Books (Authored & Edited) by Domenico Cerami
Nelle chiese che punteggiano le colline a ridosso della fascia di confine tra i territori di Mod... more Nelle chiese che punteggiano le colline a ridosso della fascia di confine tra i territori di Modena e Bologna si trovano ancora oggi preziosi capolavori della scultura lignea emiliana. Madonne, santi e crocifissi, raffiguranti il Cristo patiens, testimoniano attraverso le loro figure e policromie la persistenza di antiche devozioni. Nel recupero e tutela di questi manufatti, analizzato in modo puntuale da Anna Stanzani, si inserisce l'inedito Crocifisso di Oliveto, oggetto di un lungo e delicato restauro da parte di Monica Ori.
Il rapporto istituzionale intercorso tra l’abbazia di Nonantola e Bologna è il filo conduttore de... more Il rapporto istituzionale intercorso tra l’abbazia di Nonantola e Bologna è il filo conduttore del percorso storico-archivistico che caratterizza questo libro. Un legame che prende le mosse dalla fascia di confine tra Bologna e Modena, presidiata dal monastero in concorrenza con il presule, e giunge nel tempo all’interno delle mura urbane. Nei pressi della chiesa di S. Giorgio in Poggiale sorgeva infatti il palazzo dell’abate. A quei territori, alla patrimonialità fondiaria, alla rete monastica e alle dipendenze urbane felsinee dell’abbazia, specie per i secoli VIII-XIII, si è a lungo interessata la storiografia nonantolana, che ha attinto al ricco patrimonio pergamenaceo conservato presso l’archivio abbaziale.
Nel libro l’angolo di osservazione viene ribaltato. Le vicende occorse all’augusta badia sono osservate attraverso le fonti documentarie conservate presso alcune istituzioni bolognesi: l’Archivio Generale Arcivescovile, l’Archivio di Stato, la Biblioteca Universitaria e la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio. I documenti rintracciati ed esaminati rimandano, tranne rare eccezioni, ai secoli XIV-XV, periodo che vide alla guida della comunità monastica diversi abati di provenienza bolognese. L’ultimo di costoro, Gian Galeazzo Pepoli (1407-1449), chiuse la serie degli abati regolari. Procedendo da questa ricca e in larga parte inedita documentazione gli autori ci conducono a scoprire uomini e vicende dell’ultima stagione dell’abbazia e della sua comunità.
Nell’anno 1002 il monaco di origine lombarda Rodolfo è ordinato abate del monastero di San Silves... more Nell’anno 1002 il monaco di origine lombarda Rodolfo è ordinato abate del monastero di San Silvestro di Nonantola. Oscuri sono i natali e la formazione religiosa, mentre più documentato è il periodo che trascorse alla guida della folta comunità monastica. Furono trentaquattro anni vissuti tra battaglie, incendi, grandi nevicate e tentativi regi di depotenziarne il ruolo.
Nel libro vengono tratteggiate le possibili origini, il quadro familiare, recuperato per via indiziaria da un ristretto numero di fonti, e non ultimo l’impegno profuso nel rifondare il monastero, controllato dalla seconda metà del X secolo dagli imperatori sassoni e dai presuli emiliani.
La figura del venerabile abate è colta nel quadro di una Nonantola circondata dall’incolto dei boschi e delle paludi, segnata dalle incursioni ungare e dal malgoverno degli ultimi abati. Lì, tra campi e selve, si staglia imponente l’abbazia di Anselmo, crocevia culturale e politico per uomini e istituzioni. In questo scenario Rodolfo guida la comunità mantenendosi equidistante dai proceres del Regno Italico, favorisce gli scambi culturali e spirituali con i cenobi padani e opera una profonda ricostruzione della memoria documentaria.
History by Domenico Cerami
This paper focuses on the meaning and acquisition of the word thesaurus in early medieval monast... more This paper focuses on the meaning and acquisition of the word thesaurus in early medieval monastic sources, which essentially refers to objects characterized by strong symbolic, economic, cultural, and sumptuary value. Since wealth accumulation was contrary to the vow of poverty, early medieval monastic rules do not include the word thesaurus. However, the importance of treasures grew as the monasteries became larger, ties with the elites strengthened, and royal protection and exemption were granted. Moreover, the treasured objects become a central element to define the material memory of the monastic community, providing information on both patrons and workshops, on donations from local elites and exchanges established with both local communities and other monastic foundations, and eventually also on subtraction and dispersion from which monastic treasures frequently suffered.
Il contributo prende in esame la fondazione di monasteri e chiese nel territorio bolognese per op... more Il contributo prende in esame la fondazione di monasteri e chiese nel territorio bolognese per opera di esponenti dell'aristocrazia rurale e urbana. L'unico esempio documentato di Eigenkloster è il cenobio di S. Bartolomeo di Musiano, istituito dai cosiddetti conti di Bologna. Più diffuse risultano le attestazioni documentarie relative a forme di controllo, patronato e avocazia esercitate su chiese e monasteri preesistenti o riguardanti tentativi di controllarli da parte delle élite.
Saggio sulla formazione e consistenza del patrimonio fondiario e minerario brembano dei monasteri... more Saggio sulla formazione e consistenza del patrimonio fondiario e minerario brembano dei monasteri benedettini bergamaschi di Astino, Vallalta e Pontida. Un patrimonio nato, anzitutto, dalle concessioni dei conti Giselbertini e del presule di Bergamo.
Il contributo prende in esame i rapporti istituzionali intercorsi tra l'abbazia di Nonantola e un... more Il contributo prende in esame i rapporti istituzionali intercorsi tra l'abbazia di Nonantola e un gruppo di cenobi femminili da essa dipendenti. L'analisi delle relazioni che legarono Nonantola alle singole comunità benedettine, dislocate nell'Italia centro settentrionale, consente di ampliare le conoscenze relativamente alla rete monastica del cenobio regio, di individuare le dinamiche socio-politiche che regolarono e investirono la fondazione dei singoli monasteri e, non ultimo, di documentare la crescita nei singoli territori di esperienze monastiche femminili. The study examines the institutional relationships between the Nonantola Abbey and a group of female coenobs dependent on it. The analysis of the relationships that linked Nonantola to the individual Benedictine communities in North Central Italy, makes it possible to broaden the knowledge regarding the monastic network of the royal monastery. Moreover, this analysis identifies the socio-political dynamics that regulated the foundation of the single monasteries. Finally, it documents the growth of the territories that contained the female monastic experiences.
Il contributo ripercorre la vicenda biografica e gli studi di Benedetto da Poscante e Benedetto B... more Il contributo ripercorre la vicenda biografica e gli studi di Benedetto da Poscante e Benedetto Baselli de'Medici di Ruspino, medici e letterati bergamaschi laureati a Bologna nel Cinquecento e divenuti celebri in terra veneta.
Saggio dedicato agli studenti viadanesi che tra Cinquecento e Seicento frequentarono l'Ateneo bo... more Saggio dedicato agli studenti viadanesi che tra Cinquecento e Seicento frequentarono l'Ateneo bolognese. La ricerca prende le mosse dagli stemmi araldici conservati presso l'Archiginnasio.
L'articolo tratta il tema della memoria monastica analizzata attraverso 5 documenti riguardanti ... more L'articolo tratta il tema della memoria monastica analizzata attraverso 5 documenti riguardanti il monastero di S. Lucia di Roffeno, antica dipendenza nonantolana ubicata nell'Appennino bolognese. Si precisa che al testo edito sono state apportate alcune correzioni a causa di alcuni refusi.
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Books (Authored & Edited) by Domenico Cerami
Nel libro l’angolo di osservazione viene ribaltato. Le vicende occorse all’augusta badia sono osservate attraverso le fonti documentarie conservate presso alcune istituzioni bolognesi: l’Archivio Generale Arcivescovile, l’Archivio di Stato, la Biblioteca Universitaria e la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio. I documenti rintracciati ed esaminati rimandano, tranne rare eccezioni, ai secoli XIV-XV, periodo che vide alla guida della comunità monastica diversi abati di provenienza bolognese. L’ultimo di costoro, Gian Galeazzo Pepoli (1407-1449), chiuse la serie degli abati regolari. Procedendo da questa ricca e in larga parte inedita documentazione gli autori ci conducono a scoprire uomini e vicende dell’ultima stagione dell’abbazia e della sua comunità.
Nel libro vengono tratteggiate le possibili origini, il quadro familiare, recuperato per via indiziaria da un ristretto numero di fonti, e non ultimo l’impegno profuso nel rifondare il monastero, controllato dalla seconda metà del X secolo dagli imperatori sassoni e dai presuli emiliani.
La figura del venerabile abate è colta nel quadro di una Nonantola circondata dall’incolto dei boschi e delle paludi, segnata dalle incursioni ungare e dal malgoverno degli ultimi abati. Lì, tra campi e selve, si staglia imponente l’abbazia di Anselmo, crocevia culturale e politico per uomini e istituzioni. In questo scenario Rodolfo guida la comunità mantenendosi equidistante dai proceres del Regno Italico, favorisce gli scambi culturali e spirituali con i cenobi padani e opera una profonda ricostruzione della memoria documentaria.
History by Domenico Cerami
Nel libro l’angolo di osservazione viene ribaltato. Le vicende occorse all’augusta badia sono osservate attraverso le fonti documentarie conservate presso alcune istituzioni bolognesi: l’Archivio Generale Arcivescovile, l’Archivio di Stato, la Biblioteca Universitaria e la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio. I documenti rintracciati ed esaminati rimandano, tranne rare eccezioni, ai secoli XIV-XV, periodo che vide alla guida della comunità monastica diversi abati di provenienza bolognese. L’ultimo di costoro, Gian Galeazzo Pepoli (1407-1449), chiuse la serie degli abati regolari. Procedendo da questa ricca e in larga parte inedita documentazione gli autori ci conducono a scoprire uomini e vicende dell’ultima stagione dell’abbazia e della sua comunità.
Nel libro vengono tratteggiate le possibili origini, il quadro familiare, recuperato per via indiziaria da un ristretto numero di fonti, e non ultimo l’impegno profuso nel rifondare il monastero, controllato dalla seconda metà del X secolo dagli imperatori sassoni e dai presuli emiliani.
La figura del venerabile abate è colta nel quadro di una Nonantola circondata dall’incolto dei boschi e delle paludi, segnata dalle incursioni ungare e dal malgoverno degli ultimi abati. Lì, tra campi e selve, si staglia imponente l’abbazia di Anselmo, crocevia culturale e politico per uomini e istituzioni. In questo scenario Rodolfo guida la comunità mantenendosi equidistante dai proceres del Regno Italico, favorisce gli scambi culturali e spirituali con i cenobi padani e opera una profonda ricostruzione della memoria documentaria.
and Franciscan and Ambrosian iconography in the Renaissance period.
In the inventory, published in the appendix, are mentioned: Denis Calvaert, Guercino, Lorenzo Pasinelli, Giacomo Cavedoni, Guido Reni, Brizio, Giovan Francesco Gessi, Francesco Albani, Lucio Massari...