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ITMI990416A1 - Macchina per la produzione di caffe' espresso in grandissime quantita' - Google Patents

Macchina per la produzione di caffe' espresso in grandissime quantita'

Info

Publication number
ITMI990416A1
ITMI990416A1 IT1999MI000416A ITMI990416A ITMI990416A1 IT MI990416 A1 ITMI990416 A1 IT MI990416A1 IT 1999MI000416 A IT1999MI000416 A IT 1999MI000416A IT MI990416 A ITMI990416 A IT MI990416A IT MI990416 A1 ITMI990416 A1 IT MI990416A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
coffee
piston
cylinder
machine
production
Prior art date
Application number
IT1999MI000416A
Other languages
English (en)
Inventor
Giampiero Rossi
Original Assignee
Brasilia Spa
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Brasilia Spa filed Critical Brasilia Spa
Priority to IT1999MI000416 priority Critical patent/IT1308635B1/it
Priority to EP00910724A priority patent/EP1178747A2/en
Priority to AU32832/00A priority patent/AU3283200A/en
Priority to PCT/EP2000/001643 priority patent/WO2000051479A2/en
Publication of ITMI990416A1 publication Critical patent/ITMI990416A1/it
Application granted granted Critical
Publication of IT1308635B1 publication Critical patent/IT1308635B1/it

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    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47JKITCHEN EQUIPMENT; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; APPARATUS FOR MAKING BEVERAGES
    • A47J31/00Apparatus for making beverages
    • A47J31/44Parts or details or accessories of beverage-making apparatus
    • A47J31/54Water boiling vessels in beverage making machines
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    • A47J31/3614Means to perform transfer from a loading position to an infusing position
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  • Food Science & Technology (AREA)
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Description

DESCRIZIONE dell’ invenzione industriale
La presente invenzione riguarda una macchina per produzione di caffè espresso in quantità molto grandi e, in particolare, una macchina che riesce a produrre caffè espresso per infusione di cariche di caffè macinato di massa fino all’ordine del chilogrammo.
In alcune preparazioni alimentari occorre la disponibilità di grandi quantità di caffè. Per esempio, sono in vendita bevande a base di caffè, confezionabili in lattine, da bersi fredde o calde, come pure preparati in polvere di caffè liofilizzato da trasformarsi in una bevanda di caffè per semplice aggiunta di acqua calda. Inoltre, certe industrie dolciarie abbisognano di grandi quantità di caffè per la preparazione di particolari prodotti, come i cioccolati fondenti neri che prevedono caffè nell’impasto di cioccolato o certi cioccolatini ripieni di caffè dolcificato come quelli noti sotto il marchio Pocket<® >Coffee.
Al giorno d’oggi per preparare caffè si possono seguire almeno cinque metodi distinti:
un primo, definibile come “metodo della pentola” consiste nell’aggiungere polvere di caffè tostato e macinato ad una pentola d’acqua portata in ebollizione, facendo quindi decantare la polvere e separando eventualmente la bevanda di caffè dalla polvere per filtrazione;
un secondo, che al momento è quello più utilizzato per la produzione industriale di infuso di caffè, consentendo produzioni in quantità sia piccole, sia grandi, è il metodo per “percolazione “ o del cosiddetto “caffè-filtro”, che consiste nel versare dell’acqua calda, uscente da getti a doccia o simili, su una massa di caffè macinato (compresa per esempio tra 10 g. e 100 Kg.) racchiusa in una cialda di carta da filtro o adagiata sul fondo bucherellato di un recipiente, simile ad un vassoio o padella, e lasciare colare Pinfuso che si forma man mano attraverso il filtro a raccogliersi in un recipiente di conservazione per ulteriori eventuali lavorazioni;
un terzo, definibile come “metodo della caffettiera napoletana”, consiste nel preparare questo caffè facendo percolare prefissate quantità di acqua calda a pressione sostanzialmente ambientale (o di poco superiore) attraverso una massa di caffè tostato e macinato nell'opportuna misura e nel raccogliere Pinfuso ottenuto in un apposito serbatoio, come per l’appunto avviene nella caffettiera napoletana;
un quarto, definibile come “metodo della caffettiera Moka<®>”, consiste nel preparare questo caffè facendo passare periodicamente lina quantità di acqua portata in ebollizione, spinta dalla pressione del suo stesso vapore, attraverso la medesima massa di caffè tostato e macinato, raccogliendo infine Pinfuso in un serbatoio;
un quinto, definibile come “metodo della macchina da caffè espresso”, consiste nel preparare il caffè partendo dalla polvere di caffè macinato impiegata in gruppi da percolazione, del tipo di quelli impiegati nelle macchina da caffè utilizzate nei pubblici esercizi, alimentate da acqua portata a temperatura e pressione tipiche delle dette macchine da caffè.
Ovviamente, le caratteristiche organolettiche del caffè ottenuto diventano sempre più alte man mano che l’estrazione della bevanda di caffè dalla polvere macinata avviene a temperature più alte e sotto pressioni maggiori, per cui il metodo della pentola è quello che produce caffè in grandi quantità ma di caratteristiche organolettiche molto modeste, mentre il metodo della macchina da caffè espresso produce caffè in quantità molto limitate, perché i gruppi percolatori delle macchine da caffè espresso sono dimensionati per preparare una o, al massimo, due tazzine di caffè, ma con le caratteristiche organolettiche più alte ottenibili.
L’evoluzione dei gusti della gente ha portato a chiedere bevande di caffè le cui caratteristiche si avvicinano sempre di più a quelle del caffè espresso per cui chi produce bevande a base di caffè, preparati di caffè liofilizzato, o prodotti dolciari contenenti caffè, è costretto, per mantenersi un mercato sufficientemente largo, ad andare incontro ai gusti comuni della gente che oggidì trova troppo tenui le caratteristiche dei caffè preparati con metodi di percolazione di acqua a temperature modeste.
Purtroppo, i metodi a temperature e pressioni di acqua minori si prestano bene ad una produzione economica di caffè in quantità industriali, mentre il metodo della macchina da caffè espresso si presta alla produzione di caffè in quantità industriali solo a prezzo di utilizzare un numero grandissimo di macchine da caffè espresso con conseguenze economiche decisamente gravose, sia in consumi energetici che nell’impiego di forza lavoro.
Risulta perciò la necessità di una macchina per la produzione in quantità industriali di un caffè dalle caratteristiche uguali o perlomeno molto vicine a quelle del caffè espresso, senza avere i costi energetici e di forza lavoro che comporterebbe l’impiego di un numero di macchine da caffè espresso tale da consentire la produzione del caffè in tempi ragionevoli.
Scopo della presente invenzione è appunto di soddisfare la sopraddetta necessità.
Il sopraddetto scopo è soddisfatto da una macchina per caffè espresso comprendente:
almeno una caldaia per fornire acqua calda sotto pressione;
un mezzo fornitore di caffè tostato e macinato, come un macinino industriale;
un gruppo di estrazione in grado di fornire un infuso di caffè, trattando con l’acqua calda fornita dall’almeno una caldaia una carica di polvere di caffè tostato e macinato entro il medesimo gruppo;
un mezzo di convogliamento e raccolta dell’infuso di caffè uscente dal gruppo di estrazione;
un mezzo di raccolta della carica di polvere di caffè esausta, una volta che le sia stato estratto l’infuso;
caratterizzata dal fatto che il gruppo di estrazione è formato da un corpo cilindrico cavo con la faccia superiore aperta verso l’alto per ricevere un pistone scorrevole assialmente entro la cavità e la faccia inferiore sostanzialmente chiusa per sostenere un piatto di fondo sollevabile, rispetto alla faccia chiusa, e munito di fori per il passaggio dell’infuso, la faccia inferiore essendo munita di due fori dei quali un primo, posto centralmente, serve a lasciar passare un’asta di spinta del piatto di fondo ed un secondo, posto perifericamente nel punto più basso della medesima faccia inferiore comunica con mezzi esterni per il convogli amento e la raccolta dell’infuso ottenuto, inoltre il cilindro è sostenuto esternamente su mezzi di rotazione, attorno ad un asse perpendicolare all’asse del medesimo cilindro, ancorati a mezzi di appoggio in modo che l’orientazione del cilindro possa variare tra una prima posizione, avente la faccia superiore aperta rivolta verso l’alto, per accogliere la polvere di caffè, una seconda posizione con la faccia superiore perpendicolare al pistone, per accoglierlo nel suo scorrimento assiale, e una terza posizione, avente la medesima faccia superiore rivolta lateralmente verso il mezzo di raccolta della carica di polvere di caffè esausta in modo che il sollevamento del piatto di fondo faccia cadere la polvere esausta, in forma di una cialda compatta e semiasciutta, nel medesimo mezzo di raccolta,
inoltre il pistone scorrevole assialmente è collegato mediante almeno un condotto all 'almeno una caldaia ed è munito, sul lato affacciato verso il cilindro, di un filtro in grado di trattenere i grani di polvere di caffè ma di far passare l’acqua calda sotto pressione proveniente dall’almeno una caldaia, quando si procede all’estrazione dell’infuso di caffè dalla sua polvere, mentre il piatto di fondo lascia passare l’infuso attraverso i suoi fori verso il foro della faccia inferiore del secchio in collegamento con il mezzo di convogliamento e raccolta di caffè.
Di preferenza, sia il pistone scorrevole assialmente, sia il piatto di fondo sono muniti di filtri consistenti di fogli di metallo inalterabile, come acciaio inossidabile, muniti di forellini del diametro tra il centesimo ed il decimo si millimetro, ottenuti per microincisione chimica, che assicurano una superiore distribuzione uniforme di acqua calda di infusione e arresto dei più piccoli grani di polvere di caffè.
Il pistone che scorre assialmente nel cilindro o secchio del gruppo di estrazione è mosso alternativamente da un albero a vite impegnato in una ghiera filettata internamente di una ruota, mossa nei due sensi opposti da un motore reversibile, il quale albero è collegato all’estremo distante dalla ruota ad una piastra, scorrevole su guide, solidale con il medesimo pistone.
Inoltre, il pistone è collegato mediante bracci articolati al cilindro per influenzare, con la sua posizione, l’orientazione del medesimo cilindro nelle tre sopraddette posizioni.
In particolare, quando il pistone è alla massima distanza dal cilindro, questo è orientato con la sua faccia superiore aperta disposta lateralmente verso il mezzo di raccolta della polvere di caffè esausta, quando il pistone è ad una distanza dal cilindro tale da lasciar ancora libera la faccia superiore, il medesimo cilindro è orientato secondo un asse sostanzialmente verticale per ricevere polvere di caffè da un dosatore allo scopo di formare la carica per Γ estrazione e quando il pistone entra in contatto con il cilindro, gli assi del pistone e del cilindro coincidono consentendo scorrimento del pistone nel cilindro.
Di preferenza, per fornire acqua calda al gruppo di estrazione, o secchio, si impiegano più caldaie alimentate con acqua potabile mediante almeno una pompa che porta questa acqua ad una pressione sufficiente per l’estrazione di un infuso con le caratteristiche del caffè espresso.
Di maggior preferenza, le caldaie sono costituite in due batterie di caldaie in serie, una principale verso il gruppo di estrazione e l’altra secondaria verso la pompa di alimentazione, per consentire l’alimentazione della batteria principale con acqua già calda dalla batteria secondaria.
Ancora di maggior preferenza, le pompe che alimentano le caldaie sono in numero superiore ad uno.
Sempre preferibilmente, le caldaie forniscono acqua al pistone del gruppo di estrazione attraverso almeno un’elettrovalvola.
Ancor più di preferenza, il numero di elettrovalvole è superiore ad uno.
La macchina da caffè secondo la presente invenzione è controllata da un microelaboratore che tiene conto delle richieste alla medesima e controlla le cariche di caffè, le quantità di acqua e le loro temperature di quest’ultime per avere produzione uniforme di caffè espresso.
Le caratteristiche della presente invenzione sono definite nelle rivendicazioni formanti la parte conclusiva della sua descrizione. Tuttavia altre caratteristiche e pregi della medesima invenzione risulteranno più evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di un suo esempio di realizzazione presa in considerazione con gli allegati disegni nei quali:
- la figura 1 è una vista generale di fronte della macchina per caffè espresso della presente invenzione;
- la figura 2 è una vista in elevazione laterale della macchina secondo la presente invenzione nella fase di caricamento di polvere di caffè nel gruppo di estrazione;
- la figura 3 è una vista in elevazione laterale della macchina secondo la presente invenzione nella fase di estrazione dell’infuso di caffè dalla carica di polvere ospitata nel gruppo di estrazione;
- la figura 4 è una vista in elevazione laterale della macchina secondo la presente invenzione nella fase di espulsione della cialda di caffè esausta; - la figura 5 è una vista in sezione di un gruppo di estrazione a cilindro, o secchio, di una macchina per la preparazione di caffè espresso secondo la presente invenzione;
- la figura 6 è un quadro di unione degli schemi elettrici rappresentati dalle figure da 7 a 10;
- la figura 7 è uno schema elettrico della porzione di collegamento e di controllo di un motore del pistone del gruppo di estrazione, di un motore di macinino e di motori di pompe di alimentazione di caldaie;
- la figura 8 è uno schema elettrico di collegamento e controllo di resistenze riscaldatrici di caldaie e di resistenze riscaldatrici di un gruppo di erogazione e distribuzione di acqua calda al gruppo di estrazione della macchina secondo la presente invenzione;
- la figura 9 è uno schema elettrico di collegamento e alimentazione di una prima parte di un’unità di controllo della macchina secondo la presente invenzione comprendente anche il collegamento ad elettrovalvole di erogazione di acqua al gruppo di estrazione;
- la figura 10 è uno schema elettrico di una seconda parte dell’unità di controllo della macchina secondo la presente invenzione comprendente anche una scheda elettronica per microprocessore eseguente i controlli ed i comandi per il funzionamento della macchina secondo la presente invenzione;
- la figura 11 è uno schema di un impianto idraulico della macchina secondo la presente invenzione;
- la figura 12 è una rappresentazione generale di un programma adatto al comando e controllo di una macchina secondo la presente invenzione; e - le figure 13 e 14 rappresentano uno schema di flusso illustrante lo stato di inizializzazione dei componenti meccanici di una macchina secondo la presente invenzione; e
- le figure 15 e 16 rappresentano uno schema di flusso illustrante lo stato di estrazione di caffè della medesima macchina secondo la presente invenzione.
Si considerino dapprima le figure da 1 a 4 per comprendere la struttura della macchina secondo l’invenzione. Da queste figure si vede che una macchina 20 per preparare grandi quantità di caffè espresso consiste di una struttura portante 22 formata da una base 24, da una prima coppia di montanti vellicali 26, da una seconda coppia di montanti inclinati 28 ospitante una coppia di colonne di appoggio 30 terminanti con sedi di cuscinetti 32 ospitanti perni 34 di appoggio di un cilindro o secchio 36 definente una cavità cilindrica rivolta verso l’alto, il quale cilindro 36 forma con un pistone 38, dimensionato per entrare e scorrere a tenuta nella cavità del cilindro 36, un gruppo di estrazione 40 (vedere figure 1 e 3) adatto ad estrarre, per percolazione forzata di acqua calda, una bevanda di caffè da una carica di polvere di caffè alloggiata entro il medesimo gruppo di estrazione, esattamente come avviene nelle usuali macchine da caffè espresso impiegate in bar e simili esercizi. Come particolarmente illustrato nella Figura 2, il cilindro 36 può ricevere, quando ha la sua faccia aperta rivolta verso l’alto, una dose di polvere di caffè tostato e macinato da comprimersi in una carica 42, come sarà particolarmente mostrato nella Figura 5 descritta più avanti . Per preparare e dosare la polvere di caffè si può impiegare un macinino telecomandato, come il macinino 44 illustrato nella figura 2, consistente essenzialmente di un contenitore a tramoggia 46 per caffè in grani, da caricarsi con un’opportuna quantità di grani di caffè tostato, che rifornisce un gruppo di macinazione 48 terminante con un dosatore ed erogatore 50 avente il compito di erogare al cilindro 36 la dose voluta di caffè macinato corrispondente ad una desiderata carica. Ovviamente, per produzioni di caffè particolarmente grandi ed impegnative, il macinino 44 viene sostituito da un erogatore di caffè macinato nella fonila di un nastro traportatore che rifornisce di detto caffè macinato, su esso depositato, un dosatore ed erogatore analogo al dosatore ed erogatore 50 illustrato nella figura 2. Il pistone 38 scorre in sensi opposti, lungo due guide 52 e 54 nella direzione dell’asse di un albero filettato 56, impossibilitato a ruotare, che è fissato ad una piastra 58 fissata, a sua volta, al pistone 38. Le guide 52 e 54 sono tenute rigidamente tra un giogo superiore 60 fissato alla coppia di montanti verticali 26 e la coppia di sedi di cuscinetti 32, a loro volta fissate alla coppia di colonne 30 solidale con la coppia di montanti inclinati 28. Quindi, il pistone 38 può muoversi solamente nella direzione e nei due sensi consentiti dalle guide 52 e 54. Il giogo superiore 60 ospita una scatola per rotismi 62 che contiene una puleggia munita di una cavità cilindrica filettata (non mostrata) che logicamente deve pensarsi impegnata con l’albero filettato 56, la quale ruota è azionata in rotazione da una cinghia 64 che abbraccia una puleggia di un motore elettrico 66 azionabile in entrambi i sensi.
Come visibile nelle figure da 2 a 4, al pistone 38 è collegato un elemento a squadra 68 che finisce con un’articolazione 70 collegata a snodo ad un braccio angolato 72 terminante con un’articolazione 74 che si impegna a scorrimento con un albero 76 il quale termina inferiormente con un fermo 78 e superiormente si collega con un piatto 80 che può spostarsi dal fondo del cilindro 36 fino alla sua apertura superiore per consentire un’espulsione di una cialda 82 esausta di polvere di caffè, come indicato nella figura 4.
Si consideri ora anche la figura 5 per comprendere appieno la configurazione e la struttura del gruppo di estrazione 40. Detto gruppo 40 è formato dal cilindro cavo inferiore 36 e dal pistone 38 dimensionato per scorrere a tenuta nella cavità del cilindro 36 dove detta tenuta è assicurata da una guarnizione O-ring 84 alloggiata in una cava circonferenziale del medesimo pistone 38. Il cilindro 36 comprende una camicia interna 86 circondata da una fascia 88 di irrobustimento ed anche di supporto perché è collegata ai perni 34 inseriti nelle sedi 32 delle colonne di sostegno 30 per cui il cilindro 36 può ruotare con i perni 34, ma rimane a distanza fissa dalla base 24 della struttura portante 22 (vedere le figure da 1 a 4). La camicia 86 temiina con un fondo 90 del cilindro 36, appoggiato ad una piastra 92, sul quale fondo si appoggia un piatto circolare 80 munito di fori di scorrimento 96 che mettono in comunicazione la faccia superiore del piatto 80 con una cavità circolare 98, ricavata nel fondo 90 del cilindro 36, che si scarica all’esterno mediante un foro 100 collegato ad un tubo 102. Ritornando al pistone 38, si vede che il suo corpo è attraversato da canali 104 alimentati da tubi 106, che devono essere necessariamente flessibili per consentire la mobilità del pistone 38, ma allo stesso tempo devono resistere alla temperatura ed alla pressione dell’acqua calda da impiegarsi per estrarre il caffè da una carica di polvere 108 che rimane compressa tra il pistone 38 ed il piatto 80 collocato sul fondo 90 del cilindro 36. Sotto la faccia inferiore del pistone 38 è collocato un filtro a piastra bucherellata 110 che consente una corretta compressione della carica 108 di polvere di caffè e, contemporaneamente, il passaggio dell’acqua calda proveniente dai tubi 106. Il caffè estratto dalla carica di polvere 108 scorre nel tubo 102 e si raccoglie in un recipiente 112 dal quale può essere periodicamente prelevato per successive lavorazioni, come richiesto dal suo specifico impiego.
Quando è finita l’estrazione di caffè dalla carica di polvere 108, questa carica si trasforma in una cialda sostanzialmente asciutta 82 che viene espulsa, come illustrato nella figura 4, e cade lungo uno scivolo 114 entro un recipiente di raccolta 116 posto alla base della macchina 20 secondo l’invenzione.
Ritornando ad esaminare le figure da 1 a 5, si riesce a comprendere il funzionamento della macchina da caffè espresso secondo la presente invenzione. In particolare, nella figura 2 si vede come avviene il rifornimento di povere di caffè in una dose 42 fornita alla cavità del cilindro o secchio 36 del gruppo di estrazione 40. La scatola di rotismi 62 fissata al giogo 60 solleva l’albero filettato 56 fitanto che il pistone 38 si porta nella posizione mostrata nella figura 2 dove il complesso di elemento a squadra 68 di braccio angolato 72 e di albero 76 porta il cilindro 36 nella posizione mostrata in figura 2 con la bocca rivolta verso l’alto sotto il macinino telecomandato 44. Un opportuno comando fa scendere una prefissata dose 42 di polvere di caffè nella cavità del cilindro 36, dove successivamente una discesa del pistone 38, provocata da una discesa dell’albero filettato 56, comprime la dose 42 di polvere di caffè nella carica 108 mostrata nella figura 5. La discesa del pistone 38 orienta, mediante l’azione del complesso di elemento a squadra 68, di braccio angolato 72 e di albero 76, il cilindro 36 in modo che il suo asse si trovi allineato con l’asse del pistone 38 per cui il pistone 38 entra nella cavità del cilindro 36 e provvede a comprimere la dose di caffè 42 nella carica 108. Una volta terminata la corsa di discesa del pistone 38, un’immissione di acqua a temperatura e pressione desiderate nei tubi 106 provoca l’estrazione del caffè dalla polvere e la sua percolazione nella cavità circolare 98 del fondo 90 del cilindro 36 dalla quale scorre attraverso il tubo 102 verso il recipiente 1 12 di raccolta del caffè preparato.
Una volta che sia stata estratta la desiderata quantità di caffè dalla carica 108, si deve provvedere ad aprire il gruppo di estrazione 40 e ad espellere la cialda esausta e sostanzialmente asciutta 82 di polvere di caffè dal cilindro 36. Questo viene provveduto da un movimento di completo sollevamento del pistone 38 mostrato nella figura 4. In questo caso, il completo sollevamento del pistone 38, ottenuto facendo sollevare fino ad un’altezza massima consentita l’albero filettato 56, obbliga il braccio angolato 74 a far ruotare l’albero 76 nella posizione mostrata nella figura 4 e, di conseguenza, a far ruotare i perni 34 che sostengono il cilindro 36 che si porta quindi nella posizione mostrata nella medesima figura 4. allo stesso tempo il fermo 78 presente in fondo all’albero 76 urta contro un ostacolo presente presso i montanti 26, producendo scorrimento dell’albero 76 entro un foro 120 presente sul fondo 90 del cilindro 36 in modo da provocare un sollevamento del piatto 80 con conseguente espulsione della cialda esausta di polvere di caffè, che compare come cialda 82 nella figura 4. Un successivo abbassamento dell’albero filettato 56 riporta il cilindro 36 nella posizione indicata nella figura 2 ricostituendo le condizioni per immettere un successiva dose 42 di polvere di caffè nel cilindro 36 per proseguire con un successivo ciclo di estrazione.
Per un’ancor migliore comprensione dell’invenzione si consideri lo schema elettrico ed elettronico dei circuiti impiegati nella macchina che realizza la medesima invenzione, come rappresentato nelle figure da 7 a 10 ed il cui quadro di insieme è mostrato nella figura 6.
Esaminando la figura 7 si vede che una linea trifase di alimentazione 130, formata da tre conduttori di fase A, B e C e da un conduttore di terra G, alimenta tutto limpianto attraverso un interruttore generale 132. Un primo motore elettrico trifase 66 che serve ad azionare il rotismo per il movimento dell’albero filettato 56 (vedere le figure da 1 a 4) è comandato nei due sensi di rotazione da due relè, muniti dei contatti 134 e 136, che col legano i tre conduttori A, B e C della linea trifase al motore 66. Ovviamente, quando sono chiusi i contatti 134 il motore 66 ruota in un senso e quando sono chiusi i contatti 136 il motore 66 ruota nel senso opposto. Un secondo motore elettrico trifase 138, che aziona il macinino 44 comparente nella figura 2, è collegato mediante tre contatti di relè 140 alla medesima linea trifase per provvedere al mantenimento continuo di una certa quantità di caffè macinato nell’erogatore 50 del macinino 44. Infine due contatti di relè 142 collegano tre motori monofasi 144, 146 e 148 di pompe a due conduttori di fase, per esempio i conduttori A e C, della linea elettrica di alimentazione. Ovviamente questi tre motori 144, 146, 148 saranno comandati in rotazione solo quando ci sarà una richiesta di rifornimento di acqua ad una o più caldaie che saranno illustrate più avanti nella figura 1 1.
Passando ora ad esaminare la figura 8, si vede che tre contatti di relè 150 mettono in collegamento sei riscaldatori elettrici resistivi da 152 a 162 per caldaie con i conduttori A, B e C della linea trifase. Ogni riscaldatore da 152 a 162 è munito di un rispettivo termostato regolabile da 164 a 174 che controlla la temperatura di acqua in caldaia, di un rispettivo termostato di lavoro da 176 a 186, regolato ad una temperatura fissa superiore alla temperatura massima controllata dal termostato regolabile da 164 a 174 e di un rispettivo termostato di sicurezza da 188 a 198, del tipo riarmabile manualmente, che interviene solo in caso di guasto di entrambi i termostati, regolabili e di lavoro, per scollegare i riscaldatori da 152 a 162 dalla linea trifase. Ovviamente si impiegano come termostati di sicurezza dei termostati di tipo riarmabile manualmente per poter reinserire i riscaldatori solo quando si è provveduto alla riparazione e/o alla sostituzione dei rispettivi termostati da 164 a 174 e da 176 a 186 che siano risultati guasti. Delle lampade di indicazione da 200 a 210 indicano quali dei riscaldatori resistivi da 152 a 162 siano collegati alla linea trifase. Infine un contatto virtuale 212 di un relè statico collega dei riscaldatori resistivi da 214 a 218 a due condutori di fase, per esempio i condutori A e B della linea trifase, dove questi riscaldatori resistivi servono ad un riscaldamento ausiliario di un gruppo di distribuzione di acqua calda illustrato nella figura 11, alla quale si rimanda.
Passando ora a considerare la figura 9 si vede che due conduttori A e B della linea trifase proseguono per collegarsi, attraverso un interruttore 220, ad un trasformatore riduttore di tensione 222 che alimenta, mediante una coppia di conduttori 224 e 226, circuiti a bassa tensione di controllo di bobine di relè e di alimentazione di schede elettroniche per il controllo di tutte le funzioni della macchina. Allo stesso modo, i conduttori A e B della linea trifase sono collegati attraverso una coppia di contatti di relè 228 ad un complesso di eletrovalvole da 230 a 248 per il controllo di erogazione di acqua dalle caldaie al pistone 38 del gruppo di estrazione 40. 11 conduttore 226 anche collegato a due pulsanti normalmente aperti 250 e 252 che. mediante due conduttori 254 e 256, consentono un razionamento manuale di due relè controllanti il movimento in avanti e all’indietro del motore 66 di movimento del pistone 38 qualora non funzionasse una scheda elettronica di comando dei medesimi relè illustrata nella figura 10.
Considerando la figura 10, si vede che la seconda parte dell’unità di controllo della macchina comprende i due conduttori di alimentazione 224 e 226, i conduttori 254 e 256 collegati ai pulsanti di controllo manuale 250 e 252 della figura 9, una prima scheda elettronica 260 per il controllo generale della macchina, delle bobine di relè da descrivere in dettaglio qui avanti, una seconda scheda elettronica 262 per il controllo di temperatura dei riscaldatori resistivi da 214 a 218 di un gruppo ausiliario di distribuzione di acqua calda illustrati nella figura 8.
La prima scheda elettronica di controllo 260, che è una scheda digitale controllata da un microelaboratore, riceve una tensione di alimentazione dai due conduttori di alimentazione 224 e 226 ed emette correnti per eccitare bobine di relè, come la bobina 134R che chiude i contatti di relè 134 per la marcia in avanti del motore 62, la bobina 136R che chiude i contatti di relè per la marcia all’indietro del motore 62, la bobina 140R che chiude i contatti 140 del motore 138 di macinino, la bobina 142R che chiude i contatti di relè 142 per i motori da 144 a 148 delle pompe di alimentazione delle caldaie della macchina e la bobina 228R che chiude i contatti di relè 228 delle elettrovalvole da 230 a 248. Ovviamente, le eccitazioni delle bobine 134R e 136R dei relè di controllo del motore 62 sono condizionate da contatti ausiliari di interblocco 136A e 134A, rispettivamente, per impedire l’eccitazione contemporanea di entrambe le bobine 134R e 136R e la conseguente chiusura contemporanea dei contatti 134 e 136 che porterebbe ad un corto circuito tra i conduttori A e C della linea trifase 130, cosa da evitarsi assolutamente. Allo stesso titolo, le bobine 134R e 136R sono anche condizionate da interruttori di fine corsa rispettivamente 134B e 136B che impediscono all’albero filettato 56 ed al pistone 38 di uscire dagli estremi normali della sua corsa. La medesima scheda digitale 260 riceve anche dei segnali di comando da pulsanti 264, 266 e 268 che collegano sue rispettive linee di ingresso 270, 272 e 274 ad un conduttore comune 276, per esempio negativo contrassegnato dal segno (-), per esecuzione di comandi manuali come rispettivamente un comando di prima dose di acqua alla macchina dal pulsante 162, di seconda dose di acqua dal pulsante 266 e di arresto dal pulsante 268. Sempre la medesima scheda digitale 260 accende a scelta una delle lampade di segnalazione 280 o 282 mediante rispettive linee 284 e 286 per indicare quale dose di acqua da mandare alla macchina si è scelta. Dalla stessa scheda 260 escono due linee di alimentazione (-) e (+) ed una linea 288 di segnale di dosaggio proveniente da un circuito dosatore di acqua 290 per stabilire una dose di acqua da inviare nelle caldaie per avere una predeterminate quantità di infuso di caffè da ogni carica 42 di polvere immessa nel cilindro 36 del gruppo di estrazione 40. In questo circuito uno speciale interruttore 292 porta alimentazione ad una bobina 150R che chiude i contatti del relè 150 per i riscaldatori di caldaia da 152 a 162 ed i riscaldatori ausiliari da 214 a 218 del gruppo di distribuzione di acqua calda ed anche alla scheda analogica 262 che mediante una termocoppia 294 legge la temperatura del gruppo di distribuzione di acqua calda di caldaia e, mediante una sezione di razionamento 212 A attiva il relè statico 212 che controlla con precisione questa temperatura del gruppo di distribuzione. Il funzionamento esatto della scheda elettronica digitale 260 si capirà più avanti considerando gli schemi di flusso dei programmi governanti questa scheda illustrati nelle figure da 12 a 16.
Uno schema di impianto idraulico della macchina secondo l’invenzione è illustrato nella figura 11. Secondo questo schema, dell’acqua, proveniente da una tubazione 300 di un impianto di acqua potabile, passa attraverso un filtro 302, un dosatore a turbina 304 di tipo elettrolitico, che controlla il circuito dosatore 290 illustrato nello schema elettrico della figura 10, ed arriva a tre pompe da 306 a 308, mosse da rispettivi motori da 144 a 148, che portano la pressione dell’acqua da quella di rete a quella necessaria per l’estrazione del caffè. Delle valvole unidirezionali di intercettazione da 312 a 316 sono interposte tra le pompe da 306 a 310 ed un primo gruppo di caldaie da 318 a 322, che provvedono ad un primo aumento di temperatura dell’acqua di alimentazione (per esempio dalla temperatura di rete a 60°C) e delle altre valvole di intercettazione da 324 a 328 sono interposte tra il primo gruppo di caldaie da 3 18 a 322 ed un secondo gruppo di caldaie da 330 a 334, dove questo secondo gruppo di caldaie provvede al completo riscaldamento dell’acqua di alimentazione (per esempio da 60°C a 98°C). Dalle caldaie 330 - 334 escono dei condotti da 336 a 340 che vanno ad un gruppo di erogazione di acqua 342 contenente le elettrovalvole da 230 a 248 già indicate nella figura 9. Dal gruppo di erogazione 342 passa ad un gruppo distributore 344 che distribuisce l’acqua proveniente dalle elettrovalvole da 230 a 248 del gruppo di erogazione 342 ai tubi flessibili 106, già illustrati nelle figura 5, che portano l’acqua calda ai canali 104 attraversanti il corpo del pistone 38.
La scheda elettronica digitale 260 contiene un microelaboratore controllato a un programma illustrato in generale nella figura 12. Facendo riferimento a questa figura, si vede che il programma è costruito sul principio di un sistema di stati ed eventi. Ciascuno stato ha una sua specifica funzionalità che diventa attiva nel caso di un definito evento. Gli stati realizzati sono:
INIZIALIZZAZIONE 400: Inizializzazione della circuiteria e dei componenti meccanici:
PRONTO 402: Indicazione di macchina pronta per funzionare;
CAFFÈ 404: Gestione di tutti gli aspetti per preparare un ciclo di 1 Kg di polvere di caffè;
PROGRAMMAZIONE 406: Programmazione dei dati di prodotto, della quantità di acqua, del tempo di macinazione del caffè e della scelta del linguaggio di utente;
STATISTICA 408: Esame statistico dei dati del prodotto;
ERRORE 410: Gestione degli errori e visualizzazione di messaggi riguardanti i medesimi.
Come chiaramente visibile nella figura 12, un’accensione di macchina o un’inizializzazione di sorveglianza fa partire lo stato 400 di IN1ZIAL1ZZAZIONE che esamina e prova tutti i componenti meccanici, elettromeccanici ed elettronici della macchina. Se le prove sono superate si passa allo stato 402 di PRONTO con la sequenza di “inizializzazione eseguita”. Se le prove non sono superate si passa allo stato 410 di ERRORE con la sequenza di “errore”. Una volta entrati nello stato 402 di PRONTO, questi può dare un ordine di preparare caffè nello stato 404 di CAFFÈ, il quale stato, una volta terminato, rinvia allo stato 402 di pronto un messaggio di prodotto eseguito. Il programma può alternarsi tra questi due stati 402 e 404 fintanto che è stata preparata la desiderata quantità di caffè. Qualora si volesse cambiare qualche parametro della preparazione del caffè, oppure cambiare il linguaggio di interazione con l’utenza, lo stato 402 di PRONTO ordinerebbe allo stato 406 di PROGRAMMAZIONE di programmare nuove dosi di acqua, nuovi gradi di macinazione del caffè o di scegliere un particolare linguaggio. Lo stato 406 di PR.OGRAMMAZIONE invierebbe i messaggi di comando allo stato 404 di CAFFÈ ed un messaggio di risposta di fine programmazione allo stato 402 di PRONTO. Qualora lo stato 406 di PROGRAMMAZIONE non riuscisse ad eseguire qualcuno dei compiti affidatigli dallo stato 402 di PRONTO, invierebbe un messaggio di errore allo stato 410 di ERRORE. Ancora, lo stato 402 di PRONTO invia periodicamente dei messaggi di produzione di statistica allo stato 408 di STATISTICA il quale provvede a visualizzare mediante mezzi di scrittura, sia virtuale, sia reale (stampati), i dati statistici del prodotto, come, per esempio, quantità di caffè (per esempio in litri) e grado di concentrazione del medesimo. Una volta eseguita la statistica, lo stato 408 di STATISTICA invia un messaggio di risposta di statistica eseguita allo stato 402 di PRONTO. Se lo stato 408 di STATISTICA non riuscisse ad eseguire il suo compito, invierebbe un messaggio di errore allo stato 410 di ERRORE. Ancora lo stato 410 di ERRORE riceve altri messaggi di errore da altri componenti della macchina, come pistone 38 oltre la corsa consentita, mancanza di acqua, mancanza di caffè, tensioni, pressioni o temperature inadeguate e li rende visibili controllando lampade di segnalazione e/o un visualizzatore impiegato in comune tecnica degli elaboratori di controllo.
Si consideri ora in dettaglio il programma dello stato 400 di inizializzazione. Questo stato inizia con il blocco di inizio 420 e quindi passa nella sezione 422 di movimento del pistone 38 nella posizione estrema superiore. Un blocco di decisione 424 si domanda se è stata raggiunta questa posizione. Se SI, un blocco di disposizione 426 impone di aspettare per 2 secondi. Se NO, un blocco di decisione 428 si domanda se è scaduto un tempo di 12 secondi. Se questo tempo non è scaduto (NO), si ritorna al blocco di decisione 424 di posizione raggiunta dal quale ci si può diramare al blocco 426 oppure ancora al blocco 428. Se questo tempo è scaduto (SI), si passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 5 del blocco 430.
Qualora la posizione estrema superiore del pistone 38 fosse stata raggiunta e fosse trascorso il tempo di attesa di 2 secondi, si passa alla sezione 432 di movimento del pistone 38 fuori dalla posizione estrema superiore. Questa sezione comincia con un blocco di decisione 434 che si domanda se è stata lasciata la posizione. Se SI, il procedimento prosegue alla sezione successiva. Se NO, si passa ad un blocco di decisione 346 che si domanda se sia scaduto un tempo di attesa di 3 secondi. Se NO, si ritorna al precedente blocco di decisione 434. Se SI, si passa allo stato di ERRORE come l'indicato ERRORE 7 del blocco 438.
Quando il pistone ha lasciato la posizione estrema superiore, si passa alla sezione 440 di movimento del pistone 38 nella posizione di pressatura entro il cilindro 36. Un primo blocco di decisione 442 si domanda se è stata raggiunta questa posizione. Se SI, succede un blocco di disposizione 444 che impone di aspettare per 2 secondi in quella posizione. Se NO, un blocco di decisione 446 si domanda se sia scaduto un tempo di 10 secondi. Se NO, si ritorna al blocco di decisione 442. Se SI, si passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 3 del blocco 448.
Proseguendo nella pagina successiva del programma dello stato 400, si passa ad una sezione 450 di movimento del pistone 38 fuori dal cilindro. In questa sezione un blocco di decisione 452 si domanda se la posizione precedente è stata lasciata. Se SI, si prosegue alla sezione successiva. Se NO, un blocco di decisione 454 si chiede se è scaduto un tempo di 3 secondi. Se NO, si ritorna al precedente blocco di decisione 452. Se SI, si passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 8 del blocco 456. La successiva sezione 458, governa il movimento del pistone 38 nella posizione estrema superiore. Un blocco di decisione 460 si chiede se la posizione è stata raggiunta. Se SI, un blocco di disposizione 462 impone di aspettare 2 secondi in questa posizione. Se NO, un blocco di decisione 464 si domanda se sia scaduto un tempo di 12 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al precedente blocco 460. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 5 del blocco 466.
Trascorso il tempo di 2 secondi del blocco 462, si passa alla sezione 468 di movimento del pistone 38 fuori dalla posizione estrema superiore. Un blocco di decisione 470 si domanda se è stata lasciata la posizione precedente. Se SI, il procedimento prosegue alla sezione successiva. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 472 che si domanda se è scaduto un tempo di 3 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al blocco di decisione 470. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l<’>indicato ERRORE 7 del blocco 474.
La successiva sezione 476 presiede al movimento del pistone 38 nella posizione di pronto per riempimento, come quella mostrata nella figura 2. In questa sezione un blocco di decisione 478 si domanda se la posizione è stata raggiunta. Se SI, il procedimento passa ad un blocco di disposizione 480 che impone di aspettare per 5 secondi. Se NO, si passa ad un blocco di decisione 482 che si domanda se è scaduto un tempo di 10 secondi. Se NO, il procedimento ritorna a prima del blocco di decisione 478. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 6 del blocco 484.
Una volta scaduto il tempo di 5 secondi del blocco di disposizione 480, si passa al blocco di fine 486 indicante il termine del programma di stato di inizializzazione 400.
Si consideri ora in dettaglio il programma dello stato 404 di produzione di caffè. Questo stato inizia con il blocco di inizio 490 e quindi passa ad un blocco di decisione 492 che si domanda se il pistone 38 è nella posizione di riempimento di caffè come mostrata nella figura 2. Se SI, il procedimento passa alla sezione successiva. Se NO, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 1 del blocco 494.
La successiva sezione 496 presiede alla macinazione di caffè per un tempo predeterminato. Questa sezione inizia con un blocco di decisione 498 clic si domanda se è passato il tempo programmato di macinazione. Se SI, un blocco di disposizione 500 impone di aspettare ancora per 2 secondi. Se NO. il procedimento passa ad un blocco di decisione 502 che si domanda se è scaduto un tempo di 62 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al blocco di decisione 498 precedente. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 2 del blocco 504.
La successiva sezione 506 presiede al movimento del pistone 38 nella posizione di pressatura entro il cilindro 36 del gruppo di estrazione 40. Questa sezione inizia con un blocco di decisione 508 che si domanda se il pistone 38 ha raggiunto la posizione. Se SI, allora il procedimento passa al blocco di disposizione 510 che impone di aspettare per 2 secondi. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 512 che si domanda se è scaduto un tempo di 12 secondi. Se NO, il procedimento ritorna a prima del blocco di decisione 508. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 3 del blocco 514.
La sezione 516 presiede aH’avviamento delle pompe dell’acqua da 306 a 310 illustrate nella figura 11. Un primo blocco di decisione 518 si domanda se è sta fatta passare una predeterminata quantità di acqua misurata, per esempio, dal dosatore a turbina 304 illustrato nella figura 11. Se SI, un blocco di disposizione 520 impone di aspettare per 1 secondo. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 522 che si domanda se è scaduto un tempo di 10 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al precedente blocco di decisione 518. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 4 del blocco 524.
Proseguendo nella pagina successiva del programma dello stato 404, si passa ad una sezione 526 governante un movimento in avanti del pistone 3S per pressare una cialda di caffè esausta 82. Questa sezione comprende un blocco di disposizione 528 che impone un tempo di pressatura ed un successivo blocco di disposizione 530 che impone di aspettare per 6,5 secondi.
Terminata la sopraddetta sezione, il procedimento passa ad una sezione 532 che governa il movimento del pistone 38 fuori dal cilindro 36. In questa sezione un blocco di decisione 534 si domanda se è stata lasciata la posizione precedente. Se SI, il procedimento passa alla sezione successiva. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 536 che si domanda se è scaduto un tempo di 3 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al blocco precedente. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 8 del blocco 538.
Una successiva sezione 540 governa il movimento del pistone 38 nella posizione estrema superiore. In questa sezione un blocco di decisione 542 si domanda se la posizione estrema superiore del pistone 38 è stata raggiunta. Se SI, un blocco di disposizione 544 impone di aspettare per 5 secondi. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 546 che si domanda se è scaduto un tempo di 12 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al blocco precedente 542. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 5 del blocco 548.
Una successiva sezione 550 governa il movimento del pistone 38 nella posizione fuori da quella estrema superiore. In questa sezione un blocco di decisione 552 si domanda se il pistone 38 abbia lasciato la sopraddetta posizione estrema superiore. Se SI, il procedimento prosegue alla sezione successiva. Se NO, il procedimento prosegue al successivo blocco di decisione 554 che si domanda se sia scaduto un tempo di 3 secondi. Se NO, il procedimento ritorna a precedente blocco 552. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 7 del blocco 556.
Infine, un’ultima sezione 558 dello stato 404 della preparazione di caffè governa il movimento del pistone 38 nella posizione pronta per il riempimento del cilindro 36 con una dose 42 di polvere di caffè. In questa sezione 558 un blocco di decisione 560 si domanda se il pistone 38 abbia raggiunto la desiderata posizione. Se SI, il procedimento termina con il blocco 566 di fine di stato di preparazione di caffè. Se NO, il procedimento passa ad un blocco di decisione 562 che si domanda se è scaduto un tempo di 10 secondi. Se NO, il procedimento ritorna al precedente blocco di decisione 560. Se SI, il procedimento passa allo stato di ERRORE come l’indicato ERRORE 6 del blocco 564.
Quanto è stato qui sopra descritto è un esempio di realizzazione del’invenzione da non considerarsi assolutamente a titolo limitativo Per esempio il numero di caldaie da impiegare può essere diverso da quello qui illustrato e si potrebbe anche usare una sola caldaia al posto delle caldaie in serie qui illustrate. Ancora al posto del macinino 44 si potrebbe impiegare un deposito di caffè già macinato. Allo stesso modo, invece di impiegare il dosatore di acqua a turbina 304, si possono usare altri noti contatori volumetrici per liquidi. Anche il numero delle pompe da 306 a 310 per il rifornimento di acqua in caldaia potrebbe variare, potendo essere di piu o di meno.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina per la produzione di caffè espresso in grandissime quantità comprendente: almeno una caldaia (318)per fornire acqua calda sotto pressione; un mezzo (44) fornitore di caffè tostato e macinato, come un macinino industriale; un gruppo di estrazione (40) in grado di fornire un infuso di caffè, trattando con l’acqua calda fornita dall’almeno una caldaia (318) ima carica (108) di polvere di caffè tostato e macinato entro il medesimo gruppo di estrazione (40); un mezzo di convogliamento (102) e di raccolta (112) dell’infuso di caffè uscente dal gruppo di estrazione (40); un mezzo (1 16) di raccolta della carica (82) di polvere di caffè esausta, una volta che le sia stato estratto l’infuso; caratterizzata dal fatto che il gruppo di estrazione (40) è formato da un corpo cilindrico cavo (36) a faccia superiore aperta verso l’alto per ricevere un pistone (38) scorrevole assialmente entro la cavità e la faccia inferiore (90) sostanzialmente chiusa per sostenere un piatto di fondo (80), sollevabile rispetto alla faccia chiusa, e munito di fori (96) per il passaggio dell’infuso, la faccia inferiore (90) essendo munita di due fori dei quali un primo (120), posto centralmente, serve a lasciar passare un’asta di spinta (76) del piatto di fondo (80) ed un secondo (100), posto perifericamente nel punto più basso della medesima faccia inferiore comunica con mezzi esterni (102) per il convogliamento e la raccolta dell’infuso ottenuto, inoltre il cilindro (36) è sostenuto esternamente su mezzi di rotazione (34), attorno ad un asse perpendicolare all’asse del cilindro (36), ancorati a mezzi di appoggio (32) in modo che l’orientazione del cilindro (36) possa variare tra una prima posizione, avente la faccia superiore aperta rivolta verso l’alto, per accogliere la polvere di caffe (42), una seconda posizione con la faccia superiore perpendicolare al pistone (38), per accoglierlo nel suo scorrimento assiale, e una terza posizione, avente la medesima faccia superiore rivolta lateralmente verso il mezzo di raccolta (116) della carica di polvere di caffè esausta in modo che il sollevamento del piatto di fondo (80) faccia cadere la polvere esausta, in forma di una cialda (82) compatta e semiasciutta, nel medesimo mezzo di raccolta (116), inoltre il pistone scorrevole assialmente è collegato mediante almeno un condotto (106) all 'almeno una caldaia (318) ed è munito, sul lato affacciato verso il cilindro (36), di un filtro (1 10) in grado di trattenere i grani di polvere di caffè ma di far passare l’acqua calda sotto pressione proveniente dall’almeno una caldaia (318), quando si procede all’estrazione dell’infuso di caffè dalla sua polvere, mentre il piatto di fondo (80) lascia passare l’infuso attraverso i suoi fori (96) verso il foro (100) della faccia inferiore (90) del cilindro (36) in collegamento con il mezzo di convogliamento (102) e di raccolta (112) di caffè.
  2. 2. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alla rivendicazione 1 , caratterizzata dal fatto che sia il pistone (38) scorrevole assialmente, sia il piatto di fondo (80) sono muniti di filtri consistenti di fogli di metallo inalterabile, come acciaio inossidabile, muniti di forellini del diametro tra il centesimo ed il decimo si millimetro, ottenuti per microincisione chimica, che assicurano una superiore distribuzione uniforme di acqua calda di infusione e arresto dei più piccoli grani di polvere di caffè.
  3. 3. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alla rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che il pistone (38) che scorre assialmente nel cilindro o secchio (36) del gruppo di estrazione (40) è mosso alternativamente da un albero a vite (56) impegnato in una ghiera filettata internamente di una ruota, mossa nei due sensi opposti da un motore reversibile (66), il quale albero (56) è collegato all’estremo distante dalla ruota ad una piastra(5S), scorrevole su guide, solidale con il medesimo pistone (38).
  4. 4. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alle rivendicazioni 1, 2 e 3, caratterizzata dal fatto che il pistone (38)è collegato mediante bracci articolati (6S, 72) al cilindro (36) per influenzare, con la sua posizione, ['orientazione del medesimo cilindro (36) nelle tre sopraddette posizioni.
  5. 5. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alla rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che quando il pistone (38) è alla massima distanza dal cilindro (36), questo è orientato con la sua faccia superiore aperta disposta lateralmente verso il mezzo (116) di raccolta della polvere di caffè esausta (S2), quando il pistone (38) è ad una distanza dal cilindro (36) tale da lasciar ancora libera la faccia superiore, il medesimo cilindro (36) è orientato secondo un asse sostanzialmente verticale per ricevere polvere di caffè (42) da un dosatore (50) allo scopo di formare la carica per l’estrazione e quando il pistone (38) entra in contatto con il cilindro (36), gli assi del pistone (38) e del cilindro (36) coincidono consentendo scorrimento del pistone nel cilindro.
  6. 6. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che per fornire acqua calda al gruppo di estrazione (40) si impiegano più caldaie (318-334) alimentate con acqua potabile mediante almeno una pompa (306) che porta questa acqua ad una pressione sufficiente per l’estrazione di un infuso con le caratteristiche de! caffè espresso.
  7. 7. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alla rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che le caldaie (318-334) sono costituite in due batterie di caldaie in serie, una principale (330-334) verso il gruppo di estrazione (40) e l’altra secondaria (318-322) verso la o le pompe di alimentazione (306-310), per consentire l’alimentazione della batteria principale con acqua già calda dalla batteria secondaria.
  8. S. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alle rivendicazioni 6 e 7, caratterizzata dal fatto che le pompe (306-310) che alimentano le caldaie (318-334) sono in numero superiore ad uno.
  9. 9. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che le caldaie (318-334) forniscono acqua al pistone (38) del gruppo di estrazione (40) attraverso almeno un’elettrovalvola (230).
  10. 10. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alla rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che il numero di elettrovalvole (230-248) è superiore ad uno.
  11. 11. Macchina per la produzione di caffè espresso, come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di essere controllata da un microelaboratore (260) che tiene conto delle richieste alla medesima e controlla le cariche di caffè, le quantità di acqua e le loro temperature di quest’ ultime per avere produzione uniforme di caffè espresso,
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