
Guido Frilli
Address: Dipartimento di Lettere e Filosofia, Via della Pergola 58-60, 50121 FI
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Books by Guido Frilli
La Fenomenologia dello Spirito, benché non possa considerarsi esaustiva del problema, ne offre un’immagine indicativa: racconta l’innalzamento della coscienza naturale fino al Sapere Assoluto, che trascende il tempo. Il presente studio scorge nella memoria il motore di questa progressione: analizzando anche gli altri testi jenesi, l’autore ricostruisce la capacità speculativa della memoria, in grado di trasformare il passato temporale nel passato senza tempo dell’attività del pensiero. Una trasformazione, tuttavia, che elimina il tempo nella stessa misura in cui ne rende intelligibile la qualità storica.
Papers by Guido Frilli
Faith and Intuitive Knowledge in Jacobi and Spinoza This article investigates the ambivalent kinship between Jacobi's notion of faith (Glaube), and Spinoza's idea of intuitive knowledge. I argue that, while Jacobi presents his personalistic philosophy of faith as opposed to Spinoza's monistic rationalism, his idea of Glaube as an intuitive access to reality is directly inspired by Spinoza's third form of cognition. Jacobi's reception of Spinoza's doctrines of truth, of universality, of common notions and of God as the first certainty is of the utmost importance for the development of his own philosophy; yet, in the end, Jacobi refutes Spinoza's attempt at uniting deduction and intuition: he affirms the content of the scientia intuitiva while rejecting its form. In conclusion, I imagine a possible Spinozistic reply to Jacobi's critique.
reflexive process of self-transformation, is at the core of Hobbes’s deduction of
moral duties. Hobbes depicts human beings as essentially evaluative creatures
conflicting for symbolic goods like honor, reputation and justice; the experience
of the practical clash with reality and with other individuals teaches us to reverse
our primarily subjectivist stances, and to take into account reciprocity as a moral
standard of evaluation. Moral duty, in this perspective, is neither an obligation
abstractly opposed to passions, nor a sheer formal instrument of self-interest;
it articulates rather the educative experience by which passions acquire an
individually and socially bearable shape.
da Thomas Hobbes con quella articolata da Hegel nella sezione «Autocoscienza» della
Fenomenologia dello Spirito. Posto da entrambi i pensatori come fenomeno originario
dell’umano e principale protagonista dell’orizzonte naturale delle relazioni fra soggetti, il
desiderio manifesta un dinamismo niente affatto riducibile a mera sensazione puntuale o
spinta corporale, in quanto alimentato da passioni ‘identitarie’: ciò che innesca,
inesorabilmente, una spirale endogena di conflitti. Hegel riscrive su questa traccia
hobbesiana una parabola ante-politica di paura e dominazione, escludendo dall’arena di
lotta ogni percezione della reciproca eguaglianza o consiglio razionale, e dunque sbarrando
la strada a ogni esito pattizio. La disciplina della paura e del servizio, tuttavia, implica una
trasfigurazione del desiderio in grado di ristrutturare integralmente la forma di relazione
intersoggettiva che lo ospitava, e introduce una figura nuova e complessa di libertà,
irriducibile alla sovrana assenza di vincoli esterni.
La Fenomenologia dello Spirito, benché non possa considerarsi esaustiva del problema, ne offre un’immagine indicativa: racconta l’innalzamento della coscienza naturale fino al Sapere Assoluto, che trascende il tempo. Il presente studio scorge nella memoria il motore di questa progressione: analizzando anche gli altri testi jenesi, l’autore ricostruisce la capacità speculativa della memoria, in grado di trasformare il passato temporale nel passato senza tempo dell’attività del pensiero. Una trasformazione, tuttavia, che elimina il tempo nella stessa misura in cui ne rende intelligibile la qualità storica.
Faith and Intuitive Knowledge in Jacobi and Spinoza This article investigates the ambivalent kinship between Jacobi's notion of faith (Glaube), and Spinoza's idea of intuitive knowledge. I argue that, while Jacobi presents his personalistic philosophy of faith as opposed to Spinoza's monistic rationalism, his idea of Glaube as an intuitive access to reality is directly inspired by Spinoza's third form of cognition. Jacobi's reception of Spinoza's doctrines of truth, of universality, of common notions and of God as the first certainty is of the utmost importance for the development of his own philosophy; yet, in the end, Jacobi refutes Spinoza's attempt at uniting deduction and intuition: he affirms the content of the scientia intuitiva while rejecting its form. In conclusion, I imagine a possible Spinozistic reply to Jacobi's critique.
reflexive process of self-transformation, is at the core of Hobbes’s deduction of
moral duties. Hobbes depicts human beings as essentially evaluative creatures
conflicting for symbolic goods like honor, reputation and justice; the experience
of the practical clash with reality and with other individuals teaches us to reverse
our primarily subjectivist stances, and to take into account reciprocity as a moral
standard of evaluation. Moral duty, in this perspective, is neither an obligation
abstractly opposed to passions, nor a sheer formal instrument of self-interest;
it articulates rather the educative experience by which passions acquire an
individually and socially bearable shape.
da Thomas Hobbes con quella articolata da Hegel nella sezione «Autocoscienza» della
Fenomenologia dello Spirito. Posto da entrambi i pensatori come fenomeno originario
dell’umano e principale protagonista dell’orizzonte naturale delle relazioni fra soggetti, il
desiderio manifesta un dinamismo niente affatto riducibile a mera sensazione puntuale o
spinta corporale, in quanto alimentato da passioni ‘identitarie’: ciò che innesca,
inesorabilmente, una spirale endogena di conflitti. Hegel riscrive su questa traccia
hobbesiana una parabola ante-politica di paura e dominazione, escludendo dall’arena di
lotta ogni percezione della reciproca eguaglianza o consiglio razionale, e dunque sbarrando
la strada a ogni esito pattizio. La disciplina della paura e del servizio, tuttavia, implica una
trasfigurazione del desiderio in grado di ristrutturare integralmente la forma di relazione
intersoggettiva che lo ospitava, e introduce una figura nuova e complessa di libertà,
irriducibile alla sovrana assenza di vincoli esterni.
Pomponazzi, Machiavelli, Campanella, Hobbes, Spinoza, Bayle e Vico sono i pensatori che il seminario mette in dialogo per rispondere ad alcune questioni fondamentali: che cosa si intende per profezia? Che rapporto sussiste tra il sapere profetico e le tipologie di conoscenza più suscettibili di accertamento e di verifica? Di quale tipo di linguaggio si avvale il profeta?
I sessione: 14 maggio 2020 (15:00 - 17:00)
II sessione: 28 maggio 2020 (15:15 - 17:00)
III sessione: 4 giugno 2020 (15:15 - 17:00)