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ITPD20070054A1 - Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative o simili - Google Patents

Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative o simili Download PDF

Info

Publication number
ITPD20070054A1
ITPD20070054A1 ITPD20070054A ITPD20070054A1 IT PD20070054 A1 ITPD20070054 A1 IT PD20070054A1 IT PD20070054 A ITPD20070054 A IT PD20070054A IT PD20070054 A1 ITPD20070054 A1 IT PD20070054A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
alternative food
mixing
pasta making
cooking
food flours
Prior art date
Application number
Other languages
English (en)
Inventor
Fabio Cusinato
Mariano Tombolato
Bruno Zanon
Original Assignee
Isolteck Cusinato Srl
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Isolteck Cusinato Srl filed Critical Isolteck Cusinato Srl
Priority to ITPD20070054 priority Critical patent/ITPD20070054A1/it
Priority to PCT/IB2008/000376 priority patent/WO2008102239A2/en
Publication of ITPD20070054A1 publication Critical patent/ITPD20070054A1/it

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Classifications

    • AHUMAN NECESSITIES
    • A21BAKING; EDIBLE DOUGHS
    • A21CMACHINES OR EQUIPMENT FOR MAKING OR PROCESSING DOUGHS; HANDLING BAKED ARTICLES MADE FROM DOUGH
    • A21C3/00Machines or apparatus for shaping batches of dough before subdivision
    • A21C3/04Dough-extruding machines ; Hoppers with moving elements, e.g. rollers or belts as wall elements for drawing the dough
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A21BAKING; EDIBLE DOUGHS
    • A21CMACHINES OR EQUIPMENT FOR MAKING OR PROCESSING DOUGHS; HANDLING BAKED ARTICLES MADE FROM DOUGH
    • A21C11/00Other machines for forming the dough into its final shape before cooking or baking
    • A21C11/16Extruding machines
    • A21C11/20Extruding machines with worms

Landscapes

  • Life Sciences & Earth Sciences (AREA)
  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Food Science & Technology (AREA)
  • Bakery Products And Manufacturing Methods Therefor (AREA)
  • Noodles (AREA)
  • General Preparation And Processing Of Foods (AREA)
  • Food-Manufacturing Devices (AREA)
  • Fodder In General (AREA)

Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
APPARECCHIATURA PER LA PASTIFICAZIONE DI FARINE ALIMENTARI ALTERNATIVE O SIMILI,
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un’apparecchiatura destinata all’industria alimentare per la pastificazione di farine alternative al grano duro o tenero e simili.
STATO DELLA TECNICA
Ad oggi, è ampiamente noto l’impiego di farine alimentari alternative al grano duro e/o tenero per realizzare prodotti pastificati quali paste alimentari o simili. Ad esempio, le farine prive di glutine sono: riso e mais (le più conosciute), ed i legumi e i cereali in genere quali ceci, fagioli, lenticchie, miglio, soia, ecc.
Allo scopo, nel mercato non esiste un'unica apparecchiatura che riunisca tutte le fasi di processo in grado di pastificare le farine prive di glutine senza l'aggiunta di leganti alla semola quali, ad esempio, monocliceride, albume, amidi di riso, mais, ecc.
Attualmente, esistono tecnologie alternative che prevedono svantaggiosamente l’utilizzo delle farine precotte-pregelatinizzate. Ciò significa un costo di produzione aggiuntivo dato dal processo di cottura della farina prima della sua trasformazione, il che comporta lo svantaggio dato dal costo finale del prodotto estruso che risulta maggiore di quello ottenuto con farine semplici.
Inoltre, vi è un ulteriore svantaggio dato anche dal fatto che per tali tipi di prodotti estrusi è previsto l’impiego di più apparecchiature in una singola linea di produzione, per ottenere il prodotto finito, ovvero l'impiego di un cottore e di un formatore o, alternativamente, un gruppo estrusore bi-vite.
SOMMARIO
Scopo della presente invenzione è quello di risolvere i suddetti svantaggi fornendo un’unica apparecchiatura di estrusione per pastificare le farine senza glutine, in cui non sia previsto l’impiego di farine precotte ne alcun legante. Quindi, la presente invenzione fornisce una apparecchiatura sostanzialmente come descritto nelle rivendicazioni annesse. Inoltre, forma oggetto della presente invenzione anche il procedimento di produzione per pastificare le farine senza glutine, in cui non sia previsto l’impiego di farine precotte né alcun legante, ed attuato tramite la apparecchiatura sopra descritta.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE
Verrà ora fornita una descrizione dettagliata di una forma preferita di realizzazione dell’apparecchiatura della presente invenzione, data a titolo esemplificativo e non limitativo, facendo riferimento ai disegni annessi, in cui:
Le figure da 1a, 1 b, 2a e 2b illustrano l'apparecchiatura della presente invenzione in viste prospettiche ed in elevazione da un lato, rispettivamente;
Le figure 3a, 3b e 3c sono viste prospettiche, in elevazione, ed in pianta dall'alto, rispettivamente, del dispositivo di dosaggio liquidi relativo al gruppo di dosaggio e pre-miscelazione della apparecchiatura della presente invenzione;
Le figure 4a, 4b e 4c sono viste in sezione longitudinale, in pianta dall’alto, e prospettica, rispettivamente, del gruppo pre-miscelatore della apparecchiatura della presente invenzione;
Le figure da 5a a 5d, sono viste prospettiche, in elevazione, ed in pianta dall’alto, rispettivamente, della vasca di miscelazione e cottura della apparecchiatura della presente invenzione;
Le figure da 6a a 6c, sono viste prospettiche, in elevazione, ed in pianta dall’alto, rispettivamente, del capsulismo di sottovuoto della apparecchiatura della presente invenzione;
Le figure da 7a a 7d sono viste prospettiche, in elevazione, ed in pianta dall’alto, rispettivamente, del gruppo imbibitore della apparecchiatura della presente invenzione;
Le figure da 8a a 8c, sono viste prospettiche, in sezione ed in elevazione, rispettivamente, del il cilindro di estrusione della apparecchiatura della presente invenzione; e
Le figure da 9a, 9b e 9c, illustrano generiche viti di estrusione per la apparecchiatura della presente invenzione.
Facendo ora riferimento alle figure 1a, 1 b, 2a e 2b, l’apparecchiatura della presente invenzione si presenta sostanzialmente come una pressa per pasta con l'aggiunta del vapore sulla prima vasca.
Più specificatamente, l’apparecchiatura è costituita da più parti e realizza le seguenti fasi produttive:
- miscelazione acqua e semola in una prima parte 1 ;
- cottura a vapore in una seconda parte 2;
- passaggio in un altro ambiente per il raffreddamento in una terza parte 3;
- imbibimento prodotto con passaggio in ambiente sotto vuoto con relativa perdita d’aria in una quarta parte 4;
- carico vite di alimentazione in una quinta parte 5; e
- compressione con trafilatura al bronzo o teflon in una sesta parte 6.
Con riferimento alle figure 3a, 3b e 3c la prima fase viene realizzata nella prima parte 1 la quale prevede un gruppo di dosaggio 10 in cui è previsto un dosatore 12 per gli sfarinati, che è la parte di partenza del processo. Il dosatore 12 comprende un sistema volumetrico munito di una coclea 13 tramite la quale viene dosata la quantità di farina. Il gruppo è realizzato completamente in acciaio inox ed è completo di sonda rotativa allarme mancanza prodotto.
Inoltre, il dosatore 12 è completo di aspo rompi ponte 14 per evitare intasamenti causati dalla granulometria e/o composizione della farina. La coclea di dosaggio 13 può essere realizzata sia in materiale plastico, sia in metallo (la scelta dipende dalla tipologia della materia prima) e il passo e le dimensioni esterne vengono dimensionate in funzione della portata e della produzione
La portata è controllata da un inverter per una regolazione elettronica da PLC. La trasmissione dell’aspo 14 è ricavata mediante catena con rapporto di riduzione e direttamente dall’albero motore. Ovviamente, è prevista una base di appoggio in acciaio inox con forature per il fissaggio.
Successivamente, e con riferimento ora alle figure da 4a a 4c è previsto un gruppo di pre-miscelazione o pre-mixer 15 per dare una prima idratazione alla farina.
Il pre-mixer 15 è realizzato in acciaio inox ed è composto da:
- gruppo tiro-reggispinta 16 completo di motore, cuscinetti e anelli di tenuta;
- cilindro di miscelazione 17 munito di due ugelli per ingresso liquidi,
- apertura 170 per ingresso farina e fissaggio eventuale dosatore, - foro di scarico 171,
- sportello anteriore per la pulizia, incernierato con relativo micro di sicurezza e tenute,
- albero miscelatore 18, il quale è diviso in tre parti:
a. una prima zona di trasporto costruita con una coclea 180 a due principi;
b. una seconda zona 181 è realizzata con una serie di piolini a passo costante che vanno a formare una coclea; ed c. una terza zona con palette 182 che scarica e pulisce centrifugando la miscela.
Il punto di incontro tra i liquidi e la farina avviene appena dopo la fine della coclea 180 di trasporto (1° zona). In questo modo, si ottiene una completa idratazione del grano.
La bocca di scarico 171 è posizionata sulla tangente di scarico e per facilitare il passaggio della farina, quest'ultima viene scaricata a 45° sempre verso il senso di rotazione. Inoltre, il gruppo pre-miscelatore 15 è sostenuto solamente posteriormente e agganciato con un tirante passante l'albero motore. In questo modo la pulizia e lo smontaggio può avvenire in tempi ridotti.
Successivamente al gruppo pre-miscelatore 12 e 15 è prevista una seconda fase che corrisponde alla parte 2 dell’apparecchiatura.
Con riferimento alle figure da 5a a 5d, la seconda parte 2 della apparecchiatura comprende una serie di vasche di miscelazione e di cottura 20, disposte in serie e collegate l'una a valle dell'altra.
Bisogna qui precisare che secondo la presente invenzione, il numero di vasche 20 non è limitato all’esempio di realizzazione sopra descritto (ad esempio, due vasche 20 sono illustrate nelle figure), bensì il numero di vasche 20 è dato dal tipo di prodotto da trattare e dal processo produttivo.
Le vasche 20 sono completamente realizzate in acciaio inox, ciascuna delle quali può presentare dimensioni variabili ed in funzione della portata. Le due pareti esterne, di grosso spessore, sono rinforzate per la possibilità di lavorare, alternativamente, al vapore anche sotto vuoto. Inoltre, sulle pareti esterne vengono saldate le flangie per il fissaggio dei supporti e il contenimento delle tenute.
Ciascuna vasca 20 presenta una prima parte chiusa da una piastra 21 per il collegamento con il dispositivo a monte (ad esempio, la prima vasca 20 monta il gruppo pre-miscelatore 15, non mostrato nelle figure) o, eventualmente, per il montaggio di un dosatore.
Ogni vasca 20 è chiusa da un coperchio in plexiglass 22 di spessore predeterminato (ad esempio, uno spessore di 40 mm), il coperchio essendo trasparente facilita un controllo visivo del processo.
Il coperchio 22 è incernierato e messo in sicurezza da dispositivo micromagnetico. Sulla parte inferiore della vasca 20 sono disposti una serie di ugelli 23 per il vapore che possono essere selezionati e regolati. La scelta della posizione degli ugelli sulla parte inferiore della vasca 20 è data dal fatto di evitare vaporizzazioni parziali dell’impasto.
All’interno della vasca 20 è montato in maniera girevole un albero 24 munito di palette 25. Inoltre, è prevista una paratia estraibile (non mostrata nelle figure) per contenere e far stazionare l’impasto.
Lo scarico dalla prima vasca 20 verso una successiva vasca 20 disposta a valle della prima avviene mediate ribaltamento dell’ultima paletta 25. L'albero 24 dell'impastatrice è in acciaio inox e le palette 25 posizionate a 120°, possono essere regolate registrando l’inclinazione (variamo l’angolo e, conseguentemente, l’avanzamento).
La vasca è predisposta per un supplemento (liquidi) impasto e per l’eventuale estrazione del vuoto. La vasca è ovviamente completa di un gruppo tiro con motoriduttore controllato da inverter.
Successivamente all’ultima vasca di cottura 20 e con riferimento alle figure da 6a a 6c, è previsto un capsulismo 3 per la tenuta del vuoto e con regolazione della portata da PLC. Il capsulismo 3 a tenuta del vuoto serve a mettere in condizione di vuoto il processo a monte e a valle. Più precisamente e con riferimento alle figure, il capsulismo 3 prevede una valvola stellare rotativa 30 realizzata con un rotore in acciaio inox e una cuffia auto centrante in bral (materiale auto lubrificante). La regolazione della cuffia è composta da molle speciali precaricate da tiranti M8. I cuscinetti e gli anelli di tenuta sono montati su flangie in alluminio complete di circuito forzato di lubrificazione. La trasmissione del moto è assicurata mediante giunto a catena. La regolazione della portata è regolabile da PLC essendo anche questo motore controllato tramite inverter.
A valle del capsulismo 3 è previsto un quarto gruppo 4 di trasformazione relativo alla fase di imbibimento del prodotto con relativo raffreddamento/riscaldamento. Più precisamente e con riferimento alle figure da 7a a 7d, il gruppo imbibitore presenta un cilindro 40 munito di camicia di condizionamento 41, una luce di entrata 410 ed una luce di uscita 411 ed al suo interno un albero 42 estraibile per la pulizia munito di palette 43 registrabili. Il passaggio del prodotto trattato avviene tra 2° vasca e imbibitore per caduta, e l'imbibitore può essere simile alle prime due vasche a monte.
Bisogna qui precisare che, dopo il capsulismo l’apparecchiatura è sotto vuoto fino all’estrazione.
Quindi, a valle dellimbibitore 4 è tipicamente previsto un gruppo di trafilatura.
Il gruppo di trafilatura è costituito essenzialmente da:
- Cilindro e vite di alimentazione proveniente dal'imbibitore 4, il quale è completo di reggispinta e tiro, con regolazione della portata da inverter;
- Cilindro e vite di compressione 5 alimentato costantemente e condizionato indipendentemente in più zone, munito di sonde controllo temperature in uscita e sonde controllo temperatura prodotto. La vite di compressione è del tipo a multi settore con passo e diametri variabili in funzione alla tipologia del prodotto finale; e
- Testata 6 orizzontale e/o a 90° condizionata con manometro di controllo della pressione idonea per trafile circolari e/o rettangolari. La testata 6 è completa di impianto estrazione e gruppo di taglio prodotto registrabile. Inoltre, è prevista una ventilazione trafile forzata e carter di sicurezza.
Come è possibile notare nelle figure da 8a a 8c, il cilindro di estrusione 5 è tipicamente realizzato in acciaio o ferro Fe510, all’interno del quale è prevista una camicia rigata 50 (preferibilmente in acciaio 38Nicrmo4).
Vantaggiosamente, quando l'interno del cilindro 5 è usurato si cambia solo la camicia 50 che è divisa in più parti. Per creare un canale forzato di circolazione 51, è stata realizzata una spirale sullo spessore del tubo 5.
Più precisamente, il cilindro è condizionato in 3 stadi. Il primo stadio di condizionamento è in corrispondenza della zona di attacco del gruppo alimentazione con solo raffreddamento. Il secondo stadio è condizionato con olio diatermico per poter raggiungere anche temperature di 120-130 °C. Il terzo stadio è condizionato con acqua (caldo o freddo).
Tutti gli stadi di condizionamento sono gestiti da termoregolatore e sonde posizionate su ritorno impianti. Sono ulteriormente previste due sonde di contatto prodotto interfacciate con sonda impianto (in corrispondenza del 2° e 3° stadio).
Prima del 3° stadio è previsto un foro di degasaggio per l’eventuale scarico dopo la prima compressione.
Sono inoltre previsti tipicamente un gruppo reggispinta-riduzione di tipo commerciale con giunto traino quadro e flangia per sedi anelli di tenuta del vuoto, lubrificazione forzata. La trasmissione del moto avviene mediante pulegge e cinghie trapezioidali con regolazione della velocità di rotazione mediante inverter.
Con riferimento ora alle figure da 9a a 9c, viene in esse illustrata una vite di estrusione 52 secondo tre sue forme di realizzazione diverse che sono date dal tipo di prodotto da estrudere.
Più precisamente e secondo l’invenzione, possono essere previste diverse realizzazioni di viti 52. Ciascuna realizzazione prevede una costruzione in acciaio inox 420 bonificato lucidato, temprato sulle creste e rettificato. Il diametro esterno e la lunghezza della vite è predeterminato dal processo e prodotto finale e ovviamente dalla portata.
Le viti 52 sono costituite da più parti in funzione della materia prima da trattare e del lavoro meccanico che si vuole applicare all’impasto. Le caratteristiche principali delle viti sono il numero dei settori, il passo, la larghezza della cresta, il diametro del nocciolo, il verso del principio e il numero dei principi. Queste sono le caratteristiche sulle quali si opera per modificare il lavoro meccanico della vite. Infatti, la figura 9a illustra una vite 52 idonea per trattare un prodotto umido da friggere successivamente, la figura 9b illustra una vite 52 idonea per trattare un prodotto a base di cereali, e la figura 9c illustra una vite 52 idonea per trattare un prodotto a base di legumi.
Come è possibile notare nelle figure, le viti 52 si possono dividere in 4 zone distinte:
- Zona di trascinamento con quadro di traino, bronzina con filettatura quadra a 4 principi passo 1” con verso concorde all’avanzamento del prodotto. La filettatura serve per tenere pulita la vite nella zona dell’anello di tenuta riduttore-reggispinta da eventuale prodotto che potrebbe scorrere in verso contrario.
- Zona di carico di lunghezza predeterminata e con passo costante a un principio. In questa zona abbiamo l’entrata del prodotto spinto dalla vite di alimentazione. In questa zona il passo è ampio per facilitare il carico della vite ed il nocciolo è leggermente conico (ad esempio, rapporto 1.2 e 1.5 per le altre due viti) per caricare costantemente la zona di cottura del 1° stadio. Inoltre la parte terminale della cresta è smussata sempre per facilitare alimentazione del prodotto.
- Zona di cottura 1° stadio di lunghezza predeterminata dove si comincia la cottura termica e meccanica del prodotto. In funzione al tipo di vite la composizione è diversa e la temperatura del prodotto è visualizzabile sul quadro comandi avendo una sonda che controlla la temperatura dell’impasto.
Oltre alla cottura meccanica si può aggiungere anche una cottura termica attraverso il condizionamento del cilindro. Ad esempio:
o Light-cooking screw è composta da un settore conico (rapp. 1.05) a passo costante e da un settore a principio contrario (SX). Il settore SX serve per rallentare l’avanzamento del prodotto e riscaldarlo per attrito. Inoltre in questa zona la camicia del cilindro può raggiungere temperature fino a 120°; oppure
o Medium-cooking screw è composta da un settore di cottura a passo costante (rapp. 1.3) che carica un settore SX a due principi con zone di compensazione (le zone di compensazione sono le interruzione della spirale). La temperatura esterna può raggiungere i 120°C come nel caso precedente; oppure
o Hard-cooking screw è composta da 6 settori per una pesante cottura del prodotto. Il primo settore è SX a due principi, sempre con zone di compensazione, seguito da un settore di trasporto (DX) a passo e nocciolo costante. Questa sequenza è ripetuta due volte per terminare in un settore detto di trafilazione e successivamente un settore detto masticante. Nella ripetizioni dei primi due settori il passo e il nocciolo era costante mentre nell’ultima parte abbiamo una forte compressione del prodotto con conseguente inalzamento delle temperature avendo un rapporto di 1.3 in brevissimo tempo. Il settore masticante serve per spezzare l’impasto che in questa zona si presenta molto gelatinizzato.
- Zona di cottura 2° stadio di lunghezza predeterminata dove si possono raggiungere temperature della camicie esterna del cilindro attorno ai 95°C. Questa zona serve per compattare l'impasto e prepararlo per la fase di estrusione. Anche in questa zona la composizione delle viti varia dalla tipologia che si sceglie. Più precisamente:
o Light-cooking screw ove è previsto un settore conico rapp. 1.24 a passo costante seguito da un settore a due principi completo di zona di compensazione; oppure o Medium-cooking screw ove è previsto un settore conico rapporto 1.27 a passo costante seguito da un settore a due principi con nocciolo costante; oppure
o Hard-cooking screw ove sono previsti 4 settori per continuare con la cottura meccanica. Il primo settore è di trasporto e accumulo del prodotto seguito da un settore conico avente rapporto 1.27. il penultimo settore è a due principi a nocciolo costante per caricare il settore masticante con istantanea riduzione del nocciolo, rapporto 1.14.
È bene qui precisare che, alcuni settori possono essere spostati in posizioni diverse sulla stessa vite 52 allo scopo di poter trovare e ottimizzare al meglio la morfologia della vite. Inoltre, dalle figure e da quanto sopra descritto, è possibile notare che i rapporti di compressione del nocciolo nelle tre viti sono simili. La variante principale è la velocità di cambio del diametro che provoca innalzamenti delle temperature diversi. La scelta del tipo di vite da utilizzare è da valutare di volta in volta ed è in relazione a:
a) La temperatura che si vuole raggiungere termicamente;
b) Il lavoro meccanico da applicare all'impasto;
c) Grado di gelatinizzazione che si vuole raggiungere; e
d) Tipologia della materia prima
L’apparecchiatura della presente invenzione presenta numerosi vantaggi. Un primo vantaggio è dato dall’elevata compatezza. Infatti, essa può vantaggiosamente essere posizionata su un basamento in acciaio verniciato, e presenta i normali pannelli di controllo (non illustrati nelle figure). Ad esempio, possono essere normalmente previsti due quadri derivati, un primo quadro per il controllo delle vasche ed il secondo per il controllo dell’estrusione. Un quadro generale è completo di termoregolatori per il controllo delle temperature, del PLC che gestisce la portata, regola la produzione, e controlla errori e/o allarmi.
Un altro notevole vantaggio è dato dal fatto che con un'unica apparecchiatura è possibile pastificare la maggior parte dei legumi e cereali senza l’utilizzo di farine precotte e/o additivi (monocliceride, albume, ecc.).
Un ulteriore vantaggio è dato ovviamente dai costi dell’impianto e di gestione che data la compattezza della apparecchiatura quest’ultimi risultano notevolmente ridotti.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per la pastificazione di farine alimentari alternative, in cui sono previste le seguenti fasi produttive in continuo senza interruzioni: - miscelazione di acqua e semola; - cottura a vapore dell’impasto; - passaggio in ambiente per raffreddamento impasto; - imbibimento dell’impasto ottenuto con processo sotto vuoto; - passaggio dell’impasto in vite di alimentazione; e - compressione con trafilatura al bronzo o teflon.
  2. 2. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative, caratterizzata dal fatto di comprendere mutuamente collegati ed in cooperazione continua: - mezzi (1) per il dosaggio e la miscelazione di acqua e semola atti a produrre un impasto; - mezzi (2) di cottura a vapore di detto impasto collegati a valle di detti mezzi (1); - mezzi (3) per realizzare un ambiente sotto vuoto collegati a valle di detti mezzi (2) di cottura; - mezzi di imbibimento (4) e raffreddamento di detto impasto collegati a valle di detti mezzi (3) per realizzare il vuoto; - mezzi (5) di compressione e cottura a pressione su detto impasto collegati a valle di detti mezzi (4) di imbibimento; e - mezzi (6) di trafilatura di detto impasto collegati a valle di detti mezzi (5) di compressione.
  3. 3. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi (1) di miscelazione e dosaggio di sfarinati ed acqua comprendono: - un gruppo di dosaggio (10) in cui è previsto un dosatore (12) per gli sfarinati munito di una coclea (13) di dosaggio, e di un aspo (14) rompi ponte; e - un gruppo di pre-miscelazione (15) che comprende un cilindro di miscelazione (17) munito di ugelli per ingresso liquidi, un albero miscelatore (18) costituito da una prima parte di trasporto (180) ed una seconda parte (181) di miscelazione ed idratazione.
  4. 4. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 3, in cui detta coclea di dosaggio (13) può essere realizzata sia in materiale plastico, sia in metallo.
  5. 5. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui detto albero miscelatore (18) è costituito da tre parti collegate, detta prima parte presentando una coclea (180) a due principi, e detta seconda parte (181) essendo realizzata con una serie di piolini a passo costante che vanno a formare una coclea, ed una parte finale a palette 182 centrifughe.
  6. 6. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 5, in cui detti mezzi di cottura (2) comprendono almeno una vasca (20) di miscelazione e di cottura.
  7. 7. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 6, in cui detti mezzi di cottura (2) comprendono almeno due vasche (20) di miscelazione e cottura collegate in serie o continua.
  8. 8. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 7, in cui ciascuna vasca (20) di miscelazione e cottura comprende: - una prima parte chiusa da una piastra (21) per il collegamento con il rispettivo dispositivo a monte; - un coperchio in plexiglass (22) di spessore predeterminato e trasparente; - una serie di ugelli (23) montati sulla parte inferiore della vasca (20) per alimentare vapore, ciascuno dei quali essendo selezionabile e regolabile; - un albero (24) munito di palette (25) montato in maniera girevole all’interno della vasca (20), dette palette (25) essendo posizionate a 120° ed essendo regolabili.
  9. 9. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 8, in cui detti mezzi per la realizzazione del vuoto sono un capsulismo (3) che comprende una valvola stellare rotativa (30) realizzata con un rotore in acciaio inox e una cuffia autocentrante in bral.
  10. 10. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 9, in cui detti mezzi (4) di imbibimento e raffreddamento comprendono: - un cilindro (40) o vasca munito di camicia di condizionamento (41), una luce di entrata (410) ed una luce di uscita (411); ed - un albero (42) munito di palette (43) registrabili, montato girevolmente all’interno di detto cilindro (40);
  11. 11. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 10, in cui detti mezzi (5) di compressione comprendono: - un cilindro di estrusione (5) all’interno del quale è prevista una camicia rigata (50) amovibile, detta camicia (50) essendo realizzata in più parti; - un canale forzato di circolazione (51) ricavato sullo spessore del cilindro (5); ed - una vite di compressione (52) montata girevolmente all’interno di detto cilindro di estrusione (5). la disposizione essendo tale per cui detto cilindro (5) è condizionato in tre stadi della sua lunghezza di trasformazione.
  12. 12. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione precedente, in cui detto condizionamento di detto cilindro di estrusione (5) prevede: - un primo stadio di condizionamento in corrispondenza della zona di attacco del gruppo alimentazione con solo raffreddamento; - un secondo stadio condizionato con olio diatermico per poter raggiungere temperature dell’ordine dei 120-130 °C; ed - un terzo stadio condizionato con acqua (caldo o freddo).
  13. 13. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui detta vite di compressione (52) è del tipo a multi settore con passo e diametri variabili in funzione alla tipologia del prodotto finale.
  14. 14. Apparecchiatura per la pastificazione di farine alimentari alternative secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 13, in cui detti mezzi di trafilatura comprendono una testata (6) orizzontale e/o a 90° condizionata e con manometro di controllo della pressione idonea per trafile circolari o rettangolari, detta testata (6) comprendendo inoltre: - un impianto estrazione ed un gruppo di taglio prodotto registrabili; - ventilazione trafile forzata; e - carter di sicurezza.
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