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ITUB20154761A1 - Sistema di elettrodo e relativo dispositivo per il trattamento di patologie dell?occhio, in particolare dell?occhio secco - Google Patents

Sistema di elettrodo e relativo dispositivo per il trattamento di patologie dell?occhio, in particolare dell?occhio secco Download PDF

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ITUB20154761A1
ITUB20154761A1 ITUB2015A004761A ITUB20154761A ITUB20154761A1 IT UB20154761 A1 ITUB20154761 A1 IT UB20154761A1 IT UB2015A004761 A ITUB2015A004761 A IT UB2015A004761A IT UB20154761 A ITUB20154761 A IT UB20154761A IT UB20154761 A1 ITUB20154761 A1 IT UB20154761A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
eye
electrodes
electrode system
eyelid
treatment
Prior art date
Application number
ITUB2015A004761A
Other languages
English (en)
Inventor
Toni Alessandro De
Alessandro Pozzato
Gianantonio Pozzato
Alfredo Ruggeri
Matteo Scaramuzza
Original Assignee
Resono Ophthalmic S R L
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Resono Ophthalmic S R L filed Critical Resono Ophthalmic S R L
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Description

SISTEMA DI ELETTRODO E RELATIVO DISPOSITIVO PER IL TRATTAMENTO DI PATOLOGIE DELL’OCCHIO, IN PARTICOLARE DELL’OCCHIO SECCO.
DESCRIZIONE
Campo tecnico dell’invenzione
L’invenzione concerne un sistema di elettrodo e un relativo dispositivo per il trattamento di patologie dell’occhio, in particolare dell’occhio secco.
Stato della Tecnica
Le linee guida del National Eye Institute americano sui trial clinici nella malattia da occhio secco<[1]>avevano definito l’occhio secco “disturbo del film lacrimale dovuto alla scarsa produzione o all’eccessiva evaporazione della lacrima, con deterioramento della superficie oculare interpalpebrale e sintomi di discomfort oculare”. Più recentemente, al termine “occhio secco” è preferito quello di “disfunzione lacrimale” (Dysfunctional Tear Syndrome, DTS)<[2]>che inquadra clinicamente una malattia multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare, che produce sintomi di discomfort, disturbi della visione e instabilità del film lacrimale, associata ad aumento dell’osmolarità del film lacrimale e infiammazione della superficie oculare.
La DTS è un disturbo frequentemente riscontrabile nella pratica oftalmologica e, a vari livelli di gravità, riguarda circa il 20% degli adulti con più di 40 anni di età.
L’origine della malattia è collegata a condizioni patologiche di una delle porzioni dell’unità funzionale che include il film lacrimale, la superficie oculare (cornea, congiuntiva, ghiandole lacrimali accessorie, ghiandole di Meibomio), la giunzione muco-epidermica, la ghiandola lacrimale principale e i sistemi di connessione nervosa, i dotti escretori e il sacco naso lacrimale.
La sintomatologia si può manifestare come lieve disturbo oppure come bruciore di varia intensità, sensazione di corpo estraneo, secchezza, fotofobia. Nei casi più gravi, la malattia può progredire fino a interessare il tessuto corneale e determinare ulcere, infiltrati, disturbi visivi.
La terapia della DTS, esclusivamente sintomatica, ha lo scopo di mantenere un’adeguata lubrificazione della superficie oculare e si basa sostanzialmente su M’utilizzo di sostituti lacrimali (la cui frequenza di somministrazione nelle ore diurne nei casi più gravi può arrivare a decine di volte), di gel o unguenti durante la notte, e di antiinfiammatori topici.
Una terapia sintomatica è, per esempio, l’applicazione di “umidità riscaldata” in collegamento con aria sotto pressione pulsata come descritto nei documenti brevettuali WO 2012/114066 A1 ed EP 1 467 687 B1. Altri trattamenti sintomatici prevedono una combinazione tra calore localizzato e una pressione intermittente.
Un’altra strategia di trattamento dell’occhio secco nota nello stato dell’arte propone la stimolazione elettrica del nervo della ghiandola lacrimale attraverso elettrodi che vengono impiantati. Si tratta quindi di un metodo invasivo. Elettrodi per una tale terapia vengono descritti in WO 2012/139063 A2 e US 8.918.181 B2. È inoltre noto un dispositivo nasale di neurostimolazione in cui un dispositivo è inserito nella membrana mucosa della cavità nasale e un altro è inserito in forma sottocutanea sotto il sopracciglio per aumentare la produzione lacrimale. Sono noti anche trattamenti dell’occhio secco con luce pulsata.
Tutte queste terapie sono sintomatiche e non curano la malattia. Si rendono quindi necessarie ripetizioni delle applicazioni.
Presentazione dell’invenzione
Scopo dell’invenzione è proporre un metodo e dei relativi dispositivi utilizzabili nella terapia dell’occhio secco che superino i suddetti svantaggi e che non trattino soltanto i sintomi ma eliminino l’origine (ipo-secrezione o iper-evaporazione nel caso dell’occhio secco) della patologia o almeno riducano la frequenza dei trattamenti sintomatici. Gli scopi prima ricordati, altri scopi e vantaggi che saranno meglio evidenziati in seguito sono raggiunti da un sistema di elettrodo come definito dalla prima rivendicazione, e precisamente da un sistema di elettrodo per il trattamento dell’occhio secco, che comprende uno o più elettrodi in cui (a) una porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi imita rispettivamente la forma superficiale dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali o una parte di essi oppure in cui (b) una porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi è flessibile e adattabile nella sua forma in modo tale che nei casi (a) e (b) tra detta porzione di detto uno o più elettrodi e la forma superficiale dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali o di una parte di essi sia realizzabile un accoppiamento geometrico di forma. In altre parole: detta porzione di detto uno o più elettrodi e la forma superficiale dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali o di una parte di essi sono accoppiabili con un accoppiamento geometrico di forma.
Con una siffatta struttura dell’elettrodo è possibile applicare - in modo non invasivo e semplice - onde elettromagnetiche su zone superficiali intere o parziali dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali.
Parte essenziale dell’elettrodo è quindi il fatto che la porzione dell’elettrodo a contatto con la zona da trattare corrisponde nella sua forma alla relativa forma della zona da trattare per garantire una trasmissione uniforme ed estesa su tutta la zona da trattare.
Il sistema d’elettrodo secondo l’Invenzione è anche idoneo per trattare altre patologie dell’occhio.
Vantaggiosamente, gli elettrodi possono coprire l’intera zona palpebrale dell’occhio o, in un’altra variante, solo una parte di essa. In altre varianti vantaggiose dell’Invenzione, il sistema può comprendere quattro elettrodi che vengono preferibilmente appoggiati sulle zone temporali e palpebrali dell’occhio. Altre varianti prevedono due elettrodi applicabili sulle due zone palpebrali del paziente. Il numero degli elettrodi all’Interno del sistema e le dimensioni dell’elettrodo vengono scelti in base alle zone da trattare.
Vantaggiosamente, l’elettrodo è a forma di foglio, cioè con la terza dimensione molto inferiore rispetto alle altre due dimensioni.
In varianti preferite dell’invenzione, detta porzione di detto uno o più elettrodi è flessibile e adattabile nella sua forma ed è scelta tra un substrato flessibile metallizzato; un polimero, preferibilmente una gomma siliconica, comprendente particelle e/o fili metallici; un tessuto metallizzato; un tessuto metallico; e combinazioni tra questi.
Particolarmente preferito è il tessuto metallico, come per esempio tessuti in alluminio o argento.
Preferibilmente, il polimero è morbido e inerte. Vantaggiosamente, il polimero è una gomma siliconica. Preferibilmente, il polimero dispone di nanoparticelle conduttive, in particolare nanoparticelle metalliche, annegate all’Interno. Si tratta quindi di una miscela di un polimero morbido inerte e nanoparticelle metalliche in appropriata concentrazione. Ogni altra modificazione di polimero atta a renderlo elettricamente conduttiva alle frequenze di stimolazione è accettabile, quindi anche l’integrazione di fili. Le versioni con substrato metallizzato sono meno preferite in quanto la metallizzazione rende il materiale spesso troppo rigido.
In una variante vantaggiosa dell’invenzione, il sistema di elettrodo comprende inoltre una sonda termica. Con la sonda termica è possibile determinare la temperatura del sistema a contatto con l’occhio. La temperatura preferibilmente non dovrebbe superare i 40°C. Vantaggiosamente può anche essere previsto un sistema per spegnere l’alimentazione del sistema di elettrodo in caso di temperature troppo alte. In una variante dell’invenzione, la sonda termica può essere integrata nella porzione dell’elettrodo a contatto con la zona da trattare.
Un’altra variante dell’invenzione prevede che il sistema di elettrodo secondo l’invenzione comprende inoltre uno o più cuscini a gel o simili posto/i almeno parzialmente direttamente o indirettamente a contatto con detta porzione di detto uno o più elettrodi. Il cuscino permette di migliorare l’aderenza dell’elettrodo alla rispettiva zona da trattare, come per esempio la palpebra, e questo in modo semplice, efficace e con minimo disagio per il paziente. Sono ipotizzabili, per esempio, anche cuscini riempiti con liquidi oppure di materiali morbidi deformabili.
L’elettrodo può, in varianti dell’invenzione, essere coperto su almeno un lato, per esempio sul lato che viene a contatto con la zona da trattare, con uno strato protettivo, come per esempio cotone. Anche tra il cuscino di gel e l’elettrodo può essere previsto uno strato protettivo. Una possibile struttura all’interno del sistema di elettrodo secondo l’invenzione può essere la seguente successione: strato protettivo, elettrodo, strato protettivo, cuscino di gel.
Gli strati protettivi non sono necessari essendo l’ipotesi di funzionamento del dispositivo secondo l’invenzione il trasferimento capacitivo di carica ad alta frequenza, ma possono migliorare le condizioni ergonomiche e la biocompatibilità per certi tipi di elettrodi (in particolare per elettrodi che funzionano producendo tanto calore). L’elettrodo può anche avere un contatto diretto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali.
Vantaggiosamente, il materiale scelto per l'elettrodo non è soggetto alla produzione di eccessivo calore durante il funzionamento per non produrre temperature oltre i 40°C sulle zone da tritare.
Correnti preferite applicate sull’occhio, sull’orbita oculare, sulla tempia, sulle zone palpebrali corrispondono, per esempio, a circa 80 mj/cm<2>/s.
In una variante molto preferita dell’invenzione, il sistema di elettrodo è una maschera o un occhiale in cui detta porzione di detto uno o più elettrodi si estende attraverso tutta la zona della maschera o dell’occhiale che è destinata a coprire l’occhio, l’orbita oculare, le zone temporali e/o le zone palpebrali dell’occhio o una parte di essi. Una tale struttura è facilmente fissabile sulla testa e può coprire con l’elettrodo in modo comodo le zone da trattare.
In una variante molto vantaggiosa dell’Invenzione, detta porzione di detto uno o più elettrodi è atta a coprire ad accoppiamento geometrico di forma la palpebra superiore nello stato chiuso dell’occhio.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione concerne un dispositivo di elettrostimolazione per il trattamento dell’occhio secco, che comprende un sistema di elettrodo secondo l’invenzione e un circuito a radiofrequenza atto a emettere un’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta con una frequenza di risonanza che comprende delle relative armoniche, preferibilmente almeno la seconda e la terza armonica, in cui l’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta alimenta detto uno o più elettrodi e in particolare detta porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi.
Vantaggiosamente, nell’onda è presente una frequenza di 4 MHz. Molto preferibilmente, con risultati molto soddisfacenti nel trattamento delle patologie oculari specialmente dell’occhio secco, la frequenza di risonanza ammonta a 4 MHz. In una variante preferita dell’invenzione, l’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta ha una frequenza di risonanza di 4 MHz e comprende armoniche fino a 64 MHz.
Il circuito a radiofrequenza facente parte del dispositivo secondo l’invenzione è quindi un circuito a banda larga. Un tale circuito è inteso per fare passare delle armoniche. La loro presenza significante nell’onda elettromagnetica di cui sopra è voluta. La casuale presenza di armoniche in filtri a banda stretta, ideati per far passare una singola frequenza, non è sufficiente per implementare l’invenzione. Preferibilmente, la seconda e la terza armonica superano il 10% di intensità in termini di ampiezza nel rapporto con la frequenza fondamentale in un intervallo di impedenza di carico che varia da 10 Ω a 2000 Ω. Tali intensità possono anche essere raggiunte al di fuori dell’intervallo indicato.
L’osservazione casuale, inaspettata e sorprendente dell’aumento della quantità di lacrime in soggetti senza diagnosi clinica di DTS a seguito di un trattamento estetico antirughe mediante elettrostimolazione con un dispositivo analogo al dispositivo secondo l’invenzione, ma con un elettrodo diverso (come descritto nel brevetto europeo EP 1 545 699 B1), ha consentito di ipotizzare che la stimolazione elettrica della superficie cutanea periorbitale induca benefici alla funzione lacrimale.
L’elettrostimolazione a bassa intensità e alta frequenza utilizzata dal dispositivo secondo l’invenzione si basa sul principio della Risonanza Quantica Molecolare (RQM) ossia sulla possibilità di trasferire energia ai tessuti biologici sotto forma di campi elettrici oscillanti. Uno studio su un modello di fibre muscolari in coltura<[3]>eseguito presso il Dipartimento di Anatomia e Fisiologia Umana dell’Università degli Studi di Padova, ha evidenziato che l’energia in RQM determina variazione del potenziale di membrana e aumento del calcio libero intracellulare. Gli effetti dei campi elettrici in RQM sono quindi strettamente correlati con la biochimica cellulare e con l’attivazione di vie metaboliche intracellulari e trovano applicazione terapeutica in Fisioterapia e in Medicina Estetica, condizioni nelle quali è utile stimolare il metabolismo cellulare e favorire la rigenerazione dei tessuti.<[4]>
Uno studio clinico preliminare su sette pazienti con DTS e blefarite moderata-grave, ha evidenziato il miglioramento clinico e soggettivo nel 60% dei pazienti sottoposti alla elettrostimolazione e il mantenimento del risultato clinico dopo tre mesi dalla fine del trattamento.
Nel caso della DTS, si può ipotizzare che l’alta frequenza del campo elettrico possa stimolare il sistema lacrimale riattivando l’attività del tessuto ghiandolare, stimolare le ghiandole di Meibomio e apportare benefici funzionali agli annessi oculari. Anche la lieve ipertermia generata dal flusso elettrico e un eventuale massaggio esercitato dall’operatore sulla regione periorbitale potrebbero contribuire a riattivare la fisiologica secrezione lacrimale e di lipidi e quindi non agire solo sui sintomi della patologia.
L’induzione di una maggior quantità di lacrima naturale a seguito dell’applicazione della RQM porta quindi a un riequilibrio fisiologico qualitativo e quantitativo del film lacrimale con risultati positivi rilevanti dal punto di vista clinico e soggettivo.
I documenti brevettuali EP 1 545 699 B1 , EP 1 633 263 B1 e EP 1 631 203 B1 descrivono dispositivi per il trattamento di rughe, per la coagulazione del sangue e bisturi che comprendono la componentistica, come il circuito a radiofrequenza, per creare onde elettromagnetiche ad alta frequenza sinusoidali distorte che possono essere utilizzate nel sistema di elettrodo, nel dispositivo e nel metodo e uso secondo l’invenzione. In nessun documento si trova un’indicazione che tali onde possano essere utili nel trattamento di patologie dell’occhio, in particolare del DTS.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione riguarda un metodo per il trattamento dell’occhio secco, che comprende l’applicazione di un’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta con una frequenza di risonanza, preferibilmente con una frequenza di risonanza di 4 MHz, e comprendente delle relative armoniche, preferibilmente almeno la seconda e la terza armonica e ancora più preferibilmente, nel caso di una frequenza di risonanza di 4 MHz, armoniche fino a 64 MHz, sull’occhio, sull’orbita oculare, sulla tempia, sulle zone palpebrali o su una parte di essi. L’applicazione può avvenire, contemporaneamente o in successione, su diverse delle zone di cui sopra. Come sopra descritto e come evidente dallo studio clinico descritto più avanti, il metodo proposto riduce notevolmente i sintomi dell’occhio secco, in alcuni pazienti li elimina, almeno per un periodo di tempo che supera alcuni mesi. In alcuni casi sembra eliminata l’origine della patologia, in altri si è prolungato il tempo necessario tra un trattamento e l’altro per trattare sintomi nuovamente manifestati dopo l’ultimo trattamento.
Il metodo può essere implementato anche con elettrodi standard noti nello stato dell’arte che però difficilmente coprono ad accoppiamento geometrico di forma le zone da trattare.
In una variante preferita, l’onda elettromagnetica come sopra definita viene applicata sull’intera palpebra superiore dell’occhio chiuso. L’uso di elettrodi secondo l’invenzione che vantaggiosamente coprono tutta la zona palpebrale dell’occhio e aderiscono bene alla palpebra comportano risultati migliori rispetto a elettrodi che coprono altre zone dell’occhio o della sua cavità.
In una variante del metodo secondo l’Invenzione, il trattamento avviene in due fasi, ove nella prima fase vengono applicati degli elettrodi, preferibilmente quattro, sulle zone temporali ed esternamente alle superfici palpebrali inferiori di entrambi gli occhi e ove nella successiva seconda fase l’elettrostimolazione è effettuata mediante l’impiego di un elettrodo a manipolo che esegue un movimento a “8” seguendo la conformazione dell’osso orbitario. Vantaggiosamente, nella prima fase gli elettrodi sono attivati per una certa durata, per esempio un minuto ciascuno e il ciclo è ripetuto 4 volte per una stimolazione elettrica della durata complessiva di 16 minuti. Preferibilmente, nella seconda fase il manipolo viene attivato per circa dieci minuti oppure per esempio per due cicli di 3 minuti ciascuno per un totale di sei minuti. Vantaggiosamente, vengono applicate, per esempio, 12 sedute composte da queste due fasi, distribuite in otto settimane, due sessioni a settimana nelle prime quattro settimane e una sessione a settimana nelle successive quattro settimane.
In una variante preferita dell'invenzione, il sistema di elettrodo secondo l'invenzione comprende più elettrodi che possono essere attivati sequenzialmente o contemporaneamente.
Un ultimo aspetto dell’invenzione riguarda l’uso del sistema di elettrodo secondo le rivendicazioni da 1 a 8, del dispositivo secondo la rivendicazione 9 e del metodo secondo l’invenzione per il trattamento di patologie oftalmiche relative alla cornea, quali per esempio blefarite o ferite epiteliali, e/o alla retina, quali per esempio retinite pigmentosa o maculopatia degenerativa legata all’età.
Primi studi ed evidenze cliniche nell’applicazione dell’invenzione anche su altre patologie dell’occhio hanno mostrato dei risultati promettenti. Il sistema di elettrodo e il dispositivo secondo l’invenzione permettono l’applicazione non invasiva di onde elettromagnetiche sull’occhio, sull’orbita oculare, nelle zone temporali e palpebrali e parti di essi e aprono quindi la possibilità di trattare qualsiasi patologia dell’occhio che è sensibile per un tale trattamento. Lo stato dell’arte conosce il trattamento della degenerazione maculare legata all’età e della retinite pigmentosa con l’elettrostimolazione (US 2013/0066396 A1), ma propone elettrodi che nella loro forma non aderiscono alla forma dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia o delle zone palpebrali e non usa le particolari onde sinusoidali distorte individuate per l’invenzione.
Tutte le caratteristiche indicate sopra per un singolo aspetto (sistema di elettrodo, dispositivo, metodo, uso) secondo l’invenzione sono, mutatis mutandis, trasferibili agli altri aspetti secondo l’invenzione. Gli scopi e i vantaggi detti verranno meglio evidenziati durante la descrizione di preferite forme di esecuzione dell'invenzione data a titolo indicativo, ma non limitativo
Varianti dell’invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti. La descrizione di esempi preferiti di esecuzione dell’invenzione viene data a titolo esemplificativo e non limitativo.
Breve descrizione dei disegni
La figura 1 rappresenta lo schema di Oxford per la valutazione dello staining della superficie oculare (In: Report of thè International Dry Eye WorkShop (DEWS), Ocul Surf . 2007;5(2):69-204);
la figura 2 mostra i risultati di test clinici sull’applicazione del dispositivo e metodo secondo l’invenzione in termini dei valori OSDI (medi e SD) con visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iper-evaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra);
la figura 3 indica i valori TBUT (medi e SD) per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iper-evaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra); la figura 4 indica i valori per le macchie corneali Oxford (medi e SD) per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iperevaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra);
la figura 5 indica i valori per i risultati del test di Schirmer (medi e SD) per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iperevaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra);
la figura 6 mostra in una vista prospettica un sistema di elettrodo secondo l’invenzione a forma di maschera;
la figura 7 mostra in uno schizzo schematico la maschera della figura 6 in sezione;
la figura 8 illustra le fasi d’assemblaggio delle connessioni per l’utilizzo della maschera delle figure 6 e 7;
la figura 9 mostra l’estensione e il posizionamento degli elettrodi all’interno della maschera secondo le figure da 6 a 8;
la figura 10 mostra un particolare della maschera secondo le figure da 6 a 9.
Descrizione di esempi preferiti di esecuzione
Uno studio si è proposto di valutare gli effetti dell’elettrostimolazione effettuata attraverso la superficie cutanea periorbitaria mediante il dispositivo medico secondo l’invenzione sui sintomi, l’obiettività clinica e la qualità della lacrima dei pazienti con DTS.
Tali effetti sono stati misurati rispetto alla variazione del valore dei seguenti parametri al termine del trattamento rispetto alla condizione pre-trattamento (baseline):
(a) sintomatologia oculare (punteggio del questionario OSDI, Ocular Surface Disease Index, versione in italiano e quantità di sostituti lacrimali utilizzati);
(b) condizione clinica (biomicroscopia della superficie oculare, staining con fluoresceina, valutazione secondo lo schema di Oxford); (c) quantità e qualità della lacrima (test di funzionalità lacrimale: test di Schirmer-1 ; Tear Film Break Up Time Test (analisi della comparsa di rotture sulla superficie del film lacrimale colorato con fluorescina); esame dell’osmolarità della lacrima con TearLab™);
(d) acutezza visiva.
Lo studio si è svolto con più di 20 pazienti con DTS che rispettavano i seguenti criteri:
(a) maggiorenni in buono stato generale di salute;
(b) con diagnosi clinica di DTS in entrambi gli occhi;
(c) tempo della rottura sulla superficie del film lacrimale con fluoresceina <10 secondi, in entrambi gli occhi;
(d) Test di Schirmer-1 < 10mm/5min, in entrambi gli occhi;
(e) osmolarità della lacrima > 300m Osm, in entrambi gli occhi;
(f) con discomfort oculare di qualsiasi grado (questionario OSDI);
(g) persone che non presentano compromissione dell’ammiccamento simblefaron o altre patologie e/o gravi anomalie anatomiche palpebrali e/o dell’occlusione palpebrale.
Non sono stati inclusi nello studio pazienti che:
(a) necessitano di trattamento con antibiotici in collirio;
(b) sono in gravidanza o hanno pianificato una gravidanza nel periodo di studio;
(c) necessitano di iniziare un trattamento antiinfiammatorio topico o sistemico;
(d) soffrono di glaucoma e/o sono in trattamento con ipotonizzanti in collirio;
(e) hanno eseguito interventi chirurgici oculari nei tre mesi precedenti;
(f) hanno sofferto di infezioni oculari nei 6 mesi precedenti oppure con storia di infezioni oculari ricorrenti (es. herpes, etc.);
(g) sono portatori di dispositivi elettrici non rimovibili (es. pacemaker, etc.);
(h) presentano patologia dermatologica nella regione facciale (es. rosacea, acne, etc.).
Poiché si tratta di uno studio pilota, un calcolo formale della numerosità non è attuabile. Il numero di pazienti inclusi nello studio (27) consente di applicare ai risultati un’analisi statistica esploratoria adeguata a ottenere indicazioni sugli effetti della stimolazione con il dispositivo secondo l’invenzione nei pazienti con DTS.
L’elettrostimolazione è stata ottenuta mediante un dispositivo secondo l’invenzione.
Per ciascun paziente, sono state applicate 12 sessioni di trattamento distribuite in 8 settimane: due sessioni a settimana nelle prime 4 settimane e una sessione a settimana nelle successive 4 settimane. Durante l’elettrostimolazione lo strumento erogava una corrente elettrica di potere nominale pari a 80 mj/cm<2>/s.
Ciascuna sessione di trattamento prevedeva due fasi di stimolazione sequenziali.
Nella prima fase, sono stati applicati mediante uno strato di gel conduttivo adesivo due elettrodi monouso secondo l’invenzione attorno a ciascun occhio chiuso del paziente, uno sulla zona temporale e uno all’esterno della superficie palpebrale inferiore, su pelle detersa e libera da prodotti cosmetici. I quattro elettrodi sono stati attivati sequenzialmente per una durata di 1 minuto ciascuno e il ciclo è stato ripetuto quattro volte, per una stimolazione elettrica della durata complessiva di 16 minuti, dopodiché gli elettrodi sono stati rimossi.
Nella seconda fase, l’elettrostimolazione è stata effettuata mediante l’impiego di un elettrodo a manipolo. Il medico appoggiava il manipolo cosparso di gel conduttivo sulla pelle del paziente e, con un movimento a forma di “8”, seguiva la conformazione dell’osso orbitario. Il manipolo veniva attivato per due cicli di tre minuti ciascuno, per un totale di sei minuti.
Il trattamento è stato effettuato con il paziente seduto su una poltrona reclinabile, libero degli abiti più ingombranti (giacche, giacconi, etc.), in contatto con una piastra in gomma conduttiva posizionata sulla seduta della poltrona.
Il dispositivo è stato installato in un ambiente ritenuto idoneo, per condizioni di temperatura e umidità. In tale ambiente sono state effettuate tutte le sessioni di trattamento previste dal protocollo in modo da assicurare la costanza del suo funzionamento.
Durante la terapia, il paziente, percepiva un calore moderato e mai sgradevole, come conseguenza della trasmissione della corrente ad alta frequenza proveniente dall’elettrodo attivo impiegato.
A termine della terapia la pelle dell’area trattata si presentava leggermente arrossata. Il rossore scompariva solitamente nel giro di una mezz’ora, senza lasciare alcuna sensazione sgradevole.
Successivamente a ciascuna sessione di trattamento, prima del congedo del paziente, è stata eseguita la valutazione del segmento anteriore di entrambi gli occhi mediante biomicroscopia (lampada a fessura).
Con i pazienti con DTS reclutati secondo i criteri di inclusione ed esclusione sopra descritti sono state eseguite le valutazioni basali. Valutazioni pre-trattamento (baseline):
(a) anamnesi prossima e remota di DTS;
(b) compilazione del questionario OSDI (Ocular Surface Disease Index);
(c) misura dell’osmolarità della lacrima mediante TearLab™;
(d) misura dell’acuità visiva (BCVA - best corrected visual acuity, visus corretto);
(e) valutazione del segmento anteriore dell’occhio alla lampada a fessura (biomicroscopia);
(f) misura della secrezione lacrimale mediante test di Schirmer-1 ;
(g) misura del tono oculare;
(h) misura della sensibilità corneale;
(i) misura della stabilità del film lacrimale mediante Break Up Time test con fluoresceina (FBUT), eseguito per tre volte consecutivamente in caso di valori inferiori a 10 secondi;
(j) valutazione della superficie oculare secondo lo schema colorimetrico di Oxford.
Ciascun paziente ha ricevuto un diario sul quale annotava giornalmente tipo e frequenza di utilizzo di gocce oculari (lacrime artificiali o altri colliri), l’eventuale insorgenza di eventi negativi (es. dolore, fotofobia, sensazione di corpo estraneo, etc.), l’uso di farmaci in altre formulazioni.
Con la visita di inizio studio (visita 1) si verificavano i parametri di outcome:
(a) compilazione del questionario OSDI (Ocular Surface Disease Index);
(b) valutazione dell’entità de ll’uti I izzo corrente di sostituti lacrimali (numero di somministrazioni/die per ciascun tipo di collirio utilizzato durante la settimana precedente la visita di inizio studio);
(c) misura dell’osmolarità della lacrima mediante TearLab™;
(d) valutazione del segmento anteriore dell’occhio alla lampada a fessura (biomicroscopia);
(e) misura della secrezione lacrimale mediante test di Schirmer-1 ; (f) misura della stabilità del film lacrimale mediante Break Up Time test con fluoresceina (FBUT), eseguito per tre volte consecutivamente in caso di valori inferiori a 10 secondi; Valutazione della superficie oculare secondo lo schema colorimetrico di Oxford.
I pazienti affermano all’ambulatorio per il trattamento (visite di trattamento, visite 1-12) due volte alla settimana per le prime 4 settimane e una volta alla settimana per le successive 4 settimane. A ogni visita è stato controllato il Diario (frequenza e tipo di lacrime/altri colliri utilizzati; eventi o reazioni avverse) ed eseguita la biomicroscopia di entrambi gli occhi.
Prima dell’inizio dell’ottava sessione di trattamento è stato compilato il questionario OSDI ed eseguita la misura di osmolarità della lacrima. Una settimana dopo il termine del ciclo di trattamento, ogni paziente ritornava all’ambulatorio per una visita di controllo/di fine studio (visita 13) che prevedeva le seguenti valutazioni:
(a) compilazione del questionario OSDI;
(b) controllo del Diario;
(c) misura dell’osmolarità della lacrima mediante TearLab™;
(d) misura dell’acuità visiva (BCVA, visus corretto);
(e) valutazione del segmento anteriore dell’occhio alla lampada a fessura (biomicroscopia);
(f) misura della secrezione lacrimale mediante test di Schirmer-1 ;
(g) misura del tono oculare;
(h) misura della sensibilità corneale;
(i) misura della stabilità del film lacrimale mediante Break Up Time test con fluoresceina (FBUT), eseguito per tre volte consecutivamente in caso di valori inferiori a 10 secondi;
(j) valutazione della superficie oculare secondo lo schema colorimetrico di Oxford.
Con la visita di fine studio aveva termine il periodo di osservazione.
L’efficacia dell’elettrostimolazione con il dispositivo e metodo secondo l’invenzione è stata misurata rispetto alla valutazione soggettiva dei disturbi oculari, alla valutazione clinica della superficie oculare e ai test di funzionalità specifici.
Come dato basale è stato utilizzato il valore medio dei due controlli a Visita 0 e Visita 1.
L’entità de ll’utilizzo di colliri è stata valutata mediante la misura della differenza tra il numero di somministrazioni/die registrato dal paziente sul diario nella settimana che precede la visita di fine studio versus il numero di somministrazioni/die riferito dal paziente durante la settimana che precede l’inizio del trattamento (valori medi).
L’Ocular Surface Disease Index (OSDI)<[5]>è un questionario a 12 domande largamente utilizzato nella pratica oftalmologica che consente la misura dei sintomi di irritazione oculare, dovuti a secchezza oculare, e la valutazione del loro impatto sulla funzione visiva. Le 12 domande (6 relative alla funzione visiva, 3 sui sintomi oculari, 3 sui fattori di esposizione scatenanti) hanno come riferimento temporale la settimana che precede la somministrazione del questionario e per ciascuna di esse sono possibili 5 differenti risposte: mai, qualche volta, metà del tempo, gran parte del tempo, tutto il tempo.
Il punteggio complessivo dell’OSDI varia da 0 a 100, dove 100 rappresenta il maggior grado possibile di disabilità e, rispetto alla valutazione della gravità dei disturbi effettuata clinicamente, i punteggi del questionario assumono i seguenti valori (media ± SD): 9,6 ± 14,2 nei soggetti normali; 20,8 ± 20,4 nei soggetti con gravità clinica lieve-moderata; 36,6 16,7 nei soggetti gravi.<[5]>
La procedura da seguire era la seguente: Illustrare il questionario OSDI al paziente e lasciare che lo compili da solo. In caso di domande, fornire spiegazioni in modo da non influenzare le risposte.
Controllare se il questionario è stato compilato in modo completo e chiedere al paziente riscontro sulle risposte ad almeno due domande per verificare che sia stato compilato correttamente e le risposte corrispondano alla situazione attuale del paziente.
Il test con fluoresceina (e valutazione dello staining secondo la scala di Oxford) e quindi la valutazione dell’Integrità della superficie oculare è stata effettuata mediante colorazione con fluoresceina sodica al 2%. La superficie corneale e le regioni nasale e temporale della congiuntiva sono state valutate singolarmente, mediante osservazione alla lampada a fessura con filtro blu, e a ciascuna è stato attribuito un punteggio su una scala da 0 a 5 (0 indica l’assenza di fluorescenza e quindi di difetti/anomalie).
La procedura è stata la seguente: Lo staining è stato valutato dopo in st il laz io ne di un volume standard di fluoresceina sodica e osservazione alla lampada a fessura con filtro giallo per ridurre l’eccesso di luce blu.
Il test di Schirmer-1 per la misura della quantità della lacrimazione è stato effettuato inserendo nel fornice inferiore dell’occhio una striscia sterile di carta graduata, per 5 minuti con occhio chiuso. La valutazione consisteva nella misura (in millimetri) dell’entità dell’imbibizione lungo la striscia di carta e i valori possibili variano tra 0 e 35mm (i punteggi più bassi indicano anomalia nella produzione lacrimale).
La procedura da seguire era la seguente:
1. Inserire la carta bibula sopra il margine palpebrale inferiore, verso il canto esterno, prima nell’occhio destro e poi nell’occhio sinistro. 2. Chiedere al paziente di chiudere gli occhi.
3. Dopo 5 minuti, misurare la lunghezza della parte di carta bagnata, escludendo la porzione ripiegata.
La stabilità del film lacrimale è stata valutata con il Tear Film Break Up Time Test con fluoresceina (FBUT) instillando fluoresceina sodica al 2% nel fornice inferiore e istruendo i pazienti ad ammiccare per alcune volte. Mediante osservazione alla lampada a fessura con luce blu e filtro giallo, è stato determinato il tempo necessario per la formazione di un’area di rottura del film lacrimale. Se tale tempo era inferiore a 10 secondi, il test veniva ripetuto per un totale di tre volte e calcolata la media delle tre osservazioni. Un valore di FBUT uguale o superiore a 10 secondi è considerato normale.
La procedura da seguire era la seguente:
1. I nsti Ilare 2pL di fluoresceina sodica al 2% senza conservanti nel sacco congiuntivaie bulbare dell’occhio destro evitando di indurre lacrimazione riflessa (si consiglia di utilizzare una micropipetta con puntale sterile).
2. Chiedere al paziente di ammiccare normalmente per 4-5 volte senza strizzare l’occhio e, dopo 10-30 secondi dall’instillazione della fluoresceina, chiedergli di tenere gli occhi aperti e guardare dritto. 3. Osservare alla lampada a fessura a 12x e mantenere costante l’intensità di retroilluminazione (luce blu cobalto) per facilitare l’osservazione del film lacrimale sull’intera cornea (utilizzare un filtro giallo).
4. Registrare il tempo tra l’ultimo ammiccamento e lo sviluppo del primo dry spot o la comparsa della prima area secca.
5. Osservato il FBUT eseguire il grading secondo lo schema di Oxford.
6. Ripetere i passi 1-5 per l’occhio sinistro.
La misura dell’osmolarità della lacrima è stata effettuata con il TearLab™ test.
L’osmolarità della lacrima è una misura efficiente del grado di DTS e si associa alla valutazione clinica di segni e sintomi a completamento della stadiazione di gravità.<[6]>
Il TearLab™ è uno strumento che consente di analizzare l’osmolarità della lacrima in ambulatorio mediante una test-card monouso. Il prelievo della lacrima (circa 50 nano litri) viene effettuato in meno di 2 secondi avvicinando lo strumento al menisco lacrimale che si forma nella zona esterna del bulbo oculare. L’analisi è immediata e avviene in modo automatico veicolando il campione verso un sensore in grado di testare il dato di osmolarità in modo quantitativo.
La procedura da seguire era la seguente:
1. Avvicinare la test-card al menisco lacrimale al canto esterno evitando di stimolare il riflesso lacrimale; raccogliere il campione di lacrima;
2. Leggere il valore di osmolarità sul display dello strumento.
La tabella 1 riassume lo schema dello studio.
Tabella 1
ó c
Si. HC Ir
<■>3⁄4 £ a<™>£ e §f
Ì3
£ Έ cs Ϊ
Visita 0 1 1 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 Serti m atra 0 1 l 1 2 2 3 3 4 4 5 6 7 S 9 Giorno (=li 1 7 7 10 14 17 21 24 2S 31 35 42 49 54 63 Procedure
li ic lu itone<1>esclusione X
Consenso in fu Linaio
Consegna del Diario X
Ritiro elei Diario
Anamnesi patologia oculare X
Utilizzo lacrime artificiali X X X X X X X Stona clinica «eneralc X
Questionano OSDI X
Acuità visiva (BCVA) X
Biomi ero scopi a X X X X Tono oculare
Sensibilità corneale
BUT test coti Fluoresccma
Valutazione secondo Oxford
Test Schn:nier-1
Osmolarità lacrima
Valutazione di sicurezza X 5 X X T mt tu ine uto Rexon-E ve X X
potevano iniziare l’utilizzo di altri colliri o altri farmaci per uso topico oculare diversi dalle lacrime artificiali previa valutazione e autorizzazione dello Sperimentatore. Posologia a durata venivano annotate nel Diario.
Poiché l’utilizzo di altri colliri o farmaci per uso topico oculare in aggiunta alle lacrime artificiali può influenzare il punteggio del discomfort oculare (OSDI) e il quadro clinico complessivo, tale eventualità è di per sé elemento negativo per il giudizio di efficacia e tollerabilità del trattamento.
L’eventualità di eventi ed effetti avversi di intensità lieve, moderata o grave doveva essere riportata nella CRF insieme a data e ora di insorgenza, data e ora di scomparsa, durata. Dovranno inoltre essere riportati l’intensità, la relazione con il trattamento, le azioni intraprese e le terapie somministrate.
I dati raccolti sono stati analizzati utilizzando tecniche statistiche descrittive e inferenziali in modo da evidenziare eventuali differenze tra la condizione basale e quella accertata al termine dell’applicazione del trattamento con il dispositivo secondo l’invenzione denominato Rexon Eye.
Le variabili di tipo categoriale (sesso, eventi ed effetti avversi, ...), sono state analizzate descrittivamente riportando il numero e la percentuale di soggetti in ciascuna categoria. Per le variabili di tipo quantitativo (come l’età) è stata riportata la media e la deviazione standard, nel caso di distribuzione normale, la mediana, il minimo ed il massimo in caso contrario.
La variazione tra basale e finale delle variabili di tipo quantitativo (numero di gocce di sostituti lacrimali, punteggio OSDI, risultati dei test di funzionalità lacrimale, osmolarità della lacrima, acutezza visiva) è stata analizzata con il test t di Student per campioni dipendenti o con il test di Wilcoxon dei ranghi con segno.
La variazione tra basale e finale delle variabili di tipo categoriale (descrittori della condizione clinica, risultato della valutazione alla lampada a fessura, ...) è stata analizzata con il test di McNemar nel caso di due categorie o con il test di Bowker nel caso di più di due categorie.
La variazione tra basale e finale delle variabili di tipo quantitativo è stata anche confrontata con la variabilità intrinseca delle variabili, espressa dalla deviazione standard dei valori dei controlli a visita 0 e visita 1.
Tutti i test sono stati condotti a due code a un livello di significatività del 5%. Il risultato dei test statistici è accompagnato dall'intervallo di fiducia al 95% per una media o una mediana, o una proporzione.
Lo studio è stato condotto in accordo ai principi della Good Clinical Practice (ICH Harmonized Tripartite Guidelines for Good Clinical Practice 1996 Directive 91/507/EEC; D.M. 15.7.1997), alla dichiarazione di Helsinki e alle normative nazionali in materia di conduzione delle sperimentazioni cliniche.
Seguono i risultati del test clinico:
La tabella 2 riassume i dati demografici delle 27 persone sottoposte al test.
Tabella 2
Numero % Sesso
Maschile 6 22 Femminile 21 78 Origine
Asiatica 0 0 Nera 1 4 Caucasica 26 96 Altra 0 0 Rischio sistemico per DTS
No 19 70
Sì 8 30
AR (artrite reumatoide) 2 Sjògren 4
Altro 2
MGD (disfunzione delle ghiandole di Meibomio)
Sì 7 26
No 20 74
Età (anni)
Intervallo 23-82 Media (SD) 57 (15) mediana 58 Durata dì DTS (anni)
Intervallo 1 -55 Media (SD) 11 ,8 (13,4) mediana 10
Le visite da 0 a 12 saranno indicate come V0, V1 , V12. VO rappresenta la prima linea base, V1 la seconda linea base, V2 è il primo trattamento, V8 è la visita un mese dopo il primo trattamento, V12 è la visita 2 mesi dopo il primo trattamento e l’ultimo trattamento, V13 rappresenta la visita una settimana dopo l’ultimo trattamento e le visite V14 e V15 rappresentano, rispettivamente, la visita 6 mesi dopo l’ultimo trattamento e 18 mesi dopo l’ultimo trattamento.
Dalle 27 persone testate 18 presentano una iper-evaporazione e 11 una ipo-secrezione, due persone mostrano quindi entrambi i fenomeni.
La tabella 3 riassume i risultati del questionario OSDI evidenziando la frequenza di sintomi dell’occhio secco in contesti specifici, come con l’uso di un computer, con la guida di un'automobile, durante la settimana prima dello studio. Valori normali sono valori dell’intervallo da 0 a 13, valori lievi sono valori da 13 a 23, valori moderati sono valori da 23 a 33 e valori gravi sono valori da 33 a 100.
Tabella 3
Linea V8 V13 V14 V15 base
N % N % N % N % N % Tutti normale 0 0 7 26 9 33 7 27 7 28
He ve 3 11 7 26 5 19 9 35 8 32 moderato 6 22 4 15 4 15 3 11 2 8 grave 18 67 9 33 9 33 7 27 8 32 n. r. 1 2 Iper- normale 0 0 6 33 6 33 6 33 3 18 evaporazione He ve 3 17 3 17 3 17 4 22 7 41 moderato 4 22 4 22 4 22 3 17 1 6 grave 11 61 5 28 5 28 5 28 6 35 n. r. 1 Ipo-secrezione normale 0 0 1 10 5 45 2 20 4 40
He ve 0 0 4 36 2 19 5 50 2 20 moderato 3 27 1 10 2 18 1 10 1 10 grave 8 73 5 44 2 18 2 20 3 20 n. r. 1 1 N = numero; n. r. = non regis rato
La figura 2 mostra questi risultati di test clinici della tabella 3 sull’applicazione del dispositivo e metodo secondo l’invenzione in termini dei valori OSDI (medi e SD) con visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iper-evaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra) in diagrammi a barre.
Si evidenzia un netto miglioramento dei sintomi per un grande numero di pazienti e anche una durata nel tempo dell’effetto positivo del trattamento.
La tabella 4 riassume i risultati del test per la stabilità del film lacrimale. Nel TBUT test (tear break-up time) il tempo è stato misurato con un cronometro e una media di tre letture è stata utilizzata per l’analisi dati. Più lungo è il tempo, più stabile è il film lacrimale. Un tempo di rottura per il film lacrimale è un segno per un film lacrimale povero e una grande probabilità per un occhio secco. TBUT valori si suddividono nelle seguenti classi: ≥ 10 s = normale; 10 - 5 s = al limite; e < 5 s = basso.
Tabella 4
Linea base V13 V14 V15 N % N % N % N % Tutti normale 0 0 6 22 3 12 4 17
al limite 12 44 11 41 13 50 13 57 basso 15 56 10 37 10 38 8 26 n. r. 1 4 Iper-evaporazione normale 0 0 5 28 1 6 2 13
al limite 9 50 8 44 11 61 11 69 basso 9 50 5 28 6 33 3 18 n. r. 2 Ipo-secrezione normale 0 0 1 9 2 20 1 12
al limite 3 27 3 27 3 30 4 44 basso 8 73 7 64 5 50 4 44 n. r. 1 2
N = numero; n. r. = non registrato
La figura 3 indica i valori TBUT (medi e SD) della tabella 4 per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iperevaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra).
Si evidenzia un netto miglioramento dei sintomi per un grande numero di pazienti e anche una durata nel tempo dell’effetto positivo del trattamento. L’effetto migliorativo sembra manifestarsi in modo più accentuato a distanza di tempo dall’ultimo trattamento.
Per la valutazione del grado delle macchie corneali si utilizza lo schema di Oxford (figura 1 ). Il danneggiamento superficiale dell’occhio esposto è classificato contro valori standard. Macchie sono rappresentati da punti a pois su una serie di tavole e valori variano da 0 - 5, dove 0 rappresenta la condizione migliore.
La tabella 5 riassume i risultati.
Tabella 5
Linea base V13 V14 V15
N % N % N % N %
Tutti 0 2 7 19 70 22 85 14 61
1 17 63 5 18 3 12 6 26
2 6 22 1 4 1 3 2 9
3 1 4 0 0 0
4 1 4 1 4 0 1 4
5 0 0 0 0
Iper-evaporazione 0 1 6 15 88 15 83 9 56
1 12 66 1 6 2 11 4 25
2 4 22 1 6 1 6 2 13
3 1 6 0 0 0
4 0 0 0 1 6
5 0 0 0 0
Ipo-secrezione 0 1 9 6 55 9 90 5 56 1 6 55 4 36 1 10 2 22
2 3 27 0 0 2 22
3 0 0 0
4 1 9 1 9 0
5 0 0 0
N = numero
La figura 4 indica i valori per le macchie corneali (medi e SD) della tabella 5 per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iper-evaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con iposecrezione (in basso a destra) in diagrammi a barre.
Si evidenzia un netto miglioramento dei sintomi per un grande numero di pazienti e anche una durata nel tempo dell’effetto positivo del trattamento.
Per concludere i risultati del test si riportano di seguito nella tabella 6 i risultati del test di Schirmer in cui strisce di carta vengono inserite negli occhi per alcuni minuti per misurare la produzione di lacrime. I valori del test risultano come lunghezza della bagnatura della carta. Valori normali corrispondono a lunghezze di ≥ 15 mm, valori per patologie lievi a lunghezze da 14 a 9 mm, valori per patologie moderate a lunghezza da 8 a 4 mm e valori inferiori a 4 mm a patologie gravi.
Tabella 6
Linea base V13 V14 V15 N % N % N % N % Tutti normale 0 0 6 22 3 12 7 31 lieve 7 26 10 37 9 35 7 31 moderato 14 52 5 19 8 31 5 22 grave 6 22 6 22 6 22 4 16 n. r. 1 4 Iper-evaporazione normale 0 0 6 33 1 6 6 38 lieve 7 39 6 33 7 39 5 31
moderato 8 44 4 22 7 39 4 25 grave 3 17 2 12 3 16 1 6
n. r. 2
Ipo-secrezione normale 0 0 1 10 2 20 1 12 lieve 1 10 4 36 3 30 3 33 moderato 7 63 1 10 2 20 2 22 grave 3 27 5 44 3 30 3 33 n. r. 1 2
N = numero; n. r. = non registrato
La figura 5 indica i valori per i risultati del test di Schirmer (medi e SD) della tabella 6 per visite differenti per tutti i pazienti (in alto), per i pazienti con iper-evaporazione (in basso a sinistra) e per i pazienti con ipo-secrezione (in basso a destra) in diagrammi a barre.
Si evidenzia un netto miglioramento dei sintomi per un grande numero di pazienti e anche una durata nel tempo dell’effetto positivo del trattamento. L’effetto migliorativo sembra manifestarsi in modo più accentuato a distanza di tempo dall’ultimo trattamento.
I risultati dei test dimostrano che l’invenzione ha raggiunto lo scopo di eliminare i sintomi dell’occhio secco, e in alcuni casi probabilmente anche l’origine dell’occhio secco, e di almeno aumentare la frequenza per trattamenti necessari dell’occhio secco nella maggior parte dei pazienti.
Di seguito sarà descritto un esempio esecutivo per un elettrodo secondo l’invenzione con riferimento alle figure da 6 a 10.
L’elettrodo presentato è idoneo per la stimolazione della zona palpebrale mediante campi elettromagnetici ad alte frequenze. Si descrive un sistema di elettrodi idonei alla stimolazione dell’occhio mediante campi elettromagnetici ad alte frequenze (frequenza di risonanza 4 MHz, armoniche fino a 64 MHz) e compatibili con il dispositivo secondo l’invenzione.
Nella fig. 6 si osserva la struttura generale di un sistema di elettrodo a forma di maschera 2 vista dall’esterno. La maschera 2 presenta due connettori a bottone femmina 4 per la connessione diretta di due elettrodi (che si trovano all’interno della maschera) al dispositivo secondo l’invenzione mediante connettori standard. Poi si individuano dei clip passanti 6 per il posizionamento di una termocoppia contattabile mediante adattatore a una scheda di rilevazione termica del dispositivo oppure di un possibile sensore di temperatura inserito nel connettore collegato alla macchina mediante adattatore a una scheda di rilevazione termica del dispositivo. La maschera 2 può essere in poliestere con fasce elastiche 8 per fissare la maschera sulla testa. Nel caso specifico rappresentato il manipolo dispone di una finitura in cotone lato volto.
La figura 7 mostra la struttura interna del manipolo in uno schizzo schematico a sezione. A contatto con l’occhio 10 c’è uno strato di cotone 12. Questo strato di cotone 12 include insieme a un secondo strato di cotone 14 uno strato di elettrodo 16. Tra il primo strato di cotone 12 e l’elettrodo 16 è inserito un isolante 18 per l’isolamento dei contatti interni, e tra il secondo strato di cotone 14 e l’elettrodo 16 è inserita in uno spazio interstiziale 20 una termocoppia 22. Lo spazio interstiziale 20 serve quindi per l’inserimento e posizionamento della sonda di temperatura 22, isolata dall’elettrodo 16, posizionata nelle vicinanze della palpebra per poter rilevare la temperatura locale. L’elettrodo 16 è realizzato mediante tecnologie differenti (come descritto sopra) e integrato in prossimità dello strato di cotone 12 a contatto con la palpebra. Sopra il secondo strato di cotone 14 e la maschera esterna 24 si trovano sacche in gel 26 posizionate a livello oculare per aumentare l’adesione degli elettrodi 16 alla palpebra.
La fig. 8 mostra l’assemblaggio delle connessioni del manipolo. Nella fase 1 si inserisce la sonda della termocoppia 22 di circa 2 cm all’interno dell’alloggiamento in modo da ottenere la rilevazione della temperatura in un punto il più possibile vicino alla palpebra. Nella fase 2 per il fissaggio delle connessioni elettriche 26 si preme a fondo 11 connettore a bottone, si verifica la bontà della connessione ruotando il connettore. Nel terzo step, una volta posizionata la sonda termometrica 22 e collegato il connettore a bottone è possibile collegare il manipolo al dispositivo secondo l’Invenzione.
La figura 9 mostra con linee tratteggiate 28 l’estensione e il posizionamento dello strato degli elettrodi all’Interno del manipolo della maschera 2.
La figura 10 mostra la struttura sandwich tra due strati di protezione 12 e 14 di tessuti mascherina flessibili (che generalizzano l’uso del cotone) e l’elettrodo 16 in mezzo che in questo specifico caso è un tessuto con trama in alluminio cortocircuitata.
Un altro tessuto idoneo come elettrodo è un tessuto molto deformabile con trama fitta in filo d’argento (92%) e Nylon Dorlastan® (8%) che conferisce al materiale una notevole elasticità. Gli vantaggi di questo materiale sono un’elevata conducibilità, un’elevata deformabilità che consente adesione e adattamento a superfici non regolari, un’ampia gamma di temperature da -30 a 90°C e una deformabilità del 100% nella direzione orizzontale e del 65% nella direzione verticale. Lo spessore del filo d’argento deve essere scelto in modo tale da sopportare potenze elevate.
Anche se il tessuto appena descritto risulta essere un materiale ottimale in quanto adattabile alle superfici grazie ai materiali che lo compongono, il materiale è sostituibile da materiali descritti nella presentazione dell’invenzione finché sono adattabili alle superfici non regolari.
Il sistema di elettrodo a forma di maschera potrebbe ovviamente anche essere un sistema di elettrodo a forma di occhiale (tipo p. es. da sci) contenente all’interno la parte attiva descritta sopra.
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In fase esecutiva, al sistema di elettrodo, al dispositivo, al metodo e all’uso oggetto dell’invenzione potranno essere apportate ulteriori modifiche o varianti esecutive non descritte. Qualora tali modifiche o tali varianti dovessero rientrare nell’ambito delle rivendicazioni che seguono, si dovranno ritenere tutte protette dal presente brevetto.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sistema di elettrodo per il trattamento dell’occhio secco, comprendente uno o più elettrodi in cui (a) una porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi imita rispettivamente la forma superficiale dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali o una parte di essi oppure in cui (b) una porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi è flessibile e adattabile nella sua forma in modo tale che nei casi (a) e (b) tra detta porzione di detto uno o più elettrodi e la forma superficiale dell’occhio, dell’orbita oculare, della tempia, delle zone palpebrali o di una parte di essi sia realizzabile un accoppiamento geometrico di forma.
  2. 2) Sistema di elettrodo secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detta porzione di detto uno o più elettrodi è flessibile e adattabile nella sua forma e dal fatto che detta porzione è scelta tra (a) un substrato flessibile metallizzato; (b) un polimero, preferibilmente una gomma siliconica, comprendente particelle e/o fili metallici; (c) un tessuto metallizzato; (d) un tessuto metallico; (e) e combinazioni tra questi.
  3. 3) Sistema di elettrodo secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre una sonda termica.
  4. 4) Sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre uno o più cuscini a gel o simili posto/i almeno parzialmente direttamente o indirettamente a contatto con detta porzione di detto uno o più elettrodi.
  5. 5) Sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto sistema di elettrodo è una maschera o un occhiale in cui detta porzione di detto uno o più elettrodi si estende attraverso tutta la zona della maschera o dell’occhiale che è destinata a coprire l’occhio, l’orbita oculare, le zone temporali e/o le zone palpebrali dell’occhio o una parte di essi.
  6. 6) Sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta porzione di detto uno o più elettrodi è atta a coprire ad accoppiamento geometrico di forma la palpebra superiore nello stato chiuso dell’occhio.
  7. 7) Sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta porzione di detto uno o più elettrodi è a forma di foglio.
  8. 8) Sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 7, caratterizzato dal fatto che detta porzione di detto uno o più elettrodi è un tessuto metallico.
  9. 9) Dispositivo di elettrostimolazione per il trattamento dell’occhio secco, comprendente: (i) un sistema di elettrodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 8; (ii) un circuito a radiofrequenza atto a emettere un’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta con una frequenza di risonanza, preferibilmente una frequenza di risonanza di 4 MHz, che comprende delle relative armoniche, preferibilmente almeno la seconda e la terza armonica, in cui l’onda elettromagnetica di corrente sinusoidale distorta alimenta detti uno o più elettrodi e in particolare detta porzione di detto uno o più elettrodi destinata a essere applicata a contatto con l’occhio, l’orbita oculare, la tempia, le zone palpebrali o una parte di essi.
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