GIORGIO SACCHETTI (1951)
Laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze nel 1983. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia del movimento sindacale all’Università di Teramo nel 2002. È stato borsista presso la Fondazione “Luigi Salvatorelli”; ha collaborato in progetti di ricerca con l’Ècole française de Rome e con l’Università di Rio de Janeiro; è stato cultore della materia all’Università di Trieste. Ha ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale per professore associato in Storia contemporanea nel 2012, confermata nel 2018 e nel 2021. Dal 2014 al 2018 è stato docente a contratto all’Università di Padova. Titolare, nel medesimo ateneo, di due insegnamenti semestrali: Storia delle ideologie del Novecento in Europa (dipartimento di Scienze Politiche); Fonti e metodi della ricerca contemporaneistica (dipartimento di Scienze storiche). Nel 2018/2019 è stato docente a contratto di Didattica della Storia presso il Dipartimento di studi umanistici dell'Università Roma Tre. Dal 2019/2020 al 2021/2022 è stato docente a contratto di Introduzione alla Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università dell'Aquila. Attualmente è docente a contratto di Storia culturale e sociale dell'età contemporanea presso il Dipartimento SAGAS dell'Università di Firenze.
Membro di vari comitati scientifici in Italia e all’estero. Si occupa di Labour history, culture libertarie del Novecento, storia dell’anarchismo e del movimento operaio. Ha al suo attivo oltre cinquecento articoli scientifici pubblicati (fra cui 22 monografie e 11 curatele). Tra le sue pubblicazioni più recenti:
- Lavoro, democrazia, autogestione. Correnti libertarie nel sindacalismo italiano (1944-1969) (Aracne, 2012);
- Renicci 1943. Internati anarchici: storie di vita dal Campo 97 (Aracne 2014);
- Otello Gaggi vittima del fascismo e dello stalinismo (BFS, 2015);
- Carte di gabinetto. Gli anarchici italiani nelle fonti di polizia 1921-1991 (La Fiaccola, 2015);
- Vite di partito. Traiettorie esistenziali nel PCI togliattiano. Priamo Bigiandi (1900-1961) (ESI, 2016);
- Eretiche. Il Novecento di Maria Luisa Berneri e Giovanna Caleffi (Biblion, 2017);
- Pugni chiusi. Storia transnazionale di un Sessantotto di periferia (Aska, 2018);
- Sans frontière. Umberto Marzocchi (1900-1986), penseur et acteur de l'anarchisme internationale (Les éditions libertaires, 2020);
- curatela con L. Berti e G. Galli, Arezzo e la Toscana nell'Italia repubblicana 1946-1990 (Società Storica Aretina, 2020);
- Umanità Nova 1920-2020. Atti della giornata di studi "Un secolo d'informazione anarchica" (Zero in Condotta, 2022);
- Il futuro altrove. Lavoro e transizioni novecentesche nel territorio aretino (Società Storica Aretina, 2022);
- "Piombo con piombo". Il 1921 e la guerra civile italiana (Carocci, 2023).
È membro della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea; socio fondatore della Società Italiana di Storia del Lavoro e della Società Storica Aretina.
Laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze nel 1983. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia del movimento sindacale all’Università di Teramo nel 2002. È stato borsista presso la Fondazione “Luigi Salvatorelli”; ha collaborato in progetti di ricerca con l’Ècole française de Rome e con l’Università di Rio de Janeiro; è stato cultore della materia all’Università di Trieste. Ha ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale per professore associato in Storia contemporanea nel 2012, confermata nel 2018 e nel 2021. Dal 2014 al 2018 è stato docente a contratto all’Università di Padova. Titolare, nel medesimo ateneo, di due insegnamenti semestrali: Storia delle ideologie del Novecento in Europa (dipartimento di Scienze Politiche); Fonti e metodi della ricerca contemporaneistica (dipartimento di Scienze storiche). Nel 2018/2019 è stato docente a contratto di Didattica della Storia presso il Dipartimento di studi umanistici dell'Università Roma Tre. Dal 2019/2020 al 2021/2022 è stato docente a contratto di Introduzione alla Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università dell'Aquila. Attualmente è docente a contratto di Storia culturale e sociale dell'età contemporanea presso il Dipartimento SAGAS dell'Università di Firenze.
Membro di vari comitati scientifici in Italia e all’estero. Si occupa di Labour history, culture libertarie del Novecento, storia dell’anarchismo e del movimento operaio. Ha al suo attivo oltre cinquecento articoli scientifici pubblicati (fra cui 22 monografie e 11 curatele). Tra le sue pubblicazioni più recenti:
- Lavoro, democrazia, autogestione. Correnti libertarie nel sindacalismo italiano (1944-1969) (Aracne, 2012);
- Renicci 1943. Internati anarchici: storie di vita dal Campo 97 (Aracne 2014);
- Otello Gaggi vittima del fascismo e dello stalinismo (BFS, 2015);
- Carte di gabinetto. Gli anarchici italiani nelle fonti di polizia 1921-1991 (La Fiaccola, 2015);
- Vite di partito. Traiettorie esistenziali nel PCI togliattiano. Priamo Bigiandi (1900-1961) (ESI, 2016);
- Eretiche. Il Novecento di Maria Luisa Berneri e Giovanna Caleffi (Biblion, 2017);
- Pugni chiusi. Storia transnazionale di un Sessantotto di periferia (Aska, 2018);
- Sans frontière. Umberto Marzocchi (1900-1986), penseur et acteur de l'anarchisme internationale (Les éditions libertaires, 2020);
- curatela con L. Berti e G. Galli, Arezzo e la Toscana nell'Italia repubblicana 1946-1990 (Società Storica Aretina, 2020);
- Umanità Nova 1920-2020. Atti della giornata di studi "Un secolo d'informazione anarchica" (Zero in Condotta, 2022);
- Il futuro altrove. Lavoro e transizioni novecentesche nel territorio aretino (Società Storica Aretina, 2022);
- "Piombo con piombo". Il 1921 e la guerra civile italiana (Carocci, 2023).
È membro della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea; socio fondatore della Società Italiana di Storia del Lavoro e della Società Storica Aretina.
less
Uploads
Papers by Giorgio Sacchetti
Nel nostro paese i primi venti anni del secolo sono quelli della egemonia di Giolitti. Un tentativo il suo di ammodernare lo Stato sabaudo e di portarlo al livello ideologico ed economico del resto dell'Europa.
Giolitti apri uno spazio bastante ai vertici socialisti per rendere credibile il loro programma del 1892. Entrare legalmente nello Stato per svuotarlo dei contenuti borghesi e renderlo strumento del proletariato. Questo in una prospettiva di largo, forse troppo largo respiro.
La politica di Giolitti e la prospettiva del partito socialista vennero sepolte dalla Grande Guerra anche se non se ne accorsero né Giolitti né i vertici socialisti. Il periodo giolittiano fu difficile per il movimento anarchico, non tanto per la repressione relativamente meno occhiuta quanto per la difficoltà di interrompere il dialogo tra i vertici dello Stato e quelli socialisti che finiva quasi sempre per avere la meglio sul radicalismo del movimento operaio. Altre difficoltà per gli
anarchici del tempo quelle di definire il proprio ruolo in un movimento operaio, in una società italiana non più valutabili con i metodi della Prima Internazionale o della propaganda dei fatti.
Nel 1907 il Congresso di Roma poté sembrare poca cosa e a molti del tutto inutile. In realtà fissò i punti di riferimento, teorici ed operativi, sui quali si andavano orientando gli anarchici italiani della nuova generazione.
Quei punti divennero prima l'argomento del dibattito interno e poi patrimonio del movimento anarchico. Già operanti, con gli aggiustamenti dovuti ad una esperienza concreta, alla vigilia della prima guerra mondiale, saranno poi alla base dell'Unione Anarchica Italiana, resero possibile l'accordo fra le varie tendenze, e dettero al movimento anarchico italiano del primo dopoguerra un ruolo egemone nel tentativo di dare uno sbocco rivoluzionario alla pressione popolare.
Questa è la traccia di questo studio, ma solo la traccia che Giorgio Sacchetti segue minuziosamente, ed in tutti i suoi risvolti la dinamica della presenza anarchica in Toscana.
Ne esce fuori un quadro di un movimento molto frazionato al proprio interno ma altrettanto dinamico. Minoritario all'interno del movimento operaio ma con una capacità di presa molto superiore alla sua consistenza numerica.
Insomma una componente della sinistra italiana che non soffre di soluzioni di continuità. Parte viva nella cultura del movimento operaio finisce anzi per accentuare il suo carattere di espressione "politica" delle persistenti aspirazioni radicali e rivoluzionarie di una parte non marginale dei lavoratori.
Tutto questo in un periodo durante il quale, la storiografia accademica - anche quella più recente ed attenta al movimento operaio - dà per inesistente il movimento anarchico. Rimanendo infatti chiusa nell'esame delle risoluzioni congressuali dei partiti e dei sindacati, oppure viceversa assorbita dalle indagini sociologiche o statisi iche finisce per nulla capire della dinamica del movimento dati come insorgenze spontanee di affamati o come l'effetto di una miracolosa ed improvvisa combattività operaia.
Di contro questo studio che ha superato problemi veramente difficili per il reperimento, la sistemazione e l'interpretazione dei dati, ha ricostruito dall'interno quel lavorio continuo di idee, fatti, discussioni inutili o utili, di rabbie personali, cantonate, contrasti e sofferenze individuali che sono il vero mondo pulsante del movimento operaio.
Gli studi generali basati sulle grandi linee politiche di questo o quel partito perdono molto spessore e a volte sono addirittura fuorvianti se non basati su lavori di questo genere.
Il movimento anarchico in particolare ha un estremo bisogno di studi come questi come genere e come livello. Indispensabili per lavori di sintesi che in altro caso ricalcherebbero necessariamente la genericità accademica. Studi come questi possono inoltre modificare alla lunga impostazioni storiografiche consolidate.
Un esempio attinente a questo volume: la situazione toscana che ne emerge, se confermata in altre regioni "chiave", ridimensionerebbe di molto la realtà della egemonia socialista, nel suo momento aureo sul movimento operaio.
Un fatto semplice ma che potrebbe far buttare al macero decine di studi storici per non parlare di impostazioni storico-culturali di copertura a tattiche politiche di vario genere.
Tempo fa Palmiro Togliatti dette inizio alla sua "via italiana" al socialismo rivalutando in sede storica la "lungimirante" politica di Giolitti verso gli allora legittimi rappresentanti della classe operaia. Più recentemente gran parte dei nuovi storici del P.S.l. rivendicano il primato del loro partito in base alla ininterrotta tradizione riformista della classe operaia italiana. Tutto questo con buona pace della crisi essenziale del mondo politico italiano, quello del primo dopo-guerra, quando le aspirazioni ad un rivolgimento generale dell'assetto sociale ed economico nutrite da larga parte del movimento operaio vennero espresse dal movimento anarchico e dal nascente partito comunista.
Firenze, 9 febbraio 1983
LUIGI DI LEMBO
e farne un patrimonio comune, gratuitamente accessibile a chiunque,
abbiamo lanciato #adottaZapruder: campagna di digitalizzazione collettiva.
Ringraziamo Giulia per aver digitalizzato il numero 2.
L'intero numero è scaricabile qui:
http://storieinmovimento.org/2014/10/26/secondo-numero/
Claudio Cherubini. Si occupa di storia del lavoro e di storia d’industria. Ha pubblicato le monografie, Terra d’imprenditori. Aspetti di storia economica della Valtiberina toscana pre-industriale (2003) e Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (2016); ha curato il catalogo della mostra 190 anni di Buitoni (2017); è autore di numerosi interventi in opere scientifiche collettive e ha collaborato con le riviste “Pagine Altotiberine”, “Rassegna Storica Toscana”, “Annali Aretini”, “Notizie di Storia” e “Proposte e Ricerche”
Giorgio Sacchetti è professore associato abilitato in Storia contemporanea e insegna Introduzione alla Storia contemporanea all’Università degli Studi dell’Aquila. I suoi ambiti di ricerca si focalizzano sulla labour history e gli anarchist studies, con particolare attenzione ai profili biografici dei militanti. Già direttore responsabile della “Rivista Storica dell’Anarchismo”, fra le sue monografie più recenti: Eretiche. Il Novecento di Maria Luisa Berneri e Giovanna Caleffi (Biblion, 2017); Pugni chiusi. Storia transnazionale di un Ses- santotto di periferia (Aska, 2018); Sans frontière. Umberto Marzocchi (1900-1986), penseur et acteur de l’anarchisme international (Editions Libertaires, 2020).