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In principio, nel III secolo a.C., si chiamarono munera, cioè obblighi verso i defunti. Poi il nome rimase, ma via via i combattimenti gladiatori persero il carattere di cerimonia funebre e acquisirono quello di festività offerte da... more
In principio, nel III secolo a.C., si chiamarono munera, cioè obblighi verso i defunti. Poi il nome
rimase, ma via via i combattimenti gladiatori persero il carattere di cerimonia funebre e acquisirono
quello di festività offerte da personalità politiche e dall'imperatore per procurarsi consenso, secondo
la nota espressione di Giovenale: panem et circenses. Una tradizione che durò oltre sette secoli nel
segno dell'intrattenimento grandioso, esotico e violento. Vero e proprio spettacolo interattivo cui il
pubblico partecipava non solo con le incitazioni ai contendenti, ma anche decidendo il destino dei
vinti.
Il libro conduce il lettore in una giornata ideale in uno dei qualsiasi anfiteatri che abbellivano le città romane. Questo percorso viene intrapreso attraverso uno studio delle infinite
testimonianze iconografiche e archeologiche provenienti non solo dalla città di Pompei, ma anche
da altre importantissime realtà.
Il viaggio inizia attraverso lo studio dei graffiti provenienti dalle pareti degli edifici
pompeiani, andando a implementare le mancanze descrittive delle scene ivi rappresentate. Si
prosegue con lo studio dei rilievi e le pitture di due importanti edifici sepolcrali, quelli di Umbricio
Scauro nella necropoli di Porta Nocera e il sepolcro di Vestorio Prisco nella necropoli di Porta
Vesuvio.
Il grosso dello studio si è basato sulle fonti latine e greche, sui rilievi, mosaici, rinvenimenti
ceramici e pitture che potessero meglio far chiarezza sulle varie classi gladiatorie.
La prima parte è dedicata alle classi gladiatorie attestate a Pompei, per poi spaziare
sulle altre che hanno dominato il panorama gladiatorio. Una piccola parte alla
pubblicizzazione e lo svolgimento del munus per poi terminare con le famose venationes.
Research Interests:
Il vino ha sempre rappresentato per le civiltà del passato, un bene di prima necessità. Prodotto in gran parte del mondo conosciuto, il vino fu considerato merce preziosa di scambio, merce tanto preziosa da incentivare la pirateria nel... more
Il vino ha sempre rappresentato per le civiltà del passato, un bene di prima necessità. Prodotto in gran parte del mondo conosciuto, il vino fu considerato merce preziosa di scambio, merce tanto preziosa da incentivare la pirateria nel Mediterraneo ed infine un ottimo accompagnamento durante importanti riunioni dell'alta nobiltà antica e non solo.
Il libro ripercorre le tappe della produzione e del commercio del vino, seguendo la filiera produttiva che dalla coltivazione giungeva al consumo, seguendo la concezione moderna "dal produttore al consumatore".
Ruolo fondamentale occupato nella filiera, era quello del trasporto di questo bene all'interno dei grandi contenitori, i dolia. 
Numerosi relitti furono e sono continuamente individuati sui fondali del nostro mare, nel testo vengono trattati quelli che ci hanno restituito maggiori informazioni sul traffico commerciale tra I secolo a.C. e I secolo d.C.
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