Giuseppe Antonelli
Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Pavia, dove presiede il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei. Nei suoi studi si è occupato soprattutto di romanzo settecentesco (Alle radici della letteratura di consumo, 1996), di epistolari ottocenteschi (Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo Ottocento, 2004, Premio Marino Moretti per i giovani studiosi) e di vari aspetti dell’italiano contemporaneo, con particolare attenzione all’e-taliano tecnologico. Insieme a Luca Serianni ha scritto il Manuale di linguistica italiana. Storia, attualità, grammatica (nuova edizione: 2017) e il libro intervista Il sentimento della lingua (2019); con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell'italiano scritto (6 voll., 2014-2021: premio Cesare Pavese per la saggistica). La sua ultima pubblicazione è il volume Il piacere del significante. Dalla commedia della lingue alla lingua ipermedia (Firenze, Franco Cesati, 2022) che raccoglie alcuni suoi studi sulla prosa letteraria dal Cinquecento al Duemila.
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In un tempo in cui ogni nostra parola può essere amplificata, moltiplicata, enfatizzata o tradita dalla rete e dai social network, la responsabilità dell’uso del linguaggio è diventata molto più grande per ciascuno di noi. Il volume illustra l’inesauribile ricchezza del nostro lessico: la provenienza delle parole, la loro storia e struttura, il loro ambito d’uso, il modo in cui hanno segnato un’epoca o un aspetto della nostra società. I capitoli, scritti con passione e competenza da firme di rango, disegnano nel loro insieme un mosaico vivace e variegato. Uno straordinario viaggio alla scoperta del patrimonio lessicale dell’italiano, una lettura di grande piacevolezza, che riserverà utili consigli, curiosità e sorprese.
Testi di Giuseppe Antonelli, Marcello Aprile, Roberta Cella, Davide Colussi, Nicola De Blasi, Rita Fresu, Riccardo Gualdo, Gianluca Lauta, Sergio Lubello, Marco Mancini, Federico Milone, Michele Napolitano, Alessandro Parenti, Lucilla Pizzoli, Maria Silvia Rati, Alessio Ricci, Luca Serianni, Stefano Telve, Pietro Trifone, Paolo Zublena.
https://www.mulino.it/isbn/9788815387714
La fortuna popolare – cominciata già nel Trecento – ha finito col rendere Dante un'icona, nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. Il centenario appena celebrato ha dimostrato una volta di più quanto sia grande la vitalità di Dante a sette secoli dalla sua morte. Ma mai come in queste celebrazioni è stato chiaro che Dante sopravvivrà ancora a lungo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai in tutto il mondo una straordinaria icona pop. C'è il Dante emblema della nostra identità culturale, la cui effigie passa dalle lire agli euro. C'è l'immagine di Dante usata già da tempo, non solo in Italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. C'è il Dante personaggio che ritorna – fino in America, fino in Giappone – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. Tutte proiezioni popolari di quell'inarrivabile poeta in grado di cantare con una potenza senza pari l'amore, la morte, la bellezza, l'orrore, la vita terrena e quella ultraterrena.
trattare e tutelare adeguatamente il digitale d’autore. Ospiti provenienti da varie università e istituzioni italiane e straniere condivideranno riflessioni teoriche ed esperienze di ricerca relative alle modalità di acquisizione, conservazione e studio di
archivi nativi digitali. L’intento è quello di mettere a punto protocolli e metodologie che possano consentire nell’immediato futuro un vero cambio di paradigma.