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I mari che lambiscono Baleari, Sardegna, Corsica e Sicilia sono particolarmente ricchi di relitti di epoca romana. Anche in epoca fenico-punica tali isole costituivano un approdo fondamentale per le rotte commmerciali del Mediterraneo Occidentale. In periodo romano lungo tali percorsi si sviluppano grandi porti, tra questi: Pollentia, Turris Libisonis, Olbia. Porti e città costiere delle isole sono animati per l’arrivo e la partenza di navi proveniente da tutto il bacino Mediterraneo. Tali centri sono siti di importazione e ridistribuzione di merci, oppure semplicemente punti di passaggio ed approdo lungo rotte destinate ad altri porti? All’interno del nostro intervento analizzeremo questa problematica, basandoci sullo studio delle anfore da salsamenta provenienti dalla Lusitania. La localizzazione dei relitti, che contengono anfore lusitane, mette in evidenza una particolare concentrazione dei rinvenimenti lungo le coste Settentrionali della Sardegna, nello Stretto di Bonifacio, che nel collegamento verso Roma rappresentava un punto di passaggio tanto fondamentale, quanto pericoloso. Nelle Baleari ed in particolare nella baia di Cabrera la presenza di anfore lusitane è attestata nei relitti di Cabrera I e III. I contenitori lusitani tardo antichi sono documentati anche lungo le coste della Sicilia Orientale. Fra Baleari, Sardegna e Corsica si intersecano le rotte tra Penisola Iberica, Penisola Italica, Nord Africa e Gallia, mentre la Sicilia rappresenta il perno di collegamento tra Mediterraneo Centrale ed Orientale, cui erano destinati –anche se in percentuale minore- i prodotti da salagione lusitani. La sintesi di pubblicazioni inerenti scavi, survey e ricerche subacquee, assieme ad una interessante porzione di dati ancora inediti, consente di tracciare un preliminare quadro degli scambi commerciali attorno alle isole e di ragionare e discutere del ruolo rivestito dalle anfore lusitane, che circolavano all’interno di tali flussi commerciali tra metà I d.C. e fine V d.C.
2019 •
Il monitoraggio costiero mediterraneo problematiche e tecniche di misura
Il paesaggio costiero del litorale romano. Trasformazioni, segni, testimonianze e prospettive per il futuro2018 •
L'abstract analizza le fasi del processo di antropizzazione del tratto costiero laziale compreso fra Civitavecchia a Nord e Nettuno a Sud, focalizzando l’attenzione su evidenze morfologiche, toponimi, testimonianze archeologiche e architettoniche, strutture portuali, insediamenti urbani, torri d’avvistamento e di presidio del territorio, casali agricoli, in quanto tracce, ancora visibili di situazioni e presenze ormai cancellate dallo scorrere del tempo; segni non del tutto alterati dalla modificazione antropica dell’area, contraddistinta, soprattutto nel secolo passato, da una forte espansione urbana ed edilizia, una parte della quale incontrollata nonché dalla costruzione della importante infrastruttura dell’aeroporto di Fiumicino. In particolare, viene indagato il litorale ostiense, fin dall’antichità ‘di-segnato’ dalla presenza del Tevere che, nel tempo, ha determinato con il trasporto di sedimenti e detriti, l’avanzamento della costa di circa 4 chilometri. Un insieme complesso che andrebbe salvaguardato con un progetto unitario che coinvolga sia i beni culturali sia quelli ambientali, ormai strettamente correlati tra loro nel determinare caratteri e qualità del paesaggio attuale. Paesaggio costiero; Lazio; Ostia Antica; Valorizzazione; Torri
2018 •
Gli insediamenti gravettiani dell’Europa sono tradizionalmente considerati come l’espressione della capacita di adattamento a condizioni climatiche rigide e talvolta estreme (Bocquet-Appel et al., 2005). Nell’Europa meridionale, climi piu miti hanno tuttavia permesso di mantenere il popolamento di vaste regioni e di creare le condizioni per una sostenibilita della frequentazione antropica di aree marginali (Willis et al., 2000), come il margine della pianura padana settentrionale e lo spartiacque appenninico. L’influenza del clima mediterraneo ha quindi favorito la resilienza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori e permesso loro di mantenere reti di scambio su lunga distanza. Il settore piu settentrionale degli Appennini, ritenuto un’area priva di ritrovamenti, e stato la cornice di una recente indagine effettuata sul sito Gravettiano antico del Piovesello, localizzato a 870 m di quota sullo spartiacque ligure-emiliano (Peresani et al ., 2016). Ricognizioni di superficie e attivita ...
East Asian Journal of Popular Culture
Translating Tai Chi and Transforming Qigong in British Media Culture2023 •
La Vall de Verç núms 489 i 490
Aquella talla gòtica que els santjustencs vàrem deixar perdre2023 •
2012 •
Journal of the Faculty of Agriculture
Erzurum Ve Çevre İlleri̇ndeki̇ Asilidae (Diptera) Türleri̇ Üzeri̇nde Fauni̇sti̇k Ve Si̇stemati̇k Çalişmalar II. Laphystiinae, Stichopogoninae, Dasypogoninae, Leptogastrinae Ve Apocleinae1996 •
European Journal of Cancer
Quality, comparability and methods of analysis of data on childhood cancer in Europe (1978–1997): Report from the Automated Childhood Cancer Information System project2006 •
فصلنامه مسائل اجتماعی ایران - دانشگاه خوارزمی
دلایل و زمینه های تنهازیستی زنان تهرانی: خانهای از آن خود2020 •
2009 •
The Scientific World Journal
Time-Lapse Electrical Resistivity Investigations for Imaging the Grouting Injection in Shallow Subsurface Cavities2014 •