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Daniel Sennert

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Daniel Sennert

Daniel Sennert (1572 – 1637), medico e accademico tedesco.

Citazioni su Daniel Sennert

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  • La libertà e il coraggio con cui contraddisse gli antichi gli suscitarono contro numerosi avversari; ma nulla ebbe così cattiva accoglienza, quanto l'opinione da lui avanzata sull'origine delle anime. Credeva che la semenza di tutti gli esseri viventi fosse animata e che l'anima di questa semenza fosse la causa della loro organizzazione. Su di lui grava l'accusa di blasfemia e di empietà, per aver sostenuto la tesi che l'anima delle bestie non è materiale. Si affermava infatti che ciò equivaleva a sostenere che essa era immortale come l'anima dell'uomo. Egli negò di trarre una simile conseguenza, non osando affermare, come invece fanno altri, che l'anima delle bestie sussiste dopo la morte dell'individuo che essa ha reso vivente. (Pierre Bayle)
  • Le medaglie e le monete che i sovrani fanno coniare possono fornirci un esempio di come questo medico concepiva l'azione di Dio. Si fanno coniare le medaglie perché durino eternamente, si fanno invece battere le monete, perché durino fino a nuovo ordine; infatti al termine di un certo periodo di tempo la moneta viene svalutata, alterata e convertita in altre specie. Ciò nonostante le medaglie e le monete sono fatte con lo stesso metallo. Secondo Sennert l'anima dell'uomo corrisponde alle medaglie, quella delle bestie alle monete. (Pierre Bayle)
  • Non ignoro che i reverendi e più celebri professori di teologia dell'accademia di Wittenberg e altri illustrissimi professori e filosofi, eccettuati i pochi appartenenti alla feccia sennertiana, che dipendono dalla sua autorità e leccano i suoi sputi, non soltanto dissentono, ma vorrebbero anche con tutte le loro forze che questi errori fossero soffocati sul nascere; tuttavia sono talmente repressi che osano appena borbottare e aprire la bocca contro codesto terribile Sennert che si erge arrogantemente sui suoi piedi, sostenuto dal favore di certi grandi signori. (Johann Freitag)

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