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Prima che il fortepiano venisse accolto come strumento a tastiera di riferimento dalla comunità musicale europea, passarono diversi decenni dalla sua invenzione. Nel corso del Settecento e dell’Ottocento, esso subì numerose modifiche, che... more
Prima che il fortepiano venisse accolto come strumento a tastiera di riferimento dalla comunità musicale europea, passarono diversi decenni dalla sua invenzione. Nel corso del Settecento e dell’Ottocento, esso subì numerose modifiche, che costituirono un fertile terreno di sperimentazione per Beethoven, impegnato nella ricerca di nuove strade per superare i confini musicali allora praticati. La crisi spirituale che il compositore attraversò nei primi anni dell’Ottocento, testimoniata dal cosiddetto “Testamento di Heilgenstadt”, cui non poco contribuì l'aggravarsi dei suoi problemi di udito, determinò in Beethoven uno stimolo per un cambiamento di prospettive musicali. Le opere scritte a partire da questo periodo presentano soluzioni tecniche possibili solo alla luce delle innovazioni cui la meccanica dello strumento fu progressivamente soggetta. La storia della variantistica del Terzo Concerto per pianoforte, op. 37, scritto nell'arco di circa un decennio (1796 -1803), e la presenza nell'opera di moduli tecnici innovativi rappresentano una fonte emblematica per la comprensione dell' assiduo lavoro di ricerca estetica intrapreso dal compositore di Bonn. Il connubio tra innovazione tecnica e sperimentazione armonico-formale contribuì allo sviluppo di una concezione estetica che si andava arricchendo, intanto, anche delle riflessioni filosofiche sull'arte che animavano gli intellettuali a cavallo tra XVIII e XIX secolo e che si andavano sempre più delineando come quella corrente di pensiero che prenderà il nome di "Idealismo tedesco".