Nella sua lettura così focalizzata, così personale, così parziale, Giovanni Testori isola dei Pro... more Nella sua lettura così focalizzata, così personale, così parziale, Giovanni Testori isola dei Promessi sposi i frangenti più ombrosi e chiaroscurali, come, anzitutto, il personaggio della monaca di Monza a cui accorda la sua preferenza tanto nella pièce omonima quanto nei Promessi sposi alla prova. Le porte e le soglie che segnano la vicenda di Gertrude traducono in immagine il dramma, la vertigine, della libertà umana, capace della più nera turpitudine e della più celeste pietà, come palesa un inedito parallelo con la soglia più celebre del romanzo, quella della madre di Cecilia.
In his interpretation, so personal, focused, and so partial, Giovanni Testori isolates in the Promessi Sposi the shadiest moments, like, first of all, the character of the nun of Monza, to whom he accords his preference both in the homonymous pièce and in the Promessi sposi alla prova. Doors and thresholds that mark Gertrude’s life translate into image the drama, the dizziness of human freedom, capable of the worst turpitude and of the most celestial pity, as an original comparison with the most celebrated threshold of the novel shows, the one of Cecilia’s mother.
1. Breve storia di un successo editoriale
2. TEMI E STILE
2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLES... more 1. Breve storia di un successo editoriale 2. TEMI E STILE 2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLESTO. 2.2 SOTTO SCACCO: SCRITTURA E METALETTERARIETÀ 2.3 QUESTIONI DI STILE: SEMPLIFICAZIONE, DESCRIZIONE, MEDIETÀ
Più di un milione le copie vendute in Italia. Più del doppio quelle vendute ai popoli anglosassoni, seguiti da Francia, Germania e Spagna. Questi i numeri di Elena Ferrante. Centinaia di recensioni su blog, riviste on line, quotidiani. Migliaia di tweet e post. Tutti a voler esprimere il proprio elogio a quella che «potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui si sia sentito parlare» . Tutti smaniosi di conoscere almeno un frammento della misteriosa identità dell’autrice, riottosa a svelarsi se non attraverso le sue pagine. [...] Il ciclo de L’amica geniale somiglia a uno di quegli imponenti palazzi scheletro che numerosi affollano le nostre città: una solida struttura verticale, la trama avvincente e perfettamente architettata, abitata solo da qualche ombra che ogni tanto si fa persona, e dà colore allo spazio, ma più spesso lascia la nostalgia di un posto vacante. E, dal momento che di letteratura parliamo, mi preme ricordarlo, la nostalgia avvertita è la nostalgia anzitutto della parola, della sorpresa della parola, il cui compito è di colpire il lettore, di strapparlo all’opacità in cui consuma l’esistenza. Tutto, invece, rimane nell’orizzonte d’attesa del lettore , che può rimanere avvinto da una trovata narrativa, da un colpo di scena certamente ben preparato; ma a quel livello di conoscenza umana profonda, di rivelazione del proprio essere intimo, ignoto a sé stessi e sempre desideroso di essere rinvenuto, a quel livello, a cui dovrebbe parlare la letteratura, ecco, a quel livello, la voce più celebrata della narrativa italiana contemporanea dice ancora troppo poco.
1. Sull’ékphrasis e la sua funzione: considerazioni preliminari
2. «La mia vera biblioteca è appe... more 1. Sull’ékphrasis e la sua funzione: considerazioni preliminari 2. «La mia vera biblioteca è appesa ai muri»: Testori critico d’arte 3. L’iconografia testoriana 4. Testori e la poesia come critica
in "Campi immaginabili", fascicoli I-II, anno 2016, Rubbettino
Il saggio propone la testimonianza del cappellano militare don Carmine Cortese, il cui diario si ... more Il saggio propone la testimonianza del cappellano militare don Carmine Cortese, il cui diario si offre nelle forme di un controcanto rispetto alle posizioni ideologiche di molti rappresentanti della Chiesa impegnati nella Prima guerra mondiale. Lontane dalla retorica della vittoria, le citazioni mostrano gli interrogativi e lo sgomento di chi si trova a vivere in prima linea la disumanità del conflitto e comunque conserva le tracce di un’umanità autentica.
La monografia propone un percorso nell'universo testoriano attraverso la figura femminile.
Se ... more La monografia propone un percorso nell'universo testoriano attraverso la figura femminile.
Se si parla di Giovanni Testori prima o poi si finisce a parlar di donne. Gilda, Maria Brasca, Arialda, la monaca di Monza, Erodiade, Letizia, Felicita, Maria: dalla eroine popolari ai personaggi esemplari (della storia o del mito) a Maria, la madre di Dio. In cinquant’anni di carriera e decine di opere, non troviamo personaggi meno arrischiati, meno rischiosi di altri: tutte mettono in gioco tutto: carne, sangue, cuore; grandissimo cuore che si dibatte e cerca la propria strada, l’unicità della propria strada. Donne legate alla morte, che dialogano con i defunti o muoiono loro stesse; donne che uccidono; donne che soffrono più degli altri, come se gli stessi fianchi fatti per portare la vita fossero fatalmente destinati ad accogliere anche la sofferenza. Ma anche donne che vogliono essere felici e cercano di ottenere la gioia con gli strumenti che hanno, anzi tutto il loro corpo, sensuale e carico di energia vitale; donne che amano e perdonano; donne che sono madri, dei loro figli e dei loro amati. Madri nella bontà, nell’accoglienza sempre pronta, nella cura sollecita.
Le protagoniste testoriane rappresentano le numerose e stratificate sfaccettature del femminile: sebbene in ognuna ci sia un aspetto predominante, in tutte si coglie la totalità dell’universo
femminile e, possiamo dire, la totalità dei sotterranei del cuore umano. Infatti, Testori non rappresenta appena le donne, ma attraverso il grande affresco del femminile guarda la vita intera,
nella sua origine e nelle sue istanze essenziali: la donna è «un ganglio, un nucleo oscuro, ancestrale, di cui mi fa pena parlare, e che mi s’è formato davanti a poco a poco [...]. Questa specie di risucchio dal dentro al fuori che c’è stato, che continua a esserci, di cui siamo vittime tutti, uomini e bestie, e che, in me, è andato a coincidere fatalmente col grembo di mia madre... ma allora, parlare della donna è come parlare della vita».
Il corso di inglese accademico si svolgerà dall’ 11 gennaio al 10 febbraio 2016 presso l’Universi... more Il corso di inglese accademico si svolgerà dall’ 11 gennaio al 10 febbraio 2016 presso l’Università di Roma “Tor Vergata” – Lettere e Filosofia, via Columbia 1.
Il corso si prefigge l’obiettivo principale di affinare la conoscenza della lingua inglese per fornire gli strumenti utili alle necessità accademiche: affrontare l’elaborazione di paper, di presentazioni e per la preparazione di interventi orali. Il corso è rivolto a dottorandi e dottori di ricerca, ricercatori, insegnanti e studiosi delle aree disciplinari umanistico-sociali (in via prioritaria ma non esclusiva) di tutti gli Atenei, che abbiano una conoscenza della lingua inglese corrispondente almeno a un livello B2. Il programma sarà orientato anche sulla base delle singole provenienze disciplinari, per meglio orientare la didattica e migliorare perciò l’apprendimento. Si prevede l’attivo coinvolgimento di tutti i partecipanti e l’adozione di un approccio molto pratico alla lingua scritta e parlata.
Nella sua lettura così focalizzata, così personale, così parziale, Giovanni Testori isola dei Pro... more Nella sua lettura così focalizzata, così personale, così parziale, Giovanni Testori isola dei Promessi sposi i frangenti più ombrosi e chiaroscurali, come, anzitutto, il personaggio della monaca di Monza a cui accorda la sua preferenza tanto nella pièce omonima quanto nei Promessi sposi alla prova. Le porte e le soglie che segnano la vicenda di Gertrude traducono in immagine il dramma, la vertigine, della libertà umana, capace della più nera turpitudine e della più celeste pietà, come palesa un inedito parallelo con la soglia più celebre del romanzo, quella della madre di Cecilia.
In his interpretation, so personal, focused, and so partial, Giovanni Testori isolates in the Promessi Sposi the shadiest moments, like, first of all, the character of the nun of Monza, to whom he accords his preference both in the homonymous pièce and in the Promessi sposi alla prova. Doors and thresholds that mark Gertrude’s life translate into image the drama, the dizziness of human freedom, capable of the worst turpitude and of the most celestial pity, as an original comparison with the most celebrated threshold of the novel shows, the one of Cecilia’s mother.
1. Breve storia di un successo editoriale
2. TEMI E STILE
2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLES... more 1. Breve storia di un successo editoriale 2. TEMI E STILE 2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLESTO. 2.2 SOTTO SCACCO: SCRITTURA E METALETTERARIETÀ 2.3 QUESTIONI DI STILE: SEMPLIFICAZIONE, DESCRIZIONE, MEDIETÀ
Più di un milione le copie vendute in Italia. Più del doppio quelle vendute ai popoli anglosassoni, seguiti da Francia, Germania e Spagna. Questi i numeri di Elena Ferrante. Centinaia di recensioni su blog, riviste on line, quotidiani. Migliaia di tweet e post. Tutti a voler esprimere il proprio elogio a quella che «potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui si sia sentito parlare» . Tutti smaniosi di conoscere almeno un frammento della misteriosa identità dell’autrice, riottosa a svelarsi se non attraverso le sue pagine. [...] Il ciclo de L’amica geniale somiglia a uno di quegli imponenti palazzi scheletro che numerosi affollano le nostre città: una solida struttura verticale, la trama avvincente e perfettamente architettata, abitata solo da qualche ombra che ogni tanto si fa persona, e dà colore allo spazio, ma più spesso lascia la nostalgia di un posto vacante. E, dal momento che di letteratura parliamo, mi preme ricordarlo, la nostalgia avvertita è la nostalgia anzitutto della parola, della sorpresa della parola, il cui compito è di colpire il lettore, di strapparlo all’opacità in cui consuma l’esistenza. Tutto, invece, rimane nell’orizzonte d’attesa del lettore , che può rimanere avvinto da una trovata narrativa, da un colpo di scena certamente ben preparato; ma a quel livello di conoscenza umana profonda, di rivelazione del proprio essere intimo, ignoto a sé stessi e sempre desideroso di essere rinvenuto, a quel livello, a cui dovrebbe parlare la letteratura, ecco, a quel livello, la voce più celebrata della narrativa italiana contemporanea dice ancora troppo poco.
1. Sull’ékphrasis e la sua funzione: considerazioni preliminari
2. «La mia vera biblioteca è appe... more 1. Sull’ékphrasis e la sua funzione: considerazioni preliminari 2. «La mia vera biblioteca è appesa ai muri»: Testori critico d’arte 3. L’iconografia testoriana 4. Testori e la poesia come critica
in "Campi immaginabili", fascicoli I-II, anno 2016, Rubbettino
Il saggio propone la testimonianza del cappellano militare don Carmine Cortese, il cui diario si ... more Il saggio propone la testimonianza del cappellano militare don Carmine Cortese, il cui diario si offre nelle forme di un controcanto rispetto alle posizioni ideologiche di molti rappresentanti della Chiesa impegnati nella Prima guerra mondiale. Lontane dalla retorica della vittoria, le citazioni mostrano gli interrogativi e lo sgomento di chi si trova a vivere in prima linea la disumanità del conflitto e comunque conserva le tracce di un’umanità autentica.
La monografia propone un percorso nell'universo testoriano attraverso la figura femminile.
Se ... more La monografia propone un percorso nell'universo testoriano attraverso la figura femminile.
Se si parla di Giovanni Testori prima o poi si finisce a parlar di donne. Gilda, Maria Brasca, Arialda, la monaca di Monza, Erodiade, Letizia, Felicita, Maria: dalla eroine popolari ai personaggi esemplari (della storia o del mito) a Maria, la madre di Dio. In cinquant’anni di carriera e decine di opere, non troviamo personaggi meno arrischiati, meno rischiosi di altri: tutte mettono in gioco tutto: carne, sangue, cuore; grandissimo cuore che si dibatte e cerca la propria strada, l’unicità della propria strada. Donne legate alla morte, che dialogano con i defunti o muoiono loro stesse; donne che uccidono; donne che soffrono più degli altri, come se gli stessi fianchi fatti per portare la vita fossero fatalmente destinati ad accogliere anche la sofferenza. Ma anche donne che vogliono essere felici e cercano di ottenere la gioia con gli strumenti che hanno, anzi tutto il loro corpo, sensuale e carico di energia vitale; donne che amano e perdonano; donne che sono madri, dei loro figli e dei loro amati. Madri nella bontà, nell’accoglienza sempre pronta, nella cura sollecita.
Le protagoniste testoriane rappresentano le numerose e stratificate sfaccettature del femminile: sebbene in ognuna ci sia un aspetto predominante, in tutte si coglie la totalità dell’universo
femminile e, possiamo dire, la totalità dei sotterranei del cuore umano. Infatti, Testori non rappresenta appena le donne, ma attraverso il grande affresco del femminile guarda la vita intera,
nella sua origine e nelle sue istanze essenziali: la donna è «un ganglio, un nucleo oscuro, ancestrale, di cui mi fa pena parlare, e che mi s’è formato davanti a poco a poco [...]. Questa specie di risucchio dal dentro al fuori che c’è stato, che continua a esserci, di cui siamo vittime tutti, uomini e bestie, e che, in me, è andato a coincidere fatalmente col grembo di mia madre... ma allora, parlare della donna è come parlare della vita».
Il corso di inglese accademico si svolgerà dall’ 11 gennaio al 10 febbraio 2016 presso l’Universi... more Il corso di inglese accademico si svolgerà dall’ 11 gennaio al 10 febbraio 2016 presso l’Università di Roma “Tor Vergata” – Lettere e Filosofia, via Columbia 1.
Il corso si prefigge l’obiettivo principale di affinare la conoscenza della lingua inglese per fornire gli strumenti utili alle necessità accademiche: affrontare l’elaborazione di paper, di presentazioni e per la preparazione di interventi orali. Il corso è rivolto a dottorandi e dottori di ricerca, ricercatori, insegnanti e studiosi delle aree disciplinari umanistico-sociali (in via prioritaria ma non esclusiva) di tutti gli Atenei, che abbiano una conoscenza della lingua inglese corrispondente almeno a un livello B2. Il programma sarà orientato anche sulla base delle singole provenienze disciplinari, per meglio orientare la didattica e migliorare perciò l’apprendimento. Si prevede l’attivo coinvolgimento di tutti i partecipanti e l’adozione di un approccio molto pratico alla lingua scritta e parlata.
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In his interpretation, so personal, focused, and so partial, Giovanni Testori isolates in the Promessi Sposi the shadiest moments, like, first of all, the character of the nun of Monza, to whom he accords his preference both in the homonymous pièce and in the Promessi sposi alla prova. Doors and thresholds that mark Gertrude’s life translate into image the drama, the dizziness of human freedom, capable of the worst turpitude and of the most celestial pity, as an original comparison with the most celebrated threshold of the novel shows, the one of Cecilia’s mother.
2. TEMI E STILE
2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLESTO.
2.2 SOTTO SCACCO: SCRITTURA E METALETTERARIETÀ
2.3 QUESTIONI DI STILE: SEMPLIFICAZIONE, DESCRIZIONE, MEDIETÀ
Più di un milione le copie vendute in Italia. Più del doppio quelle vendute ai popoli anglosassoni, seguiti da Francia, Germania e Spagna. Questi i numeri di Elena Ferrante. Centinaia di recensioni su blog, riviste on line, quotidiani. Migliaia di tweet e post. Tutti a voler esprimere il proprio elogio a quella che «potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui si sia sentito parlare» . Tutti smaniosi di conoscere almeno un frammento della misteriosa identità dell’autrice, riottosa a svelarsi se non attraverso le sue pagine.
[...]
Il ciclo de L’amica geniale somiglia a uno di quegli imponenti palazzi scheletro che numerosi affollano le nostre città: una solida struttura verticale, la trama avvincente e perfettamente architettata, abitata solo da qualche ombra che ogni tanto si fa persona, e dà colore allo spazio, ma più spesso lascia la nostalgia di un posto vacante. E, dal momento che di letteratura parliamo, mi preme ricordarlo, la nostalgia avvertita è la nostalgia anzitutto della parola, della sorpresa della parola, il cui compito è di colpire il lettore, di strapparlo all’opacità in cui consuma l’esistenza. Tutto, invece, rimane nell’orizzonte d’attesa del lettore , che può rimanere avvinto da una trovata narrativa, da un colpo di scena certamente ben preparato; ma a quel livello di conoscenza umana profonda, di rivelazione del proprio essere intimo, ignoto a sé stessi e sempre desideroso di essere rinvenuto, a quel livello, a cui dovrebbe parlare la letteratura, ecco, a quel livello, la voce più celebrata della narrativa italiana contemporanea dice ancora troppo poco.
2. «La mia vera biblioteca è appesa ai muri»: Testori critico d’arte
3. L’iconografia testoriana
4. Testori e la poesia come critica
in "Campi immaginabili", fascicoli I-II, anno 2016, Rubbettino
Se si parla di Giovanni Testori prima o poi si finisce a parlar di donne. Gilda, Maria Brasca, Arialda, la monaca di Monza, Erodiade, Letizia, Felicita, Maria: dalla eroine popolari ai personaggi esemplari (della storia o del mito) a Maria, la madre di Dio. In cinquant’anni di carriera e decine di opere, non troviamo personaggi meno arrischiati, meno rischiosi di altri: tutte mettono in gioco tutto: carne, sangue, cuore; grandissimo cuore che si dibatte e cerca la propria strada, l’unicità della propria strada. Donne legate alla morte, che dialogano con i defunti o muoiono loro stesse; donne che uccidono; donne che soffrono più degli altri, come se gli stessi fianchi fatti per portare la vita fossero fatalmente destinati ad accogliere anche la sofferenza. Ma anche donne che vogliono essere felici e cercano di ottenere la gioia con gli strumenti che hanno, anzi tutto il loro corpo, sensuale e carico di energia vitale; donne che amano e perdonano; donne che sono madri, dei loro figli e dei loro amati. Madri nella bontà, nell’accoglienza sempre pronta, nella cura sollecita.
Le protagoniste testoriane rappresentano le numerose e stratificate sfaccettature del femminile: sebbene in ognuna ci sia un aspetto predominante, in tutte si coglie la totalità dell’universo
femminile e, possiamo dire, la totalità dei sotterranei del cuore umano. Infatti, Testori non rappresenta appena le donne, ma attraverso il grande affresco del femminile guarda la vita intera,
nella sua origine e nelle sue istanze essenziali: la donna è «un ganglio, un nucleo oscuro, ancestrale, di cui mi fa pena parlare, e che mi s’è formato davanti a poco a poco [...]. Questa specie di risucchio dal dentro al fuori che c’è stato, che continua a esserci, di cui siamo vittime tutti, uomini e bestie, e che, in me, è andato a coincidere fatalmente col grembo di mia madre... ma allora, parlare della donna è come parlare della vita».
Courses
Il corso si prefigge l’obiettivo principale di affinare la conoscenza della lingua inglese per fornire gli strumenti utili alle necessità accademiche: affrontare l’elaborazione di paper, di presentazioni e per la preparazione di interventi orali. Il corso è rivolto a dottorandi e dottori di ricerca, ricercatori, insegnanti e studiosi delle aree disciplinari umanistico-sociali (in via prioritaria ma non esclusiva) di tutti gli Atenei, che abbiano una conoscenza della lingua inglese corrispondente almeno a un livello B2. Il programma sarà orientato anche sulla base delle singole provenienze disciplinari, per meglio orientare la didattica e migliorare perciò l’apprendimento. Si prevede l’attivo coinvolgimento di tutti i partecipanti e l’adozione di un approccio molto pratico alla lingua scritta e parlata.
Maggiori informazioni: http://ricercacontinua.uniroma2.it/?page_id=26
In his interpretation, so personal, focused, and so partial, Giovanni Testori isolates in the Promessi Sposi the shadiest moments, like, first of all, the character of the nun of Monza, to whom he accords his preference both in the homonymous pièce and in the Promessi sposi alla prova. Doors and thresholds that mark Gertrude’s life translate into image the drama, the dizziness of human freedom, capable of the worst turpitude and of the most celestial pity, as an original comparison with the most celebrated threshold of the novel shows, the one of Cecilia’s mother.
2. TEMI E STILE
2.1 MATERNITÀ. IL CASO DE L’AMORE MOLESTO.
2.2 SOTTO SCACCO: SCRITTURA E METALETTERARIETÀ
2.3 QUESTIONI DI STILE: SEMPLIFICAZIONE, DESCRIZIONE, MEDIETÀ
Più di un milione le copie vendute in Italia. Più del doppio quelle vendute ai popoli anglosassoni, seguiti da Francia, Germania e Spagna. Questi i numeri di Elena Ferrante. Centinaia di recensioni su blog, riviste on line, quotidiani. Migliaia di tweet e post. Tutti a voler esprimere il proprio elogio a quella che «potrebbe essere la migliore scrittrice contemporanea di cui si sia sentito parlare» . Tutti smaniosi di conoscere almeno un frammento della misteriosa identità dell’autrice, riottosa a svelarsi se non attraverso le sue pagine.
[...]
Il ciclo de L’amica geniale somiglia a uno di quegli imponenti palazzi scheletro che numerosi affollano le nostre città: una solida struttura verticale, la trama avvincente e perfettamente architettata, abitata solo da qualche ombra che ogni tanto si fa persona, e dà colore allo spazio, ma più spesso lascia la nostalgia di un posto vacante. E, dal momento che di letteratura parliamo, mi preme ricordarlo, la nostalgia avvertita è la nostalgia anzitutto della parola, della sorpresa della parola, il cui compito è di colpire il lettore, di strapparlo all’opacità in cui consuma l’esistenza. Tutto, invece, rimane nell’orizzonte d’attesa del lettore , che può rimanere avvinto da una trovata narrativa, da un colpo di scena certamente ben preparato; ma a quel livello di conoscenza umana profonda, di rivelazione del proprio essere intimo, ignoto a sé stessi e sempre desideroso di essere rinvenuto, a quel livello, a cui dovrebbe parlare la letteratura, ecco, a quel livello, la voce più celebrata della narrativa italiana contemporanea dice ancora troppo poco.
2. «La mia vera biblioteca è appesa ai muri»: Testori critico d’arte
3. L’iconografia testoriana
4. Testori e la poesia come critica
in "Campi immaginabili", fascicoli I-II, anno 2016, Rubbettino
Se si parla di Giovanni Testori prima o poi si finisce a parlar di donne. Gilda, Maria Brasca, Arialda, la monaca di Monza, Erodiade, Letizia, Felicita, Maria: dalla eroine popolari ai personaggi esemplari (della storia o del mito) a Maria, la madre di Dio. In cinquant’anni di carriera e decine di opere, non troviamo personaggi meno arrischiati, meno rischiosi di altri: tutte mettono in gioco tutto: carne, sangue, cuore; grandissimo cuore che si dibatte e cerca la propria strada, l’unicità della propria strada. Donne legate alla morte, che dialogano con i defunti o muoiono loro stesse; donne che uccidono; donne che soffrono più degli altri, come se gli stessi fianchi fatti per portare la vita fossero fatalmente destinati ad accogliere anche la sofferenza. Ma anche donne che vogliono essere felici e cercano di ottenere la gioia con gli strumenti che hanno, anzi tutto il loro corpo, sensuale e carico di energia vitale; donne che amano e perdonano; donne che sono madri, dei loro figli e dei loro amati. Madri nella bontà, nell’accoglienza sempre pronta, nella cura sollecita.
Le protagoniste testoriane rappresentano le numerose e stratificate sfaccettature del femminile: sebbene in ognuna ci sia un aspetto predominante, in tutte si coglie la totalità dell’universo
femminile e, possiamo dire, la totalità dei sotterranei del cuore umano. Infatti, Testori non rappresenta appena le donne, ma attraverso il grande affresco del femminile guarda la vita intera,
nella sua origine e nelle sue istanze essenziali: la donna è «un ganglio, un nucleo oscuro, ancestrale, di cui mi fa pena parlare, e che mi s’è formato davanti a poco a poco [...]. Questa specie di risucchio dal dentro al fuori che c’è stato, che continua a esserci, di cui siamo vittime tutti, uomini e bestie, e che, in me, è andato a coincidere fatalmente col grembo di mia madre... ma allora, parlare della donna è come parlare della vita».
Il corso si prefigge l’obiettivo principale di affinare la conoscenza della lingua inglese per fornire gli strumenti utili alle necessità accademiche: affrontare l’elaborazione di paper, di presentazioni e per la preparazione di interventi orali. Il corso è rivolto a dottorandi e dottori di ricerca, ricercatori, insegnanti e studiosi delle aree disciplinari umanistico-sociali (in via prioritaria ma non esclusiva) di tutti gli Atenei, che abbiano una conoscenza della lingua inglese corrispondente almeno a un livello B2. Il programma sarà orientato anche sulla base delle singole provenienze disciplinari, per meglio orientare la didattica e migliorare perciò l’apprendimento. Si prevede l’attivo coinvolgimento di tutti i partecipanti e l’adozione di un approccio molto pratico alla lingua scritta e parlata.
Maggiori informazioni: http://ricercacontinua.uniroma2.it/?page_id=26