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Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de... more
Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de Janeiro, two very different and yet similar cities concerning their disadvantaged communities, focusing on the impacts of the virus, the consequent bottom-up mobilizations and collective actions in poor neighborhoods. It finally draws on possible lessons to learn from their examples.
In the city of Milan, the pandemic generated by the spread of Covid-19 in 2020 led to increased inequality between different social groups. This paper reports the case of a neighbourhood community fund promoted by a group of non-profit... more
In the city of Milan, the pandemic generated by the spread of Covid-19 in 2020 led to increased inequality between different social groups. This paper reports the case of a neighbourhood community fund promoted by a group of non-profit organisations in one of the poorest areas of the city during the first lockdown (February-June 2020). While providing emergency aid to people who did not access institutional measures during the pandemic, this initiative has also boosted a process of reconfiguring the local network structure, supporting a collective redefinition of the practices and meanings of territorial networking for welfare provision. Referring to direct social action (DSA) theory, the article reflects on the role of community-based DSAs in innovating welfare policies and addressing social and territorial inequalities, looking at networkshaped forms of cooperation among third sector organisations.
Il cambiamento è un tema centrale della pianificazione urbana. Molti studiosi hanno guardato in questo senso alle esperienze di organizzazione dal basso, spesso con l'obiettivo di contribuire direttamente a questi esperimenti di... more
Il cambiamento è un tema centrale della pianificazione urbana. Molti studiosi hanno guardato in questo senso alle esperienze di organizzazione dal basso, spesso con l'obiettivo di contribuire direttamente a questi esperimenti di cambiamento sociale. Queste ricerche si caratterizzano per un forte coinvolgimento politico ed emotivo dei ricercatori che può rendere però difficile l'esplicitazione di una critica delle esperienze studiate. L'articolo riflette sul tema della critica alle pratiche di auto-organizzazione dei cittadini utilizzando le ricerche di dottorato degli autori per esplorare la difficile costruzione di uno spazio di critica da parte dei ricercatori implicati concentrandosi sui vincoli emotivi, etici e relazionali. In conclusione l'articolo afferma che le voci critiche non dovrebbero essere omesse per ragioni ideologiche, di amicizia o di appartenenza, ma accolte come strumento di cambiamento e di riflessione collettiva con i partecipanti della ricerca.

Since its beginnings planning has focused on how to change society. Many scholars have looked at insurgent experiences, aiming to contribute with their competences to these experiments of social change. Considering the political and emotional engagement between researchers and subjects in this field of research, the cultivation of spaces of critique is at least problematic. However, there is a lack of reflection and understanding on this issue. The article discusses the issue of critique within urban planning literature on citizen self-organization, then uses the authors' doctoral engaged researches to explore the problematic generation of spaces of critique, focusing on emotive, political and relational issues. The paper concludes that in order for engaged research to be an effective instrument of change, critical voices should not be hidden (for ideological, friendship or belonging reasons), but should be embraced as shared fields of reflection with the participants of the research.
Il riconoscimento e l’attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori è da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso... more
Il riconoscimento e l’attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori è da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso nuovi in cui sperimentare la contaminazione con forme altre di sapere sia teorico che pratico, i processi istituzionali di costruzione di politiche sembrano faticare a scardinare ruoli e visioni consolidate. L’articolo, ripercorrendo le fasi della interazione tra rete locale e istituzione per la riqualificazione del quartiere ERP Giambellino Lorenteggio a Milano, si propone di analizzare gli esiti del processo rispetto al riconoscimento della competenza progettuale espressa dai soggetti territoriali. Al contempo, mettendo in luce alcuni nodi critici della vicenda, l’articolo riflette sulle dinamiche di interazione tra istituzioni e reti locali e sulle sfide aperte alla revisione degli approcci consolidati alla rigenerazione urbana.

Despite a longstanding tradition of studies and research, non expert knowledge recognition and activation represent a challenging unsolved question. However, while ‘in the field’ research practices seem to be fertile contexts open to contamination, the institutional initiatives still express a strong trust in the expert technical-theoretical knowledge, with many difficulties in innovating visions and approaches. The case of Giambellino Lorenteggio redevelopment plan (Milan) shows an attempt to raise practical forms of knowledge at the level of the political and institutional debate with the aim of produce a new shared meaning of the urban transformation process. Beside the innovative and interesting outcomes of the research and consultancy phase, the process shows some critical aspects in terms of opportunistic approach to local actors enablement, asymmetry of power and approach to urban regeneration.
Mapping San Siro è un progetto di ricerca-azione del Politecnico di Milano coordinato da Francesca Cognetti nell’ambito del programma Polisocial - Didattica sul Campo. Dal 2013 un gruppo multidisciplinare di ricercatori, docenti, studenti... more
Mapping San Siro è un progetto di ricerca-azione del Politecnico di Milano coordinato da Francesca Cognetti nell’ambito del programma Polisocial - Didattica sul Campo. Dal 2013 un gruppo multidisciplinare di ricercatori, docenti, studenti e professionisti nei campi dell’architettura e delle politiche urbane si interroga sulle forme dell’abitare nei quartieri di edilizia pubblica, a partire dall’esperienza diretta di un contesto specifico. Da maggio 2014 il progetto ha sede nel quartiere ERP di San Siro (Milano), in uno spazio al piano terra di un edificio residenziale.
Attraverso l’indagine delle forme dell’abitare, Mapping San Siro si propone di ricostruire una conoscenza in profondità del territorio e delle dinamiche che lo attraversano. Una rappresentazione mobile, in continua rielaborazione, con il duplice obiettivo di essere descrizione consapevole e strumento attivo di emersione di istanze e visioni nuove.
Prima che la crisi del Covid-19 proiettasse la città in una nuova dimensione piena di incognite sul futuro, Milano correva: incremento demografico, irresistibile attrazione di capitali stranieri, boom immobiliare, riqualificazione diffusa... more
Prima che la crisi del Covid-19 proiettasse la città in una nuova dimensione piena di incognite sul futuro, Milano correva: incremento demografico, irresistibile attrazione di capitali stranieri, boom immobiliare, riqualificazione diffusa di pezzi di città, crescita del numero di studenti nelle università, esposizione mediatica senza precedenti. Una città-bolla, che “non restituisce più niente di quello che attrae” ha detto un ministro. Una locomotiva sì, ma di un Paese che stava perdendo i vagoni. Sullo sfondo dell’inarrestabile corsa, gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, la pervasività del precariato lavorativo, l’esplosione dei costi abitativi, la crescita di una popolazione di invisibili e non rappresentati, il sobbollire delle periferie. Povertà educative, diritto alla casa negato, nuove marginalità: sono i tre temi di un’inchiesta costruita attraverso le testimonianze di coloro che si confrontano quotidianamente e in prima persona con i rimossi della città. Il ventre di Milano ribolle di contraddizioni, ma ha in sé anche i semi per un ripensamento collettivo a partire dalle voci e dalle esperienze di chi reclama e disegna una città più equa e accogliente.
Quartieri come reti. Le reti territoriali come dispositivi di inclusione tra competenza e rappresentanza Nel quadro dei mutamenti avvenuti con la crisi del fordismo, la figura della rete si è affermata come metafora della società. Le... more
Quartieri come reti. Le reti territoriali come dispositivi di inclusione tra competenza e rappresentanza

Nel quadro dei mutamenti avvenuti con la crisi del fordismo, la figura della rete si è affermata come metafora della società. Le politiche sociali e urbane hanno assunto così un assetto “reticolare”, affermando un regime di orizzontalità tra attori differenti che ha generato importanti rinnovamenti nell’approccio al territorio - i principi dell’integrazione della partecipazione e della attivazione. Nel corso degli ultimi decenni, l’affermazione degli orientamenti neoliberisti al governo urbano hanno tuttavia posto una forte ipoteca sulle prospettive di allargamento e democratizzazione dei processi di produzione di politiche pubbliche. In questo quadro incerto, la figura della rete è stata assunta come riferimento di un nuovo ordine di rapporti societari, valori e bisogni culturali di autonomia, autoimprenditorialità e libero scambio che hanno sollevato numerose critiche alla presunta apertura e orizzontalità dei processi reticolari e del principio cardine dell’autoorganizzazione. In questo scenario, le periferie urbane attraversate da significativi cambiamenti sociodemografici sono state tra i principali bersagli sia delle politiche urbane che dell’azione autorganizzata del terzo settore. Questi due processi stanno sollevando interessanti interrogativi sugli strumenti per accompagnare lo sviluppo di territori soggetti ad uno scollamento tra domande sociali e target dalle politiche di welfare. Una condizione che apre un interessante prospettiva intorno al concetto di rete come strumento organizzativo per operare all’interno di contesti che sono nella loro multiproblematicità anche frontiere culturali della società.
La tesi guarda al caso della città di Milano, in cui il nuovo scenario di politiche ha riportato al centro del governo urbano il concetto di rete territoriale. Attraverso l’analisi di due quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica, la tesi esplora tre domande di ricerca, che esaminano i concetti sviluppati negli studi organizzativi e nei diversi approcci alla network analysis nella prospettiva specifica delle reti territoriali: 1) quali dinamiche caratterizzano il funzionamento delle reti territoriali per garantire un bilanciamento tra autonomia e collaborazione tra le organizzazioni; 2) quale ruolo di intermediazione è svolto dalle reti territoriali nella relazione con le politiche e le istituzioni pubbliche; 3) quale ruolo dei singoli nelle reti. Per rispondere a queste domande è stato utilizzato un approccio immersivo e partecipante, raccogliendo dati prevalentemente di natura qualitativa attraverso note di campo e osservazioni, conversazioni, interventiste in profondità e biografiche.
Gli esiti della ricerca mostrano che le reti di quartiere si manifestano come contesti organizzativi emergenti, in cui la dimensione culturale dell’interazione sociale risulta determinante per la convergenza degli attori, influenzandone i repertori delle competenze, delle esperienze comuni e i discorsi. Motore del funzionamento della rete sono però i processi di coinvolgimento dei singoli operatori e volontari e l’interpretazione data del proprio mandato di azione nella rete. La possibilità di rielaborare creativamente la tensione tra interesse individuale, collettivo e organizzativo ha sostenuto nei due casi lo sviluppo di pratiche di intervento e il riconoscimento ruoli inediti, che stanno ridefinendo le figure tradizionali sia dell’intervento sociale territoriale che dell’attivismo civico politico. Queste figure si stanno facendo portatrici nelle reti del terzo settore di un nuovo mandato politico rispetto al territorio, introducendo la variabile del legame affettivo. L’interazione tra queste figure e i processi di governance reticolare assunti dal welfare locale può determinare una ridefinizione dei percorsi e degli obiettivi dell’attivazione in rete, ricostruendo un rinnovato ruolo di intermediazione del terzo settore di prossimità, cura e rappresentanza.
Nell'ambito del progetto di ricerca InfoHousE-Informal Housing Experiences, un gruppo di ricerca inter-disciplinare ha riconosciuto e indagato più di cento situazioni abitative informali che interessano i patrimoni abitativi privati... more
Nell'ambito del progetto di ricerca InfoHousE-Informal Housing Experiences, un gruppo di ricerca inter-disciplinare ha riconosciuto e indagato più di cento situazioni abitative informali che interessano i patrimoni abitativi privati nell'ambito della regione Lombardia, uno dei contesti caratterizzati da sistemi economici tra i più avanzati e da una società dinamica in cui, tuttavia, si esprimono divari ampi per quanto riguarda le opportunità di accesso ai beni territoriali e ai servizi essenziali. La ricerca ha rilevato significative differenze nelle forme spaziali del fenomeno in relazione a diversi ambiti territoriali considerati. In molti dei casi identificati, frammentazione proprietaria e assetto giuridico dei patrimoni abitativi privati impediscono alle amministrazioni locali di intervenire in maniera efficace, favorendo, in questo modo, l'esclusione delle situazioni abitative informali da politiche e progetti attivi e relegandole per lo più a mera questione di sicurezza, decoro e legalità 1 .
La ritrazione progressiva dell'attore pubblico dalla gestione diretta degli interventi di welfare ha prodotto una crescente rilevanza alla scala microlocale delle organizzazioni del terzo settore, favorendone il processo di radicamento e... more
La ritrazione progressiva dell'attore pubblico dalla gestione diretta degli interventi di welfare ha prodotto una crescente rilevanza alla scala microlocale delle organizzazioni del terzo settore, favorendone il processo di radicamento e la continuità di azione in alcuni territori particolarmente deprivati come, ad esempio, i quartieri di edilizia residenziale pubblica. Questa dinamica sembra avere aperto un interessante spazio di autonomia di azione per il terzo settore, rafforzato dal crescente ruolo del finanziamento privato. Questi soggetti hanno così potuto sviluppare strumenti, competenze e sensibilità specifiche per accompagnare territori e popolazioni fragili in un quadro di crescente scollamento tra domande sociali e target dalle politiche di welfare. L'intersezione tra questi diversi attori ha rappresentato nell'ultimo decennio il fertile terreno intorno a cui si sono sviluppati processi innovativi di trasformazione e rigenerazione urbana in diverse periferie della città di Milano. Una condizione non priva di contraddizioni che mostra però anche interessanti elementi di innovazione negli esiti, in parte inattesi, delle pratiche di interazione e collaborazione quotidiane tra gli attori locali. In alcune periferie caratterizzate dalla presenza di relazioni consolidate tra le organizzazioni del terzo settore stanno maturando forme innovative di governance dell'intervento sociale a base territoriale che delineano uno scenario possibile di politiche di quartiere "network-based".
Nel quadro dei mutamenti avvenuti con la crisi del fordismo, la figura della rete si \ue8 affermata come metafora della societ\ue0. Le politiche sociali e urbane hanno assunto cos\uec un assetto \u201creticolare\u201d, affermando un... more
Nel quadro dei mutamenti avvenuti con la crisi del fordismo, la figura della rete si \ue8 affermata come metafora della societ\ue0. Le politiche sociali e urbane hanno assunto cos\uec un assetto \u201creticolare\u201d, affermando un regime di orizzontalit\ue0 tra attori differenti che ha generato importanti rinnovamenti nell\u2019approccio al territorio - i principi dell\u2019integrazione della partecipazione e della attivazione. Nel corso degli ultimi decenni, l\u2019affermazione degli orientamenti neoliberisti al governo urbano hanno tuttavia posto una forte ipoteca sulle prospettive di allargamento e democratizzazione dei processi di produzione di politiche pubbliche. In questo quadro incerto, la figura della rete \ue8 stata assunta come riferimento di un nuovo ordine di rapporti societari, valori e bisogni culturali di autonomia, autoimprenditorialit\ue0 e libero scambio che hanno sollevato numerose critiche alla presunta apertura e orizzontalit\ue0 dei processi reticolari e del...
Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de... more
Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de Janeiro, two very differentand yet similar cities concerning their disadvantaged communities, focusing on the impacts of the virus, the consequent bottom-up mobilizations and collective actions in poor neighborhoods. It finally draws on possible lessons to learn from their examples
Il cambiamento e un tema centrale della pianificazione urbana. Molti studiosi hanno guardato in questo senso alle esperienze di organizzazione dal basso, spesso con l’obiettivo di contribuire direttamente a questi esperimenti di... more
Il cambiamento e un tema centrale della pianificazione urbana. Molti studiosi hanno guardato in questo senso alle esperienze di organizzazione dal basso, spesso con l’obiettivo di contribuire direttamente a questi esperimenti di cambiamento sociale. Queste ricerche si caratterizzano per un forte coinvolgimento politico ed emotivo dei ricercatori che puo rendere pero difficile l’esplicitazione di una critica delle esperienze studiate. L’articolo riflette sul tema della critica alle pratiche di auto-organizzazione dei cittadini utilizzando le ricerche di dottorato degli autori per esplorare la difficile costruzione di uno spazio di critica da parte dei ricercatori implicati concentrandosi sui vincoli emotivi, etici e relazionali. In conclusione l’articolo afferma che le voci critiche non dovrebbero essere omesse per ragioni ideologiche, di amicizia o di appartenenza, ma accolte come strumento di cambiamento e di riflessione  collettiva con i partecipanti della ricerca. Since its begin...
Diffusion of social housing in Erp neighbourhoods: a resource for new housing demands? In the last decade in Italy, various project of social housing have been promoted by the “social” private sector to respond to young people’s housing... more
Diffusion of social housing in Erp neighbourhoods: a resource for new housing demands? In the last decade in Italy, various project of social housing have been promoted by the “social” private sector to respond to young people’s housing needs since they represent a consistent part of what is called the grey zone of housing demand: low income people “too rich” to access to the public housing stock but also “too poor” for the private market; a category that has expanded and has “worsen” its condi ons in the past years, due to the e ects of the economic crisis. Among those projects, Abitagiovani, promoted in 2012 in Milan through a public/private partnership, sell abandoned apartments (that remained un- sold from previous processes of priva za on), located in di erent public housing neighbourhoods of the city, to low-earnings-young-people that can provide certain guarantees in terms of xed-income, job security etc... The paper argues that the strategy of the “right to buy” (promoted by...
Il riconoscimento e l’attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori e da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso... more
Il riconoscimento e l’attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori e da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso nuovi in cui sperimentare la contaminazione con forme altre di sapere sia teorico che pratico, i processi istituzionali di costruzione di politiche sembrano faticare a scardinare ruoli e visioni consolidate. L’articolo, ripercorrendo le fasi di interazione tra rete locale e istituzione per la riqualificazione del quartiere ERP Giambellino Lorenteggio a Milano, si propone di analizzare gli esiti del processo rispetto al riconoscimento della competenza progettuale espressa dai soggetti locali. Al contempo, mettendo in luce alcuni nodi critici della vicenda, l’articolo riflette sulle dinamiche di interazione tra istituzioni e reti locali e sulle sfide aperte alla revisione degli approcci consolidati alla rigenerazione urbana
Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de... more
Marginal urban areas already subject to unequal distribution of welfare facilities and socioeconomic opportunities were badly hit by the Covid-19 pandemic. Taking from a spatial justice perspective, this paper looks at Milan and Rio de Janeiro, two very different and yet similar cities concerning their disadvantaged communities, focusing on the impacts of the virus, the consequent bottom-up mobilizations and collective actions in poor neighbourhoods. It finally draws on possible lessons to learn from their examples.
Il riconoscimento e l'attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori è da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso... more
Il riconoscimento e l'attivazione di saperi differenti per la rigenerazione dei territori è da tempo un campo aperto di riflessione e sperimentazione per gli studi urbani. Mentre la ricerca appare impegnata a costruire contesti di senso nuovi in cui sperimentare la contaminazione con forme altre di sapere sia teorico che pratico, i processi istituzionali di costruzione di politiche sembrano faticare a scardinare ruoli e visioni consolidate. L'articolo, ripercorrendo le fasi della interazione tra rete locale e istituzione per la riqualificazione del quartiere ERP Giambellino Lorenteggio a Milano, si propone di analizzare gli esiti del processo rispetto al riconoscimento della competenza progettuale espressa dai soggetti territoriali. Al contempo, mettendo in luce alcuni nodi critici della vicenda, l'articolo riflette sulle dinamiche di interazione tra istituzioni e reti locali e sulle sfide aperte alla revisione degli approcci consolidati alla rigenerazione urbana.

Despite a longstanding tradition of studies and research, non expert knowledge recognition and activation represent a challenging unsolved question. However, while 'in the field' research practices seem to be fertile contexts open to contamination, the institutional initiatives still express a strong trust in the expert technical-theoretical knowledge, with many difficulties in innovating visions and approaches. The case of Giambellino Lorenteggio redevelopment plan (Milan) shows an attempt to raise practical forms of knowledge at the level of the political and institutional debate with the aim of produce a new shared meaning of the urban transformation process. Beside the innovative and interesting outcomes of the research and consultancy phase, the process shows some critical aspects in terms of opportunistic approach to local actors enablement, asymmetry of power and approach to urban regeneration.
La ricerca alla base di questo scritto nasce dalla necessità di ragionare sul tema dell'abitare nella città pubblica e sul senso che questo ha assunto nel discorso pubblico, con l'obiettivo di far emergere la complessità del quadro alla... more
La ricerca alla base di questo scritto nasce dalla necessità di ragionare sul tema dell'abitare nella città pubblica e sul senso che questo ha assunto nel discorso pubblico, con l'obiettivo di far emergere la complessità del quadro alla luce delle nuove domande abitative manifestatesi a seguito delle dinamiche di trasformazione socio-economica della città contemporanea e, negli ultimi anni, anche a fronte della crisi economica. Il quartiere di edilizia pubblica San Siro, a Milano, è utilizzato come ambito di osservazione privilegiato. Il taglio scelto è quello dei nuovi profili della domanda abitativa emersi in conseguenza della crisi economica che hanno trovato spazio e risposta nel quartiere, in forza dell'esistenza di alcune " anomalie " nella gestione pubblica da parte dell'Azienda Lombarda di Edilizia Residenziale (Aler). Partendo quindi dall'osservazione della gestione del patrimonio Erp da parte dell'ente proprietario e delle prospettive di sviluppo in termini di nuove politiche di valorizzazione, si è cercato di evidenziare questa nuova dinamica di attrazione al fine di sollecitare una riflessione sulle prospettive e il ruolo del patrimonio pubblico nella città di Milano. Lavoro svolto all'interno del gruppo di ricerca-azione Mapping San Siro, coordinato dalla professoressa Francesca Cognetti (Dastu, Politecnico di Milano)