ITBO20060445A1 - Pressa idraulica - Google Patents
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Description
PRESSA IDRAULICA
DESCRIZIONE DELL’ INVENZIONE
La presente invenzione si inquadra nel settore tecnico delle presse idrauliche, con particolare riferimento a quelle preposte allo stampaggio ad iniezione.
Come noto, la formatura dì polimeri termoplastici può avvenire in svariati modi ed i processi che la implementano si differenziano l’un l’altro in base ai prodotto, o semilavorato, che si vuole ottenere; gli artìcoli per calzature, ad esempio, vengono realizzati preferibilmente mediante stampaggio ad iniezione.
Tale tecnica di stampaggio consiste nell’iniettare il polimero fuso entro un apposito stampo ove solidifica per compressione e raffreddamento, assumendone la forma; urta simile applicazione richiede presse idrauliche in grado di esercitare pressioni di chiusura, sui semistampi che definiscono lo stampo, anche superiori al centinaio di tonnellate, in ragione della massa di polimero che viene trattata.
Una pressa elementare, di tipo noto, prevede un semistampo solidale al telaio della macchina ad iniezione, un gruppo cilindro-stantuffo idraulico ed uno stelo, vincolato da un lato allo stantuffo che scorre all’ interno del cilindro e dall’altro al semistampo restante, mobile tra una configurazione operativa di chiusura dei due semistampi ed una di apertura, per l’asportazione del prodotto finito e dello sfrido; l’associato complesso pompa-motore ha una potenza nominale rapportata alle pressioni di serraggio da generarsi, per cui presenta ingombri e costi realizzativi elevati. Oltre a ciò, presse di questo genere presentano altri inconvenienti che le rendono inadatte per applicazioni legate allo stampaggio ad iniezione: in fase di avvicinamento, per esempio, i due semistampi arrivano al contatto con un urto (benché un sistema di controllo possa imporre un’adeguata rampa di decelerazione al semistampo mobile), che a lungo andare può provocarne il danneggiamento. Per salvaguardare l’integrità dei semistampi e tenendo conto delle caratteristiche dell’impianto idraulico, nonché dell’inerzia del complesso stantuffo-stelo-semistampo, ne scaturisce, per questa tipologia di pressa, un invalidante decadimento della resa produttiva.
11 brevetto EP 0.594.491 descrive una pressa che fa uso di un meccanismo del tipo a ginocchiera, risolvendo almeno in parte gli inconvenienti sopra richiamati. Un primo semistampo è fìsso, vincolato ad un piano solidale al telaio della macchina, mentre l’altro, scorrevole su colonne di guida a neh 'esse solidali al telaio, è movimentato da una doppia ginocchiera tra una configurazione di apertura dello stampo ed una di chiusura; la doppia ginocchiera da un lato è articolata ad un piano mobile, di cui il secondo semistampo è parte integrante, dall’altro è articolata ad un complesso comprendente un pistone dì bloccaggio, che può scorrere all’interno di un cilindro fisso. Durante il funzionamento della pressa, il pistone di bloccaggio è fìsso ed assume una posizione, all’interno del relativo cilindro, che dipende dalla tipologia e dalle dimensioni dei semistampi, in modo da garantire l’idonea chiusura di questi ultimi allorché la doppia ginocchiera sia completamente distesa. Un pistone di chiusura, a sua volta, viene azionato idraulicamente per scorrere all interno di una camera cilindrica, ricavata nel pistone di bloccaggio e ad esso coassiale; tale pistone è vincolato ad un meccanismo articolato agente sulla doppia ginocchiera, a consentire la distensione (semistampi in configurazione di chiusura) ed il ripiegamento (semistampi in configurazione di apertura) della doppia ginocchiera stessa.
La soluzione tecnica di cui sopra ha il pregio di adattarsi in maniera versatile al tipo di produzione, poiché la macchina ad iniezione si adegua facilmente al cambio formato dei semistampi, previa “registrazione” della posizione assunta dal pistone di bloccaggio all’interno del cilindro fisso.
La doppia ginocchiera si presenta come un “amplificatore di forza”, in quanto è in grado di sviluppare pressioni di serraggio molto elevate, richiedendo un dispendio energetico limitato; inoltre le sue caratteristiche intrinseche consentono grandi velocità di chiusura ed apertura dei semistampi, permettendo una maggior resa produttiva rispetto alla soluzione tecnica precedentemente descritta.
E’ compito della presente invenzione proporre una pressa idraulica di nuova concezione, che risolva gli inconvenienti propri della prima soluzione descritta; in tal senso, pertanto, s’intende presentare una pressa che: imponga alte pressioni di serraggio con un ridotto consumo energetico, abbia un’elevata produttività oraria, si adegui facilmente ai cambi formato degli stampi e sia affidabile e duratura nel tempo.
Un altro scopo dell’invenzione è quello di proporre una pressa in cui la forza di chiusura sia regolabile in maniera agevole e continua, secondo valori programmabili mediante una centralina di controllo.
Ulteriore scopo dell’invenzione consiste nel proporre una pressa idraulica che consenta di stabilire la forza di chiusura dei relativi semistampi in base alle specifiche richieste.
I suddetti scopi sono ottenuti in accordo con il contenuto delle rivendicazioni.
Le caratteristiche dell invenzione, non emergenti da quanto appena detto, saranno meglio evidenziate nel seguito, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
le figure 1, 2, 3, 4 mostrano viste frontali e schematiche della pressa in oggetto, secondo altrettante fasi operative;
la figura 5 mostra una vista frontale e schematica di una variante realizzativa della pressa in oggetto.
Con riferimento alle allegate tavole, è stato indicato genericamente con 5 un gruppo cilindrostantuffo, individuante una prima camera 8; la testata del relativo cilindro 11 reca praticati un foro passante 10, coassiale, entro cui è destinato a scorrervi a tenuta uno stelo 9, ed un foro laterale 26 che pone in comunicazione, attraverso un condotto 37, la prima camera 8 con un serbatoio 7 contenente un liquido 18, ad esempio un olio minerale. L’associato stantuffo 6, invece, ha la testata esterna 6a supportante un piano pressa mobile 4 e conforma internamente una seconda camera 17, localizzata fra la stessa testata esterna 6a ed una traversa 34 facente parte dello stantuffo 6 medesimo; tale testata esterna 6a è provvista di un secondo foro laterale 27 che pone in comunicazione, attraverso un secondo condotto 28, la seconda camera 17 con il serbatoio 7, mentre la traversa 34 reca praticato un foro passante 16, coassiale, entro cui è destinato a scorrervi a tenuta lo stelo 9.
Nell’esempio illustrato il serbatoio 7 si identifica nella camera 29 (comunicante con il condotto 37) di un cilindro 30, all’interno della quale il liquido 18 viene mantenuto ad una data pressione dall’azione esercitata da un relativo pistone 35, a sua volta assoggettato ad un fluido, quale aria, agente sull’altra camera 36.
Un piano pressa fisso 3 risulta vincolato al telaio della pressa in oggetto, non indicato in quanto noto, e porta ad esempio un primo semistampo 1; quest’ultimo, nelle previste configurazioni operative, è destinato ad accoppiarsi con un secondo semistampo 2, vincolato al già citato piano pressa mobile 4.
Organi 14 sono funzionalmente interposti fra la prima camera 8 ed il serbatoio 7 e sono atti ad occludere il passaggio del liquido 18 verso la prima camera 8 ovvero a consentirne l’afflusso ed il deflusso nella e dalla stesa prima camera 8: essi, ad esempio, sono costituiti da una valvola unidirezionale 14a, che permette l’afflusso del liquido 18 nella prima camera 8, asservita ad un attuatore 14b di disattivazione della valvola 14a medesima, per il passaggio del liquido 18 nei due sensi.
Sono altresì previsti organi di regolazione 19, funzionalmente interposti fra la seconda camera 17 ed il serbatoio 7, destinati a mantenere la pressione del liquido 18 contenuto all’interno della seconda camera 17 ad un valore prestabilito (per esempio pari a 20 Bar); nell’esempio illustrato tali organi 19 si identificano in una seconda valvola unidirezionale 19a, che consente l’afflusso di liquido 18 dal serbatoio 7 verso la seconda camera 17, ed in una valvola di massima pressione 19b, collegate fra loro in parallelo.
Lo stelo 9, come detto, scorre a tenuta nei fori passante 10, 16 praticati rispettivamente nel cilindro 11 e nella traversa 34, interessando pertanto la prima camera 8 e la seconda camera 17, al’intern della quale termina con un cappello 25; lo stelo 9 è caratterizzato da una geometria cilindrica ed è provvisto di uno spallamento 15, definente un restringimento di sezione verso il cappello 25. Tale spallamento 15 è destinato a permanere, nelle previste configurazioni operative, all intern della prima camera 8 (vedasi figg.l, 2, 3, 4).
Sull’estremità opposta, lo stelo 9 conforma una cavità longitudinale 31 e porta una chiocciola 22, vincolata alle pareti della cavità 31 medesima, accoppiantesi con una vite 21 ad esso coassiale e di diametro inferiore rispetto a quello delia cavità 31. Tale vite 21 è sostenuta da un cuscinetto reggispinta 32 e trascinata in rotazione da un motore 13, ad esempio del tipo passo-passo o brush-less, per interposizione funzionale di un riduttore di velocità angolare 33.
L’accoppiamento vite 21-chiocciola 22 definisce mezzi 20 di conversione del moto da rotatorio (della vite 21) in traslatorio (dello stelo 9).
Si descrive ora il funzionamento della pressa oggetto della presente invenzione.
La pressa in oggetto è destinata ad operare ciclicamente fra una configurazione di apertura A del primo 1 e secondo 2 semistampo, vedasi figura 1, ed una di chiusura C dei medesimi, mostrata nelle figure 3, 4; nel seguito, pertanto, si descriverà un ciclo operativo generico. Il motore 13 è asservito ad una centralina non indicata, la quale ne comanda l’attivazione controllando il numero di passi di cui ruota l’albero; in questa maniera è possibile risalire con precisione alla posizione esatta assunta dallo stelo 9, tenuto conto della presenza del riduttore 33 e dell’accoppiamento vite 21-chiocciola 22, sussistendo una relazione univoca fra un dato numero di rotazioni elementari dell’albero motore e la corrispondente traslazione dello stelo 9.
Nella configurazione di apertura A del primo 1 e secondo 2 semistampo (figurai) la valvola unidirezionale 14a è attiva, con la pressione del liquido 18 all’interno del serbatoio 7 coincidente a quella del liquido 18 nella prima camera 8, ed il cappello 25 dello stelo 9 riscontra corrispondenti porzioni di superficie della seconda camera 17. L’azionamento dello stelo 9 provoca una diminuzione del volume utile della seconda camera 17, con conseguente innalzamento della pressione del liquido 18 ivi contenuto; questo incremento di pressione è comunque inferiore al valore di massima pressione registrato nella relativa valvola 19b e genera una forza distribuita, sulle pareti della seconda camera 17, la cui risultante assiale determina un avanzamento dello stantuffo 6 sincrono a quello dello stelo 9 (figura 2), fino al raggiungimento della configurazione di chiusura C del primo 1 e secondo 2 semistampo (vedasi figura 3). Lo scorrimento dello stantuffo 6 al’intern del cilindro 1 1 determina un aumento del volume definente la prima camera 8, per cui si verifica un afflusso del liquido 18 dal serbatoio 7 all’ interno di quest’ultima, che ne mantiene sempre costante il valore di pressione.
La fase appena descritta, nella quale lo stelo 9 viene movimentato per portare il primo 1 e secondo 2 semistampo dalla configurazione di apertura A a quella di chiusura C, può essere regolata dalla centralina in svariati modi: la conoscenza della relazione fra escursione dello stelo 9 e relativo numero di passi di cui deve ruotare l’albero motore permette di imporre un profilo di velocità, ad esempio, caratterizzato da un avvicinamento del secondo semistampo 2 a velocità sostenuta, seguito poi da una rampa di decelerazione che consente il contatto “dolce” con il primo 1 semistampo, definendo la configurazione di chiusura C.
A questo punto, coi due semistampi 1, 2 nella configurazione di chiusura C rappresentata in figura 3, viene nuovamente azionato lo stelo 9, il cui avanzamento relativo rispetto allo stantuffo 6 (vedasi figura 4) trova giustificazione in ordine alla comprimibilità del liquido 18 contenuto aiPintemo della prima camera 8, non essendone consentita alcuna via di deflusso (valvola 14a attiva): si verifica, infatti, un complessivo aumento delta porzione di volume dello stelo 9 interessante la prima camera 8 ed un conseguente aumento di pressione del liquido 18 ivi contenuto.
Lo spai lamento 15, come detto, demarca sezioni trasversali dello stelo 9 ad area differente, benché i relativi valori si discostino poco fra loro; tenuto conto di questo e per il principio di Pascal, quindi, si possono conseguire elevati aumenti di pressione del liquido 18 contenuto all’interno della prima camera 8, con spese energetiche relativamente basse da parte del motore 13, Tale aumento di pressione provoca una forza distribuita sulle pareti della prima camera 8, la cui risultante assiale, agente sullo stantuffo 6, definisce sostanzialmente la forza con cui vengono serrati i due semistampi 1, 2, ad esempio in fase di compressione e raffreddamento di un polimero fuso ivi contenuto (stampaggio ad iniezione).
L’incremento di forza con cui deve essere azionato lo stesso stelo 9 dipende, in modo preponderante, dal prodotto delia superficie attiva delio spallamento 15 per l 'incremento di pressione che si vuole conseguire; a tal proposito un sensore di pressione, non indicato e collegato alla centralina, potrebbe essere previsto all’interno della prima camera 8, alio scopo di rendere possibile la modulazione della forza di chiusura dei due semistampi 1 , 2, Durante la sopradescritta fase di serraggio dei due semistampi l, 2, lo stelo 9 ha appunto uno scorrimento relativo rispetto allo stantuffo 6 (si confrontino le figure 3, 4), che determina un aumento di pressione del liquido 18 all interno della seconda camera 17 con conseguente intervento della valvola di massima pressione 19b e relativo deflusso nel serbatoio 7. 11 liquido 18 contenuto all’ interno della seconda camera 17, quindi, si identifica equivalentemente in organi elastici 12 interposti fra il cappello 25 e l’antistante parete della stessa seconda camera 17.
Una piccola spesa energetica è da imputarsi alla forza, opposta al l’avanzamento dello stelo 9, agente sul cappello 25, precisamente data da! prodotto della pressione del liquido 18 contenuto all’interno della seconda camera 17 per la sezione di superficie trasversale dello stelo 9 sottostante il cappuccio 25.
Terminata la fase di serraggio dei due semistampi l, 2, lo stelo 9 viene fatto retrocedere; durante lo scorrimento dello stelo 9 rispetto allo stantuffo 6, fino ad intercettazione del cappello 25 con la corrispondente parete della seconda camera 17, la pressione all’interno di quest'ultima diminuisce ed il liquido 18 contenuto all’interno del serbatoio 7 vi affluisce attraverso la seconda valvola unidirezionale 19a.
In seguito, ad avvenuta disattivazione della valvola unidirezionale 14a, lo stelo 9 trascina lo stantuffo 6, appunto per intercettazione del cappello 25 con la parete corrispondente della seconda camera 17, ed il liquido 18 contenuto nella prima camera 8 può defluire nel serbatoio 7, fino al raggiungimento della configurazione di apertura A dei primo 1 e secondo 2 semistampo (figura 1), in corrispondenza della quale la valvola unidirezionale 14a viene attivata ed ha inizio un nuovo ciclo operativo. Il movimento di ritorno dello stelo 9 è pertanto concomitante col deflusso del liquido 18 dalla prima camera 8 verso il serbatoio ?, in ragione della differenza di pressione cui è sottoposto il liquido 18 contenuto aH’intemo di questi ultimi due; vantaggiosamente, ciò consente dì conseguire una retrocessione rapida dello stelo 9 dalla configurazione di chiusura C a quella di apertura A dei due semistampi 1 , 2, In termini più generali, risulta pertanto un tempo di ciclo particolarmente contenuto, che si riflette in un’elevata produttività oraria della pressa in oggetto.
La corrispondenza univoca fra numero di giri compiuti dall’albero motore ed una data traslazione dello stelo 9 permette l’uso di semistampi di qualsivoglia formato: in occasione di un cambio formato, infatti, è possibile prevedere una fase di registrazione dell’escursione che ha lo stelo 9 nel passare dalla configurazione di apertura A a quella di chiusura C dei due semistampi 1, 2, ad esempio fino al loro reciproco contatto (figura 3); questa fase consente all’operatore di predisporre la centralina (ad esempio tramite un relativo pannello) in modo da comandare l’avvicinamento finale del secondo semistampo 2 al primo 1 (in prossimità del loro contatto) con un’adeguata rampa di decelerazione. Ciò presenta diversi vantaggi: rende la pressa estremamente versatile per quanto concerne il cambio formato dei semistampi e consente di impostare un profilo di velocità che permette, da un lato, un contatto senza urti dei due semistampi 1, 2 e, dall’altro, una configurazione ottimale del richiamato profilo di velocità, volta ad incrementare la produttività.
La presente invenzione, alla luce di quanto sopra esposto, soddisfa pienamente gli scopi prefissati, risultando inoltre di ingombri e costi relativamente contenuti, a confronto delle soluzioni note.
Un altro vantaggio dell’invenzione consiste nel poter modulare, ad esempio secondo date specifiche produttive, la forza di chiusura dei due semistampi: in tal senso, infatti, è possibile prevedere un sensore all’interno della prima camera 8 ovvero ricavato sulla superficie attiva (cioè quella interessata dal materiale termoplastico, nel caso di stampaggio ad iniezione) di uno dei due semistampi 1, 2; la centralina, cui il sensore è connesso, comanderà la rotazione dell’albero motore fino al raggiungimento del desiderato valore di pressione all’interno della prima camera 8 o dello stampo. Il valore con cui deve avvenire il serraggio dei due semistampi 1, 2 può essere impostato da un operatore tramite un apposito pannello di comando presente sulla centralina di controllo, per esempio.
Un ulteriore vantaggio dell’invenzione consiste nell’aver definito una pressa idraulica di costi ed ingombri relativamente contenuti.
Una possibile variante realizzativa può prevedere, in luogo del liquido 18 contenuto all’interno della seconda camera 17, organi elastici di altra natura, quali una molla di prestabilita rigidità, ad esempio. In seconda istanza è possibile sostituire il complesso costituito dalla seconda camera 17, dagli organi di regolazione 19 e dal secondo condotto 28 con un foro entro cui è destinata a scorrere, a tenuta, la porzione terminale dello stelo 9 in contrasto con relativi organi elastici; un’adeguata sporgenza nello stelo 9, inoltre, andrebbe ad accoppiarsi con una scanalatura prevista nel citato foro, a consentire il trascinamento dello stantuffo 6 in fase di relativo rientro al interno del cilindro 11.
Una ulteriore variante realizzati va, rappresentata schematicamente in figura 5, prevede un gruppo cilindro-stantuffo 40, individuante una camera 41; la testata del relativo cilindro 42 reca praticati un foro laterale 47, che attraverso un condotto 48 pone in comunicazione la camera 41 con un serbatoio 49, e due fori passanti 43, 44, l’uno coassiale e l’altro laterale, entro i quali scorrono a tenuta rispettivamente uno stelo 45 ed un elemento di interferenza 46, ad esempio cilindrico e di limitata area trasversale.
Un plano pressa fisso 50 risulta vincolato al telaio della pressa e porta ad esempio un primo semistampo 51; quest’ultimo, nelle previste configurazioni operative, è destinato ad accoppiarsi con un secondo semistampo 52 vincolato ad un piano pressa mobile 63, il quale a sua volta è supportato dalla testata 53a dello stantuffo 53.
Nell’esempio illustrato il serbatoio 49, comunicante con il condotto 48, contiene un liquido 54 alla pressione atmosferica.
Organi 55 sono funzionalmente interposti fra la camera 41 ed il serbatoio 49 e sono atti ad occludere il passaggio del liquido 54 ovvero a consentirne l’afflusso ed il deflusso nella e dalia camera 41; essi, ad esempio, sono costituiti da una valvola unidirezionale 55a, che permette l’afflusso del liquido 54 nella camera 41, asservita ad un attuatore 55b di disattivazione della valvola 55a medesima, per il passaggio del liquido 54 nei due sensi. Lo stelo 45, come detto scorrevole a tenuta nel foro passante coassiale 43, da un lato è vincolato allo stantuffo 53, essendo destinato a movimentarlo, e dall’altro conforma una cavità longitudinale 56 filettata, accoppiantesi con una prima vite 57 trascinata in rotazione da un primo motore 58, ad esempio del tipo passo-passo. Analogamente l'elemento di interferenza 46, scorrevole a tenuta nel foro passante laterale 44, conforma all’estremità esterna una cavità longitudinale 59 filettata, accoppiatesi con una seconda vite 60 trascinata in rotazione da un secondo motore 61, ad esempio del tipo passo-passo. Gli accoppiamenti prima vite 57-cavità filettata 56 e seconda vite 60-cavità filettata 59 definiscono corrispondenti mezzi di conversione del moto rotatorio (rispettivamente delle prima 57 e seconda 60 vite) in traslatorio (dello stelo 45 e dell’elemento di interferenza 46).
La pressa secondo tale variante realizzativa, così come rappresentata in figura 5, opera ciclicamente fra una configurazione di apertura AP ed una di chiusura del primo 51 e secondo 52 semistampo (non rappresentata nelle allegate tavole).
Il primo 58 ed il secondo 61 motore sono asserviti ad una centralina non indicata, la quale ne comanda l’attivazione controllando il numero di passi di cui ruotano i rispettivi alberi; in questa maniera è possibile risalire con precisione alla posizione esatta assunta dallo stelo 45 e dall’elemento di interferenza 46, tenuto conto dei sopraccitati accoppiamenti vite-madre vite, sussistendo una relazione univoca fra un dato numero di rotazioni elementari degli alberi motore e le corrispondenti traslazioni dello stelo 45 e dell’elemento di interferenza 46. Nella configurazione di apertura AP dei due semistampi 51, 52 (figura 5) la valvola unidirezionale 55a è attiva, con la pressione del liquido 54 all’interno del serbatoio 49 coincidente a quella del liquido 54 nella camera 41, mentre l’elemento di interferenza 46 è inattivo, essendo ad esempio a pelo con la superficie interna del cilindro 42. L’azionamento dello stelo 45, ad opera del primo motore 58, determina un aumento del volume della camera 41 ed una corrispondente diminuzione della pressione del liquido 54 ivi contenuto, la quale porta ad un afflusso di liquido 54 dal serbatoio 49. La centralina comanda l’attivazione del primo motore 58 affinché lo stantuffo 53 abbia un profilo di velocità caratterizzato, in fase di avvicinamento del secondo semistampo 52 col primo 51, ad esempio da una rampa di decelerazione, a consentire un contatto senza urti fra questi ultimi due.
Successivamente, coi due semistampi 51, 52 nella configurazione di chiusura (ovvero di reciproco contatto), viene attivato il secondo motore 61 per l avanzamento dell’elemento di interferenza 46 verso l’interno della camera 41, fino ad individuare una prestabilita profondità rispetto alla testata del cilindro 42: tale avanzamento trova giustificazione in ordine alla comprimibilità del liquido 54 contenuto all’interno della camera 41, non essendone consentita alcuna via di deflusso (valvola 55a attiva); il conseguente aumento di pressione del liquido 54 all’interno della camera 41 provoca una forza distribuita sulle pareti di quest’ ultima, la cui risultante assiale, agente sullo stantuffo 53, definisce la forza con cui vengono serrati i due semistampi 51, 52, La corrispondente forza con cui deve essere movimentato l’elemento di interferenza 46 è data dal prodotto della superficie attiva 46a dell’elemento 46 medesimo (superficie trasversale esterna a contatto del liquido 54) per l’incremento di pressione che si vuole conseguire all’interno della camera 41; il basso valore dell’area imputabile alla superficie attiva 46a consente la definizione di elevati valori di pressione del liquido 54 all’interno delia camera 41, con piccole spese energetiche da parte del secondo motore 61 ,
Terminata la fase di serraggio dei due semistampi 51, 52 l’elemento dì interferenza viene fatto retrocedere, la valvola unidirezionale 55a disattivata, e Io stelo 45 viene fatto anch’esso retrocedere fino al raggiungimento della configurazione di apertura AP dei due semistampi 51, 52, con conseguente deflusso del liquido 54 dalla camera 41 nel serbatoio 49.
Come nel caso della preferita forma realizzati va sopra descritta, anche questa variante consente una spesa energetica contenuta, a fronte della definizione di un’elevata forza di serraggio dei due semìstampi, l’uso di semistampi di qualsivoglia formato e la modulazione della forza di serraggio dei due semi stampi 51, 52, secondo date specifiche produttive.
Si intende che quanto sopra è stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti di natura pratico-applicativa si intendono rientranti nell’ambito protettivo dell’invenzione come sopra descritto e nel seguito rivendicato.
Claims (12)
- RIVENDICAZIONI 1. Pressa idraulica, del tipo comprendente un piano pressa fìsso 3 ed un piano pressa mobile 4, contrapposto al precedente, caratterizzata dal fatto di prevedere: un gruppo cilindro-stantuffo 5, con la testata esterna 6a di detto stantuffo 6 supportante il citato piano pressa mobile 4; un serbatoio 7 contenente un primo liquido 18, previsto per alimentare la prima camera 8 definita dal suddetto gruppo cilindro-stantuffo 5; uno stelo 9, scorrevole a tenuta in un foro passante 10 ricavato nella testata di detto cilindro 11 e ad esso coassiale, superiormente associato al citato stantuffo 6 per interposizione di mezzi elastici 12 ed azionato da mezzi attuatori 13 per la movimentazione dello stesso stantuffo 6 tra una configurazione di apertura A ed una di chiusura C dei succitati piano pressa fisso 3 e mobile 4, nonché per la sua traslazione relativa rispetto al sopraddetto stantuffo 6 successivamente al raggiungimento della succitata configurazione di chiusura C, in contrasto coi citati mezzi elastici 12; organi 14, funzionalmente interposti fra detti prima camera 8 e serbatoio 7, atti a consentire l’afflusso ed il deflusso del citato primo liquido 18 nella e dalla suddetta prima camera 8 in relazione di fase con la traslazione del suddetto stantuffo 6, nonché ad occluderne il passaggio allorché i citati piano pressa fisso 3 e mobile 4 abbiano raggiunto detta configurazione di chiusura C; mezzi di compressione 15, vincolati ad almeno una porzione di detto stelo 9, destinati, in conseguenza dell’occlusione del passaggio del citato primo liquido 18 fra detti prima camera 8 e serbatoio 7 ed alla sopraddetta traslazione relativa del citato stelo 9 rispetto a detto stantuffo 6, in contrasto coi citati mezzi elastici 12, a definire un incremento di pressione del citato primo liquido 18 contenuto al’intern della succitata prima camera 8.
- 2. Pressa secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la parete del citato stantuffo 6 concorrente a definire ia succitata prima camera 8 è interessata da un foro 16, entro il quale scorre a tenuta il sopraccitato stelo 9, detti mezzi elastici 12 essendo interposti fra la sommità di quest’ultimo ed una superficie di riscontro prevista nello stantuffo 6 medesimo.
- 3. Pressa secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detta parete individua, congiuntamente alla suddetta testata esterna 6a del citato stantuffo 6, una seconda camera 17 entro cut sfocia il suddetto foro 16 e dal fatto che detti mezzi elastici 12 sono interposti tra la sommità del citato stelo 9 e la superficie interna della succitata testata 6a.
- 4. Pressa secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che i citati mezzi elastici 12 si identificano in un fluido contenuto al’intern di detta seconda camera 17, la traslazione relativa del citato stelo 9 rispetto a detto stantuffo 6, in seguito al raggiungimento della citata configurazione di chiusura C da parte dei sopraccitati piano pressa fisso 3 e mobile 4, avvenendo in contrasto elastico col conseguente aumento della pressione del citato fluido all’interno della sopraddetta seconda camera 17.
- 5. Pressa secondo la rivendicazione 3. caratterizzata dal fatto che i citati mezzi elastici 12 si identificano in un fluido contenuto aiPintemo di detta seconda camera 17 ed alimentato da un secondo serbatoio e dal fatto di prevedere organi di regolazione 19, funzionalmente interposti fra dette seconda camera 17 e secondo serbatoio, atti a mantenere ad un valore prestabilito la pressione del citato fluido aiPintemo della seconda camera 17 medesima, La traslazione relativa del citato stelo 9 rispetto a detto stantuffo 6, in seguito al raggiungimento della citata configurazione di chiusura C da parte dei sopraccitati piano pressa fisso 3 e mobile 4, avvenendo in contrasto con la forza di pressione esplicata dal citato fluido all’interno della sopraddetta seconda camera 17.
- 6. Pressa secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzata dai fatto che i succitati serbatoio 7 e secondo serbatoio coincidono,
- 7. Pressa secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzata dal fatto che il citato stelo 9 è provvisto superiormente di un cappello 25, destinato a riscontrare corrispondenti porzioni di superfìcie inferiore della citata seconda camera 17, con conseguente trascinamento del citato stantuffo 6,
- 8. Pressa secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i citati mezzi di compressione 15 si identificano in almeno una corrispondente porzione dei citato stelo 9 avente sezioni di area superiore rispetto alla parte restante dello stesso stelo 9, in modo che alla traslazione relativa di quest’ultimo rispetto al sopraddetto stantuffo 6, in seguito al raggiungimento della succitata configurazione di chiusura C da parte di detti piano pressa fisso 3 e mobile 4, corrisponda un incremento di pressione del citato primo liquido 18 contenuto all’interno della succitata prima camera 8.
- 9. Pressa secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i citati mezzi di compressione 15 si identificano in almeno uno spallamento previsto nel succitato stelo 9, tale da individuare sezioni trasversali ad area differente, in modo che alla traslazione relativa di quest’ultimo rispetto al sopraddetto stantuffo 6, in seguito al raggiungimento della succitata configurazione di chiusura C da parte di detti piano pressa fìsso 3 e mobile 4, corrisponda un incremento di pressione del citato primo liquido 18 contenuto all’interno della succitata prima camera 8.
- 10. Pressa secondo la rivendicazione 1. caratterizzata dal fatto che i citati mezzi attuatori 13 si identificano m un motore del tipo brushless e dal fatto di prevedere mezzi 20, funzionalmente interposti fra detti motore 13 e stelo 9, atti a convertire il moto applicato a quest’ultimo da rotatorio in traslatorio.
- 11. Pressa secondo la rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che i citati mezzi di conversione 20 del moto si identificano in una vite 21, trascinala in rotazione dal citato motore 13, e da una chiocciola 22 con la quale si accoppia, vincolata al citato stelo 9.
- 12. Pressa secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che la succitata parete appartiene alla suddetta testata esterna 6a dello stantuffo 6 medesimo. , Pressa idraulica, del tipo comprendente un piano pressa fisso 50 ed un piano pressa mobile 63, contrapposto al precedente, caratterizzata dal fatto di prevedere: un gruppo cilindro-stantuffo 40, con detto stantuffo 53 avente la relativa testata esterna 53a supportante il citato piano pressa mobile 63, nonché azionato da primi mezzi attuatoli 58 tra una configurazione di apertura AP ed una di chiusura dei succitati piano pressa fisso 50 e mobile 63; un serbatoio 49 contenente un liquido 54, previsto per alimentare la camera 41 definita dal suddetto gruppo cilindro-stantuffo 40; un elemento di interferenza 46, scorrevole a tenuta in un foro 44 ricavato nella testata del sopraddetto cilindro 42, destinato, in conseguenza del raggiungimento della succitata configurazione di chiusura di detti piano pressa fisso 50 e mobile 63, a scorrere rispetto ad esso, ad opera di secondi mezzi attuatoli61, fino ad individuare una prestabilita profondità rispetto alla citata testata; organi 55, funzionalmente interposti fra detti camera 41 e serbatoio 49, atti a consentire l’afflusso ed il deflusso del citato fluido 54 nella e dalla suddetta camera 41 in relazione di fase con la traslazione del suddetto stantuffo 53, nonché ad occluderne il passaggio allorché i citati piano pressa fìsso 50 e mobile 63 abbiano raggiunto detta configurazione di chiusura,
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