Catalogue de l'exposition présentée à Milan entre le 25 octobre 2023 et le 10 mars 2024 au MUDEC ... more Catalogue de l'exposition présentée à Milan entre le 25 octobre 2023 et le 10 mars 2024 au MUDEC (Italie). Co-commissariat avec Elena Cervellati et Cristiana Natali. Co-direction scientifique de l'ouvrage
La mostra, realizzata in collaborazione con il Musée Rodin, indaga la passione del grande scultore francese per la danza e, in particolare, per quella tradizionale cambogiana, diventata estremamente popolare in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900 grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi.
Incentrata attorno al nucleo di figurine in terracotta e disegni che formano il ciclo Mouvements de danse, cui Rodin lavorò tra il 1902 e il 1913, la mostra fa scoprire il massimo raggiungimento del grande maestro francese sul tema del movimento del corpo e sul ritmo che lo governa.
Due sezioni, curate da Elena Cervellati (storica della danza) e Cristiana Natali (antropologa), illustrano le influenze dei ballerini cambogiani sull’immaginario di Rodin, e, guardando ai giorni nostri, come la coreografia della danza contemporanea trovi una preziosa fonte di ispirazione nella lezione del grande artista. La lezione di Rodin getta oggi un ponte tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra il XIX secolo e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica delle più recenti sperimentazioni artistiche.
Il butō, prima ancora di definire il proprio nome, ha profondamente scosso la scena giapponese de... more Il butō, prima ancora di definire il proprio nome, ha profondamente scosso la scena giapponese degli anni ‘50 qualificandosi come un’eresia in grado di sovvertire le norme teatrali sedimentate. Lungo percorsi palesi e sotterranei, in uno stretto groviglio la cui origine non è facilmente collocabile nel tempo e nello spazio, il butō giunge in Europa sul finire degli anni ‘70 preludendo alla folgorante apparizione di Ōno Kazuo al Festival di Nancy del 1980. Il volume, nell’omaggiare il Maestro che assieme a Hijikata Tatsumi ha indelebilmente segnato la fisionomia di questa rivolta danzata, restituisce uno sguardo aggiornato sulla presenza, l’assimilazione e le trasformazioni – in ambito performativo come in quello più ampiamente culturale – del butō in Europa individuando gli intrecci profondi tanto delle radici ideali che lo nutrono quanto delle ramificazioni creative cui ha dato vita.
Even before defining its own name, butō deeply shook the 1950s Japanese scene, characterizing itself as a “heresy” capable of undermining the established theatrical models. Following both clear and hidden paths, as in a wrapped tangle whose origins fail to be easily situated in time and space, butō arrives in Europe by the end of the 1970s, preluding Ōno Kazuo’s striking appearance at the International Festival in Nancy in 1980. While paying homage to the Master who, together with Hijikata Tatsumi, has indelibly left a mark on the shape of this dancing revolt, this book offers an up-to-date overlook on the presence, the appropriation and the transformations of butō in Europe, in the performing arts as well as in a wider cultural milieu. It does so by pinpointing the profound interlacing which exist within the idealistic roots fostering butō, as much as within the creative ramifications butō brought forth.
L'articolo si propone di indagare le modalita di traduzione, non solo linguistica, e di ricez... more L'articolo si propone di indagare le modalita di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione di un successo coreografico francese e internazionale in una citta italiana ottocentesca, Bologna. L'indagine storiografica e critica intende procedere attraverso il confronto tra il libretto originale di Giselle, pubblicato nel 1841 in occasione della prima rappresentazione dello spettacolo presso il Theâtre de l'Academie royale de musique di Parigi, e la sua versione rivisitata e adattata pubblicata nel 1843 in occasione del debutto di Gisella presso il Teatro Comunale di Bologna, attraverso l’analisi di testimonianze dell’epoca, nonche attraverso un'opportuna contestualizzazione. Lo sguardo strettamente locale viene ampliato grazie all'analisi di alcune ulteriori e coeve versioni del libretto che si collocano alla base di messe in scena realizzate in altre citta italiane (Milano, Roma, Firenze) con l'intervento di coreografi come Antonio Cortesi, Domenico Ronz...
The paper Footprints on Paper. Epiphanies and "Scartafacci" to Say Marie Taglioni (Bolo... more The paper Footprints on Paper. Epiphanies and "Scartafacci" to Say Marie Taglioni (Bologna 1842) investigates a brief period of the career of one of the greatest stars of the romantic ballet, Marie Taglioni (1804 -1884). She arrives in a city of the Italian province, Bologna, in 1842, when she is at the apex of her career. In this occasion several attempts are unfolded to say her dance through the words of different typologies of poetic writings of occasion, as it also happens for other divas of the epoch, for instance Fanny Elssler.
It's 1977 and the Modern Art Gallery of Bologna, Italy, organizes the International Week of Perfo... more It's 1977 and the Modern Art Gallery of Bologna, Italy, organizes the International Week of Performance, which presented the works of artists of the so-called performance art. The format is successful, so it's replicated again the following two years with suitable variations: in 1978, with the consultancy of Franco Quadri, the Second International Week of Performance: Theater of post-avantgarde. Sound poetry, gestural poetry and plastic animation poetry takes place and finally, in 1979, the Third International Week of Performance. New Dance, with the consultancy of Leonetta Bentivoglio, a dense program of performances with important representatives of the international dance scene, such as Steve Paxton and Simone Forti, together with emergent artists of an Italian new dance still searching for itself, but already alive.
Nel 1977 si svolge presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna la Settimana internazionale della performance, che accoglie uno stuolo di artisti attivi nell'ambito della performance art. La formula piace, tanto che verrà riproposta nei due anni seguenti, anche se opportunamente declinata: nel 1978, consulente Franco Quadri, si svolge la II settimana internazionale della performance. Teatro della post-avanguardia. Poesia sonora, gestuale e di animazione plastica e nel 1979 la III settimana internazionale della performance. La nuova danza, curata da Leonetta Bentivoglio, con una fitta serie di spettacoli che vedono succedersi nomi di punta della scena coreica internazionale, come Steve Paxton e Simone Forti, e realtà emergenti di una nuova danza italiana ancora in cerca di se stessa, ma già viva.
Una nuova idea di fantastico prende corpo nel momento in cui l'ideale romantico si concretizza su... more Una nuova idea di fantastico prende corpo nel momento in cui l'ideale romantico si concretizza sulle scene teatrali europee. Per la novità della sua interpretazione, Marie Taglioni incorpora questo ideale e costringe chi ne scrive a cercare un nuovo modo di descrivere la danza
Panorama di risorse di riferimento utili per gli studi sulla danza accessibili in biblioteche, ar... more Panorama di risorse di riferimento utili per gli studi sulla danza accessibili in biblioteche, archivi, internet.
L'articolo si propone di indagare le modalità di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione... more L'articolo si propone di indagare le modalità di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione di un successo coreografico francese e internazionale in una città italiana ottocentesca, Bologna. L'indagine storiografica e critica intende procedere attraverso il confronto tra il libretto originale di Giselle, pubblicato nel 1841 in occasione della prima rappresentazione dello spettacolo presso il Théâtre de l'Académie royale de musique di Parigi, e la sua versione rivisitata e adattata pubblicata nel 1843 in occasione del debutto di Gisella presso il Teatro Comunale di Bologna, attraverso l’analisi di testimonianze dell’epoca, nonché attraverso un'opportuna contestualizzazione. Lo sguardo strettamente locale viene ampliato grazie all'analisi di alcune ulteriori e coeve versioni del libretto che si collocano alla base di messe in scena realizzate in altre città italiane (Milano, Roma, Firenze) con l'intervento di coreografi come Antonio Cortesi, Domenico Ronzani e Carlo Blasis e con l'interpretazione del ruolo principale da parte di ballerine come Fanny Cerrito, Fanny Elssler e Nathalie Fitzjames, ben note anche sul maggiore palcoscenico parigino.
Il saggio indaga alcune modalità compositive proprie del balletto dell’Ottocento approfondendo in... more Il saggio indaga alcune modalità compositive proprie del balletto dell’Ottocento approfondendo in particolare il ruolo che rivestono il librettista, il coreografo e il danzatore nella creazione coreografica; la prassi di impiegare un vocabolario e una sintassi di movimento fortemente codificati e comunque incorporati dagli interpreti; i confini della libertà di azione di chi ri-crea uno spettacolo di repertorio. La riflessione si articolerà intorno al caso esemplare di un’opera cardine come Giselle, dal suo debutto, nel 1841, al Théâtre de l'Opéra di Parigi, fino agli albori del XX secolo e si fonderà sulle considerazioni e sulle testimonianze di artisti e spettatori coevi.
Catalogue de l'exposition présentée à Milan entre le 25 octobre 2023 et le 10 mars 2024 au MUDEC ... more Catalogue de l'exposition présentée à Milan entre le 25 octobre 2023 et le 10 mars 2024 au MUDEC (Italie). Co-commissariat avec Elena Cervellati et Cristiana Natali. Co-direction scientifique de l'ouvrage
La mostra, realizzata in collaborazione con il Musée Rodin, indaga la passione del grande scultore francese per la danza e, in particolare, per quella tradizionale cambogiana, diventata estremamente popolare in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900 grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi.
Incentrata attorno al nucleo di figurine in terracotta e disegni che formano il ciclo Mouvements de danse, cui Rodin lavorò tra il 1902 e il 1913, la mostra fa scoprire il massimo raggiungimento del grande maestro francese sul tema del movimento del corpo e sul ritmo che lo governa.
Due sezioni, curate da Elena Cervellati (storica della danza) e Cristiana Natali (antropologa), illustrano le influenze dei ballerini cambogiani sull’immaginario di Rodin, e, guardando ai giorni nostri, come la coreografia della danza contemporanea trovi una preziosa fonte di ispirazione nella lezione del grande artista. La lezione di Rodin getta oggi un ponte tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra il XIX secolo e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica delle più recenti sperimentazioni artistiche.
Il butō, prima ancora di definire il proprio nome, ha profondamente scosso la scena giapponese de... more Il butō, prima ancora di definire il proprio nome, ha profondamente scosso la scena giapponese degli anni ‘50 qualificandosi come un’eresia in grado di sovvertire le norme teatrali sedimentate. Lungo percorsi palesi e sotterranei, in uno stretto groviglio la cui origine non è facilmente collocabile nel tempo e nello spazio, il butō giunge in Europa sul finire degli anni ‘70 preludendo alla folgorante apparizione di Ōno Kazuo al Festival di Nancy del 1980. Il volume, nell’omaggiare il Maestro che assieme a Hijikata Tatsumi ha indelebilmente segnato la fisionomia di questa rivolta danzata, restituisce uno sguardo aggiornato sulla presenza, l’assimilazione e le trasformazioni – in ambito performativo come in quello più ampiamente culturale – del butō in Europa individuando gli intrecci profondi tanto delle radici ideali che lo nutrono quanto delle ramificazioni creative cui ha dato vita.
Even before defining its own name, butō deeply shook the 1950s Japanese scene, characterizing itself as a “heresy” capable of undermining the established theatrical models. Following both clear and hidden paths, as in a wrapped tangle whose origins fail to be easily situated in time and space, butō arrives in Europe by the end of the 1970s, preluding Ōno Kazuo’s striking appearance at the International Festival in Nancy in 1980. While paying homage to the Master who, together with Hijikata Tatsumi, has indelibly left a mark on the shape of this dancing revolt, this book offers an up-to-date overlook on the presence, the appropriation and the transformations of butō in Europe, in the performing arts as well as in a wider cultural milieu. It does so by pinpointing the profound interlacing which exist within the idealistic roots fostering butō, as much as within the creative ramifications butō brought forth.
L'articolo si propone di indagare le modalita di traduzione, non solo linguistica, e di ricez... more L'articolo si propone di indagare le modalita di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione di un successo coreografico francese e internazionale in una citta italiana ottocentesca, Bologna. L'indagine storiografica e critica intende procedere attraverso il confronto tra il libretto originale di Giselle, pubblicato nel 1841 in occasione della prima rappresentazione dello spettacolo presso il Theâtre de l'Academie royale de musique di Parigi, e la sua versione rivisitata e adattata pubblicata nel 1843 in occasione del debutto di Gisella presso il Teatro Comunale di Bologna, attraverso l’analisi di testimonianze dell’epoca, nonche attraverso un'opportuna contestualizzazione. Lo sguardo strettamente locale viene ampliato grazie all'analisi di alcune ulteriori e coeve versioni del libretto che si collocano alla base di messe in scena realizzate in altre citta italiane (Milano, Roma, Firenze) con l'intervento di coreografi come Antonio Cortesi, Domenico Ronz...
The paper Footprints on Paper. Epiphanies and "Scartafacci" to Say Marie Taglioni (Bolo... more The paper Footprints on Paper. Epiphanies and "Scartafacci" to Say Marie Taglioni (Bologna 1842) investigates a brief period of the career of one of the greatest stars of the romantic ballet, Marie Taglioni (1804 -1884). She arrives in a city of the Italian province, Bologna, in 1842, when she is at the apex of her career. In this occasion several attempts are unfolded to say her dance through the words of different typologies of poetic writings of occasion, as it also happens for other divas of the epoch, for instance Fanny Elssler.
It's 1977 and the Modern Art Gallery of Bologna, Italy, organizes the International Week of Perfo... more It's 1977 and the Modern Art Gallery of Bologna, Italy, organizes the International Week of Performance, which presented the works of artists of the so-called performance art. The format is successful, so it's replicated again the following two years with suitable variations: in 1978, with the consultancy of Franco Quadri, the Second International Week of Performance: Theater of post-avantgarde. Sound poetry, gestural poetry and plastic animation poetry takes place and finally, in 1979, the Third International Week of Performance. New Dance, with the consultancy of Leonetta Bentivoglio, a dense program of performances with important representatives of the international dance scene, such as Steve Paxton and Simone Forti, together with emergent artists of an Italian new dance still searching for itself, but already alive.
Nel 1977 si svolge presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna la Settimana internazionale della performance, che accoglie uno stuolo di artisti attivi nell'ambito della performance art. La formula piace, tanto che verrà riproposta nei due anni seguenti, anche se opportunamente declinata: nel 1978, consulente Franco Quadri, si svolge la II settimana internazionale della performance. Teatro della post-avanguardia. Poesia sonora, gestuale e di animazione plastica e nel 1979 la III settimana internazionale della performance. La nuova danza, curata da Leonetta Bentivoglio, con una fitta serie di spettacoli che vedono succedersi nomi di punta della scena coreica internazionale, come Steve Paxton e Simone Forti, e realtà emergenti di una nuova danza italiana ancora in cerca di se stessa, ma già viva.
Una nuova idea di fantastico prende corpo nel momento in cui l'ideale romantico si concretizza su... more Una nuova idea di fantastico prende corpo nel momento in cui l'ideale romantico si concretizza sulle scene teatrali europee. Per la novità della sua interpretazione, Marie Taglioni incorpora questo ideale e costringe chi ne scrive a cercare un nuovo modo di descrivere la danza
Panorama di risorse di riferimento utili per gli studi sulla danza accessibili in biblioteche, ar... more Panorama di risorse di riferimento utili per gli studi sulla danza accessibili in biblioteche, archivi, internet.
L'articolo si propone di indagare le modalità di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione... more L'articolo si propone di indagare le modalità di traduzione, non solo linguistica, e di ricezione di un successo coreografico francese e internazionale in una città italiana ottocentesca, Bologna. L'indagine storiografica e critica intende procedere attraverso il confronto tra il libretto originale di Giselle, pubblicato nel 1841 in occasione della prima rappresentazione dello spettacolo presso il Théâtre de l'Académie royale de musique di Parigi, e la sua versione rivisitata e adattata pubblicata nel 1843 in occasione del debutto di Gisella presso il Teatro Comunale di Bologna, attraverso l’analisi di testimonianze dell’epoca, nonché attraverso un'opportuna contestualizzazione. Lo sguardo strettamente locale viene ampliato grazie all'analisi di alcune ulteriori e coeve versioni del libretto che si collocano alla base di messe in scena realizzate in altre città italiane (Milano, Roma, Firenze) con l'intervento di coreografi come Antonio Cortesi, Domenico Ronzani e Carlo Blasis e con l'interpretazione del ruolo principale da parte di ballerine come Fanny Cerrito, Fanny Elssler e Nathalie Fitzjames, ben note anche sul maggiore palcoscenico parigino.
Il saggio indaga alcune modalità compositive proprie del balletto dell’Ottocento approfondendo in... more Il saggio indaga alcune modalità compositive proprie del balletto dell’Ottocento approfondendo in particolare il ruolo che rivestono il librettista, il coreografo e il danzatore nella creazione coreografica; la prassi di impiegare un vocabolario e una sintassi di movimento fortemente codificati e comunque incorporati dagli interpreti; i confini della libertà di azione di chi ri-crea uno spettacolo di repertorio. La riflessione si articolerà intorno al caso esemplare di un’opera cardine come Giselle, dal suo debutto, nel 1841, al Théâtre de l'Opéra di Parigi, fino agli albori del XX secolo e si fonderà sulle considerazioni e sulle testimonianze di artisti e spettatori coevi.
Uploads
Books
La mostra, realizzata in collaborazione con il Musée Rodin, indaga la passione del grande scultore francese per la danza e, in particolare, per quella tradizionale cambogiana, diventata estremamente popolare in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900 grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi.
Incentrata attorno al nucleo di figurine in terracotta e disegni che formano il ciclo Mouvements de danse, cui Rodin lavorò tra il 1902 e il 1913, la mostra fa scoprire il massimo raggiungimento del grande maestro francese sul tema del movimento del corpo e sul ritmo che lo governa.
Due sezioni, curate da Elena Cervellati (storica della danza) e Cristiana Natali (antropologa), illustrano le influenze dei ballerini cambogiani sull’immaginario di Rodin, e, guardando ai giorni nostri, come la coreografia della danza contemporanea trovi una preziosa fonte di ispirazione nella lezione del grande artista. La lezione di Rodin getta oggi un ponte tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra il XIX secolo e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica delle più recenti sperimentazioni artistiche.
ISBN: 978-88-6648-742-5
https://www.24orecultura.com/libri-24-ore-cultura/rodin-e-la-danza-2/
Even before defining its own name, butō deeply shook the 1950s Japanese scene, characterizing itself as a “heresy” capable of undermining the established theatrical models. Following both clear and hidden paths, as in a wrapped tangle whose origins fail to be easily situated in time and space, butō arrives in Europe by the end of the 1970s, preluding Ōno Kazuo’s striking appearance at the International Festival in Nancy in 1980. While paying homage to the Master who, together with Hijikata Tatsumi, has indelibly left a mark on the shape of this dancing revolt, this book offers an up-to-date overlook on the presence, the appropriation and the transformations of butō in Europe, in the performing arts as well as in a wider cultural milieu. It does so by pinpointing the profound interlacing which exist within the idealistic roots fostering butō, as much as within the creative ramifications butō brought forth.
Papers
Nel 1977 si svolge presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna la Settimana internazionale della performance, che accoglie uno stuolo di artisti attivi nell'ambito della performance art. La formula piace, tanto che verrà riproposta nei due anni seguenti, anche se opportunamente declinata: nel 1978, consulente Franco Quadri, si svolge la II settimana internazionale della performance. Teatro della post-avanguardia. Poesia sonora, gestuale e di animazione plastica e nel 1979 la III settimana internazionale della performance. La nuova danza, curata da Leonetta Bentivoglio, con una fitta serie di spettacoli che vedono succedersi nomi di punta della scena coreica internazionale, come Steve Paxton e Simone Forti, e realtà emergenti di una nuova danza italiana ancora in cerca di se stessa, ma già viva.
La mostra, realizzata in collaborazione con il Musée Rodin, indaga la passione del grande scultore francese per la danza e, in particolare, per quella tradizionale cambogiana, diventata estremamente popolare in Europa tra fine ‘800 e inizio ‘900 grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi.
Incentrata attorno al nucleo di figurine in terracotta e disegni che formano il ciclo Mouvements de danse, cui Rodin lavorò tra il 1902 e il 1913, la mostra fa scoprire il massimo raggiungimento del grande maestro francese sul tema del movimento del corpo e sul ritmo che lo governa.
Due sezioni, curate da Elena Cervellati (storica della danza) e Cristiana Natali (antropologa), illustrano le influenze dei ballerini cambogiani sull’immaginario di Rodin, e, guardando ai giorni nostri, come la coreografia della danza contemporanea trovi una preziosa fonte di ispirazione nella lezione del grande artista. La lezione di Rodin getta oggi un ponte tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra il XIX secolo e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica delle più recenti sperimentazioni artistiche.
ISBN: 978-88-6648-742-5
https://www.24orecultura.com/libri-24-ore-cultura/rodin-e-la-danza-2/
Even before defining its own name, butō deeply shook the 1950s Japanese scene, characterizing itself as a “heresy” capable of undermining the established theatrical models. Following both clear and hidden paths, as in a wrapped tangle whose origins fail to be easily situated in time and space, butō arrives in Europe by the end of the 1970s, preluding Ōno Kazuo’s striking appearance at the International Festival in Nancy in 1980. While paying homage to the Master who, together with Hijikata Tatsumi, has indelibly left a mark on the shape of this dancing revolt, this book offers an up-to-date overlook on the presence, the appropriation and the transformations of butō in Europe, in the performing arts as well as in a wider cultural milieu. It does so by pinpointing the profound interlacing which exist within the idealistic roots fostering butō, as much as within the creative ramifications butō brought forth.
Nel 1977 si svolge presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna la Settimana internazionale della performance, che accoglie uno stuolo di artisti attivi nell'ambito della performance art. La formula piace, tanto che verrà riproposta nei due anni seguenti, anche se opportunamente declinata: nel 1978, consulente Franco Quadri, si svolge la II settimana internazionale della performance. Teatro della post-avanguardia. Poesia sonora, gestuale e di animazione plastica e nel 1979 la III settimana internazionale della performance. La nuova danza, curata da Leonetta Bentivoglio, con una fitta serie di spettacoli che vedono succedersi nomi di punta della scena coreica internazionale, come Steve Paxton e Simone Forti, e realtà emergenti di una nuova danza italiana ancora in cerca di se stessa, ma già viva.