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Federico Reggio
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Il presente contributo esamina, in ottica multidisciplinare, un momento significativo nello sviluppo delle c.d. ‘Vie della Seta’, ossia quello del suo passaggio da un insieme di interazioni sporadiche e spontanee a quello di un suo... more
Il presente contributo esamina, in ottica multidisciplinare, un momento significativo nello sviluppo delle c.d. ‘Vie della Seta’, ossia quello del suo passaggio da un insieme di interazioni sporadiche e spontanee a quello di un suo sviluppo nella cornice di un disegno politico. Si tratta di un contesto di cui si intende mostrare l’importanza per gli studi che, a vario livello, si interessano di interculturalità, intesa sia nella sua connotazione spaziale che temporale. A tal fine, lo sguardo è rivolto all’esperienza dell’estremo ellenismo orientale nella sua parabola conclusiva, in un momento di particolare vitalità e trasformazione, sulla spinta anche di fenomeni migratori e mutamenti politici. Fra i testimoni di questa realtà così dinamica e fortemente interculturale – sulla quale le fonti occidentali sono alquanto lacunose – eminente è il ruolo delle fonti cinesi: l’apertura della Cina degli Han verso le ‘Regioni Occidentali’ si traduce così in una serie di brevi affreschi utili a interrogarsi sulle caratteristiche di un mondo in repentino cambiamento e particolarmente fecondo di elementi per una lettura culturale attenta alle interconnessioni. Il fatto che in questo singolare humus maturino le condizioni politiche, economiche e infrastrutturali per la progressiva stabilizzazione di connessioni poi identificate con l’evocativo nome di Via della Seta, rende particolarmente interessante questo spaccato di storia antica, vista anche la rinnovata attualità che tale tema rivela oggi per effetto della Belt and Road Initiative da parte della Cina. Questo momento di singolare vitalità, scandito da migrazioni e stanzializzazioni di popoli, disegni ed esiti di politiche di colonizzazione, interazione fra culture e religioni, testimonia relazioni fra mondi che cercano e ottengono collegamenti sempre più stretti, e pur sempre si trovano coinvolti in conflitti e controversie che sfidano il sempre delicato rapporto fra identità politiche e culturali, non da ultimo anche attraverso strumenti giuridici.
This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field, Howard Zehr and John William Cooley. The first... more
This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and
practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field,
Howard Zehr and John William Cooley. The first Author – widely considered as the ‘grandfather’ of
restorative justice – has often taken profit by his expertise as a photographer, which affected his
perspective(s) on justice both at a theoretical and a practical level. Conversely, Cooley – whose vital
contribution to the theory of civil mediation is mostly connected to binding it to (a classical approach
to legal) argumentation – has reflected on the role of music in the theory and practice of mediation.
He suggested, in fact, a parallelism between being a mediator and a musician (both considered as a
performer and as a composer). Through different disciplines and metaphoric images, both Zehr and
Cooley show how arts can help reflecting on the perspective and angle through which a justice
process is understood, envisioned and put into practice. Concluding remarks are elaborated through
a reading of some argumentations drawn by John Paul Lederach’s very own The Moral Imagination.
Abstract: A trent’anni dalla sua più rilevante tematizzazione, la Restorative Justice sembra aver conquistato stabilmente l’attenzione del dibattito internazionale sulla giustizia penale, accreditandosi come proposta tanto legittima... more
Abstract: A trent’anni dalla sua più rilevante tematizzazione, la Restorative
Justice sembra aver conquistato stabilmente l’attenzione del dibattito
internazionale sulla giustizia penale, accreditandosi come proposta tanto
legittima quanto affascinante, non da ultimo per la sua capacità di
proporre una ‘alternativa’ sia concettuale che pratica al tradizionale modo
di pensare e ‘praticare’ la sanzione penale. Eppure, permangono alcune
‘zone critiche’ – sia di carattere teorico che di carattere pratico – rispetto
alle quali il paradigma restorative sembra caratterizzato ancora da una
certa incompiutezza, che ne investe anche i profili metodologici. L’indagine
che segue ha lo scopo di ‘fotografare’ questa situazione-soglia, portando il
lettore a ‘leggere fra le righe’ di una proposta avvincente, oggi chiamata a
dar conto della propria effettiva capacità innovativa in un contesto di
giustizia penale ancora poco propenso ad accogliere istanze di
complessivo e radicale ripensamento.
Abstract: Il contributo si compone di due parti: la prima propone una breve introduzione prospettica alla mediazione, offrendo alcuni spunti metodologici per avvicinarsi a tale istituto entro un approccio dialogicoargomentativo, che ha al... more
Abstract: Il contributo si compone di due parti: la prima propone una breve
introduzione prospettica alla mediazione, offrendo alcuni spunti
metodologici per avvicinarsi a tale istituto entro un approccio dialogicoargomentativo,
che ha al cuore il concetto di mediazione come ‘maieutica
del dialogo’, atta ad abilitare fra le parti un confronto ragionato. Qui,
entro le dimensioni di ethos, pathos e logos, le parti protagoniste di una
controversia sono abilitate a ricercare una soluzione sostenibile che possa
per loro valere come ‘norma del caso’. Segue, nella seconda parte, una
disamina di alcuni di tali strumenti metodologici alla luce di problematiche
e questioni emerse in un case-study reale, che ripropone una lettura di una
controversia efficacemente risolta in sede di mediazione.
Il saggio, introduttivo alle Storie di Pietro Patrizio, riflette sulla figura del giurista, che fu celebre diplomatico e negoziatore in epoca giustinianea, ponendo al centro della riflessione il rapporto fra il diritto (nel suo rapporto... more
Il saggio, introduttivo alle Storie di Pietro Patrizio, riflette sulla figura del giurista, che fu celebre diplomatico e negoziatore in epoca giustinianea, ponendo al centro della riflessione il rapporto fra il diritto (nel suo rapporto anche con le virtutes classiche della prudentia, eloquentia, aequitas) e l'attività diretta a intavolare un dialogo e stipulare un accordo di pace. Proiettandosi anche su chiavi di lettura contemporanee, tipiche dei paradigmi di conflict resolution e conflict transformation, la seconda parte dello scritto analizza due negoziati condotti da Pietro (uno, fallito, per la liberazione della regina Amalasunta, figlia di Teodorico, l'altro, riuscito, volto a stipulare con il re persiano Cosroe un trattato di pace), cercando di comprendere quali elementi ne abbiano condizionato l'esito. Lo sguardo è quello filosofico-giuridico e della metodologia della mediazione, riportato all'interno di un circoscritto capitolo di una ideale "historia pacis".
Il saggio costituisce una introduzione filosofico-giuridica al testo "etica e giustizia del buonsenso", volto a problematizzare la nozione di buonsenso proposta dall'autore come riferimento concettuale etico, utile anche per il giurista... more
Il saggio costituisce una introduzione filosofico-giuridica al testo "etica e giustizia del buonsenso", volto a problematizzare la nozione di buonsenso proposta dall'autore come riferimento concettuale etico, utile anche per il giurista pratico. In particolare, ci si concentra sulla dimensione endossale di tale riferimento, che richiede dunque uno sforzo argomentativo e critico per un raccordo con l'esperienza pratica: la proposta dell'autore si rivela, in questo senso, un percorso "sapienziale" volto a proporre attitudini e riferimenti concettuali o prospettici idonei a orientare verso il buonsenso come "prospettiva" per il pensiero e per l'agire.
Breve saggio introduttivo sul rapporto fra vero e verisimile nel contesto di un'operazione di ricostruzione storica di un testo andato perduto e noto solo de relato o per fragmenta.
This paper offers some introductory remarks to the following issue of Journal of Ethics and Legal Technologies, with the aim of briefly recalling some of the core-themes that the participating authors have outlined. The aim is to show how... more
This paper offers some introductory remarks to the following issue of Journal of Ethics and Legal Technologies, with the aim of briefly recalling some of the core-themes that the participating authors have outlined. The aim is to show how the most recent and problematic issues arisen by technological development are not only constantly challenging the categories of legal thought, but also call for some deeper, philosophical understanding.
ABSTRACT: Il capitolo propone una rilettura di alcuni punti salienti della riflessione biogiuridica di Francesca Zanuso, a partire da rilevanti osservazioni critiche emerse in un recente scritto di Anna Pintore, e che quest’ultima dedica... more
ABSTRACT: Il capitolo propone una rilettura di alcuni punti salienti della riflessione biogiuridica di Francesca Zanuso, a partire da rilevanti osservazioni critiche emerse in un recente scritto di Anna Pintore, e che quest’ultima dedica al pensiero della compianta studiosa. Essi cadono su centri nevralgici della riflessione biogiuridica contemporanea, ed
offrono lo spunto per ritornare su alcuni elementi salienti del percorso di Zanuso, raccogliendo, in particolare, il suo invito ad una prospettiva dialettica del biodiritto, qui declinato secondo una proposta di ‘biogiuridica dialogica’.
Giambattista Vico non è autore che si presti a facili etichettature concettuali. Questo può forse aiutare a comprendere il motivo alla base delle multiformi e talora contrastanti letture che sono state fatte della sua figura e del suo... more
Giambattista Vico non è autore che si presti a facili etichettature concettuali. Questo può forse aiutare a comprendere il motivo alla base delle multiformi e talora contrastanti letture che sono state fatte della sua figura e del suo pensiero. Proprio in questa sfuggente polimorfia può essere trovato, tuttavia, un argomento che rivela la perdurante vitalità di questo autore, e che impegna il lettore in uno sforzo interpretativo destinato a rinnovarsi continuamente e a tenersi a prudenziale distanza dal pericolo di incasellare Vico entro schemi, o comunque reti categoriali troppo rigide e anguste.
Un aspetto ancora controverso, a questo riguardo, è il rapporto che Vico ebbe nei confronti del suo tempo, e, più in generale, della Weltanschauung moderna, di cui fu, dall’interno, interlocutore critico, non di rado proponendo percorsi concettuali alternativi rispetto al mainstream dei suoi contemporanei.
In un momento nel quale, come accade nella temperie attuale, si constatano con lucidità, e talora con senso di disillusione, molti dei fallimenti teoretici e pratici intorno ai quali la visione del mondo moderna aveva costruito e alimentato le sue aspirazioni di “magnifiche sorti e progressive”, volgere lo sguardo al pensiero di Giambattista Vico è come confrontarsi con un’alternativa in gran parte rimasta inascoltata, se non sconfitta, nel momento in cui fu concepita e presentata.
Forse, proprio da quel “paradigma scartato” che fu – nel ‘700 – la filosofia giuridica vichiana, possono giungere spunti ancor oggi ricchi di interesse ed attualità: non certo perché si possa “ritornare al quel bivio” per scegliere una strada differente da quella in cui l’Occidente si è avventurato nella Modernità, bensì perché misurarsi con gli argomenti dell’alternativa scartata può offrire – in pieno esodo dalla mentalità moderna – ulteriori spunti e motivi di riflessione perché il pensiero giuridico contemporaneo acquisisca consapevolezza delle opzioni filosofiche da cui deriva, così come del fatto che esse non risultano una via obbligata.
La biogiuridica ha nei suoi tratti essenziali l’essere materia ‘di frontiera’ e ‘di frontiere’: non solo per il suo collocarsi a raccordo fra discipline differenti (fra cui diritto, medicina, biotecnologie, etica, filosofia…) ma anche per... more
La biogiuridica ha nei suoi tratti essenziali l’essere materia ‘di frontiera’ e ‘di frontiere’: non solo per il suo collocarsi a raccordo fra discipline differenti (fra cui diritto, medicina, biotecnologie, etica, filosofia…) ma anche per il fatto di coagulare domande e riflessioni intorno a quesiti che spesso rappresentano scenari inesplorati, e rispetto ai quali le categorie a disposizione all’interno degli orizzonti di sapere tradizionali si rivelano inadeguate, o comunque bisognose di ripensamento critico.
Frontiere raccoglie questo ‘invito alla complessità’ proponendo non già una trattazione di ampio spettro sul biodiritto in generale, bensì tre itinerari di pensiero su temi di rilevanza biogiuridica: il primo riguarda una frontiera di ‘inizio vita’, come il tema del ‘risarcimento da nascita indesiderata’ (e la connessa e discussa domanda sulla possibile esistenza di un ‘diritto a non nascere, se non sano’); segue una riflessione su una frontiera di ‘fine vita’, e in particolare sul ‘buon accompagnamento’, analizzato sia da un punto di vista etico-filosofico che con riguardo ai profili comunicativi della relazione medico-paziente. Il terzo itinerario, infine, propone riflessioni filosofiche di portata più generale, maturate a partire dal confronto con due differenti ed autorevoli approcci filosofico-giuridici al biodiritto.
Il percorso proposto dal testo ambisce ad aiutare il lettore a cogliere alcuni fra i principali profili problematici inerenti al dibattito contemporaneo, non già perché da tale consapevolezza sorga un invito allo scacco e alla paralisi: si auspica, piuttosto, che ciò valga come esortazione a sottoporre la riflessione e l’agire biogiuridici alla prova di un vaglio critico e di un autentico dialogo e fra gli interlocutori coinvolti.
In un contesto di crescente attenzione per gli strumenti di risoluzione alternativa della controversia, testimoniata dalla progressiva estensione del loro ambito applicativo e utilizzo, il giurista è oggi chiamato a dotarsi di riferimenti... more
In un contesto di crescente attenzione per gli strumenti di risoluzione alternativa della controversia, testimoniata dalla progressiva estensione del loro ambito applicativo e utilizzo, il giurista è oggi chiamato a dotarsi di riferimenti concettuali e prospettive di metodo divenuti necessari per la sua formazione e professione. Alla luce di questa esigenza, Concordare la norma affronta il fenomeno ADR in ambito civile, coniugando considerazioni filosofico-giuridiche e proposte metodologiche, grazie anche a sollecitazioni provenienti dall’esperienza pratica. Concentrandosi soprattutto sugli strumenti consensuali, con un focus specifico sulla mediazione, il testo raccoglie quindi la sfida di connettere teoria e prassi, ponendo in contatto elaborazioni di matrice più classica con concetti e metodi provenienti dal dibattito internazionale in materia di conflict resolution.
"In a moment in which several different voices underline the state of crisis that characterizes criminal justice both in its conceptual premises and its practical applications, Restorative Justice captures an increasingly high interest:... more
"In a moment in which several different voices underline the state of crisis that characterizes criminal justice both in its conceptual premises and its practical applications, Restorative Justice captures an increasingly high interest: such a conception underlines – although with different articulations – the importance of a reparative and participatory approach to the reaction to crime.
By claiming a deeper attention to the wound that crime has actually performed, and therefore also to the persons directly involved in it, Restorative Justice purposes a decisive change of perspectives in the way punishment and its determination are conceived. Such an approach invites, first of all, to rethink the justification, the goal, and the limits of the reaction to crime, therefore tends to criticize several conceptual premises which characterised the modern and contemporary vision of criminal justice.
This study is meant to offer, at first, an introduction to Restorative Justice, analysing its constitutive elements, the main models of its practical applications, and its cultural origins; besides, it undertakes a critical analysis of some of the main ‘commonplaces’ which tend to characterise the principal argumentative schemes adopted by the advocates of such an approach. The latter analysis aims at verifying the real unity of Restorative Justice as a theory and, secondly, is intended to let emerge concepts and argumentative structures able to place Restorative Justice’s innovative strength within a solid philosophical frame.
"
This essay seeks to explore the potentials of restorative ethics in contributing in designing digital technologies in a way that puts the human being at the centre of the attention, considering how instead the digital world and its... more
This essay seeks to explore the potentials of restorative ethics in contributing in designing
digital technologies in a way that puts the human being at the centre of the attention, considering how
instead the digital world and its related technologies can result de-humanizing at various levels. The
digital world, in fact, can produce or enhance various forms of discrimination, whose outcome may
ultimately result in forms of more or less explicit violence to people and relationships.
This writing will not take into account restorative ways to react to phenomena of discrimination, but
rather will seeks to show that a restorative approach can offer important conceptual and ethical
standpoints for legal designers and technology developers in order to design digital technology around
users, their interests and their needs rather than imposing such tools "on", or "notwithstanding",
them. The overall goal of these first reflection on the theme is to offer a pathway able to match a “critical
openness” towards technological innovations with the issue of ethically safeguarding the protection of
their human users.
Breve scheda di presentazione della nozione, origini, fonti e sviluppi del noto brocardo
Stemming from an interdisciplinary debate among scholars commonly involved in the rethinking of theoretical paradigms of criminal justice, the essay offers a few legal-philosophical considerations about the concept of law that underlies... more
Stemming from an interdisciplinary debate among scholars commonly involved in the rethinking of theoretical paradigms of criminal justice, the essay offers a few legal-philosophical considerations about the concept of law that underlies the innovative proposals of Restorative Justice, whose revolutionary elements have difficulties in finding a good match with the traditional legal-theoretical categories. The notion of 'rule of law' is at stake, mostly in its modern and postmodern character. Thereby the essay proposes to rethink the idea of law itself, in favour of a 'dialogical' approach, influenced also by G.B. Vico's critical proposal. The essay ends with a 'law and literature' insight about the biblical image of Moses' tablets
Il saggio esplora da un punto di vista teorico generale e metodologico-giuridico gli strumenti consensuali di soluzione della controversia in ambito ADR, con particolare attenzione a profili logico-argomentativi implicati nelle tecniche... more
Il saggio esplora da un punto di vista teorico generale e metodologico-giuridico gli strumenti consensuali di soluzione della controversia in ambito ADR, con particolare attenzione a profili logico-argomentativi implicati nelle tecniche di negoziato e mediazion
Breve descrizione della nozione, origine, fonti e sviluppi del noto brocardo
In un contesto di crescente attenzione per gli strumenti di risoluzione alternativa della controversia, testimoniata dalla progressiva estensione del loro ambito applicativo e utilizzo, il giurista è oggi chiamato a dotarsi di riferimenti... more
In un contesto di crescente attenzione per gli strumenti di risoluzione alternativa della controversia, testimoniata dalla progressiva estensione del loro ambito applicativo e utilizzo, il giurista è oggi chiamato a dotarsi di riferimenti concettuali e prospettive di metodo divenuti necessari per la sua formazione e professione. Alla luce di questa esigenza, Concordare la norma affronta il fenomeno ADR in ambito civile, coniugando considerazioni filosofico-giuridiche e proposte metodologiche, grazie anche a sollecitazioni provenienti dall’esperienza pratica. Concentrandosi soprattutto sugli strumenti consensuali, con un focus specifico sulla mediazione, il testo raccoglie quindi la sfida di connettere teoria e prassi, ponendo in contatto elaborazioni di matrice più classica
Il saggio muove dal recente dibattito contemporaneo sulla positivizzazione del diritto e sulla categoria del diritto vivente, confrontandolo con il concetto dinamico di diritto storicamente contestuale elaborato, in aperta polemica con il... more
Il saggio muove dal recente dibattito contemporaneo sulla positivizzazione del diritto e sulla categoria del diritto vivente, confrontandolo con il concetto dinamico di diritto storicamente contestuale elaborato, in aperta polemica con il pensiero giuridico-filosofico a lui contemporaneo, da Giambattista Vico. In particolare, si prende in considerazione un apparente invito di Vico a considerare "verum ipsum factum", ossia a vedere il 'formante' del diritto nella sua stessa vita praticata, nel suo emergere contestuale nella prassi, confrontandolo con moniti altrove espressi dallo stesso autore, per il quale comunque il diritto non pu\uf2 mai ridursi a prodotto di autorit\ue0, ma deve sempre rapportarsi, sia pur problematicamente, con la veritas, e con la recta ratio. Il quesito diviene dunque il seguente: come possa interpretarsi, quindi, lo stesso controverso concetto di 'verum-factum', e come esso sia armonizzabile con la filosofia giuridica vichiana, attenta a non ridurre il diritto a pura forza n\ue9 tanto meno a puro prodotto storico. Il saggio propone un'interpretazione originale ed autonoma del verum-factum, proponendo alcune riflessioni, a margine del confronto con Vico, sul problematico rapporto fra verit\ue0 e diritto in un contesto, come quello contemporaneo, in cui la positivizzazione della norma sembra sempre pi\uf9 legarsi alla decisione puntuale del giudice del caso di specie
The essay offers a few philosophical coordinates for rethinking criminal justice in a restorative way. If restorative justice offers a new paradigm of criminal justice, thereby proposing its global rethinking into a more... more
The essay offers a few philosophical coordinates for rethinking criminal justice in a restorative way. If restorative justice offers a new paradigm of criminal justice, thereby proposing its global rethinking into a more "civilised" approach to punishment, this coureageous approach still appears to be weak in sustaining its proposal through sound ethical and philosohical standponts. The essay suggests that such standpoints could be found within a so-called "dialogical approach", that the author outlined in contact with the classical legal-philosophical heritage
The following contribution focuses on how to match the lens of restorative justice with the concerns of (also structural) past imbalance, today commonly considered as forms of injustice which need to be rebalanced through a variety of... more
The following contribution focuses on how to match the lens of restorative justice with the concerns of (also structural) past imbalance, today commonly considered as forms of injustice which need to be rebalanced through a variety of measures. Nowadays these situations are considered part of history (e.g., colonialism, various forms of discrimination and inequality), however, the conscience of their injustice still influences the current debate, involving the importance of publicly taking distance, or even condemning, those phenomena or behaviours, mostly in public discourses. History, memory, equity, and a sheer sense of justice are confronted with the possibility of dealing restoratively with such issues, considering that they might instead involve forms of removal or even retaliation (as it happens, e.g., within the so called 'cancel culture'). The question that arises is whether a restorative lens can positively affect actions taken in order to 'correct' past mistakes. Secondly, such perspective, could also help to show when, and under which conditions, some actions that apparently are meant to 'rebalance' things might result in contradiction with the values of justice as restoration. This helps highlighting how this approach could also act as a safeguard against the risk of undermining or even denying fundamental democratic values, albeit apparently (or admittedly) acting to promote them. A core theme is the role of memory and narratives and their connection to a relational and reparative approach to ethics. If, on the one hand, the following reflections place their focus outside the field of criminal justice, on the other hand they assume-as a premise-Howard Zehr's suggestion that restorative justice can be interpreted as a way of life, involving a perspective able to affect someone's way of thinking and acting. Among restorative justice's fundamental principles, there is the core-idea that justice should not 'imitate' the violent logic which underlies wrongdoing. Therefore, the restorative way of 'rebalancing things' cannot happen in a manner that violates important values, such as those which promote dialogue, empowerment, active responsibility, mutuality and respect.
Il saggio esplora da un punto di vista teorico generale e metodologico-giuridico gli strumenti consensuali di soluzione della controversia in ambito ADR, con particolare attenzione a profili logico-argomentativi implicati nelle tecniche... more
Il saggio esplora da un punto di vista teorico generale e metodologico-giuridico gli strumenti consensuali di soluzione della controversia in ambito ADR, con particolare attenzione a profili logico-argomentativi implicati nelle tecniche di negoziato e mediazion
La monografia presenta, attraverso un percorso articolato, una rilettura contemporanea del pensiero filosofico-giuridico di Giambattista Vico, cercando di evidenziarne, da un lato, i motivi di discontinuit\ue0 rispetto al mainstream dei... more
La monografia presenta, attraverso un percorso articolato, una rilettura contemporanea del pensiero filosofico-giuridico di Giambattista Vico, cercando di evidenziarne, da un lato, i motivi di discontinuit\ue0 rispetto al mainstream dei suoi contemporanei - rispetto ai quali egli si eresse a voce critica, spesso inascoltata - e dall'altro di rimarcare l'attualit\ue0 del 'paradigma scartato' elaborato da Vico, che sembra offrire parametri concettuali di interesse e utilit\ue0 anche per l'attuale temperie giuridica
Breve scheda di commento sul noto principio giuridico: origine, fonti e svilupp
Scheda di breve presentazione della nozione, origine e sviluppo di questa regula juri
Scheda di breve analisi dell'origine, nozione e sviluppo del noto brocard
scheda di breve commento, con bibliografia, all'omonimo brocard
Il saggio affronta da un punto di vista filosofico e metodologico la prospettiva invocata dalla mediazione come approccio al conflitto intersoggettivo e alla soluzione della controversia in ambito civile. Lo scritto si confronta con... more
Il saggio affronta da un punto di vista filosofico e metodologico la prospettiva invocata dalla mediazione come approccio al conflitto intersoggettivo e alla soluzione della controversia in ambito civile. Lo scritto si confronta con elaborazioni della tradizione anglosassone, ponendoli in relazione con approccio giusfilosofici continentali. Nella prospettiva del saggio si considera in particolare la diversa prospettiva che la mediazione invoca, come approccio globalmente orientato a ripensare l'esperienza del conflitto e la ricerca di soluzioni dialogiche allo stesso
Il saggio esplora un recente contrasto giurisprudenziale in materia di "diritto a non nascere se non sano"/"risarcimento da nascita indesiderata", considerando criticamente gli orientamenti della giurisprudenza di... more
Il saggio esplora un recente contrasto giurisprudenziale in materia di "diritto a non nascere se non sano"/"risarcimento da nascita indesiderata", considerando criticamente gli orientamenti della giurisprudenza di Cassazione, a confronto con dottrina e giurisprudenza nazionali e internazionali, e poi sviluppando argomentazioni filosofico-giuridiche sul nucleo concettuale della questione controvers
Le soluzioni della controversia individuate sulla base del 'consensus inter partes' - come accade, ad es., nella transazione o nella conciliazione emersa all'esito di una mediazione - sono qui indagate come 'zona... more
Le soluzioni della controversia individuate sulla base del 'consensus inter partes' - come accade, ad es., nella transazione o nella conciliazione emersa all'esito di una mediazione - sono qui indagate come 'zona limite' della positivit\ue0 giuridica. Esse individuano infatti una 'norma del caso' capace di sostituirsi, in tutto o in parte, alla decisione giudiziale, eppure cos\uec circoscritta alla situazione disciplinata da non risultare richiamabile in altri casi analoghi come precedente. Si cercher\ue0 dunque di riflettere sul fulcro concettuale di tali soluzioni concordate: ci si chieder\ue0 se esso poggi esclusivamente su basi volontaristiche, o se invece altri fattori oltre al solo consenso delle parti possano spiegarne le prerogative e le specificit\ue0. Tali interrogativi evidenziano l'esigenza di interrogarsi sul possibile significato di un sempre pi\uf9 ampio ricorso a strumenti di 'giustizia consensuale' in un contesto di asserita crisi della 'positivit\ue0' giuridica, dalla quale non pare esente nemmeno l'istituto del processo
Breve descrizione della nozione, origine, fonti e sviluppi del noto brocardo
Breve presentazione dei contenuti, fonte e sviluppo del noto brocardo garantistic
Il saggio muove dal recente dibattito contemporaneo sulla positivizzazione del diritto e sulla categoria del diritto vivente, confrontandolo con il concetto dinamico di diritto storicamente contestuale elaborato, in aperta polemica con il... more
Il saggio muove dal recente dibattito contemporaneo sulla positivizzazione del diritto e sulla categoria del diritto vivente, confrontandolo con il concetto dinamico di diritto storicamente contestuale elaborato, in aperta polemica con il pensiero giuridico-filosofico a lui contemporaneo, da Giambattista Vico. In particolare, si prende in considerazione un apparente invito di Vico a considerare "verum ipsum factum", ossia a vedere il 'formante' del diritto nella sua stessa vita praticata, nel suo emergere contestuale nella prassi, confrontandolo con moniti altrove espressi dallo stesso autore, per il quale comunque il diritto non pu\uf2 mai ridursi a prodotto di autorit\ue0, ma deve sempre rapportarsi, sia pur problematicamente, con la veritas, e con la recta ratio. Il quesito diviene dunque il seguente: come possa interpretarsi, quindi, lo stesso controverso concetto di 'verum-factum', e come esso sia armonizzabile con la filosofia giuridica vichiana, attenta a non ridurre il diritto a pura forza n\ue9 tanto meno a puro prodotto storico. Il saggio propone un'interpretazione originale ed autonoma del verum-factum, proponendo alcune riflessioni, a margine del confronto con Vico, sul problematico rapporto fra verit\ue0 e diritto in un contesto, come quello contemporaneo, in cui la positivizzazione della norma sembra sempre pi\uf9 legarsi alla decisione puntuale del giudice del caso di specie
Perché tornare a leggere, o, ancor più, a studiare, il De Legibus di Cicerone, oggi, nel XXI secolo, in Italia, in Occidente? Si tratta forse di un testo che, pur nella sua lontananza, si rivela ancora attuale? Si può dire che sia... more
Perché tornare a leggere, o, ancor più, a studiare, il De Legibus di
Cicerone, oggi, nel XXI secolo, in Italia, in Occidente?
Si tratta forse di un testo che, pur nella sua lontananza, si rivela ancora
attuale?
Si può dire che sia attuale, oggi, parlare di un diritto positivo che non
può entrare in contrasto con un diritto naturale, specchio di un ordine
impresso nel cosmo, la cui normatività può essere colta attraverso un
corretto esercizio di ragione?
Si può sostenere che sia attuale, oggi, invitare il giurista all’esercizio di
una recta ratio, senza la quale lo jus si distacca dalla ricerca della
justitia, deragliando in un utilitarismo scettico, in forza del quale il
diritto si riduce a esercizio di potere mascherato in forme giuridiche ma
in realtà destinato a farsi veicolo di una in-iuria?
Legare lo justum all’honestum è qualcosa di fortemente sentito anche
oggi, nella teoria e nella prassi del diritto, e, accanto ad esse, nella
diffusa percezione sociale?
The following contribution offers a legal-philosophical perspective on Dante Aligheri’s conception of judgement, punishment and reward in the Divine Comedy. Dante’s Commedia offers several opportunities for philosophical reflection on... more
The following contribution offers a legal-philosophical perspective on Dante Aligheri’s conception of judgement, punishment and reward in the Divine Comedy. Dante’s Commedia offers several opportunities for philosophical reflection on justice-related themes, starting from the consideration that in all the three works, Inferno, Purgatorio and Paradiso ‘rewards and punishments’ are threatened by the divine. The first aim of the essay is to reflect on how Dante connects human behavior and the metaphysical consequences related to personal responsibility. This leads to an investigation of the models of justice that underlie the Divine Comedy’s system of punishment and reward. If, on the one hand, there is a predominant retributive type (Inferno and Paradiso) marked by definitive consequences, the Commedia makes space for an idea of punishment as amends (in the Purgatorio), in which suffering is expressed as a processual movement towards a purification. Here, proportionality marked by the mirror-idea of ‘contrappasso’ assumes a different meaning and purpose than in the Inferno, where condemnation marks all modification. If Dante shows the feasibility of representing such an idea of justice, and the possibility of understanding that it depends on some kind of reason, specifically God’s Reason, there nevertheless remains an incommensurability between God’s Justice and human justice. The architecture of Inferno, Purgatorio and Paradiso, therefore, does not depict a model that human societies are meant to reflect or imitate, but rather appears as a reminder that there is an ultimate Ratio that will have the final say in a complex, yet mysterious, balance between mercy and justice. This consciousness consequently raises an ancient and yet still pertinent question regarding the kind of justice that human beings, in their structural limitedness, are invited to research and apply along their mortal paths.
Abstract: the following contribution briefly examines the relationship between art and peacebuilding, considering both the role of art in the reflection and in the practice of transforming conflict, and the possibility of framing conflict... more
Abstract: the following contribution briefly examines the relationship between art and
peacebuilding, considering both the role of art in the reflection and in the practice of transforming
conflict, and the possibility of framing conflict transformation within an artistic activity. The
article briefly introduces also to the other contributions that were included in the issue 1/2021 of
Mediares, thereby serving as an ideal introduction to the number
Ashoka, Indian ruler of the Maurya dynasty, owes his conversion to Buddhism to the profound inner repentance following the bloody campaign to conquer the Indian kingdom of Kalinga (Orissa), which led him to an attempt a spiritual and... more
Ashoka, Indian ruler of the Maurya dynasty, owes his conversion to Buddhism to the profound inner
repentance following the bloody campaign to conquer the Indian kingdom of Kalinga (Orissa), which led him
to an attempt a spiritual and material reparation that lasted a whole life and to the issuing of a series of
norms (the Edicts) a re-elaboration of the Dharma in a parenetic and exhortative sense. His precedent will
serve as a model for subsequent rulers, primarily Menander and Kanishka, who will refer more or less
directly to these rules.
The aim of this work is to describe the design of an innovative test rig for investigating the expansion of saturated fluids in the two-phase region. The experimental test rig was thought up and built by TPG of the University of Genoa. It... more
The aim of this work is to describe the design of an innovative test rig for investigating the expansion of saturated fluids in the two-phase region. The experimental test rig was thought up and built by TPG of the University of Genoa. It will be equipped by probes and some optical accesses that permit high speed video recording and laser measurements. It will be useful for the study of the quality ratio, vapour and liquid droplet thermodynamic properties and their speed.
"Giambattista Vico’s philosophy offers very interesting and stimulating arguments now that – in the ‘post-modern’ age – we can critically outline and experience the outcomes (and the failures) of modernity. Underrated, and... more
"Giambattista Vico’s philosophy offers very interesting and stimulating arguments now that – in the ‘post-modern’ age – we can critically outline and experience the outcomes (and the failures) of modernity. Underrated, and probably also misunderstood, by many of his contemporaries – for his critical approach towards several aspects of the evolving modern thought at the beginning of Enlightment – Vico (1668-1744) developed, through a ‘solitary’ although not isolated path, a diverse and original philosophy, deeply related with the humanistic tradition of classical thought. Such a view nowadays appears to be for many aspects alternative to the modern vision, and, for that reason, rich of interesting suggestions for the contemporary reflection, also in the field of legal philosophy. SUMMARY: Introduction – 1. Vico’s critique of modernity"
It has become a commonplace to say that criminal justice is facing a crisis both in its conceptual premises and its practical applications or even to take this as a premise for discourses about criminal justice. At such a moment... more
It has become a commonplace to say that criminal justice is facing a crisis both in its conceptual premises and its practical applications or even to take this as a premise for discourses about criminal justice. At such a moment restorative justice emerges as a very peculiar proposal. It does not simply identify and criticize ‘what is wrong’ or malfunctioning in the contemporary practice of criminal justice: the restorative approach, in fact, suggests a decisive change in the way justice is understood and envisioned, both as a practice and as an idea. It is no surprise, then, that such a perspective has been recently gaining increasing attention in legal-philosophical studies. Restorative Justice invites us to rethink the justification, the goal, and the limits of the reaction to crime – and emerges, as some of its proponents say, as a different ‘paradigm’ of justice. Thus its core idea transcends the borderlines of the purely legal debate, nor can it be confined to the world of ‘social action’. Therefore, the attempt to undertake a philosophical reflection on restorative justice should not surprise: although much restorative justice actually originated from practice and still constantly refers to it, the ‘holistic’ restorative approach to face the problem of justice assumes a remarkable (although seldom explicit) philosophical character. Moreover, it must be noticed that the restorative approach relies on concepts and proposals which have a remarkably normative emphasis; They therefore, require adequate argumentation in order to be justified philosophically: otherwise, there is a risk of confining restorative justice to being an ‘optional view’ that can be chosen or not depending on individual opinions or to general consensus. In other words, the ambition to represent an idea –and/or an ideal – of justice, obliges the restorative approach to face the challenge of reflecting on its own conceptual premises and on their foundations: a challenge that may sound unpopular, or even impossible in a cultural milieu – such the postmodern one – which assumes an anti-foundational perspective as a some kind of dogma. This essay is meant to provide a brief, provisional exploration of the philosophical arguments which may help to showing that restorative justice is not just an ‘optional view’. Many of the underlying assumptions and ideal goals of the restorative perspective call for a global rethinking of justice which transcends the mere need of solving situational problems and instead addresses the roots of the question about what justice is and what justice requires. Connecting classical legal philosophy and the contemporary debate, the author explores some ethical and anthropological reflections that move towards a ‘dialogical’ idea of justice: such a conception is grounded on seeing ‘dialogue’ not just as a communicational fact but rather as a conceptual structure which is inherent to the human condition. Such theoretical coordinates may orient towards a more humane and ethically approvable approach to justice which, according to the author’s view, already lies behind some of the main proposals of restorative justice, awaiting for categories which may help to consolidate the innovative strength of such an approach within a solid philosophical frame. "
Breve scheda di presentazione della nozione, origini, fonti e sviluppi del noto brocardo
Abstract: The following essay offers some legal-philosophical reflections about the current pandemic resulting from the spread of coronavirus Covid-19. These are concentrated around a few core-themes: (1) the role and of mass media and... more
Abstract: The following essay offers some legal-philosophical reflections about the current pandemic resulting from the spread of coronavirus Covid-19. These are concentrated around a few core-themes: (1) the role and of mass media and the problem of credibility; (2) the issue of cooperation among states (mostly within the EU); (3) the complex role of rules—and the relationship between normativity and moral agency – in a moment when individual freedoms are being limited in favor of other (health-related) priorities. Finally, the author offers some brief critical remarks on (4) the limits of utilitarian ethics with reference to the issue of ‘herd immunity’ as a possible strategy for assessing the Covid-19 pandemic. Such themes demonstrate how the current situation poses important questions for our contemporary societies involving anthropological, sociological, political and ethical issues. In this sense, this crisis is seen – as the semantic range of the Greek word ‘krisis’ suggests – not only with regard to its dramatic implications, but also as a chance for an overall rethinking of some underlying premises that characterize our post-modern societies, especially in Western countries.
This paper offers some introductory remarks to the following issue of Journal of Ethics and Legal Technologies, with the aim of briefly recalling some of the core-themes that the participating authors have outlined. The aim is to show how... more
This paper offers some introductory remarks to the following issue of Journal of Ethics and Legal Technologies, with the aim of briefly recalling some of the core-themes that the participating authors have outlined. The aim is to show how the most recent and problematic issues arisen by technological development are not only constantly challenging the categories of legal thought, but also call for some deeper, philosophical understanding.
L’emergenza legata al coronavirus ha comportato un ampio ridisegno delle modalità di lavoro, obbligando ad avvalersi in modo più intensivo ed estensivo delle tecnologie digitali. Lo smart working, emerge come occasione per il ripensamento... more
L’emergenza legata al coronavirus ha comportato un ampio ridisegno delle modalità di lavoro, obbligando ad avvalersi in modo più intensivo ed estensivo delle tecnologie digitali. Lo smart working, emerge come occasione per il ripensamento di mentalità e modalità organizzative, aprendo enti, aziende e lavoratori a nuove possibilità di armonizzare esigenze di flessibilità e autonomia, di produttività e sostenibilità. Ciò presuppone prospettive di pensiero e modelli organizzativi, preludio di un rinnovamento che, non può affidarsi a logiche emergenziali. Piuttosto, tale renaissance richiede il convergere di due profili: l’uno, rivolto al presente, di analisi del fenomeno; l’altro, rivolto al futuro, riguardante la vision sugli scenari di sviluppo. Entrambi vanno coltivati nella consapevolezza di potenzialità, limiti e criticità del lavoro “agile”. Così inteso, questo contesto di riflessione risulta luogo ideale di indagine per la conciliazione di lavoro, vita familiare e comunità socia...
This paper is the IInd part of two separate, yet connected works: its core-theme is the proposal of debate tournaments as a tool for Education to Dialogue in schools. The goal of this 2nd part of the elaboration is to focus on the... more
This paper is the IInd part of two separate, yet connected works: its core-theme is the proposal of debate tournaments as a tool for Education to Dialogue in schools. The goal of this 2nd part of the elaboration is to focus on the conceptual premises that have been developed to sustain, in the Province of Trento, the proposal of two Debate Tournaments - WordGames (in English) and WortBewerb (in German) - in which the typical features of debates are matched with the challenge of performing those tournaments in a foreign language. The writing further elaborates a few considerations about the main characters of a training path that has been specifically designed for these projects, with the aim of combining logic, rhetoric and language competences.
""In a moment in which several different voices underline the state of crisis that characterizes criminal justice both in its conceptual premises and its practical applications, Restorative Justice captures an increasingly high... more
""In a moment in which several different voices underline the state of crisis that characterizes criminal justice both in its conceptual premises and its practical applications, Restorative Justice captures an increasingly high interest: such a conception underlines – although with different articulations – the importance of a reparative and participatory approach to the reaction to crime. By claiming a deeper attention to the wound that crime has actually performed, and therefore also to the persons directly involved in it, Restorative Justice purposes a decisive change of perspectives in the way punishment and its determination are conceived. Such an approach invites, first of all, to rethink the justification, the goal, and the limits of the reaction to crime, therefore tends to criticize several conceptual premises which characterised the modern and contemporary vision of criminal justice. This study is meant to offer, at first, an introduction to Restorative Justice, analysing its constitutive elements, the main models of its practical applications, and its cultural origins; besides, it undertakes a critical analysis of some of the main ‘commonplaces’ which tend to characterise the principal argumentative schemes adopted by the advocates of such an approach. The latter analysis aims at verifying the real unity of Restorative Justice as a theory and, secondly, is intended to let emerge concepts and argumentative structures able to place Restorative Justice’s innovative strength within a solid philosophical frame. ""
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The following contribution offers a legal-philosophical perspective on Dante Aligheri's conception of judgement, punishment and reward in the Divine Comedy. Dante's Commedia offers several opportunities for philosophical reflection on... more
The following contribution offers a legal-philosophical perspective on Dante Aligheri's conception of judgement, punishment and reward in the Divine Comedy. Dante's Commedia offers several opportunities for philosophical reflection on justice-related themes, starting from the consideration that in all the three works, Inferno, Purgatorio and Paradiso 'rewards and punishments' are threatened by the divine. The first aim of the essay is to reflect on how Dante connects human behavior and the metaphysical consequences related to personal responsibility. This leads to an investigation of the models of justice that underlie the Divine Comedy's system of punishment and reward. If, on the one hand, there is a predominant retributive type (Inferno and Paradiso) marked by definitive consequences, the Commedia makes space for an idea of punishment as amends (in the Purgatorio), in which suffering is expressed as a processual movement towards a purification. Here, proportionality marked by the mirror-idea of 'contrappasso' assumes a different meaning and purpose than in the Inferno, where condemnation marks all modification. If Dante shows the feasibility of representing such an idea of justice, and the possibility of understanding that it depends on some kind of reason, specifically God's Reason, there nevertheless remains an incommensurability between God's Justice and human justice. The architecture of Inferno, Purgatorio and Paradiso, therefore, does not depict a model that human societies are meant to reflect or imitate, but rather appears as a reminder that there is an ultimate Ratio that will have the final say in a complex, yet mysterious, balance between mercy and justice. This consciousness consequently raises an ancient and yet still pertinent question regarding the kind of justice that human beings, in their structural limitedness, are invited to research and apply along their mortal paths.
Abstract: This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field, Howard Zehr and John William Cooley.... more
Abstract: This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and
practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field,
Howard Zehr and John William Cooley. The first Author – widely considered as the ‘grandfather’ of
restorative justice – has often taken profit by his expertise as a photographer, which affected his
perspective(s) on justice both at a theoretical and a practical level. Conversely, Cooley – whose vital
contribution to the theory of civil mediation is mostly connected to binding it to (a classical approach
to legal) argumentation – has reflected on the role of music in the theory and practice of mediation.
He suggested, in fact, a parallelism between being a mediator and a musician (both considered as a
performer and as a composer). Through different disciplines and metaphoric images, both Zehr and
Cooley show how arts can help reflecting on the perspective and angle through which a justice
process is understood, envisioned and put into practice.
Abstract: Il saggio dedica l’attenzione al contributo di pensiero di due maestri del peacebuilding,
Howard Zehr e John William Cooley, esaminando le riflessioni che entrambi hanno dedicato
all’influenza che una determinata disciplina artistica ha avuto sul versante sia teorico che pratico del
loro impegno nella pacificazione dei conflitti. Nel caso di Zehr, si considera il contributo che la
fotografia ha avuto nel contesto della riflessione dell’Autore in tema di restorative justice; per quanto
concerne Cooley – cui va riconosciuto il merito di aver riconnesso la metodologia della mediazione
civile all’argomentazione, in particolare di matrice classica – si ripercorrono le riflessioni dell’Autore
in tema di musica (e sul contributo che l’essere compositore ed esecutore può esercitare sulla
sensibilità e sul metodo del mediatore stesso). Ne risultano alcuni spunti di pensiero utili a riflettere
su come uno ‘sguardo artistico’ possa contribuire al mondo della p
This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field, Howard Zehr and John William Cooley. The first... more
This essay examines the contribution that ‘artistic insights’ can offer to the theory and
practice of peacebuilding, thereby taking into account the reflections of two pioneers in the field,
Howard Zehr and John William Cooley. The first Author – widely considered as the ‘grandfather’ of
restorative justice – has often taken profit by his expertise as a photographer, which affected his
perspective(s) on justice both at a theoretical and a practical level. Conversely, Cooley – whose vital
contribution to the theory of civil mediation is mostly connected to binding it to (a classical approach
to legal) argumentation – has reflected on the role of music in the theory and practice of mediation.
He suggested, in fact, a parallelism between being a mediator and a musician (both considered as a
performer and as a composer). Through different disciplines and metaphoric images, both Zehr and
Cooley show how arts can help reflecting on the perspective and angle through which a justice
process is understood, envisioned and put into practice.
The following contribution briefly examines the relationship between art and peacebuilding, considering both the role of art in the reflection and in the practice of transforming conflict, and the possibility of framing conflict... more
The following contribution briefly examines the relationship between art and peacebuilding, considering both the role of art in the reflection and in the practice of transforming conflict, and the possibility of framing conflict transformation within an artistic activity. The article briefly introduces also to the other contributions that were included in the issue 1/2021 of Mediares, thereby serving as an ideal introduction to the number.

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List of publications - 04/12/2020
Research Interests:
Have you ever thought about a relationship between art and building peace? Have you noticed that often negotiation and mediation are defined as "arts?" Have you noticed metaphors like "framing" and "reframing" or "harmonizing conflicting... more
Have you ever thought about a relationship between art and building peace?
Have you noticed that often negotiation and mediation are defined as "arts?"
Have you noticed metaphors like "framing" and "reframing" or "harmonizing conflicting issues"?

Then the cross-section between art and peacebuilding is all but weird.

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With a renewed, empowered Scientific Commitee and Editorial Board, the online journal Mediares is ready to launch n. 1/2021 in an online, bilingual (English; Italian) format.
Research Interests: