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Cielo notturno

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Cielo notturno

Citazioni sul cielo notturno.

  • Avevo alzato d'istinto gli occhi al cielo. Era nerissimo e straordinariamente stellato. Una grande lavagna sulla quale erano tracciate a puntini d'oro le formule di un'algebra ignota, e altrettanto vana del resto dell'algebra nota. (Alberto Savinio)
  • Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. (Immanuel Kant)
  • Fuori il cielo offriva uno spettacolo indimenticabile: le stelle si erano così ben disposte da formare tante figure disegnate col solo contorno come certe stampe che rappresentano i segni dello zodiaco. Ebdòmero, incantato, si fermò e cominciò a indicarle alle persone uscite con lui; il che del resto non era difficile poiché erano così facilmente visibili che l'uomo il più privo di cultura astronomica le avrebbe riconosciute. Si vedevano i Gemelli, poggiati l'uno all'altro in una posa classica di tranquillità, si vedeva la Grande Orsa, obesa e commovente che trascinava la sua pelliccia contro l'oscurità dell'etere profondo; e più lontano i Pesci giravano lentamente, sempre alla stessa distanza l'uno dall'altro, come fossero stati fissati allo stesso asse e Orione, il solitario Orione, si allontanava nella immensità del cielo, con la clava sulla spalla, seguito dal suo cane fedele. La Vergine, dalle forme giuste ed opulente, coricata sopra una nube, voltava il capo con un movimento pieno di grazia per guardare più in basso il mondo ancora addormentato nelle ultime ore della notte che volgeva alla fine. Più lontano, a sinistra si vedeva la Bilancia, dai piatti vuoti ed immobili nella loro perfetta orizzontalità; ce n'era per tutti i gusti e per le esigenze le più pazze. (Giorgio de Chirico)
  • I cieli erano chiari, alti e distesi | molti erano gli occhi delle stelle. (Anonimo hawaiano)
  • La contemplazione del cielo stellato mi dà un incanto sempre nuovo: e io posso affermare di non aver fatto un solo viaggio, anche una semplice passeggiata notturna, senza pagare il tributo d'ammirazione che si deve alle meraviglie del firmamento. Benché senta tutta l'impotenza del mio pensiero in queste alte meditazioni, provo un piacere inesprimibile nell'occuparmene. Mi piace pensare che non è il caso che conduce fino ai miei occhi quella emanazione di mondi remoti, e ciascuna stella con la sua luce mi versa in cuore un raggio di speranza. E che, dunque? Quelle meraviglie non avrebbero altro rapporto con me che quello di risplendere agli occhi miei? E il mio pensiero che s'innalza fino a quella lontananza, e il cuor mio che si commove al loro aspetto, sarebbero ad esse perfettamente estranei? Spettatore effimero d'uno spettacolo eterno, l'uomo leva un istante gli occhi al cielo e li chiude in eterno; ma durante quel rapido istante che gli è concesso, da tutti i punti del cielo e fin dai limiti dell'universo, un raggio consolatore parte da ogni globo e gli si posa negli sguardi, per affermargli che esiste un rapporto tra lui e l'immensità, e ch'egli è parte integrante dell'eternità. (Xavier de Maistre)
  • Le tenebre gravavano intorno a me, e regnava un profondo silenzio. Ma alto nel cielo risonava il respiro del vento, un lontano confuso mormorio che sembrava una musica senza fine. Stetti ad ascoltare la melodia dolorosa e infinita finché ne fui stordito: era certamente la sinfonia dei mondi che turbinavano sopra di me, erano le stelle che cantavano in coro... (Knut Hamsun)
  • Nel cielo che s'imbruna, | intorno a mamma Luna, | le piccole stelle | sembrano pecorelle... || Nei campi di luce | la mamma le conduce, | e pascolan così | finché non spunta il dì. (Lina Schwarz)
  • Non ho mai visto una notte come quella. Sembrava voler umiliare tutti i pittori che si fossero cimentati con cieli stellati. Il firmamento era d'un colore intenso, indicibile, informe, mutevole, scuro e lucente come le scaglie di un serpente. Vi si stagliavano milioni e milioni di stelle simili a lampade. La via lattea riluceva come una nube inondata dalla luna; metà del cielo sembrava una via lattea. Gli astri maggiori splendevano da soli con luce più nitida di quella d'una luna invernale. La loro luce si screziava in miriadi di toni: rosso come fuoco, azzurro come acciaio, verde come certe striature del tramonto, e ognuno risaltava talmente del proprio splendore, che quella piatta fascia trapunta di stelle che ricorre nella pittura appariva una mera convenzione: l'intera cavità celeste rivelava un caos di interconnesse luminarie, un vero pandemonio di stelle. (Robert Louis Stevenson)
  • O notte, quanto è sublime il tuo linguaggio per me! Quali anime non sentono l'eloquenza di una notte stellata? Quali non si son fermate talora al cospetto de' mondi radianti librati sul nostro capo e non han cercato la parola del grande enigma della creazione? Le ore solitarie della notte son veramente le più belle, quando abbian la facoltà di metterci in intima comunicazione con la vasta e sacra natura. Invece di gettar veli, come dicono, sull'universo, esse dissipan quelli che il sole spande nell'atmosfera. L'astro del giorno ci asconde gli splendori del firmamento; invece durante la notte ci si aprono i panorami del cielo. (Camille Flammarion)
  • Per la prima volta, infatti, il giovine conobbe tutta l'armoniosa poesia notturna de' cieli estivi.
    Erano le ultime notti d'agosto, senza luna. Innumerevoli, nella profonda conca, palpitava la vita ardente delle constellazioni. Le Orse, il Cigno, Ercole, Boote, Cassiopea riscintillavano con un palpito così rapido e così forte che quasi parevano essersi appressati alla terra, essere entrati nell'atmosfera terrena. La Via Lattea svolgevasi come un regal fiume aereo, come un adunamento di riviere paradisiache, come una immensa correntìa silenziosa che traesse nel suo "miro gurge" una polvere di minerali siderei, passando sopra un àlveo di cristallo, tra falangi di fiori. Ad intervalli, meteore lucide rigavano l'aria immobile, con la discesa lievissima e tacita d'una goccia d'acqua su una lastra di diamante. (Gabriele D'Annunzio)
  • Per tutti i cieli, eterno, il silenzio sfavilla | in grappoli di stelle confuse e roteanti. | Lo si direbbe un parco ghiaiato di brillanti: | ma funebre, ogni stella, esclusa in sé, scintilla. (Jules Laforgue)
  • Quando in ciel tersa è la Luna, | e tremole e vezzose a lei dintorno | sfavillano le stelle, allor che l'aria | è senza vento, ed allo sguardo tutte | si scuoprono le torri e le foreste | e le cime de' monti; immenso e puro | l'etra si spande, gli astri tutto il volto | rivelano ridenti, e in cor ne gode | l'attonito pastor. (Omero, Iliade)
  • Si accostò alla porta, mostrando il cielo, e aggiunse: Vedi, o fanciulla, se chi contempla questo interminabile spazio disseminato di astri infiniti, in mezzo de' quali non che Siracusa, ma tutta la terra nostra è un atomo di fango, potrà dolersi che gli manchi o l'ara de' patrj sacrifizj, o il tempio in cui adori il Nume, o l'occasione di esercitare la virtù. Quindi se la fortuna mi ha data una patria angusta, io ho prescelta questa, siccome vedi, amplissima albergatrice. Certamente, rispose Saffo, ella è adeguata a' tuoi pensieri. Oh gratissima ospite, interruppe Eutichio! i miei pensieri forse erano più grandi di Siracusa, ma divengono umili e sommessi in presenza dell'universo, perché l'intelletto non ha sufficienza a comprendere sì vasta mole, onde dopo che si è sforzato di estendersi in così ampio circuito, altro non gli rimane, che stanchezza ed ammirazione. (Alessandro Verri)

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