L’Apostolo di Roma. Studi su san Filippo Neri, ed. by Tommaso di Carpegna Falconieri, Rome, Società Romana di Storia Patria, 2023 (Archivio della Società Romana di Storia Patria, vol. 146, 2023), pp. 141–155, 2023
The process that would have led to the recognition of the sanctity of Filippo Neri actually began... more The process that would have led to the recognition of the sanctity of Filippo Neri actually began at the very moment of his death on 26 May 1595. In the space of twenty-seven years the Oratorians had to keep alive the widespread feelings of veneration towards the founder of their congregation, striving, at the same time, not to force the will of the popes. The essay deals with the non-secondary role of music in the path that would lead Filippo Neri first to beatification and then to canonization: from the simple music sung in the chamber of the saint, to the impressive polychoral music performed in the church of S. Maria in Vallicella on the occasion of the anniversary of the death of Filippo Neri. Finally, the essay shows a motet by Gregorio Allegri in honour of Filippo Neri, which, as far as we know, seems to be the first one composed specifically in praise of the saint.
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Between the sixteenth and seventeenth centuries, we can find some collections of musicians’ portraits, such as the well-known ones of Count Mario Bevilacqua in Verona, and Antonio Goretti in Ferrara. This type of collections were usually displayed in the halls (ridotti) of aristocratic palaces, where gentlemen would reunite to play or discuss about music. Some seventeenth-century collections, such as those of the music printer-publisher Bartolomeo Magni in Venice or of Veracini family in Florence, show how these were formed thanks to the network of personal relationships through which to highlight being part of a specific music “school”.
Starting from the early eighteenth century, some small collections of musicians’ portraits, such as those of the maestro di cappella Giuseppe Ottavio Pitoni in Rome or of the famous singer Francesco Bernardi, known as il Senesino, in Siena, were conceived in a historical key and would become fundamental documents for the construction of the nascent historiography of music.
Tra i copisti di musica professionisti operanti a Roma nella seconda metà del Seicento, Giovanni Antelli spicca sia per il lungo arco di tempo in cui fu attivo, sia per la sua eleganza grafica. L’articolo ne ricostruisce la biografia attraverso i rapporti che lo legarono prima ai Barberini, atraverso il compositore Antimo Liberati, probabilmente suo maestro, e poi stabilmente per circa un ventennio al compositore Bernardo Pasquini e alla famiglia Borghese, come pure, occasionalmente, ad altre importanti personalità della Roma tardoseicentesca, tra cui i cardinali Flavio Chigi e Benedetto Pamphilj, e il principe Lorenzo Onofrio Colonna. Viene infine proposta una ricognizione dei manoscritti musicali da lui redatti da Antelli, conservati nei fondi Chigi e Barberini della Biblioteca Apostolica Vaticana, alla Casanatense di Roma, alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena, alla Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna, alla Newberry Library di Chicago ed altre istituzioni.
Between the sixteenth and seventeenth centuries, we can find some collections of musicians’ portraits, such as the well-known ones of Count Mario Bevilacqua in Verona, and Antonio Goretti in Ferrara. This type of collections were usually displayed in the halls (ridotti) of aristocratic palaces, where gentlemen would reunite to play or discuss about music. Some seventeenth-century collections, such as those of the music printer-publisher Bartolomeo Magni in Venice or of Veracini family in Florence, show how these were formed thanks to the network of personal relationships through which to highlight being part of a specific music “school”.
Starting from the early eighteenth century, some small collections of musicians’ portraits, such as those of the maestro di cappella Giuseppe Ottavio Pitoni in Rome or of the famous singer Francesco Bernardi, known as il Senesino, in Siena, were conceived in a historical key and would become fundamental documents for the construction of the nascent historiography of music.
Tra i copisti di musica professionisti operanti a Roma nella seconda metà del Seicento, Giovanni Antelli spicca sia per il lungo arco di tempo in cui fu attivo, sia per la sua eleganza grafica. L’articolo ne ricostruisce la biografia attraverso i rapporti che lo legarono prima ai Barberini, atraverso il compositore Antimo Liberati, probabilmente suo maestro, e poi stabilmente per circa un ventennio al compositore Bernardo Pasquini e alla famiglia Borghese, come pure, occasionalmente, ad altre importanti personalità della Roma tardoseicentesca, tra cui i cardinali Flavio Chigi e Benedetto Pamphilj, e il principe Lorenzo Onofrio Colonna. Viene infine proposta una ricognizione dei manoscritti musicali da lui redatti da Antelli, conservati nei fondi Chigi e Barberini della Biblioteca Apostolica Vaticana, alla Casanatense di Roma, alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena, alla Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna, alla Newberry Library di Chicago ed altre istituzioni.
Questo contributo esamina per la prima volta l’importante silloge dei ''Drammi musicali' (Roma, 1631) di Ottavio Tronsarelli. Scopo principale del lavoro è quello di far luce su committenti, circostanze e possibili datazioni di almeno una parte di questi drammi, e di ipotizzare il nome di qualche compositore delle musiche, al momento tutti sconosciuti ad eccezione di uno, J.H. Kapsberger, autore del ''Fetonte''. In secondo luogo, questo lavoro intende fare ordine tra i diversi generi di poesia per musica esemplificati da questi eterogenei componimenti, riuniti dal poeta sotto la generica etichetta di ''Drammi musicali'', al fine di mostrarne l’aderenza alle diverse pratiche musicali e drammatiche allora in uso più che alle nostre astratte categorie storiografiche. Infine vengono fatte alcune considerazioni sulla metrica dei componimenti in rapporto alla musica e su alcuni elementi della drammaturgia emergenti da alcune didascalie apposte dal poeta a margine dei libretti.
This contribution moves from the finding of the dedication to Cardinal Scipione Borghese of Frescobaldi’s «Liber secundus sacrarum modulationum» (Rome, 1627) among the autograph manuscripts of Lelio Guidiccioni (Lucca, 1582 – Rome, 1643), a prelate and a man of letters, who evidently wrote this text on behalf of the composer.
Guidiccioni was very interested both in art and in music. He gathered a small but precious collection of paintings and drawings, which was viewed as noteworthy already in his own time by some art historians. Further, our findings show that Guidiccioni cultivated a friendly relationship with Girolamo Frescobaldi, who lived in Rome for over forty years, just as Guidiccioni did.
The biographies of Guidiccioni and Frescobaldi reveal that they were associated with the same entourages of major papal families: first the Borghese, later the Barberini. The relationship between Frescobaldi and Guidiccioni was not an occasional one, however, since the composer’s name even occurs in the testament of the latter: in it, he mentioned «the spinet named by Frescobaldi the Joy » («l’arpicordo chiamato dal Frescobaldi la Gioia»); further, the inventory of Guidiccioni’s goods lists a portrait of Frescobaldi, placed beside the ones of his ancestors and some cardinals.
Guidiccioni’s interest in music is confirmed by some of his literary and poetic works, particularly his unpublished «Discorso sopra la musica», which was conservative in character. It is likely that Pietro Della Valle’s brief treatise «Della musica dell’età nostra che non è punto inferiore, anzi è migliore di quella dell’età passata», which was dedicated just to Guidiccioni, can be regarded as a response to the latter’s «Discorso».
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Tabula gratulatoria
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Un Diario parrocchiale e un prete storico archivista (Ferrara 1940-1946) / A parish chronicle and a priest historian and archivist
(Ferrara 1940-1946). (Miriam Turrini)
Libri ricevuti
vanni del violone”, fu compositore di cantate da camera, serenate, oratori, opere e sti-
mato suonatore di violone a servizio di due dei maggiori cardinali romani dell’epoca: Be-
nedetto Pamphilj e Pietro Ottoboni. Impiegato occasionalmente come strumentista per
le conversazioni e accademie di altri principi mecenati o ambasciatori stranieri, fi gura
spesso nelle liste di musici sotto la battuta di Arcangelo Corelli o impiegato in cappelle
e chiese nazionali romane, come san Giovanni dei fi orentini o san Luigi dei francesi.
Studi recenti lo hanno riportato all’attenzione degli specialisti; l’edizione critica di al-
cune sue cantate, realizzata dalla SEdM a cura di Chiara Pelliccia, è ora la base per una
conoscenza più ampia, che ha un suo primo risultato con l’esecuzione di quattro cantate
nell’ambito del Roma Festival Barocco, e la prossima uscita di una registrazione in cd, di
cui sono protagonisti Francesca Boncompagni e i musicisti dell’Accademia Ottoboni. La
mattinata di studi si propone come momento di incontro tra studiosi, musicologi e mu-
sicisti, e al tempo stesso come introduzione alle cantate che verranno eseguite la sera
stessa in concerto a San Luigi dei Francesi. Nelle relazioni verranno individuati alcuni
signifi cativi aspetti delle ricerche più recenti: a partire dalle cantate da camera saranno
indagati vari momenti dell’attività di Lulier, delle sue composizioni e della circolazione
delle sue musiche, nel contesto del mecenatismo romano dell’ultima parte del Seicento.