Colloqui.AT.e 2019, Ingegno e costruzione nell’epoca della complessità, Atti del Convegno, a cura di E. Garda, C. Mele, P. Piantanida,, 2019
The Stadium was designed by Pier Luigi and Antonio Nervi (1957-59) and was built for the Olympic ... more The Stadium was designed by Pier Luigi and Antonio Nervi (1957-59) and was built for the Olympic Games hosted in Rome (1960). To ensure the rapidity of construction, the traditional construction site was accompanied by an area used exclusively to produce the prefabricated elements of the grandstand and the canopy (7,652 elements). The grandstand is based on a structure of 92 exposed reinforced concrete frames connected by secondary beams and the steps. Each step is formed from two prefabricated elements, based on a system patented by Nervi specifically for the Stadium. It consists of two prefabricated elements: a “U”-shaped load bearing element and the second element, supported by the first, forms the steps and seating. The canopy (27 m) is made of undulated prefabricated elements in ferrocemento lightened by round openings fitted with wired glass. The paper must highlight the specificity and originality of the solutions adopted by Nervi and his skill as a designer and builder.
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Le colonie climatiche appartengono agli organismi destinati dal Partito fascista all’educazione e all’assistenza dei giovani italiani.
La committenza è varia: dal partito alle amministrazioni dello Stato, a gruppi industriali, a enti assistenziali. Questa varietà impedisce l’elaborazione di un tipo edilizio con tratti identitari e si riflette sui progetti.
Negli anni trenta il tipo edilizio conosce una forte diffusione territoriale. Alcuni edifici - le colonie di Mazzoni a Tirrenia, di Vaccaro e di Griffini a Cesenatico, dei BBPR a Legnano, di Daneri a Santo Stefano d’Aveto, di Bonadè Bottino a Cervia, di Busiri Vici a Cattolica, di Minoletti a Formia – risultano esemplari per la ricerca tipologica, per gli esiti architettonici e per le soluzioni costruttive e testimoniano anche l’innovazione nei materiali e nelle tecniche edilizie.
Il patrimonio che le colonie oggi rappresentano è ricco di potenzialità, ma scarsamente compreso nella sua originalità: molti edifici sono stati demoliti, recuperati impropriamente o abbandonati al degrado.
Il paper individua le caratteristiche architettoniche e costruttive delle colonie mettendo a fuoco i sistemi usati per il controllo delle condizioni ambientali.
Le colonie climatiche appartengono agli organismi destinati dal Partito fascista all’educazione e all’assistenza dei giovani italiani.
La committenza è varia: dal partito alle amministrazioni dello Stato, a gruppi industriali, a enti assistenziali. Questa varietà impedisce l’elaborazione di un tipo edilizio con tratti identitari e si riflette sui progetti.
Negli anni trenta il tipo edilizio conosce una forte diffusione territoriale. Alcuni edifici - le colonie di Mazzoni a Tirrenia, di Vaccaro e di Griffini a Cesenatico, dei BBPR a Legnano, di Daneri a Santo Stefano d’Aveto, di Bonadè Bottino a Cervia, di Busiri Vici a Cattolica, di Minoletti a Formia – risultano esemplari per la ricerca tipologica, per gli esiti architettonici e per le soluzioni costruttive e testimoniano anche l’innovazione nei materiali e nelle tecniche edilizie.
Il patrimonio che le colonie oggi rappresentano è ricco di potenzialità, ma scarsamente compreso nella sua originalità: molti edifici sono stati demoliti, recuperati impropriamente o abbandonati al degrado.
Il paper individua le caratteristiche architettoniche e costruttive delle colonie mettendo a fuoco i sistemi usati per il controllo delle condizioni ambientali.