Roberta Cevasco, Carlo Alberto Gemignani, Daniela Poli e Luisa Rossi (a cura di ), Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio Scritti su Massimo Quaini, Firenze, Firenze University Press, pp. 205-225, 2021
Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con l... more Questo articolo contiene il testo di una e-mail che ho ricevuto da Massimo Quaini nel 2017, con la quale rispondeva al mio invito a partecipare alla quarta edizione dei Dialoghi tra geografia e filosofia, un seminario 'dialogico' che organizzo dal 2014 per favorire la discussione tra geografi e filosofi. A causa della sua malattia, sfortunatamente Quaini non è stato in grado di partecipare al seminario, ma mi ha scritto un'e-mail in cui mi invitava a scrivere un libro a quattro mani con lui. Questa e-mail è uno degli ultimi documenti scritti da Quaini: vi si trovano molte delle sue idee sul paesaggio, così come diverse riflessioni sull'identità e sul futuro della geografia e molto altro. Per questo motivo ho pensato che renderla pubblica potesse essere il modo migliore per onorarne la memoria.
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Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”.
Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione.
Prefazione di Angelo Turco
tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere
demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in
estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti
ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti
di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza,
all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie
di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se
vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition
between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
Foreword by Franco Farinelli
Il ricorso alla “cassetta degli attrezzi” che soccorre il geografo nel suo la-voro di decifrazione degli assetti territoriali attuali si giustifica qui con l’esigenza di soddisfare i criteri basilari che una “teoria geografica della fiction” deve rispettare: 1) essere inequivocabilmente geografica, vale a dire riconoscibile come tale; 2) proporre un metodo, cioè basarsi su una teoria e su regole precise e dichiarate; 3) rappresentare un valore aggiunto, ossia metterci nella condizione di vedere qualcosa che altrimenti non vedremmo. Ci sarebbe in realtà un quarto criterio di cui dobbiamo costantemente tenere conto nella nostra disamina della simbolica del territorio e delle sue molteplici configurazioni topiche, paesaggistiche ed ambientali: la necessità di rispettare sempre la specificità del medium affrontato, qualunque esso sia, scansando la tentazione di ricondurlo ad un “testo”.
Dopo i primi due capitoli, nei quali si definisce l’impianto teorico-metodologico del lavoro, i successivi sono dedicati di volta in volta ad un particolare caso di studio: l’opera con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, il cinema di Wes Anderson, le canzoni di Paolo Conte e i graphic novel di Gipi – tutte simulazioni di territorialità in cui le qualità geografiche gioca-no un ruolo di primo piano, fissando le condizioni di possibilità della narrazione.
Prefazione di Angelo Turco
tempo una forte apprensione. Espressioni come “stato di malessere
demografico”, “rischio desertificazione”, “abbandono”, “comuni in
estinzione” ricorrono con sempre maggiore frequenza nei rapporti
ufficiali e nelle analisi degli studiosi; i dati raccolti dagli enti
di ricerca confermano con impressionante continuità la presenza,
all’interno delle dinamiche demografiche dell’isola, di una serie
di tendenze di lungo periodo; è da queste che dobbiamo partire se
vogliamo capire che cosa sta succedendo – che cosa ci sta succedendo.
The geographical interpretation of this work is carried out using the theory of territorialization of Angelo Turco.
key to geography by providing useful information on the ways in which men represent themselves through the representation of an existing territory, or of a desired/imagined one. In particular, the essay will examine the work of Paolo Conte, one of the main Italian singer-songwriters as his songs contain stimulating narrative figures that we can consider archetypes of territoriality. This is particularly true at least as far as two interesting geographical figures are concerned, i.e. the province and the elsewhere. The first is a slow and opaque territory, characterized by a lifestyle centred on a different rhythm from those of the metropolis, and on the desire to escape from his greyness; the second is, geographically, the exotic, the novelty, the thrill that breaks the monotony. Through the description of these figures Conte’s songs can give us many information on the way men sense the places.
claim a right of use. From a geographical perspective, this “common goods” may represent some typical territorial features and are deeply interrelated with the history as well as the ecological and socio-economic amenities of local milieux. They embrace a spatial consciousness related to Third Parties through an informal approach, claiming a greater participation in the social production control of a lived space. The term Third refers to a varied emerging category, uncoordinated, that differs from the traditional authorities commonly responsible for management of urban spaces (public-private, state-market). This Third subjects face their disbelieve towards the institutions by exercising a form of reaction through those practices of which they are promoters. Thus, releasing from institutional subordinations they acquire an alternative role rather than a simple opposition
between public and private or governance and subordinate citizenship. This research will therefore develop through an analysis of the reuse practices and urban redevelopment of abandoned spaces (San Fernando Market in Barcelona, “No Longer Empty” project in New York, etc.), which are sometimes released from institutionalized processes. Residuals of the cities offer a privileged opportunity to observe the latent changes which radically transformed symbolic and material relations between the man and his territory. Thus, representing an opportunity to rethink the ethical implications of living
Percorsi migratori della contemporaneità. Forme, pratiche, territori è l'esito delle Giornate di studi Migrazioni e sviluppo locale nell'area mediterranea. Esperienze di ricerca a confronto (1-2 marzo 2012), del Seminario Migrazioni e processi di interazione culturale (14 dicembre 2012), svoltisi entrambi presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, e del convegno finale del PRIN 2008 Migrazioni e processi di integrazione culturale, tenutosi il 25 marzo 2013 a Milano presso la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
I “percorsi” qui proposti affrontano le diverse forme di mobilità contemporanee privilegiando un approccio “polifonico” in cui le voci dei geografi - intrecciandosi con quelle di filosofi, antropologi, sociologi e operatori - offrono al lettore differenti prospettive di analisi su un tema complesso e controverso come quello migratorio.
Saggi di Aldo Aledda, Silvia Aru, Francesco Bachis, Marco Bagliani e Antonella Pietta, Carlo Brusa, Emanuela Cara, Raffaele Cattedra e Maurizio Memoli, Andrea Corsale, Flavia Cristaldi, Giovanna Davoli, Eva Garau, Dino Gavinelli e Alessandro Santini, Maria Luisa Gentileschi, Francesca Krasna, Delfina Licata, Chiara Patrizia Manduchi, Parveen Nangia e Jorge Virchez, Arianna Obinu, Davide Papotti, Federico Peddis, Franco Riva, Ihab Rizk Soliman, Marcello Tanca.
Prefazione di Antonio Loi.
Foreword by Franco Farinelli