITICO
BUSTO DI DOMIZIANO, LOUVRE
LE OPERE
QUINTILIANO SVOLSE CON SUCCESSO L’ATTIVITÀ FORENSE, PUBBLICANDO IN VITA UN’ORAZIONE: ALTRE OPERE
STENOGRAFATE DURANTE I SUOI PROCESSI, FURONO INVECE DIVULGATE SENZA IL SUO CONSENSO A SCOPO DI
LUCRO
DISPENSE E APPUNTI [DE ARTE RHETORICA],
L’ORAZIONE PER NEVIO
STESI DAGLI ALLIEVI NEL CORSO DELLE
LEZIONI, CIRCOLARONO ANCH’ESSI
ARBITRARIAMENTE A CURA DEGLI STUDENTI
UNO SCRITTO, PIÙ BREVE,
UN ALTRO, PIÙ LUNGO,
RIGUARDA IL CORSO
PROPEDEUTICO
RIGUARDA IL CORSO
AVANZATO
LE OPERE
QUINTILIANO PUBBLICÒ PERSONALMENTE UN SAGGIO DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE, SCRITTO
INTORNO ALL’89-90, NON PERVENUTO, E IL SUO GRANDE TRATTATO DE INSTITUTIONE ORATORIA, L’UNICO A
ESSERE GIUNTO FINO A NOI
IN COMPENSO SONO RIMASTE DUE RACCOLTE DI DECLAMAZIONI A LUI ATTRIBUITE
LE DECLAMATIONES
LE DECLAMATIONES
MAIORES
MINORES
SONO DELLE CONTROVERSIAE COMPLETE – L’UNICA
145 DECLAMAZIONI ABBREVIATE, O PARTI DI
DECLAMAZIONI, CHE POSSONO ESSERE DERIVATE IN
OPERA DI QUESTO GENERE IN LATINO
QUALCHE MODO DALLA SUA SCUOLA
-, CHE NON SEMBRANO ESSERE IN
TUTTO E PER TUTTO NELLO STILE DI QUINTILIANO
LA MAGGIOR PARTE ACCOMPAGNATE DA SERMONES O
SOPRAVVISSUTA
DA ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE SEGUENTE
LE OPERE
È POSSIBILE FARE SUPPOSIZIONI SUI CONTENUTI DEL DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE, IN BASE AGLI
ACCENNI CHE NE VENGONO FATTI NEL DE INSTITUTIONE ORATORIA
ANCHE SE CI FURONO DEI CAMBIAMENTI RADICALI
NELLE CONVINZIONI DI QUINTILIANO, IL DE CAUSIS
AFFRONTAVA UN TEMA ALQUANTO SENTITO
DALLA CULTURA DEL SUO SECOLO, QUELLO
DELLA DECADENZA DELL’ORATORIA
DOVEVA ESSERE LO STUDIO PRELIMINARE DI ALCUNE
TRATTAZIONIPOI INCORPORATE NELLA INSTITUTIO
LA CRISI DELL’ELOQUENZA NON È DOVUTA ALLA
SITUAZIONE POLITICA E AL RESTRINGIMENTO DEGLI
SPAZI DI LIBERTÀ CONCESSI AI CITTADINI, BENSÌ ALLA
CARENZA DI BUONI MAESTRI E ALLA MANCATA
RIFORMA DELL’INSEGNAMENTO
L’OBIETTIVO ERA APPARENTEMENTE QUELLO DI
ATTACCARE LO STILE DECLAMATORIO CHE ERA FIORITO
NEL CORSO DEL I SECOLO E CHE QUINTILIANO
IDENTIFICA NELL’INSTITUTIO, CON LO STILE DI SENECA
E DEI SUOI ASPIRANTI IMITATORI
PER QUINTILIANO ERA UNO STILE DEL TUTTO
INNATURALE, CORROTTO E PRIVO DI GUSTO
«SONO COMPLETAMENTE FUORI STRADA COLORO CHE
PENSANO CHE UNO STILE DI ELOQUENZA PIENO DI DIFETTI E
CORROTTO RISULTI GRADITO AL POPOLO E PERSUASIVO. UN
SIMILE GENERE DI ELOQUENZA ESULTA NELLA SFRENATA
LICENZA DEI TERMINI O SI SCATENA CON FANCIULLESCHE
SENTENZIOSITÀ O SI GONFIA DI SMODERATA POMPOSITÀ O
SALTELLA INTORNO A VUOTI LUOGHI COMUNI O LUCCICA DI
INFIORETTATURE PRONTE A CASCARE SE VENGONO APPENA
APPENA SFIORATE O METTE LA STRAVAGANZA AL POSTO
DELLA SUBLIMITÀ OPPURE IMPAZZISCE CON LA SCUSA DI
PARLARE A RUOTA LIBERA».
LE OPERE
DE CAUSIS CORRUPTAE ELOQUENTIAE
NON SI PUÒ RITENERE UNA RELAZIONE GENERALE
SULLO STATO DELL’ORATORIA, COME È INVECE IL
DIALOGUS DE ORATORIBUS DI TACITO
LE CAUSE DELLA DECADENZA VENGONO IMPUTATE DUNQUE
ALLO SCARSO LIVELLO DELLE SCUOLE DI DECLAMAZIONE, NELLE
QUALI SI DAVA ECCESSIVO SPAZIO A ESERCITAZIONI FITTIZIE E
ASTRATTE, PRIVE DI RAPPORTO CON LA REALTÀ
LA SUA APPARE UNA POSIZIONE TIPICA DA RETORE
CHE NON VUOLE GUARDARE IN FACCIA LA REALTÀ ED
AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA PROPRIA DISCIPLINA
IN UN QUADRO PIÙ AMPIO E SOPRATTUTTO IN UNA
PROSPETTIVA STORICO-POLITICA
PARTE DA UN PUNTO DI VISTA CHE ESCLUDE
FORTEMENTE L’AMMISSIONE DI UN DECLINO
GENERALE NELL’ELOQUENZA
I GRANDI ORATORI, PER LUI, PARLANO ANCORA
NEL FORO, E FORSE DOMIZIANO SI SENTIVA
GRATIFICATO DA QUESTA AFFERMAZIONE
INSTITUTIO ORATORIA
«LA FORMAZIONE
DELL’ORATORE»
INSTITUTIO ORATORIA
È COSTITUITA DA DODICI LIBRI
SETTE DEI QUALI
SONO INTRODOTTI
DA UN PROEMIO
SINTESI MONUMENTALE, VERA E
PROPRIA SUMMA, DI TUTTA LA SUA
RIFLESSIONE SULL’ARTE DEL DIRE
PER GLI ALTRI L’INTRODUZIONE
CONSISTE NEL PRIMO CAPITOLO
PRECEDE L’OPERA UNA LETTERA ALL’EDITORE
TRIFONE, DA CUI APPRENDIAMO CHE L’INSTITUTIO
ERA DA PIÙ PARTI SOLLECITATA E ATTESA
LA DECISIONE RIGUARDO A QUALI LIBRI DOVESSERO AVERE
UN PROEMIO SEPARATO E QUALI INVECE COMINCIARE
DIRETTAMENTE DAL PRIMO CAPITOLO, LA STESSA
DIVISIONE IN CAPITOLI SEMBRANO DOVUTI A UNO SCRIBA
DI EPOCA PIÙ TARDA
LA RIPARTIZIONE COMPLESSIVA IN DODICI
LIBRI RISALE PROBABILMENTE ALL’AUTORE
INSIEME AL TRATTATO È PERVENUTO UN SOMMARIO,
TOTIUS OPERIS CONSPECTIO, DI TRADIZIONE ANTICA
MA NON DI MANO DELL’AUTORE
INSTITUTIO ORATORIA
NEL PROEMIO DEL PRIMO LIBRO DEDICA IL
SUO LAVORO A VITORIO MARCELLO
IL PROEMIO AL PRIMO LIBRO FUNGE DA
INTRODUZIONE ALL’INTERA OPERA
INFLUENTE FUNZIONARIO
IMPERIALE AL QUALE
QUINTILIANO SPIEGA DI ESSERE STATO
STAZIO AVEVA DEDICATO IL
IV LIBRO DELLE SILVAE
SPINTO A SCRIVERE DAI SUOI AMICI
NON GLI SARÀ POSSIBILE ESSERE ORIGINALE SU MOLTI
ARGOMENTI, MA CERCHERÀ DI DARE IL PROPRIO PARERE
RIGUARDO A POSIZIONI CONFLITTUALI
QUESTO METODO, CHE VIENE DA LUI ADOTTATO IN
MISURA DIVERSA ALL’INTERNO DELL’OPERA, PRODUCE
SPESSO UNA SORTA DI ANTOLOGIA STORICA DI VARI
ASPETTI DELLA TEORIA RETORICA
INSTITUTIO ORATORIA
QUINTILIANO NON VUOLE SOLO SCRIVERE
UN TRATTATO DI RETORICA
PUNTA A COMPORRE UNO STUDIO
SULL’EDUCAZIONE COMPLESSIVA DELL’ORATORE
TALE MODELLO ERA STATO RIPRESO DA CICERONE, IL
QUALE, PERÒ, AVEVA SOSTENUTO ANCHE LA NECESSITÀ DI
DELINEA, SENZA TRASCURARE NESSUN ASPETTO, LA FIGURA DEL
PERFETTO ORATORE, INDICANDONE PER INTERO TUTTO IL
PERCORSO FORMATIVO, DALLA FASE DELL’INFANZIA FINO
ALL’INSEGNAMENTO RETORICO IN TUTTE LE SUE ARTICOLAZIONI
RISPOLVERA IL MODELLO TRADIZIONALE DEL VIR BONUS
DICENDI PERITUS, GIÀ ELABORATO DA CATONE IL CENSORE
AGGIUNGERE LA FILOSOFIA FRA LE DISCIPLINE FONDANTI
DEL PERFETTO ORATORE
IN UN TEMPO COSÌ DIFFICILE COME QUELLO
DELLE GUERRE CIVILI, SI RENDEVA NECESSARIA
UNA FORMAZIONE FILOSOFICA DELL’ORATORE
PER DARGLI LA POSSIBILITÀ DI ORIENTARSI FRA LE
DIFFICOLTÀ DELLA VITA
PER CICERONE LA FILOSOFIA È VITAE DUX
INSTITUTIO ORATORIA
LA RETORICA, NELL’ORDINAMENTO ROMANO DEGLI STUDI, ERA IL PUNTO PIÙ ALTO E
CONCLUSIVO DEL CURRICULUM SCOLASTICO
DOPO AVER STUDIATO PRESSO UN LITTERATOR E
UN GRAMMATICUS, VERSO I 17 ANNI LO
STUDENTE VENIVA AFFIDATO A UN RHETOR
QUINTILIANO TUTTAVIA DECIDE DI PARTIRE DA MOLTO PIÙ
LONTANO, CONVINTO CHE IL BUON ORATORE VADA EDUCATO E
ORIENTATO FIN DALLA NASCITA E DALL’INFANZIA
PRESSO IL RHETOR LO STUDENTE SI ESERCITAVA, MEDIANTE
LA PRATICA DELLE SUASORIAE E DELLE CONTROVERSIAE, A
DIVENTARE UN BUON ORATORE
INGLOBA DUNQUE NEL SUO TRATTATO RETORICO ANCHE
NOZIONI DI PEDAGOGIA E DI GRAMMATICA, CHE
OCCUPANO LA PARTE PIÙ RILEVANTE DEL I LIBRO
INSTITUTIO ORATORIA
SE QUINDI LA GRAN PARTE DEL LAVORO È IL CORPO DELLA TEORIA DESTINATA AD ESSERE APPRESA NELLE SCUOLE
TUTTO CIÒ È PRECEDUTO DA UNA
DISCUSSIONE SULL’ISTRUZIONE
ELEMENTARE E GRAMMATICALE E
AMPLIATO DA UNA SIGNIFICATIVA
QUESTO NASCEVA IN PARTE DA CONSIDERAZIONI PRATICHE: QUINTILIANO
SENTIVA CHE L’EDUCAZIONE ELEMENTARE E GRAMMATICALE ERA TRASCURATA
ANALISI DELLA CARRIERA
DELL’ORATORE ADULTO
QUESTO ATTEGGIAMENTO DERIVAVA
ANCHE DA UN CERTO IDEALISMO, DAL
CREDERE CHE L’ORATORE FOSSE IL
MIGLIORE DEGLI UOMINI
QUINTILIANO È UN UMANISTA INCLINE
ALL’OSSERVAZIONE DELL’UOMO NELLA
SUA COMPLESSITÀ
TUTTAVIA ESSA ERA
IMPORTANTE PER LA FUTURA
CARRIERA DELL’ORATORE
QUINTILIANO SI PRESENTA SEMPRE COME UN EDUCATORE E NON
COME UN CRITICO O UN DECLAMATORE
VUOLE CREARE GRANDI ORATORI, NON VUOLE COSTRUIRE UN GRANDE SISTEMA DI PENSIERO. E IN QUESTO ERA IN SINTONIA
CON IL PROPRIO TEMPO, CHE AVEVA COMINCIATO A PERCEPIRE GLI UOMINI COME SINGOLI INDIVIDUI PIUTTOSTO CHE COME
INGRANAGGI DEL SISTEMA SOCIALE
INSTITUTIO ORATORIA
LA SECONDA PARTE DEL PROEMIO DESCRIVE LO SCOPO ULTIMO DI QUINTILIANO
L’EDUCAZIONE DEL PERFETTO ORATORE
PERSONA ONESTA, ABILE NEL PARLARE, COME ERA
NELLA TRADIZIONE DI CATONE E DEGLI STOICI
NON VOLEVA CERTO UN FILOSOFO
QUINTILIANO SI MOSTRA MOLTO SOSPETTOSO NEI
RANCORE CHE AVEVANO RISVEGLIATO LA COLLERA DI
QUINTILIANO, CICERONIANO DI «STRETTA OSSERVANZA», NON
SEGUE SIC ET SIMPLICITER IL MODELLO CICERONIANO, MA OMETTE
VESPASIANO E DOMIZIANO
PUNTUALMENTE LA PRESENZA DELLA COMPONENTE FILOSOFICA
CONFRONTI DI QUEI FILOSOFI TRASANDATI E PIENI DI
CIÒ CHE C’È DI BUONO NELLA
QUINTILIANO INTENDE PROPORRE UN MODELLO DI INTELLETTUALE
FILOSOFIA APPARTIENE
PERFETTAMENTE INTEGRATO CON IL POTERE POLITICO E QUINDI SI VEDE
NATURALMENTE ALL’ORATORE E
«COSTRETTO» A RIMUOVERE QUALSIASI FORMAZIONE FILOSOFICA PERCHÉ ESSA
QUINTILIANO SPERA IN UN NUOVO
POTREBBE PROVOCARE UNA PRESA DI COSCIENZA CRITICA NEI CONFRONTI DEL
TIPO DI ELOQUENZA FILOSOFICA
POTERE
INSTITUTIO ORATORIA
QUINDI UN MODELLO DI ORATORE CONFORMISTICO E SOSTANZIALMENTE FUNZIONALE ALLE DIRETTIVE DEL PRINCIPE
IL CICERONIANISMO DI QUINTILIANO È GIOCATO PIÙ
SUL VERSANTE DEGLI ELEMENTI FORMALI E STILISTICI
CHE SU QUELLO DEI CONTENUTI PROFONDI
È IN QUALCHE MODO UNA GRAVE
RESPONSABILITÀ DI QUINTILIANO
L’INDIVIDUAZIONE DI CICERONE COME MODELLO
MA SUL PIANO QUASI ESCLUSIVAMENTE
LINGUISTICO E FORMALE, LIMITANDO IN TAL MODO
LA GRANDEZZA DELLA PERSONALITÀ INTELLETTUALE
DELL’ARPINATE
LA PROPOSTA DEI VALORI ETICI, POSTI A
FONDAMENTO DELLA RES PUBLICA
INSTITUTIO ORATORIA
LA TERZA PARTE DEL PROEMIO DELINEA LA STRUTTURA DELL’OPERA
«IL PRIMO LIBRO CONTERRÀ I PRECETTI DA IMPARTIRSI PRIMA DELL’INSEGNAMENTO VERO E PROPRIO
DELLA RETORICA. NEL SECONDO AFFRONTEREMO I PRIMISSIMI RUDIMENTI DELLA RETORICA E LE
QUESTIONI CHE VERTONO SULLA SOSTANZA STESSA DELLA MATERIA. VE NE SARANNO CINQUE DEDICATI
ALL’INVENTIO (E, INSIEME, ANCHE ALLA DISPOSITIO), QUATTRO ALL’ELOCUTIO: IN QUEST’ULTIMA
PARTE SI PARLERÀ ANCHE DELLA MEMORIA E DELLA PRONUNTIATIO. SE NE AGGIUNGERÀ POI UNO IN
CUI TRATTEREMO PER QUANTO CONCESSOCI DALLE NOSTRE LIMITATE CAPACITÀ, IL PROFILO MORALE
DELL’ORATORE, IL MODO IN CUI DEVE ACCETTARE, STUDIARE, DISCUTERE LE CAUSE, QUALE DEBBA
ESSERE IL SUO STILE NEL PARLARE, DOVE DEBBA MIRARE LA SUA ATTIVITÀ, QUALI DEBBANO ESSERE I
SUOI INTERESSI DOPO IL CONGEDO DALLA PROFESSIONE».
INSTITUTIO ORATORIA
LIBRO I – INTRODUZIONE; L’APPRENDIMENTO DEI PRIMI SAPERI; L’EDUCAZIONE DEI FANCIULLI; LA SCOPERTA DEL
TALENTO NATURALE; SCUOLE PUBBLICHE E SCUOLE PRIVATE; L’INSEGNAMENTO DEL GRAMMATICUS; LA
FORMAZIONE DI UNA CULTURA GENERALE; LA PRIMA INFANZIA E LA MOLTEPLICITÀ DEGLI INSEGNAMENTI.
LIBRO II – L’INSEGNAMENTO DELLA RETORICA; L’ESERCIZIO DELLA MEMORIA; I DISCEPOLI E I LORO DOVERI; LE ARTI CHE
COMPONGONO LA RETORICA; LA STORIA DELLA RETORICA.
LIBRO III – INTRODUZIONE SUGLI SCRITTORI DI RETORICA; ORIGINE DELLA RETORICA; I GENERI DELLE CAUSE; IN CHE
COSA CONSISTE L’ELOQUENZA; L’ENCOMIO E IL BIASIMO; LA SUASORIA E LA PROSOPOPEA; LE CAUSE
GIUDIZIALI E LE LORO PARTI; I GENERI.
LIBRO IV – INTRODUZIONE; L’ESORDIO; L’ESPOSIZIONE DEI FATTI; LA DIGRESSIONE; L’ALLEGAZIONE DEL FATTO; LA
PARTIZIONE.
LIBRO V - INTRODUZIONE; I PROCEDIMENTI GIUDIZIALI; GLI INTERROGATORI E LE TORTURE; IL GIURAMENTO; I
TESTIMONI; LE PROVE; LA CONFUTAZIONE.
LIBRO VI - INTRODUZIONE; LA PERORATIO; IL RISO; IL DIBATTITO; IL GIUDIZIO.
LIBRO VII – INTRODUZIONE; LA DISPOSITIO; LE LEGGI SCRITTE; LE LEGGI CONTRARIE; IL SILLOGISMO.
LIBRO VIII – INTRODUZIONE; L’ELOCUTIO; LA CHIAREZZA; L’ORNATO; LE SENTENTIAE E I LORO GENERI; I
TROPI.
INSTITUTIO ORATORIA
LIBRO IX – FIGURE E TROPI; LE FIGURE DI PENSIERO; LE FIGURE DI PAROLE; LA COMPOSIZIONE.
LIBRO X – L’IMITATIO; COME SCRIVERE; L’EXCURSUS SULLA STORIA DELLA LETTERATURA LATINA; LA CORREZIONE; LE
COSE DA SCRIVERE; LA RIFLESSIONE; LA FACILITÀ DELL’IMPROVVISAZIONE.
LIBRO XI – COME PARLARE IN MANIERA CONVENIENTE; LA MEMORIA; LA PRONUNTIATIO.
LIBRO XII – INTRODUZIONE; ORATORIA E ONESTÀ; LA MORALE; LA CONOSCENZA DEL DIRITTO CIVILE E DELLA STORIA;
GLI STRUMENTI DELL’ORATORIA; SUGGERIMENTI ALL’ORATORE PER LE CAUSE; LO STILE ORATORIO;
CONCLUSIONE DELL’OPERA.
INSTITUTIO ORATORIA
NEGLI ALTRI LIBRI PARLA
NEI PRIMI LIBRI QUINTILIANO
TENDE A RIVOLGERSI AI
IN TUTTA L’OPERA È IMPORTANTE IL
GENITORI O AGLI INSEGNANTI
CONCETTO DI NATURA
DIRETTAMENTE AL FUTURO
ORATORE
QUINTILIANO VUOLE CREARE UNO STILE NATURALE, VUOLE CHE IL DISCORSO SI SVILUPPI IN MODO
ORGANICO E NATURALE, VUOLE INOLTRE PORTARE CIASCUN ORATORE AL SUO SVILUPPO NATURALE
QUINTILIANO SOSTIENE SUBITO ALL’INIZIO DELLA SUA
TRATTAZIONE CHE IN TUTTI GLI UOMINI, GIÀ A PARTIRE DAL
MOMENTO IN CUI SI IMPARTISCONO I PRIMI SAPERI, È INSITA
UNA POTENZIALE ATTITUDINE ALL’APPRENDIMENTO; QUESTA
POI SI EVOLVE IN MISURA DIVERSA, A SECONDA DELLE
STIMOLAZIONI DELL’AMBIENTE E DELLA SOLERZIA DEGLI
FORNISCE AI DOCENTI ALCUNI UTILI SUGGERIMENTI PER
COGLIERE, SENZA COMMETTERE ERRORI, IL TALENTO E LE
DOTI NATURALI DEI DISCENTI. SOTTOLINEA INOLTRE
L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA E DELLA CAPACITÀ DI
IMITAZIONE NEI FANCIULLI. METTE IN GUARDIA DAI
COSIDDETTI RAGAZZI-PRODIGIO, CHE MAGARI, POI,
EDUCATORI
TRADISCONO LE ASPETTATIVE DEI MAESTRI
«UNA
VOLTA CHE IL BAMBINO GLI SIA STATO AFFIDATO, IL BUON MAESTRO NE OSSERVI ANZITUTTO L’INTELLIGENZA E LA
NATURA. IL SINTOMO PIÙ IMPORTANTE DI INTELLIGENZA NEI BAMBINI È LA MEMORIA: LA CUI DUPLICE VIRTÙ CONSISTE NEL
FARE CAPIRE CON FACILITÀ E NEL FARE RICORDARE FEDELMENTE. SUBITO DOPO VIENE LA CAPACITÀ IMITATIVA: - ANCH’ESSA È
– SEMPRE TUTTAVIA ENTRO CERTI LIMITI, SICCHÉ L’IMITAZIONE SERVA
A RENDERE QUEL CHE SI IMPARA E NON A CONTRAFFARE, PONIAMO IL CASO, L’ATTEGGIAMENTO O L’INCEDERE, O SE C’È DI
PEGGIO, DELLA PERSONA OSSERVATA. NON MI FARÀ SPERARE DI AVERE UN BUON TEMPERAMENTO COLUI CHE PER PASSIONE
DI IMITARE, CERCHERÀ DI PROVOCARE IL RISO. INFATTI IL FANCIULLO VERAMENTE D’INGEGNO È, ANCHE E SOPRATTUTTO,
SERIO, E DEL RESTO SAREI DISPOSTO A CREDERE CHE UNA INTELLIGENZA LENTA SIA PREFERIBILE AD UN INGEGNO VOLTO A
MAL FARE. IL FANCIULLO SERIO SARÀ, POI, MOLTO DIVERSO DA QUELLO PIGRO E TRASANDATO. IL RAGAZZO DI CUI PARLO IO
ASSIMILERÀ FACILMENTE GLI INSEGNAMENTI, FARÀ ANCHE DELLE DOMANDE, SEMPRE PERÒ IN MODO DA SEGUIRE IL
MAESTRO E NON DA CORRERGLI AVANTI. L’INTELLIGENZA DEI RAGAZZI-PRODIGIO NON ARRIVA MAI FACILMENTE A FRUTTO.
COSTORO SONO QUELLI CHE COMPIONO FACILMENTE LE PICCOLE FATICHE E, RINGALLUZZITI DALLA STESSA AUDACIA, FANNO
SUBITO MOSTRA DI TUTTE LE LORO POSSIBILITÀ, E ALLA FIN FINE RIESCONO A FARE CIÒ CHE È IMMEDIATAMENTE ALLA LORO
PORTATA; SI LIMITANO AD ESPRIMERE SENZA INTERRUZIONE DELLE PAROLE E LE PRONUNZIANO CON MOLTA FACCIA TOSTA E
SENZA TIMORE DI SBAGLIARE; SONO I TIPI CHE NON SPICCANO MOLTO, MA SPICCANO SUBITO. IN LORO NON C’È AUTENTICA
CAPACITÀ, E QUELLA CHE HANNO NON POGGIA SU RADICI BEN PROFONDE; SONO COME I SEMI SPARSI SULLA SUPERFICIE DEL
TERRENO, CHE FANNO TROPPO PRESTO A DIVENIR PIANTINE E, PUR SEMBRANDO SPIGHE IN SEGUITO, SONO IN REALTÀ
ERBACCE CHE BIONDEGGIANO PRIMA DELLA MIETITURA. TUTTO CIÒ PIACE, SE CONFRONTATO CON L’ETÀ; DA QUESTO
MOMENTO IN POI I PROGRESSI HANNO TERMINE E L’AMMIRAZIONE VA SCEMANDO».
UN SEGNO DI UNA NATURA DISPOSTA AD APPRENDERE
DI CIÒ, IL MAESTRO OSSERVI POI COME VADA TRATTATO L’ANIMO DEI DISCENTI. ALCUNI
SONO FACILI A RILASSARSI, SE NON SI STA LORO ACCANTO CONTINUAMENTE, ALTRI NON SOPPORTANO DI
BUON ANIMO GLI ORDINI, ALCUNI SONO INIBILTI, ALTRI MENOMATI DALLA TIMIDEZZA, ALCUNI SONO
PLASMATI DALLA CONTINUA APPLICAZIONE, IN ALTRI È PIÙ PROFICUO L’ENTUSIASMO. PER MIO CONTO,
«ACCORTOSI
VORREI L’ALLIEVO SENSIBILE ALLA LODE E ALLA GLORIA E TALE CHE, SUPERATO DA ALTRI, NE PIANGA DI
DISPIACERE. QUESTO SARÀ EDUCATO STIMOLANDONE L’AMBIZIONE, SARÀ ANGUSTIATO DAL
RIMPROVERO, SARÀ INVOGLIATO DAL PREMIO, NON TEMERÒ MAI CHE DIVENGA INDOLENTE».
INSTITUTIO ORATORIA
IL PENSIERO PEDAGOGICO TROVA LARGO SPAZIO NELL’INSTITUTIO ORATORIA
IN PARTICOLARE I LIBRI I-II
PARTENDO DA QUELLO CHE POTREMMO DEFINIRE
INSEGNAMENTO PRIMARIO, ANALIZZANO TUTTO IL
PERCORSO FORMATIVO DEL GIOVANE FINO
ALL’INSEGNAMENTO DEL RETORE
NEL PENSIERO PEDAGOGICO DI QUINTILIANO LA
CENTRALITÀ ALL’INTERNO DEL PROCESSO EDUCATIVO
E L’INSEGNAMENTO SI CONFIGURA ESSENZIALMENTE COME
SPETTA AL MAGISTER
TRASMISSIONE DEL SAPERE DAL MAGISTER AL DISCIPULUS
LUNGI DA QUINTIANO PENSARE DI RIBALTARE QUESTO
RAPPORTO, PONENDO AL CENTRO DEL PROCESSO
EDUCATIVO IL DISCEPOLO, COME AVVIENE IN TUTTA LA
PEDAGOGIA MODERNA, GIÀ A PARTIRE DALL’EMÌLE DI
ROUSSEAU
INSTITUTIO ORATORIA
L’INTERESSE PEDAGOGICO È UNO DEGLI ASPETTI PIÙ ORIGINALI DELL’OPERA
NON SAPPIAMO SE QUINTILIANO SI
SIA ISPIRATO A PRECEDENTI TRATTATI
PEDAGOGICI PER NOI PERDUTI
MA SE SENTE IL BISOGNO PIÙ VOLTE DI GIUSTIFICARSI
QUANDO PARLA DELL’ATTENTA CURA DA RIVOLGERE AI PRIMI
ANNI DI VITA E POI DI SCUOLA, SI PUÒ DEDURRE CHE ESPRIMA
CONCETTI NUOVI O COMUNQUE INSOLITI
LA POCA IMPORTANZA ATTRIBUITA ALL’INSEGNAMENTO
QUINTIANO REAGISCE A TALE STATO DI COSE
ELEMENTARE RISULTA ANCHE DAL FATTO CHE ESSA
SOSTENENDO CHE LE PRIME ESPERIENZE E I PRIMI
GENERALMENTE ERA AFFIDATA A POVERI DIAVOLI, MAL
INSEGNAMENTI LASCIANO UN’IMPRONTA QUASI
RETRIBUITI, POCO STIMATI E TALVOLTA DISPREZZATI
INDELEBILE NELL’ANIMO DEL FANCIULLO
VORREBBE CREARE INTORNO AL BAMBINO UN AMBIENTE CHE A NOI PUÒ
SEMBRARE ARTIFICIOSO, CIRCONDANDOLO UNICAMENTE DI PERSONE (NUTRICI,
COMPAGNI ETC.) DAL LINGUAGGIO O DALLA PRONUNZIA IRREPRENSIBILE, DI
SPECCHIATA MORALITÀ ETC.
INSTITUTIO ORATORIA
ALCUNI SUOI PRECETTI OGGI NON
SAREBBERO PIÙ APPROVABILI
INDULGE A UNA CONCEZIONE
COMPETITIVA DELLO STUDIO
L’ALUNNO IDEALE È PER LUI
QUELLO CHE AMBISCE A
PRIMEGGIARE, CHE PIANGE
QUANDO È SUPERATO DA ALTRI
ALTRI CONCETTI SONO ANCORA
SOSTANZIALMENTE VALIDI
I PRIMI INSEGNAMENTI DEVONO
ASSUMERE FORMA DI GIOCO
L’ISTRUZIONE COLLETTIVA È
MIGLIORE DI QUELLA INDIVIDUALE
MA AL DI LÀ DEI SINGOLI PUNTI, CIÒ CHE CONTA È IL RICONOSCIMENTO
DELL’IMPORTANZA FONDAMENTALE DELL’EDUCAZIONE INFANTILE, IN UN’EPOCA IN CUI
ANCHE GLI STUDIOSI LA CONSIDERAVANO POCO DEGNA DEL LORO INTERESSE
QUINTILIANO RESTÒ NEL COMPLESSO INASCOLTATO. L’ATTENZIONE PER I PRIMI ANNI
DI VITA HA COMINCIATO A IMPORSI SOLO IN TEMPI RELATIVAMENTE RECENTI
INSTITUTIO ORATORIA
LA FORMAZIONE È UN
CONCEZIONE DELLA SCUOLA COME VINCOLO
PROCESSO GRADUALE
DI AMORE TRA MAESTRO E ALLIEVI
QUINTILIANO DISAPPROVA GLI
INSEGNANTI SUOI CONTEMPORANEI,
CHE VOLEVANO CHE I FANCIULLI
FOSSERO ADULTI ANZI TEMPO
QUESTA ATMOSFERA DI AFFETTO SI
RESPIRA IN TUTTA L’OPERA
IL MAESTRO IDEALE DEVE ESSERE COME
UN BUON PADRE; GLI ALLIEVI DEVONO
SENTIRSI COME SUOI FIGLI SPIRITUALI: LA
LORO CONCORDE INTESA RENDERÀ
FRUTTUOSO L’INSEGNAMENTO
NEL CORREGGERE I LORO
COMPITI, AD ESEMPIO, LI
COMMISURAVANO A UN LORO
ASTRATTO IDEALE DI
QUINTILIANO SA CHE NEI
PERFEZIONE STILISTICA
FANCIULLI È VIVACE LA
FANTASIA CHE NON DEVE
ESSERE MORTIFICATA
PER NOI QUESTO MODELLO SAREBBE TROPPO
PATERNALISTICO, MA VA OVVIAMENTE VALUTATO
RISPETTO ALL’EPOCA
INSTITUTIO ORATORIA
«OTTIMISMO EDUCATIVO»
ALL’INTERNO DI UNA RIFLESSIONE
SOSTANZIALMENTE TRADIZIONALISTICA
SULL’INSEGNAMENTO E SUI SUOI MECCANISMI
GLI UOMINI SONO IN SÉ
INCLINI AD APPRENDERE
NON MANCANO SPUNTI DI MODERNITÀ
«E A QUELLA GUISA CHE GLI
CORRERE, LE FIERE PER
«NON SI RIESCE A
TROVARE NESSUNO, CHE
CON L’APPASSIONATA
INCRUDELIRE, COSÌ È
APPLICAZIONE NON
TIPICAMENTE NOSTRA LA
ABBIA RAGGIUNTO UNA
SOLERTE ATTIVITÀ DELLO
BENCHÉ MINIMA META»
UCCELLI SONO GENERATI PER
VOLARE, I CAVALLI PER
SPIRITO, PER CUI SI CREDE CHE
L’ANIMO UMANO ABBIA
ORIGINE DIVINA»
PER ESEMPIO: VENGONO
RIGOROSAMENTE ELIMINATE LE
PENE CORPORALI
INSTITUTIO ORATORIA
ALCUNI DEI PRINCIPI PIÙ SIGNIFICATIVI
IL BARICENTRO DELL’INSEGNAMENTO È COSTITUITO
DALL’INSEGNAMENTO DEL MAGISTER
NECESSITÀ CHE LO STUDIO
DEI FANCIULLI NON RISULTI
TROPPO PESANTE
ANZI, È INDISPENSABILE
È OPPORTUNO
STIMOLARE LA
PERNO ATTORNO A
IL MAESTRO DEVE ASSUMERE
COMPETITIVITÀ TRA GLI
CUI RUOTA TUTTO IL
VERSO I SUOI DISCEPOLI UN
ALLIEVI
PROCESSO EDUCATIVO
ATTEGGIAMENTO PATERNO,
EVITANDO SIA L’ECCESSIVO
CHE ESSO VENGA
AVVERTITO COME GIOCO
RIGORE SIA IL PERNICIOSO
PROCESSO EDUCATIVO INTESO
ATTRAVERSO
L’ISTITUZIONE DI PRINCIPI
MERITOCRATICI CHE
PERMISSIVISMO
QUASI ESCLUSIVAMENTE COME
MERA «TRASMISSIONE DEL
SAPERE»
DEVE ESSERE PERCEPITO DAGLI
PREVEDANO PREMI PER I
ALLIEVI COME UN PADRE E QUESTI
PIÙ BRAVI
SI DEVONO COMPORTARE COME
FIGLI
INSTITUTIO ORATORIA
LA FIGURA DEL PRAECEPTOR
UOMO COLTO E
EMERGE LA PASSIONE PEDAGOGICA DI
QUINTILIANO
MORALMENTE INECCEPIBILE,
DOTATO DI AUTOREVOLEZZA
E PRESTIGIO
«AUSTERO, MA NON ARCIGNO,
INNATO SENSO
DELL’EQUILIBRIO E
CORDIALE MA NON IN MISURA
ESAGERATA, PER EVITARE, NEL
PRIMO CASO, L’ANTIPATIA, E, NEL
PROFONDA UMANITÀ
DELLA MISURA
SECONDO, LA MANCANZA DI
RIGUARDO»
VIENE PARAGONATO
LA SCUOLA IMMAGINATA DA
QUINTILIANO NON È FONDATA
SUL PRIMATO DELLA TECNICA
MA DELL’UOMO
A UN BUON PADRE
A UNA TENERA NUTRICE
A UN AGRICOLTORE CHE SEGUE CON ANIMO
TREPIDO LE SUE PIANTICELLE
INSTITUTIO ORATORIA
L’APPRENDIMENTO E LA SOCIALIZZAZIONE
È PIÙ UTILE LO STUDIO
PRIVATO, SVOLO A CASA
SOTTO LA GUIDA DI UN
QUINTILIANO SCEGLIE LA
SCUOLA PUBBLICA
PRECETTORE, O QUELLO IN
FAVORISCE LA VITA DI
UNA SCUOLA PUBBLICA?
RELAZIONE E FONDA
AMICIZIE DESTINATE A
DURARE
PER «SCUOLA PUBBLICA» SI
INTENDEVA L’INSEGNAMENTO
CHE MAESTRI, PAGATI DALLE
FAMIGLIE DEGLI ALUNNI,
SVOLGEVANO IN CASA
PROPRIA O ANCHE ALL’APERTO
AIUTA LA
SOCIALIZZAZIONE DEL
SI INGENERA NEGLI ALUNNI
SAPERE
UNA SANA COMPETITIVITÀ
IL DISCENTE SI MISURA CON I SUOI COETANEI, NE
RILEVA LA DIVERSITÀ DELLE VALUTAZIONI, NE
CONSTATA I LIMITI, SI ABITUA A GAREGGIARE CON
LORO
IN UN PROCESSO EMULATIVO CHE NON PUÒ
CHE GIOVARE AL SUO APPRENDIMENTO
L’AMBIZIONE, MALGRADO SIA
UN DIFETTO, È SPESSO UNO
STIMOLO ALLA VIRTÙ
INSTITUTIO ORATORIA
L’APPRENDIMENTO E LA SOCIALIZZAZIONE
QUINTILIANO SCEGLIE LA SCUOLA PUBBLICA
IL CONFRONTO CON I
COMPAGNI TIENE DESTA
L’INTELLIGENZA
STANDO A SENTIRE I
I FANCIULLI HANNO BISOGNO
DI VIVERE VICINO AI COETANEI
E HANNO BISOGNO DI
DUBBI AVANZATI DAI
STIMOLA GLI STESSI MAESTRI
COMPAGNI, IL BAMBINO
A DARE IL MEGLIO DI SÉ
FA LUCE SUI PROPRI
DIVENIRE SICURI E DISINVOLTI
L’ISTRUZIONE È FINALIZZATA
ALL’INSERIMENTO DEL
GIOVANE NELLA SOCIETÀ
CHI STUDIA PRIVATAMENTE NEL
«NON POSSONO IMPEGNARSI ED
ENTUSIASMARSI NEL DIRE, SE
PARLANO A UN SOLO RAGAZZO,
MOMENTO IN CUI DEVE DAR PROVA
NELLA STESSA MISURA IN CUI SI
IN PUBBLICO DELLE SUE CONOSCENZE
ESALTANO DI FRONTE A UN UDITORIO
SI SMARRISCE E SI SCONVOLGE
NUMEROSO»
INSTITUTIO ORATORIA
IL CANONE DELL’IMITAZIONE
PEDISSEQUO RIFACIMENTO
DI MODELLI RITENUTI
A QUINTILIANO È STATA ATTRIBUITA LA RESPONSABILITÀ DI AVERE
FISSATO IL CANONE DELL’IMITAZIONE
LIBRO X
EXEMPLA PERFECTA
CICERONE IN PRIMIS ET
ANTE OMNIA
È DIVENTATO IL RESPONSABILE DI UN VERO E
MA QUINTILIANO FORNISCE UNA
PROPRIO PROCESSO DI IMBALSAMAZIONE
SOLUZIONE DINAMICA DELLA QUESTIONE
DELLA LINGUA E DELLO STILE LATINO
ANCORATI AL MODELLO DELL’ARPINATE
PIÙ CHE DI IMITAZIONE (OPERAZIONE
SOSTANZIALMENTE PASSIVA CHE SI LIMITA A
RIPRODURRE IL MODELLO), QUINTILIANO FA
CIOÈ AD UN PROCESSO DI CONFRONTO E DI
COMPETIZIONE CON IL MODELLO, CON
L’OBIETTIVO DI SUPERARLO
RIFERIMENTO AD UNA VERA E PROPRIA AEMULATIO
INSTITUTIO ORATORIA
CICERONE È IL MODELLO PER
NELLA FORMAZIONE DEL PERFETTO ORATORE
CONCORRONO SIA LA REPETITIO SIA L’INVENTIO
LIBRO X
ANTONOMASIA
DELL’ELOQUENZA
IN UN PROCESSO CHE SE, DA UN LATO, È
TUTTO PROTESO A CONSERVARE IL
CICERONE HA LA CAPACITÀ DI
COMMUOVERE (MOVERE),
L’AMABILITÀ (IUCUNDITAS),
L’AUTOREVOLEZZA
(AUCTORITAS), L’ABILITÀ DI
MEGLIO DELLA TRADIZIONE, DALL’ALTRO È
ANCHE ORIENTATO A RINTRACCIARE LE
DOTI DI INGEGNO CHE SONO IN NOI E
CHE SONO A VOLTE IN GRADO DI FARCI
COMPETERE ALLA PARI CON I MODELLI
SAPER PERSUADERE
GRANDISSIMA FACILITÀ ESPRESSIVA
(FELICISSIMA FELITAS)
«PRIMA DI TUTTO L’IMITAZIONE DI PER SÉ NON È SUFFICIENTE, ANCHE PERCHÉ È SEGNO DI PIGRIZIA MENTALE APPAGARSI DEGLI
ALTRUI RITROVATI. CHE COSA SAREBBE ACCADUTO IN QUEI TEMPI IN CUI NON V’ERANO MODELLI DA SEGUIRE, SE GLI UOMINI
AVESSERO RITENUTO DI NON DOVER FARE O PENSARE COSA ALCUNA CHE GIÀ NON FOSSE LORO NOTA? CERTO NON VI SAREBBE
STATA NESSUNA INVENZIONE. […] GLI UOMINI PRIMITIVI FURONO GUIDATI DAL SOLO INGEGNO NATURALE A COMPIERE TANTE
SCOPERTE: E NON DOVREMMO NOI ESSERE STIMOLATI ALLA RICERCA DA QUESTO STESSO FATTO, CHE SAPPIAMO CHE LE
RICERCHE ALTRUI EBBERO SUCCESSO? […] E’ INDECOROSO ANCHE APPAGARSI DI UGUAGLIARE CIÒ CHE È OGGETTO DI
IMITAZIONE. TORNO A DIRE: CHE COSA SAREBBE ACCADUTO, SE NESSUNO AVESSE REALIZZATO QUALCOSA DI PIÙ RISPETTO AL
SUO MODELLO? FRA I POETI NON AVREMMO NESSUNO SUPERIORE A LIVIO ANDRONICO, NELLA STORIOGRAFIA GLI ANNALI DEI
PONTEFICI RAPPRESENTEREBBERO L’APICE, E NAVIGHEREMMO ANCORA CON LE ZATTERE. […] SE SI CONSIDERA LA STORIA
UMANA, NESSUN’ARTE È RIMASTA QUALE FU IN ORIGINE NÉ SI È FERMATA AI SUOI INIZI, A MENO CHE NON VOGLIAMO
CONDANNARE PROPRIO LA NOSTRA EPOCA A TAL STERILITÀ, CHE SOLTANTO ORA NON VI SIA ALCUN PROGRESSO: D’ALTRA PARTE
NON VI È ALCUN PROGRESSO CON LA SOLA IMITAZIONE. SE È VIETATO FARE AGGIUNTE ALLE PRECEDENTI REALIZZAZIONI, COME
POSSIAMO SPERARE CHE SORGA IL PERFETTO ORATORE? INFATTI FRA TUTTI QUELLI CHE CONOSCIAMO COME I PIÙ GRANDI,
NON SE N’È ANCORA TROVATO ALCUNO IN CUI NON SI AVVERTA QUALCHE MANCANZA O QUALCHE ASPETTO CRITICABILE. MA
ANCHE COLORO CHE NON ASPIRERANNO A QUEL SUPREMO IDEALE, DEVONO PIUTTOSTO METTERSI IN GARE CHE
ACCONTENTARSI DI SEGUIRE. CHI CERCA DI SUPERARE UN ALTRO, ANCHE SE NON LO SORPASSERÀ, FORSE LO UGUAGLIERÀ. MA
NESSUNO PUÒ UGUAGLIARE COLUI DEL QUALE RITIENE DI DOVERE SENZ’ALTRO RICALCARE LE ORME, GIACCHÉ CHI SI LIMITA A
SEGUIRE UN ALTRO, È INEVITABILE CHE GLI STIA SEMPRE DIETRO».
INSTITUTIO ORATORIA
NEL LIBRO X QUINTILIANO PASSA IN
IL PRINCIPIO DELL’IMITATIO PRESUPPONE LA SCELTA
RASSEGNA UNA SERIE DI AUTORI GRECI E
DI MODELLI PARADIGMATICI O ESEMPLARI
LATINI, ANTICHI E NON, SUDDIVISI
SECONDO IL GENERE LETTERARIO DI
APPARTENENZA
SU QUESTI ESPRIME
RAPIDI MA INCISIVI
GIUDIZI CRITICI
SI TRATTA DI UN VERO E PROPRIO EXCURSUS CHE
DELINEA, PER LA PRIMA VOLTA NEL MONDO
ROMANO, UNA SPECIE DI STORIA DELLA
LETTERATURA LATINA FISSANDO UN VERO E
PROPRIO «CANONE»
SI FONDANO ESSENZIALMENTE SU BASI
«FORMALI»: APPARE ABBASTANZA
POCO PROPENSO A SOTTOLINEARE LA PORTATA
SI LASCIA CONQUISTARE DALL’ELEGANZA DELLO
STILE, DAL NITORE ESPRESSIVO, DALLA SAPIENTE
DEL MESSAGGIO
STRUTTURAZIONE DELLA SINTASSI
INDIFFERENTE AGLI ASPETTI CONTENUTISTICI,
INSTITUTIO ORATORIA
TITO LIVIO – NE ANALIZZA LA LACTEA UBERTAS (ABBONDANZA LATTEA).
SALLUSTIO – DI CUI VIENE DECANTATA L’IMMORTALIS VELOCITAS (IMMORTALE RAPIDITÀ).
LUCREZIO – CHE VIENE ETICHETTATO COME DIFFICILIS (ASTRUSO).
CESARE – DI CUI SI LODA LA VIS.
ORAZIO - L’UNICO TRA I LIRICI DEGNO DI ESSERE LETTO, ESALTATO PER IL SUO STILE RAFFINATISSIMO.
VIRGILIO - IL SOLO CHE POSSA STARE ALLA PARI ADDIRITTURA CON OMERO.
INSTITUTIO ORATORIA
IL PERFETTO ORATORE
QUINTILIANO EREDITA DA
CICERONE UNA CONCEZIONE
CICERONIANA È ANCHE
L’IDENTIFICAZIONE TRA
UMANISTICA DELLA
FRA RATIO E ORATIO
RETORICA
LA PAROLA ELOQUENTE INFATTI
L’ORATORE DEVE ESSERE
«COMPLETO» (PERFECTUS), CIOÈ
ISTRUITO IN TUTTE LE DISCIPLINE, E
«ONESTO» (BONUS), COSÌ CHE
«DA LUI PRETENDIAMO NON SOLO
UN’ECCELLENTE CAPACITÀ
PROFESSIONALE, MA ANCHE TUTTE
LE VIRTÙ DELL’ANIMO»
DEVE ESSERE POSTA A SERVIZIO
GLI STUDI RETORICI NON SONO
DEL BENE E DEL VERO, NOZIONI
CONSIDERATI DA UN PUNTO DI VISTA
CHE NON POTREMMO AVERE
STRETTAMENTE TECNICO
SENZA STUDI ADEGUATI
MA INSERITI IN UNA CONCEZIONE PIÙ VASTA
DELLA CULTURA CHE COMPRENDE IL DIRITTO,
LA STORIA, LA FILOSOFIA, LE LETTERE
SINTESI DI ORATORIA E ETICA
INSTITUTIO ORATORIA
L’ORATORE E IL PRINCIPE
IL RILANCIO DEL MODELLO CICERONIANO È
DESTINATO PERÒ A SCONTRARSI CON LA
NUOVA REALTÀ SOCIALE E ISTITUZIONALE
DEL PRINCIPATO
DOVREBBE QUINDI OPERARE
PER IL BENE COMUNE IN NOME
LA FIGURA DELL’ORATORE SI ERA
DEI PIÙ ALTI PRINCIPI MORALI,
IMPOSTA IN UN AMBITO DI LIBERTÀ
CONSERVANDO AUTONOMIA DI
POLITICA E DI FORTE
GIUDIZIO E DI PENSIERO
L’ORATORE IDEALE DI QUINTILIANO
CONTINUA IN FONDO AD AGIRE, NELLA
FINZIONE TEORICA DEL TRATTATO, COME
SE ANCORA ESISTESSE L’ANTICA RES
PUBLICA, COME SE IL SENATO E IL
POPOLO SVOLGESSERO LE MEDESIME
FUNZIONI DI UN TEMPO
CONFLITTUALITÀ CIVILE
LA GRANDE ORATORIA GRECA SI ERA SPENTA
INEVITABILMENTE CON LA FINE DELLE POLEIS,
QUELLA ROMANA IN ETÀ AUGUSTEA
LA FIGURA DEL PERFETTO ORATORE
PROPOSTA DA QUINTILIANO APPARE
ORMAI ANACRONISTICA
INSTITUTIO ORATORIA
L’ORATORE E IL PRINCIPE
NEGLI STESSI ANNI IN CUI VENIVA
COMPOSTA L’INSTITUTIO ORATORIA,
DOMIZIANO ELIMINAVA CON SPIETATA
QUINTILIANO NON POTEVA IGNORARE LA REALTÀ:
ERA UN FUNZIONARIO PUBBLICO, DIRETTAMENTE
STIPENDIATO DAL PRINCIPE, IL PRECETTORE
FEROCIA TUTTI GLI OPPOSITORI DEL REGIME
UFFICIALE DELLA FAMIGLIA IMPERIALE
SIGNIFICATIVO APPARE CHE LA MAGGIOR PARTE DEGLI ORATORI
CONTEMPORANEI ESALTATI NELL’INSTITUTIO FOSSERO STATI
COLLABORATORI DEL PRINCIPE, SE NON INFAMI DELATORI
ALCUNI STUDIOSI HANNO VOLUTO SPIEGARE
TALE CONTRADDIZIONE FACENDO DI
QUINTILIANO UN VERO E PROPRIO IDEOLOGO
DEL REGIME
NEL LIBRO XII DICE CHE L’ORATORE DEVE AGIRE PER IL BENE
PUBBLICO, AL PUNTO DI ADATTARSI PERSINO ALLA MENZOGNA
PUR DI EVITARE CHE LA RES PUBLICA VENGA DANNEGGIATA DAI
NEMICI DELLO STATO
MA LO STATO ALL’EPOCA SI IDENTIFICAVA
COMPLETAMENTE CON IL PRINCIPE: PER QUESTA VIA SI
AVVALLAVA IL SISTEMA REPRESSIVO DOMIZIANEO
INSTITUTIO ORATORIA
L’ORATORE E IL PRINCIPE
VEROSIMILMENTE QUINTILIANO APPARTENEVA
L’ACQUIESCENZA POLITICA DI QUINTILIANO FINISCE
ALLA SCHIERA DI QUEI FUNZIONARI CHE AVEVANO
PER TRADURSI IN FORMALISMO CLASSICISTICO
ACCETTATO IL PRINCIPATO COME UNA NECESSITÀ
STORICA
PIÙ CHE UN «BUROCRATE DELLE PAROLA» O UN MANIPOLATORE
DEL CONSENSO CHE USA LE TECNICHE DI PERSUASIONE PER
RAFFORZARE IL POTERE COSTITUITO, IL SUO ORATORE IDEALE È UN
UOMO CHE SCEGLIE DI PORSI AL SERVIZIO DELLA RES PUBLICA
NELL’UNICO MODO ALLORA POSSIBILE
QUINTILIANO CONFIDAVA EVIDENTEMENTE NELLA
FUNZIONE EDUCATRICE E MODERATRICE DELLA
CULTURA: L’ORATORE DOVEVA PORSI COME UNA SORTA
DI FIGURA INTERMEDIA FRA IL PRINCIPE E LA SOCIETÀ
L’EQUILIBRIO DEL MODELLO CICERONIANO SI È
ORMAI SPEZZATO: NONOSTANTE LE
INTENZIONI, L’ORATIO PREVALE SULLA RATIO, E
LA RETORICA IMPONE IL SUO PRIMATO
NELL’ECONOMIA COMPLESSIVA DEGLI STUDI,
RELEGANDO LA FILOSOFIA A DISCIPLINA
SUSSIDIARIA
ASSUMENDOSI IL COMPITO DI SALVAGUARDARE IL
MESSAGGIO IDEALE E CIVILE DELLA TRADIZIONE
CULTURALE ROMANA
INSTITUTIO ORATORIA
L’INDIRIZZO CLASSICISTA
L’OPERA DI QUINTILIANO SEGNA IL CULMINE
L’IDEALE STILISTICO COINCIDE CON
DELLA REAZIONE CLASSICISTA AL GUSTO
QUELLO CICERONIANO
ASIANO DELL’ETÀ PRECEDENTE
LA TERZA VIA CHE GIÀ CICERONE AVEVA
DEFINITO RODIENSE, FRA L’ESUBERANZA
ASIANA E L’ECCESSIVA SECCHEZZA
DELL’ATTICISMO
BERSAGLIO PRINCIPALE È LA SCRITTURA
SCINTILLANTE E IRREQUIETA DI SENECA
DOPO CICERONE, VIRGILIO E ORAZIO SONO GLI
AUTORI PIÙ CITATI, SEGNO ANCHE QUESTO DI UN
PRECISO INDIRIZZO CLASSICISTA
QUINTILIANO RIGETTA SIA IL LINGUAGGIO
LUSSUOSO E SPERIMENTALE DEI MODERNI
SIA LE TENDENZE ARCAIZZANTI
È PER UNA SCRITTURA «MEDIA» E
«REGOLARE», FONDATA SU PRINCIPI DI
SOBRIETÀ, MISURA, CHIAREZZA ESPRESSIVA
INSTITUTIO ORATORIA
STILE
LO STILE DI QUINTILIANO APPARE TUTTAVIA
DIVERSO DA QUELLO DI CICERONE
IL DEPRECATO MODELLO SENECANO IMPRIME IN
QUALCHE MODO IL SUO SIGILLO SULLO STILE
DELL’INSTITUTIO, FITTO DI SENTENTIAE, DI
COSTRUZIONI AD SENSUM, DI STRUTTURE
SINTATTICHE ELLITTICHE E ARTIFICIOSE
IL PERIODO CICERONIANO SI
I PERIODO DELL’INSTITUTIO
PRESENTAVA COME UN
NON APPAIONO ALTRETTANTO
EDIFICIO EURITMICO E
SIMMETRICI E ARMONIOSI
DI PROPORZIONE E
AL GUSTO DELLA NUOVA SCUOLA RINVIANO
ANCHE IL COLOR POETICUS DEL LESSICO, IL
FREQUENTE RICORSO ALLA VARIATIO, LA
RICCHEZZA DI METAFORE, SIMILITUDINI E IN
EQUILIBRIO FORMALE
GENERE ORNAMENTI RETORICI
GEOMETRICO, COSTRUITO
SECONDO RIGOROSI PRINCIPI
NONDIMENO QUINTILIANO RIFUGGE DA OGNI ECCESSO E RICERCA
COSTANTEMENTE LA CHIAREZZA (PERSCPICUITAS), MIRANDO A
CONFERIRE INCIVITÀ E FORZA DI PERSUASIONE AGLI ARGOMENTI