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  • Roberto Caso, co-director of Trento LawTech Group, is Full Professor of Comparative Private Law at University of Tren... moreedit
The complex relationship between Intellectual Property (IP) and Open Science (OS) deserves to be investigated with reference to one of the most important centers of Research and Innovation (R&I): the university. In a stylized model of... more
The complex relationship between Intellectual Property (IP) and Open Science (OS) deserves to be investigated with reference to one of the most important centers of Research and Innovation (R&I): the university.

In a stylized model of R&I in the context of a free-market capitalist system, there are, upstream, the public sector and universities that create basic research following the principles of OS and, downstream, a competitive market that carries out applied research, produces and markets new technologies using Intellectual Property Rights (IPRs). The competitiveness of the market drives down the price of technology, so that access to innovation is guaranteed through contracts or redistributive mechanisms (e.g. public subsidies).

However, this model hides the friction between IP and OS. A first example of friction between IP and OS relates to scientific publications. A second example concerns university patents in the biomedical field.

This paper focuses on the European Union (EU) R&I policies. To understand the merits and shortcomings of EU policies, a good investigation methodology is needed. The one used in the following reasoning is inspired not only by the usual methods and tools of comparative law but also by a new movement that goes by the name of ‘Law and Political Economy’ and sees among its promoters Amy Kapczynski (Yale University). The premise from which the movement starts is that politics and economics cannot be separated and that both are closely intertwined with law. In an era marked by climate change, huge and growing inequalities as well as wars that threaten democratic systems, it is necessary to investigate phenomena - in this case, the relationship between IP and OS - with the three dimensions of politics, economics and law in mind.

In EU policies, on the one hand, actions promoting universities’ OS are growing, and on the other hand, IPRs are being extended and their use and transfer to private individuals is being encouraged in academic institutions themselves.

In a R&I ecosystem dominated by the intellectual monopoly capitalism, the promotion of OS runs the risk of being, at best, ineffective or limitedly effective and, at worst, a tool to strengthen the monopolies themselves.
Questo scritto è finalizzato a discutere, da una prospettiva giuridica, i problemi derivanti dalla concentrazione di potere di controllo ed elaborazione dei dati e delle informazioni nelle mani di monopoli e oligopoli commerciali che... more
Questo scritto è finalizzato a discutere, da una prospettiva giuridica, i problemi derivanti dalla concentrazione di potere di controllo ed elaborazione dei dati e delle informazioni nelle mani di monopoli e oligopoli commerciali che forniscono ai produttori agricoli macchine (ad es., trattori), sementi, prodotti chimici (ad es. fertilizzanti e diserbanti) nonché servizi di agricoltura di precisione e smart farming.

Tali monopoli e oligopoli traggono, almeno in parte, la loro forza dalla proprietà intellettuale e dalla pseudo-proprietà intellettuale. La pseudo-proprietà intellettuale consiste in quelle forme anomale di esclusiva che si basano, ad esempio, su contratto e misure tecnologiche di protezione nonché sul potere di fatto che deriva dal controllo dell’infrastruttura tecnologica su cui i dati vengono memorizzati, elaborati e trasmessi sulle reti telematiche.

Nel settore dello smart farming e dell’agricoltura di precisione il potere delle imprese che forniscono fattori di produzione può determinare effetti anticoncorrenziali e abusi di dipendenza economica. Più in generale il potere dei monopoli intellettuali diminuisce il grado di autonomia e libertà degli agricoltori: non solo del singolo agricoltore di fronte all’impresa fornitrice del fattore di produzione, ma anche della categoria degli agricoltori di fronte a quella dei fornitori dei fattori di produzione all’interno della filiera agroalimentare. Tra gli strumenti giuridici che sono stati immaginati per contrastare tale potere merita attenzione il c.d. right to repair, il diritto dell’utente di un dispositivo di poterlo riparare senza sottostare alle restrizioni imposte dal produttore del dispositivo. Tale diritto, per essere efficace, deve limitare la proprietà intellettuale e la pseudo-proprietà intellettuale.



The scope of this paper is to discuss from a legal perspective the problems arising from the concentration of data and information control and processing power in the hands of commercial monopolies and oligopolies that supply farmers with machines (e.g., tractors), seeds, chemicals (e.g., fertilizers and herbicides) as well as precision farming and smart farming services.

Such monopolies and oligopolies derive, at least in part, their strength from intellectual property and pseudo-intellectual property. Pseudo-intellectual property consists of those anomalous forms of exclusivity that are based, for example, on contract and technological protection measures as well as the de facto power that comes from controlling the technological infrastructure on which data are stored, processed, and transmitted.

In smart farming and precision agriculture, the power of input-supplying firms can lead to anticompetitive effects and abuses of economic dependence. More generally, the power of intellectual monopolies diminishes the degree of autonomy and freedom of farmers: not only of the individual farmer vis-à-vis the input-supplying firm, but also of the category of farmers vis-à-vis the category of input suppliers within the value chain. Among the legal instruments that have been imagined counteracting such power, the so-called “right to repair”, the right of the user of a device to be able to repair it without being subject to the restrictions imposed by the device manufacturer, deserves attention. Such a right, to be effective, must restrict intellectual property and pseudo-intellectual property.
Le ultime controversie italiane sull’uso commerciale delle immagini del David di Michelangelo (Trib. Firenze sentenza decisa il 20 aprile 2023) e dell’Uomo Vitruviano di Leonardo (Trib. Venezia ordinanza decisa il 24 ottobre2022) emergono... more
Le ultime controversie italiane sull’uso commerciale delle immagini del David di Michelangelo (Trib. Firenze sentenza decisa il 20 aprile 2023) e dell’Uomo Vitruviano di Leonardo (Trib. Venezia ordinanza decisa il 24 ottobre2022) emergono giudizialmente nello stesso periodo in cui la riproduzione dell’immagine della Venere di Botticelli per la campagna pubblicitaria “Open to meraviglia” del Ministero del turismo ha innescato una polemica che ha come sfondo il ruolo dello stato quale custode del patrimonio culturale (dell’umanità).

Il dato che accomuna le due decisioni in commento è la confusione concettuale. La sovrapposizione di aspetti non patrimoniali e patrimoniali, come il mescolamento tra strumenti giuridici pubblicistici (il codice dei beni culturali) e privatistici (i diritti della personalità del codice civile) nonché il richiamo feticistico all’art. 9 Cost. fanno velo ai reali interessi in gioco e alle finalità di questa nuova forma di pseudo-proprietà intellettuale che vorrebbe fondare in capo allo stato il potere di controllare in via esclusiva l’uso commerciale delle immagini dei beni culturali.



In Italia le vicende recenti del diritto all’immagine sui beni culturali possono essere rilette nella chiave dell’eterogenesi dei fini. Le norme pubblicistiche che regolano la riproduzione per immagini dei beni culturali – art. 107-108 codice dei beni culturali - avevano lo scopo di controllare l’uso rivale degli spazi in cui gli stessi beni sono collocati e conservano una finalità di tutela di integrità fisica del bene quando le nuove tecnologie non offrono alternative al contatto fisico con l’oggetto materiale. A tali funzioni, si affianca il potere dello stato di chiedere canoni e corrispettivi nel caso sia offerto un servizio a valore aggiunto quale la fornitura al privato di immagini ad alta definizione. In tutti questi casi, la ratio della norma rimane solida. Invece, il tentativo acrobatico di ricavarne una pseudo-proprietà intellettuale o uno pseudo-diritto di sfruttamento commerciale della notorietà del bene culturale, per controllare la riproduzione indiretta ovvero la copia della copia (ad es. la riproduzione di un’immagine pubblicata su Wikipedia) non ha solide fondamenta né nel diritto positivo né nella politica del diritto. Se il diritto all’immagine del bene culturale fosse integrato nel sistema giuridico italiano, ne deriverebbe un’ulteriore indebita restrizione del pubblico dominio dell’umanità e dei beni comuni della conoscenza, un allontanamento dell’Italia dal movimento planetario che promuove l’accesso aperto alla cultura e un inutile rumore interpretativo di fondo foriero di costi amministrativi e giurisdizionali. Infine, la compatibilità di tale diritto con il quadro normativo internazionale (con riferimento al diritto alla cultura e al diritto alla scienza) ed europeo (con riferimento alle politiche relative alla scienza aperta e all’apertura dei dati del settore pubblico) rimane alquanto dubbia.
La controversia oggetto Cass. ord. 38165/2022 riguarda una campagna pubblicitaria di un’impresa produttrice di acque minerali. Lo spot di un’acqua minerale vede come protagonista una versione umoristica del personaggio di Zorro creato da... more
La controversia oggetto Cass. ord. 38165/2022 riguarda una campagna pubblicitaria di un’impresa produttrice di acque minerali. Lo spot di un’acqua minerale vede come protagonista una versione umoristica del personaggio di Zorro creato da Johnston McCulley nel 1919, ma a sua volta presumibilmente ispirato a precedenti figure letterarie (come Robin Hood e la Primula Rossa) nonché, secondo alcune ipotesi, a Joaquin Murrieta, un fuorilegge californiano vissuto nell’800. L’impresa titolare del copyright sul personaggio Zorro fa causa all’impresa produttrice di acqua minerale per plagio-contraffazione. Il caso offre alla Cassazione l’occasione per riformulare il principio giuridico di tendenziale prevalenza della libertà di parodia sul diritto d’autore nei termini utilizzati dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea. La formula (magica) è quella del «giusto equilibrio tra diritti fondamentali». Nel lessico della Carta di Nizza si tratta del bilanciamento tra proprietà intellettuale (art. 17.2) e libertà di espressione e informazione (art. 11).
While much of the debate on the relationship between a human right to science and copyright focuses on the exceptions and limitations to exclusive rights and on users’ rights, this paper, on the wake of previous studies, argues that it is... more
While much of the debate on the relationship between a human right to science and copyright focuses on the exceptions and limitations to exclusive rights and on users’ rights, this paper, on the wake of previous studies, argues that it is also necessary to look at other legal mechanisms. In this perspective, it is necessary to reflect on the so called “secondary publication right”. This right is an essential tool to defend academic autonomy and freedom, which are increasingly at risk. It is not an exception or a user’s right but rather a moral and economic author’s right to open scientific texts, which is philosophically rooted on the Kantian vision of copyright (protecting the integrity of the discourse between author and public), the public use of reason and the Mertonian norms of science. The right to open scientific texts is a fundamental aspect of the human right to (open) science.

Mentre gran parte del dibattito sul rapporto tra diritto umano alla scienza e alla ricerca, proprietà intellettuale e diritto d’autore si focalizza sulle eccezioni e limitazioni ai diritti di esclusiva (libere utilizzazioni) e sui diritti degli utenti, questo scritto sostiene, sulla scorta di precedenti ricerche, che occorre guardare anche ad altri dispositivi giuridici. Tra questi dispositivi spicca l’attribuzione in capo all’autore di un diritto di apertura dei testi scientifici (c.d. “secondary publication right”) a difesa dell’autonomia e della libertà accademiche, sempre più a rischio. Tale diritto non è un’eccezione o una limitazione del diritto di esclusiva né un diritto dell’utente ma un vero e proprio diritto morale (ed economico) dell’autore di aprire i testi scientifici. Esso è filosoficamente fondato sulla visione kantiana del diritto d’autore (il diritto d’autore non è una proprietà ma un diritto morale a protezione del discorso tra autore e pubblico), sull’uso pubblico della ragione e sulla norma mertoniana che prescrive la messa in comune della conoscenza scientifica. Il diritto di aprire i testi scientifici è una proiezione del diritto umano alla scienza (aperta).
Today the democratic character of science is threatened by the authoritarian research assessment and by the privatization of knowledge. These are not only threatening university but also democracy. Two examples (scientific publications... more
Today the democratic character of science is threatened by the authoritarian research assessment and by the privatization of knowledge. These are not only threatening university but also democracy. Two examples (scientific publications and university biomedical patents) will illustrate and perhaps make sense of what authoritarian research assessment and privatization of knowledge mean in the Italian university system.

Oggi il carattere democratico della scienza è minacciato dalla valutazione autoritaria nonché dalla privatizzazione della conoscenza. Non è solo una minaccia per l’università ma per la tenuta stessa della democrazia. Due esempi (pubblicazioni scientifiche e brevetti universitari in ambito biomedico) possono forse rendere l’idea di cosa significhi valutazione autoritaria e privatizzazione della conoscenza nell’università italiana.
La categoria della proprietà intellettuale rimane filosoficamente e giuridicamente controversa per diverse ragioni. a) Accumuna diritti che poco hanno a che fare l’uno con l’altro. Tali diritti hanno ragioni giustificative e finalità... more
La categoria della proprietà intellettuale rimane filosoficamente e giuridicamente controversa per diverse ragioni.

a) Accumuna diritti che poco hanno a che fare l’uno con l’altro. Tali diritti hanno ragioni giustificative e finalità differenti. Il diritto d’autore disciplina le opere dell’ingegno della letteratura, dell’arte e della scienza. Il brevetto per invenzione riguarda l’innovazione industriale. Il marchio serve a identificare prodotti e servizi. E così via. La riconducibilità di questi diritti alla proprietà è discussa sia nel pensiero giusnaturalista sia in quello utilitarista.

b) Stabilisce un accostamento forzato tra diritti di esclusiva su beni tangibili (la proprietà in senso stretto) con i diritti di esclusiva su beni intangibili che hanno natura profondamente diversa. I beni tangibili sono rivali al consumo. I beni intangibili no: possono essere fruiti contemporaneamente da un numero infinito di persone. Lo stesso riferimento al bene intangibile come frutto dell’attività del pensiero umano è controverso.

c) Nasconde retoricamente la natura monopolistica del diritto di esclusiva. Un conto è parlare di proprietà, altro è parlare di monopolio. Nei sistemi capitalistici ad economia liberale il monopolio viene, almeno in linea teorica, contrastato dal diritto. Mentre la proprietà è un pilastro del capitalismo liberale. Nelle costituzioni in cui il diritto di proprietà è un diritto fondamentale – e non è il caso della Costituzione italiana – l’accostamento esplicito o implicito della proprietà intellettuale alla proprietà, significa fondamentalizzare il diritto, cioè renderlo inattaccabile da norme di legge ordinaria che contrastano con il contenuto costituzionale.
Questo scritto mira a delineare alcuni problemi riguardanti l’interazione, nel diritto dell’Unione Europea, tra politiche di apertura dei dati nel settore pubblico e politiche sulla scienza aperta. Per un verso, essi riguardano la... more
Questo scritto mira a delineare alcuni problemi riguardanti l’interazione, nel diritto dell’Unione Europea, tra politiche di apertura dei dati nel settore pubblico e politiche sulla scienza aperta. Per un verso, essi riguardano la proprietà intellettuale: diritti di esclusiva derivanti da brevetti per invenzione, diritti d’autore, segni distintivi, segreti commerciali. Per l’altro, concernono il controllo esclusivo dei dati non ascrivibile alla proprietà intellettuale come disegnata dalle normative internazionali e nazionali (proprietà intellettuale in senso stretto), bensì al controllo esclusivo derivante da forme anomale di proprietà intellettuale (“pseudo-proprietà intellettuale”) e dal potere di fatto connesso alla tecnologia. Un controllo esclusivo che può sommarsi alla (o essere indipendente dalla) protezione legislativa della proprietà intellettuale.

La riflessione è innescata da una novità nella politica normativa dell’Unione Europea di apertura dei dati nel settore pubblico. La direttiva 2019/1024/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico (“Open Data directive” o “direttiva dati aperti”) determina un cambio di rotta sui dati della ricerca (art. 10, considerando 27 e 28), prima esclusi dalla materia e oggi invece oggetto di disciplina.

La tesi di questo scritto è la seguente. Oltre a creare infrastrutture pubbliche e a implementare standard aperti per testi, dati e codici occorre restringere e riordinare i diritti di proprietà intellettuale che insistono sui dati. La restrizione e il riordino della proprietà intellettuale rappresentano alcuni degli strumenti per provare a diminuire il potere di mercato degli oligopoli dei dati. Da questa politica normativa dipende il futuro dell’autonomia e della libertà delle istituzioni di ricerca (prime fra tutte: le università) e in, ultima analisi, della democrazia.
The Green route to Open Access (OA), meaning the re-publication in OA venues of previously published works, can essentially be executed by contract and by copyright law. In theory, rights retention and contracts may allow authors to... more
The Green route to Open Access (OA), meaning the re-publication in OA venues of previously published works, can essentially be executed by contract and by copyright law. In theory, rights retention and contracts may allow authors to re-publish and communicate their works to the public, by means of license to publish agreements or specific addenda to copyright transfer agreements. But as a matter of fact, because authors lack bargaining power, they usually transfer all economic copyrights to publishers. Legislation, which overcomes the constraints of a contractual scheme where authors usually have less bargaining power, may deliver a (digital) second publication or communication right, which this paper discusses in the context of research publications. Outlining the historical and philosophical roots of the secondary publication right, the paper provocatively suggests that it has a “moral” nature that even makes it a shield for academic freedom as well as a major step forward in the overall development of OA.
This paper aims at critically addressing the issue of intellectual property in the biomedical and health fields, focusing on the equitable and rapid distribution of anti-COVID-19 vaccines on a global scale. The main allegation is not new:... more
This paper aims at critically addressing the issue of intellectual property in the biomedical and health fields, focusing on the equitable and rapid distribution of anti-COVID-19 vaccines on a global scale. The main allegation is not new: open science is incompatible with policies aimed at extending and strengthening intellectual property. However, this same thesis deserves further attention in relation to the ongoing public debate and national and international policy choices. The paper starts from the refutation of the arguments in favour of private patents on vaccines (paragraph 2), then it provides an overview on of the debate on downstream policies (paragraph 3) and discusses some upstream policies (paragraph 4); some conclusions follow (paragraph 5).

Questo scritto intende affrontare criticamente il tema della proprietà intellettuale in campo biomedico e sanitario, con particolare riferimento alla questione dell’equa e rapida distribuzione su scala globale dei vaccini anti-COVID-19. La tesi di fondo non è nuova: la scienza aperta è inconciliabile con politiche di estensione e rafforzamento della proprietà intellettuale. Pur non essendo nuova, la tesi merita un approfondimento in relazione al dibattito pubblico in corso e alle scelte politiche nazionali e internazionali. Si prenderà le mosse dalla confutazione degli argomenti a favore di brevetti privati sui vaccini (paragrafo 2), per poi offrire una sintesi del dibattito sulle politiche a valle (paragrafo 3), discutere alcune politiche a monte (paragrafo 4) e infine svolgere alcune conclusioni (paragrafo 5).
Nella decisione VG Bild-Kunst la Corte di Giustizia dell’Unione Europea stabilisce che l’art. 3, par. 1, della dir. 2001/29/Ce sul diritto d’autore nella società dell’informazione che regola il diritto di comunicazione al pubblico deve... more
Nella decisione VG Bild-Kunst la Corte di Giustizia dell’Unione Europea stabilisce che l’art. 3, par. 1, della dir. 2001/29/Ce sul diritto d’autore nella società dell’informazione che regola il diritto di comunicazione al pubblico deve essere interpretato nel senso che costituisce una comunicazione al pubblico ai sensi di tale disposizione il fatto di incorporare, mediante la tecnica del framing, in una pagina Internet di un terzo, opere protette dal diritto d’autore e messe a disposizione del pubblico in libero accesso con l’autorizzazione del titolare del diritto d’autore su un altro sito Internet, qualora tale incorporazione eluda misure di protezione contro il framing adottate o imposte da tale titolare. La decisione costituisce una pericolosa estensione del diritto di comunicazione al pubblico e della nozione di misure tecnologiche di protezione prevista dall’art. 6 della dir. 2001/29/Ue che rischia di avere un impatto negativo sul Web nonché sulla libertà di pensiero e informazione.



In the VG Bild-Kunst decision the CJEU commented on art. 3 par. 1 of copyright InfoSoc 2001/29/EC directive which regulates the right of communication to the public. The court held that the provision must be interpreted as meaning that the embedding, by means of the technique of framing, in a third party website page, of works that are protected by copyright and that are freely accessible to the public with the authorisation of the copyright holder on another website, where that embedding circumvents measures adopted or imposed by that copyright holder to provide protection from framing, constitutes a communication to the public. The decision represents a dangerous extension of the right of communication to the public and of the notion of technological protection measures included in the art. 6 of the InfoSoc directive, and it can have a negative impact on the Web and on the freedom of expression and information.
This paper aims at critically addressing the issue of intellectual property in the biomedical and health fields, focusing on the equitable and rapid distribution of anti-COVID-19 vaccines on a global scale. The main allegation is not new:... more
This paper aims at critically addressing the issue of intellectual property in the biomedical and health fields, focusing on the equitable and rapid distribution of anti-COVID-19 vaccines on a global scale. The main allegation is not new: open science is incompatible with policies aimed at extending and strengthening intellectual property. However, this same thesis deserves further attention in relation to the ongoing public debate and national and international policy choices. The paper starts from the refutation of the arguments in favour of private patents on vaccines (paragraph 2), then it provides an overview on of the debate on downstream policies (paragraph 3) and discusses some upstream policies (paragraph 4); some conclusions follow (paragraph 5).

Questo scritto intende affrontare criticamente il tema della proprietà intellettuale in campo biomedico e sanitario, con particolare riferimento alla questione dell’equa e rapida distribuzione su scala globale dei vaccini anti-COVID-19. La tesi di fondo non è nuova: la scienza aperta è inconciliabile con politiche di estensione e rafforzamento della proprietà intellettuale. Pur non essendo nuova, la tesi merita un approfondimento in relazione al dibattito pubblico in corso e alle scelte politiche nazionali e internazionali. Si prenderà le mosse dalla confutazione degli argomenti a favore di brevetti privati sui vaccini (paragrafo 2), per poi offrire una sintesi del dibattito sulle politiche a valle (paragrafo 3), discutere alcune politiche a monte (paragrafo 4) e infine svolgere alcune conclusioni (paragrafo 5).
There is a large stream of literature related to academic copyright. Nonetheless,a comprehensive interdisciplinary analysis of the interplay between economic rights and moral right of paternity appears to be missing. Furthermore, the... more
There is a large stream of literature related to academic copyright. Nonetheless,a comprehensive interdisciplinary analysis of the interplay between economic rights and moral right of paternity appears to be missing. Furthermore, the impact of commodification of research on academic copyright has not been sufficiently investigated.The basic thesisof thisarticleis that academic copyright with reference to academic texts is currently going through a distortion that alters its nature and functions. This distortion is one of the effects of commodification of scientific research. Thispaperdwellson these aspects with a focus on the role of modernscience and the context in which research is performedand highlightsthe perverse effects of thecurrent evaluation system basedon metrics and numbers andthe scientific publishingsystem dominated by an oligopoly of information and analytics providers.Open Science can represent a tool to defend independence of science and academic freedom, though strong actions are required to change the current situation.
I dati su cui si basa la valutazione della ricerca sono segreti o protetti da proprietà intellettuale. La revisione paritaria è prevalentemente anonima. Mentre la scienza è progredita grazie al dialogo pubblico, gli attuali sistemi di... more
I dati su cui si basa la valutazione della ricerca sono segreti o protetti da proprietà intellettuale. La revisione paritaria è prevalentemente anonima. Mentre la scienza è progredita grazie al dialogo pubblico, gli attuali sistemi di valutazione si basano sul controllo privato dell’informazione che fa capo a banche dati digitali proprietarie e dati segreti delle agenzie statali di valutazione. L’unica ragione di questo cambio di paradigma è l’accentramento del potere di governo (o meglio, governance) della scienza. Si tratta di un grande mutamento storico che conduce da una scienza democratica a una scienza autoritaria. L’Open Science può provare a contrastare l’accentramento del potere di governance solo se intende se stessa come l’erede, nell’era digitale, dei valori e dei principi che la scienza pubblica e democratica ha rappresentato nell’era della stampa.
Research Interests:
La legge sul diritto d’autore collide frontalmente con il progresso scientifico. Mentre l’evoluzione della scienza si basa sul dialogo pubblico tra uomini, la legge sul diritto d’autore restringe sempre di più gli spazi di libera... more
La legge sul diritto d’autore collide frontalmente con il progresso scientifico. Mentre l’evoluzione della scienza si basa sul dialogo pubblico tra uomini, la legge sul diritto d’autore restringe sempre di più gli spazi di libera discussione e lo fa paradossalmente nel momento in cui l’umanità dispone della più potente tecnologia (il Web) utile a rafforzare ed estendere la comunicazione tra esseri pensanti. La politica legislativa europea sul diritto d’autore è sempre più plasmata su (alcuni) interessi commerciali e sempre meno incline a propiziare il progresso della conoscenza. La direttiva UE 2019/790 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale aggiunge un altro tassello al puzzle della legislazione che minaccia l’evoluzione della scienza. Ciò non dovrebbe preoccupare solo gli scienziati ma tutti i cittadini e anche le imprese che si dedicano all’innovazione tecnologica. Senza una scienza autonoma, libera e pubblica, senza una scienza aperta, non ci può essere né democrazia, né progresso culturale, né innovazione tecnologica. Da questa prospettiva la disciplina delle c.d. eccezioni e limitazioni (al diritto di esclusiva) concernenti la ricerca scientifica che adopera tecniche di text and data mining non risolve il conflitto tra scienza e legge sul diritto d’autore. La politica dell’UE appare sempre più contraddittoria, da una parte rafforza la proprietà intellettuale, dall’altra promuove (o dice di voler promuovere) la scienza aperta. Si tratta di obiettivi inconciliabili.
I. Viviamo tempi di smarrimento e confusione. In momenti come questi, non è inusuale incontrare opinioni sul futuro. È forse una via di fuga dall'incertezza del presente che ci attanaglia. Voci autorevoli hanno sostenuto che l'umanità... more
I. Viviamo tempi di smarrimento e confusione. In momenti come questi, non è inusuale incontrare opinioni sul futuro. È forse una via di fuga dall'incertezza del presente che ci attanaglia. Voci autorevoli hanno sostenuto che l'umanità dopo la pandemia del Covid-19 non sarà più la stessa 1. Gli ottimisti affermano che noi esseri umani saremo migliori. I pessimisti prevedono che ripeteremo gli errori del passato, aggravandoli e aprendo le porte a una nuova minaccia per noi, per le altre specie e per il pianeta. E la scienza? Sarà migliore? Non è una domanda banale. L'articolo cerca di rispondere
The link between the human right to science and Open Science has been in-vestigated in the literature and recently formalized in the General comment No. 25 (2020) on science and economic, social and cultural rights (article 15 (1) (b),... more
The link between the human right to science and Open Science has been in-vestigated in the literature and recently formalized in the General comment No. 25 (2020) on science and economic, social and cultural rights (article 15 (1) (b), (2), (3) and (4) of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights). The aim of this short paper is to highlight some as-pects of this link with particular reference to the role that "the human right to open science" can play in times of pandemic.

Il nesso tra diritto umano alla scienza e Open Science (scienza aperta) è sta-to indagato nella letteratura e recentemente formalizzato nel Commento generale nr. 25 (2020) del Comitato dei diritti economici, sociali e culturali del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite all’art. 15 (1) (b) del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. Questo breve scritto è dedicato a evidenziare alcuni aspetti di tale nesso con particolare riferimento al ruolo che “il diritto umano alla scienza aperta” può svolgere in tempi di pandemia.

Il nesso tra diritto umano alla scienza e Open Science (scienza aperta) è sta-to indagato nella letteratura e recentemente formalizzato nel Commento generale nr. 25 (2020) del Comitato dei diritti economici, sociali e culturali del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite all’art. 15 (1) (b) del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. Questo breve scritto è dedicato a evidenziare alcuni aspetti di tale nesso con particolare riferimento al ruolo che “il diritto umano alla scienza aperta” può svolgere in tempi di pandemia.
Some European Union Member States have since 2013 enacted legislation to give authors the inalienable and unavailable right of making their sci-entific works available in Open Access to the public. Works that represent the result of... more
Some European Union Member States have since 2013 enacted legislation to give authors the inalienable and unavailable right of making their sci-entific works available in Open Access to the public. Works that represent the result of research financed with public funds although previously pub-lished by commercial publishers. A recent Italian legislative proposal moves in the same direction. The right to make scientific work available in Open Access to the public is an important shield of academic freedom. The topic is worth considering with the aim to discuss existing legislative models, the proposed Italian law and possible future developments.
Nella letteratura giuridica il tema del diritto d’autore sulle pubblicazioni scientifiche è stato esplorato più volte. Tuttavia, manca un approfondimento in chiave interdisciplinare della relazione tra due aspetti del diritto... more
Nella letteratura giuridica il tema del diritto d’autore sulle pubblicazioni scientifiche
è stato esplorato più volte. Tuttavia, manca un approfondimento in chiave
interdisciplinare della relazione tra due aspetti del diritto accademico: il diritto
di paternità e i diritti economici. Di più, non è stato sufficientemente indagato
l’impatto della commercializzazione della ricerca scientifica sull’academic copyright.

Questo saggio si propone di iniziare a colmare, almeno in parte, le lacune ora evidenziate.
In altri termini, lo scopo dello scritto è la ricostruzione di un puzzle i cui
tasselli sono sparpagliati in riflessioni appartenenti a discipline scientifiche differenti.
La tesi di fondo è che il diritto d’autore concernente i testi accademici subisce,
nell’era attuale delle metriche e dei numeri, una distorsione che ne altera la
natura e le funzioni. Tale distorsione è uno degli effetti della commercializzazione
della ricerca scientifica.
Research Interests:
The evaluation of scientific research is based on data protected by secrecy and intellectual property (e.g., Elsevier Scopus or Clarivate Web of Sci-ence). The peer review process is essentially anonymous. While science has progressed... more
The evaluation of scientific research is based on data protected by secrecy and intellectual property (e.g., Elsevier Scopus or Clarivate Web of Sci-ence). The peer review process is essentially anonymous. While science has progressed thanks to public dialogue, the current evaluation system is centered on private control of information. This represents a fundamental shift from democratic to authoritarian science. Open Science may confront this change only if it is accepted as the heir, in the digital age, of the values and principles that public and democratic science has traditionally fostered in the age of printing, thus becoming the guardian of a democratic society.
Research Interests:
La scienza vive un tornante fondamentale della sua storia. Mai come in questo momento storico essa appare gigantesca e potente, ma allo stesso tempo manifesta profonde fragilità: la concentrazione del potere di controllo dell’informazione... more
La scienza vive un tornante fondamentale della sua storia. Mai come in
questo momento storico essa appare gigantesca e potente, ma allo stesso
tempo manifesta profonde fragilità: la concentrazione del potere di controllo dell’informazione in capo a pochi gruppi commerciali, l’iniquità di
un sistema che avvantaggia i Paesi sviluppati, la compressione
dell’autonomia da parte del potere politico ed economico, la precarizzazione dei giovani ricercatori, la crescita dei casi di frode e di violazione dell’etica, la messa in discussione della sua autorevolezza da parte di una porzione del pubblico.
L’apertura può essere intesa come un sistema idoneo a irrobustire la
scienza e curare i mali che la affliggono?
Research Interests:
In un libro recente “La valutazione possibile - Teoria e pratica nel mondo della ricerca, Bologna, Il Mulino, 2015” Andrea Bonaccorsi, già membro del consiglio direttivo dell’”Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e del... more
In un libro recente “La valutazione possibile - Teoria e pratica nel mondo
della ricerca, Bologna, Il Mulino, 2015” Andrea Bonaccorsi, già membro
del consiglio direttivo dell’”Agenzia Nazionale per la Valutazione
dell’Università e del sistema della Ricerca (ANVUR)”, argomenta in favore
della valutazione governativa della ricerca scientifica.
Il principale argomento del libro è che la valutazione governativa della ricerca
scientifca è espressione delle norme mertoniane della scienza (comunismo,
universalismo, disinteresse, scetticismo organizzato).
La tesi è debole per due ragioni.
a) Bonaccorsi offre una visione distorta del pensiero di Merton.
b) L’autore del libro trascura il rapporto tra norme giuridiche formali e
norme informali.
Research Interests:
Questo breve saggio intende dare una risposta al seguente quesito. Può la scienza aperta contrastare la mercificazione della ricerca e curare i mali che essa genera? La risposta è positiva, purché si intenda la scienza aperta non solo... more
Questo breve saggio intende dare una risposta al seguente quesito. Può la scienza aperta contrastare la mercificazione della ricerca e curare i mali che essa genera? La risposta è positiva, purché si intenda la scienza aperta non solo come accesso gratuito e con diritti di riuso ma come un sistema di valori come la democrazia, la trasparenza, l’equità, la cooperazione e l’integrità morale. In questa prospettiva, per lo sviluppo della scienza aperta serve soprattutto l’insegnamento. Occorre formare le nuove generazioni di scienziati insegnando loro i valori e le tecniche dell’Open Science. Anche le policy e le norme formali possono aiutare a creare un contesto utile all’affermazione della scienza aperta. In particolare, occorre incidere sulle regole e sulle prassi di valutazione allo scopo di decentrare e rendere trasparente il potere decisionale, è necessario altresì riscrivere le leggi sul copyright con la finalità di dare maggiore libertà a chi vuole accedere alla scienza e riutilizzarla. Queste misure possono contribuire a creare un nuovo ecosistema di comunicazione dove l’interazione tra etica, norme formali e tecnologia possa garantire il pluralismo delle fonti e degli intermediari.
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Open Access’ main goal is not the subversion of publishers’ role as driving actors in an oligopolistic market characterised by reduced competition and higher prices. OA’s main function is to be found somewhere else, namely in the ability... more
Open Access’ main goal is not the subversion of publishers’ role as driving actors in an oligopolistic market characterised by reduced competition and higher prices. OA’s main function is to be found somewhere else, namely in the ability to subvert the power to control science’s governance and its future directions (Open Science), a power that is more often found within the academic institutions rather than outside. By decentralising and opening-up not just the way in which scholarship is published but also the way in which it is assessed, OA removes the barriers that helped turn science into an intellectual oligopoly even before an economic one. The goal of this paper is to demonstrate that Open Access is a key enabler of Open Science, which in turn will lead to a more Open Society. Furthermore, the paper argues that while legislative interventions play an important role in the top-down regulation of Open Access, legislators currently lack an informed and systematic vision on the role of Open Access in science and society. In this historical phase, other complementary forms of intervention (bottom-up) appear much more “informed” and effective. This paper, which intends to set the stage for future research, identifies a few pieces of the puzzle: the relationship between formal and informal norms in the field of Open Science and how these impact on intellectual property rights, the protection of personal data, the assessment of science and the technology employed for the communication of science.
This essay provides an overview of some research that is in its early stages. The principal purpose of the authors is to understand whether, in a Continental European legal system such as the Italian one – traditionally led by a strong... more
This essay provides an overview of some research that is in its early stages. The principal purpose of the authors is to understand whether, in a Continental European legal system such as the Italian one – traditionally led by a strong historical and normative vision of copyright (or author’s right) as natural right and nowadays influenced by the EU propertization trend – it is yet possible to foresee a different approach that is prone to interpreting the exclusivity of copyright in terms of monopoly.
The latter approach, to some extent, might in fact be more relevant to restricting copyright protection by limiting the exclusive rights (ius excludendi alios) while supporting the public interest. Besides, the vision of “copyright as monopoly” seems in particular to play an overriding role within the digital context, where property is less apt in terms of the promotion and sharing of knowledge and, on the contrary, monopolistic jeopardy is sensibly flourishing.
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Partendo dai dati sulle immatricolazioni ai corsi di laurea nel settore giuridico e sul tasso di occupazione dei giuristi, l’autore pone alcune questioni sulla crisi degli studi giuridici in Italia.
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Despite the increasing advocacy towards the “openness” of science and research data, it is still far from being a widespread practice. The goal of this paper is to identify the most pressing obstacles (in terms of funding, technology,... more
Despite the increasing advocacy towards the “openness” of science and research data, it is still far from being a widespread practice. The goal of this paper is to identify the most pressing obstacles (in terms of funding, technology, Intellectual Property Rights, contracts, data protection, and social norms), which are hindering the development of Open Science and Open Research Data, with particular attention to the situation of developing countries. The innovative aim of this paper, which is the first essay of a broader research, is to prepare the epistemological basis for a Law and Technology theory of “Open Bioinformation” (OB), where bioinformation stands for research data in life sciences. We argue that so far the literature has addressed the promotion of openness in science and research data only in a sectorial manner, taking into account just one or a few of the factors affecting openness as if they were not related or mutually influenced. Therefore, the suggested solutions are limited to a single perspective and fail to consider the dynamics of information control. In our view, a holistic approach, that tries to zoom out from the specific disciplines and take into account the whole picture, would contribute to determining an effective policy for promoting OB. For this reason, we have to consider the technological, legal, and sociological aspects, in order to assess whether and how changes in one domain might affect the others.
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Sette paginette sette (i paragrafi dal 3.2 al 3.4) per spegnere la ribellione della Terza sezione (Cass. 1361/2014, in Foro it., I, 719). Quest’ultima aveva impiegato decine di cartelle e la penna del consigliere Scarano per affermare,... more
Sette paginette sette (i paragrafi dal 3.2 al 3.4) per spegnere la ribellione della Terza sezione (Cass. 1361/2014, in Foro it., I, 719). Quest’ultima aveva impiegato decine di cartelle e la penna del consigliere Scarano per affermare, sotto la bandiera della «coscienza sociale», la risarcibilità e trasmissibilità per via ereditaria del danno da perdita della vita. Sette paginette di toni sbrigativi per ribadire una sentenza del 1925 – Cass., sez. un., 3475/1925, id., 1926, I, 328, vero e proprio highlander, ultimo precedente immortale nell’era del diritto fluido riportato alla ribalta da Corte costit. 372/94, id., 1994, I, 3297 - e chiudere la porta alle istanze di innovazione della responsabilità civile che si erano levate, come già era accaduto per il danno biologico, da una porzione rilevante della dottrina, dei giudici di merito e della società civile.
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Lo scarno provvedimento commentato merita attenzione perché, a quanto consta, costituisce il primo esordio italiano delle Creative Commons (CC) davanti a una corte di giustizia . Le licenze CC costituiscono uno strumento - ideato negli... more
Lo scarno provvedimento commentato merita attenzione perché, a quanto consta, costituisce il primo esordio italiano delle Creative Commons (CC) davanti a una corte di giustizia . Le licenze CC costituiscono uno strumento - ideato negli Stati Uniti dall’organizzazione no profit Creative Commons e diffusosi in tutto il mondo – improntato alla logica racchiusa nella formula “solo alcuni diritti riservati” che ribalta quella tradizionalmente associata alla commercializzazione di opere dell’ingegno sotto la classica bandiera “tutti i diritti riservati” . In altri termini, le licenze CC mirano più a concedere che a negare facoltà d’uso dell’opera. Più in dettaglio, le Creative Commons sono articolate in sei licenze standard che risultano dalla combinazione di quattro opzioni: “attribuzione”, “non commerciale”, “non opere derivate”, “condividi allo stesso modo”. Esse si contrappongono idealmente alle c.d. licenze d’uso proprietarie, strumenti negoziali connotati dall’esasperata restrizione delle facoltà di utilizzazione in capo al licenziatario. Le licenze CC sono oggetto di attenzione sul piano teorico , ma soprattutto riscuotono un grande successo applicativo nella prassi della gestione delle opere dell’ingegno.
La sentenza commentata non attiene all’oggetto delle licenze Creative Commons (risvolto che sarebbe di maggiore interesse) , ma a una controversia concernente la responsabilità precontrattuale connessa alla negoziazione di un contratto di edizione.
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This book focuses on the thorny and highly topical issue of balancing copyright in the digital age. The idea for it sprang from the often heated debates among intellectual property scholars on the possibilities and the limits of... more
This book focuses on the thorny and highly topical issue of balancing copyright in the digital age. The idea for it sprang from the often heated debates among intellectual property scholars on the possibilities and the limits of copyright. Copyright law has been broadening its scope for decades now, and as a result it often clashes with other rights (frequently, fundamental rights), raising the question of which right prevails.

The papers represent the product of intensive research by experts, who employ rigorous interpretative methodologies while keeping an eye on comparison and on the impacts of new technologies on law. The contributions concentrate on the "propertization" of copyright; on the principle of exhaustion of the distribution right; on the conflict between users' privacy and personal data needs; and on the balance between copyright and academic freedom.

Starting from the difficulties inherently connected to the difficult task of balancing rights that respond to opposing interests, each essay analyzes techniques and arguments applied by institutional decision-makers in trying to solve this dilemma. Each author applies a specific methodology involving legal comparison, while taking into account the European framework for copyright and related rights.

This work represents a unique piece of scholarship, in which a single issue is read through different lenses, demonstrating the need to reconcile copyright with other fundamental areas of law
In biomedical research and translational medicine, the ancient war between exclusivity (private control over information) and access to information is proposing again on a new battlefield: research biobanks. The latter are becoming... more
In biomedical research and translational medicine, the ancient war between exclusivity (private control over information) and access to information is proposing again on a new battlefield: research biobanks. The latter are becoming increasingly important (one of the ten ideas changing the world, according to Time magazine) since they allow to collect, store and distribute in a secure and professional way a critical mass of human biological samples for research purposes. Tissues and related data are fundamental for the development of the biomedical research and the emerging field of translational medicine: they represent the “raw material” for every kind of biomedical study. For this reason, it is crucial to understand the boundaries of Intellectual Property (IP) in this prickly context. In fact, both data sharing and collaborative research have become an imperative in contemporary open science, whose development depends inextricably on: the opportunities to access and use data, the possibility of sharing practices between communities, the cross-checking of information and results and, chiefly, interactions with experts in different fields of knowledge. Data sharing allows both to spread the costs of analytical results that researchers cannot achieve working individually and, if properly managed, to avoid the duplication of research. These advantages are crucial: access to a common pool of pre-competitive data and the possibility to endorse follow-on research projects are fundamental for the progress of biomedicine. This is why the "open movement" is also spreading in the biobank's field. After an overview of the complex interactions among the different stakeholders involved in the process of information and data production, as well as of the main obstacles to the promotion of data sharing (i.e., the appropriability of biological samples and information, the privacy of participants, the lack of interoperability), we will firstly clarify some blurring in language, in particular concerning concepts often mixed up, such as “open source” and “open access”. The aim is to understand whether and to what extent we can apply these concepts to the biomedical field. Afterwards, adopting a comparative perspective, we will analyze the main features of the open models – in particular, the Open Research Data model – which have been proposed in literature for the promotion of data sharing in the field of research biobanks. After such an analysis, we will suggest some recommendations in order to rebalance the clash between exclusivity - the paradigm characterizing the evolution of intellectual property over the last three centuries - and the actual needs for access to knowledge. We argue that the key factor in this balance may come from the right interaction between IP, social norms and contracts. In particular, we need to combine the incentives and the reward mechanisms characterizing scientific communities with data sharing imperative.
The aim of this paper is to make some critical remarks on decision of January 23, 2014 C-355/12 (Nintendo) of the European Court of Justice, ruling on Article 6 of the Copyright Directive 2001/29/EC, which regulates the legal protection... more
The aim of this paper is to make some critical remarks on decision of January 23, 2014 C-355/12 (Nintendo) of the European Court of Justice, ruling on Article 6 of the Copyright Directive 2001/29/EC, which regulates the legal protection of technological protection measures (TPMs). In the first paragraph, I briefly introduce the subject. In the second paragraph, I summarize the interpretation given and the principles applied by the ECJ. In the third paragraph, I point out some weaknesses of the Court’s wisdom. In the fourth paragraph, I draw a different perspective on the legal protection of TPMs aimed at restricting the application of Art. 6. In the last paragraph, I propose some conclusions.
The aim of this paper is to offer a first overview of the new Italian law on Open Access (OA) to scientific articles (art. 4 l. 112/20013). The analysis is based on some comparative remarks and policy considerations. The main argument is... more
The aim of this paper is to offer a first overview of the new Italian law on Open Access (OA) to scientific articles (art. 4 l. 112/20013). The analysis is based on some comparative remarks and policy considerations. The main argument is that formal law can be an outstanding instrument to implement the OA principle. However, the ultimate success of OA depends on a radical change of the norms of science, as well as on economic, organizational and educational investments
The aim of this paper is to explore the contribution of formal law to Open Access (OA). The main thesis is that formal law may be considered as an outstanding instrument to affirm the OA principle. However, the ultimate success of OA... more
The aim of this paper is to explore the contribution of formal law to Open Access (OA). The main thesis is that formal law may be considered as an outstanding instrument to affirm the OA principle. However, the ultimate success of OA depends on a radical change of the informal rules that apply to scientific publishing practices. Such a variation must take into account the dynamics of power that govern academic-scientific publications, in which the interests of both scientists and publishers intersect. Moreover, a pivotal role is played by new upcoming actors that populate the system of scientific communication (repositories, search engines, scientific social networks etc.). Special attention is given to the normative change and the interaction that occurs among different types of rules (formal legal rules, informal rules and technology rules). This article focuses primarily on OA to publications and it does not discuss in details other related topics such as open research data. In the first paragraph, I briefly introduce the subject, explaining the methodology and the general framework of the paper. The second paragraph focuses on the presumption that scientific oligopoly depends on the perverse interaction between copyright and evaluation rules. In the third paragraph, I describe the legal kernel, as well as the scope, of OA. The fourth paragraph illustrates the main applicable policies and the fifth concentrates on the European Union policy on OA. Lastly, the sixth paragraph focuses on some development avenues for a normative policy that may contribute to a definitive affirmation of OA in Italian universities.
In this paper, I use some metaphors (perfect storm, pirates, zombies and cor-sairs) to present some arguments against the strengthening of copyright in the market of e-books. In particular, I will argue that the strengthening of exclusive... more
In this paper, I use some metaphors (perfect storm, pirates, zombies and cor-sairs) to present some arguments against the strengthening of copyright in the market of e-books. In particular, I will argue that the strengthening of exclusive rights, through law, user licenses and technological protection, is one of factors that distorts competition and hampers innovation. A strong copyright fosters a market dominated by few big actors. Moreover, in this scenario the role of traditional publishers and public libraries is marginalized. On the contrary, a more flexible copyright based on open licenses and focused on the attribution right incentives competition and promotes pluralism in business models. In other words, we need to rethink the copyright law in order to foster competition and innovation in the market of e-books.
In this paper I describe some promising developments in the analysis of plagiarism and copyright. In first part, I introduce the topic arguing the need to explore the relationship between plagiarism and copyright through interdisciplinary... more
In this paper I describe some promising developments in the analysis of plagiarism and copyright. In first part, I introduce the topic arguing the need to explore the relationship between plagiarism and copyright through interdisciplinary analysis (in particular, from a law & technology perspective). In the second part, I discuss some cases to show the changing nature of concept of plagiarism. For istance, the concept changes according to the type of work of authorship (literary work or musical work) or according to the kind of norm (legal or social) that governs it. In the third part, I illustrate how the birth and the evolution of the concept of plagiarism – as well as the birth and the evolution of copyright itself – is closely related to the printing press revolution. In the last part, I draw together some conclusions about the regulation of plagiarism through copyright law. In particular, I suggest that imitation is an essential part of the creativity process as well as a significant facet of the progress itself. In the new digital dimension, freedom of copying and recomposition of digital pieces is a core fundamental value, which copyright law has to take into account.
Despite the warnings of large part of legal scholarship, in the last thirty years dominated by the digital revolution western policy makers has strengthen the copyright/droit d’auteur, reducing dramatically the public domain. Copyright... more
Despite the warnings of large part of legal scholarship, in the last thirty years dominated by the digital revolution western policy makers has strengthen the copyright/droit d’auteur, reducing dramatically the public domain. Copyright law has become long, complex, puzzling and full of criminal sanctions. In this landscape, looking at the origins of copyright/droit d’auteur in the law and technology perspective is a fundamental excercise in order to understand the need to limit the power of exclusive control over information and preserve large areas of public free access.
La finalità di questo testo è di aiutare gli studenti a maturare, attraverso l’apprendimento basato sul metodo casistico-problematico, una propria riflessione critica sull’evoluzione dei diritti (o del diritto) della personalità. In una... more
La finalità di questo testo è di aiutare gli studenti a maturare, attraverso l’apprendimento basato sul metodo casistico-problematico, una propria riflessione critica sull’evoluzione dei diritti (o del diritto) della personalità.
In una società in cui la mercificazione e la datificazione si associano alla sorveglianza e quest’ultima diventa pervasiva si moltiplicano le minacce alla persona nelle sue dimensioni individuale e collettiva. In gioco è la tenuta delle società democratiche. In che misura il diritto civile (il diritto dei privati) può contribuire a contrastare o ad assecondare queste minacce? Alcune risposte parziali dovrebbero emergere nella parte quarta del libro.
Se si domanda a una persona di buon senso «a chi appartiene la scienza?», la risposta più probabile è: «a tutti!». Dietro il velo di una risposta istintiva e (apparentemente) superficiale si nasconde la storia dell'eterno conflitto tra... more
Se si domanda a una persona di buon senso «a chi appartiene la scienza?», la risposta più probabile è: «a tutti!». Dietro il velo di una risposta istintiva e (apparentemente) superficiale si nasconde la storia dell'eterno conflitto tra apertura e chiusura della conoscenza, tra pubblicità e segretezza. Un conflitto che assume connotati peculiari nell'era digitale. All'alba dell'era di Internet una parte della comunità scientifica ha coltivato la speranza di potenziare il discorso scientifico e l'uso pubblico della ragione creando una Rete democratica delle menti. Questa speranza oggi appare minacciata dalla mercificazione della conoscenza e dalle forze che mirano ad accentrare il potere decisionale nelle mani di pochi. La scienza sembra sempre più in crisi. L'apertura può curare la crisi in cui versa la scienza? Cosa significa "scienza aperta"? Le risposte contenute nel libro sono parziali e attengono al dilemma evocato nel suo titolo: diritto d'autore o proprietà intellettuale?
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca interdisciplinare in tema di Wireless Community Networks (WCNs). Le WCNs sono reti wireless basate su tecnologie di frontiera (le wireless mesh networks), territoriali, senza infrastruttura... more
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca interdisciplinare in tema di Wireless Community Networks (WCNs). Le WCNs sono reti wireless basate su tecnologie di frontiera (le wireless mesh networks), territoriali, senza infrastruttura centralizzata, gestite da comunità locali. Le WCNs costituiscono forme di aggregazione sociale, all’interno delle quali gli utenti sono compartecipi di principi e idee, secondo le logiche dei movimenti «open» di condivisione dell’informazione e della conoscenza. Il libro si propone di esplorare questo nuovo fenomeno sotto tre distinti profili: informatico, sociologico, giuridico. Il primo capitolo (di Leonardo Maccari, Tania Bailoni) è dedicato all’analisi tecnologica delle WCNs, spiegandone le funzioni, le ragioni e le potenzialità. Il contributo illustra inoltre un percorso di creazione di una WCN, mediante un caso studio in territorio trentino. Il secondo capitolo (di Stefano Crabu, Paolo Magaudda) analizza il fenomeno delle WCNs dal punto di vista sociologico, attraverso l’approccio di science and technology studies. Gli autori riportano i primi risultati di una ricerca empirica, che mette in evidenza gli intrecci fra aspetti tecnici e istanze politico-culturali che caratterizzano queste reti. Il terzo ed ultimo capitolo (di Federica Giovanella) ricostruisce il quadro normativo europeo di riferimento, declinando il caso concreto nella legislazione italiana sulle comunicazioni elettroniche. L’autrice affronta alcune ipotetiche questioni di responsabilità civile che si potrebbero presentare in un futuro non lontano, tentando di prospettare de iure condendo alcune soluzioni.
Questo volume raccoglie gli atti di due seminari tenutisi nel 2010 presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento. I due incontri sono parte integrante della prima serie di seminari del gruppo LawTech (<http://www.lawtech.jus.unitn.it/>)... more
Questo volume raccoglie gli atti di due seminari tenutisi nel 2010 presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento. I due incontri sono parte integrante della prima serie di seminari del gruppo LawTech (<http://www.lawtech.jus.unitn.it/>) del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Trento, serie concepita e organizzata dal collega Umberto Izzo assieme allo scrivente. L’idea fu quella di riunire attorno a un tavolo studiosi provenienti da diversi saperi e ragionare sul complesso e affascinante concetto di «plagio». Giuristi, studiosi di letteratura, artisti, musicisti, storici si confrontarono da diverse prospettive dando vita a un dibattito interdisciplinare estremamente ricco di riferimenti culturali e spunti di riflessione. Le relazioni presentate nell’aprile 2010 sono state rielaborate, completate da riferimenti bibliografici e raccolte nel volume che oggi vede la luce. La doppia pubblicazione, mediante licenza Creative Commons, sia in formato cartaceo (a pagamento), sia in Open Access (formato digitale gratuito disponibile sull’archivio istituzionale Unitn eprints <http://eprints.biblio.unitn.it/> e sul sito LawTech, alle pagine dedicate al tema del plagio <http://www.lawtech.jus.unitn.it/index.php/plagiarism>), completa l’opera di diffusione che aveva preso le mosse, all’indomani delle giornate seminariali, con la messa a disposizione del pubblico delle riprese dei lavori (si veda l’archivio video del sito Web Jus.unitn.it all’URL: <http://www.jus.unitn.it/services/arc/2010/0421/home.html>)
Il volume raccoglie gli atti del convegno «Pubblicazioni scientifiche, diritti d'autore e Open Access» tenutosi il 20 giugno 2008 presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento. Il rivolgimento innescato dal movimento dell'accesso aperto... more
Il volume raccoglie gli atti del convegno «Pubblicazioni scientifiche, diritti d'autore e Open Access» tenutosi il 20 giugno 2008 presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento. Il rivolgimento innescato dal movimento dell'accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche è profondo e duraturo. L'Open Access (OA) allarga il ventaglio dei modelli di produzione e commercializzazione dell'informazione scientifica e spinge gli attori del sistema ad un difficile quanto ineluttabile mutamento. Ed è su questo mutamento che la giornata convegnistica trentina ha inteso riflettere, chiamando attorno ad un tavolo accademico rappresentati di alcune categorie di attori coinvolti nell'editoria scientifica: ricercatori universitari, bibliotecari ed editori. Passato il furore rivoluzionario, l'OA mostra i suoi profili problematici. Come garantire le funzioni tradizionali della rivista scientifica? Come garantire, ad esempio, che la pubblicazione sia affidabile? Come garantire la sua conservazione nel tempo? Ma soprattutto. Come conciliare le norme informali della scienza con contratti di licenza e standard tecnologici? Come fare in modo che i nuovi intermediari dell'accesso all'informazione (ad esempio, i motori di ricerca) non ripropongano, pur in vesti differenti, la minaccia del controllo rigido e accentrato dell'informazione? Contiene: Piero Attanasio, "Elogio della promiscuità: editoria Open Access, archivi istituzionali, editoria tradizionale tra pubblico e privato" Roberto Caso, "Relazione introduttiva: l’Open Access alle pubblicazioni scientifiche: una nuova speranza" Antonella De Robbio, "Open Access e copyright negli archivi istituzionali: il ruolo delle università nella gestione dei diritti" Paola Galimberti, "Il movimento dell’accesso aperto ai prodotti della ricerca: il caso delle tesi di dottorato" Paolo Guarda, "Privacy e fruizione della conoscenza scientifica" Federica Lorenzato, "Titolarità e contratti sulle pubblicazioni scientifiche" Francesca Valentini, "Le pubblicazioni in Open Access: versioning, validazioni e valutazione" Simonetta Vezzoso, "Open Access: scelte istituzionali e ruolo del diritto d’autore" Marialaura Vignocchi e Roberta Lauriola, "La gestione del diritto d’autore nella biblioteca digitale: l’esperienza di Alma-DL dell’Università di Bologna" La prima edizione di questo libro © Copyright 2009 by Università degli Studi di Trento, Via Belenzani 12 - 38100 Trento, è pubblicata con Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Maggiori informazioni circa la licenza all’URL: «http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/».
Oggi anche in Italia si è consapevoli che il Digital Rights Management (DRM) non è argomento di nicchia, ma tema fondamentale e trasversale del diritto dell’era digitale. Fondamentale perché rappresenta uno snodo decisivo delle questioni... more
Oggi anche in Italia si è consapevoli che il Digital Rights Management (DRM) non è argomento di nicchia, ma tema fondamentale e trasversale del diritto dell’era digitale. Fondamentale perché rappresenta uno snodo decisivo delle questioni attinenti alla circolazione dell’informazione e della conoscenza. Trasversale perché taglia orizzontalmente vari settori giuridici (come la proprietà intellettuale, il contratto, la protezione dei dati personali e la tutela della concorrenza) e soprattutto perché chiama in causa il dialogo tra differenti saperi (come l’informatica, l’economia ed il diritto). Il DRM è espressione di un controllo rigido e accentrato dell’informazione teso a riprodurre nel contesto digitale la logica dell’esclusività, nucleo centrale del diritto d’autore. Chi è convinto che l’epoca della logica binaria non debba essere caratterizzata solo da questa forma di controllo dell’informazione dovrebbe trovare più di uno spunto di riflessione nelle discussioni trentine del marzo 2007. Contributi di: Roberto Caso Leonardo Chiariglione Claudio Di Cocco Andrea Glorioso Massimiliano Granieri Nicola Lucchi Laurent Manderieux Giuseppe Mazziotti Maria Lillà Montagnani Alessandro Palmieri Eugenio Prosperetti Andrea Rossato La prima edizione di questo libro © Copyright 2008 by Università degli Studi di Trento, Via Belenzani 12 - 38100 Trento, è pubblicata con Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Maggiori informazioni circa la licenza all’URL: «http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/»
Questo libro raccoglie gli atti del convegno “La sicurezza
informatica: regole e prassi” svoltosi il 6 maggio del 2005 presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento.
Nel primo capitolo, dopo alcuni chiarimenti sulla terminologia di riferimento, si offrirà una descrizione dei business models, delle tecnologie, e della prassi. Nel secondo capitolo si cercherà di dimostrare che il potere tecnologico... more
Nel primo capitolo, dopo alcuni chiarimenti sulla
terminologia di riferimento, si offrirà una descrizione dei
business models, delle tecnologie, e della prassi.
Nel secondo capitolo si cercherà di dimostrare che il
potere tecnologico connesso ai sistemi di DRM è un fattore di
potere contrattuale, e che tale potere contrattuale ha
implicazioni giuridiche, le quali vanno molto oltre l’apparente
semplicità dell’operazione economica: prezzo contro fruizione
dell’informazione. Contraccolpi di questo potere contrattuale si
risentono almeno sul piano del diritto d’autore, della privacy,
dell’autotutela privata, della formazione del contratto,
dell’antitrust.
Nel terzo capitolo si discuteranno le regole di governo
del DRM, in particolare quelle che si pongono all’incrocio tra
contratto e diritto d’autore. Si prenderanno le mosse dal
sistema delle fonti nel principale contesto di riferimento del
DRM: Internet. Si tratteranno le recenti leggi statunitensi ed
europee sulle misure tecnologiche di protezione delle opere
digitali, le quali, in buona sostanza, avallano il potere
contrattuale derivante dal DRM. Si discuterà criticamente del
rapporto che esiste tra controllo privato dell’informazione
digitale e criterio dell’efficienza. Si guarderà infine alla
possibilità di incorporare nel DRM, e più in generale in
tecnologie di questo genere, regole e principi finalizzati alla
limitazione del potere contrattuale e del controllo privato
dell’informazione.
Il lavoro si chiude guardando al DRM come esempio
paradigmatico dei problemi posti dal diritto dell’era digitale, al
fine di trarre alcune conclusioni sulla c.d. tecnologicizzazione
del contratto e del diritto d’autore.
Le forme di intervento normativo sulla disparità di potere contrattuale tra imprese implicano vari e complessi livelli di scelte istituzionali. Alla materia di tali scelte istituzionali volge lo sguardo questa trattazione, esaminando, con... more
Le forme di intervento normativo sulla disparità di potere contrattuale tra imprese implicano vari e complessi livelli di scelte istituzionali. Alla materia di tali scelte istituzionali volge lo sguardo questa trattazione, esaminando, con il taglio dell’analisi economica del diritto e della comparazione giuridica la l. 192 del 1998 e l’istituto dell’abuso di dipendenza economica in essa contenuto. Si prendono le mosse, nel primo capitolo, dalla ricostruzione dell’analisi economica del potere contrattuale e delle relazioni di subfornitura industriale. Nel secondo capitolo si esamina, con riferimento all’esperienza francese, comunitaria e italiana, la scelta istituzionale tra regole settoriali e norme a compasso allargato. Nel terzo capitolo si discuteranno, con riferimento alla Francia e all’Italia, le scelte relative al settore dell'ordinamento (diritto antitrust e diritto privato) ed alla conformazione delle regole di dettaglio.
Today the democratic character of science is threatened by the authoritarian research assessment and by the privatization of knowledge. These are not only threatening university but also democracy. Two examples (scientific publications... more
Today the democratic character of science is threatened by the authoritarian research assessment and by the privatization of knowledge. These are not only threatening university but also democracy. Two examples (scientific publications and university biomedical patents) will illustrate and perhaps make sense of what authoritarian research assessment and privatization of knowledge mean in the Italian university system.

Oggi il carattere democratico della scienza è minacciato dalla valutazione autoritaria nonché dalla privatizzazione della conoscenza. Non è solo una minaccia per l’università ma per la tenuta stessa della democrazia. Due esempi (pubblicazioni scientifiche e brevetti universitari in ambito biomedico) possono forse rendere l’idea di cosa significhi valutazione autoritaria e privatizzazione della conoscenza nell’università italiana.
Introduzione Mentre l'UNESCO si accinge ad adottare la raccomandazione sull'Open Science, la Francia ha da poco varato il secondo piano nazionale sulla scienza aperta, e l'UE non solo finalizza il progetto Horizon Europe all'apertura dei... more
Introduzione Mentre l'UNESCO si accinge ad adottare la raccomandazione sull'Open Science, la Francia ha da poco varato il secondo piano nazionale sulla scienza aperta, e l'UE non solo finalizza il progetto Horizon Europe all'apertura dei risultati della ricerca ma inserisce le pratiche dell'Open Science tra gli elementi di valutazione delle proposte progettuali, in Italia si discute molto di politiche della Scienza Aperta senza sviluppi concreti e significativi. Anzi, oggi la scienza appare nel nostro Paese meno aperta e libera: i condizionamenti politici e privati si fanno via via più pesanti.