Archeologia nella valle del Cesano. Da Suasa a Santa Maria in Portuno. Atti del Convegno per i venti anni di ricerche dell’Università di Bologna (Castelleone di Suasa, Corinaldo, San Lorenzo in Campo 18-19 dicembre 2008). A cura di E. Giorgi, G. Lepore, Bologna., 2010
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The aim of this study is to understand what pottery documentation can say us about trades and relationships of this town from the Late Republic to Late Antiquity.
- Republican age (II-end I century BC): fine pottery, imported or local, suggests close relationships with Central Italy (black glaze ware, thin walls ware, many types of common ware). Instead, coarse ware still shows types and decorations of pre-Roman tradition.
- Early Empire: fine products are imported from Central Italy (Terra Sigillata Italica) and from Eastern Mediterranean area (e.g. Eastern Sigillata B), but pottery is mostly local or regional (Terra Sigillata padana, thin walls ware, common ware).
- Middle and Late Empire: documentation becomes scarce. Pottery is still mostly of local/regional production, but there are also fine imported products from the Adriatic area and from North Africa.
al fine di enfatizzare la distinzione tra le diverse aree cromatiche che decoravano vasi zonati. In questo contributo si presentano e discutono per la prima volta le evidenze caratterizzate dallo stile Garolda-Coazze provenienti dai siti di Gazzo Veronese-Coazze e Isola della Scala-Palazzina nel basso Veronese. Di ogni frammento si forniscono informazioni riguardo a: tipologia, impasto, confronti e cronologia. Il dato è poi contestualizzato alla luce delle evidenze edite provenienti dall’area atestina, e non, sia in termini
cronologici sia in termini geografici e socio-politici e confrontato con i dati relativi ad altri cinque stili decorativi documentati nel record della ceramica zonata: borchiette bronzee, bugnette applicate, impressioni a falsa cordicella, piccole cuppelle, e lamine di stagno. l’analisi distributiva dello stile Garolda-Coazze sembrerebbe confermare il legame di questo stile decorativo con la cerchia artigianale della polity controllata dal central place di Gazzo Veronese, di cui sembra anche assumere il ruolo di marker socio-politico. Gli antecedenti di questa decorazione potrebbero trovarsi sia all’interno che all’esterno del mondo Atestino. Tacche delimitanti fasce cromatiche alternate, rosse e nere, sono presenti nel sito austriaco di Bischofshofen-Pestfriedhof e datate al
725-650 a.C. ma sono inoltre documentate su forme atestine non zonate del VII sec. a.C. insieme alle stampiglie tipiche della tradizione etrusca bolognese. Nella tradizione atestina un possibile antecedente potrebbe essere rintracciato nei motivi geometrici definiti da borchiette bronzee attestati almeno sin dall’VIII sec. a.C.
The earring fragment belongs to a type of earring with a decoration of small globes, which presents interesting issues related to its origin and its chronology.
The drachma belongs to an emission of coins probably produced in the Vicenza area, that may be dated to the first half of the 2nd century BC. The coin is characterized by a bronze stud in the middle, sign of a reuse. However, as there are no excavation data, the purpose of the bronze stud remains hypothetical.
The aim of this study is to understand what pottery documentation can say us about trades and relationships of this town from the Late Republic to Late Antiquity.
- Republican age (II-end I century BC): fine pottery, imported or local, suggests close relationships with Central Italy (black glaze ware, thin walls ware, many types of common ware). Instead, coarse ware still shows types and decorations of pre-Roman tradition.
- Early Empire: fine products are imported from Central Italy (Terra Sigillata Italica) and from Eastern Mediterranean area (e.g. Eastern Sigillata B), but pottery is mostly local or regional (Terra Sigillata padana, thin walls ware, common ware).
- Middle and Late Empire: documentation becomes scarce. Pottery is still mostly of local/regional production, but there are also fine imported products from the Adriatic area and from North Africa.
al fine di enfatizzare la distinzione tra le diverse aree cromatiche che decoravano vasi zonati. In questo contributo si presentano e discutono per la prima volta le evidenze caratterizzate dallo stile Garolda-Coazze provenienti dai siti di Gazzo Veronese-Coazze e Isola della Scala-Palazzina nel basso Veronese. Di ogni frammento si forniscono informazioni riguardo a: tipologia, impasto, confronti e cronologia. Il dato è poi contestualizzato alla luce delle evidenze edite provenienti dall’area atestina, e non, sia in termini
cronologici sia in termini geografici e socio-politici e confrontato con i dati relativi ad altri cinque stili decorativi documentati nel record della ceramica zonata: borchiette bronzee, bugnette applicate, impressioni a falsa cordicella, piccole cuppelle, e lamine di stagno. l’analisi distributiva dello stile Garolda-Coazze sembrerebbe confermare il legame di questo stile decorativo con la cerchia artigianale della polity controllata dal central place di Gazzo Veronese, di cui sembra anche assumere il ruolo di marker socio-politico. Gli antecedenti di questa decorazione potrebbero trovarsi sia all’interno che all’esterno del mondo Atestino. Tacche delimitanti fasce cromatiche alternate, rosse e nere, sono presenti nel sito austriaco di Bischofshofen-Pestfriedhof e datate al
725-650 a.C. ma sono inoltre documentate su forme atestine non zonate del VII sec. a.C. insieme alle stampiglie tipiche della tradizione etrusca bolognese. Nella tradizione atestina un possibile antecedente potrebbe essere rintracciato nei motivi geometrici definiti da borchiette bronzee attestati almeno sin dall’VIII sec. a.C.
The earring fragment belongs to a type of earring with a decoration of small globes, which presents interesting issues related to its origin and its chronology.
The drachma belongs to an emission of coins probably produced in the Vicenza area, that may be dated to the first half of the 2nd century BC. The coin is characterized by a bronze stud in the middle, sign of a reuse. However, as there are no excavation data, the purpose of the bronze stud remains hypothetical.