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ITBO20110561A1 - Dispositivo di comando per rinvii meccanici - Google Patents

Dispositivo di comando per rinvii meccanici Download PDF

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Publication number
ITBO20110561A1
ITBO20110561A1 IT000561A ITBO20110561A ITBO20110561A1 IT BO20110561 A1 ITBO20110561 A1 IT BO20110561A1 IT 000561 A IT000561 A IT 000561A IT BO20110561 A ITBO20110561 A IT BO20110561A IT BO20110561 A1 ITBO20110561 A1 IT BO20110561A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
arm
rotation
lever
protuberance
projection
Prior art date
Application number
IT000561A
Other languages
English (en)
Inventor
Michele Semeraro
Original Assignee
Semerfil S R L
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Semerfil S R L filed Critical Semerfil S R L
Priority to IT000561A priority Critical patent/ITBO20110561A1/it
Priority to PCT/IB2012/055285 priority patent/WO2013050933A1/en
Publication of ITBO20110561A1 publication Critical patent/ITBO20110561A1/it

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    • GPHYSICS
    • G05CONTROLLING; REGULATING
    • G05GCONTROL DEVICES OR SYSTEMS INSOFAR AS CHARACTERISED BY MECHANICAL FEATURES ONLY
    • G05G5/00Means for preventing, limiting or returning the movements of parts of a control mechanism, e.g. locking controlling member
    • G05G5/04Stops for limiting movement of members, e.g. adjustable stop

Landscapes

  • Physics & Mathematics (AREA)
  • General Physics & Mathematics (AREA)
  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Automation & Control Theory (AREA)
  • Mechanical Control Devices (AREA)

Description

DISPOSITIVO DI COMANDO PER RINVII MECCANICI
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione rientra nel settore tecnico dei dispositivi di comando; in particolare, l’invenzione proposta attiene ad un dispositivo di comando per rinvii meccanici, utilizzati ad esempio per la movimentazione di pale e bracci meccanici su macchine agricole ed industriali.
Un dispositivo di comando per rinvii meccanici di tipo noto comprende:
- una carcassa, formata da due semigusci metallici;
- una leva di azionamento, incernierata alla carcassa in corrispondenza di un asse di rotazione, in modo da risultare ruotabile attorno all’asse di rotazione in due versi opposti; la leva comprende un’impugnatura, tramite la quale un operatore può farla ruotare attorno all’asse di rotazione, tra due posizioni estreme; tra le due posizioni estreme vi è inoltre una posizione intermedia di fermo;
- mezzi di trasmissione, associabili ad un rinvio meccanico (ad esempio ad un cavo di comando) e collegati alla leva di azionamento; i mezzi di trasmissione consentono di trasferire il moto dalla leva di azionamento al rinvio meccanico. In particolare i mezzi di trasmissione consistono in: un elemento collegato all’asse di rotazione della leva il quale presenta una porzione dentata; una cremagliera, disposta per risultare accoppiata alla porzione dentata; un pistone provvisto di mezzi elastici, collegato ad un’estremità della cremagliera ed associabile al rinvio meccanico.
I mezzi di trasmissione sono disposti tra i due semigusci che costituiscono la carcassa.
 
Quando un operatore aziona la leva facendola ruotare attorno al relativo asse di rotazione in un verso determinato, l’elemento che presenta una porzione dentata ruota a sua volta nel medesimo verso determinando la traslazione della cremagliera, accoppiata alla porzione dentata.
La cremagliera agisce di conseguenza sul pistone, il quale movimenta il rinvio meccanico e seconda del verso di azionamento della leva.
Il dispositivo comprende ulteriormente mezzi di blocco rotazione della leva, predisposti per motivi di sicurezza affinché la leva non venga accidentalmente azionata in un verso non desiderato.
I mezzi di blocco rotazione della leva sono costituiti da: un corpo, ad esempio adi forma cilindrica o poligonale, collegato alla leva in corrispondenza dell’asse di rotazione della leva ed accessibile dall’esterno della carcassa; una barra metallica provvista di una rientranza, accoppiata esternamente alla carcassa, in modo che risulti mobile trasversalmente rispetto a quest’ultima, tra due posizioni estreme. In particolare, la barra risulta disposta sulla carcassa in modo che il corpo si trovi all’interno della rientranza ed un’estremità della barra sporga dalla sagoma della carcassa, per consentirne la presa e la movimentazione da parte di un operatore. La rientranza della barra presenta un profilo tale per cui quando la barra è movimentata in ciascuna delle due posizioni estreme, una porzione del profilo della rientranza vada a battuta contro il corpo.
Ulteriormente, i mezzi di blocco rotazione della leva comprendono un piattello disposto sulla leva in modo che risulti a battuta contro il corpo; nel dettaglio quando la rientranza della barra è a battuta contro il corpo, il piattello riscontra una porzione della barra, vincolando la movimentazione della leva in un verso di rotazione.
 
Tale dispositivo di tipo noto presenta tuttavia un inconveniente.
Infatti, può accadere che la barra sopra descritta venga accidentalmente urtata dall’operatore o da oggetti presenti nell’ambiente circostante, poiché risulta alquanto sporgente rispetto alla sagoma della carcassa e mobile in libera traslazione.
L’urto involontario della barra può provocarne quindi la traslazione in una posizione non desiderata: da ciò derivano numerosi rischi per l’operatore, per la macchina e per qualunque oggetto o persona si trovi nelle immediate vicinanze. Infatti, una volta movimentata la barra, la leva di azionamento può essere involontariamente azionata in un verso non desiderato, contrario a quello in cui era stata precedentemente ruotata, con il rischio di apportare gravi danni alla macchina, nonché di costituire un serio pericolo per l’operatore.
Ulteriormente, la leva può rimanere bloccata in un verso di azionamento, e l’operatore può non essere più in grado di riportarla nella posizione di fermo, con gli elevati rischi che ne derivano.
Scopo della presente invenzione è quello di superare il suddetto inconveniente. Tale scopo è raggiunto proponendo un dispositivo di comando per rinvii meccanici in accordo con la rivendicazione 1.
Le caratteristiche del dispositivo di comando per rinvii meccanici, proposto con la presente invenzione, sono esposte nella seguente descrizione eseguita con riferimento alle unite figure nelle quali:
- la figura 1A mostra una vista frontale parziale di un dispositivo secondo l’invenzione
- la figura 1B mostra una sezione di un dispositivo secondo l’invenzione, in cui sono state asportate alcune parti per meglio evidenziarne altre;
 
- la figura 2 mostra una vista dal basso del dispositivo di figura 1;
- la figura 3 mostra una sezione di un dispositivo secondo l’invenzione, in una forma di realizzazione differente rispetto a quella di fig.1B, in cui sono state asportate alcune parti per meglio evidenziarne altre;
- la figura 4 mostra una vista dal basso del dispositivo di figura 3.
Con riferimento alle figure allegate, è stato indicato con 1 un dispositivo di comando per rinvii meccanici secondo la presente invenzione.
Il dispositivo 1 comprende: una carcassa 2; una leva di azionamento 3 (parzialmente illustrata), incernierata alla carcassa 2 in corrispondenza di un asse di rotazione (non illustrato) passante per la carcassa 2, in modo da poter essere ruotata attorno a tale asse di rotazione una volta impugnata da parte di un operatore; mezzi di trasmissione 4, collegabili ad un rinvio meccanico (non illustrato), per il comando di tale rinvio meccanico, e collegati alla leva di azionamento 3 in maniera tale da movimentare il rinvio meccanico a seguito della rotazione della leva di azionamento 3 attorno all’asse di rotazione.
Una caratteristica particolare del dispositivo 1 è quella di comprendere mezzi di blocco rotazione 5, 6 della leva di azionamento 3, comprendenti al loro volta: un primo elemento 5 provvisto di una sporgenza 50 e che è accoppiato alla leva 3 di azionamento; ed un secondo elemento 6 provvisto di almeno una protuberanza 60, 61.
Tale secondo elemento 6 è associato alla carcassa 2 in modo da risultare ruotabile rispetto alla carcassa 2 ed è disposto in maniera tale per cui, una volta ruotato, la relativa protuberanza 60, 61 risulti disposta a fianco ed a battuta della sporgenza 50 del primo elemento 5, per bloccare la rotazione della leva di azionamento 3 in almeno un verso di rotazione.
 
Vantaggiosamente, è possibile bloccare la rotazione della leva di azionamento 3 in almeno un verso di rotazione ruotando il secondo elemento 6.
Tale accorgimento riduce il rischio che i mezzi di blocco rotazione 4 della leva 3 possano essere movimentati involontariamente, ad esempio a causa di un urto, proprio perché il secondo elemento 6 è movimentabile in rotazione, e non in traslazione.
In arte nota, invece, questo rischio era elevato in quanto la barra dei mezzi di blocco rotazione era movimentabile in libera traslazione ed era alquanto sporgente dalla sagoma della carcassa.
Con l’invenzione proposta, dunque, si evita che la leva di azionamento 3 possa essere ruotata in un verso non desiderato, e pertanto si riducono i numerosi rischi presenti in arte nota per l’operatore, la macchina e l’ambiente di lavoro circostante. La leva di azionamento 3 è ruotabile lungo una relativa corsa tra due posizioni estreme (ad esempio per attivare un cavo di comando), tra le quali è individuabile una posizione intermedia di fermo.
In particolare, con riferimento alle figure allegate, il secondo elemento 6 presenta una forma ad “L”, con un primo braccio 63 che è provvisto della citata almeno una protuberanza 60, 61, ed un secondo braccio 64.
Il secondo elemento 6 risulta associato alla carcassa 2 tramite il primo braccio 63 in maniera da risultare ruotabile attorno a tale primo braccio 63 e in modo che il secondo braccio 64 possa essere maneggiato da un operatore (vedasi fig.1A). In particolare, la carcassa 2 può presentare un alloggiamento per consentire l’accoppiamento del primo braccio 63 alla stessa.
Vantaggiosamente, la forma ad “L” del secondo elemento 6 consente di ottenere un ingombro complessivo del dispositivo 1 più limitato rispetto a quello dei
 
dispositivi di tipo noto. Questi ultimi prevedevano infatti che la barra sporgesse dalla sagoma della carcassa tanto da consentirne la movimentazione in traslazione.
Secondo la forma di realizzazione di cui alle figure 1B e 2 il primo braccio 63 del secondo elemento 6 comprende due protuberanze 60, 61 disposte su piani differenti (ad esempio in modo da risultare sfalsate di 90 gradi) passanti per il primo braccio 63, in modo che una volta ruotato il secondo elemento 6, le relative protuberanze 60, 61 possano risultare ciascuna, alternativamente, a fianco ed a battuta della sporgenza 50 del primo elemento 5.
In questo modo, ruotando il secondo elemento 6, è possibile bloccare la rotazione del primo elemento 5 (e quindi la rotazione della leva di azionamento 3) alternativamente in un verso di rotazione.
Pertanto è possibile consentire, a seconda delle necessità, la rotazione della leva di azionamento 3 in un solo verso di rotazione, evitando quindi che venga movimentata accidentalmente in un verso non desiderato.
Secondo la forma di realizzazione di figg. 3 e 4, invece, il primo braccio 63 del secondo elemento 6 comprende due protuberanze 60, 61 disposte su un medesimo piano passante per il primo braccio 63, in modo che una volta ruotato il secondo elemento 6, la sporgenza 50 del primo elemento 5 possa risultare interposta tra le due protuberanze 60, 61.
Tale forma di realizzazione consente quindi, all’occorrenza, il bloccaggio della leva di azionamento 3 nella posizione di fermo, interposta tra le due posizioni estreme. Ruotando infatti il secondo elemento 6 in un verso di rotazione, le relative protuberanze 60, 61 bloccano la rotazione del primo elemento 5, e pertanto quella della leva di azionamento 3 a cui è accoppiato.
 
Ruotando nuovamente il secondo elemento 6 (ad esempio di 90 gradi) è possibile sbloccare la rotazione della leva di azionamento 3, che può ruotare nei due versi di rotazione.
Tale accorgimento evita quindi che quando la leva di azionamento 3 è nella relativa posizione di fermo, possa essere involontariamente movimentata.
Ulteriormente, secondo una variante non illustrata, il primo braccio 63 del secondo elemento 6 può comprendere quattro protuberanze, di cui: una prima ed una seconda protuberanza disposte su un medesimo piano passante per il primo braccio 63, in modo che una volta ruotato il secondo elemento 6, la sporgenza 50 del primo elemento 5 possa risultare interposta tra la prima e la seconda protuberanza; e una terza ed una quarta protuberanza disposte rispettivamente su un secondo ed un terzo piano differenti tra loro e passanti per il primo braccio 63, in modo che una volta ruotato il secondo elemento 6, le relative protuberanze 60, 61 possano risultare ciascuna, alternativamente, a fianco ed a battuta della sporgenza 50 del primo elemento 5.
Vantaggiosamente, tale forma di realizzazione consente, all’occorrenza, sia di bloccare la leva di azionamento 3 nella relativa posizione di fermo, sia di consentirne la rotazione in un unico verso, a seconda delle necessità.
Secondo una differente forma di realizzazione non illustrata, è possibile prevedere due secondi elementi 6, di cui uno consente all’occorrenza di bloccare la leva di azionamento nella relativa posizione di fermo, e l’altro permette la rotazione della leva in un unico verso, a seconda del caso (analogamente a quanto sopra descritto).
Il secondo elemento 6 può presentare inoltre, in corrispondenza del relativo primo braccio 63, un elemento di stabilizzazione 65, ovvero una sporgenza tale che, una
 
volta ruotato il secondo elemento 6 in un verso di rotazione, la sporgenza vada a battuta con a carcassa 2, stabilizzando la posizione del il secondo elemento 6. A tale scopo, la carcassa 2 presenta un opportuno gradino 222 per ricevere a battuta l’elemento di stabilizzazione 65 (vedasi fig.1A).
Con riferimento alle figure 1B e 3, il primo elemento 5 presenta una forma sostanzialmente cilindrica ed è accoppiato alla leva di azionamento 3 in corrispondenza dell’asse di rotazione della leva di azionamento 3.
Inoltre, sempre con riferimento alle figure allegate, la carcassa 2 è costituita da due semigusci 21, 22 presentanti profili complementari, per consentirne il reciproco accoppiamento ad incastro; uno dei due semigusci 21, 22 presenta inoltre un foro passante (non visibile dalle figure). Inoltre, i mezzi di trasmissione 4 risultano disposti all’interno della carcassa 2, tra i due semigusci 21, 22; in particolare, il primo elemento 5 risulta accessibile dall’esterno della carcassa 2 attraverso il citato foro passante ed il secondo elemento 6 è associato al semiguscio 21, 22 che presenta il foro passante (vedasi fig.1A).
L’accoppiamento ad incastro dei due semigusci 21, 22 risulta vantaggioso in quanto evita possibili infiltrazioni all’interno della carcassa 2, ad esempio in caso di pioggia.
Il dispositivo 1 comprende inoltre una pluralità di sedi 211 in corrispondenza dei semigusci 21, 22 per l’inserimento di viti di fissaggio (non illustrate), al fine di ottimizzare l’accoppiamento tra i due semigusci stessi.
In arte nota, invece, i due semigusci erano fissati tra loro unicamente tramite viti di fissaggio, e, pertanto vi era il rischio di possibili infiltrazioni tra i due semigusci. La carcassa 2 del dispositivo 1 proposto può comprendere inoltre dei piedini 300 di aggancio (visibili in fig.1A), disposti in modo da non sporgere lateralmente dalla
 
sagoma della carcassa (ad esempio predisposti nella parte inferiore della carcassa 2 stessa), per consentirne l’aggancio ad esempio ad un supporto della macchina agricola od industriale a cui è destinato. Tale accorgimento risulta vantaggioso in quanto, nel caso sia necessario agganciare al supporto una pluralità di dispositivi tra loro affiancati, consente l’ottimizzazione dell’ingombro complessivo rispetto all’arte nota.
Nei dispositivi noti, infatti, tali piedini di aggancio erano previsti ai lati della carcassa, per cui quando dovevano essere predisposti più dispositivi affiancati tra loro, l’ingombro complessivo risultava maggiore; in altre parole, era necessario avere a disposizione più spazio per agganciare i dispositivi rispetto a quello necessario con dispositivi secondo la presente invenzione.
Con riferimento alle figure allegate, i mezzi di trasmissione 4 comprendono: una base 7, collegata alla leva di azionamento 3; una biella 8, collegata alla base 7; un pistone 9 collegato alla biella 8 ed associabile ad un rinvio meccanico, mezzi elastici (non illustrati) associati al pistone 9 e montati sul corpo dello stesso.
Come visibile nelle figure 2 e 3, la base 7 presenta una prima porzione 70 disposta in corrispondenza dell’asse di rotazione della leva di azionamento 3 ed una seconda porzione 71 a cui è incernierata la biella 8, che presenta due protuberanze 72, 73.
Sempre con riferimento alle figure allegate, la biella 8 presenta due sporgenze in corrispondenza delle relative estremità, tramite le quali è collegata rispettivamente alla base 7 ed al pistone 9, ed una rientranza centrale tra le due sporgenze.
Il pistone 9 è invece disposto all’interno di una camera 11 conformata dai due semigusci 21, 22 della carcassa 2, ed è associabile ad esempio un cavo di comando (non illustrato).
 
Secondo le forme di realizzazione illustrate, inoltre, il primo elemento 5 è collegato alla base 7, ed è fissato alla stessa in corrispondenza della relativa prima porzione 70.
Quando un operatore movimenta la leva di azionamento 3 facendola ruotare attorno all’asse di rotazione in un verso determinato, la base 7 ruota a sua volta nel medesimo verso; la biella 8, incernierata alla base 7, trasla quindi a seconda del verso in cui è stata ruotata la leva di azionamento 3.
La biella 8 agisce di conseguenza sul pistone 9, il quale movimenta il rinvio meccanico a cui è associabile, a seconda del verso in cui è stata ruotata la leva di azionamento 3.
I mezzi elastici possono comprendere una molla e garantiscono il ritorno del pistone 9 verso la posizione di fermo della leva di azionamento 3. Quando la leva di azionamento 3 viene ruotata in un verso di rotazione, infatti, la molla subisce una compressione andando a battuta contro le pareti della camera 11 in cui è disposto il pistone 9; quando invece la leva di azionamento 3 è riportata verso la posizione di fermo, la molla si estende favorendo il ritorno del pistone 9 e quindi del rinvio meccanico ad esso associato.
Quando la leva di azionamento 3 è in una delle due relative posizioni estreme, una delle protuberanze 72, 73 della base 7 va a battuta o contro la sporgenza della biella 8, o contro la carcassa 2, che presenta un opportuno riscontro 20. In questo modo è possibile avere un maggior controllo sulla corsa movimentazione della leva di azionamento 3.
La presenza della biella 8 risulta particolarmente vantaggiosa in quanto permette di effettuare una corsa più ampia rispetto all’arte nota, in cui era previsto l’utilizzo di una cremagliera.
 
La biella 8, infatti, è in grado di traslare fino a trovarsi parzialmente all’interno della camera 11 in cui è disposto il pistone 9.
Inoltre l’impiego della biella 8 evita i problemi di inceppamento che potevano verificarsi in arte nota e dovuti all’utilizzo di una cremagliera accoppiata ad una porzione dentata. In corrispondenza delle posizioni estreme, infatti, la porzione dentata trasferiva alla cremagliera sollecitazioni non solo in direzione trasversale, ma anche in direzione obliqua, a causa del proprio movimento rotatorio.
Il dispositivo 1 può comprendere inoltre mezzi di tenuta 10, disposti all’interno della camera 11 e posizionati in modo da contattare i mezzi elastici, per evitare la fuoriuscita di questi ultimi dalla camera 11 durante il funzionamento del dispositivo.
In particolare, secondo la preferita forma di realizzazione dell’invenzione, i mezzi di tenuta 10 possono essere costituiti da due elementi a “C” (ovvero da due semianelli), disposti ciascuno in corrispondenza di una delle estremità della camera 11.
Ciascuno degli elementi a “C” e costituito da due parti accoppiate tra loro, disaccoppiabili in caso di necessità.
Infatti, in caso di danneggiamento o rottura dei mezzi di tenuta 10, è sufficiente intervenire disaccoppiando le due parti che costituiscono l’elemento a“C”, per disaccoppiare quest’ultimo dai mezzi elastici, e sostituirli. I mezzi di tenuta 10 possono essere realizzati in materiale plastico (ad es. in nylon).
I dispositivi di tipo noto, invece, in luogo dei due elementi a “C”, prevedevano due anelli di tenuta. Pertanto, se a seguito delle sollecitazioni subìte durante il funzionamento del dispositivo tali anelli venivano danneggiati, era necessario smontare gran parte del dispositivo per provvedere alla loro sostituzione.
 
Il dispositivo 1 secondo l’invenzione prevede ulteriormente la possibilità di regolare la corsa massima della leva di azionamento 3, in ciascun verso a seconda delle necessità.
A tale scopo uno dei semigusci 21, 22 prevede nella relativa porzione superiore due sedi filettate 200 disposte in modo che il primo elemento 5 risulti interposto tra le citate sedi 200 (vedasi figg.1, 3).
Il dispositivo 1 comprende inoltre mezzi di regolazione (ad esempio viti, non illustrate) inseribili entro ciascuna sede filettata 200 in profondità nella carcassa 2 a seconda di quanto si vuole limitare la corsa della leva di azionamento 3 in ciascun verso di rotazione.
In questo modo, infatti, una volta inseriti opportunamente i mezzi di regolazione e movimentata la leva di azionamento 3, il primo elemento 5 (e quindi la leva 3) potrà ruotare finché una delle sporgenze 72, 73 della base 7 risulterà a battuta contro i mezzi di regolazione.
In particolare, è possibile prevedere l’impiego di viti cosiddette “autobloccanti”, che una volta inserite nella sede 200, anche a seguito di sollecitazioni come vibrazioni od urti, non fuoriescono dalla sede stessa. Tali viti sono comunque agevolmente estraibili dalla sede quando è necessario.
Il suddetto accorgimento è vantaggioso dal punto di vista pratico rispetto ai dispositivi di tipo noto, che prevedevano nella porzione superiore dei semigusci delle sedi per ricevere delle viti di fissaggio e relativi controdadi filettati. Quando occorreva regolare la corsa massima della leva di azionamento, ciascun dado doveva essere estratto dal dispositivo e la relativa vite doveva essere regolata sul controdado esternamente al dispositivo; solo successivamente vite e controdado venivano inseriti nella sede.
 
La soluzione di arte nota risulta sicuramente più dispendiosa in termini di tempo impiegato per la regolazione delle viti rispetto al dispositivo proposto, in quanto rende necessario estrarre dal dispositivo dado e vite ogni qualvolta sia necessario modificare la corsa massima della leva di azionamento.
Ulteriormente, tale operazione necessaria in arte nota si dimostra complessa, in quanto occorre operare sul dado e sulla vite avvalendosi di diversi strumenti; inoltre, non assicura che la regolazione della vite avvenga nel modo desiderato, in quanto viene fissata al controdado esternamente al dispositivo.
La soluzione proposta consente pertanto un notevole vantaggio dal punto di vista pratico e consente di ridurre sensibilmente i tempi necessari per la regolazione della corsa massima della leva di azionamento 3.
Si intende che quanto sopra è stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti nello scopo delle rivendicazioni seguenti.
 

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) di comando per rinvii meccanici, comprendente: - una carcassa (2); - una leva di azionamento (3) incernierata alla carcassa (2) in corrispondenza di un asse di rotazione passante per la carcassa (2), in modo da poter essere ruotata attorno a tale asse di rotazione una volta impugnata da parte di un operatore; - mezzi di trasmissione (4), collegabili ad un rinvio meccanico per il comando di tale rinvio meccanico e collegati alla leva di azionamento (3) in maniera tale da movimentare il rinvio meccanico a seguito della rotazione della leva di azionamento (3) attorno all’asse di rotazione; - mezzi di blocco rotazione (5, 6) della leva di azionamento (3); il dispositivo (1) caratterizzandosi per il fatto che: detti mezzi di blocco rotazione (5, 6) della leva di azionamento (3) comprendono: un primo elemento (5) provvisto di una sporgenza (50) e che è accoppiato alla leva (3); ed un secondo elemento (6) provvisto di almeno una protuberanza (60, 61), tale secondo elemento (6) essendo associato alla carcassa (2) in modo da risultare ruotabile rispetto alla carcassa (2) ed essendo disposto in maniera tale per cui, una volta ruotato, la relativa protuberanza (60, 61) risulti disposta a fianco ed a battuta della sporgenza (50) del primo elemento (5), per bloccare la rotazione della leva di azionamento (3) in almeno un verso di rotazione.
  2. 2. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, in cui il citato secondo elemento (6) presenta una forma ad “L”, con un primo braccio (63), che è provvisto della citata almeno una protuberanza (60, 61), ed un secondo braccio (64); il secondo elemento (6) essendo associato alla carcassa (2) tramite il primo braccio (63) in maniera da risultare ruotabile attorno a tale primo braccio (63) e in modo che il   secondo braccio (64) possa essere maneggiato da un operatore.
  3. 3. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 2, in cui in cui il primo braccio (63) del secondo elemento (6) comprende due protuberanze (60, 61) disposte su piani differenti passanti per il primo braccio (63), in modo che una volta ruotato il secondo elemento (6), le relative protuberanze (60, 61) possano risultare ciascuna, alternativamente, a fianco ed a battuta della sporgenza (50) del primo elemento (5).
  4. 4. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 2, in cui il primo braccio (63) del secondo elemento (6) comprende due protuberanze (60, 61) disposte su un medesimo piano passante per il primo braccio (63), in modo che una volta ruotato il secondo elemento (6), la sporgenza (50) del primo elemento (5) possa risultare interposta tra le due protuberanze (60, 61).
  5. 5. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 2, in cui il primo braccio (63) del secondo elemento (6) comprende quattro protuberanze, di cui: una prima ed una seconda protuberanza disposte su un medesimo piano passante per il primo braccio (63), in modo che una volta ruotato il secondo elemento (6), la sporgenza (50) del primo elemento (5) possa risultare interposta tra la prima e la seconda protuberanza; e una terza ed una quarta protuberanza disposte rispettivamente su un secondo ed un terzo piano differenti tra loro e passanti per il primo braccio (63), in modo che una volta ruotato il secondo elemento (6), le relative protuberanze (60, 61) possano risultare ciascuna, alternativamente, a fianco ed a battuta della sporgenza (50) del primo elemento (5).
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo elemento (5) presenta una forma sostanzialmente cilindrica ed è accoppiato alla leva di azionamento (3) in corrispondenza dell’asse di rotazione della leva di   azionamento (3).
  7. 7. Dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la carcassa (2) è costituita da due semigusci (21, 22) presentanti profili complementari, per consentirne il reciproco accoppiamento ad incastro; uno dei due semigusci (21) presentando un foro passante; ed in cui: i mezzi di trasmissione (4) risultano disposti all’interno della carcassa (2), tra i due semigusci (21); il primo elemento (5) risulta accessibile dall’esterno della carcassa (2) attraverso il citato foro passante; ed il secondo elemento (6) è associato al semiguscio (21) che presenta il foro passante.
  8. 8. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di trasmissione (4) comprendono: una base (7), collegata alla leva di azionamento (3); una biella (8), collegata alla base (7); un pistone (9) collegato alla biella (8) ed associabile ad un rinvio meccanico; mezzi elastici associati al pistone (9).
  9. 9. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione precedente, comprendente ulteriormente: una camera (11) all’interno della quale risulta disposto il pistone (9); mezzi di tenuta (10), disposti all’interno della camera (11) e posizionati in modo da contattare i mezzi elastici, per evitare la fuoriuscita di questi ultimi dalla camera (11) durante il funzionamento del dispositivo (1); i mezzi di tenuta (10) presentando un profilo a “C”.   CLAIMS 1). An activating device (1) for mechanical transmissions, comprising: a body (2); an activating lever (3) hinged to the body (2) at a rotation axis passing through the body (2), such as to be rotatable about the rotation axis once gripped by an operator; transmission means (4), connectable to a mechanical transmission for activating the mechanical transmission, and connected to the activating lever (3) in such a way as to move the mechanical transmission following a rotation of the activating lever (3) about the rotation axis; rotation-blocking means (5, 6) of the activating lever (3); the device (1) being characterised in that: the rotation-blocking means (5,6) of the activating lever (3) comprise: a first element (5) provided with a projection (50) and which is coupled to the lever (3); and a second element (6) provided with at least a protuberance (60, 61), the second element (6) being associated to the body (2) in such a way as to be rotatable with respect to the body (2) and being arranged in such a way that once rotated the protuberance (60, 61) is arranged flanked to and abutting the projection (50) of the first element (5), in order to block the rotation of the activating lever (3) in at least a rotation direction. 2). The device (1) of claim 1, wherein the second element (6) exhibits an L-shape, with a first arm (63) that is provided with the at least a protuberance (60, 61), and a second arm (64); the second element (6) being associated to the body (2) by means of the first arm (63) in such a way as to be rotatable about the first arm (63) and such that the second arm (64) can be handled by an operator. 3 ). The device (1) of claim 2, wherein the first arm (63) of the second element (6) comprises two protuberances (60, 61) arranged on different planes passing through the first arm (63), in such a way that once the second element (6) is rotated, the relative protuberances (60, 61) can each alternatively be flanked to and abutting the projection (50) of the first element (5). 4). The device (1) of claim 2, wherein the first arm (63) of the second element (6) comprises two protuberances (60, 61) arranged on a same plane passing through the first arm (63), such that once the second element is rotated (6), the projection (50) of the first element (5) can be interposed between the two protuberances (60, 61). 5 ). The device (1) of claim 2, wherein the first arm (63) of the second element (6) comprises four protuberances, of which: a first and a second protuberance are arranged on a same plane passing through the first arm (63) such that once the second element (6) is rotated, the projection (50) of the first element (5) can be interposed between the first and the second protuberance; and a third and a fourth protuberance arranged respectively on a second and a third plane, different to one another and passing through the first arm (63), such that once the second element (6) is rotated, the relative protuberances (60, 61) can each be alternatively flanked to and abutting the projection (50) of the first element (5). 6 ). The device (1) of any one of the preceding claims, wherein the first element (5) exhibits a substantially cylindrical shape and is coupled to the activating lever (3) at the rotation axis of the activating lever (3). 7 ). The device (1) of any one of the preceding claims, wherein the body (2) is constituted by two half-shells (21, 22) exhibiting complementary profiles, in order to enable reciprocal joint-coupling; one of the two half-shells (21) exhibiting a through-hole; and wherein: the transmission means (4) are arranged internally of the body (2), between the two half-shells (21); the first element (5) is accessible from outside the body (2), through the through-hole; and the second element (6) is associated to the half-shell (21) which exhibits the through-hole. 8). The device (1) of claim 1, wherein the transmission means (4) comprise: a base (7), connected to the activating lever (3); a con rod (8), connected to the base (7); a piston (9), connected to the con rod (8) and associable to a mechanical transmission ; elastic means associated to the piston (9). 9). The device (1) of the preceding claim, further comprising: a chamber (11) internally of which the piston (9) is arranged; gasket means (10), arranged internally of the chamber (11) and positioned in such a way as to contact the elastic means, such as to prevent exit of the elastic means from the chamber (11) during the functioning of the device (1); the gasket means (10) exhibiting a C-profil
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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US4183257A (en) * 1978-02-24 1980-01-15 Lovenduski Timothy J Safety device for locking the position of a lever arm
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