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Da Wikivoyage.

Oderzo
Il Torresin, che prospetta su Piazza Grande al pari di altri monumenti opitergini quali il Duomo di San Giovanni Battista, la Loggia Comunale, il Torresòn ed altri edifici storici, tra cui il Palazzo Saccomani e lo storico Caffè Commercio.
Stemma e Bandiera
Oderzo - Stemma
Oderzo - Stemma
Oderzo - Bandiera
Oderzo - Bandiera
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Oderzo
Sito istituzionale

Oderzo è una città del Veneto.

Da sapere

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È città di antichissima origine paleoveneta che divenne un importante Municipium romano e si chiamò Opitergium. Ai giorni nostra è un importante centro agricolo ed industriale.

Il settore turistico è in notevole crescita; la città è seconda solo al capoluogo provinciale (Treviso). Negli anni novanta Oderzo ha guadagnato il titolo di "città archeologica". In seguito è stata nominata dal Touring Club Italiano "Città più porticata d'Italia": i portici infatti sono uno dei simboli della città, e ne sono dotati praticamente tutti gli edifici del centro storico e i palazzi sorti negli ultimi quarant'anni. A gennaio 2007 infine l'amministrazione provinciale ha concesso a Oderzo il titolo di "Città d'arte".

Cenni geografici

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Nella fertile Pianura Veneta, dista 29 km da Treviso, 22 da Conegliano, 23 da Sacile, 27 da Pordenone, 30 da Portogruaro, 22 da San Donà di Piave.

Cenni storici

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Oderzo nacque a metà strada tra i monti del Cansiglio e il Mare Adriatico attorno all'XI secolo a.C., ad opera degli antichi Veneti. La zona scelta per l'insediamento era fertile e strategicamente importante, perché servita da due fiumi, con sicure vie di commercio: il Monticano ed un ramo oggi inesistente del Piave.

Pacificamente inglobata nell'area d'influenza della Repubblica romana, nel 49 a.C., grazie alla Lex de Gallia Cisalpina ottenne lo status di Municipium. Raggiunse il massimo splendore nel I-II secolo, quando si presume che la città avesse circa 50.000 abitanti. L'importanza fu tale che all'epoca la Laguna di Venezia fu detta opitergina, ed i monti del Cansiglio Monti opitergini. Vari autori nominano la città; tra di essi: Tolomeo, Strabone, Plinio il Vecchio, Lucano, Tacito, Tito Livio e Quintiliano. Da Oderzo transitava l'antica via Postumia, che collegava Genova ad Aquileia.

Da questo momento in poi, Oderzo era a pieno titolo parte di Roma e partecipò della sua stessa sorte subendo per secoli le pesanti conseguenze delle invasioni barbariche e delle guerre tra Bizantini e Longobardi (Ducato di Ceneda): iniziò a riprendersi molto lentamente soltanto dopo l'anno 1000, pure senza mai tornare agli antichi fasti.

In seguito venne contesa dalle grandi famiglie feudali della zona, in particolar modo dai da Camino, dai Collalto e dagli Scaligeri. Nel 1380 passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, della quale fece parte pressoché ininterrottamente fino all'arrivo di Napoleone (1797). La città divenne quindi austriaca nel 1815 e italiana nel 1866. In questo periodo la città subì le conseguenze del fenomeno dell'emigrazione.

Nel 1917 la ritirata di Caporetto portò a Oderzo gravi danni, tra cui la distruzione dell'archivio comunale e lo scempio di varie opere artistiche e architettoniche. A partire dal 1943 fu teatro, come tutta la zona, di asperrimi scontri tra fascisti e partigiani che culminarono nella strage del Brandolini.

Similmente a quanto accaduto nell'intera provincia, la città ha visto il susseguirsi di due fasi di sviluppo nel dopoguerra: la prima con il boom economico degli anni sessanta, e la seconda negli anni ottanta-novanta. Con l'inizio del fenomeno chiamato a posteriori "il miracolo del Nordest" tutta la zona vedrà un rapidissimo sviluppo economico nel settore artigiano, industriale e commerciale, con la conseguente nascita di una miriade di piccole aziende, quasi tutte con meno di dieci dipendenti. È anche per questo motivo che attualmente a Oderzo sono attive più di venti banche, una ogni meno di mille abitanti.

Sempre per quanto riguarda il settore economico, Oderzo può vantare per esempio il più grande mercato del bestiame del Veneto dopo quello di Padova e un fiorente mercato immobiliare sviluppatosi negli ultimi anni. Oderzo è inoltre all'avanguardia nel campo della gastronomia e della viticoltura, in particolare nella produzione di Verduzzo, Merlot, Cabernet e Raboso.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Oderzo

Quartieri

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Sono paesi del suo territorio comunale i centri di Camino, Colfrancui, Faè, Fratta, Piavon, Rustignè, con le località di Magera e San Vincenzo.

Come arrivare

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In aereo

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In auto

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  • Autostrada A27 Casello di Treviso Nord sull'autostrada A27 di Alemagna
  • Autostrada A4 Casello di San Donà di Piave - Noventa sull'autostrada A4 Serenissima
  • Autostrada A27 Casello di Conegliano sull'autostrada A27 di Alemagna
  • ex È attraversato dalla via Postumia, ex statale 53
  • Strada Provinciale 15È caposaldo della Provinciale Conegliano - Oderzo

In treno

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  • 45.7750112.490784 Stazione ferroviaria, via Garibaldi 167. Ha scalo ferroviario proprio lungo la linea Treviso - Portogruaro


Come spostarsi

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Cosa vedere

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  • 45.782612.49331 Duomo di San Giovanni Battista. Iniziato intorno all'XI secolo e consacrato nel 1535 a san Giovanni Battista, è stato costruito sulle rovine di un antico tempio dedicato a Marte. L'aspetto originale, in stile romanico-gotico è stato pesantemente compromesso da rifacimenti eseguiti nei secoli. L'ultimo grande restauro, voluto da monsignor Domenico Visintin, risale agli anni 1921-1924 e ha ripristinato, per quanto possibile, l'antica conformazione dell'edificio. All'interno sono conservate alcune pregevoli opere di Pomponio Amalteo, Domenico Tintoretto, Palma il Giovane e la copia di una pala, trafugata in epoca napoleonica, di Cima da Conegliano, oggi esposta alla Pinacoteca di Brera a Milano. Il campanile è stato edificato nel Cinquecento sulla base di una torre della vecchia cinta muraria, e presenta una pendenza di 98 centimetri.
  • 45.782312.494632 Chiesa del Beato Bernardino Tomitano. Sita in pieno centro storico tra due palazzi di proprietà, venne eretta verso la fine del XVII secolo come oratorio privato dai Tomitano, famiglia nobile di origine feltrina cui apparteneva il titolare Bernardino da Feltre. La chiesetta ospita una lapide dedicata ai caduti di tutte le guerre e raccoglie i nomi e le immagini di numerosi di essi.
  • 45.7797412.491693 Chiesa di Santa Maria Maddalena. Le origini di questa chiesa in stile romanico risalgono intorno all'anno Mille. Nella prima metà del Cinquecento fu ceduta alle monache domenicane che vi istituirono un monastero attivo sino alle soppressioni volute da Napoleone. A causa dei numerosi rifacimenti, dell'antica struttura rimane solo la sacrestia e il campanile. La chiesa viene chiamata "il pantheon degli opitergini" perché al suo interno sono sepolti alcuni illustri cittadini.
  • 45.785812.488894 Chiesa di San Giuseppe, via Roma. Si trova al centro della borgata omonima. Le sue origini dovrebbero essere cinquecentesche e in un documento del 1627 viene ricordata come "Chiesiola Nova". Al suo interno trova posto un presepio di età settecentesca.
  • 45.7821712.494765 Palazzo Tomitano, via Umberto I. Uno dei palazzi ascrivibili al Quattrocento/Cinquecento che si trovano in città.
  • 45.7788512.490716 Palazzo Muletti di Porcia e Brugnera, via Garibaldi. Edificio del XVI secolo con paramenti affrescati; sulla parete sud-ovest è presente una grande meridiana ottocentesca.
  • 45.7834912.492927 Palazzo Porcia e Brugnera, piazza Castello. Si tratta della residenza cinquecentesca della famiglia omonima, restaurata nel 2005; è sede periodica di piccole mostre d'arte.
  • 45.7825712.493988 Torresin, Piazza Grande. Trae origine dall'antica porta Trevisana, attraverso la quale la strada Callalta proveniente da Treviso entrava nel nucleo fortificato medievale. Sotto il dominio della Serenissima fu residenza del podestà. L'attuale edificio è però una ricostruzione degli anni Trenta.
Palazzo Foscolo - veduta dal giardino interno
  • 45.77896612.4912979 Palazzo Foscolo, Via Garibaldi. Fu innalzato sul finire del Cinquecento dal procuratore di San Marco Alessandro Contarini. Si inserisce all'interno del nucleo urbano, tuttavia presenta caratteristiche simili a quelle delle tradizionali ville venete essendo stato concepito come palazzo da villeggiatura. Nei secoli ha subito numerose manomissioni, ma si può ancora percepire la magnificenza descritta da Jacopo Agostinetti nel 1679.
    La casa padronale e il lato corto della barchessa si affacciano sulla strada, mascherando l'ampio parco retrostante. Il suo aspetto originale non era certamente povero come l'attuale: esso era abbellito da statue e viali lastricati, nonché di una peschiera contornata da un colonnato.
    La facciata principale della casa padronale presenta la tipica tripartizione dei palazzi veneziani, impostandosi su un ampio porticato ad archi ribassati. Le aperture si sviluppano verticalmente ma sono equilibrate dalla presenza di fasce marcapiano che dividono i tre livelli. Al centro del piano nobile si apre una quadrifora con parapetto del poggiolo molto elaborato, ripetuta al secondo piano ma con altezza ridotta. Il tutto è concluso da una cornice dentellata su cui poggia il tetto a padiglione. Il palazzo ospita numerosi eventi culturali e conferenze, ed è inoltre sede permanente della pinacoteca "Alberto Martini", contenente una collezione di quadri del pittore opitergino nonché di altri pittori della città e della zona.
  • 45.77429512.48613410 Villa Wiel. L'origine della villa va individuata nelle soppressioni degli ordini religiosi operate a partire dal 1766 dalla Repubblica di Venezia. In questo luogo sorgeva infatti un convento di benedettini, iniziato nel 1574 grazie alla donazione di un terreno e ampliato negli anni successivi per l'accrescersi della comunità monastica. Nei pressi sorgeva anche una preesistente chiesa di San Rocco che nel 1700, con la traslazione delle reliquie di Santa Sabina, venne intitolata a quest'ultima.
    Nel 1769 dunque il monastero venne chiuso e le strutture vendute a Francesco Picco che operò una serie di demolizioni e trasformazioni volte alla costruzione di una villa patrizia: sulla destra fu aggiunta la barchessa, mentre la facciata orientale fu modificata con un'addizione neoclassica di Giannantonio Selva.
    Il complesso, sottoposto a vincolo sin dal 1991, si presenta oggi come una serie continua di volumi che sono, da nord a sud, la barchessa, la casa padronale, un altro edificio di servizio e l'oratorio: quest'ultimo, distrutto durante la Grande Guerra, fu ricostruito nel decennio successivo.
  • 45.78712.486611 Villa Bortoluzzi. Fu costruita nell'Ottocento su un terrapieno artificiale di origine antichissima. Qualcuno asserisce infatti che sul luogo fosse presente il capitolium della città romana, mentre più tardi (IX-X secolo) vi fu eretta la chiesa di San Martino che diede il nome alla località. L'edificio sacro fu poi rinnovato e affiancato da un monastero, donato nel 1274 all'ordine camaldolese. La comunità monastica, costituita, pare, sia da religiosi che da religiose residenti in sezioni separate del monastero, fu soppressa verso il 1780 e l'intera proprietà divenne proprietà demaniale.
    Il Casón di Piavon

    Nel 1831 fu demolita la chiesa e nel 1836 l'intero complesso è venduto alla famiglia Giacomuzzi, per passare poi ai Revedin. Frattanto il complesso claustrale venne distrutto e sostituito dapprima da delle scuderie, quindi dall'attuale villa, progettata nel 1927. Si tratta di un edificio complesso anche artisticamente, essendo caratterizzato dalla convivenza di numerosi stili architettonici: dal neomoresco della loggia di ponente al neoromanico dell'avancorpo orientale, dal neogotico merlato della torretta al neogotico veneziano dell'ala est. Il parco sembra essere preesistente alla villa in quanto segue le tendenze romantiche ottocentesche.
  • 45.755912.535412 Casón (Cason di Piavon), Via Frassenè, 5 (a Piavon). È una antica casa di popolani, un modello di abitazione contadina un tempo molto diffuso in zona, risalente a centinaia di anni fa. L'esemplare superstite è stato acquistato dal Comune di Oderzo alla morte del suo ultimo abitante. Ospita un Museo etnografico che raccoglie materiale storico legato ai cason raccolti tramite donazioni degli abitanti di Piavon e dei centri del Sinistra Piave.

Siti archeologici

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Sono sparsi in vari punti della città; i principali sono:

  • 45.7834812.4916613 Area del Foro Romano, tra via Roma e via Mazzini. Sono i resti di un complesso forense di età augustea e di una grande domus, ubicata all'incrocio tra i due principali assi viari cittadini, scoperti tra il 1978 e il 1995. Si conservano i resti di una piazza (misure probabili 40x100 metri), i resti della basilica civile e di un'imponente gradinata. L'area è interamente sovrastata da un edificio polifunzionale e da una piazza sospesa (Piazza del Foro Romano). L'intero complesso è stato progettato da Toni Follina, lo stesso architetto autore della nuova piazza.
  • 45.7829512.49459714 Area delle ex carceri, Calle Pretoria. Si trova curiosamente all'interno di un noto ristorante con sede presso il "Torresin" (vedi). È composta di reperti e murature di varie epoche, più i resti delle carceri medievali, le quali ebbero come "ospite" più illustre il trovatore Sordello da Goito.
  • 45.7849712.4922215 Area di via dei Mosaici. Vi si conserva la parte inferiore di due pozzi, nonché la pavimentazione musiva di una domus, indagata tra il 1951 e il 1988.
  • 45.7835412.493516 Area tra Piazza Grande e Piazza Castello. Si tratta di un tunnel ricavato nell'edificio moderno posto tra le due piazze. Attraversandolo si possono scorgere i resti di uno dei due assi principali della città e di una pavimentazione esposta a muro
  • 45.78541812.48849817 Area di via Dalmazia. Si trova presso la cantina sociale. Scoperta nel 1989, consta della parte inferiore di un pozzo
  • 45.7831812.492118 Scavi archeologici sotto la Piramide. Uno dei vari siti archeologici della città è protetto da una struttura piramidale in vetro che, sebbene di dimensioni ridotte, richiama vagamente la famosa piramide del Louvre di Parigi. Antistante alla piramide, in un edificio che ingloba alcuni resti della cinta muraria medievale, ha sede l'ufficio turistico.

Giardini

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  • Parco Ca' Diedo (Giardini Pubblici Ca' Diedo), Via Giuseppe Garibaldi (Accessi: via Gasparinetti, via Mazzini e via Garibaldi, presso il Municipio.). Collocato in una zona della città di rilievo, ospita un monumento dedicato a Luigi Luzzatti, deputato della circoscrizione di Oderzo e Presidente del Consiglio dal 1910 al 1911. Il parco si estende in un'area molto vasta e comprende spazi verdi con tavoli per pranzare, ma anche aree da gioco per bambini piccoli.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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  • 45.7927412.485021 Parco commerciale Stella (Parco Stella), Via Maestri del Commercio. Lun-Ven 9:00-12:30 e 15:00-19:30, Dom 10:00-12.30 e 15:00-19.30. Parco commerciale con vari negozi come Iper Visotto, Unieuro, Toys Center, Arcaplanet, Meggetto, Remix moda, Smart moda. Inoltre ci sono anche molti servizi come farmacia comunale, lavanderia, ottica,.


Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi modici

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  • 45.78316612.4930211 Pizzeria Al Giardinetto, Contrada Rossa 12, +39 0422 814748.
  • 45.77986112.4917982 Pizzeria Gli Ingordi, Via Garibaldi 39, +39 0422 713474.
  • 45.78182712.4952443 Pizzeria Ai Quattro Cantoni, Via Umberto I 38, +39 0422 712418.
  • 45.783312.49884 Pizzeria La Campagnola, via Manin 54, +39 0422 209026.

Prezzi medi

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Prezzi elevati

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Prezzi elevati

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Sicurezza

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Farmacie

  • 45.78061212.4927465 Favero, Via Garibaldi, 18, +39 0422 712241, fax: +39 0422 207790.
  • 45.78210912.4949396 Scotto, Via Umberto I°, 26, +39 0422 712221, fax: +39 0422 712492.
  • 45.79316112.4858377 Trevisan, Piazza Grande, 18, +39 0422 717644, fax: +39 0422 717644. ,
  • 45.79232812.4847468 Comunale, Via Maestri del Commercio, 6, +39 0422 717215, fax: +39 0422 717215.
  • 45.76064812.5286359 Dal Magro, Piazza Marco D’Aviano, 7 (a Piavon), +39 0422 752950, fax: +39 0422 753098.


Come restare in contatto

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Poste

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Nei dintorni

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Itinerari

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  • Città murate del Veneto. Un itinerario alla scoperta delle roccaforti e della storia del Veneto.
  • Via Postumia È l'itinerario dell'antica via consolare romana, che si svolge attraverso Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Informazioni utili

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  • 45.78330612.4922812 Ufficio Informazioni Turistiche, Calle Opitergium, 5, +39 0422 815251.


Altri progetti

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CittàUsabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma in più contiene abbastanza informazioni per consentire una breve visita alla città. Utilizza correttamente i listing (la giusta tipologia nelle giuste sezioni).