Palio di Siena
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Citazioni sul Palio di Siena.
Citazioni
[modifica]- Al Palio si possono affidare le proprie sorti ed esso medesimo segna, per chi ha cuore, un'epoca dell'anima. (Tommaso Landolfi)
- Credo che sia giunto il momento di sottoporre a un esame rigoroso il Palio di Siena e altre competizioni in cui creature viventi vengono sfruttate e rischiano la vita per il solo divertimento dell'uomo. E il Palio di Siena, visto quello che accade ripetutamente, non può più considerarsi intoccabile. (Michela Vittoria Brambilla)
- Da tempo avevo lanciato l'allarme circa le condizioni di pericolosità per gli animali coinvolti in questa anacronistica manifestazione. E certamente è stata una giusta decisione non candidarlo a diventare patrimonio dell'Unesco. Una decisione che avrebbe legato l'immagine del nostro Paese alla morte violenta di un altro cavallo innocente. Non è questa l'Italia che vogliamo fare conoscere al mondo. (Michela Vittoria Brambilla)
- Dalla Torre cade un suono di bronzo: | la sfilata prosegue fra tamburi che ribattono | a gloria di contrade...| e lo stupore | che invade la conchiglia | del Campo... (Eugenio Montale)
- Del Palio m'è rimasto un taglio nell'anima a forma di sorriso. (Tripoli Torrini)
- Dopo essere stata a Siena per vedere se sono crudeli con gli animali, ho deciso di rinascere cavalla... Ma sì, conviene rinascere cavalle. Dico "cavalle" perché i maschi sono castroni, è il solo lavorino sgradevole che gli fanno. (Paola Fallaci)
- E terminati questi ringraziamenti il corteo | e le contrade con corni tamburi | trombe e stendardi... (Ezra Pound)
- È un macello a cielo aperto. (Francesca Martini)
- Eccoli al teso canape schierati | con altri assai: ma in lor possanza alteri, | né badan pure a que' minor corsieri, | sol l'un l'altro emulando in vista irati. (Vittorio Alfieri)
- I cavalli del Palio sono senza dubbio fra gli animali più accuditi e curati nell'intero Paese. È inutile prendere a pretesto questi incidenti [la morte di un cavallo] per giustificare la richiesta di interruzione di una manifestazione storica come il Palio di Siena. (Luca Sani)
- Il Palio è il Palio. Nessuna interpretazione sociologica, storica, antropologica, potrebbe spiegarlo. Sublimazione e dannazione insieme del fato in ogni singolo senese e nella sua cittadinanza. Rogo furente della senesità, in ogni caso impareggiabile conferma di essa. (Mario Luzi)
- Il Palio è un patrimonio della nazione e deve essere tutelato da tutte le istituzioni italiane come ogni manifestazione che esprima la cultura, la storia, le tradizioni, la socialità dei nostri territori. (Franco Ceccuzzi)
- Il Palio è una manifestazione straordinaria, pieno di pregi e difetti come spesso capita alle cose straordinarie. Difficile da descrivere tramite una telecamera, anche perché ai senesi, per quello che ho capito, in fondo di raccontare il palio in tv, per una ragione o per un'altra, scusate la volgarità, non gliene frega un'emerita "sega"... Come si dice qui a Siena. (Pif)
- Il palio è una metafora, è lo specchio della vita e della morte. (Paolo Frajese)
- In ogni occasione il telecronista Paolo Frajese si fa interprete e voce delle manifestazioni più fanatiche del tifo contradaiolo, con frasi come "vivono tutto un anno per due minuti di corsa", "in questi minuti passano di mano enormi somme di denaro", rievocando ogni volta un folclore tramandato, fatto di violenze, di demenze e di incoscienze, "passato ogni volta per buono": come direbbero i sociologi, per valore positivo da incoraggiare. Le scene immediatamente successive, con gente in lacrime che abbraccia e bacia un cavallo, altri che si scazzottano belluinamente, altri che vengono portati via in barella, vengono accomunate alle "scene di esultanza" con cui gli alfieri sventolano i gonfaloni delle contrade. Se vogliamo ammazzarci, sembra essere la filosofia della piazza e del suo telecronista, lasciate che lo facciamo in festa. Si dice: il Palio è una tradizione, un rito. E anche: è un colossale affare economico. Erano riti, anche, i sacrifici umani, un tempo. E sono colossali affari economici moderni, per esempio, il gioco del calcio e la caccia. Eppure quelli, e tanti altri meno sanguinosi, li si è aboliti; e questi lì si sta sottoponendo a limitazioni e controlli. (Gianluigi Melega)
- L'avvocato Maggioni è ormai affacciato da oltre mezz'ora a questa finestra, e sotto di lui continua a sfilare lentissimamente il corteo che precede la corsa del Palio di Siena. Lo smussato poligono della Piazza del Campo è acceso da colori di una varietà incalcolabile, da quelli più squillanti delle bandiere agli ocra pallidi dei palazzi e alla vertiginosa picchiettatura della folla, stretta dall'anello terroso su cui si correrà, o sporta come l'avvocato da finestre, balconi, tribune, merli, abbaini a contemplare il sontuoso serpente del corteo storico che avanza a piccoli passi, si arresta, riparte agli squilli di una marcia ripetuta senza fine. (Fruttero & Lucentini)
- Mi picchiarono, mi salvai scappando da una finestra; piangevo e dicevo: "Non correrò mai più", ma mi convinsero che la cattiveria era l'unica e grande regola del gioco. (Andrea Degortes)
- Nei giorni della corsa tutto è sospeso, l'appetito come l'amore e l'amministrazione pubblica. [...] La sera [dopo il Palio], vi sono due Siene. Luce, vino e tripudio nella contrada vincitrice e nelle alleate. Ma se si sbircia dentro la contrada nemica, si crede d'essere in una città abbandonata; le finestre e gli usci sprangati, buio, silenzio e lutto. (Guido Piovene)
- Oh quant'è bella la Piazza di Siena | circondata dai dieci fantini, | vanno alla mossa son dieci assassini, | suonano le ventiquattro | e tu sei l'idolo del mio cuor. (canto popolare senese)
- Orsù figliuoli dolcissimi, correte questo palio, e fate che solo sia uno quello che l'abbia... (Santa Caterina da Siena)
- Può sembrare strano che lo dica un fiorentino ma il Palio di Siena è una bellissima tradizione che consente a quella città di essere ben governata e l'attenzione che c'è a Siena per i cavalli non c'è da altre parti. (Matteo Renzi)
- Questo gioco è più bello del mito da cui è nato. (Paolo Frajese)
- Se prendiamo le contrade e le consideriamo come delle regioni, o come potevano essere gli stati italiani prima dell'unità fra di loro, se noi pensiamo a quanta abilità agonistica è necessaria, ma nello stesso tempo quale e quanto lavorìo di furberia, di accordi sottobanco, di piccole corruzioni, di genialità di trovate, cominci ad avere un ritratto dell'Italia e dell'Italiano estremamente concentrato, che culmina, in quei minuti strepitosi della corsa, nella bellezza. Altra componente italiana. Si dice: ma questo attaccamento a un evento in fondo provinciale, che addirittura spezzetta una piccola città come Siena in tante contrade – le piccole patrie ancora più ridotte in piccolissime patrie – oggi che siamo davanti all'Europa, non è anacronistico? Non credo. (Andrea Camilleri)
- C'è chi di notte con il sacco a pelo ha dormito in piazza. Vengono a vedere il tormento di un popolo che si vuole bene, senza poter andare d'accordo. E per chi viene dal nord, da città e case ovattate, al riparo dai fulmini, dai temporali e dal sangue che scorre troppo velocemente in vena, il Palio sembra non togliere mai il piede dall'acceleratore, con tutta la sua disperazione, il suo indispensabile sollievo. Mentre in altre parti i giovani si ribellano ai genitori e a una soffocante tradizione, qui per i giorni del Palio la gioventù torna a casa e cerca di non mancare. I tempi cambiano, ma le piccole patrie restano. Un peccato che non invecchia. Al riparo dagli anni, dalla storia e dalla contestazione i peccati di Siena e del suo Palio sembravano non invecchiare mai. Troppo veniali per essere presi sul serio.
- Con i suoi mille metri di percorso, con curve che richiedono torsioni particolari il Palio per i cavalli è un'ammazzata. Calcolando anche che possono girare a quarantotto chilometri orari. Nel galappo ad esempio c'è un momento in cui la bestia tocca con un anteriore solo: la pressione è spaventosa. La prima cosa a rompersi è il nodello, che corrisponde alla nostra prima falange, la seconda è lo stinco, la terza è lo scheletro, che se ne va per conto suo. Finora nessuno si è preoccupato di creare un cavallo da Palio, morfologicamente adatto a sopportare le tremende pene della piazza.
- Il Palio è come molte fiabe: meglio non trovarsele mai contro.
- Il Palio è in fondo una corsa di cavalli, ma molto in fondo.
- Il Palio è religione e bestemmia.
- Il resto è un orgasmo da un minuto e mezzo che dura ed è preparato da una vita. Un sentir troppo caldo sotto le coperte.
- Il resto è una serie di immagini che non sembrano aver nesso tra loro, ordinate in rapida sequenza, come i passaggi improvvisi delle scene in un film. La luce del sole è ancora forte. Una fanfara di trombe e di tamburi che fa sporgere la gente avanti avidamente. Sessantamila persone. [...] Il suono del campanone, ossessivo, un suono cupo, lugubre, da quando un fulmine ne ha modificato il timbro. [...] Il resto è l'animale che striscia la testa per terra quasi rovesciandola, emettendo un gemito pietoso che pare di vedere uscire dalla bocca, i denti digrignanti; ed è come accorgersi all'improvviso che anche le bestie possano esprimere tensione, sofferenza, voglia di libertà in un palio fatto da loro ma non per loro. [...] Il resto sono le finestre di una stessa casa che ti indicano: se nasci a destra sei di una contrada, se a sinistra di un'altra. I vestiti da mezzo quintale [...]; le stanze che ti vengono aperte quando il sole si è abbassato e ricche di asgalani, bandiere ricamate a mano e una storia che non è cresciuta nei musei ma a Piazza del Campo, una conchiglia di nove spicchi a ricordo del governo dei Noverchi. Il resto è la storia con la maiuscola che si incrocia con la minuscola: le banche, gli uffici che avanzano e occupano il centro, il popolo che se ne va, costretto, fuori le mure, ma dentro di sé porta la vecchia contrada.
- Piazza del Campo, | terra siena bruciata dal sole di questi cavalli, | che nessuno è di razza ma forti, | qui servono quelli. || Piazza del Campo, | una pista così non prevede le gambe sottili, | eleganti di quei purosangue dai cuori leggeri.
- Piazza del Campo, | ed il sole lasciava la sera a dirigere i tetti, | e i cavalli che urlavano ai canapi e stavano stretti; | la conosco quell'ansia, | che anch'io | sono uscito di lì.
- Piazza del Campo, | ti ricordi, dall'alto sembrava un'enorme conchiglia, | e lo sparo iniziale era il lampo di un'unica perla.
- Piazza del Campo, | non stupirti se adesso il fantino è caduto per terra, | questa pista pretende al traguardo la bestia più bella.
- Il Palio è forse la competizione più antitelevisiva che esista; per questo ha resistito per anni e conserva immutato il suo fascino. La gara in sé dura poco più di un minuto; è un minuto di fuoco dove i fantini si menano con il nerbo di bue, vengono disarcionati, rischiano di finire travolti dai cavalli. Il resto è un mistero che appartiene solo ai senesi. La Tv non può dare conto delle trattative segrete, delle congiure, della disinvoltura dei tradimenti, delle cerimonie criptiche che accompagnano la manifestazione. Non può dare un volto allo spirito feroce dei contradaioli. È solo sventolio di bandiere, folklore in costume, 50 minuti di snervante attesa nei preamboli dello stallo per un evento che si consuma in un baleno.
- Il Palio è un rito che si ripete da secoli, sempre uguale, sempre liturgicamente rispettoso della tradizione ed anche degli intrighi sottobanco. Non è facile tradurlo in video: di veramente televisivo c'è la corsa, che dura poco più d'un minuto. Il resto è contorno, preparazione, lento caricamento della molla.
- Visto in Tv, il Palio di Siena è solo il palio dell'assurdo.
- Il Palio, per capirlo davvero e partecipare al rito, deve essere vissuto: tocca farsi possedere dal Palio. [...] dovrebbe farsi possedere dall'atmosfera, dall'amore dei contradaioli per i loro simboli, per il cavallo, il fantino, le tradizioni e le tante, piccole o grandi cose che animano l'attesa, infuocano la gara, esplodono con la vittoria (noo!! alleggeriscono il peso della sconfitta).Il Palio non si sviluppa solo nel minuto e quindici secondi della corsa, ma ha una storia precedente e una futura.
- Mi agito a mille ma per l'Oca. Chi è nato in una contrada pensa solo al Palio. Il Palio è molto più importante del calcio.
- Quando si assiste al Palio – io sono dell'Oca e anche se sono in giro per il mondo non me ne perdo uno – si entra involontariamente in una specie di trance, un'emozione che può capire solo chi ci è nato e solo in parte chi l'ha vissuta. È uno stato della mente che ti porta a soffrire e a gioire insieme a chi ti sta intorno. Parecchi antropologi sono venuti in città per studiare il fenomeno che non si spiega se non con la frequentazione.
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