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ll saggio indaga l'opera di Anna Maria Ortese (1914-1988), facendo interagire romanzi, articoli e lettere dell'autrice con riflessioni provenienti dall'ambito filosofico e antropologico. Al centro del libro si colloca infatti quella rete... more
ll saggio indaga l'opera di Anna Maria Ortese (1914-1988), facendo interagire romanzi, articoli e lettere dell'autrice con riflessioni provenienti dall'ambito filosofico e antropologico. Al centro del libro si colloca infatti quella rete di alleanze – visibili ma anche sotterranee – che la scrittura di Ortese intesse con altre pensatrici e pensatori della nostra epoca; alla base, una messa in crisi delle idee di anthropos, di natura, di relazione con gli animali, di agentività di piante e agenti atmosferici. Come Ortese ripensa e apre la questione dell’essere umano situato in un pianeta Terra non più inerme e oggettivo, bensì capace di reagire, anche in modi imprevedibili? Come i suoi scritti testimoniano l'esperienza paradossale del trovarsi - in quanto terrestri - contingenti, improbabili, ma al tempo stesso capaci di situarci e costruire legami? Come i suoi testi intravedono crepe e pertugi nel reale, attraverso cui far scorrere un comune e vasto respiro?
Le paradigme Langage(s) et Pouvoir(s) propose d'emblée une réfexion sur la relation qui s'instaure entre les formes d'expression du corps, de la pensée, de la conscience humaine et le système normatif dans le contexte européen de la... more
Le paradigme Langage(s) et Pouvoir(s) propose d'emblée une réfexion sur la relation qui s'instaure entre les formes d'expression du corps, de la pensée, de la conscience humaine et le système normatif dans le contexte européen de la seconde moitié du XXème siècle. "La puissance n'est actualisée que lorsque la parole et l'acte ne divorcent pas […] lorsque les mots ne servent pas à voiler des intentions mais à révéler des réalités, lorsque les actes ne servent pas à violer et détruire mais à établir des relations et créer des réalités nouvelles". À partir de cette réfexion de Hannah Arendt issue de The Human Condition (1958) ce recueil entend interroger et remettre en question les formes, les expressions et les lieux à partir desquels le rapport entre le langage et le pouvoir se réalise. Les essais du présent volume questionnent aussi les stratégies de résistance que la littérature, la philosophie et les arts mettent en place, en traçant de nouveaux territoires affectifs capables de proposer une politique de la joie, de la libération, voire de la crise.
Il saggio esplora l'opera di Goffredo Parise (Vicenza, 1929-Treviso, 1986) a partire dalla centralità della percezione e della vi-sione, quali dispositivi della scrittura capaci di riflettere l'atto originario di apprensione del mondo.... more
Il saggio esplora l'opera di Goffredo Parise (Vicenza, 1929-Treviso, 1986) a partire dalla centralità della percezione e della vi-sione, quali dispositivi della scrittura capaci di riflettere l'atto originario di apprensione del mondo. Per indagare tali questioni, l'au-trice forza i confini prettamente letterari per sondare terreni vicini alla filosofia (Maurice Merleau-Ponty per il rapporto con la feno-menologia e François Jullien in relazione all'Oriente), all'antropologia del visivo e alla critica d'arte (Georges Didi-Huberman). L'a-nalogia con la riflessione filosofica-ovvero la possibilità di rileggere l'opera parisiana attraverso la lente del primato percettivo-e l'affinità con la pratica pittorica testi-moniano la necessità di superare frontiere tipicamente letterarie e l'esigenza di utiliz-zare strumenti interpretativi provenienti da altri campi di indagine. "L'aspetto visibile-ma anche tattile, uditivo e olfattivo-permette di raggiungere per via diretta quello che c'è sotto, dentro, in mezzo ai fatti. Questa attitudine consente di sondare zone di rara profondità riuscendo a registrare anche i minimi movimenti, quelli un po' contraddittori, leggermente fuori tono, che colgono gli aspetti più ambigui e sfocati del reale.
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The essay focuses on a question: how to inhabit the Anthropocene? In times of catastrophe, the home becomes both a place of protection, of affection and warmth, and an unrecognisable and uninhabitable space. Through the reading of a... more
The essay focuses on a question: how to inhabit the Anthropocene? In times of catastrophe, the home becomes both a place of protection, of affection and warmth, and an unrecognisable and uninhabitable space. Through the reading of a number of Antonella Anedda’s and Anna Maria Ortese’s texts, interwoven with the reflections of bell hooks, the paper investigates the concept of ‘home’, understood in the restricted sense of dwelling but also in a broader sense such as our planet. Anedda and Ortese, through the use of a bewildering writing able to create spaces at the same time familiar and disturbing, come to terms with the concept of margin, showing that in order to inhabit this house (the Earth), it is necessary to change perspective and revise distances.
Il saggio indaga alcuni testi di Anna Maria Ortese (in particolare Angelici dolori, L’iguana, Corpo celeste) a partire dal rapporto tra ‘Realtà’ ed ‘Espressività’, individuato come uno dei nuclei centrali di tutta l’opera. Utilizzando sia... more
Il saggio indaga alcuni testi di Anna Maria Ortese (in particolare Angelici dolori, L’iguana, Corpo celeste) a partire dal rapporto tra ‘Realtà’ ed ‘Espressività’, individuato come uno dei nuclei centrali di tutta l’opera. Utilizzando sia interviste, articoli e lettere della scrittrice che riflessioni filosofiche e antropologiche di altri autori, il contributo si sofferma
sulla questione delle persone, attraverso cui Ortese conduce una radicale critica all’antropocentrismo passando per l’antropomorfismo. La forza dei suoi scritti – è questa la tesi del saggio – si poggia sul recupero (non sistematico, ma guidato più da intuizioni e sentimento) di un particolare modo di tracciare le frontiere tra umano e non umano su principi ontologici in grado di eludere il dualismo su cui si configura il pensiero moderno occidentale (natura/cultura, uomo/donna, umani/animali, animato/inanimato, ragione/sentimento). Questo avviene grazie a una narrazione che procede (stilisticamente e tematicamente) per anomalia, la quale – aprendo all’ignoto, all’inatteso e all’impensato – funziona come possibilità di creazione di un nuovo codice e di una nuova realtà dentro cui le categorie di pensiero pregresse saltano.
The essay establishes a dialogue between Alessandro Leogrande's reading of Caravaggio's painting The Martyrdom of St. Matthew (La frontiera, 2015) and Des spectres hantent l'Europe (2016), a documentary video shot by Niki Giannari and... more
The essay establishes a dialogue between Alessandro Leogrande's reading of Caravaggio's painting The Martyrdom of St. Matthew (La frontiera, 2015) and Des spectres hantent l'Europe (2016), a documentary video shot by Niki Giannari and Maria Kourkouta in the Idomeni refugees camp. Why are images used? How can we react in front of the pain of others? What is the value of testimony? Drawing on suggestions that range from philosophy to anthropology (Merleau-Ponty, Didi-Huberman, Viveiros de Castro) the essay investigates how these two works allow us to experience another point of view. Leogrande, Giannari and Kourkouta perform a poetic operation that achieves very convincing results. On one hand Leogrande dwells on the presence of Caravaggio's self-portrait body inside the painting; on the other, Giannari and Kourkouta's authorial choices (the use of long shots, of images that becomes fragments saved from the History, the use of images that arise from past and future) produce a particularly effective shifting of perspective.
Il saggio indaga le corrispondenze che i concetti di corps phénoménal (Merleau-Ponty) e corps sans organes (Artaud, Deleuze, Guattari) trovano in certe soluzioni letterarie italiane della seconda metà del Novecento (I Sillabari di Parise,... more
Il saggio indaga le corrispondenze che i concetti di corps phénoménal (Merleau-Ponty) e corps sans organes (Artaud, Deleuze, Guattari) trovano in certe soluzioni letterarie italiane della seconda metà del Novecento (I Sillabari di Parise, Aracoeli di Morante, Storie naturali di Sanguineti). I testi filosofici e letterari in esame interrogano il corpo prospettando linee che si sovrappongono, nel comune desiderio di proporre un’altra idea del rapporto tra oggetto e soggetto e di ribaltare la tradizionale gerarchia tra dentro e fuori, tra superficie e interiorità.
This paper aims to suggest a reading of Igort’s graphic novel Japanese Notebooks, a two-part travel journal (Un viaggio nell’impero dei segni / A Journey to the Empire of Signs, 2015 and Il vagabondo dei manga / The Wanderer of Manga,... more
This paper aims to suggest a reading of Igort’s graphic novel Japanese Notebooks, a two-part travel journal (Un viaggio nell’impero dei segni / A Journey to the Empire of Signs, 2015 and Il vagabondo dei manga / The Wanderer of Manga, 2017), which illustrates the author’s lifelong experience across Japan. Drawing on the work of the French philosopher and sinologist François Jullien (Traité de l’efficacité, 1996; Les Transformations silencieuses, 2009) as well as Roland Barthes’ thought as expressed in L’Empire des signes (1970), the article examines Italian-Japanese theoretical exchanges converging in this graphic novel. Igort’s operation, like the ones by Barthes and Jullien, through a deep mimesis with the debated matter, manages, with in absentia contrasts, to show Western thought from a different “sideways” perspective, highlighting – passing elsewhere – even the most obscure and contradictory aspects of it.
The paper aims to relate some literary devices of Goffredo Parise’s writing to several philosophical concepts issued by Merleau-Ponty and Arendt’s thinking. The notion of perception proves, namely, to be a productive interpretation of... more
The paper aims to relate some literary devices of Goffredo Parise’s writing to several philosophical concepts issued by Merleau-Ponty and Arendt’s thinking. The notion of perception proves, namely, to be a productive interpretation of Parise’s work; philosophy and literature converge on the same conclusions. On the one hand, we deal with the primacy of perception elaborated by Merleau-Ponty’s phenomenology and Arendt awareness regarding the supremacy of appearance. On the other hand, we analyse a literature writing marked by the intrinsic connection between inside and outside. Parise carries on a deep research using a multi-level approach (content, vocabulary, syntax and style) to “shake off” intellectual theories and enlighten individual experience as an act of knowledge of reality.
The article explores the original style of Sillabari, Goffredo Parise’s short stories. The paper aims at showing the intersections between Parise’s work and philosophy of perception drawing on Merleau-Ponty’s phenomenology and his... more
The article explores the original style of Sillabari, Goffredo Parise’s short stories. The paper aims at showing the intersections between Parise’s work and philosophy of perception drawing on Merleau-Ponty’s phenomenology and his conception of an aptic, visual and “sentimental” access to reality. I argue that both paths (narrative and philosophical) attempt to revise some cognitive categories of the Cartesian tradition, rediscovering embodied symbolization as a primary way of knowing reality. In the Sillabari, the Italian tradition started by Vico converges with phenomenology. In Parise’s writing, the classical dichotomy between subject and object, inner and outer, body and soul is overcome by focusing on synaesthetic perception and pre-rational experience.
Il saggio propone di affrontare il rapporto di Goffredo Parise con l’esperienza della guerra, esaminando principalmente gli scritti di reportage dove sono descritti i viaggi in zone segnate da conflitti, rivoluzioni, fame e dittature. Fin... more
Il saggio propone di affrontare il rapporto di Goffredo Parise con l’esperienza della guerra, esaminando principalmente gli scritti di reportage dove sono descritti i viaggi in zone segnate da conflitti, rivoluzioni, fame e dittature. Fin da subito emerge il nodo problematico legato alla ‘politica’: tentativo dell’intervento è mostrare come Parise, sia nei testi giornalistici che in quelli narrativi, abbia sempre sostituto alla presa di posizione ideologica la ricerca di una conoscenza attuata mediante i sensi (in primis la vista), fino a far coincidere l’idea di forza politica con la capacità di provare sentimenti, attraverso un giudizio relativo e umano contrapposto a un’idea globale e dominante.
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Il saggio, attraverso sollecitazioni filosofiche e artistiche, indaga il ruolo del dato visivo nell’opera di Goffredo Parise, mettendo a fuoco in particolare il rapporto con la pittura di Filippo De Pisis. La riflessione proposta traccia,... more
Il saggio, attraverso sollecitazioni filosofiche e artistiche, indaga il ruolo del dato visivo nell’opera di Goffredo Parise, mettendo a fuoco in particolare il rapporto con la pittura di Filippo De Pisis. La riflessione proposta traccia, all’interno della scrittura parisiana, un itinerario dominato dalla preminenza dello sguardo, a partire dal Ragazzo morto e le comete, romanzo cinematografico e teatrale, fino ai Sillabari, dove il dato visivo si sedimenta in una più ampia indagine percettiva.
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The article deals with the dialogue between Italy and China in Goffredo Parise’s work. It shows that Parises’s deep contact with the oriental cultures changed his narrative process through new stylistic devices and methodological tools.... more
The article deals with the dialogue between Italy and China in Goffredo Parise’s work. It shows that Parises’s deep contact with the oriental cultures changed his narrative process through new stylistic devices and methodological tools. Drawing on the work of the French philosopher and sinologist François Jullien about the logos and the principle of non-contradiction, as well as efficacy and action versus transformation, the article demonstrates that Chinese and Japanese journeys mark a crucial moment for Parise’s activity as journalist (Dear China, 1966 and Elegance is frigid, 1982) as well as author of short stories (Solitudes, 1972-1982)
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Il saggio intende riflettere sul rapporto tra la scrittura di Goffredo Parise e la pittura di Filippo de Pisis, partendo dal ruolo centrale della visività. Emerge infatti, all’interno dell’opera di entrambi gli autori, una sorta di... more
Il saggio intende riflettere sul rapporto tra la scrittura di Goffredo Parise e la pittura di Filippo de Pisis, partendo dal ruolo centrale della visività. Emerge infatti, all’interno dell’opera di entrambi gli autori, una sorta di percorso che vede da una parte il primato dei sensi (un approccio sinestetico alla realtà) e dall’altra un sentimento di profonda malinconia dovuto alla percezione della caducità delle cose. Questi fondamentali motivi sono veicolati da uno stile intermittente, frammentario, rivelatore di un’opera (narrativa o pittorica) come successione di istanti. L’indagine mostra che in Parise come in de Pisis lo studio di una realtà in continua trasformazione porta al tentativo di rincorrere e ri-proporre sulla pagina o sulla tela una rapidità (fattori atmosferici, di luce, di temperatura, di percezione) per statuto inafferrabile.
Il rapporto tra letteratura e storia si configura come uno dei nodi centrali dell’opera di Georges Perec: l’atto della scrittura pare intimamente legato sia alla possibile ricostruzione della propria storia che alla lettura di una Storia... more
Il rapporto tra letteratura e storia si configura come uno dei nodi centrali dell’opera di Georges Perec: l’atto della scrittura pare intimamente legato sia alla possibile ricostruzione della propria storia che alla lettura di una Storia indicibile.
Il saggio intende dunque interrogare quei dispositivi testuali che, superando la dicotomia tra il dato finzionale e il dato autobiografico, permettono all’autore di affrontare e reinterpretare un fatto storico altrimenti inesprimibile. Come emerge chiaramente nel caso di W ou le souvenir d’enfance, è proprio nella costruzione di una fitta rete di scambi, astuzie e rimandi tra il racconto autobiografico (incapace, da solo, a narrare l’infanzia) e la storia di finzione, che all’autore è concesso di rappresentare un’esperienza. L’articolo indaga così il percorso che dal trauma della guerra, dei campi e della morte giunge fino all’atto della scrittura. La ferita si mostra infatti come punto di partenza sia della storia individuale che di quella collettiva: il suo manifestarsi, quale cicatrice, si fa spia di un trauma che non è stato accolto dal linguaggio, ma che trova evidenza nel corpo. Da tale traccia memoriale, si passa poi al vuoto, alla mancanza, alla perdita, prima di poter formulare ogni tipo di ricordo. Infine, dopo lo smarrimento in una sorta di oblio totalizzante, si apre il varco della memoria, attraverso cui giungere all’approdo della scrittura. L’autore, consapevole di radicarsi in un processo storico, e trasformando l’esperienza in linguaggio, può così dar voce a un realismo che comprenda e restituisca la complessità del mondo, fatta di uno scambio continuo tra frammentario e universale.
Il saggio intende riflettere sul confronto della produzione letteraria di Goffredo Parise e Italo Calvino nel corso degli anni Settanta, soffermandosi in particolare sui Sillabari e Le città invisibili. Mostrando inizialmente i principali... more
Il saggio intende riflettere sul confronto della produzione letteraria di Goffredo Parise e Italo Calvino nel corso degli anni Settanta, soffermandosi in particolare sui Sillabari e Le città invisibili.
Mostrando inizialmente i principali punti di contatto tematici (le categorie di ambiguità e reversibilità, il fattore temporale, il ruolo della memoria, la funzione del caso) e formali (favola allegorica/exemplum), l’indagine rivela una sostanziale distanza tra i due testi. Si tratta infatti di opere che, pur perseguendo scopi simili, muovono da premesse divergenti: se in Parise la realtà, quale repertorio emotivo, viene colta senza intenti normativi, grazie alle momentanee percezioni sensoriali, in Calvino la rappresentazione del mondo avviene attraverso una forte struttura logico-combinatoria che tenta un inventario dell’umanità.
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The essay examines the close relationship between contrainte and autobiographical traces in Georges Perec’s poetical production, investigating how the biographical-historic tragedy becomes a productive structure. In particular, the... more
The essay examines the close relationship between contrainte and autobiographical traces in Georges Perec’s poetical production, investigating how the biographical-historic tragedy becomes a productive structure. In particular, the article explores the use of clinamen such as element of break and awareness of the «contrast between life and instructions». The analysis focuses on Un poème, an essential fragment of the author’s autobiographical puzzle, patiently composed by Perec turning unreachable biographical data into textual elements.
Giornata di Studi "Ridimensionare l’umano: scritture, metamorfosi, sconfinamenti", Università di Bologna - Sorbonne Université, 13 novembre 2021
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Seminario ERJIS. Équipe recherche jeunes italianistes Sorbonne, 12 marzo 2021
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L’intervento si concentra sul dialogo Cina – Italia nell’opera di Goffredo Parise. I viaggi che l’autore compie nel mondo orientale, e che confluiranno nei testi Cara Cina [1966] e L’eleganza è frigida [1982], costituiscono infatti un... more
L’intervento si concentra sul dialogo Cina – Italia nell’opera di Goffredo Parise. I viaggi che l’autore compie nel mondo orientale, e che confluiranno nei testi Cara Cina [1966] e L’eleganza è frigida [1982], costituiscono infatti un momento di particolare interesse all’interno di tutta la sua opera. Gli assi principali della riflessione saranno incentrati sull’influenza della rivoluzione culturale cinese, che conduce l’autore a interrogarsi sui contrasti oriente-occidente (in particolare al mondo cinese caratterizzato dalle “idee”, in opposizione a quello americano dominato dal “denaro”), e sull’impatto che il mondo orientale ha nella sua scrittura. Sembra infatti che sia proprio l’intenso contatto con  Cina e Giappone a modificare significativamente le modalità con cui Parise tratta la materia da narrare, attraverso nuovi strumenti stilistici e metodologici. All’interno di tale analisi saranno osservate le considerazioni del sinologo François Jullien, fondamentali per capire il percorso parisiano che va dal contatto con un’alterità all’acquisizione di certe credenze, fino al loro “utilizzo” nell’atto della scrittura. In particolare, ci si soffermerà sui rapporti tra logos e tao, sul principio di non contraddizione, sulla via della significazione contrapposta a quella dell’indicazione, sul concetto di efficacia [F. Jullien, Traité de l’efficacité, 1996], infine sulla logica della modellizzazione tipica del pensiero occidentale in antitesi alla logica del processo di derivazione orientale.
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