Alessandro Lutri
I am an environmental and heritage anthropologist, and multispecies ethnographer interested in the intersections of lateindustrialism, political ecology, environmental and social justice in the Sicily. I teach Cultural and Environmental Anthropology at the Department of Humanities of University of Catania (Italy). I have been a member of the research team at Catania University of several projects: “SMART ASSEMBLAGES: Frictions, Disasters, and Green Economy”; "Reverse. The Anthropocene updown"; the MIUR national project "Eco-frictions in the Anthropocene".
Address: Catania, Sicilia, Italy
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Considerare le forme di immaginazione, azione e (inter)azione sottese a tali iniziative, presuppone assumere una teoria-pratica di analisi e indagine micro, intenzionata ad osservare da vicino ciò che avviene nella realtà sociale, tanto nelle routine quanto nelle rotture che con maggiore o minore frequenza si manifestano nella vita quotidiana (Santambrogio 2017). Ma vuol dire anche collaborare e cooperare con le forze attive del cambiamento, tenendo conto che la capacità di immaginare il possibile futuro, di costruire mondi desiderabili non avviene spontaneamente, ma è necessario promuoverla, sollecitarla e tematizzarla intersoggettivamente (Jedlowski 2017). Significa cercare di individuare le iniziative sociali presenti e diffuse, anche in potenza, identificando gli attori che si fanno portatori di tali immaginazioni e esperienze. Che si tratti di gruppi sociali, movimenti, associazioni, fondazioni, cooperative, società mutualistiche, comitati dalla natura composita ma soprattutto informale, essi risultano connotati dalla comune volontà di sperimentare attività di tipo partecipativo, collaborativo e trasformativo. Gli obiettivi appaiono legati alla ricostruzione di nuove forme di socialità e convivialità insieme allo sviluppo di specifiche reti relazionali cooperative e solidali (Carlini 2011, Laville et al. 2017). Meno presenti, seppure non assenti, possono risultare finalità politiche formalizzate: la voice espressa da tali gruppi appare fortemente connotata da esigenze concrete, legata più alla necessità di ritrovare un senso direttamente riconducibile alle potenzialità dell’azione ed interazione sociale che non alla presentazione di istanze formali di rappresentanza politica.
Considerare le forme di immaginazione, azione e (inter)azione sottese a tali iniziative, presuppone assumere una teoria-pratica di analisi e indagine micro, intenzionata ad osservare da vicino ciò che avviene nella realtà sociale, tanto nelle routine quanto nelle rotture che con maggiore o minore frequenza si manifestano nella vita quotidiana (Santambrogio 2017). Ma vuol dire anche collaborare e cooperare con le forze attive del cambiamento, tenendo conto che la capacità di immaginare il possibile futuro, di costruire mondi desiderabili non avviene spontaneamente, ma è necessario promuoverla, sollecitarla e tematizzarla intersoggettivamente (Jedlowski 2017). Significa cercare di individuare le iniziative sociali presenti e diffuse, anche in potenza, identificando gli attori che si fanno portatori di tali immaginazioni e esperienze. Che si tratti di gruppi sociali, movimenti, associazioni, fondazioni, cooperative, società mutualistiche, comitati dalla natura composita ma soprattutto informale, essi risultano connotati dalla comune volontà di sperimentare attività di tipo partecipativo, collaborativo e trasformativo. Gli obiettivi appaiono legati alla ricostruzione di nuove forme di socialità e convivialità insieme allo sviluppo di specifiche reti relazionali cooperative e solidali (Carlini 2011, Laville et al. 2017). Meno presenti, seppure non assenti, possono risultare finalità politiche formalizzate: la voice espressa da tali gruppi appare fortemente connotata da esigenze concrete, legata più alla necessità di ritrovare un senso direttamente riconducibile alle potenzialità dell’azione ed interazione sociale che non alla presentazione di istanze formali di rappresentanza politica.
27-31 August, Poznan, Poland
Panel “Island Ethnography: Reflecting “islandness in the Antropocene” (Convenors Francesco Bachis, Sarah Nimfuehr, Greca Natascia Meloni)
The ecofrictions about the energy transition and ecology in the sicilian post-industrial town of Gela
Lutri Alessandro (University of Catania, Italy)
Abstract
In the sixties years the politic of economic development and american militarization of Sicily were addressed to resolve the economic and soclal gap between of island with the rest of Italy, and the securitization of meditarranean area against the soviet army power. The solutions were found in the industrial modernization of several coastal area of island, and in the build of several military infrastructures arround the sicilian coastal and internal areas. These politics of economic-social development and militarization were promoted both by industrial and politic world with a modernistic and industrial rethoric. and by atlantic military alliance (NATO) with a securitarian rethoric. The political-economic and social problems caused both by the industrial presence and NATO military presence in the island, were ignored by anthropological study (regional, italian and trans-national), much more focalised in the culture and social relations of agrotowns.
After the long years of deindustrialization of some sicilian industrial areas, and of extension of NATO military presence in the island, are emerging strong ecofrictions between the new politics both of industrial development/military securitazion and the local civic citizenship, to promote new forms of economic development, emergent forms of biodiversity and the demilitarization of island.
The paper is addressed to show the new faces of sicilian citinzenship, which to react against the politics of expropriation of territories with the build of industrial and military infrastructures.